Sanremo 2022, Matteo Romano alla conquisa dell'Ariston con un amore...Virale

Musica

Fabrizio Basso

Il giovanissimo artista piemontese nella serata speciale proporrà il successo del 1970 di Elton John, “Your Song” insieme a Malika Ayane. L'INTERVISTA

Alla riscoperta di un significato smarrito. Oggi dire virale è da anatema ma grazie a Matteo Romano, il più giovane artista in gara a Sanremo 2022, riscopriamo che questa parola, che è il titolo del suo pezzo, ha un valore sentimentale forte. Virale racconta di una storia d’amore, o meglio di un litigio dopo l’amore e dell’amore dopo un litigio, argomento classicamente sanremese, ma lo fa in modo inedito, con un linguaggio fresco tipico della generazione di un diciannovenne come si evince dal ritornello “va in tendenza e risale e diventa Virale”.

Matteo rispetto ai precedenti brani c’è una consapevolezza diversa anche nella voce: come hai lavorato sull’emotività? E che sensazione hai dopo le prime prove con l’orchestra? Considerato anche che sei considerato un perfezionista.
In realtà la forza dell'interpretazione è legata al fatto che il testo lo sento mio ed è personale. Comunico i miei sentimenti, la mia musica è espressione di quello che sento, nella vita reale sono introspettivo e mi resta difficile espormi. La spontaneità nasce dal ricordo di quando lo ho scritto. È un onore fortissimo essere all'Ariston, essere in un contesto così importante è un sogno che diventa realtà; è anche impattante come effetto, mi sento più a mio agio e più confidente delle mie capacità. Mi sento protetto e trionfante.
Si capisce che il testo è come una lettera a una persona precisa, anche se non la nomini: questa persona sa che è la protagonista anonima del tuo Sanremo?

Sì e no dunque ni. È una persona con cui condivido molto, non sono bravo a esprimere i sentimenti di persona, lo faccio così. Spero lo abbia compreso e lo capirà meglio nella settimana sanremese.
Per la serata delle cover hai scelto un brano di Elton John, un pezzo internazionale: possiamo considerarlo il primo passo verso un repertorio in inglese?
Sono sempre stato un appassionato di lingue e la considero la scelta giusta per differenziarmi dagli altri che hanno optato per un brano nella nostra lingua. “Your Song” rispetta il mio stile intimo ed emotivo. Mi  rivedo in lui, un cantautore che suona il piano: lo dico senza voler sembrare presuntuoso.
Sul palco con te ci sarà Malika Ayane.
E' stata da subito molto disponibile, ci siamo conosciuti una settimana fa: mi ha dato consigli, mi ha detto che less is more, di non strafare e di stare attento all’emozione.
L'inglese è anche un ammiccare al mercato estero?
E' una bella idea, non ci sono pensieri ma mi piacerebbe. Le mie prime canzoni le ho scritte in inglese perché pensavo di non riuscire in italiano. Sai, l'inglese è più facile per metrica e suoni.
La tua è una favola: siete tre gemelli, come la vivete?
Loro sono omozigoti, io sono il diverso, sono l'eterozigote. Loro sentono le stesse cose e sono uguali anche come interessi; loro vivono insieme a Milano e io con una inquilina, loro hanno fatto scientifico, io classico e ora studio comunicazione. Ma sono i miei primi consiglieri. Sono anche un modo per confrontarmi con la mia generazione, mi permettono sguardo più giovane.

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Ti sei fatto conoscere con Tik Tok e il titolo del brano è Virale: pregi e difetti della notorietà da social?
I pregi sono che, in poco tempo, raggiungi tante persone, perché quando parte l’algoritmo si arriva a molta gente. In due mesi ho totalizzato numeri ingenti con le cover. C'è chi fa anni di gavetta ma non arriva, io ci ho messo impegno ma sono arrivato a tanti e in fretta. Il rovescio è che ti conoscono solo per quello, per molti sono il tiktoker e non il cantante. Però non ho mai fatto balletti, non perché non mi piace ma non lo sento mio.
Mogol dice che a Sanremo non si dovrebbe andare in base ai follower.
Io dico che è giusto dare spazio ai giovani, dimostriamo che siamo lì non per i follower. Personalmente sono convinto e consapevole di quello che sto facendo. Sono passato da Sanremo Giovani, la via più difficile e mi sono classificato terzo. Ho tanto da dare e da dimostrare.
Hai mai pensato di partecipare a un talent?
Quando ho visto Francesca Michielin che a 16 anni ha vinto X Factor mi sono detto che non appena avrò l'età giusta parteciperò, ma poi non mi sono sentito pronto e non era il mio posto. Sono competitivo ma anche timido e nel gruppo non risulterei come vorrei, vivrei più di paranoie che d'altro. Resta il pregio che sono velocizzatori di successo oltre che un modo per arrivare a più persone.
Ti senti piccolo di fronte a Iva Zanicchi, Massimo Ranieri, Elisa…
Ci sono momenti in cui faccio ancora il fan: fino a un anno e mezzo fa ero in cameretta mia a suonare e ora mi confronto con la serie A della musica italiana. Non sono più nella bolla a Cuneo dove se non ero il più bravo almeno me la cavavo. So di essere all’altezza e voglio dimostrarlo e rimanere, voglio che Sanremo sia l’inizio di una carriera e vorrei arrivare ai loro anni di storia.

Cosa ti resta degli studi classici?
Tanto sia umanamente che professionalmente, ho sviluppato capacità di retorica e dialettiche. Ero molto bravo a scuola e curioso. Mi è piaciuto il percorso fatto, duro ma non me ne pento: bell’ambiente e bravi professori.
Che storia di ascolti hai?
Mio papà mi ha trasmesso la passione per la musica italiana, mia madre per il rock anni 70, tipo i Metallica. Con mio padre ho incontrato Gino Paoli, Lucio Dalla, Fabrizio De André, Luigi Tenco e Franco Battiato: mi hanno formato tanto anche da piccolo. Ora, per fare qualche nome, mi piacciono Anastasio, Madame e Levante come scrittura e cantautorato.
Come proporrai Virale sul palco? Chi ti veste?
È un brano potente quindi deve essere proposto in modo semplice. All’inizio sarò statico per dare spazio alle parole, poi mi stacco dall’asta e mi apro di più sul palco muovendomi liberamente, accompagnato dai bassi incalzanti nell’esibizione. Sarò vestito da Armani.
Che ti ha detto Amadeus?
Mi ha dato appoggio, ha visto entrambe le esibizioni, di Virale e di Your Song, e mi è parso contento. La mia è una chiave di semplicità e spontaneità e sono felice che la abbia ritrovata nelle mie esibizioni.
Dopo il Festival che prevede la tua agenda?
Uscirà un 45 giri con Virale e sull'altro lato Testa e Croce. Spero dopo in un Ep o un album per presentare un progetto più organico con concept più sviluppato. Spero poi in estate di poter fare un tour: ho aperto Emma e mi ha sbloccato ma quello non era il mio pubblico. Ora vorrei incontrare i miei fan.

Matteo Romano

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