
Bob Dylan compie 80 anni, la storia del menestrello premio Nobel. FOTO
Cantautore, folksinger, innovatore del linguaggio della canzone d’autore e del rock, ma anche poeta e vincitore del Nobel: tutti questi, e altri ancora, sono stati alcuni tra i suoi mille volti. Le sue canzoni hanno ispirato i movimenti di protesta degli anni ’60, poi altri 50 anni di musica sempre in grado di segnare il presente (a cura di Matteo Furcas)

Bob Dylan compie 80 anni. Ha cantato l’America dei movimenti di protesta, poi ha rivoluzionato il linguaggio del rock portando la letteratura nei testi delle canzoni: il menestrello di Duluth è stato questo e molto altro. Ha attraversato epoche cambiando generi, registri e influenze, restando però in fondo sempre se stesso e rifiutando qualsiasi etichetta e stereotipo. Il suo ultimo album, uscito nel giugno 2020, è "Rough and rowdy ways"
Le frasi più belle delle canzoni di Bob Dylan
La leggenda ha inizio nel gennaio 1961. Un esile ragazzo di nome Robert Allen Zimmerman, nato nel 1941 a Duluth (Minnesota), arriva in una New York innevata. Quando gli chiedono come si chiama, dice “Bob Dylan”. Di lì a breve, dopo le prime esperienze sul palco in Minnesota, comincerà a esibirsi nei locali della Grande Mela, voce chitarra e armonica
11 aprile 1961, il primo concerto di Dylan... merito di un calabrese
A New York Dylan va anche a trovare in ospedale Woody Guthrie, leggendario folksinger impegnato che ha quasi monopolizzato i suoi ascolti. Sono sue le orme che Bob Dylan segue nei primi anni di carriera. L’attrazione per il fermento culturale della New York anni ‘60 lo porta a esibirsi nei locali del Greenwich Village
Bob Dylan vende i diritti delle sue canzoni a Universal
L’esordio discografico è nel 1961, con l’album omonimo dove ripropone alcuni classici della tradizione folk americana
Le copertine più belle degli album di Bob Dylan
Alla fine del 1963 esce “The Freewheelin’ Bob Dylan”. Basterebbe la prima traccia a entrare nella storia della musica: “Blowin’ in the Wind” diventa subito un inno. Il refrain è di quelli memorabili: “The answer, my friend, is blowin’ in the wind" (“La risposta, amico mio, soffia nel vento"). Ma l’album contiene altre invettive contro la guerra come “Masters of war” e “A hard rain's a-gonna fall”
I migliori album di Bob Dylan
L’anno successivo esce “The times they are a-changin’”, la cui title-track diventa un classico del repertorio dylaniano, una sorta di profezia per l'avvento di una nuova era. L’humus da cui nasce il brano, infatti, è da una parte quello dei movimenti giovanili e dall’altra il periodo irrequieto dei mesi successivi all’assassinio di John Fitzgerald Kennedy

Già nel 1964, però, Bob Dylan comincia a sentirsi stretti i panni del cantautore impegnato. Nell’album successivo, “Another side of Bob Dylan”, i testi diventano più letterari

In quegli anni è intenso il rapporto tra Bob Dylan e la cantautrice Joan Baez, conosciuta nel 1961. Insieme salgono sul palco per diversi duetti e iniziano anche un rapporto sentimentale, che finirà nel 1965. I due si riconcilieranno in seguito

L’anno successivo ecco un’altra pietra miliare, che segna un punto di non ritorno tanto per Bob Dylan quanto per la canzone d’autore in generale: “Bringing it all back home”. Le chitarre si “elettrificano” su un’intera facciata del disco, i testi sono sempre più letterari e ricchi di metafore

Tra i brani elettrici c’è “Subterranean homesick blues”, che diventa anche il primo videoclip della storia del rock, in cui Dylan mostra una serie di cartelli con le parole del testo. Tra le tracce acustiche impossibile non ricordare “Mr. Tambourine Man”, un immaginifico viaggio nella fantasia dell’autore, che sarà oggetto di numerosissime cover

Dylan è deciso nel suo nuovo percorso e nel 1965 pubblica “Highway 61 revisited”, ancora più convinto nella svolta rock e trainato dalla leggendaria “Like a rolling stone”. È una sfida sfacciata ai tradizionalisti della tradizione folk, che infatti lo fischiano al Newport Folk Festival quando presenta alcuni brani elettrici dell’album

Nel 1966 Dylan completa la “trilogia elettrica” con “Blonde on Blonde”. Ed è un’altra prima volta: si tratta del primo doppio album della storia del rock. La rivoluzione di Dylan sui testi si compie del tutto: sempre più ermetici e visionari, con un linguaggio che il rock fino a quel momento non aveva mai toccato

In “Blonde on blonde” si alternano cavalcate come “Leopard-Skin Pill-Box Hat" e "Stuck Inside Of Mobile With The Memphis Blues Again", a brani più dolci e sensuali come “I want you” e “Just like a woman”. Il brano di chiusura è l’intimo sogno della lunghissima “Sad eyed lady of the Lowlands”

Durante una data del tour a Manchester, arriva la spaccatura definitiva tra Dylan e il pubblico folk. “Giuda!”, gli urla qualcuno dalla platea. “Non ti credo…”, gli risponde sarcastico Dylan, “sei un bugiardo!”. Dylan e la sua band proseguono con la parte elettrica del concerto, davanti a un pubblico spaccato a metà. E così sarà per il resto del tour

Dylan è sfiancato sia dai ritmi del tour che dalle continue critiche e scontri con il pubblico. Ha bisogno di una pausa. Il destino vuole che a fermare quel ritmo infernale sia un incidente in moto che mette a rischio la sua vita. Dylan ne approfitta e passa la convalescenza quasi in isolamento, annulla tutti i concerti e volta pagina

Solo dopo diversi mesi, nel 1967, Dylan si riunisce con la sua band e alla fine di quell’anno torna in studio per registrare “John Wesley Harding”. Il cantautore torna alla tradizione, recupera i miti dei fuorilegge del West e introduce una vena spirituale ispirata dalla lettura delle Sacre scritture. Nel disco c’è “All along the watchtower”, famosa anche per la celebre cover di Jimi Hendrix

Nel 1973 Dylan firma la colonna sonora del film western "Pat Garrett & Billy the Kid". Al suo interno c'è il brano "Knockin' on heaven's door", reso celebre anche dalla cover che ne faranno i Guns 'n Roses

Non mancano comunque grandi episodi: nel 1975 esce “Blood on the tracks”, dove Dylan recupera in parte il sound elettrico e che nella tracklist contiene alcuni dei suoi brani più riusciti (“Tangled up in blue”, "Simple Twist Of Fate")

Sono anche gli anni della Rolling Thunder Revue, sorta di circo itinerante al seguito di Dylan, con vecchi amici del Greenwich Village, Joan Baez e il poeta beat Allen Ginsberg. La comitiva, guidata da un Bob Dylan con la faccia pitturata, viaggia di città in città senza preannunciare il suo arrivo, affidandosi al passaparola e prediligendo le piccole sale

Nel 1976 Dylan torna alla canzone di protesta con “Hurricane”, contenuta nell’album “Desire” e dedicata al caso del pugile afroamericano Rubin 'Hurricane' Carter ingiustamente accusato di un omicidio. Sempre nel 1976 Dylan “convoca” una seconda Rolling Thunder Revue

Nel 1988 Dylan viene introdotto nella Rock and roll Hall of fame. Nel discorso di presentazione, Bruce Springsteen afferma: “Bob Dylan ci ha liberato la mente come Elvis ci ha liberato il corpo. Ci ha dimostrato che solo perché la musica è fisicamente innata non significa che sia anti-intellettuale”

Nel 2008 per Dylan arriva un altro grande riconoscimento: vince il Premio Pulitzer alla carriera per “il profondo impatto sulla musica e la cultura popolare americane, grazie a composizioni liriche dallo straordinario potere poetico”

Nel 2012 il presidente americano Barack Obama conferisce a un Bob Dylan dallo sguardo quasi impassibile la “Medal of Freedom”, il più alto riconoscimento civile negli Stati Uniti

Se ne vociferava da diversi anni e nel 2016 diventà realtà: Dylan riceve il Premio Nobel per la letteratura “per aver creato nuove espressioni poetiche all'interno della grande tradizione della canzone americana”. Anche in questa occasione Dylan spiazza il pubblico rifiutando di commentare il premio e non presentandosi alla cerimonia, spiegando non poter partecipare a causa di "altri impegni"

Dopo questo tira e molla, invierà un discorso scritto due mesi più tardi. Nel testo Dylan parla delle influenze musicali, in primis Buddy Holly (“mi ha cambiato la vita”), tra i suoi artisti preferiti, e di quelle letterarie, come "Moby Dick" e l’Odissea. Ritirerà il premio solo in una cerimonia privata

“Murder most foul” è il preludio all’uscita di un nuovo disco, annunciato l’8 maggio 2020. Il titolo è “Rough and rowdy ways” ed è il primo album di inediti di Bob Dylan in 8 anni. L’ultimo era stato “Tempest”, nel 2012. L’album, rilasciato il 19 giugno 2020, è anticipato da altri due singoli: “I contain moltitudes” e “False prophet”

Nel dicembre 2020 Bob Dylan vende a Universal Music i diritti del suo catalogo: un accordo da record che copre l'intera carriera, dai primi brani dell'inizio degli anni Sessanta all'ultimo album "Rough and Rowdy Ways". Secondo il New York Times, Universal Music avrebbe pagato oltre 300 milioni di dollari per quello che è stato definito il "Santo Graal" del rock - oltre 600 canzoni da "Blowin' in the Wind" del 1962 a "I Contain Moltitudes" del 2020 - pari per influenza e valore al catalogo dei Beatles

In una rara intervista, concessa al New York Times nel giugno 2020, Dylan ha lanciato un accorato appello dopo l'uccisione dell'afroamericano George Floyd da parte della polizia durante un fermo: giustizia per lui per la sua famiglia, per l'America, chiede il cantante. "Mi ha nauseato senza fine vedere George torturato a morte in quel modo. È stato oltre l'orrore". E sulla pandemia: "è "il precursore di qualcos'altro che sta per venire", forse "un castigo divino. L'estrema arroganza che porta punizioni disastrose. Forse siamo alla vigilia della distruzione"

Il 10 maggio 2022, a Tulsa in Oklahoma, aprirà il "Bob Dylan Center", l'archivio segreto con oltre centomila tra carte e frammenti di vita del cantautore. Èil frutto dell'acquisto cinque anni fa dell'archivio del cantante da parte della fondazione del petroliere George Kaiser. L'archivio racchiude manoscritti, fotografie e filmati. Il Centro promette una "nuova full immersion" multimediale nei metodi di lavoro del cantante premio Nobel e premio Pulitzer e la ricostruzione dell'"autentica esperienza" di trovarsi nel suo studio di registrazione