Coronavirus, Sileri a Sky TG24: “Trend in crescita ma situazione sotto controllo”

Salute e Benessere

Il viceministro della Salute, intervenendo a “Timeline”, ha commentato i dati recenti che riguardano la situazione sanitaria nel nostro Paese, in riferimento ai contagi da coronavirus. E parlando anche di scuola, test sierologici per i docenti, mascherine, vaccino antinfluenzale, migranti e dell’app Immuni

“Il trend è in crescita, il virus circola un po’ di più. Parliamo di 1400-1500 positivi al giorno, circa i due terzi sono scoperti con screening e di questi solo un terzo presenta dei sintomi. Ma la situazione è sotto controllo” (I FOCOLAI REGIONE PER REGIONE). Sono queste le parole, rassicuranti, di Pierpaolo Sileri, viceministro della Salute, che è intervenuto nel corso della trasmissione “Timeline” su Sky TG24 (PER LE ULTIME NOTIZIE VAI AL LIVEBLOG DEL 1° SETTEMBRE). “È vero che abbiamo avuto quasi 500 focolai in più, ma non significa che la situazione non è sotto controllo”, ha aggiunto. “Il focolaio viene identificato e chiuso, limitato e controllato. Dobbiamo abituarci a questo: nelle prossime settimane vedremo ancora i casi salire e dovremmo preoccuparci qualora il virus dovesse nelle Rsa, negli ospedali o nelle case degli anziani”, ha detto Sileri. Quando, eventualmente, iniziare a preoccuparsi di nuovo? “Quando i numeri dei ricoveri in ospedale aumenteranno in maniera significativa, quello sarà un vero campanello di allarme e allora dovremo pensare a fare qualcosa per difendere tutta la comunità”, ha spiegato.

Il rientro a scuola e i test sierologici dei docenti

Sileri è poi intervenuto su un tema molto caldo in questi giorni, quello della riapertura delle scuole, prevista nel nostro Paese per il 14 settembre. “Credo sia necessario riaprire la scuola quanto prima. Gli studenti sono stati già troppo lontani dalla scuola. Sono state chiuse per sicurezza, ma adesso è tempo di riaprire”, ha sottolineato il viceministro della Salute. “Il fatto che debbano essere fatte le sanificazioni è qualcosa che è stato messo in conto, di facilmente fattibile. Non dobbiamo crearci problemi in più rispetto a quelli che stiamo già vivendo e che vivono gli operatori del settore”, ha detto. Poi, in merito al rifiuto di una parte dei docenti di sottoporsi ai test sierologici, Sileri ha auspicato “un incremento del numero di coloro che si sottoporranno ai test sierologici. In questo momento non vedo la necessità di un’obbligatorietà, però è evidente che se nel prossimo futuro non aumenteranno, allora si può anche pensare a un’obbligatorietà. Al momento è più importante che ci si convinca della necessità, opportunità e sicurezza nel farli”, ha spiegato l’esperto.

La vice preside dell'istituto comprensivo ''Daniele Manin'', Rita Arseni, mostra una possibile sistemazione di alcuni banchi singoli nella sede della scuola media in via dell'Olmata, Roma 6 agosto 2020. ANSA/FABIO FRUSTACI

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Vaccinazione antinfluenzale e mascherina

Al centro dell’intervento di Sileri, quindi, anche due tematiche molto sentite in vista delle prossime settimane: il vaccino antinfluenzale e l’uso della mascherina. “La vaccinazione contro l’influenza è necessaria perché ridurrà il bacino di coloro che possono infettarsi con i normali virus dell’influenza che circolano e quindi vi sarà meno competizione in diagnosi differenziale con il coronavirus”, ha spiegato. “Andare a proteggere le fasce più deboli è fondamentale”, ha ribadito nel suo intervento a Sky TG24. Per quanto riguarda la mascherina, si tratta di “un sacrificio temporaneo. Della mascherina ci dimenticheremo quando questo virus sarà sconfitto. Non dobbiamo aver paura di indossare la mascherina. È un oggetto che dobbiamo tenere con noi. Ce la mettiamo se c’è assembramento, difende noi e gli altri. Invitiamo anche gli altri a metterla, senza timore”, ha detto.

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Immuni, “scaricata da troppo poche persone”

Secondo gli ultimi dati, l’app di tracciamento scelta dal nostro governo, “Immuni” è stata scaricata 5,3 milioni di volte, da circa il 14% della popolazione italiana. “Immuni è stata scaricata da troppo poche persone. Se penso, soprattutto, ai ragazzi direi che è un flop che dobbiamo superare”, ha commentato Sileri. Il motivo del flop, fin qui, “è dipeso dalle tante chiacchiere iniziali. Se si inizia a dire che la app non è sicura, che la privacy è violata, nasce un pregiudizio. In Italia a volte si fanno i conti prima di fare le cose. I conti si fanno dopo. Sono state date troppe informazioni sbagliate”, ha ribadito il viceministro. “Se tutti avessero l’app, Immuni consentirebbe in caso di contagio, ad esempio in un ristorante, di rintracciare facilmente i veri contatti stretti, facendo anche risparmiare lo Stato, perché si farebbe il test solo alle persone a cui serve, ma soprattutto dando libertà alle altre persone”. Sileri ha definito l’app “sinonimo di libertà, perché se non ricevi la segnalazione sei libero di non dover andare in quarantena, di non dover fare il tampone”.  Senza averla è difficile ricordare chi si è incontrato e contattarlo. Passano giorni e si creano altri focolai”. L’appello, dunque, è quello di recupare il terreno perso. “Siamo sempre in tempo, basta far filtrare il messaggio di necessità e rispetto reciproco. L’hanno scaricata più di cinque milioni di utenti, se già riuscissimo a raddoppiare questo numero nelle prossime settimane, entro fine settembre, saremmo già su un’ottima strada”, ha spiegato l’esperto. “Il messaggio è questo: Immuni fa risparmiare e ti dà la libertà di non andare in quarantena perché non necessariamente si è stati contatti stretti di un positivo che ad esempio è entrato nel proprio stabile”, ha concluso Sileri sull’argomento.

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Il caso migranti

“Sicuramente il grido di dolore del sindaco di Lampedusa deve essere ascoltato”. E’ il parere di Sileri riguardo la situazione degli sbarchi nell’isola siciliana. “La situazione è critica soprattutto in alcuni periodi dell'anno, quando sono maggiori gli sbarchi ‘fai da te’, come stiamo osservando oggi. Il problema è aggravato dalla presenza del Coronavirus, quindi dalla necessità di rendere sicuro il territorio italiano facendo dei tamponi e mettendo in quarantena chi arriva. Quando hai il libero afflusso in una situazione che già di per sè ha dei problemi antecedenti il Covid-19, uno più uno in questo caso non fa due, ma tre. È necessario un coordinamento maggiore, ottime le navi quarantena, ma poi serve una soluzione per limitare gli sbarchi”, ha spiegato, sottolineando ancora che, dal punto di vista sanitario, “occorrono tamponi e quarantena”. “Al momento non sono preoccupato per i migranti che possono portare il virus, perché sono controllati. Sono più preoccupato di coloro che non danno il nome o danno il nome sbagliato se vanno in un ristorante”, ha concluso il viceministro.

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