Sanremo 2022, le nostre pagelle della serata finale del Festival vinto da Mahmood e Blanco

Musica

Fabrizio Basso

©Getty

Le previsioni della vigilia sono state confermate, al di là dei giudizi personali. Al secondo posto Elisa e al terzo Gianni Morandi

SANREMO 2022, VINCONO MAHMOOD E BLANCO: LE FOTO


Matteo Romano – Virale - VOTO 7

Mi dispiace che ora che il Festival è finito Matteo, in impeccabile Emporio Armani, è uscito dal guscio della timidezza. Questa sera davvero è venuta la voglia di rischiare un momento virale. Il giovanissimo artista piemontese ha vinto il trofeo Soundies Awards/Premio Casa Sanremo.
 

Giusy Ferreri – Miele - Voto 6+
Alza il quoziente di sensualità con un abito generoso. E, come dice la canzone, non c'è alcun motivo di cercarla in un'altra. Col megafono sulle labbra è spettacolare, un tocco d'altri tempi che ci ricollega all'imminente album Cortometraggi. Con dedica a Federico Fellini. Contemporaneo.
 

Rkomi – Insuperabile - VOTO 6+
The skin man è a Sanremo per chiudere un cerchio. La sensazione è che al Festival non sia stato in sintonia col titolo della sua canzone, ma la musica va oltre e arriva da un 2021 di numeri siderali. Piace molto, al di là dell'Ariston. Il combo finale entusiasmante.
 

Iva Zanicchi – Voglio amarti - VOTO 6-
Sembra un po' Maria Stuarda con questo look da nobildonna scaltra. È stato bello rivederla a Sanremo, certo che con una canzone più fresca avrebbe potuto dire la sua. Per citare una sua canzone è rimasta tra la riva bianca e la riva nera. Sulla voce... beh da podio!
 

Aka7even – Perfetta così - VOTO 6/7
Libero dalla tensione, nella serata finale mostra tutta la sua forza, emotiva e artistica. Finalmente l'ho trovato energico, quello che ha spopolato nel mondo di Mtv. È stato rassicurante. Tenero a ringraziare i genitori. Per la cronaca ha indossato un completo nero in lana tracciabile e sostenibile della collezione di Stella McCartney.
   

Massimo Ranieri – Lettera di là dal mare - VOTO 6/7
Il gentiluomo del Festival. Una missiva per i migranti, per chi non ha paura della notte. Quello che fa riflettere è che in queste parole c'è ancora l'american dream. Seppur di sudore, fatica e solitudine.

Noemi – Ti amo, non lo so dire - VOTO 7
Come una gemma di pirite firmata Alberta Ferretti l’artista romana completa la sua trasformazione e archivia la paura di cambiare. Non so se ora ha imparato a dire ti amo ma di certo può andare sulla luna. Tra i pochi, tra le poche che ogni sera sono stati un simbolo di eleganza.
 

Fabrizio Moro – Sei tu - VOTO 7
Quello che è assodato è che Fabrizio non ne esce sconfito da questo Festival. E dunque mi sento di dirgli, alla fine di questo viaggio e dopo la nostra chiacchierata, buongiorno. Che sia un buongiorno alla Zavattini.
 

Dargen D’Amico – Dove si balla - VOTO 8/9
Se, come dicono Amadeus e il direttore Coletta, il Festival è lo specchio di una Nazione, allora guardate la gente in sala come balla. Questa è l'Italia che vogliamo, questo è il popolo che Dargen ha fatto ritrovare. Solo per questa missione sociale meriterebbe il podio: paraparapa.. papalina, a proposito di FantaFestival.
 

Elisa – O forse sei tu - VOTO 8/9
Conventuale, ancillare, Ophelia... meravigliosa. Il candore dell'abito è lo specchio dello splendore del cuore. Il suo è un eterno ritorno al futuro, perché prima lo costruisce, poi fa un passo indietro per osservarlo, poi lo supera. E poi, ammettiamolo, una mamma che sfida i figli sullo skateboard è paradisiaca.
 

Irama – Ovunque sarai - VOTO 6/7
Ora che ho visto Irama so chi ha rubato (quasi) tutti i lucchetti di Ponte Milvio. È bella l'immagine di ascoltare nel silenzio. È una rarita. Il suo palco è la vita. Stasera una esecuzione precisa. La percezione è che la finale allenti la tensione e per un artista sia più facile essere se stesso.
 

Michele Bravi – Inverno dei fiori - VOTO 6+
Anche stasera rivendica la libertà individuale e sembra il torero Luis Miguel
Dominguín. Oppure una creatura di Yves Saint Laurent nella sua magione di Marrakesh. L'inverno è finito, è primavera.

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La Rappresentante di Lista – Ciao ciao - VOTO 9
Sono l'iperuranio della musica italiana. Con i piedi e con le mani riescono a dare un senso a questa epoca. E la platea non vuole lasciarli andare via. Ogni sera un look gagliardo, ogni sera stupore. Andrebbero clonati: una Veronica e un Dario in ogni casa!
 

Emma – Ogni volta è così - VOTO 8/9
Non c'è partita: Emma è la femminilità elevata dal gusto di Alessandro Michele. E con questa canzone così identitaria lo sottolinea. Certo che non può scappare, è un patrimonio nazionale. Come anche Francesca Michielin, che la dirige.
 

Mahmood e Blanco – Brividi - VOTO 6+
Le bici per salire sul palco e i (pochi) brividi per la platea. A prescindere dalle opinioni personali hanno attraversato quasi un mese da favoriti e dunque bravi a reggere la tensione. Supportati da un esercito di fan devoti.
 

Highsnob e Hu – Abbi cura di te - VOTO 8+
Qualcuno ha speso tre minuti del suo tempo per ascoltare questa canzone? L'incipit mi ricorda il Paesaggio dopo la Battaglia di Vasco Brondi, nella mia top ten personale del terzo millennio. Questa coppia ha una profondità ancestrale. Lunga vita a H&H.

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Sangiovanni – Farfalle - VOTO 6+
Gag calcistica con Amadeus e smalto azzurro... un finale cromaticamente "clemente" per questo ragazzino che fa volare le farfalle e poi le alleva dietro una lavagna travestita da tivù.
 

Gianni Morandi – Apri tutte le porte - VOTO 6
L'abitudine sarà anche una brutta bestia ma è difficile da debellare. Il Peter Pan di Monghidoro cerca il sole da fare entrare e lo troverà, dopo il Festival, al Jova Beach Party. Geghegeghegè.
 

Ditonellapiaga e Donatella Rettore – Chimica - VOTO 8/9
Ho finito le parole. Margherita Carducci alias Ditonellapiaga non solo ha fatto rinascere la Rettore ma ha dimostrato che la chimica è uno stato d'animo. Non solo una canzone. Immensa, le nuova regine di un genere che io battezzo indie-soul.
 

Yuman – Ora e qui - VOTO 6
Me lo immagino a Panama, su una sdraio a sorseggiare tequila con quella tunica da maccaia d'America. La voce vola tra Atlantico e Pacifico ma il messagio si impantana.

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Achille Lauro feat. Harlem Gospel Choir – Domenica - VOTO 8+
Ma che stiamo a raccontarci! Chi dice che il rock’n’roll è agonizzante ascolti Lauro. E a chi lo critica che scimmiotta David Bowie dico che, se anche fosse (e non è), qualcun altro poteva farlo prima. Vorrei una settimana con sette… domeniche.
 

Ana Mena – Duecentomila ore - VOTO 6+
Nella serata finale prova ad accecare con un look fluo. La niña d'Espana affronta il suo ultimo Ariston con leggerezza e tira fuori la popstar che ha tenuto occultata per una settimana.
 

Tananai – Sesso occasionale - VOTO 6
Sono un nemico giurato dei generi, opto per l'ordine alfabetico ma giuro che non riesco a capire la bussola di questo artista un po' pop, un po' indie, un po'... boh. Ma ha una voce rara e di certo il suo passaggio al Festival non è... occasionale.
 

Giovanni Truppi – Tuo padre, mia madre, Lucia - VOTO 10
Se un musicista è un artigiano di parole, Giovanni con le sue canotte ne è l'effige. Riprendendo una sua frase... ma cosa c'è di semplice... rispondo nulla ma aggiungo che l'ascolto è un buon modo per semplificarci la vita. E allora fermiamoci al suo fianco per un sorriso.
 

Le Vibrazioni – Tantissimo - VOTO 6
La quota rock del Festival è rimasta inespressa ma ha fornito una grande dimostrazione di stile: se sai suonare, e loro sono maestri, anche con un pezzo onesto puoi essere competitivo.

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