Sanremo 2022: Highsnob e Hu indagano la fine di un amore in Abbi Cura di Te

Musica

Fabrizio Basso

Non li accomuna solo la lettera con cui iniziano i lori nomi, ma sono due artisti capaci di unire il pop e il rap con l’elettronica e di affiancarli ad una voce particolare, ad un forte carisma e alla cura dei testi. L'INTERVISTA

Una coppia nata per caso. O meglio che il caso ha reso coppia. Highsnob e Hu, nomi d’arte di Michele Matera e Federica Ferracuti, sono due talenti della nuova generazione musicale che si presentano per la prima volta al Festival di Sanremo con il brano Abbi cura di te. Parole profonde, a tratti colte, con citazioni preziose, che raccontano la fine di un amore, il superamento di una crisi umana e affettiva. Al primo ascolto l'elemento più potente è l'universalità del linguaggio utilizzato. Ognuno ci si può riconoscere.

Come nasce questa stana coppia?
HU: Non è scontato che siamo a Sanremo. Siamo due artisti indipendenti, non ci siamo incontrati fino a pochi mesi fa. Io vengo dall’elettronica, dal jazz e sono curiosa. Mike ha la mia stessa anima. Mi ha scritto quando feci Sanremo Giovani nel 2021 con l’augurio di trovarci. La prima volta è stato a casa sua lavorando su una canzone, poi ad agosto mi arriva la prima bozza di Abbi Cura di te e per me è stata un terremoto: già dalle prime note, col riff di chitarra, ho capito che era giusto. Nessuno ci aveva dato speranza e lo abbiamo preso in diretta da Amadeus.
HIGHSNOB: Una introduzione perfetta per l'intervista quella di Hu: siamo qui!
Come sono nate la canzone e le sue citazioni colte?
HIGHSNOB: Abbiamo anche brani più leggeri ma abbiamo sempre lavorato per inserire riferimenti su temi che interessano. A volte la singola parola può essere uno spunto, penso a shibari. Sono così i miei brani tranne quelli di rap classico. La scrittura dunque era già rodata, il mio percorso creativo è molto fluido e sono certo susciterà interesse. Sia chiaro non c’è furbizia, o meglio scrivo pensando a chi mi rivolgo, intendo che non c’è una malizia sanremese, altrimenti non avrei inserito né Shibari né Oloferne: vado una volta l’anno a vedere quello che è esposto agli Uffizi di Artemisia Gentileschi. Non è sfoggio di cultura, sono interessato a quello che avviene nel mondo. Un esempio: In questo gioco quando hai vinto hai perso è nella strofa di Federica ed era una frase di mio nonno.
Dopo i pre-ascolti avete diviso i critici musicali.
HU: Quando si generano commenti non importa se positivi o negativi ma fa muovere i pensieri. E’ un brano complesso dal punto di vista culturale. Gusto musicale e critica sono due cose diverse, dipendono dall’esperienza. I nostri sono percorsi artistici da outsider. Ho letto tutto quello che è stato scritto, mi piace vedere come viene tradotto il nostro messaggio ho visto un aspetto educativo che ci lascia il margine per esprimerci al meglio. Non partiamo con grandi aspettative ma neanche siamo super negativi, quello che ci piace è che creiamo curiosità. Noi ci stiamo godendo il viaggio a Sanremo. Noi siamo questo, non abbiamo accessori superflui. Non sempre è facile capire chi hai davanti, gli artisti a volte tendono a coprirsi di cose per proteggersi.
HIGHSNOB: Non c’è stato un giudizio negativo, serve un altro ascolto e sappiamo che ci aspettano sul palco. Per noi è uno stimolo a dare il massimo. Le interviste sono per noi conversazione e spunto di riflessione.
Il significato dei vostri pseudonimi? Che farete sul palco?
HU: Quando Amadeus ha parlato dell’h che ci accomuna ha mostrato ironia. Sappiamo che è la prima canzone che ha ascoltato e anche la prima scelta. Siamo due artisti che vanno oltre l’h, veniamo da mondi diversi. Io vengo da jazz ed elettronica, ho iniziato a cantare dopo. Il mio obiettivo da artista è essere qualcosa che non somigli ad altro e che arrivi al cuore delle persone. La musica è amore. Non siamo una coppia consolidata, ci siamo conosciuti alla vecchia maniera, provando in studio e raccontandoci le nostre vite. Hu viene dalla cultura egizia: è una divinità né uomo né donna e chiunque può entrare in questa definizione; poi dà agli uomini la facoltà di pensiero e di parola. Hu può essere chiunque.
HIGHSNOB: Il mio nome nasce dall’idea di one man band, ho spesso lavorato da solo senza team e con budget minimo. Nel 2013 sono uscito da un gruppo è tra le parole più indicizzate c’era Highsnobiety, che è un portale di tendenze. Poi la ho personalizzata: sono lontano dallo snob e dunque mi sono scelto un titolo nobiliare con l’idea di non essere meno degli altri. Ma l’origine è stata promuovermi in una fase in cui non avevo soldi.
Compagno di viaggio è il computer.
HU: Viaggio sempre carica di computer e schede. Mi gestisco da sola, mi prendo cura anche delle mie collaborazioni. La presenza a Sanremo è una sorpresa inaspettata. Ho iniziato a fare musica a 11 anni, studiavo chitarra jazz. Non sono figlia d’arte e i miei genitori mi hanno sempre supportata. Non avevo ne soldi né mezzi, ho sempre lavorato tantissimo. Lo scorso anno facevo interviste e seguivo le lezioni in dad e mi sono laureata. E nonostante tutto mi dico che deve fare di più.
Hai paura di Sanremo, considerato anche il tuo percorso?
HIGHSNOB: C'è chi sa quanto ero testa calda e cosa ho osato nella vita, ho fatto un mucchio di cose pazze, sono stato l’unico nudo su un palco davanti a 12mila persone. Nel 2017 se fossi andato all’Ariston avrei potuto fare qualunque cosa, l’insicurezza mi ha spinto a fare pazzie. Un anno di stop è stato utile per migliorarmi e ora vado a Sanremo tranquillo e senza paura. Ho sempre pensato che ci sarei arrivato ma al momento giusto. Stavolta c’era la giusta energia, anche se il brano non è nato per Sanremo. Anche cantare è per me andare fuori dalla comfort zone.
Che ci dite della cover?
HU: Non possiamo dire quale è se non che abbiamo sposato la prima idea. E la faremo senza out of tune. Sanremo non serve a elogiare quello che già sei ma per metterti a nudo. Sarà una cover difficile e inaspettata. Non aggiungo altro.
Come state lavorando per farla live, anche con l’arrangiamento dell’orchestra del Festival?
HU:
Vengo dal mondo live e stavolta il mio primo pensiero è stato aggiungere qualcosa di strumentale per valorizzare l’orchestra. Il bello dal vivo è che ha elementi classici come gli archi, c’è il mondo urban, c’è una sottolineatura del testo. Le nostre parti vocali si incastrano bene, siamo stati efficaci da subito. Più forte è la produzione meno dinamica c’è dal vivo. Qui si uniscono i nostri mondi con un pensiero al live. Lo stare bene è quello poetizzato da Giacomo Leopardi ne La Ginestra. Quando ho sentito le parole della canzone mi sono sentita scossa: bisogna andare oltre il male di un rapporto e volersi bene.
Torniamo sul testo che oltre alle citazioni dimostra consapevolezza, va oltre la fine di una relazione, ha un afflato universale.
HIGHSNOB: Abbi Cura di Te è un claim universale del quale tutti abbiamo bisogno. Il brano è anche un aiuto a me per migliorarmi. Il brano nasce ad agosto 2019 e poi seppur creato per comunicare agli altri è servito a fare un lavoro su di me.
Chi vi incuriosisce dei vstri avversari?
HIGHSNOB: Mahmood che ho trovato dal barbiere il giorno prima di andare in Rai. E La Rappresentate di Lista che Federica già conosceva. Poi abbiamo già fatto qualche chiacchiera con Dargen D'Amico, Noemi e Le Vibrazioni.
HU: La Rappresentante di Lista li ho conosciuti un giorno che ero a pranzo con un collaboratore. Con loro c’era Dario Faini. In pomeriggio ero a Milano per comprare una chitarra e con Mike li ritroviamo che passeggiavano: siamo stati a cena insieme poi io, in Sicilia in tour, sono stata a trovarli. Altri artisti li stiamo scoprendo. Il covid ha tolto dei muri, ci sono meno persone di staff e dunque è possibile un contatto più diretto tra artisti. Ed è bello per la condivisione degli stati d’animo!

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