Timothée Chalamet si è ispirato ad Elvis di Austin Butler per il suo Bob Dylan

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Vittoria Romagnuolo

Vittoria Romagnuolo

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Il giovane divo di Hollywood ha ammesso di essersi sentito stimolato a fare meglio dopo aver incontrato il candidato all'Oscar sul set di Dune 2. Per calarsi nei panni della leggenda del folk ha voluto gli stessi professionisti che hanno aiutato Butler a impersonare Presley

Non ha bisogno di un film in uscita Timothée Chalamet per essere considerato l'uomo del momento. Il divo newyorkese è così amato da spingere GQ a dedicargli periodicamente una copertina, cosa che negli ultimi sei anni è avvenuta ben tre volte.
L'appuntamento col magazine statunitense è diventato l'occasione per un'intervista fiume nella quale il ventisettenne si è raccontato liberamente. Tra le tante risposte, più che interessante ciò che ha detto a proposito della sua crescita come attore, un processo al quale, in quest'ultimo anno, hanno contribuito due big di Hollywood: Tom Cruise e Austin Butler, l'attore che ha sfiorato l'Oscar interpretando Elvis.

I coach di Butler per diventare Bob Dylan

Cosa deve fare un attore già considerato bravo per non tradire le aspettative del pubblico e - non meno importanti - le proprie? Semplice: deve mettersi alla prova con qualcuno che considera più bravo di lui. Questa è la lezione che ha imparato Timothée Chalamet negli ultimi tempi in cui è, apparentemente, scomparso dai radar.
Chalamet non è sparito, semplicemente ha smesso di fare quello che faceva prima per abbracciare nuove abitudini, come è logico quando si attraversa il passaggio dai venti ai trent'anni, nel tentativo di recuperare un po' di quella spontaneità che viene spesso rubata a un giovane attore che diventa un divo planetario molto (troppo) in fretta.
In questo cambio di vita c'è stato anche un trasferimento, dalla East alla West Coast, con l'acquisto di una casa a Los Angeles che gli ha permesso di conoscere nuova gente (il nome Kylie Jenner ci dice qualcosa?) e di concentrarsi sulla recitazione. Chalamet si sta allenando a fare Bob Dylan per il film biografico A Complete Unknown di James Mangold, una sfida non da poco se si considera che la leggenda del folk è ancora vivente (e potrebbe voler dire la sua un giorno, chissà) e che sono molti gli attori che si sono già confrontati col personaggio (solo in Io non sono qui ce n'erano sei, tutti piuttosto blasonati).
Chalamet ha alzato la posta e, dopo aver incontrato Austin Butler sul set europeo di Dune 2, gli ha chiesto i contatti di chi lo aveva aiutato a diventare Presley, un ruolo che è valso al californiano un BAFTA, un Golden Globe e una candidatura all'Oscar. A Los Angeles, dunque, Chalamet ha lavorato con tre coach, per allenare la voce, la parola, i movimenti.

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Una e-mail di Tom Cruise

Prima dell'incontro stimolante con Butler, che Chalamet ha definito un professionista incredibilmente affidabile e un uomo meraviglioso, il protagonista di Dune 2 aveva ricevuto un primo richiamo alle armi da parte di uno dei suoi miti: Tom Cruise.
La star di Mission: Impossible gli aveva mandato una mail dopo l'uscita di Dune inviandogli dei consigli “paterni”. Lo standard attuale di Hollywood non era più quello di un tempo – ammoniva Cruise – spettava solo a lui la decisione di prepararsi sul serio, con una formazione a tutto spiano.
Chalamet si è dato da fare anche fisicamente al punto da diventare più esperto anche nelle sequenze di combattimento, una differenza che tutti hanno notato sul set di Dune 2. Per il giovane attore seguire i consigli di Cruise è diventato un imperativo, dal momento che adora il protagonista di Top Gun: Maverick. Nella stessa intervista Chalamet ha ammesso di aver visto ben otto volte il sequel di Top Gun e di averlo fatto vedere anche ai membri della troupe e al cast di Dune 2 nell'estate in cui stavano girando la pellicola a Budapest.
Nel 2023 Timothée Chalamet, dunque, si è immerso nel personaggio di Bob Dylan che, stando a chi lo sta preparando, non sarà un'imitazione ma una sintesi personale del cantautore per mezzo dell'attore. I fan non vedono l'ora di vedere cosa ha imparato questa volta il golden boy di Hollywood.

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