A diffondere i dati è l'Organizzazione meteorologica mondiale. Al momento, il 2024 è stato l’anno più caldo mai registrato ma c’è l’80% di probabilità che almeno uno dei prossimi cinque anni possa superare il record. “Ciò significa che ci sarà un impatto negativo crescente sulle nostre economie, sulla nostra vita quotidiana, sui nostri ecosistemi e sul nostro pianeta", commenta Ko Barrett, vice-segretario generale dell'Omm
Il riscaldamento globale crescerà di 1,5 gradi nei prossimi cinque anni. A dirlo è l'Organizzazione meteorologica mondiale, agenzia delle Nazioni Unite, che pubblica il report mondiale redatto dal Met Office del Regno Unito sulla base delle previsioni di dieci centri. Tra il 2025 e il 2029 il riscaldamento globale medio supererà i livelli preindustriali di un grado e mezzo con una certezza del 70%. "Abbiamo appena vissuto i dieci anni più caldi mai registrati", commenta Ko Barrett, vice-segretario generale dell'Omm. "Purtroppo, questo rapporto non fornisce alcun segno di tregua nei prossimi anni e ciò significa che ci sarà un impatto negativo crescente sulle nostre economie, sulla nostra vita quotidiana, sui nostri ecosistemi e sul nostro pianeta".
2024 anno record per il caldo
Nei prossimi cinque anni, dal 2025 al 2029, le temperature si manterranno su livelli record: al momento il 2024 è stato l’anno più caldo di sempre ma, come indicano i dati, c'è l'80% di probabilità che almeno uno dei prossimi cinque anni superi l'attuale detentore del primato. Inoltre, c'è l'86% di probabilità che in almeno un caso vengano superati gli 1,5 gradi oltre il livello preindustriale con conseguenti impatti negativi su economia e società, oltre che sulla salute del Pianeta.

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Nel dettaglio
I dati raccolti dal Met Office britannico indicano che la temperatura media globale annua nel periodo 2025-2029 sarà dagli 1,2 agli 1,9 gradi più alta di quella del periodo 1850-1900. C'è, inoltre, il 70% di probabilità che anche il riscaldamento medio quinquennale superi gli 1,5 gradi: questa percentuale è in netto aumento rispetto al 47% del rapporto dello scorso anno e al 32% di quello uscito nel 2023. A soffrire maggiormente è l’Artico che, rispetto al resto del Pianeta, sta subendo un riscaldamento climatico molto più rapido. La previsione degli esperti è che nei prossimi 5 inverni, nel periodo da novembre a marzo, il riscaldamento sarà oltre 3,5 volte più elevato di quello medio globale, raggiungendo i 2,4 gradi in più rispetto al periodo 1991-2020. Per quanto riguarda le precipitazioni, invece, i periodi da maggio a settembre saranno più umidi nell'Europa del Nord, nella fascia del Sahel in Africa centro-settentrionale, in Alaska e nella Siberia settentrionale, mentre l'Amazzonia dovrà fare i conti con stagioni più secche.
