Attacco Usa, Parigi-Londra-Berlino: “Iran non destabilizzi ulteriormente la regione”

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Introduzione

Reazioni contrastanti dei leader mondiali dopo l'attacco ai siti nucleari iraniani da parte degli Usa. Teheran promette "conseguenze eterne", mentre Israele ringrazia Washington. L'Ue chiede moderazione e una via diplomatica credibile, la Nato fa sapere di star "monitorando gli sviluppi". I ministri Crosetto e Tajani sottolineano la necessità di una de-escalation. Esprimono preoccupazione Guterres (Onu) e i Paesi arabi. La Russia parla di "attacco irresponsabile" e la Cina di "violazione del diritto internazionale".

Quello che devi sapere

L'attacco ai siti nucleari

Domenica 22 giugno, gli Stati Uniti sono scesi in guerra a fianco di Israele contro l'Iran. Come annunciato dal presidente americano Donald Trump sul suo social Truth, l'America "ha completato con successo l'attacco a tre siti nucleari in Iran, inclusi Fordow, Tanaz ed Esfahan". Non si sono fatte attendere le reazioni internazionali, con Teheran che minaccia "conseguenze eterne" e lo Stato ebraico che ringrazia l'alleato d'oltreoceano. Attendisti i Paesi della Nato, che spiegano di star "monitorando la situazione". L'Ue chiede "un passo indietro" di tutte le parti. Per l'Italia parlano i ministri Guido Crosetto e Antonio Tajani: "La crisi peggiora, ora de-escalation". Esprimono preoccupazione il segretario generale dell'Onu Antonio Guterres e i Paesi arabi.

 

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Iran: "Conseguenze eterne"

La prima a reagire agli attacchi ai siti nucleari è stata ovviamente Teheran. Il ministro degli Esteri iraniano, Abbas Araghchi, ha condannato i bombardamenti definendoli "oltraggiosi" e ha affermato che il suo Paese ha il diritto di difendere la sua sovranità. "Quanto accaduto è oltraggioso e avrà conseguenze eterne", ha scritto su X, aggiungendo che gli attacchi sono stati "illegali e criminali. Israele e Stati Uniti hanno oltrepassato la linea rossa". In conformità "con la Carta delle Nazioni Unite e le sue disposizioni che consentono una legittima risposta di autodifesa, l'Iran si riserva tutte le opzioni per difendere la propria sovranità, i propri interessi e il proprio popolo", ha rimarcato il ministro. I Pasdaran iraniani annunciano che reagiranno "all'aggressione" delle "gang criminali al potere alla Casa Bianca e a Tel Aviv" con una "risposta dura che li farà pentire" della loro azione.

 

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Netanyahu: "Da Trump una svolta"

"La decisione di Donald Trump è coraggiosa e cambierà la storia", ha invece commentato in un messaggio video il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. "Congratulazioni presidente Trump. La sua audace decisione di colpire gli impianti nucleari iraniani con la forza impressionante e giusta degli Stati Uniti cambierà la storia", ha aggiunto. Grazie a questa operazione, che ha dimostrato come "l'America sia davvero insuperabile", l'aviazione statunitense ha dato vita a una "svolta" che "aiuterà a condurre il Medio Oriente e non solo verso un futuro di prosperità e pace", ha concluso Netanyahu. In seguito è intervenuto anche Isaac Herzog, presidente di Israele: "La campagna non è finita, i prossimi giorni potrebbero essere delicati, complessi e impegnativi". Le parole di Trump dimostrano la "profonda e coraggiosa alleanza" tra America e Stato ebraico, ha infine sottolineato. L'Idf ha confermato che l'attacco americano è stato coordinato con l'esercito israeliano.

 

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I negoziatori dell'E3

I tre europei negoziatori a Ginevra due giorni fa con l'Iran - Francia-Gran Bretagna-Germania, i cosiddetti E3 - lanciano invece “un appello all'Iran ad impegnarsi in negoziati per un accordo che risponda a tutte le preoccupazioni legate al suo programma nucleare" e si dicono "pronti a contribuire a questo obiettivo in coordinamento con tutte le parti". In un comunicato congiunto diffuso a Parigi, i tre governi ricordano che il loro "obiettivo" "resta quello di impedire all'Iran di dotarsi di un'arma nucleare" e chiedono "all'Iran di non agire destabilizzando ulteriormente la regione".

Onu: "Pericolosa escalation"

Il segretario generale dell'Onu, Antonio Guterres, si è detto "gravemente preoccupato dall'uso della forza da parte degli Stati Uniti contro l'Iran. Questa è una pericolosa escalation in una regione già sul baratro e una minaccia diretta alla pace e sicurezza internazionali", ha scritto sui social.

 

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Nato: "Seguiamo gli sviluppi"

Un funzionario della Nato, guidata da Mark Rutte, ha affermato che l'Alleanza "sta monitorando attentamente la situazione" in Medio Oriente dopo gli attacchi americani alle infrastrutture nucleari dell'Iran. Lo riporta l'agenzia Reuters.

 

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Il Papa: "Femare questa tragedia"

"Oggi più che mai l'umanità grida e invoca la pace: è un grido che chiede responsabilità e ragione e non dev'essere soffocato dal fragore delle armi e da parole retoriche che incitano al conflitto", ha detto papa Leone XIV all'Angelus. "Bisogna fermare la tragedia della guerra prima che essa diventi una voragine irreparabile", ha sottolineato il Pontefice, secondo cui "la guerra non risolve i problemi, anzi li amplifica e produce ferite profonde nella storia del popolo che richiedono generazioni per rimarginarsi". Infine un appello: "La diplomazia faccia tacere le armi".

 

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Ue: "Ora via diplomatica credibile"

"L'Iran non deve assolutamente entrare in possesso della bomba. Con le tensioni in Medio Oriente che hanno raggiunto un nuovo picco, la stabilità deve essere la priorità. Il rispetto del diritto internazionale è fondamentale. È giunto il momento che l'Iran si impegni in una soluzione diplomatica credibile. Il tavolo dei negoziati è l'unico luogo in cui porre fine a questa crisi", ha detto la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen.

 

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Kallas (Ue): "Un passo indietro"

Il capo della diplomazia dell'Unione europea, Kaja Kallas, ha invitato "tutte le parti a fare un passo indietro, a tornare al tavolo dei negoziati e a evitare ulteriori escalation". L'Alta rappresentante ha poi aggiunto che l'Iran non deve sviluppare armi nucleari e che domani, lunedì 23 giugno, i ministri degli Esteri dell'Ue discuteranno della situazione.

 

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Costa (Ue): "Diplomazia unica via"

"Sono profondamente allarmato dalle notizie che giungono dal Medio Oriente. Invito tutte le parti a dare prova di moderazione e rispetto del diritto internazionale e della sicurezza nucleare". ha scritto sui socia il presidente del Consiglio europeo Antonio Costa. "La diplomazia rimane l'unica via per portare pace e sicurezza nella regione mediorientale. Troppi civili saranno ancora una volta vittime di un'ulteriore escalation. L'Ue continuerà a dialogare con le parti e i nostri partner per trovare una soluzione pacifica al tavolo dei negoziati", ha aggiunto.

 

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Aiea: "Normali i livelli di radiazioni"

L'Agenzia internazionale per l'energia atomica ha tranquillizzato in merito agli effetti del blitz statunitense. "In seguito agli attacchi su tre siti nucleari in Iran, incluso quello di Fordow, l'Aiea è in grado di confermare che al momento non sono stati segnalati aumenti dei livelli di radiazioni all'esterno dei siti. Aiea fornirà ulteriori valutazioni sulla situazione in Iran non appena saranno disponibili nuove informazioni".

 

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Meloni e il vertice

La presidente del Consiglio Giorgia Meloni sta seguendo con la massima attenzione la crisi in Iran e ha tenuta una riunione in videoconferenza con i ministri interessati, con il sottosegretario alla Presidenza Alfredo Mantovano e con i vertici dell'intelligence. Da stamattina, 22 giugno, sono state rafforzate ulteriormente le misure di sicurezza a Roma, con un'intensificazione della sorveglianza degli obiettivi sensibili americani e delle misure a tutela dell'ambasciatore.

 

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I contatti di Meloni con i leader internazionali

Dopo la riunione d'urgenza, la Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, si legge in una nota diffusa da Palazzo Chigi, ha avuto uno scambio di vedute con il Presidente di turno del G7, il Primo Ministro canadese Mark Carney, con il Cancelliere tedesco Friedrich Merz, con il Presidente francese Emmanuel Macron e con il Primo Ministro del Regno Unito Keir Starmer. In ambito regionale, il Presidente del Consiglio si è sentita con il Principe Ereditario e Primo Ministro saudita Mohammad bin Salman Al Saud, il Presidente degli Emirati Arabi Uniti, Mohamed bin Zayed Al Nahyan e l'Emiro del Qatar, Tamim bin Hamad al-Thani

Impegno a lavorare per riprendere i negoziati

Con tutti gli interlocutori, la premier Meloni ha condiviso e dato massima rilevanza alla necessità di lavorare per una rapida ripresa dei negoziati tra le parti, al fine di evitare un ulteriore allargamento del conflitto e di giungere a una soluzione politica della crisi

Crosetto: "La crisi peggiora"

Per il ministro della Difesa Guido Crosetto, il blitz Usa in Iran "cambia completamente lo scenario", dato che "si apre una crisi molto più grande". Da parte dell'Iran, ha spiegato al Tg1, c'è da attendersi "una risposta molto più forte, che rischia di allargarsi a tutti gli obiettivi americani", ha sostenuto. Il ministro ha aggiunto che dalla sera di sabato 21 giugno si stava monitorando la situazione "perché alcuni spostamenti di aerei americani ci avevano dato la ragionevole certezza che potesse scattare un attacco. Questa notte è avvenuto: era chiaro che il sito nucleare di Fordow fosse il punto di interesse principale di Israele, perché centro del programma nucleare iraniano. Israele non aveva le capacità per colpire in modo significativo questo sito, sotto 90 metri di roccia: per questo sono intervenuti nella notte bombardieri americani che hanno la capacità di penetrazione sottoterra più elevata al mondo", ha spiegato.

 

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Tajani: "Ora una de-escalation"

"Ci auguriamo che dopo questo attacco che ha portato un danno enorme alla produzione dell'arma nucleare, che rappresentava un pericolo per tutta l'area, si possa arrivare veramente a una de-escalation: l'Iran si sieda a un tavolo di trattative", ha affermato il ministro degli Esteri Antonio Tajani. "Domani, lunedì 23 giugno, ci sarà una riunione dei ministri degli Esteri dell'Ue a Bruxelles, e un incontro con il responsabile dell'Aiea, Rafael Grossi, che sentirò anche in giornata per capire le conseguenze che possono esserci dal punto di vista della sicurezza", ha aggiunto.

 

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Russia: "Decisione irresponsabile"

"La decisione irresponsabile di sottoporre il territorio di uno Stato sovrano ad attacchi missilistici e dinamitardi, a prescindere dalle argomentazioni addotte, viola gravemente il diritto internazionale e le risoluzioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite", afferma il ministero degli Esteri di Mosca in un comunicato diffuso sul suo canale Telegram. "Il rischio di un'escalation del conflitto in Medio Oriente, già travolto da molteplici crisi, è aumentato significativamente", si aggiunge nella nota. "Chiediamo la cessazione delle aggressioni e l'intensificazione degli sforzi per creare le condizioni affinché la situazione torni in un canale politico e diplomatico", afferma la diplomazia russa.

 

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Medvedev: "Danni minimi o nulli"

Gli attacchi americani hanno inflitto "danni minimi o nulli" alle infrastrutture del ciclo nucleare dell'Iran, che proseguirà l'arricchimento dell'uranio e "ora possiamo dirlo direttamente, la futura produzione di armi nucleari", ha detto il vicesegretario del Consiglio di Sicurezza nazionale russo Dmitry Medvedev. L'ex presidente della Federazione, sul suo canale Telegram, ha aggiunto che "diversi Paesi sono pronti a fornire direttamente all'Iran le loro armi nucleari". E ancora: "Trump, che si era proposto come presidente pacificatore, ha scatenato una nuova guerra per gli Stati Uniti".

 

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Cina: "Violato diritto internazionale"

La Cina "condanna fermamente l'attacco americano all'Iran e agli impianti nucleari sotto la supervisione dell'Agenzia Internazionale per l'energia atomica. Questa mossa degli Stati Uniti viola gravemente gli scopi e i principi della Carta delle Nazioni Unite e del diritto internazionale e aggrava le tensioni in Medio Oriente". Lo sostiene in una nota il ministero degli Esteri di Pechino. "La Cina invita le parti in conflitto, in particolare Israele, a cessare il fuoco il prima possibile, a garantire la sicurezza dei civili e ad avviare il dialogo e i negoziati", si legge ancora.

 

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Francia: "C'è preoccupazione"

La Francia "non ha partecipato agli attacchi" di questa notte contro i siti nucleari in Iran, "né alla loro pianificazione", ha specificato il ministro degli Esteri di Parigi, Jean-Noel Barrot. L'iniziativa degli Stati Uniti, di cui la Francia "ha preso conoscenza" dopo la realizzazione, è vista da Parigi "con preoccupazione". Dopo l'azione americana, il presidente della Repubblica francese Emmanuel Macron ha riunito il Consiglio di Difesa e ha avuto tre colloqui: uno con il principe ereditario dell'Arabia Saudita, uno con il sultano dell'Oman e l'ultimo col presidente dell'Iran Masoud Pezeshkian. A quest'ultimo, Macron ha ripetuto il suo "appello per la liberazione immediata dei due ostaggi francesi, per una de-escalation e per la ripresa di negoziati diplomatici".

 

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Starmer: "Serve stabilità"

Anche il premier britannico Keir Starmer ha commentato il blitz statunitense: "Il programma nucleare iraniano rappresenta una grave minaccia per la sicurezza internazionale. All'Iran non potrà mai essere permesso di sviluppare un'arma nucleare e gli Stati Uniti hanno preso provvedimenti per attenuare tale minaccia", ha detto. "La situazione in Medio Oriente rimane instabile e la stabilità nella regione è una priorità. Invitiamo l'Iran a tornare al tavolo dei negoziati e a raggiungere una soluzione diplomatica per porre fine a questa crisi", ha concluso. Come scrive Sky News, il Regno Unito non è stato coinvolto negli attacchi: "Secondo quanto appreso, gli Stati Uniti non hanno utilizzato alcuna struttura militare britannica, né hanno ricevuto alcun supporto da risorse militari britanniche durante i loro attacchi contro l'Iran", riferisce la testata britannica.

 

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Merz: "Subito negoziati"

La Germania esorta Teheran a riprendere i colloqui con gli Stati Uniti dopo gli attacchi che hanno "danneggiato gran parte del programma iraniano". Il cancelliere Friedrich Merz, afferma il portavoce del governo tedesco Stefan Kornelius, "ha ribadito il suo appello all'Iran affinché avvii subito negoziati con gli Stati Uniti e Israele per raggiungere una soluzione diplomatica al conflitto". Merz ha poi convocato il Gabinetto di sicurezza.

 

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Arabia: "Grande preoccupazione"

L'Arabia Saudita ha espresso "grande preoccupazione" per gli attacchi statunitensi. "Il Regno segue con grande preoccupazione gli sviluppi nella sorella Repubblica islamica dell'Iran, rappresentati dagli attacchi agli impianti nucleari iraniani da parte degli Stati Uniti d'America", ha detto il ministero degli Esteri saudita. "Nessun effetto radioattivo è stato rilevato sull'ambiente del Regno e degli Stati del Golfo", ha comunque tranquillizzato Riad tramite la Commissione saudita per la regolamentazione nucleare e radiologica.

 

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Qatar: "Effetti catastrofici"

Il Qatar deplora le "pericolose tensioni" in Medio Oriente e ritiene che l'attacco americano ai siti nucleari in Iran porterà "ripercussioni catastrofiche" a livello regionale e internazionale. Lo scrive il ministero degli Esteri di Doha sui social.

 

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Iraq: "Escalation minacciosa"

Dopo gli attacchi, il portavoce del governo iracheno Bassem Alawadi ha lanciato l'allarme su una possibile "escalation militare" che "minaccia la sicurezza e la pace in Medio Oriente" e "mette gravemente a repentaglio la stabilità regionale. Le soluzioni militari non possono sostituire il dialogo e la diplomazia", ha aggiunto Alawadi, precisando che il proseguimento degli attacchi "porterebbe a una pericolosa escalation le cui ripercussioni andrebbero oltre i confini di qualsiasi Stato".

 

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Oman: "Aggressione illegale"

Anche l'Oman, Paese mediatore tra Stati Uniti e Iran nei negoziati sul nucleare, è intervenuto dopo il blitz americano. Un portavoce del ministero degli Esteri ha definito il raid "un'aggressione illegale" e ha chiesto "una de-escalation immediata", affermando che "l'azione intrapresa dagli Usa minaccia di ampliare la portata della guerra e costituisce una grave violazione del diritto internazionale".

 

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Hamas: "Legge della giungla"

Hamas, alleato dell'Iran e impegnato da 20 mesi nella guerra con Israele nella Striscia di Gaza, si scaglia contro Trump: "Consideriamo quest'aggressione un esempio lampante della politica di imposizione dell'egemonia con la forza, un'aggressione basata sulla legge della giungla e una violazione di tutte le norme e convenzioni internazionali".

 

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Houthi: "Miriamo alle navi Usa"

Gli Houthi, ribelli dello Yemen sostenuti dall'Iran, considrano gli attacchi americani "una dichiarazione di guerra" contro il popolo iraniano, aggiungendo di essere pronti "a prendere di mira le navi e gli edifici americani nel Mar Rosso".

 

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Egitto: "Profonda preoccupazione"

L'Egitto esprime profonda preoccupazione per l'escalation in Iran, sottolineando che rappresenta una seria minaccia per la sicurezza regionale e internazionale e rischia di avere gravi conseguenze se sfuggisse al controllo. In una nota, il ministero degli Esteri sottolinea che Il Cairo sta monitorando attentamente gli sviluppi e respinge qualsiasi azione che possa minare la Carta delle Nazioni Unite e il diritto internazionale o violare il principio del rispetto della sovranità dello Stato. Nella nota, l'Egitto ribadisce infine la necessità di un'immediata de-escalation, della moderazione e della salvaguardia delle vite dei civili, evidenziando che la calma e il dialogo sono gli unici modi per porre fine a questa crisi e preservare la sicurezza e la stabilità della regione mediorientale.

 

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Pakistan: "Solidarietà a Teheran"

Il premier pakistano, Muhammad Shehbaz Sharif, ha condannato gli attacchi aerei statunitensi in Iran, definendoli una "violazione del diritto internazionale" e sollecitando un ritorno alla diplomazia per impedire un'ulteriore escalation nella regione. In una telefonata con il presidente iraniano Pezeshkian, Sharif ha espresso la "incrollabile solidarietà" del Pakistan all'Iran, manifestando particolare preoccupazione per le notizie secondo cui gli attacchi statunitensi avrebbero colpito strutture sotto la tutela dell'Aiea, descrivendo gli attacchi come una "grave violazione" dello Statuto dell'agenzia. Ha quindi ribadito il diritto dell'Iran all'autodifesa ai sensi dell'articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite, ma ha sottolineato l'urgente necessità di sforzi collettivi per allentare le tensioni, ribadendo la volontà del Pakistan di svolgere un "ruolo costruttivo" nel promuovere il dialogo e la diplomazia. Pezeshkian ha ringraziato il governo e il popolo pakistano per il loro sostegno, inclusa la leadership militare del Paese. I due leader hanno infine sottolineato l'importanza dell'unità tra le nazioni musulmane e hanno concordato di rimanere in stretto contatto durante la crisi in corso.

 

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