
Bob Dylan compie 80 anni, le copertine più belle dei suoi dischi. FOTO
Alcuni degli album più noti pubblicati dal menestrello di Duluth non sono diventati celebri soltanto per la musica contenuta al loro interno, ma anche per le loro cover. Nel giorno dell'80esimo compleanno del premio Nobel per la letteratura, ecco le più belle. A cura di Matteo Furcas

Il 24 maggio del 1941 nasceva a Duluth, in Minnesota, Robert Allen Zimmerman, che una ventina di anni più tardi sarebbe diventato celebre come Bob Dylan. Nel giorno dell'80esimo compleanno del cantautore e premio Nobel per la Letteratura, ripercorriamo le copertine più belle dei suoi dischi, dagli scatti rimasti nella storia della musica fino alle opere dello stesso Dylan

È la copertina più celebre di un disco di Bob Dylan: quella di “The Freewheelin’ Bob Dylan”, del 1963. Nella fotografia scattata dal fotografo della casa discografica CBS, Don Hunstein, vediamo Dylan passeggiare sottobraccio con la fidanzata dell’epoca Suze Rotolo, in una via del Greenwich Village, a New York, vicino all'appartamento dove ai tempi viveva la coppia. Una foto importante, perché Suze, dopo aver studiato in Italia, introdusse Dylan all’arte europea, da scrittori come Verlaine a pittori come Kandinsky

Nel 1965 Dylan fa uscire un altro importantissimo album: “Bringing It All Back Home”, il primo a introdurre le chitarre elettriche nella musica del cantautore di Duluth. Nella copertina, Dylan è in posa con Sally Grossman, moglie del suo manager Albert Grossman. I due sono circondati da Lp e riviste, tra cui una copia di Time con Lyndon Johnson in copertina. Dylan accarezza il suo gatto e guarda fisso nell’obiettivo. La foto è scattata con un effetto di sfocatura ai bordi per dare un effetto psichedelico

Uno degli scatti più belli utilizzati per la copertina di un album è sicuramente quello di “Highway 61 Revisited”, il disco di “Like a Rolling Stone”. La posa di Dylan seduto su degli scalini, il suo sguardo serafico, il look con la giacca a efffetti fluo, e dietro di lui una persona con la maglia a righe e una macchina fotografica penzolante: ogni elemento contribuisce, grazie anche agli accostamenti di colore, a creare una copertina che resterà leggendaria così come la musica che contiene il disco

Un’altra copertina iconica è quella di “Blonde on Blonde”, del 1966. Dylan è ritratto a mezzo busto con una foto mossa, scattata da Jerry Schatzberg: indossa una giacca di pelle e una sciarpa a quadretti, e ha uno sguardo accigliato. Schatzberg ha raccontato che la foto è sfocata perché “faceva molto freddo e tremavamo entrambi. Ne avevo altre nitide ma Dylan scelse quella”. Nella copertina interna inizialmente c’era anche una foto di Claudia Cardinale, ma la foto venne fatta rimuovere dalla Columbia perché inserita senza il permesso dell’attrice

Per la copertina di “Blood on the Tracks”, del 1975, Dylan decide di utilizzare una foto di Paul Till. Scattata nel 1974 durante un concerto a Toronto, come racconta lo stesso Till, è stata modificata con la tecnica della camera oscura e della colorazione a mano: per farlo il fotografo ha utilizzato degli acquerelli fotografici Marshall, una tintura che penetra nell'emulsione della carta fotografica. Till inviò a Dylan due fotografie, una delle quali è finita sulla copertina dell’album

Una bella foto del pugile Rubin “Hurricane” Carter campeggia sulla copertina del singolo “Hurricane”. È il celebre brano di Dylan dedicato alla storia del pugile afroamericano, accusato di un triplice omicidio che in realtà non aveva commesso. Fu condannato per le testimonianze di due criminali che anni dopo ritrattarono, intanto Hurricane trascorse ben 19 anni in carcere, prima che fosse accertata la verità sulla sua innocenza

Dylan viene ritratto in uno dei suoi look più famosi nella copertina di “The Rolling Thunder Revue: The 1975 Live Recordings”, il disco che testimonia la tournée di concerti tenuti fra l'autunno del 1975 e la primavera del 1976 da Bob Dylan con un variopinto gruppo di musicisti – tra cui Joan Baez - ad accompagnarlo, riuniti in una carovana itinerante attraverso gli Stati Uniti. Durante questo tour Dylan, molto truccato, si pitturava il volto

La copertina di “The Basement Tapes”, l'album estratto dalle session del 1967 di Dylan con The Band, è una foto scattata da Reid Miles nello scantinato di uno YMCA a Los Angeles. Ritrae Dylan e i suoi musicisti e aprendo il retrocopertina si vede che sono circondati da diversi personaggi che richiamano quelli raccontati nel disco: una donna con una maglietta con scritto "Mrs. Henry", un eschimese, un circense, una suora, una danzatrice del ventre, un mangiafuoco, un nano

Per “Self Portrait”, uno dei suoi album più controversi, Dylan scelse un suo ritratto: “Non c'era un titolo per quell'album che avevo pronto”, ha raccontato. “Conoscevo qualcuno che aveva delle vernici e una tela quadrata e ho così coperto il coperchio in circa cinque minuti, dicendo 'Beh, chiamerò questo album ‘Self Portrait’”

Anche la cover “alla Picasso” di “Planet Waves” è disegnata dallo stesso Dylan. Ritrae tre figure umane, un’ancora, un cuore e il simbolo della pace. È una copertina enigmatica: compare solo il titolo e non il nome dell’autore, sul lato destro la frase "Ghirlande di canzoni e torce in ghisa", e su quello sinistro c'è scritto "Moonglow". Il retro della copertina originale è scritto a mano da Dylan, con un lungo saggio sul lato sinistro. Al centro sono elencati i nomi dei musicisti della Band

Nel 1993 Dylan pubblica “World Gone Wrong” e segna un ritorno al folk tradizionale dell’inzio di carriera. Non a caso la bella copertina sembra richiamare i tempi di “Bringing it all back home”: Dylan indossa un cappello a cilindro, seduto a un tavolo del Flukes Cradle Cafe di Camden Town, a Londra. Appeso alla parete alle sue spalle c'è un dipinto, "L'Etranger" di Peter Gallagher

Il ritorno discografico di Dylan nel 2020, “Rough and Rowdy Ways”, presenta sulla copertina una versione a colori di una foto in bianco e nero scattata dal fotoreporter britannico Ian Berry nel 1964. Berry era stato incaricato dall'Observer di catturare immagini della "cultura nera in Inghilterra" e scattò una foto di una coppia ben vestita che balla mentre un uomo si appoggia a un jukebox dietro di loro. La location è un vecchio club sotterraneo di Londra. Secondo il giornalista musicale Andy Greene "l'immagine trasuda mistero e romanticismo"