
Ciaspolare sulle Dolomiti, 10 itinerari tra Veneto e Trentino per passeggiare sulla neve
Vivere la montagna lontano da piste da sci e impianti di risalita per assaporare ritmi più lenti e godere di panorami meno compromessi da infrastrutture a volte impattanti. Camminare sul manto bianco alla volta di malghe e rifugi dove coronare le proprie fatiche con un pranzo tipico. Abbiamo chiesto a Paolo Reale di Ciaspole.net di individuare alcuni dei percorsi più belli tra le cime dolomitiche. Ecco le passeggiate selezionate nelle province di Trento, Bolzano, Belluno e Udine
a cura di Costanza Ruggeri

La nostra passeggiata tra le Dolomiti, alla ricerca dei percorsi più scenografici da fare a ritmo di ciaspole, parte dalla provincia di Trento, a due passi da Madonna di Campiglio e conduce al LAGO NAMBINO, a 1.728 metri di altitudine. Per raggiungerlo si parte dalla Piana di Nambino e si cammina per poco più di mezz'ora colmando un dislivello inferiore ai 200 metri
Il sito di Ciaspole.net
Dislivello e tempi raddoppiati se, invece, si parte dal centro di Madonna di Campiglio. L'escursione si snoda attraverso un suggestivo bosco di conifere, lungo un sentiero a tornanti. All’arrivo, l’incanto di un lago ghiacciato sul cui sfondo si stagliano le cime delle Dolomiti di Brenta e si affaccia un caratteristico rifugio dall'architettura alpina locale
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Il RIFUGIO NAMBINO sorge sulle rive dell'omonimo lago, nel cuore del Parco Naturale dell’Adamello Brenta, uno dei più scenografici della regione. Gestito dalla famiglia Serafini dal 1933 il rifugio propone ai suoi ospiti una Spa a cielo aperto con sauna e tinozza immerse nella natura

La passeggiata sulla neve che conduce alle tre malghe sopra il paesino di Proves (CLOZ, REVO' E KESSEL), in Val di Non, è interessante da un punto di vista storico-culturale perché si snoda in territorio amministrativamente altoatesino ma trentino per quanto riguarda l'orografia. Lungo tutta questa ciaspolata le Dolomiti di Brentasi offrono in uno dei loro versanti meno famosi
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Le tre malghe (Cloz - in foto, Revò e Kessel) sono circondate dalla catena montuosa delle Maddalene e rappresentano un buon itinerario anche per chi viaggia con bambini. La fatica per raggiungerle, infatti, è minima: si ciaspola per 20-30 minuti. Punto di partenza è il parcheggio Hofmahd, al confine tra l’Alta Val di Non e la Val d’Ultimo
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La prima malga che si raggiunge è Malga Cloz (1.732 metri) a circa un quarto d’ora dal parcheggio. Proseguendo lungo il sentiero si arriva in circa mezz’ora a Malga Revò (1.735 metri) per poi giungere alla terza e ultima destinazione, Malga Kessel (in foto), dalla quale scende un bel sentiero (percorribile anche con la slitta) che porta velocemente a Proves
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Quella che da Pozza di Fassa conduce al RIFUGIO VALLACCIA è una ciaspolata in tre fasi. La prima termina in corrispondenza di Malga Crocifisso (1.540 metri di altitudine), sulle piste del comprensorio Buffaure. La seconda prende quota ripidamente fino a Malga Monzoni, a 1.900 metri di quota. La terza conduce a 2.275 metri dove sorge il Vallaccia
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È nella terza fase della passeggiata che gli appassionati di ciaspole si divertono di più perchè la traccia è meno battuta e le racchette assolvono al meglio il loro compito. Nella conca di Gardeccia, il rifugio Vallaccia è una location invidiabile per un pranzo dolomitico, magari dopo aver conquistato cima Undici, riservata però a ciaspolatori più esperti ed allenati
Alto Adige ‘on the road’, alla scoperta dei 20 Wellness hotel più scenograficiLa discesa dal rifugio Vallaccia a Malga Monzoni (a 1862 metri di altitudine), con un po’ di senso dell’orientamento, può esser svolta su neve fresca. Per chi lo vuole portare con sé, da Malga Monzoni si può scendere in slittino riducendo il tempo di rientro a Pozza di Fassa in meno di venti minuti. Alternativa divertente per chi viaggia con bambini è il trasporto con la motoslitta
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Quarta tappa del nostro viaggio alla scoperta delle ciaspolate più scenografiche delle Dolomiti è la Val di Tires. Ai piedi delle Torri del Vajolet, nel gruppo del Catinaccio, troviamo la MALGA HANIGER che si raggiunge con una ciaspolata di quasi due ore. Si parte da San Cipriano, risalendo i prati del Doss, per arrivare a Malga Plafotsch
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Da qui due possibilità: una lunga traccia battuta o una più breve, ma più impegnativa, variante nel bosco che conduce fino a un ponte dove le due vie di salita si riuniscono per affrontare l’ultimo strappo fino ai 1.837 metri di altitudine di MALGA HANIGER, immersa nel Parco Naturale Sciliar-Catinaccio, ai piedi della Croda di Re Laurino e delle Torri del Vajolet
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La val di Tires è una splendida valle alpina, poco intaccata dal turismo di massa. A Malga Haniger il panorama si apre anche al profilo del Latemar e, volgendo lo sguardo verso ovest, si scorgono le innevate cime dell'Alto Adige occidentale. A dominare la scena è il gruppo del Catinaccio (o Rosengarten, nella più romantica dicitura tedesca)
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Quinta tappa del nostro viaggio nelle Dolomiti alla scoperta dei percorsi più scenografici da percorrere a ritmo di ciaspole è la VAL DURON, un vero e proprio paradiso invernale. Si sale con discreto impegno da Campitello di Fassa, affrontando pendenze anche severe su fondo però molto battuto. A mezza valle si trovano due rifugi: il Micheluzzi (in foto) e la Baita Lino Brach
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Prima di fermarsi a mangiare vale la pena percorrere l’intera vallata e – se allenati ed in grado di valutare le condizioni del manto nevoso – spingersi a passo Duron, per guadagnare una vista ancora più ampia sul Sassopiatto, oppure, fino al rifugio Alpe di Tires, cinto dalle Dolomiti, ma chiuso in inverno
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La Val Duron è una delle vallate della Val di Fassa rimaste prive di impianti di risalita: è quasi una valle pensile perché, dopo aver superato un notevole dislivello tra Campitello e il rifugio Micheluzzi, si adagia in un lungo pianoro che si distende ai piedi delle pareti dolomitiche che chiudono a nord il gruppo del Catinaccio
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Ci trasferiamo in Alta Badia. Punto di partenza è Spescia Dessot, piccola frazione di La Val. Si sale senza mai troppa fatica in direzione del RANCH DE ANDRE' (a quota 1.855 metri) dove si può pranzare affacciati sul Sass de Putia verso ovest e, ad oriente, sulla bastionata dolomitica in cui spiccano il Sasso dla Crusc, Cima Dieci e Cima Nove
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Si ciaspola sui prati di Armentara, un contesto fiabesco in cui la vista spazia dalla Marmolada e Gardenaccia alla Catena Principale Alpina con le Alpi dello Stubai e del Tux. Protetto da un recinto di legno, il Ranch de Andrè sorge su un balcone panoramico affacciato sulla parte settentrionale della Val Badia
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Il Ranch de Andrè offre piatti ladini fatti in casa, come le turtres con spinaci, i crauti, piatti di speck e formaggi locali. Su prenotazione, vengono anche preparate cene con menu particolare. Se le condizioni di neve lo permettono, sui prati di Armentara si puó anche praticare l’ attivitá di sci nordico
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La ciaspolata al RIFUGIO SENNES ci permette di muoverci nel cuore delle Dolomiti di Fanes, in terra ladina. Il panorama è grandioso: in lontananza, verso est, il gruppo del Cristallo ed il Sorapiss; più vicina la Croda Rossa e, più verso nord, la Croda del Becco. Verso sud, le Dolomiti di Fanes
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Punto di partenza è il primo tornante della strada tra Cortina d’Ampezzo e Dobbiaco. Si sale verso le sorgenti del Boite percorrendo quella che, d’estate, è la strada per la malga Ra Stua (chiusa d’inverno). Più impegnativo raggiungere il RIFUGIO SENNES, situato a 2.126 metri di altitudine nel Parco Naturale Fanes-Senes-Braies
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Il massimo è rientrare a Ra Stua disegnando un percorso circolare che prevede il passaggio dal rifugio Fodara Vedla e la successiva discesa per i boschi attraversati dal sentiero 9, ricalcando l’escursione estiva. Il rifugio Sennes è raggiungibile anche dal versante di San Vigilio di Marebbe (partendo dal rifugio Pederù)
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Una ciaspolata al cospetto di Pelmo e Civetta. Facile, su ampia pista battuta, è la passeggiata che dalla strada statale del passo Staulanza conduce fino al RIFUGIO CITTÀ DI FIUME (1.918 metri). Meno di un’ora e poche decine di metri di dislivello per godere di un panorama grandioso. Vale la pena spingersi oltre e salire su una traccia in neve fresca fino a forcella Puina
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Lungo tutta la ciaspolata spiccano imponenti il Civetta e il Pelmo (chiamata affettuosamente "el caregon del Padreterno" - il trono di Dio - per la sua forma curiosa). Si narra che Dio, dopo aver creato le Dolomiti Ampezzane, necessitasse di riposo e creò quindi il monte Pelmo per sedersi e risposarsi. A tratti si possono ammirare anche la Marmolada e le Pale di San Martino
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Il Rifugio Città di Fiume, a 1.918 metri di altitudine, è facilmente accessibile dalla val Fiorentina: una ciaspolata di mezz'ora abbondante, lungo una pista quasi sempre tracciata che rende questo rifugio la meta ideale per chi vuole iniziare a ciaspolare. E magari divertirsi scendendo con uno slittino senza rischiare più di tanto (la discesa è breve quanto poco ripida)
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Nona e penultima tappa del nostro viaggio nelle Dolomiti alla scoperta delle ciaspolate più scenografiche è il RIFUGIO ANTELAO, nel cuore del Cadore. A nord, infatti, si stagliano imponenti le Marmarole mentre verso est, più lontani, spiccano i profili del Cridola e degli Spalti di Toro
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Sono varie le vie di salita al rifugio Antelao ma d'inverno quelle preferibili sono due: la strada del Tranego e il sentiero 250, conosciuto anche come Strada delle Ville o di Prapiccolo. In entrambi i casi si colma un dislivello di circa settecento metri. Il tempo di salita stimato è tra le 2 ore e mezza e le 3 ore
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In questa passeggiata sulla neve si passa anche per il colorato rifugio Prapiccolo (chiuso nella stagione invernale). Si ciaspola tra gli abeti, zigzagando fino ad una sella soleggiata (forcella Antracisa, 1.691 metri di altitudine), aperta verso sud, dove ci si congiunge con l'altro itinerario di salita
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La Casera Tartoi sorge in una conca alpestre compresa tra le pendici del monte Piova e del monte Tiarfin. Il rifugio, a 1.711 metri di altitudine, è aperto per pranzo e cena tutti i fine settimana, meteo permettendo, fino ad aprile. Nel periodo di Carnevale, dal 26 febbraio al 6 marzo, il rifugio è aperto continuativamente
Street Art a Ragusa, l’ex fabbrica di bitume trasformata in museo open airLa malga rispecchia lo stile alpino tipico della valle, con l’edificio costruito in pietra incassato nel terreno, col legno di larice presente nel piano superiore e il tetto coperto di scandole
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