Il regista attacca la politica commerciale del presidente. E dice: "Megalopolis è stato profetico"
A Francis Ford Coppola Donald Trump non piace. E di certo, il regista 5 volte premio Oscar (più uno alla memoria) è uno abituato a dire ciò che pensa. Così ha fatto ancora una volta, in un’intervista a GQ nella quale ha criticato duramente l’idea del presidente americano di imporre dazi sui prodotti cinematografici non americani. Per Coppola sarebbe come “sbattere la porta in faccia” a potenziali guadagni per gli Stati Uniti: “Non fa che creare incertezza – ha detto Coppola -. La gente non capisce che la precedente amministrazione ha avuto a che fare con una inflazione globale, non solo americana, e che il nostro Paese è quello che è riuscito a fronteggiare meglio questa tendenza riuscendo a incassare un sacco di denaro prima di questa amministrazione. Ci sono tanti soldi nel Paese e queste tariffe rappresentano una porta chiusa in faccia a quella che era una situazione molto prospera”.
Il ritorno di Megalopolis
Coppola ha anche raccontato un altro effetto curioso e collaterale che, a suo dire, l’elezione di Donald Trump ha avuto sulle sorti del suo ultimo film, Megalopolis, le cui proiezioni hanno iniziato ad andare sold out. Coppola aveva spiegato di aver volute creare un racconto epico di stampo romano in un’America moderna simile a Roma: “Oggi, l’America è Roma, e attraverserà la stessa esperienza per le stesse ragioni per cui Roma ha perduto la sua repubblica ed è passata all’impero – aveva detto al New York Film Festival presentando il film – È stato molto profetico realizzare un film sull’America come Roma, visto che è ciò che accadrà tra pochi mesi”.

Approfondimento
Megalopolis, la recensione del film di Francis Ford Coppola
"Come Apocalypse Now"
Per Coppola, la recente ripresa di Megalopolis dopo un avvio decisamente complesso ricorda quanto accaduto ad Apocalypse Now: “Apocalypse Now era un grande flop, aveva ricevuto recensioni pessime, tutti dicevano che fosse il peggior film mai realizzato. Eppure la gente non ha mai smesso di andare a vederlo. La stessa cosa sta accadendo ora con Megalopolis”.