Bashar al-Assad, chi è il presidente della Siria in guerra con i ribelli jihadisti
Al potere dal 2000, è laureato in Medicina e ha studiato oftalmologia a Londra. Ha iniziato la carriera politica dopo la morte del fratello Basil, primogenito del padre Hafez, rimasto al potere per anni. Negli ultimi giorni il suo regime è stato colpito dall'invasione di forze jihadiste filo-turche, che hanno assediato Aleppo: non è ancora chiaro se abbia lasciato il Paese. È accusato di crimini di guerra e crimini contro l’umanità compiuti durante la guerra in Siria
- Negli ultimi giorni la Siria è stata scossa da nuove tensioni: forze jihadiste filo-turche sono entrate ad Aleppo, la metropoli nel nord della Siria a lungo contesa nella guerra siriana. Negli ultimi 8 anni la città era rimasta sotto il controllo delle forze governative, sostenute da Russia e Iran. Diverse milizie sostenute da Teheran sono entrate in Siria per dare manforte alle forze dell'esercito di Bashar al-Assad. Quest’ultimo è scomparso: secondo alcuni media sarebbe a Mosca, secondo altri in un bunker del palazzo presidenziale a Damasco
- Bashar al Assad – attuale presidente della Siria – è nato a Damasco nel 1965. La sua famiglia è originaria di Latakia ed è di estrazione umile, appartenente alla minoranza sciita alauita. Il padre, Hafez al Assad, si è fatto strada prima nell’aeronautica e in seguito nell’ala militare del partito Baath, che con il colpo di Stato del 1963 ha iniziato a governare la Siria
- Bashar al Assad è salito alla guida del Paese nel 2000, succedendo al padre ed ereditando il ruolo che era in origine previsto per il fratello maggiore, Basil, morto nel 1994. Prima di entrare in politica, al Assad si diploma nel 1982 e si laurea in medicina all’università di Damasco. In seguito si trasferisce a Londra per studiare oftalmologia (In foto, Assad da bambino con i genitori e i fratelli: è il primo da destra)
- All’inizio, Assad viene ritenuto un potenziale riformatore. Tuttavia, ormai da tempo, gli analisti considerano il suo governo di stampo dittatoriale. Fra i fatti più rilevanti della sua prima presidenza c’è il ritiro delle truppe siriane dal Libano, ordinato nel 2005 in seguito a una forte pressione internazionale e alle rivolte dei libanesi stessi
- Nel 2007 viene riconfermato al potere con un referendum. Il 2011 è l’anno delle primavere arabe: migliaia di persone scendono in piazza per chiedere democrazia. Anche in Siria si verificano intense proteste, soppresse con la forza dal governo. Poco dopo scoppia la guerra civile. Le forze del regime si contrappongono all’opposizione armata, composta in prevalenza dalla maggioranza sunnita. Il quadro si complica quando il gruppo dello Stato Islamico (ISIS) e al-Qaeda irrompono sul territorio per perseguire i propri interessi
- Assad riceve l’aiuto della Russia di Putin. Dalla fine del 2013 l’opposizione interna, rappresentata dalla coalizione nazionale siriana (Cns), ha contato invece sul sostegno politico di Usa, Francia e Gran Bretagna. È in questo periodo che l’Occidente inizia a distanziarsi dalla figura del presidente siriano, accusato fra le altre cose anche di aver utilizzato armi chimiche sui civili
- Nel tempo, Assad ha più volte sostenuto che gli attacchi con armi chimiche sono stati compiuti da ribelli siriani pagati dagli Stati Uniti (puntavano - secondo Assad - a gettare discredito sul governo di Damasco). Nel 2013 il Consiglio di sicurezza dell’Onu ha adottato all'unanimità la risoluzione 2118 che obbliga il governo siriano a distruggere qualsiasi arma chimica in suo possesso
- Di recente, Assad ha ricevuto anche un mandato d’arresto internazionale, convalidato dalla Corte d’Appello di Parigi nei giorni scorsi, perché accusato di crimini di guerra e crimini contro l’umanità compiuti durante la guerra in Siria. Le denunce sono state presentate da molte organizzazioni per i diritti umani e si riferiscono a due attacchi compiuti – anche con armi chimiche, appunto – dalle forze governative, a Ghouta Est e a Duma. Morirono centinaia di persone
- Come sottolinea InsideOver, Assad negli anni ha sempre cercato di discostarsi con la propria immagine dai numerosi conflitti in corso nel suo stesso Paese. Anche quando visita i soldati o il fronte, infatti, non si mostra mai in divisa: solo in abiti civili. Sarebbe un tentativo di differenziarsi dagli altri dittatori del contesto mediorientale, come Saddam Hussein e Mu’ammar Gheddafi. Un esempio è un video del 2018 che ritrae il presidente siriano in occhiali da sole e camicia mentre visita in macchina Ghouta, città a Est del Paese
- Nel tempo, l’attenzione all’immagine come veicolo di propaganda ha coinvolto anche la moglie del presidente Siriano, Asma al-Assad, che nel 2011 è stata protagonista di un servizio fotografico sulla rivista Vogue. L’articolo ha ricevuto molte critiche, perché elogiava gli Assad accostandoli a valori democratici. Poco dopo, la testata The Hill ha fatto sapere che il governo siriano aveva pagato 5mila dollari al mese alla società Brown Lloyd James, incaricata di organizzare il servizio fotografico su Vogue
- Assad viene rieletto il 3 giugno 2014, in occasione delle prime elezioni presidenziali multipartitiche dopo mezzo secolo. È il terzo mandato – ottiene oltre il 92% delle preferenze – che lo lascia al potere per sette anni. Gli oppositori hanno parlato di una "farsa costruita nel sangue”. Assad viene nuovamente riconfermato nel 2021