Da Soverato a Livorno: le alluvioni in Italia dal 2000 a oggi
AmbienteIn 17 anni sono stati oltre trenta gli eventi che hanno provocato vittime. Il più grave nell’ottobre del 2009, quando in provincia di Messina morirono 37 persone. L’ultimo nel settembre scorso nella città toscana. Ecco un elenco delle alluvioni recenti. LO SPECIALE
9 e 10 settembre 2017
Nella notte un’alluvione colpisce Livorno. La città si sveglia travolta da acqua (circa 400 millimetri caduti in poco più di 4 ore), fango e detriti. Diverse le segnalazioni di frane, allagamenti, torrenti straripati, macchine trascinate via. Esondano anche il Rio Maggiore e il Rio Ardenza. Le vittime sono 8. Mamma, papà, bimbo di 4 anni e nonno muoiono sommersi in casa, uno scantinato in viale Nazario Sauro. L’anziano riesce a salvare la nipotina di 2 anni, prima di tornare dentro per aiutare il resto della famiglia. Le altre vittime, ritrovate nei giorni seguenti nella zona dei Tre ponti, sono una donna di 34 anni, trascinata via mentre cercava di mettersi in salvo con il marito, e un uomo di 67. Sono 43,5 i milioni di euro stanziati da governo e Regione per aiutare la città.
Dal 21 al 25 novembre 2016
Diverse regioni italiane sono interessate dal maltempo. Strade, case, negozi e campi distrutti da piogge ed esondazioni soprattutto in Liguria e Piemonte. In quest’ultima regione l’alluvione è una delle più violente di sempre. Centinaia gli sfollati. Centinaia i milioni di euro di danni stimati. Cuneo è tra le province più colpite, ma nel Torinese c’è una vittima: un 70enne di Perosa Argentina travolto da un torrente in piena mentre andava a mettere in salvo i suoi cavalli e ritrovato a una decina di chilometri di distanza nel Chisone. In Liguria i morti sono 2: un pescatore e un migrante inghiottiti dai fiumi Entella e Roja. Vittime per il maltempo anche in Sicilia: un morto a Sciacca (Agrigento) e uno a Letojanni (Messina).
Dal 13 al 15 ottobre 2015
L’alluvione colpisce prima Lazio e Abruzzo, provocando tre vittime. Esondano l’Aniene a Tivoli e il rio Spalto a Canistro (L’Aquila). Centralini dei vigili del fuoco in tilt, soprattutto in Ciociaria e nella Marsica, per frane, allagamenti, zone isolate, macchine che galleggiano, gente che aspetta i soccorsi sui tetti delle case. Poi l’emergenza si sposta nel Sannio. In provincia di Benevento muoiono altre due persone. Il Calore, il Sabato ed il Tammaro rompono gli argini. Interi quartieri e campi sono sommersi dall’acqua. Danni anche negli scavi archeologici di Pompei.
13-14 settembre 2015
Nella notte la provincia di Piacenza è devastata dalle esondazioni del Nure e del Trebbia, provocate dalla pioggia (oltre 300 mm in meno di 4 ore) e da ammassi di detriti. Il fango mangia strade, ponti, macchine e abitazioni. Le zone più colpite sono Roncaglia, Ponte dell'Olio, Bettola, Farini, Ferriere, Cerignale, Rivergaro e Bobbio. I danni sono ingenti. In diverse case della Valnure e della Valtrebbia mancano la luce, il gas, l’acqua. Muoiono 3 persone: una guardia giurata 56enne (la sua auto di servizio è stata spazzata via dal Nure), un uomo di 67 anni con il figlio di 42 (anche loro in auto, il corpo del padre non è mai stato trovato).
4 agosto 2015 (cdd)
Un turista ceco di 54 anni e due fidanzati bavaresi di 42 e 37 muoiono a San Vito di Cadore, in provincia di Belluno. Vengono travolti da fango e detriti durante l’alluvione che colpisce la zona. La frana, innescata dall’esondazione del torrente Rusecco, scende dalle pendici del monte Antelao e provoca allagamenti e colate di fango. Invade case, negozi, strade e auto.
Dal 10 al 15 novembre 2014
Prima le piogge torrenziali interessano il Golfo del Tigullio e il suo entroterra. Esondano rii e torrenti: a Chiavari, soprattutto, le strade diventano fiumi e centinaia di scantinati e negozi si allagano. Due persone muoiono a Leivi, dove una frana travolge alcune case. Poi c’è una seconda ondata, con l’alluvione che si accanisce ancora su Liguria (dove c’è un’altra vittima), Piemonte e Lombardia. Situazione critica a Genova, Imperia, Savona, Milano, Alessandria. Danni nelle zone agricole della piana di Albenga. Piene record per l'Orba, il rio Lovassina, il Grue, il Lemme, la Bormida.
Dal 9 al 15 ottobre 2014
Piemonte, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia e Toscana sono colpite da un’alluvione. Le situazioni più critiche in Maremma, dove in due ore cadono 140 millimetri di pioggia. Due sorelle muoiono mentre sono in auto, investite dal torrente Elsa straripato nella zona di Orbetello (Grosseto). Nella notte tra il 9 e il 10, poi, un'altra alluvione si abbatte su Genova. In 24 ore cadono quasi 400 mm di acqua. Esondano il Bisagno, lo Sturla, il Rio Fereggiano, lo Scrivia. Tante le strade sommerse, con le macchine trascinate via e accatastate. Non è solo il centro città ad essere colpito, ma anche una quarantina di comuni vicini. Soprattutto Montoggio. Nel capoluogo ligure l’alluvione provoca una vittima (un uomo di 57 anni).
Dal 3 al 6 settembre 2014
Tantissima pioggia, canali e torrenti esondati, frane, smottamenti, persone isolate e messe in salvo con i battelli, campeggi allagati, strade interrotte, case senza energia e gas, fiumi di fango che scendono a valle distruggendo ogni cosa: l’alluvione si abbatte sul Gargano, in Puglia. Diversi i paesi colpiti: da San Giovanni Rotondo a San Marco in Lamis, da Peschici a Vieste, da Rodi Garganico a Carpino. Diverse le spiagge inghiottite dalla melma, come quella di Peschici. Diversi i milioni di euro di danni. Due le vittime, di 70 e 24 anni, travolte mentre erano in auto.
2 agosto 2014
Quattro persone muoiono a causa dell’alluvione di Refrontolo (Treviso). Il torrente Lierza, dopo una vera e propria bomba d’acqua sulla valle, straripa. Alcuni detriti, tra cui balle di fieno e rami, fanno da tappo. Il fango investe un centinaio di persone che, sotto un gazebo, sono riunite per una festa locale. L’onda ha un’altezza stimata di oltre 3 metri. Succede tutto all’improvviso, intorno alle 23 di sabato sera, nell'area d'erba di fronte al Molinetto della Croda.
3 maggio 2014
Alluvione a Senigallia (Ancona). La mattina, dopo giorni di forti piogge nelle Marche, si rompe un tratto di argine del Misa a Borgo Bicchia: in sei ore si riversano 13 milioni di metri cubi di acqua e il livello del fiume sale di 6 metri. L’ondata invade la frazione e sfiora i due metri. Un uomo di 87 anni muore intrappolato in cantina (la moglie viene salvata da un volontario che la carica su una tavola da surf). Nei giorni seguenti ci sono altre due vittime indirette. La marea raggiunge Borgo Molino e gran parte dei quartieri a sud della città. Il vento soffia in senso contrario e il mare non riceve: gli alberghi del lungomare sud sono invasi dalla piena. La melma devasta case (oltre 5mila), auto, edifici del Campus scolastico, il Palasport, il Commissariato di polizia, la caserma dei vigili del fuoco, la sede della Caritas, diverse chiese. Danni per oltre 179 milioni di euro.
Dal 16 al 20 gennaio 2014
In questi giorni le alluvioni sono due. Una colpisce la Liguria, soprattutto la provincia di Genova, Imperia, Savona, La Spezia. Un medico di 50 anni scompare nelle acque del rio Poggio a Bogliasco. Diverse le frane. Il 19 tocca all’Emilia Romagna, soprattutto alla provincia di Modena. Il fiume Secchia rompe un argine e sommerge strade e paesi. Centinaia gli sfollati. Diverse persone vengono soccorse dai vigili del fuoco con gli elicotteri. Tra i comuni più colpiti Bomporto e Bastiglia, dove muore un uomo (sparito nelle acque di un canale).
18 novembre 2013
Il ciclone Cleopatra, con le sue piogge, arriva violento sulla Sardegna nel primo pomeriggio. In poche ore, dal Medio Campidano al nord della regione, il territorio è devastato: esondazioni, strade interrotte, ponti crollati, treni bloccati, case e campagne allagate, migliaia di sfollati. In 24 ore, dice l’allora capo della Protezione civile Franco Gabrielli, cade la pioggia di sei mesi. Olbia diventa una città di fango. Non solo la Gallura, la situazione è critica anche nel Nuorese (soprattutto a Torpè). Le vittime alla fine sono 19, tra cui alcuni bambini. Oltre 600 milioni di euro i danni.
Dal 6 all’8 ottobre 2013
Sono giorni di piogge intense sulla Puglia. Il 7 un’alluvione colpisce il versante ionico della provincia di Taranto. Soprattutto Ginosa e i paesi vicini. Esondano fiumi, si allagano strade e case, crolla un ponte. Fango e detriti uccidono 4 persone: due donne di 30 e 25 anni e due uomini di 35 e 32.
Dal 10 al 13 novembre 2012
Piogge intense si abbattono su diverse regioni. Ma è la Toscana a subire i danni peggiori. Prima esondano torrenti nella provincia di Massa-Carrara. Poi un’alluvione colpisce la Maremma grossetana. Il fiume Albegna rompe l'argine, sotto il peso di milioni di ettolitri di acqua. Tutta la piana della Marsiliana è invasa dal fango. La melma ingoia Albinia (frazione di Orbetello). Ci sono crolli e migliaia di sfollati. Muoiono 7 persone: 3 dipendenti Enel nella frana del ponte di Sant’Andrea; una donna travolta in auto dall'esondazione dell'Albegna; un uomo trovato nel lago di Burano; un altro travolto dal Chiarone a Capalbio; una donna ferita e morta un mese dopo in ospedale.
22 novembre 2011 (crf)
A Saponara, piccolo comune in provincia di Messina, muoiono 3 persone: un ragazzino di 10 anni, trascinato via mentre era in casa con la madre; un padre e un figlio di 55 e 28. A ucciderle un’alluvione nella frazione di Scarcelli. Una colata di fango si stacca dalla montagna e travolge tutto: le case, i negozi, le macchine. A Saponara la situazione più critica, ma i danni sono ingenti anche a Barcellona Pozzo di Gotto e Milazzo. Esondano torrenti, ci sono crolli e allagamenti, alcune famiglie rimangono isolate.
4 novembre 2011
Genova e provincia sono ancora colpite da un’alluvione. Dopo ore di pioggia record, esondano i torrenti Bisagno e Sturla. Alle 13 esonda anche il Fereggiano, che uccide 6 donne (tra cui una mamma con le sue due figlie di 8 e 1 anno e una ragazza di 19). Interi quartieri sono travolti dall’acqua, che trascina via tutto e allaga case, negozi, macchine.
24-25 ottobre 2011
Alluvione nello Spezzino, tra Cinque Terre e Val di Vara, e nella vicina Lunigiana. Le vittime sono 13, milioni di euro i danni. Una valanga di fango e detriti, dopo le forti precipitazioni che si sono riversate nei corsi d’acqua facendoli esondare, travolge alcuni paesi. I più colpiti sono Monterosso al Mare, Vernazza, Pignone, Brugnato, Borghetto Vara e Rocchetta Vara, nello Spezzino, e Aulla (Massa-Carrara). Diverse segnalazioni di case crollate, strade interrotte, autostrada e ferrovie bloccate, black out elettrici e telefonici.
11 giugno 2011
Alluvione nella provincia di Parma. Colpiti soprattutto Sala Baganza, Collecchio, Fornovo Val di Taro e Felino. Muore un uomo di 61 anni, travolto nella sua autorimessa dall’acqua del Rio Scodogna. Si registrano allagamenti, smottamenti e traffico in tilt. Danni per milioni di euro.
2-3 marzo 2011
Cinque morti per l’alluvione nelle Marche (e non solo): in 24 ore cadono 200 millimetri di pioggia. La zona più colpita è quella di Casette d'Ete, frazione di Sant'Elpidio a Mare (Fermo), dove straripa l'Ete morto: muoiono padre e figlia travolti in auto dall’acqua. A Venarotta (Ascoli Piceno) un'anziana cade in un fosso in piena. Altre due persone perdono la vita a Cervia e Teramo, bloccate con le loro auto in sottopassi allagati. Danni soprattutto nelle province di Teramo, Ascoli Piceno, Fermo, Macerata e Ancona. Negli stessi giorni la situazione è critica anche tra Basilicata e Puglia. In particolare alla foce del Bradano, nei pressi di Metaponto. Ma anche nelle zone del Materano, Grassano, Montalbano, Policoro e Scanzano. Il bilancio è di 7 morti e centinaia di milioni di euro di danni.
1-2 novembre 2010
Un’alluvione mette in ginocchio il Veneto, sommergendo le province di Verona, Vicenza e Padova. Alle piogge record si aggiungono lo Scirocco e lo scioglimento delle nevi già cadute sulle Prealpi. Esondano diversi corsi d’acqua, primo fra tutti il Bacchiglione. Il risultato è disastroso: 3 morti, mezzo milione di persone e 262 comuni colpiti, oltre 1 miliardo di euro di danni, 3.500 persone evacuate, 2.114 imprese con danni pesanti, 200mila animali annegati, oltre a 140 km quadrati di territorio direttamente allagato.
4-5 ottobre 2010
Diversi torrenti esondati, danni ingenti, un morto: è questo il bilancio di un’alluvione che colpisce Genova, soprattutto la zona del ponente cittadino e Varazze. La vittima è un operaio delle cave del Monte Gazzo: viene ingoiato dal torrente Chiaravagna e ritrovato pochi giorni dopo nel mare antistante Sestri. Il giorno dopo un’altra alluvione lampo si abbatte su Prato, provocando danni e allagamenti. Tre donne cinesi rimangono bloccate in auto in un sottopasso allagato e perdono la vita.
9-10 settembre 2010
Esonda il fiume Dragone ad Atrani (Salerno), comune della Costiera amalfitana. Di solito il corso d’acqua scorre sotto il paese, ma le piogge fanno innalzare il suo livello. Il fango spazza via auto e detriti e invade scantinati e locali al piano terra. Entra anche nel bar in cui sta lavorando una ragazza di 25 anni, che viene trascinata via: il suo corpo riappare un mese dopo in mare alle Eolie, tra le isole di Lipari e Panarea.
1 ottobre 2009 (crf)
Trentasette persone muoiono nell’alluvione che colpisce Messina e alcuni paesi vicini. Una vera e propria bomba d’acqua si abbatte sulla Sicilia nord-orientale. In alcune zone scendono 230 millimetri di poggia in meno di quattro ore. Straripano corsi d’acqua, ci sono frane, colate di fango e crolli. Giampilieri, Scaletta Zanclea, Altolia, Molino, Santo Stefano di Briga e Pezzolo finiscono uno dopo l’altro sotto la coltre di acqua e detriti. I collegamenti vanno in tilt, decine di frazioni sono isolate e sommerse. Chi riesce a sfuggire al fango aspetta i soccorsi sui tetti delle case.
18 luglio 2009 (cdd)
Alluvione in provincia di Belluno. Una frana di 60mila metri cubi di acqua e ghiaia si stacca dal monte Antelao e scivola sull'abitato di Cancia, nel comune di Borca di Cadore. Due le vittime: madre e figlio travolti in casa dalla colata di detriti. Un centinaio le persone evacuate. Frane anche nei paesi di Valesella, San Vito di Cadore e Acquabona.
22 ottobre 2008
Un’alluvione provoca 4 morti a Capoterra (Cagliari): una donna annega nella sua casa, un’altra risucchiata dalla furia del Rio San Girolamo, un’altra ancora è in macchina con il genero quando vengono inghiottiti dalla piena a Poggio dei Pini. Le inondazioni travolgono abitazioni e macchine, molte delle quali vengono trascinate fino in mare.
Dal 28 al 30 maggio 2008 (cdd)
Pioggia, fiumi in piena, frane, piccoli centri isolati, centinaia di evacuati e danni in Piemonte. Soprattutto nel Cuneese e nella provincia di Torino. A Villar Pellice una colata di detriti, dal volume stimato di circa 40mila metri cubi, investe la Borgata Garin e travolge alcuni edifici e la strada provinciale. Un trentenne muore in auto. Un bimba di 3 anni, la sua mamma di 35 e il nonno di 75 perdono la vita in una delle case distrutte.
3 luglio 2006
Alluvione lampo a Vibo Valentia e provincia. In 3 ore, dalle 12 alle 15, cade la pioggia di un mese. Esondano i torrenti, soprattutto nella frazione di Bivona. L’acqua invade il centro e la zona marina. Il fango, le frane e le colate di detriti danneggiano edifici e strade. Tante le macchine trascinate via. Tante le persone che si rifugiano sui tetti. Muoiono in 4. Una donna, con l’auto bloccata, cerca di mettere in salvo il figlio di 15 mesi: il piccolo viene travolto dall’onda mentre la mamma lo sta consegnando a un automobilista che prova ad aiutarli. Le altre 3 vittime sono due guardie giurate che erano in auto e un pastore ucciso da un fulmine. I danni superano i 200 milioni di euro.
30 aprile 2006 (crf)
Sul Napoletano piove da ore, ci sono disagi e allagamenti. Alle 7.30 un fiume di fango si stacca dal Monte Vezzi e travolge alcune case nella frazione Pilastri del comune di Ischia. I soccorritori lavorano tutto il giorno, a volte devono fermarsi perché si staccano altre frane dai 5 fronti. In una delle case distrutte ci sono 6 persone. Muoiono un uomo e le sue tre figlie di 18, 16 e 12 anni. La moglie e la nipotina di 3 anni vengono estratte vive. A salvare la piccola pare siano state le sbarre del letto in cui dormiva. Circa 500 persone che vivono nel vallone dell’Arenella vengono fatte evacuare.
6 dicembre 2004
Il maltempo sferza diverse regioni, ma la situazione più critica è in Sardegna. Nell’Ogliastra, in particolare, ci sono esondazioni, strade distrutte, frane, allagamenti. A Villagrande Strisaili, comune del Nuorese arroccato su una montagna, muoiono una bimba di 3 anni e la nonna materna: sono in casa quando l’onda di fango le porta via dalla finestra. Il paese è devastato. Ci sono voragini e mobili che galleggiano. Diversi gli edifici pericolanti. Le strade di accesso sono bloccate.
8 settembre 2003
La pioggia inizia a cadere la mattina presto, ma è verso l’ora di pranzo che un’onda di acqua e fango si riversa su alcuni paesi della provincia occidentale di Taranto. I più colpiti sono Palagiano (che per alcune ore rimane isolata), Massafra, Palagianello, Castellaneta e Mottola. Le colate di fango e detriti che scendono dalle colline sono visibili a chilometri di distanza. Diverse persone sfuggono all’acqua andando sui tetti. Due muoiono, travolte dal fango mentre sono in auto su una strada statale. Ingenti i danni (circa 28 milioni solo a Palagiano), con ponti crollati, strade dissestate, case allagate e lesionate, vigneti e campi agricoli distrutti.
29 agosto 2003
Nella provincia di Udine un’alluvione cambia per sempre il volto di Val Canale e Canal del Ferro. In poche ore, nei 765 chilometri quadrati dell’area alluvionata, tra Tarvisio e Moggio Udinese, cadono oltre 400 millimetri di pioggia. Alcuni corsi d’acqua rompono gli argini e distruggono ponti e strade. Diversi paesi sono completamente invasi da fango e detriti, altri sono isolati. I più colpiti sono Ugovizza, Malborghetto, Pontebba. Ci sono smottamenti, case inagibili, edifici crollati. Gravi danni alle fognature, agli acquedotti, alle centraline idroelettriche. Due le vittime (un uomo di 49 anni travolto da una colata di fango e una donna sorpresa dall’acqua in garage e trascinata per chilometri). Centinaia gli sfollati. Centinaia (520, secondo le prime stime) i milioni di euro i danni.
Dal 6 al 23 novembre 2000
Il maltempo si abbatte sulla Riviera di Ponente, soprattutto sulle province di Imperia e Savona, a più riprese. Il 6 muoiono 3 persone. Esondano, tra gli altri, Verbone, Armea, Centa. I danni maggiori a Ventimiglia, Sanremo e Albenga. Il 23 ci sono altri 4 morti: 2 a Imperia (un camionista francese travolto da una frana sull’autostrada dei Fiori, un automobilista 53enne ucciso dal crollo di un muraglione in città) e 2 a Ceriana (una coppia di anziani rimasta sepolta in casa dopo una frana). La situazione è grave in diverse zone. Ci sono smottamenti, strade bloccate, paesi isolati, gente sfollata, esondazioni, allagamenti.
Dal 13 al 16 ottobre 2000
Alluvione in Piemonte, Valle d’Aosta, Liguria e Lombardia: il ciclone Josefine mette in ginocchio il Nord Ovest. Dopo piogge intese, esondano 18 fiumi (tra cui Po, che raggiunge la portata record di 13.900 metri cubi al secondo, Dora Baltea, Dora Riparia, Orco, Sangone, Stura, Tanaro) e chissà quanti torrenti. Vaste aree sono sommerse, alcune devastate da frane. Quando l’acqua si ritira ci sono 24 morti e 4 dispersi. Ma anche 50mila sfollati, strade interrotte, ponti crollati, case e aziende allagate, raccolti persi, paesi isolati, black-out elettrici, telefoni in tilt, danni per centinaia di migliaia di euro. La maggior parte delle vittime sono in Valle d’Aosta: 17. A Pollein, piccolo comune della cintura aostana, una frazione è spazzata via da una valanga di fango piombata giù dalla montagna: muoiono 7 persone, tra cui un bimbo di neanche 2 anni. Situazione simile a Fenis, dove le vittime sono 6. Scene di distruzione ad Aosta, Nus, Donnas, Gressoney. In Piemonte l'alluvione devasta il Canavese, la Val di Susa, il Torinese, la zona tra Vercelli e Alessandria, per un totale di oltre 120mila ettari di territorio interessati dalle inondazioni. In Liguria si abbatte su Savonese e Imperiese.
9-10 settembre 2000
Sulla Calabria piove ininterrottamente da tre giorni. Nella notte il torrente Beltrame straripa e invade il vicino camping “Le Giare” a Soverato. L’ammasso di fango e acqua travolge una cinquantina di ospiti. Tra loro c’è un gruppo di disabili che partecipa a un campo estivo dell'Unitalsi di Catanzaro con degli accompagnatori e che il giorno dopo avrebbe finito la vacanza. Muoiono 13 persone: un corpo non è mai stato trovato. Auto, moto, roulotte, bungalow vengono spazzati via e del camping non rimane nulla. Solo le polemiche per il posto in cui era stato costruito.