
Street Art a Ragusa, l’ex fabbrica di bitume trasformata in museo open air. FOTO
Si chiama BITUME, INDUSTRIAL PLATFORMS OF ART il progetto site-specific che ha portato 25 esponenti del muralismo internazionale tra i capannoni e i container di quello che è stato uno dei più importanti stabilimenti produttivi della Sicilia. Più di 30 opere in 147 mila metri quadrati di spazio dove, per decenni, è stata estratta e trasformata la roccia asfaltica con cui sono state costruite le strade di mezza Europa
a cura di Costanza Ruggeri

Tra i capannoni, i macchinari e i container che per decenni hanno visto pulsare la Antonino Ancione, uno dei più importanti motori produttivi della Sicilia, è oggi possibile osservare le oltre trenta opere realizzate dagli artisti coinvolti in BITUME, INDUSTRIAL PLATFORMS OF ARTS, progetto site-specific sviluppato nel solco di FestiWall e inaugurato nell'ottobre del 2020

Attraverso lo sguardo e il segno di alcuni fra gli esponenti più rappresentativi del muralismo contemporaneo, è possibile rileggere le tracce lasciate dai tanti lavoratori che, fino al 2013, hanno estratto e trasformato la roccia asfaltica di Contrada Tabuna, alle porte di Ragusa, con cui sono state costruite le strade di mezza Sicilia e di tante capitali europee

Prima ancora della scoperta del petrolio, infatti, l’oro nero di Ragusa era la pietra pece, materiale fossile con grande versatilità di impiego, utilizzato nella costruzione dei palazzi nobiliari e delle chiese barocche, ma anche come idrocarburo e come asfalto destinato all’ammodernamento del manto stradale

Bitume è un progetto che intreccia arte pubblica e archeologia industriale, storia civica e memoria di un luogo, sperimentazione estetica e indagini geologiche sulla materia che lì veniva prodotta. Dentro il perimetro della fabbrica sono state realizzate decine di opere per lo più murarie, ma anche sculture

Il direttore artistico del progetto, Vincenzo Cascone, racconta: "Bitume è soprattutto un’esperienza. È esplorazione, incursione in una materia che ha plasmato lo sviluppo di un’intera società, ricerca di un tassello di storia del Novecento, di un racconto individuale e collettivo, scritto dai tanti lavoratori che hanno estratto e trasformato la roccia asfaltica di contrada Tabuna"

E ancora: "Oggi questo spazio rappresenta un modulo narrativo-artistico unico, dove poco o nulla è stato toccato per ricordare cosa eravamo e cosa siamo diventati. Sarebbe impossibile non riconoscere questo posto utile per aprire un dibattitto storico, antropologico, d’arte sulla trasformazione della produzione e sulle sue sfaccettature”

Più di trenta le opere realizzate nei 147 mila metri quadrati di spazio occupati dallo stabilimento Ancione, per decenni punto di riferimento dell’industria siciliana. La prima parte del progetto, nel rispetto dei protocolli sanitari dettati dall'emergenza sanitaria, si è svolta a porte chiuse per permettere agli artisti di muoversi fra gli spazi dell’ex fabbrica

Tra gli autori internazionali chiamati a dare il loro contributo il duo Sten e Lex, l’australiano Guido van Helten, il calligrafista italiano Luca Barcellona, il polacco M-City, lo spagnolo Sebas Velasco, i greci Simek e Dimitris Taxis, il moscovita Alexey Luka, l’italiana Martina Merlini, Moneyless e Never 2501; l’argentino Francisco Bosoletti, il madrileno Ampparito, i tedeschi Case Maclaim e SatOne, il siciliano Ligama e il fotografo Alex Fakso

Tra le opere di maggiori impatto quella dell'australiano Guido van Helten che ha ritratto Carmelo Bentivoglio, soprannominato Meno Leffa, per 38 anni falegname per la famiglia Ancione. L'opera è un omaggio a tutti quei lavoratori che, con il loro impegno, hanno contribuito a costruire il concetto moderno di città

Sul prospetto dell'area dove venivano collocati i mezzi per asfaltare le strade, l'artista tedesco Case Ma'Claim ha incorniciato il suo lavoro con la scritta "io fu già quel che voi siete e quel ch'io son voi ancora sarete". L’opera rappresenta il cadavere di un cavallo in decomposizione tra le carcasse di automobili e motociclette

L'italiano Ligama per Bitume ha studiato la storia dei "picialuori" iblei (lavoratori delle miniere), dedicando loro la rappresentazione di un Prometeo incatenato ispirato a una tomba del cimitero di Ragusa. Pece e gloria è dedicata "al lavoro, alla memoria e a tutti gli eroi normali che ogni giorno muoiono senza troppi perché"

Il milanese Never 2501 ha esplorato la fabbrica Ancione con l’intento di cartografarne la superficie attraverso il gesto pittorico. Due silos cilindrici comunicanti si aprono alla reinterpretazione dell’area in un gioco fra vuoto e pieno che diventa riflessione sui processi di urbanizzazione e i residui delle aree industriali

Per l'artista “la mappatura, i raccordi, il gioco dei vasi comunicanti, la circolarità stessa del gesto pittorico che guida l’inedita ricerca del segno, vogliono essere indagine, scandita dai diversi frame, delle possibili traiettorie da compiere nello spazio percettivo dell’archeologia industriale"

Si chiama Destructered smile l'opera del madrileno Ampparito, classe 1991. Per Bitume l’artista ha scelto di ingigantire, capovolgendolo, un “oggetto” semplice ed entrato nell’uso comune (lo smile), disorientando lo spettatore

Mariusz Waras, in arte M–city, è uno degli esponenti più importarti nel mondo dell’arte di strada internazionale. Nato in Polonia nel 1978, è influenzato dall’architettura industriale della sua città natale e dalle testimonianze urbane della polonia comunista. Per Bitume ha realizzato Check Point

L’artista lavora con stencil di gradi dimensioni utilizzando principalmente il contrasto tra il bianco e il nero e inserendo alle volte un unico altro colore. Gli scenari rappresentati emergono in un’illusoria tridimensionalità che si confonde con i colori freddi della città industriale

Matteo Pirisi, in arte Moneyless, nasce a Milano nel 1980, studia all’Accademia di Belle Arti di Carrara e si specializza in design della comunicazione all’Isa di Firenze. La scelta del nome indica già la sua ricerca: una visione artistica che vuole essere povera, senza fronzoli. Le sue forme astratte e geometriche tornano in Bitume con un’installazione e con un progetto collettivo denominato Triscele

Tra i macchinari e i capannoni che punteggiano l’area Ancione c'è una protagonista silenziosa: la natura. Con il rigore di un botanico, lo street artist sardo Tellas ha esplorato la fabbrica alla ricerca di specie vegetali sconosciute utilizzandone i profili, ispirandosi alle forme, rivelandone le sfumature cromatiche e ha realizzato due opere sul prospetto della sala mensa e sulla parete del piazzale della “frantumazione"

Dal 17 maggio scorso, giorno in cui la Sicilia ha allentato le misure restrittive adottate per il contenimento dell’emergenza epidemiologica, l'organizzatrice del progetto, l’associazione culturale Pandora, ha chiesto alla Antonino Ancione Spa in liquidazione la possibilità di prorogare il comodato d’uso, per un periodo limitato di tempo, e nel pieno rispetto di tutti i criteri di sicurezza necessari

La richiesta aveva come scopo quello di permettere di accedere ad una pagina di storia economica e industriale importante per Ragusa. Ma l’area industriale è oggetto di una contrattazione privata e, secondo la società, le visite guidate potrebbero turbare lo svolgimento della trattativa. Per ora, dunque, le visite sono sospese