Secondo gli ultimi sondaggi, la corsa alle elezioni presidenziali americane vede un sostanziale testa a testa tra i due candidati, Donald Trump e Kamala Harris. Intanto il tycoon aggancia l'avversaria in Pennsylvania mentre l'attuale vicepresidente è avanti in Iowa. Trump attacca: “Non mi dispiacerebbe se qualcuno sparasse ai media". Nel timore di disordini sono state erette barriere protettive intorno alla Casa Bianca, a Capitol Hill e il Naval Observatory, la residenza della vicepresidente Kamala Harris
Nyt: "Gruppi estrema destra pronti a presidiare spoglio in aree democratiche"
Gruppi di estrema destra americani, che sostengono Donald Trump, stanno inviando messaggi ai loro simpatizzanti esortandoli ad organizzarsi per controllare le operazioni di spoglio ed essere pronti a contestare i risultati nelle aree democratiche. E' quanto riporta il New York Times che ha monitorato su Telegram lo scambio di messaggi, in cui figurano immagini di uomini armati che si battono per difendere i propri diritti. E vengono propugnate tesi complottiste sul fatto che una sconfitta di Trump domani sarebbe frutto di una frode contro la quale sarebbe lecito ribellarsi.
"Si sta avvicinando in fretta il giorno in cui non sarà più possibile stare a guardare - si legge in uno dei messaggi pubblicati dalla sezione dell'Ohio dei Proud Boys, gruppo di estrema destra considerato uno dei principali organizzatori dell'assalto al Congresso - o vi schierate con la resistenza o vi mettete in ginocchio accettando volontariamente la tirannia e l'oppressione".
Il Times ha analizzato oltre un milione di messaggi in quasi 50 canali Telegram, il social media preferito dai gruppi estremisti, con oltre 500mila membri, individuando un movimento interconnesso ed in espansione teso a mettere in dubbio la credibilità del risultato elettorale - ovviamente in caso di vittoria di Kamala Harris - interferire con il processo elettorale e possibilmente contestare i risultati.
Sondaggio: 65% israeliani a favore vittoria Trump
Un giorno prima delle elezioni presidenziali statunitensi, un nuovo sondaggio, pubblicato da Times of Israel, riporta che gli israeliani credono che una vittoria del candidato repubblicano Donald Trump sarebbe la cosa migliore per gli interessi di Israele. Alla domanda su chi preferissero come prossimo presidente degli Stati Uniti, quasi il 65 percento degli intervistati dall'Israel Democracy Institute ha scelto l'ex presidente degli Stati Uniti, mentre solo il 13% ha affermato di voler vedere la vicepresidente Kamala Harris vincere le elezioni. Circa il 15% afferma che non c'è differenza per Israele tra i due candidati, mentre il 7% afferma di non saperlo. Il divario tra i due candidati è ancora più netto nel campione ebraico, con il 72% che afferma di pensare che Trump sia migliore per gli interessi di Israele rispetto all'11% che ritiene che Harris sia migliore.
Harris a Univision: "Io da sempre impegnata per Puerto Rico"
Kamala Harris rivendica, in un'intervista in lingua spagnola a Univision, di aver assunto "da tempo" una posizione a sostegno della popolazione di Puerto Rico. "Anche quando ero al Senato come rappresentante della California, sentivo la responsabilità di avere come priorità le esigenze di Puerto Rico che non ha un senatore", ha detto la vice presidente, e candidata democratica, rispondendo ad una domanda sulla polemica scoppiata dopo che un comico al rally di Donald Trump al Madison Square Garden ha definito Puerto Rico "un'isola di spazzatura galleggiante".
Intervenendo nel programma “El Bueno La Mala y El Feo”, Harris ha anche promesso di migliorare le opportunità economiche e migliorare la fatiscente rete elettrica dell'isola: "la mia visione per la crescita è quella che chiamo economia dell'opportunità, tenendo conto che tutti hanno ambizione, etica lavorativa, capacità ma spesso non hanno accesso alle risorse per i loro obiettivi e sogni". Gli abitanti di Puerto Rico, che è un territorio americano, non votano per Casa Bianca e Congresso, ma acquistano il diritto di votare per le presidenziali se sono residenti in uno stato americano.
Milorad Dodik esorta la comunità serba a votare Trump: "E' leader di pace"
Un appello alla comunità serba negli Stati Uniti a votare per Donald Trump arriva dal leader serbobosniaco Milorad Dodik, presidente dell'entità serba della Bosnia Erzegovina, la Republika Srpska, che definisce il candidato repubblicano un leader di pace. "Il ritorno di Trump alla guida degli Stati Uniti significherebbe il ritorno di una politica estera ragionevole ed equa, dalla quale dipende la stabilità globale". Dodik, alleato del Cremlino e oggetto di sanzioni americane, si è detto convinto del fatto che Trump "comprenderà la situazione in Bosnia meglio di quanto non abbiano fatto le precedenti amministrazioni". "Con il primo mandato ha rivelato di essere un presidente di pace che conduce la politica mondiale responsabilmente e tiene conto delle specificità di tutte le parti", ha dichiarato.
Domani election day, ma 78 milioni hanno già votato
Domani è l'election day negli Stati Uniti, ma sono 78 milioni gli americani che hanno già votato. Secondo i dati, aggiornati ad oggi alle 5.30 di questa mattina, diffusi dall'Election Lab dell'University of Florida, oltre 42milioni di elettori hanno votato in anticipo nei seggi, negli Stati che offrono questa possibilità, mentre oltre 35 milioni hanno inviato il loro voto per posta.
Dombrovskis: "Ue si sta rafforzando in mondo frammentato"
"E' importante che stiamo rafforzando la resilienza dell'economia europea, che stiamo anche rafforzando le nostre capacità di difesa perché vediamo in generale che viviamo in una situazione geopolitica più frammentata e conflittuale. E di conseguenza, c'è molto lavoro da fare affinche' l'Unione europea si rafforzi nell'attuale situazione geopolitica conflittuale". Lo ha dichiarato il vice presidente della Commissione europea, Valdis Dombrovskis, al suo arrivo alla riunione dell'Eurogruppo rispondendo a una domanda su un'eventuale vittoria di Donald Trump alle elezioni americane.
Sefcovic: "Se in Usa scenario dirompente difenderò interessi Ue"
"Solo un decennio fa l'Ue e i nostri partner commerciali principali erano allineati, ma oggi l'ambiente del commercio internazionale è caratterizzato da una forte competizione anche a causa delle nuove tecnologie dirompenti e le dipendenze economiche vengono a volte utilizzate come armi. Visti questi cambiamenti sismici, le mie priorità per il commercio si concentreranno su competitività europea, parità di condizioni e costruzione di alleanze più forti". Lo ha detto il commissario europeo designato per il commercio internazionale e la sicurezza economica e per le relazioni inter-istituzionali e la trasparenza, Maroš Šefčovič, durante l'audizione di conferma alle Commissioni del Parlamento europeo per il Commercio internazionale (Inta) e per gli affari costituzionali (Afco). Il commissario designato si è impegnato poi a rinnovare il Consiglio per il commercio e la tecnologia Ue-Usa. "A prescindere dall'esito delle elezioni americane - ha spiegato Šefčovič - proporrò un'offerta di cooperazione, compreso un rinnovato Consiglio per il commercio e la tecnologia Ue-Usa, e allo stesso tempo sarò pronto a difendere i nostri interessi in caso di uno scenario dirompente". Quanto alla Cina, lo slovacco ha sottolineato la necessità di trovare un "nuovo equilibrio" sulla base di "trasparenza, prevedibilità e reciprocità" nelle relazioni tra Bruxelles e Pechino, e nell'essere "più assertivi per bilanciare gli squilibri strutturali e le pratiche sleali della Cina".
Gentiloni: "Augurio non cambi quadro relazioni con Ue"
"Tutti aspettano l'esito delle elezioni americane giustamente e la cosa che noi ripetiamo sempre è che comunque la collaborazione tra Unione europea e Stati Uniti non è in discussione quale che sia l'esito di queste elezioni. Però siamo anche consapevoli del fatto che in questi anni, con l'amministrazione guidata dal presidente Biden, si è sviluppato un quadro di relazioni multilaterali molto positivo e che questo quadro è un quadro al quale l'Unione europea tiene moltissimo e che ci auguriamo non venga contraddetto dall'esito elettorale". Lo ha dichiarato il commissario europeo all'Economia, Paolo Gentiloni, al suo arrivo alla riunione dell'Eurogruppo.
Sachs: "Nessuno sa cosa accadrà domani, se ci sarà violenza o meno"
E’ impossibile dire chi vincerà l’infuocata corsa alla presidenza Harris-Trump. Lo ha detto il professor Jeffrey Sachs, docente di economia alla Columbia University e direttore del Center for Sustainable Development, nel suo lungo intervento al convegno ‘Geopolitics of a Changing World’, organizzato a Roma dalla Fondazione Di Vittorio.
"Nessuno sa cosa succederà domani, se ci sarà violenza, se i sondaggi sono sbagliati o se i conteggi richiederanno tempo. Non voglio fare previsioni, ma posso dire che alla fine i Presidenti non contano così tanto". Secondo Sachs infatti l’anima degli States è ben più profonda e sotterranea: un "'deep state' molto grande e potente, una macchina da 1,5 mila miliardi l’anno, operativa in tutto il mondo", sottolinea. Ma chiunque entrerà alla Casa Bianca, che sia l’attuale vice di Joe Biden o il Tycoon, dovrà confrontarsi con una serie di questioni urgenti, che fanno tutte capo ad un’unica parola: sostenibilità. A partire dalla crisi climatica in atto: "Non abbiamo fatto nulla per l’ecologia", è il giudizio tranchant di Sachs. "Ho passato una vita a fare riunioni" con la politica, istituzioni e centri studi e "non abbiamo fatto niente per impedire il disastro. Uno dei nostro due candidati "non crede nella questione ambientale" e "l’altra non so bene cosa crede", chiosa poi.
Accanto, la pace. Una necessità urgente ovunque, dall’Europa al Medio Oriente. "Non voglio che i bambini ucraini e palestinesi siano uccisi dalle bombe, né che i miei figli lo siano", ha detto il professore, evidenziando i rischi sempre più forti di una guerra globale e nucleare, che decreterebbe la fine dell’umanità. E ha concluso, lanciando una ‘proposta’: "Vorrei che Roma fosse il centro di risoluzione dei problemi. Roma dovrebbe essere la città per la pace nel mondo. Io – ha aggiunto – questa settimana parlerò con il Papa di pace, come tema fondamentale 2025. I tempi sono molto pericolosi".
Investitori attendono il voto Usa, calano dollaro e Bitcoin
Il dollaro cala ai minimi di agosto e i rendimenti dei Treasury scendono con gli investitori che rivedono le loro scommesse su una possibile vittoria di Donald Trump alle elezioni. Il Bloomberg Dollar Spot Index perde lo 0,7% mentre i rendimenti sui Treasury a 10 anni calano di 10 punti base al 4,28% dopo che un nuovo sondaggio ha indicato che i trader potrebbero sottovalutare le chance di vittoria di Kamala Harris. Il peso messicano - che ha risentito molto dell'ipotesi di nuove tariffe da parte di Trump - avanza mentre il Bitcoin, volato con il sostegno di Trump alle criptovalute, perde terreno. Un sondaggio del Des Moines Register ha evidenziato che Harris è avanti di tre punti percentuali su Trump nello stato, offrendo un'indicazione su come potrebbe essere la performance della vicepresidente in Wisconsin, uno dei tre stati del 'Blue Wall' che la campagna di Harris ritiene essenziali per la vittoria.
Crosetto: "Non cambiano alleanze chiunque vinca elezioni Usa"
"Vedo che c'è molta incertezza. Gli americani però hanno uno Stato molto forte e sono convinto che qualunque presidente vinca la situazione internazionale e le alleanze non cambieranno". Lo ha detto oggi a Venezia il ministro della Difesa, Guido Crosetto, in merito alle presidenziali Usa. "Avremo sempre gli Stati Uniti - ha aggiunto Crosetto -, che fino adesso sono stati uno dei pilastri su cui si regge la democrazia del mondo, anche nei prossimi anni, indipendentemente dalle elezioni".
Clinton: "Se vince Trump si prenderà meriti di Biden"
Kamala Harris vincerà e l'economia "esploderà" nei prossimi anni, grazie alle decisioni prese da Joe Biden. Ne è convinto Bill Clinton, 42esimo presidente degli Stati Uniti, secondo cui le persone inizieranno in ritardo a rendersi conto dei progressi ottenuti dalla Casa Bianca durante il mandato che si concluderà a gennaio del 2025. Per Clinton, intervistato dalla Cnn, Harris è una 'risolutrice di problemi' e lo dimostrerà con il suo piano anti-inflazione e con la costruzione di più alloggi federali. "Chiunque vincerà - è la previsione di Clinton - si assisterà a un decollo dell'economia. E quindi: "o Harris trarrà beneficio dal lavoro in cui era coinvolta o se ne approprierà Trump".
Usa 2024, ecco perchè non si saprà subito chi ha vinto
L'esito delle presidenziali americane di novembre è quanto mai incerto e sono molte le ragioni per cui non bisogna aspettarsi una proclamazione rapida del vincitore. Gli Stati Uniti non hanno un sistema di conteggio centralizzato dei voti elettorali come in Italia, dove il Ministero dell'Interno riceve i risultati e poi li comunica. Negli Usa le elezioni sono gestite a livello statale se non addirittura a livello di contea. I voti dei vari seggi vengono contati e passati a una commissione elettorale statale che poi li sigilla e li passa al Congresso, dove in dicembre Senato e Camera riuniti li aprono, li ricontano e li certificano. Poi a gennaio le due Camere in seduta congiunta certificano l'esito alla presenza del Vicepresidente. E' una procedura che richiede mesi, quindi chi dirà la notte delle elezioni chi ha vinto le presidenziali? Per decenni l'onere e l'onore sono stati dell'Associated Press, alla quale negli anni si sono unite altre 'decision desk' - come vengono chiamate - dalla CNN alla Fox, dalla CBS alla NBC, fino alla ABC. Fox News è considerata uno dei più affidabili perchè ha una sua decision desk che e' disgiunta dalla gestione pro-Trump dell'emittente. Bisogna comunque tenere a mente che si tratta di una dichiarazione, non di una certificazione. Cosa dobbiamo aspettarci dalla prossima notte elettorale? Bisogna innanzitutto considerare che alle 23 ora di New York, quando in Italia sono le 5 del mattino del giorno dopo, avranno chiuso tutti i seggi. O almeno dovrebbero, perchè chi è già in fila ha diritto di votare anche se il seggio chiude. Potrebbe cosi' succedere che in un seggio che avrebbe dovuto chiudere alle 20, alle 22 si stia ancora votando. Se ci fosse la vittoria a valanga di uno dei due candidati, si potrebbe conoscere il risultato già durante la notte. Ma nessuno si aspetta una vittoria a valanga nè per Trump nè per Harris, quindi uno scenario come quello del 2012, quando la conferma di Obama alla Casa Bianca fu annunciata gia' alle 23,48 e' improbabile ed è più verosimile quello del 2000, quando nella sfida Bush-Gore il risultato si seppe a dicembre, solo quando la Corte Suprema si espresse al termine di una interminabile battaglia a colpi di ricorsi.
Usa 2024, su Sky TG24 maratona elettorale per le presidenziali
Su Sky TG24 lunga diretta fiume per le elezioni presidenziali americane del 5 novembre. AMERICA 2024 - HARRIS VS TRUMP è il titolo della maratona del canale all news diretto da Giuseppe De Bellis, in onda domani dalle 23.00 alle 19.50 del 6 novembre. Sarà possibile seguire l’esito del voto e i suoi sviluppi, grazie al lavoro dell'intera redazione della testata che interpreterà tutti i dati in realtà aumentata, la rassegna live dei principali siti web e social che seguiranno il grande evento e un corner di approfondimento dedicato all’influenza e all’impegno politico dello show business a stelle e strisce. Inoltre, particolare attenzione sarà dedicata agli effetti della decisione dei cittadini statunitensi sull’Italia: saranno presenti, infatti, collegamenti con gli eventi dell’Ambasciata americana a Roma, dell’American Chamber a Milano e dell’Unione industriali a Torino.
Il governo Lula tifa per Harris negli Usa: "Trump preoccupa"
Mentre il presidente progressista brasiliano, Luiz Inacio Lula da Silva, si è espresso a favore della candidata democratica Kamala Harris alla presidenza degli Stati Uniti, il governo esprime preoccupazione per una possibile vittoria di Donald Trump e per una possibile ascesa politica del tycoon Elon Musk, proprietario della piattaforma X e critico dichiarato del capo di Stato. Secondo fonti governative, un nuovo mandato del leader della destra statunitense ha un "maggiore potenziale di conflitto" con Brasilia, riferisce il quotidiano Folha de São Paulo. E uno dei principali motivi di tensione potrebbe essere proprio il rafforzamento politico del magnate sudafricano. Stando alle opinioni degli analisti consultati da Folha, è possibile che Musk torni a inasprire le tensioni con l'esecutivo e la Corte Suprema. Inoltre, i diplomatici brasiliani sono scettici sul sostegno finanziario di Trump al Fondo per l'Amazzonia. Il timore è che, a differenza di quanto accaduto con Joe Biden, le iniziative di cooperazione ambientale possano finire in stallo o addirittura regredire. Nei giorni scorsi, Lula aveva manifestato il suo sostegno alla candidata democratica Harris, ricordando l'attacco al Campidoglio alla fine del mandato di Trump: "Abbiamo visto come si è comportato alla fine del suo mandato, con l'attacco al Campidoglio - ha affermato il presidente -. Una cosa impensabile negli Usa, che si presentavano al mondo come un modello di democrazia".
Borsa, l'Europa sale piano in vista del voto: giù il dollaro
Le Borse europee si muovono in cauto rialzo in vista dell'attesissimo voto di domani negli Stati Uniti. Gli ultimi sondaggi, che vedono Kamala Harris guadagnare terreno, spingono gli investitori ad allentare le scommesse legate al successo di Donald Trump anche se l'esito altamente incerto della sfida suggerisce cautela. I listini europei, che soffrirebbero una vittoria del tycoon, salgono, così come i Treasury, mentre perdono quota il dollaro e il bitcoin, due asset nel paniere del 'Trump trade'. Londra avanza dello 0,6%, Parigi e Milano dello 0,4% e Francoforte dello 0,1% mentre anche a New York i future sono in rialzo, con il Nasdaq che avanza dello 0,4% e l'S&P 500 dello 0,2%. Poco mossi i titoli di Stato in una settimana che dovrebbe vedere la Fed e la Banca d'Inghilterra tagliare i tassi di 25 punti base. Fanno eccezione i Treasury, i cui rendimenti scendono di dieci punti base dopo la corsa dell'ultimo mese in scia alle scommesse su una vittoria di Trump che, con le sue politiche inflazionistiche, potrebbe limitare il taglio dei tassi. Il Btp è poco mosso al 3,67% mentre lo spread con il Bund cede un punto base a quota 125. A Piazza Affari avanzano Diasorin (+1,4%), Saipem (+1,1%), Ferrari (+0,9%), Eni (+0,9%), Stellantis (+0,8%) e Cucinelli (+0,8%) mentre scivolano Amplifon (-1,1%), Iveco (-1%), Generali (-0,8%) e Nexi (-0,5%). Il petrolio corre (+2,5%) dopo che l'Opec+ ha rinviato di un mese l'aumento della produzione, con il Wti che sale a 71,3 dollari al barile. L'oro cede lo 0,4% a 2.738 dollari l'oncia, il dollaro perde lo 0,6% sull'euro a 1,09 mentre il bitcoin arretra dello 0,4% a 68.800 dollari, con il 'Trump trade' che perde slancio.
Unimpresa: "Harris e Trump due strade radicalmente diverse per l'economia statunitense"
La campagna elettorale per la presidenza degli Stati Uniti, in cui si sfidano la democratica Kamala Harris e il repubblicano Donald Trump, delinea due strade radicalmente diverse per l’economia statunitense. Trump propone una visione più aggressiva, fatta di riduzione fiscale e protezionismo commerciale, spingendo il Paese verso un rischio calcolato di deficit e inflazione per rilanciare la crescita. Harris, dall’altra parte, mette in primo piano la stabilità fiscale e la giustizia sociale, puntando su un modello di crescita sostenibile che, pur favorendo una maggiore spesa sociale, cerca di mantenere sotto controllo il debito e l’inflazione. La scelta per gli elettori sarà dunque tra una crescita rapida e disinvolta e un percorso più cauto e bilanciato, con riflessi che potrebbero definirsi solo nel medio-lungo termine". E' quanto si legge in un documento del Centro studi di Unimpresa realizzato in vista dell’election day negli Stati Uniti d’America.
Elezioni Usa, perché si vota di martedì? VIDEO
Usa 2024, l'Ue: "Il nostro compito è prepararci qualunque sia l'esito"
"Sapete benissimo che non facciamo commenti sulle elezioni in Paesi terzi nè dell'Ue. Quindi noi dell'Unione europea, il nostro ruolo è di essere pronti per qualsiasi risultato ci sia alle elezioni negli Stati Uniti". Lo ha dichiarato il portavoce della Commissione europea, Eric Mamer, nel briefing quotidiano con la stampa.
Bolsonaro tifa Trump: "Uno dei più grandi leader conservatori"
L'ex presidente brasiliano di destra, Jair Bolsonaro (Pl), ha espresso il suo sostegno alla candidatura di Donald Trump per le presidenziali negli Stati Uniti di domani, definendolo il "più grande leader conservatore del nostro tempo". "A nome di tutti i brasiliani che amano Dio, lo Stato di Israele, rispettano la famiglia, la proprietà privata, il libero mercato e la libertà di espressione, facciamo i nostri migliori auguri a Trump", ha dichiarato Bolsonaro. L'ex capo di Stato e Trump hanno mantenuto un rapporto stretto durante i rispettivi mandati, condividendo varie visioni politiche. Secondo il leader della destra brasiliana, gli Stati Uniti "hanno proiettato il loro potere" a livello globale "durante il mandato di Trump, tra il 2017 e il 2021". In quel periodo "non ci sono state guerre, c'è stata la pace in tutto il mondo", ha affermato Bolsonaro, mentre ora, evidenzia: "ci sono conflitti, c'è il ritorno del terrorismo e la censura che imprigiona tutti".