Sanremo 2022, Giovanni Truppi racconta l'amore in assenza dei protagonisti

Musica

Fabrizio Basso

Il 4 febbraio uscirà la raccolta “Tutto l'Universo”. Annunciata anche la cover che canterà sul palco dell'Ariston: si tratta di “Nella mia ora di libertà” di Fabrizio De André, eseguita insieme a Vinicio Capossela. L'INTERVISTA

“Tuo padre, mia madre, Lucia” è la canzone che Giovanni Truppi interpreterà alla 72ma edizione del Festival di Sanremo. Il brano condensa le caratteristiche di scrittura di Giovanni, la sua inconfondibile capacità di fondere linguaggi musicali diversi e l’inventiva metrica e melodica, mettendole al centro di una nuova sfida musicale: la costruzione di una love song in grado di mescolare ruvidità e sentimento, Lucio Battisti e Vasco Rossi, canzone d’autore e spoken word, classicità e sperimentazione.

A dirigere l'orchestra sul palco dell'Ariston sarà Stefano Nanni. “Tuo padre, mia madre, Lucia” è una dichiarazione d’amore, forse la più compiuta che Truppi abbia mai creato. Scritto con la complicità dei suoi due più fidati collaboratori, Marco Buccelli e Giovanni Pallotti, insieme a due firme d’eccezione della canzone italiana, Gino De Crescenzo “Pacifico” e Niccolò Contessa, il brano è prodotto da Marco Buccelli e Taketo Gohara, coadiuvati da Stefano Nanni a cui è stata affidata la scrittura degli archi.

Giovanni quando è maturata l’idea di andare a Sanremo e perché hai scelto Tuo padre, mio madre, Lucia?

Stavo lavorando su un po’ di canzoni per il nuovo album quando mi hanno chiesto se avesse un senso provare ad andare all'Ariston: allora ho mandato questa perché nella preoccupazione di fare questa esperienza e presentarmi a una platea ampia mi tranquillizza poiché presenta tutto gli elementi della mia scrittura.

Per la prima volta lavori con un team allargato: è stato complicato trovare gli equilibri?

Sono stati tutti felici di collaborare anche se mai ci siamo trovato tutti insieme, ho sempre lavorato singolarmente con i vari autori.

Se il mondo è come tu te lo metti in testa…come è in questi giorni?

Abbastanza pieno ma ho una squadra di lavoro che mi protegge e io riesco a concentrarmi sul mio.

Che differenza c’è tra l’amore d’inverno e l’amore d’estate?

In inverno deve resistere a più intemperie, quello estivo ha una partenza più facile. Ma può anche superare i mesi freddi.

I due veri protagonisti non sono nel titolo e sono due adulti: possiamo considerare il brano l’evoluzione naturale del brano Ragazzi?

Assolutamente sì, questa tematica, anche per ragioni anagrafiche, mi interessa da un po’. Ho 40 anni, la mia generazione ci mette un po’ a varcare la soglia. Conoscersi non è solo una questione di passaggio dell’amore adulto.

Hai scelto “tuo” padre perché il suocero è meno temibile della suocera?

Inconsciamente può essere ma non è una scelta ragionata.

Nella serata cover hai scelto Fabrizio De André con Nella mia ora di libertà: decisione facile?

Facile nel senso che questo momento della mia carriera è fatto di scelte importanti: raccontare chi sono, dire qualcosa a una platea così grande mi ha fatto dirigere su una canzone che mi porto dentro da anni. È una responsabilità ma c'è anche timore reverenziale nell'approccio.

Viviamo in un’epoca di universi imperfetti?

Come minimo, l’imperfezione è parte dell’esistenza. Ora c'è anche qualcosa di imperfetto in più vista l'epoca che stiamo attraversando.

Se tu sei Nessuno chi è il Ciclope che vorresti rendere innocuo?

Le mie paure.

Vorrei sognare di essere un’altra persona…ma se potessi esserlo?

Forse un bambino.

C’è un me dentro di me…chi è il te dentro di te alla viglia di Sanremo?

Credo sia la persona che ha lavorato per tutti questi anni. Il ragazzo che ha iniziato questo lavoro.

Massimo Zamboni canta la Patria e usa parole come collettivo e compagno. Tu hai dedicato una canzone alla Borghesia: ritroverà forza ed energia o resterà una scatola vuota?

Mi sembra possibile, stiamo assistendo a una trasformazione di certe categorie, la borghesia non è sempre esistita come forza sociale. Ma ora sta cambiando nuovamente.

So che con La Rappresentante di Lista siete particolarmente amici: per loro è la terza volta, gli hai chiesto consiglio?

Ho incontrato Dario e Veronica la sera di Sanremo Giovani e mi hanno detto di non preoccuparmi e che ci divertiremo. Tutti mi hanno invitato a essere me stesso.

Ogni volta che pensi a Sanremo dici Amore mio che ridere?

Non sempre ma ci provo.

Ti sei abituato a un nome al plurale, Giovanni?

Va sicuramente meglio che dieci anni fa quando ho scritto la canzone.

Che accadrà dopo il Festival?

Mi piacerebbe fare dei concerti, salutare le persone guardandole negli occhi ma anche non perdere il focus sul nuovo disco, che mi piacerebbe far uscire entro il 2022.

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