Guerra Ucraina Russia. Wagner, Usa: "Putin sapeva del piano". Pechino appoggia Mosca

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Le mediazioni del presidente bielorusso Lukashenko sembrano aver contribuito alla fine della "ribellione" delle truppe mercenarie della Wagner, guidate da Prigozhin, arrivate a 200 chilometri da Mosca. Secondo una fonte dell'intellicence Usa, Putin sapeva del piano. Blinken: "Crisi in Russia rivela crepe nella leadership di Mosca". La Cina ha detto di sostenere la Russia "nel mantenimento della stabilità nazionale". Intanto riprende l'offensiva in Ucraina

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Le mediazioni del presidente bielorusso Lukashenko sembrano aver posto fine al tentativo di "ribellione" delle truppe mercenarie russe Wagner guidate da Yevgeny Prigozhin che ha tenuto il mondo con il fiato sospeso. Lo "chef di Putin" e i suoi miliziani non saranno perseguiti, Prigozhin andrà in Bielorussia. Resta incerto il destino dei vertici militari russi accusati dal leader della Wagner di avere attaccato i suoi uomini mentre la sua marcia, giunta indisturbata fino a 200 chilometri da Mosca, rischia comunque di mostrare i punti deboli del regime.
I mercenari della milizia stanno continuando la loro ritirata e hanno lasciato l'intera regione di Lipetsk, circa 400 chilometri a sud di Mosca. Più a sud sta continuando il ritiro dei mercenari della regione di Voronezh. La Cina, dopo i fatti di ieri, ha detto di sostenere la Russia "nel mantenimento della stabilità nazionale". Blinken: "Crisi in Russia rivela crepe nella leadership di Putin".
Secondo una fonte dell'intellicence statunitense lo stesso Putin sapeva in anticipo delle intenzioni di Prigozhin. Per il presidente ucraino Zelensky "la debolezza della Russia è evidente". 
Intanto l'Ucraina approfitta del caos in Russia per lanciare una grande offensiva sul fronte orientale. 

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Il dietrofront della milizia di Prighozhin, in marcia verso Mosca, sembra essere arrivato dopo una mediazione del presidente bielorusso: “I negoziati sono proseguiti per tutta la giornata. Di conseguenza, sono giunti a un accordo sull'inammissibilità di scatenare un sanguinoso massacro sul territorio della Russia”. La Russia ha fatto sapere che non perseguirà penalmente i combattenti di Wagner e che la loro fallita ribellione "non influenzerà in alcun modo" l'offensiva russa in Ucraina. 
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Per l'intelligence Usa Putin sapeva del piano di Prigozhin

Il presidente russo, secondo una fonte citata dal Washington Post, sarebbe stato informato qualche ore prima dell'inizio dell'incursione ("Non sappiamo quando, sicuramente 24 ore prima"). Non è chiaro, tuttavia, perché il capo del Cremlino non abbia fatto nulla per fermare l'insurrezione e, invece, abbia permesso alla colonna di blindati di arrivare alle porte di Mosca. LEGGI L'ARTICOLO

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Russia, nessun aggiornamento su sorti Prigozhin

A 24 ore dall'annuncio dell'accordo per il ritiro delle truppe Wagner giunte a pochi chilometri da Mosca "per non versare sangue russo", non ci sono più aggiornamenti sulle sorti del capo della ribellione Evgenij Prigozhin. Destinato alla Bielorussia, il suo "status" nel Paese satellite della Russia, il cui presidente Aleksander Lukashenko ha mediato con il Cremlino ottenendo che Prigozhin non sarà perseguito, non è chiaro. Secondo la Cnn, che ha provato a contattare il suo addetto stampa, questo ha risposto che darà notizie quando sarà possibile. Intanto il presidente lituano si è detto preoccupato della possibile permanenza del capo di Wagner nello Stato confinante.
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Guterres: "Evitare ulteriori tensioni"

Il Segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres ha seguito con preoccupazione gli sviluppi di ieri in Russia e ha esortato le parti coinvolte a "evitare ulteriori tensioni". Il numero uno dell'Onu, si legge in una nota, "è al corrente degli ultimi rapporti sulle misure per ridurre le tensioni. Esorta tutte le parti coinvolte a continuare ad agire in modo responsabile e con l'obiettivo di evitare ulteriori tensioni". La dichiarazione arriva un giorno dopo che il leader del gruppo Wagner, Evgenij Prigozhin, ha annunciato il suo ritiro, con la mediazione del leader bielorusso Alekandr Lukashenko, ed è partito alla volta della Bielorussia dove non verrà perseguito, secondo quanto concordato.
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Parlamentare russo: "Lavoriamo a una legge che regoli la Wagner"

La Russia ha bisogno di una legge che regoli il Gruppo Wagner e il Parlamento, la Duma di Stato, sta lavorando in questa direzione. Lo sostiene Andrey Kartapolov, capo della commissione Difesa della Duma, in un'intervista al giornale russo Vedomosti. Secondo Kartapolov, ora la Duma e la commissione Difesa continuano a lavorare su tutti gli aspetti della struttura armata dello Stato, e le milizie private sono una delle sue componenti. Secondo lui, però, in questa regolamentazione non rientrerebbe la punizione dei mercenari della Wagner che si trovavano a Rostov-sul-Don, perché "non hanno fatto del male a nessuno, non hanno rotto nulla, se vogliono firmare un contratto con il ministero della Difesa, lo firmeranno, se non vogliono, ognuno è libero di scegliere il proprio destino e farà qualcos'altro". Il destino della Wagner, comunque, non è ancora del tutto determinato spiega Kartapolov, ma esclude l'ipotesi che venga vietata: "Perché dovrebbe? Tutte le domande sono rivolte al capo della milizia (Yevgeny Prigozhin ndr). Joseph Vissarionovich (Stalin ndr) ha detto che i figli non sono responsabili dei genitori. Chi ha causato la rivolta è colui che deve rispondere".
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Russia, autobomba causa potente esplosione a Mosca

Una potente esplosione causata da una autobomba è stata registrata a Mosca. Lo riferiscono i media sui social, spiegando che una persona è rimasta ferita. La deflagrazione è avvenuta in via Festivalnaya. All'interno dell'auto esplosa non c'era nessuno, secondo le prime ricostruzioni. La polizia russa riferisce che le cause dell'esplosione dell'autobomba a Mosca non sono note, mentre l'agenzia di stampa Ria Novosti cita i servizi di emergenza secondo i quali ''c'erano tre bombole di gas nell'auto''. L'esplosione ha anche danneggiato auto vicine, mentre non è chiaro il numero dei feriti.
 
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Meduza: "Prigozhin ha cercato contatto con Putin ma lui ha rifiutato"

Il giorno della ribellione armata di Wagner, il leader del gruppo Yevgeny Prigozhin ha cercato di mettersi in contatto con il presidente russo Vladimir Putin, ma lui ha rifiutato e successivamente non ha partecipato ai negoziati. Lo ha scritto Meduza citando una fonte vicina al Cremlino. 
"La dirigenza militare, membri dell'amministrazione presidenziale, la dirigenza della Rosgvardia (Guardia nazionale della Russia, ndr) e funzionari a lui vicini hanno cercato di comunicare con lui (Prigozhin, ndr). Ma non è chiaro di cosa volesse parlare, date le sue azioni", ha detto la fonte. Allo stesso tempo, secondo fonti di Meduza vicine al Cremlino, a metà della giornata del 24 giugno Prigozhin ha cercato di contattare lo stesso Cremlino. A avrebbe anche "provato a chiamare Putin, ma il presidente non ha voluto parlargli'', aggiungono le fonti.
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Reznikov: "Sovrastimate aspettative iniziali su controffensiva"

Il ministro della Difesa ucraino Oleksii Reznikov ha ammesso in un'intervista con la Fox che le aspettative iniziali sulla controffensiva erano "sovrastimate" e che l'Ucraina è molto attenta quando mette in pericolo i suoi soldati. Nonostante ciò, il ministro della Difesa è convinto che "quest'anno sarà un punto di svolta", indicando che ci sarà almeno una sorta di percorso per concludere questa brutta guerra. Una volta che sarà pienamente avviata la controffensiva, avrà successo e l'Ucraina sarà "un passo più vicino alla vittoria", sostiene Reznikov. 
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