Il Massachusetts Institute of Technology tiene il conto dei download e assegna i punteggi alle app: Immuni poco scaricata ma punteggio altissimo, problemi di privacy in Norvegia e Qatar
È l'Islanda a detenere per ora il record di download dell’app di tracciamento. Sono molti i Paesi che hanno lanciato la propria versione di Immuni, chi prima rispetto all’Italia, come la Corea del Sud, e chi in ritardo come nel caso dell’app giapponese Cocoa che è stata attivata il 19 giugno (CORONAVIRUS, GLI ULTIMI AGGIORNAMENTI LIVE - LO SPECIALE).
La prossima app dal Canada
Tra le ultime arrivate c’è anche la Germania che ha già raggiunto già il 12% della popolazione dopo neanche dieci giorni dal lancio di Corona Warn App. La Cocoa giapponese invece, che per ora ha conquistato meno di 3 milioni di cittadini, è stata sospesa temporaneamente per problemi tecnici. L’annuncio di un’altra app arriva dal Canada dove a luglio verrà lanciata Covid Alert, che sarebbe in fase di sperimentazione in Ontario: l’obiettivo, ha dichiarato il primo ministro Justin Trudeau, è quello di rendere ancora più efficace la strategia di tracciamento ora che molte restrizioni nel Paese sono state allentate.
I Paesi con più download
Il MIT (Massachusetts Institute of Technology) sta tenendo sotto controllo tutte le app di tracciamento e, come in una sorta di TripAdvisor, assegna le stelline a ognuna: i criteri sono quelli di trasparenza, volontarietà e corretto utilizzo dei dati. L’istituto americano tiene anche il conto dell’indice di “penetrazione”, cioè della percentuale di persone che in un Paese hanno deciso di essere tracciate tramite il proprio telefono. I tre Paesi migliori per download sono Islanda, Singapore e Norvegia. Il record di Reykjavík è di 4 abitanti su 10 che hanno scaricato l’app. Rakning si conquista anche cinque stelline nella recensione.
Promossa Immuni, bocciata la Francia
Anche Immuni si è guadagnata il massimo del punteggio. Nell’assegnazione delle stelline non conta infatti il basso numero di download (a scaricarla è stato circa il 6% della popolazione): l’importante è i dati siano utilizzati per un fine e un tempo limitati e, soprattutto, che non sia obbligatorio scaricare l’app. Proprio per lacune sul lato sicurezza il MIT ha bocciato la Stop-covid francese, che ha ottenuto solo la stellina della base volontaria. La decisione di non adottare la piattaforma messa a punto da Google e Apple (la stessa su cui si basano Immuni e Covid Warn App) pesa sulla brutta recensione e anche il numero di download delude perché per ora solo 1,9 milioni di cittadini avrebbero scaricato l’app e 460mila l’avrebbero già disinstallata.
La stellina della privacy
La quasi metà degli abitanti dell’isola sarebbero tutti al sicuro sul fronte privacy, a differenza di altri cittadini europei, come i norvegesi. A Oslo il Garante della privacy è arrivato a sospendere l’utilizzo dell’app proprio per motivi legati alla protezione dei dati del quasi il 30% di cittadini che avevano fatto il download. La norvegese Smittestopp è stata inserita nella lista nera di Amnesty International, che ha iniziato un’inchiesta su Paesi come Bahrein, Algeria e Kuwait dove le app sono diventate uno strumento di sorveglianza. In Qatar addirittura, Ehteraz richiede l’accesso alle foto del telefono e chi non la scarica rischia fino a tre anni di carcere. Sul registro del MIT resta vuota la casella sul dato di quanti download siano stati fatti dai cittadini del Paese.