Da Monte-Carlo a Mareterra, nel Principato di Monaco tra lusso e cura dell’ambiente
Poco più di due chilometri quadrati di terra baciati dal sole 300 giorni l’anno. Best European Destination 2025, il Principato di Monaco è uno degli stati più cosmopoliti al mondo con residenti che rappresentano 139 nazionalità e il 20% del territorio coperto da aree verdi. Meta sostenibile e laboratorio di idee, unisce eccellenza ambientale e innovazione architettonica con palazzi avveniristici che affiancano edifici Belle Époque e mercati rionali accanto a ristoranti e alberghi di lusso
a cura di Costanza Ruggeri
C’è la Monaco di Monte-Carlo con gli hotel di lusso, il casinò e le boutique alla moda e la Monaco di Mareterra con le architetture di Renzo Piano e Norman Foster. E poi c’è la Monaco di La Condamine e della Rocher, i quartieri dei monegaschi, con il Palazzo dei Principi, i carrugi e i mercati rionali dove l’aria profuma di caffè, barbajuans e pissaladière. Un territorio dalle mille anime che travalica la fama di paradiso fiscale, glamour ed esclusivo, e assurge a vero e proprio archetipo di sviluppo urbano ecosostenibile.
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Premiato come Best European Destination 2025 (per quella sua “capacità di essere una destinazione all'avanguardia nei viaggi di lusso sostenibili, con un impegno per la conservazione del mare, il turismo verde e lo sviluppo urbano eco-consapevole”), il Principato di Monaco è un micro-Stato indipendente (uno dei più antichi del mondo e secondo per piccole dimensioni solo al Vaticano) incastonato tra la Riviera ligure e Nizza, in Francia: poco più di due chilometri quadrati di terra baciati dal sole per oltre 300 giorni l’anno.
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La nostra passeggiata a Monaco comincia nella sua piazza più famosa, Place du Casino, cuore vibrante della città che, dalla fine del XIX secolo, ospita il leggendario Casino de Monte-Carlo. Dietro la facciata Belle Époque di questo tempio del gioco progettato nella seconda metà del 1800 da Charles Garnier (lo stesso dell'Operà di Parigi) per volontà di Charles III di Monaco, si trovano dipinti, vetrate colorate e bassorilievi. Vero e proprio scrigno d’arte e architettura, il complesso è di proprietà della Société des Bains de Mer de Monaco.
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Roulette francese, Roulette inglese, Punto Banco, Black Jack, Craps e Poker Texas Hold'em Ultimate: principianti ed esperti si misurano ai giochi da tavolo sotto la luce dei lampadari in cristallo di Boemia delle sale del Casino de Monte-Carlo. La fortuna può sorridere anche agli amanti delle slot machine presso la Salle Renaissance o presso il Salon Touzet. Pezzi unici, i tavoli da gioco e le fiches sono realizzati da artigiani negli atelier de Monte-Carlo Société des Bains de Mer.
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A pochi metri di distanza troviamo il Café de Paris Monte-Carlo, brasserie iconica dove celebrità e artisti, monegaschi e visitatori, amano incontrarsi in ogni momento della giornata. Vera e propria istituzione fin dal 1868 (quando Marie Blanc fece costruire, al posto delle scuderie dell'hotel, il Café Divan), si sviluppa su due livelli e, dalla nuova terrazza al primo piano, si gode di una vista impareggiabile sulla leggendaria Place du Casino, sul Casino e sull'Hotel De Paris Monte-Carlo.
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Tradizione vuole che tra le vetrate, i mosaici Art Déco e le panche in pelle bordeaux del Cafè de Paris sia nata la leggendaria crêpe Suzette. Il dessert, uno dei più celebri della cucina francese, venne creato accidentalmente nel 1896. Il dolce è opera dello chef Henri Charpentier che, nel preparare le crêpes all'allora Principe di Galles (futuro re d'Inghilterra Edoardo VII), per errore diede fuoco al liquore nella padella. Il dolce prese poi il nome dalla giovane donna seduta al tavolo con il principe che si chiamava, appunto, Suzette.
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Recentemente classificatosi al 36esimo posto dell'esclusiva World’s 50 Best Hotels 2025, l’Hôtel de Paris Monte-Carlo, con la sua architettura Belle Époque, è uno dei gioielli dell’iconica Place du Casino, definito dal fondatore di Monte-Carlo Société des Bains de Mer, François Blanc, "un hotel che supera tutto ciò che è stato creato finora". Costruito nel 1864, è stato interamente rinnovato nel 2020 dopo sei anni di lavori. Create due nuove Diamond Suites: la Suite Prince Rainier III e la Suite Princesse Grace, con vista panoramica sul Principato.
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Fiore all'occhiello dell'albergo sono le sue cantine, custodi da oltre 150 anni di un patrimonio enologico raro e prestigioso e considerate tra le più grandi al mondo in ambito alberghiero. Con oltre 300.000 bottiglie, 11.000 referenze e una superficie di 1.500 metri quadrati, le Caves de l’Hôtel de Paris Monte-Carlo offrono un viaggio sensoriale attraverso i cinque principali terroir francesi: Champagne, Loira, Bordeaux, Borgogna e Valle del Rodano. Situate a 10 metri di profondità, le cantine sono state realizzate nel 1874.
A partire dalla scorsa estate l'offerta gastronomica dell’Hôtel de Paris Monte-Carlo (che comprende Le Louis XV di Alain Ducasse, Le Grill, Le Bar Americain e Em Sherif Monte-Carlo) si è arricchita con la presenza di Cédric Grolet (incoronato “Miglior Pasticcere del Mondo” da 50 Best nel 2018) che ha inaugurato il suo nuovo indirizzo all’interno dello storico palazzo monegasco. Presso la sala da tè è possibile vivere un momento esclusivo in un ambiente raffinato affacciato sul patio dell'albergo.
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Sotto la supervisione dello chef Vincent Puma, la sala da tè Cedric Grolet Monte-Carlo è aperta a partire dalla colazione e propone una selezione di prodotti fruttati, dolci e salati. All'ora di pranzo spazio ad avocado toast, croissant Bénédicte e baguette con prosciutto e burro. Infine, per il tradizionale tea time, frutti e fiori in formato cocktail. La boutique, uno spazio interno di 200 metri quadrati, propone in vendita frutti scolpiti e fiori sbollentati, firma dello chef, e pasticceria stagionale.
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Laciamo l'alta pasticceria di Cedric Grolet Monte-Carlo per spostarci da Nobu, al Fairmont Monte-Carlo, e assaggiare le proposte dello chef Nobu Matsuhisa che combina con maestria e modernità sapori giapponesi e peruviani. Un incontro tra l’Asia e il Sud America in un’atmosfera intima e calda in cui si susseguono Tataki di tonno, Black cod al miso, Sashimi Salad e Gratin di granchio reale in salsa di jalapeño. Il tutto arricchito da una vista panoramica dalla terrazza affacciata sul Mar Mediterraneo.
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Posizionato proprio sul circuito del Gran Prix Monaco, di fronte alla più famosa curva del campionato di Formula 1, il Fairmont Hotel con i suoi 60mila metri quadrati di spazio e le sue 596 camere disclocate su 7 piani, è l'albergo più imponente del Principato e tra i più grandi in Europa. L'edificio che lo ospita, considerato monumento della storia di Monte-Carlo, annovera anche 18 sale convegni, una piscina esterna riscaldata tutto l'anno situata al settimo piano e una Spa-centro fitness.
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La Monaco dei Monegaschi, ai piedi della rocca con il Castello dei Principi che sovrasta la città: La Condamine, con il mercato rionale di Place d'Armes, è uno dei luoghi più autentici e suggestivi del Principato. Situato dietro il Port Hercule, questo quartiere (poprio grazie alla sua vicinanza con il porto) è, dal 1880, l'area commerciale per eccellenza di Monaco. Lo stile architettonico è quello tipico della Costa Azzurra, fatto di portici e facciate dai colori pastello. Sosta d'obbligo da Barbiss, piccolo chiosco tra le bancarelle del mercato.
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Il Marché de la Condamine è uno dei luoghi storici più vivaci del Principato di Monaco. Aperto tutti i giorni, dalle 7 del mattino alle 15.30, è il cuore pulsante del quartiere e da oltre un secolo incarna l'anima dei monegaschi che qui si incontrano per fare la spesa, pranzare o, semplicemente, bere un caffè. Imperdibile la socca di Chez Roger, una sorta di farinata di ceci conosciuta anche come la "merenda dei lavoratori": da mangiare rigorosamente con le mani, appena sfornata, e con una spolverata di pepe.
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Per la settima tappa della nostra passeggiata a Monaco lasciamo La Condamine per salire a Monaco-Ville e perderci tra i vicoli della città vecchia con quelle sue case colorate che ricordano la Riviera Ligure, i caruggi e gli scorci mozzafiato sul mar Mediterraneo e su Port Hercule. E' qui che si trova il Palazzo di Giustizia e l'imponente Cattedrale dell'Immacolata Concezione, edificio romano-bizantino risalente al 1903, dove si sono sposati il Principe Rainieri III e Grace Kelly e dove oggi sono sepolti.
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Arroccato sulla parte più alta di Monaco-Ville, il Palazzo dei Principi è molto più di una semplice residenza: incarna la storia, il potere e l'eleganza della Casa Grimaldi da oltre sette secoli. Costruito a partire dal 1215 sui resti di una fortezza genovese, è il protagonista di un titanico progetto di restauro eco-responsabile che dura da diversi anni. Nel 2014, durante i lavori di manutenzione su parte delle facciate e delle sale interne, sono stati scoperti (sotto pitture del XIX secolo) affreschi rinascimentali realizzati direttamente sull'intonaco.
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Una superficie di circa 600 metri quadrati di dipinti, rimasti nascosti per secoli, e tornati alla luce grazie a una delle più importanti opere di recupero al mondo (finanziata dal Principe Alberto II) che ha riunito oltre 60 ricercatori, storici dell’arte e restauratori: un vero e proprio ciclo che si snoda con coerenza tematica e stilistica in alcuni ambienti del Palazzo dei Principi, dal Cortile d'Onore (con le fatiche di Ercole nelle lunette) alla Sala del Trono (con Ulisse e Tiresia nella scena centrale del soffitto).
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Il protocollo per il restauro adottato al Palazzo dei Principi di Monaco ha raccomandato l’utilizzo di metodologie eco-responsabili: gomma arabica, pigmenti sintetici e pannelli removibili in alluminio. Un intervento che ben si inserisce nella politica del Principe Alberto II, forte sostenitore della sostenibilità e della protezione ambientale. A livello nazionale, il Principato ha fissato obiettivi ambiziosi, come la neutralità carbonica entro il 2050 e la riduzione delle emissioni del 55% entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990.
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A poche decine di metri dal Palazzo dei Principi troviamo il Museo Oceanografico, impegnato da un secolo a "promuovere la conoscenza, l'amore e la protezione degli oceani". Dalla sua inaugurazione, il 29 marzo 1910, questo tempio del mare, con 6.500 metri quadrati aperti al pubblico, si è affermato come punto di riferimento internazionale. Dall'ornamento delle facciate a quello delle sale, tutto nell'architettura del Museo evoca il mondo marino: estremamente suggestivo il lampadario a forma di medusa eseguito nel 1908 dalla Maison Baguès.
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Il Museo Oceanografico di Monaco deve le sue origini al Principe Alberto I, soprannominato "il principe navigatore”, appassionato viaggiatore e scienziato. Dopo aver condotto 28 campagne scientifiche e aver viaggiato per mari e banchi di ghiaccio, creò l'Istituto Oceanografico, una fondazione che oggi supervisiona il Museo di Monaco e la Maison de l'Océan di Parigi. Un centinaio di vasche, oltre 6.000 esemplari e più di 600.000 visitatori annuali per quella che è, a tutti gli effetti, una delle attrattive turistiche di maggior impatto del Principato.
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Distribuita su oltre 1.000 metri quadrati nel cuore del Museo Oceanografico, la mostra "Méditerranée 2050" accompagna il visitatore in un'odissea spazio-temporale attraverso il Mare Nostrum, dal passato a un futuro ideale. L’esperienza culmina in una proiezione immersiva di 16 minuti (su uno schermo monumentale di 310 metri quadrati), a bordo di un sottomarino futuristico: un racconto ottimista che mostra come le scelte di oggi possono garantire un futuro sostenibile.
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Sul porto di Fontvieille, con vista sull'edificio che ospita il Museo Oceanografico, troviamo Les Perles de Monte-Carlo: un angolo di Bretagna ai piedi del palazzo principesco di Monaco nato dalla felice intuizione dei biologi/imprenditori Brice Cachia e Fréderic Rouxeville, partiti nel 2011 per raffinare i prodotti marini in una regione dove la tradizione dell'ostricoltura è praticamente inesistente. Ostriche, vongole, cozze, astici si deguastano con un calice di vino biologico sul posto oppure si possono ordinare da asporto.
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Dalla passione per i frutti di mare a quella per la cucina italiana. Con vista sul Roseto Principessa Grace di Monaco, nei Giardini di Fontvieille (voluto dal Principe Ranieri III nel 1984), Tavolo è il ristorante dell'Hotel Columbus che ha ottenuto il marchio Restaurant Engagé dal governo monegasco per l'impegno nella riduzione dei rifiuti, nel riciclaggio e nella lotta contro lo spreco alimentare. La brigata in cucina è capitanata dallo chef Saverio Gullace noto per il suo approccio stagionale e le sue proposte mediterranee.
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A pochi metri di distanza comincia il Cammino dello Sculture Ranieri III (Chemin des Sculptures Rainier III), un percorso “a cielo aperto” composto da oltre 200 opere d'arte inaugurato il 31 maggio 2023, in occasione del centenario della nascita del Principe Ranieri III. Alcune delle statue realizzate da Giorgio De Chirico, Fernando Botero, Jean Michel Folon, Anish Kapoor, Giacomo Manzù, Arnaldo Pomodoro e Cyril de La Patellière accompagnano il visitatore tra le strade, i giardini e le piazze della città, da Fontvieille a Larvotto.
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Il Principe Rainieri III aveva un'idea chiara: rendere l'arte visibile, accessibile e viva nel cuore del Principato. Tra le opere d'arte più celebri del Cammino delle Sculture Ranieri III sicuramente lo Sky Mirror di Anish Kapoor in Place du Casino, Adamo ed Eva di Fernando Botero (posti tra il Casinò di Monte Carlo e il mare), le donne colorate della serie Reina Mariana del pittore e scultore spagnolo Manolo Valdés e il mosaico Hexa Grace – La ciel, la mer, la terre – di Victor Vasarely che risplende sul tetto dell'Auditorium Rainieri III.
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Tra i luoghi più suggestivi e panoramici di Monaco c'è sicuramente il Jardin Exotique che, dal 1933, ospita oltre mille specie di piante grasse provenienti principalmente dall’America Latina e Settentrionale, dall’Africa meridionale e centrale e dalla Penisola Arabica. Concepito dall'ingegnere monegasco Lousi Notari su desiderio del principe Louis II, è soggetto da qualche tempo a lavori di mantenimento e riorganizzazione e riaprirà nel primo trimestre del 2026. Accessibile invece il Centro Botanico, aperto gratuitamente al pubblico.
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Situato proprio accanto al Jardin Exotique, il Centro Botanico è un vero e proprio santuario verde che ospita una delle più grandi collezioni di cactus e piante grasse del mondo (l'85% delle quali protette). Le serre affacciate sul mare sono un invito a scoprire un affascinante mondo vegetale che unisce bellezza, scienza e impegno ecologico. Dalle bromelie alle aloe, dalle yucca alle agavi: sette giardinieri specializzati lavorano a tempo pieno per preservare questa collezione.
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Dalle succulente reali a quelle d'arte. Fino al prossimo 11 gennaio a Villa Sauber, una delle due sedi del Nuovo Museo Nazionale di Monaco (NMNM), è possibile visitare l'esposizione CACTUS, curata da Marc Jeanson e Laurent Le Bon (con scenografia di Jasmin Oezcebi): un viaggio attraverso varie forme espressive – dal dipinto all’IA – passando per scienza e fotografia. Tra le opere esposte un film di Eisenstein, un disegno su iPad di David Hockney e il celebre appendiabiti “cactus” di Gufram.
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Per la 14esima e penultima tappa della nostra passeggiata a Monaco ci spostiamo a Mareterra, il nuovo quartiere sostenibile della città che si estende su sei ettari recuperati dal mare (che hanno regalato un 3% di superficie in più al Principato) ed è stato costruito su 18 giganteschi cassoni in cemento armato progettati per adattarsi al fondale marino e raschiati a mano per far posto a pesci e alghe. Edificio simbolo della zona è il residence Le Renzo, nuova icona monegasca progettata da Renzo Piano che si eleva per 17 piani fino a un'altezza di 71 metri.
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Le Renzo è pienamente in linea con la visione ecologica di Monaco con tecnologie avanzate, tra cui 9.000 metri quadrati di pannelli solari e sistemi a pompa di calore che utilizzano l'acqua di mare per il riscaldamento e il raffreddamento. Inaugurato ufficialmente il 4 dicembre 2024, il quartiere Mareterra (con 2 miliardi di euro investiti e 10 anni di lavori) concilia innovazione architettonica ed eccellenza ambientale. Una passeggiata pedonale costeggia il mare per 600 metri e collega Mareterra al Larvotto, da un lato, e a Monte-Carlo dall'altro.
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Terminiamo la nostra passeggiata al Larvotto, il quartiere più popoloso del Principato che, con la sua spiaggia, il suo giardino giapponese e il suo lungomare, occupa un posto speciale nella vita dei monegaschi. A pochi metri dalla fontana Omaggio alla Principessa Grace, opera di Guy Lartigue, troviamo il Méridien Beach Plaza, l'unico hotel della baia a vantare una spiaggia privata con affaccio su un'area marina protetta (la Riserva marina di Larvotto, istituita nel 1976 e designata Zona Umida di Importanza Internazionale nel 1997).
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Camere vista mare, piscina panoramica con area benessere e un'offerta gastronomica che comprende Smakelijk (la prima brasserie belga del Principato), il ristorante estivo Muse, un bar sulla spiaggia e il nuovissimo Café Lacoste, Le Méridien Beach Plaza coniuga lusso, tranquillità e sostenibilità. La hall dell'albergo, progettata come luogo di incontro tra talenti locali e viaggiatori curiosi, ospita mostre temporanee e installazioni in situ. Significativa la collaborazione con la Tanya Baxter Contemporary gallery di Londra.
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Nato dall'incontro tra il design del celebre brand francese e l'l’expertise culinaria di Riccardo Giraudi, figura di spicco dell’alta ristorazione contemporanea, il Café Lacoste (il primo al mondo) all'interno dell'hotel Le Méridien Beach Plaza offre un’esperienza immersiva che fonde estetica, convivialità e gusto. Nel menu (fortemente ispirato all’eredità tennistica e golfistica del marchio francese) dessert come il Crocodile al pistacchio o il Golf al cioccolato Guanaja 70%. A completare l’esperienza, cocktail esclusivi e signature lattes.
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