Guerra Israele Medioriente, Wafa: 4 bambini morti in raid davanti a panetteria a Gaza

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Cinque civili, di cui quattro bambini, sono stati uccisi in un bombardamento nel campo di Nuseirat nel centro della Striscia di Gaza centrale. Almeno 20 morti e decine di feriti: queto il bilancio delle vittime di raid aerei israeliani che hanno colpito la zona di al-Mawasi. Siria: l'offensiva dei jihadisti sunniti filo-turchi avanza attorno alla città di Hama e si appresta a entrare in due località chiave, la cristiana Maharde e l'ismailita Salamiye. Per l'Onu sono oltre 100mila gli sfollati 

LIVE

Onu, oltre 115 mila gli sfollati a Idlib e Aleppo

Più di 115.000 persone sono state costrette a sfollare nelle province siriane di Idlib e Aleppo dopo l'inizio dell'offensiva dei ribelli. Lo denuncia l'Onu. "È passata una settimana da quando il conflitto si è intensificato in Siria. Più di 115.000 persone sono sfollate a Idlib e nel nord di Aleppo", ha detto David Carden, vice coordinatore umanitario regionale delle Nazioni Unite per la crisi in Siria, dopo una visita a Idlib. 

Siria, Damasco contrattacca per non perdere Hama

L'esercito siriano ha lanciato una controffensiva per respingere le forze jihadiste arrivate alla periferia della grande città di Hama, nella Siria centrale. Dopo aver preso decine di citta' e gran parte di Aleppo, i ribelli sono arrivati alle porte della città strategica per proteggere Damasco. Dopo aver lanciato una controffensiva dopo mezzanotte, appoggiata dall'aviazione, le forze governative "hanno messo in sicurezza l'ingresso nordorientale di Hama" e hanno preso il controllo di diversi villaggi, ha annunciato l'Osservatorio siriano per i diritti dell'Uomo (OSDH) che parla di scontri in altre parti della provincia. 

Esercito Siria

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Il leader jihadista al-Jolani alla cittadella di Aleppo

Abu Muhammad Jolani, leader dell'offensiva jihadista su Aleppo, Hama e il nord della Siria, è apparso in buona forma all'ingresso della cittadella di Aleppo, smentendo così notizie dei giorni scorsi della sua uccisione in un raid aereo dei governativi su Idlib.

Siria, Mosca denuncia la "chiara presenza Ucraina fra i militanti stranieri"

La Russia denuncia la "presenza di una chiara presenza ucraina fra i militanti stranieri" coinvolti nell'escalation di violenza in Siria, ha affermato la portavoce del ministero degli Esteri, Maria Zakharova. I servizi ucraini stanno poi collaborando con i militanti a cui Mosca si riferisce come a "terroristi" inviando loro droni e condividendo l'expertise sul loro impiego. Zakharova accusa l'Ucraina di interferire anche in Paesi africani dove è presente la Russia.  

Siria, Ankara e Teheran ai ferri corti

Il caos che è tornato a regnare nel nord della Siria ha fatto alzare la tensione tra Turchia e Iran. Il ministro degli Esteri iraniano Abbas Araghchi si è recato in visita ad Ankara lo scorso lunedi', dove ha incontrato il ministro degli Esteri turco Hakan Fidan. Quest'ultimo ha risposto con un lapidario 'no comment' quando gli è stato chiesto se Araghchi avesse accusato la Turchia di aver fomentato la rivolta nel nord. Allo stesso tempo Araghchi ha, per ora, respinto la richiesta del governo turco, che insiste affinchè Assad dialoghi con l'opposizione. Un atteggiamento contrario a quello che ci si aspettava ad Ankara. Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan aveva negli ultimi mesi più volte aperto a una riconciliazione con il regime di Damasco di Bashar Al Assad e Fidan attendeva un segnale da Damasco in un momento di cosi' grande incertezza. Un segnale di apertura che non è mai arrivato. Al contrario Teheran accusa la Turchia di aver tradito lo spirito di Astana e ieri la agenzia iraniana Irna ha confermato che e' pronto l'invio di truppe, una circostanza che Ankara vorrebbe evitare, al pari dei bombardamenti dell'aeronautia. Erdogan non vuole flussi di profughi al confine e spinge per una soluzione politica. Fidan ha ribadito nella tarda serata di ieri la estraneità della Turchia alla rivolta in corso e ricordato che la situazione attuale "non e' certo frutto di ingerenze esterne", ma colpa di Assad "che non ha mai dato il via a una transizione politica post conflitto". Sempre Fidan ha commentato le accuse di Araghchi a Israele, che l'Iran considera dietro la rivolta, definendole "una considerazione che non rispecchia la realtà e ignora le legittime richieste dell'opposizione". Posizioni lontanissime che forse solo l'intervento della Russia potrà sedare. 

Macron: "La creazione di uno Stato palestinese è assolutamente necessaria per raggiungere la pace in Medio Oriente"

Il presidente francese Emmanuel Macron ha ribadito che la creazione di uno Stato palestinese è “assolutamente necessaria” per raggiungere la pace in Medio Oriente e ha confermato che la Francia co-presiederà una conferenza internazionale su questo tema con l'Arabia Saudita il prossimo giugno, pur escludendo passi verso l'immediato riconoscimento. “Il riconoscimento dello Stato di Palestina dovrebbe contribuire ad accelerare la soluzione a due Stati”, ha dichiarato Macron in un'intervista al quotidiano libanese 'An Nahar', in cui ha sottolineato che, sebbene “la Francia sia pronta” a fare questo passo, non è ancora il momento. Parigi ha sempre sostenuto che lo farà quando contribuirà a una soluzione più ampia del conflitto, che secondo Macron non è incompatibile con iniziative come la promozione dell'ingresso della Palestina nell'Onu come Stato membro a pieno titolo. “È essenziale che il riconoscimento sia parte di una soluzione duratura alla crisi”, ha dichiarato durante il suo viaggio ufficiale in Arabia Saudita. Il leader francese e il principe ereditario saudita Mohammed Bin Salman hanno concordato di tenere un vertice internazionale nel giugno 2025 per promuovere la soluzione a due Stati. Macron ha insistito sulla necessità di “preservare” l'opzione di uno Stato palestinese alla luce dell'“accelerazione” degli insediamenti israeliani in Cisgiordania, del “discorso annessionista” emerso in seguito all'escalation del conflitto nell'ultimo anno e delle misure adottate contro organizzazioni come l'Unrwa. “È assolutamente necessario offrire ai palestinesi una speranza reale di una vita migliore in uno Stato indipendente e lasciare Hamas senza alcuna base di legittimità”, ha sottolineato. Macron ha infine ribadito la necessità di un dialogo con le autorità israeliane, condizione fondamentale per risolvere le crisi nella regione, e in merito al mandato di arresto emesso dalla Corte penale internazionale nei confronti del premier israeliano Benjamin Netanyahu, si è limitato a dire che “la Francia rispetterà i suoi obblighi di diritto internazionale”. “La magistratura è totalmente indipendente”, ha dichiarato, contraddicendo quanto affermato dal governo nei giorni scorsi, secondo cui Netanyahu godrebbe di un'immunità che lo proteggerebbe da un ipotetico arresto.

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Assad aumenta la retribuzione dei militari siriani del 50%

Il presidente siriano Bashar al Assad ha deciso di aumentare del 50% gli stipendi dei militari di carriera. La decisione, resa effettiva in un decreto, arriva nel pieno del conflitto con le milizie filo-turche, in continua avanzata nel nord del Paese. 

Fonti Israele smentiscono delegazione domani al Cairo

Funzionari della sicurezza israeliana, citati da Barak Ravid di Axios, hanno smentito la notizia dell'arrivo domani al Cairo di una delegazione dello Stato ebraico per colloqui sugli ostaggi. La notizia era stata diffusa dal sito qatarino Al-Arabi Al-Jadid. 

Idf: "Ostaggi giustiziati prima del nostro raid a Gaza"

A più di tre mesi dal recupero dei loro corpi a Khan Younis, nella Striscia di Gaza meridionale, un'indagine delle Idf ha rivelato che sei ostaggi sono stati probabilmente giustiziati dai loro rapitori durante un attacco aereo su un tunnel di Hamas. I corpi degli ostaggi erano stati recuperati dall'Idf in un tunnel nel complesso residenziale di Hamad Town a Khan Younis il 20 agosto, mesi dopo la loro uccisione. 

Le Idf non avevano informazioni della presenza degli ostaggi e il 14 febbraio effettuarono attacchi aerei contro i tunnel di Hamas nella zona di Hamad Town, prendendo di mira un comandante di battaglione del gruppo terroristico. Sei mesi dopo, avvalendosi di nuove informazioni di intelligence, le Idf hanno raggiunto il luogo dell'attacco e recuperato i corpi dei sei ostaggi, che presentavano tutti segni di arma da fuoco, il che indica con alta probabilità che erano stati giustiziati dalle guardie di Hamas che li tenevano prigionieri. Durante l'operazione del 20 agosto, le Idf hanno recuperato nel tunnel anche i corpi di sei terroristi di Hamas.

Media: "Hamas sospetta un blitz di Israele per liberare gli ostaggi"

Hamas ha affermato di aver ricevuto informazioni sulle intenzioni di Israele di effettuare un'operazione di salvataggio degli ostaggi simile al blitz condotto nel campo di Nuseirat a Gaza a giugno, e ha minacciato di "neutralizzare" i prigionieri se tale operazione avesse luogo. Lo scrive Reuters online citando una dichiarazione interna del gruppo palestinese visionata dalla stessa agenzia di stampa, riferisce Haaretz. Nella dichiarazione interna, datata 22 novembre, Hamas ha detto ai suoi di non considerare alcuna ripercussione nel seguire le istruzioni e ha affermato che Israele è responsabile della sorte degli ostaggi. Non fa menzione di quando fosse prevista una tale operazione israeliana. 

Siria, il leader di Hayat Tahrir al-Sham in strada ad Aleppo: "Al-Jawlani non è stato ucciso"

Abu Mohammed al-Jawlani tra la folla ad Aleppo. Il leader di Hayat Tahrir al-Sham (Hts) sarebbe apparso in pubblico per la prima volta dall'avvio, una settimana fa, dell'offensiva in Siria delle fazioni armate che fanno capo al gruppo. Domenica, notizie non verificate dei media arabi, affermavano che era stato ucciso in un raid aereo russo, ricostruisce il Times of Israel. Ma adesso sui social media e sui siti di notizie arabi circolano video che arriverebbero da Aleppo.

La tv satellitare al-Jazeera ha trasmesso immagini che mostrano l'enigmatico al-Jawlani farsi strada fra la folla nella cittadella di Aleppo, dopo che le fazioni dell'opposizione hanno preso il controllo della città. Nel video si vedono le bandiere della rivoluzione siriana del 2011, quando venne ripristinato il vessillo siriano che era adottato prima della rivoluzione del partito Baath del 1963 che alla fine portò al potere la famiglia Assad.

Nato nel 1982 a Riad, in Arabia Saudita, sulla testa di al-Jawlani c'è una taglia da 10 milioni di dollari degli Stati Uniti, che - come altri Paesi, tra i quali la Turchia - considerano Hts organizzazione terroristica.

Perché l’attacco ad Aleppo in Siria è legato al cessate il fuoco in Libano? L’analisi

Mentre in Libano sembra scricchiolare il cessate il fuoco tra Israele ed Hezbollah, si è all’improvviso riacceso lo scontro militare all’interno della Siria. E secondo una valutazione degli analisti israeliani a seguito dell’attacco delle forze jihadiste filo-turche ad Aleppo, ci sarebbe un legame tra questi due eventi: i ripetuti raid dell'aeronautica di Tel Aviv contro le milizie sciite e le guardie rivoluzionarie iraniane che operano sul territorio siriano avrebbero infatti indirettamente creato il contesto e l'opportunità per i radicali sunniti di sottrarsi alla pressione delle forze governative e riorganizzarsi. Forse anche con l'aiuto della Turchia. E a finire al centro della contesa tra i ribelli e il governo di Damasco è stata nuovamente la grande città di Aleppo, già a lungo martoriata dalla guerra civile. COSA SAPERE

Media: "Consigliere di Trump incontra il ministro degli Affari strategici di Israele"

Il consigliere per la sicurezza nazionale del presidente eletto degli Stati Uniti Donald Trump, Mike Waltz, incontrerà il ministro degli Affari strategici israeliano Ron Dermer. Lo ha riferito un giornalista di Axios su X, citando una fonte a conoscenza dell'incontro, secondo cui Waltz e Dermer dovrebbero discutere degli sforzi per raggiungere un accordo sugli ostaggi a Gaza e sul cessate il fuoco, nonché della minaccia iraniana.

Katz: "Possibilità concreta di raggiungere un accordo sugli ostaggi"

''Questa volta c'è la possibilità concreta di raggiungere un accordo sugli ostaggi'' con Hamas. Lo ha dichiarato il ministro della Difesa Israel Katz esprimendo il suo ottimismo durante una visita alla base aerea di Tel Nof e sottolineando che ''riportare a casa gli ostaggi è una priorità per Israele''. Katz ha quindi spiegato che c'è una ''crescente pressione'' su Hamas affinché accetti l'accordo.

"La cosa più importante oggi nella guerra è riportare a casa gli ostaggi. Questo è l'obiettivo supremo che ci sta di fronte e stiamo lavorando in ogni modo per far sì che ciò accada", ha affermato Katz in una nota diffusa dal suo ufficio. "L'intensità della pressione su questa mostruosa organizzazione chiamata Hamas sta aumentando e c'è la possibilità che questa volta possiamo davvero arrivare a un accordo sugli ostaggi", ha aggiunto.

Domani una delegazione israeliana guidata dal capo dello Shin Bet Ronen Bar sarà al Cairo per portare avanti i negoziati finalizzati a raggiungere un accordo che permetta di arrivare a un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza e al rilascio degli ostaggi ancora nell'enclave palestinese. Lo rende noto il quotidiano del Qatar Al-Araby Al-Jadeed citando proprie fonti ben informate. Queste stesse fonti hanno spiegato che l'Egitto ha elaborato una nuova bozza di proposta che potrebbe servire come base per i colloqui, in seguito a "forti indicazioni" da parte di Hamas della sua serietà nel raggiungere un accordo.

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Tajani: "Israele ha vinto, ora cessate il fuoco a Gaza"

Nella Striscia di Gaza "ora bisogna arrivare quanto prima al cessate il fuoco". Israele "ha vinto da un punto di vista militare e ha sconfitto Hamas, ha sconfitto Hezbollah. Ora bisogna arrivare al cessate il fuoco per gli ostaggi israeliani, ma anche per permettere di portare il maggiore numero di aiuti possibili alla popolazione civile, che sta soffrendo tantissimo". Lo sottolinea il ministro degli Esteri Antonio Tajani, a margine della Ministeriale Nato a Bruxelles.

E nell'aiutare la popolazione civile, continua, "l'Italia sta facendo la sua parte. Continuano ad arrivare i nostri aiuti. Abbiamo regalato 15 Tir al Programma alimentare mondiale delle Nazioni Unite per riportare aiuti, ma sono Tir che rimarranno a Gaza per distribuire" aiuti alla popolazione. "Io - ricorda - ho partecipato al vertice del Cairo, dedicato proprio all'aiuto della popolazione civile. Non c'è soltanto quella di Gaza, c'è anche quella libanese, c'è anche quella siriana. In questo momento noi possiamo non tenere conto di questo problema: io pavento il rischio di un collasso migratorio". 

"Noi - prosegue - continuiamo a investire, abbiamo annunciato anche all'Autorità Nazionale Palestinese che daremo alcuni finanziamenti per la ricostruzione. Abbiamo cominciato, al Cairo, a parlare anche del Day after, cioè il giorno dopo il cessate il fuoco, perché bisognerà ricostruire quella parte di Palestina che è stata distrutta durante questa guerra. Anche lì dobbiamo giocare una partita importante: bisognerebbe organizzare, per questi Paesi travolti dalle guerre, delle conferenze internazionali per la ricostruzione, così come la stiamo organizzando in Italia a luglio del prossimo anno per l'Ucraina", conclude.

Wafa, 4 bambini uccisi in raid davanti a panetteria a Gaza

Cinque civili, di cui quattro bambini, sono stati uccisi in un bombardamento nel campo di Nuseirat nel centro della Striscia di Gaza centrale. Lo afferma l'agenzia palestinese Wafa che cita fonti mediche secondo cui il raid israeliano ha colpito un gruppo di persone di fronte a una bancarella di cibo e a un panificio locale a est del campo. Secondo le stesse fonti mediche, 18 persone, tra cui bambini e donne, sono stati uccisi da stamattina nei bombardamenti israeliani nel sud e nel centro di Gaza. 

Gaza: "Più di 44.530 morti in 14 mesi di guerra"

Sono più di 44.530 i morti nella Striscia di Gaza dal 7 ottobre 2023. Lo denuncia il ministero della Salute di Gaza, che nel 2007 finì in mano a Hamas. Da quasi 14 mesi l'enclave palestinese è nel mirino delle operazioni militari israeliane contro Hamas in risposta all'attacco in Israele. Secondo il bollettino rilanciato dalla tv satellitare al-Jazeera, da allora nella Striscia si contano 44.532 morti, 30 dei quali nelle ultime 24 ore, e 105.538 feriti.

Siria, Osservatorio: "704 morti in una settimana dall'inizio dell'offensiva jihadista"

E' di 704 morti il bilancio di una settimana di scontri in Siria, ovvero da quando il 27 novembre è iniziata l'avanzata dei jihadisti del gruppo Hayat Tahrir al-Sham (Hts) e delle fazioni alleate. Lo riferiscono gli attivisti dell'Osservatorio siriano per i diritti umani. Nel dettaglio, l'Osservatorio ha spiegato che tra le vittime si contano 361 insorti, 233 soldati e membri delle forze filogovernative e 110 civili.

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Turchia: "Non abbiamo alcun ruolo in ciò che succede in Siria"

Omer Celik, portavoce del partito di governo Akp del presidente turco Recep Tayyip Erdogan, ha affermato che Ankara non ha alcun ruolo nei recenti sviluppi in Siria, nel contesto dell'avanzata delle forze filo-turche che si oppongono al capo di Stato siriano Bashar Al Assad. "Gli sviluppi in Siria derivano dalle sue stesse dinamiche interne", ha sottolineato Celik parlando con i giornalisti, come riferisce Sabah. 

Siria, fotoreporter della Dpa ucciso in un raid aereo vicino Hama

Il fotoreporter siriano che lavorava per la Dpa, Anas Alkharboutli, è stato ucciso in un raid aereo nei pressi di Hama, nella Siria centrale. Lo rende noto la Dpa, mentre testimoni confermano che il fotoreporter è stato ucciso mentre stava documentando l'avanzata dei jihadisti di Hayat Tahrir al-Sham (Hts).

"Il nostro fotografo Anas Alkharboutli, che ha documentato la guerra civile in Siria con un linguaggio visivo unico, è stato ucciso in un attacco aereo nei pressi della città siriana di Hama. Anas aveva solo 32 anni", ha affermato la Dpa in una nota. Il fotografo è stato sepolto a Idlib, nel nord-ovest del Paese.

"Tutti noi della Dpa siamo sotto shock e siamo profondamente addolorati per la morte di Anas Alkharboutli. Onoreremo la sua eredità giornalistica. Con le sue immagini, non solo ha documentato gli orrori della guerra, ma ha sempre lavorato per la verità", ha dichiarato il caporedattore della Dpa Sven Gösmann.

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