Guerra Israele-Hamas, dalla A di Ali Qadi alla Z di Zaka: le parole-chiave del conflitto
Ci sono alcuni termini che più di altri raccontano la crisi in atto nel Medioriente e i suoi possibili sviluppi. Lettera per lettera, ecco un alfabeto di nomi ed espressioni tornati prepotentemente al centro dell'attualità
a cura di Andrea Ferrario
- Da Captagon a Iron Dome, da kibbutz a Qassam, fino a Yom Kippur. Sono solo alcune delle parole usate giornalmente dai media per raccontare il conflitto fra Israele e Hamas, riesploso a ottobre 2023. Un vocabolario fatto di termini già sentiti in passato - e che ora sono rientrati nella nostra quotidianità - e di altri che abbiamo imparato a conoscere col riacutizzarsi del conflitto
- Ma, tra le tante parole che sentiamo, quali sono quelle che meglio raccontano il conflitto e che ci aiutano capire le dinamiche in corso? Ecco un alfabeto di 26 nomi ed espressioni - lettera per lettera - che fornisce uno spaccato della guerra fra Israele e Hamas
- Comandante di compagnia dell'unità d'élite Nukhba appartenente a Hamas, Ali Qadi è stato ucciso da Israele perché ritenuto tra le principali menti dell'attacco del 7 ottobre 2023. L'uomo avrebbe "guidato il disumano e barbaro massacro di civili" avvenuto nei pressi della Striscia di Gaza. L'aviazione israeliana ha anche pubblicato un video che ritrarrebbe il bombardamento sul presunto edificio in cui si trovava Ali Qadi (In foto, uno screenshot del filmato)
- Così come la guerra in Ucraina e le crescenti tensioni fra Taiwan e Cina, anche il conflitto Israele-Hamas è sotto l'occhio vigile dell'amministrazione americana. Gli Stati Uniti, alleati dello Stato ebraico, hanno ovviamente manifestato il loro appoggio a Benjamin Netanyahu, che ha anche ricevuto la visita di Joe Biden (in foto). E così come con Kiev e Taipei, anche Tel Aviv avrà aiuti militari. Senza però dimenticare il popolo palestinese, per il quale Biden ha concordato con l'Egitto l'apertura del valico di Rafah per gli aiuti umanitari a Gaza
- Secondo i media israeliani, parte del commando di Hamas che il 7 ottobre 2023 ha ucciso i civili a ridosso della Striscia di Gaza era sotto l'effetto del Captagon, una droga sintetica prodotta in Siria e Libano anche nota come la "cocaina dei poveri". Usata in passato dall'Isis, la sostanza viene utilizzata dai terroristi perché dà un senso di invincibilità, aumentando combattività e aggressività
- Molti politici e rappresentanti delle istituzioni, non solo italiani, sostengono che l'unica via per risolvere il conflitto fra Israele e Hamas è la "soluzione dei due Stati". È dagli anni Trenta che se ne parla: per i teorici di questa idea, per porre fine alle ostilità è necessario creare due Stati - uno ebraico e l'altro arabo - nella parte occidentale della Palestina storica
- Esattamente come gli Usa, anche l'Egitto occupa una posizione di rilievo nel conflitto. Basti pensare che Il Cairo controlla il valico di Rafah (in foto), l'unico passaggio di confine con la Striscia di Gaza che non porta in Israele. Se da qui passano gli aiuti umanitari, non si può dire lo stesso per i profughi palestinesi: per il presidente al-Sisi un loro esodo sarebbe un problema economico e sociale. Non ci sono infatti soldi per un piano di accoglienza e c'è il rischio che insieme ai civili possano anche arrivare i terroristi di Hamas
- Le false notizie che già inquinano la narrazione della guerra in Ucraina - spesso citate in relazione alla propaganda russa e alle cosiddette "fabbriche di troll" - sbarcano anche nel conflitto in Medioriente. Una situazione allarmante che ha portato l'Unione europea a richiamare TikTok, Meta (Facebook e Instagram) e X (l'ex Twitter) per la quantità di deep fake sulla guerra presenti sulle piattaforme. Il rischio è che tali contenuti sfocino in azioni di odio e violenza contro persone e istituzioni ebraiche e musulmane
- Lunga poco più di 40 chilometri e larga dieci, la Striscia di Gaza è da sempre al centro di conflitti e tensioni. Rivendicata dalla Palestina come parte del proprio territorio, al suo interno vivono circa 2,3 milioni di persone, rendendola uno dei luoghi con maggiore densità abitativa al mondo. Dal 2007, dopo la presa del potere di Hamas, la Striscia di Gaza è sottoposta a embargo da Israele, che ne controlla i movimenti in entrata e in uscita, sia di persone sia di beni
- Hamas è l'acronimo di Harakat al-Muqawamat al-Islamiyya, ossia Movimento di Resistenza Islamica. Fondata nel 1987, si tratta di un'organizzazione religiosa islamica palestinese di carattere paramilitare e politico, e viene considerata un gruppo terroristico da Israele, Stati Uniti e Unione europea. Il suo progetto è quello di costringere lo Stato ebraico a ritirarsi dai territori occupati nel 1967 e di costituire uno Stato islamico in tutta la Palestina storica, quella delimitata dai confini del pre-1948
- L'Iron Dome, ossia Cupola di Ferro, è un sistema antimissilistico inaugurato nel 2011 dalle Forze di difesa israeliane (Idf). Si tratta di un sofisticato "scudo" di difesa terrestre che intercetta razzi e colpi di mortaio a corto raggio. Utilizzato solitamente per fermare i missili lanciati dalla Striscia di Gaza, nei suoi dodici anni di operatività non ha mai affrontato un'attività così intensa come dopo gli attacchi del 7 ottobre 2023 da parte di Hamas
- Molto più piccolo di Hamas, lo Jihad Islamico palestinese è l'altro gruppo armato presente nella Striscia di Gaza. Considerata un'organizzazione terroristica da Israele e Stati Uniti, conta centinaia di affiliati e professa un unico obiettivo: la distruzione dello Stato ebraico e la sua sostituzione con uno Stato islamico. Fondata negli anni Settanta, è supportata dall'Iran e da Hezbollah del Libano. Israele le attribuisce la paternità del missile caduto sull'ospedale battista Al-Ahli, a Gaza City (foto)
- I kibbutz sono piccole e circoscritte comunità ebraiche, nate all'epoca della Seconda guerra mondiale. Ad oggi, in Israele, sono circa 250 e raccolgono una popolazione complessiva di 125mila persone. Alcuni kibbutz sono stati colpiti dai terroristi di Hamas durante le loro incursioni nel territorio israeliano, come quelli di Urim, Be'eri e Re'im, a una manciata di chilometri dalla Striscia di Gaza (In foto, soldati israeliani trasportano i corpi dei civili uccisi nel kibbutz di Kfar Aza)
- C'è un altro fronte nella guerra tra Israele e Hamas che passa in secondo piano rispetto agli attacchi su Gaza. Il settimo giorno di conflitto, l'esercito ebraico ha colpito con l'artiglieria il territorio del Libano in risposta a un'esplosione alla barriera di sicurezza vicino al kibbutz di Hanita. Tel Aviv teme che proprio da lì ci sia stata un'incursione di miliziani di Hezbollah, finanziati dall'Iran e sostenitori di Hamas. Intanto le schermaglie sulla Blue Line si fanno sempre più frequenti (In foto, attacchi sulle fattorie libanesi di Shebaa)
- Possibile che il Mossad, tra le agenzie di intelligence più celebrate al mondo, non abbia colto le avvisaglie di un attacco imminente? E così anche la nota "Unità 8200", la sua cellula ipertecnologica? Le autorità israeliane stanno cercando di capire cosa non abbia funzionato: l'ipotesi è che ci sia stata troppa fiducia nelle informazioni elettroniche a scapito delle fonti umane. Tradotto: troppo utilizzo di droni e intercettazioni anziché boots on the ground, ossia infiltrazioni
- Secondo alcuni analisti, l'attacco di Hamas è arrivato di proposito in un periodo molto complesso per Israele, alle prese con tensioni sociali e contestazioni al governo di Benjamin Netanyahu. La crisi politica interna avrebbe quindi portato Hamas a considerare Israele più vulnerabile, e di conseguenza più "facile" da attaccare. A chiarire che le incursioni dalla Striscia di Gaza fossero più di un blitz è stato proprio il premier israeliano, che poco dopo l'assalto ha detto: "Siamo in guerra"
- Non si conosce con esattezza il loro numero, ma probabilmente sono alcune centinaia. Sono gli ostaggi in mano a Hamas, che durante il blitz in territorio israeliano ha rapito civili (ma anche soldati) e li ha condotti con la forza nei tunnel sotto la Striscia di Gaza. Tra di loro ci sono anche americani, tedeschi, britannici, francesi, sudamericani e asiatici, tutti con doppio passaporto. Hamas li utilizzerà come "merce di scambio" (In foto, i familiari di Liri Albag, 18enne rapita da Hamas)
- Da un lato ha ribadito la richiesta di un "cessate il fuoco" immediato, dall'altro sa che la sua tela di relazioni potrebbe fornirgli un ruolo di primo piano in una (complicata) risoluzione del conflitto. Stiamo parlando del presidente russo Vladimir Putin, diventato un paria internazionale dopo l'invasione in Ucraina e che ora, paradossalmente, potrebbe sedersi a eventuali tavoli di pace grazie ai suoi legami sparsi con Israele e Palestina (compresa Hamas), nonché Arabia Saudita, Egitto e Iran
- Tra i vari tipi di razzi con cui Hamas colpisce Israele ci sono i famigerati Qassam, utilizzati sin dal 2001. Si tratta di pezzi d'artigliera rudimentali, cilindri di metallo fabbricati localmente a basso costo con l'impiego di componenti comuni (come lo zucchero e il nitrato di potassio, fertilizzante usato in agricoltura). Imprecisi ma letali, se lanciati in massa possono eludere l'Iron Dome, il sistema di difesa anti-missile di Israele
- Hanno fatto il giro del mondo le immagini dell'assalto dei terroristi di Hamas al rave party nei pressi del kibbutz di Reim, vicino al confine con la Striscia di Gaza. Mentre si stava tenendo il Nova Music Festival, un evento di musica elettronica, decine di affiliati all'organizzazione paramilitare hanno fatto irruzione nell'area sparando ai partecipanti. Almeno 260 giovani sono rimasti uccisi: un massacro che resterà impresso nella mente di tutti (In foto, la fuga dei partecipanti al rave ripresa in un video amatoriale)
- Poco cibo e acqua, carburante agli sgoccioli, medicine e prodotti per l'igiene che scarseggiano, niente elettricità. Dopo l'assedio israeliano in risposta all'attacco di Hamas, la popolazione della Striscia di Gaza vive in condizioni indescrivibili. L'Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi (Urnwa) stima che gli sfollati siano circa un milione, e chiede alla comunità internazionale l'apertura immediata di corridoi umanitari. Una soluzione potrebbe essere il passaggio dei profughi dal valico di Rafah, ma l'Egitto è contrario
- A collegare il territorio della Striscia di Gaza con quello di Israele ed Egitto c'è una fitta rete di tunnel sotterranei, ribattezzata "la metropolitana di Gaza". Se i primi cunicoli costruiti nel 1989 servivano a far passare alimenti e generi di prima necessità in modo clandestino, oggi il dedalo di tunnel è nelle mani di Hamas, che lo utilizza per rifornimenti bellici e per nascondere ostaggi israeliani
- Dopo l'attacco di Hamas, in Israele si è formato un governo di emergenza su richiesta delle opposizioni. A venire in aiuto al premier Benjamin Netanyahu è stato Benny Gantz, leader di Unità Nazionale, la coalizione politica formatasi nel 2022 che comprende i partiti Blu e Bianco e Nuova Speranza. L'intesa ruota attorno alla creazione di un gabinetto di guerra molto ristretto per fronteggiare la situazione. L'obiettivo è dare stabilità politica a Israele in un momento critico (In foto, a sinistra Gantz e a destra Netanyahu)
- Come con l'invasione russa in Ucraina, la Santa Sede pensa a un possibile ruolo di mediatore per la pacificazione in Medioriente. La diplomazia vaticana è già al lavoro: come affermato dal segretario di Stato Pietro Parolin, la Santa Sede "cerca di parlare con le istanze i cui canali sono già aperti". E non sono mancati anche gli appelli pubblici di Papa Francesco: "Gli attacchi si fermino. La guerra è una sconfitta, ogni guerra è una sconfitta. Preghiamo perché ci sia pace in Israele e in Palestina"
- Mentre gli occhi del mondo sono puntati sulla Striscia di Gaza, cresce sempre di più la tensione nella West Bank (o Cisgiordania), interamente rivendicata dalla Palestina come parte del proprio territorio e suddivisa, dopo l'occupazione israeliana, in tre zone in base a criteri demografici e politici. L'escalation tra coloni israeliani e civili palestinesi fa temere un'estensione della guerra su più fronti (In foto, la Cisgiordania colorata di giallo e la Striscia di Gaza in azzurro)
- Non solo Stati Uniti e Russia. Anche l'altra grande potenza mondiale, la Cina, si staglia sullo sfondo della guerra fra Israele e Hamas. Il presidente Xi Jinping ha fatto sapere di voler collaborare con l'Egitto per portare "maggiore stabilità" nel Medioriente, di nuovo scosso dopo il riacutizzarsi del conflitto. "Pechino è disposta a rafforzare la cooperazione con Il Cairo per infondere una maggiore certezza e stabilità nella regione e nel mondo", ha affermato il leader cinese durante il suo incontro con il primo ministro egiziano Mostafa Madbouly
- L'attacco di Hamas a Israele è avvenuto il 7 ottobre 2023, nel cinquantesimo anniversario della guerra dello Yom Kippur. Una data certamente simbolica, che ancora una volta segna la storia di Israele. Alcuni analisti ed esperti militari parlano infatti di una riedizione di quanto accaduto decenni prima, quando gli egiziani dal Sud e i siriani dal Nord irruppero senza preavviso gettando lo Stato ebraico nel caos per la totale impreparazione delle forze di difesa
- Acronimo di Zihui Korbanot Ason, che significa "Identificazione delle vittime da disastri", la Zaka è un'organizzazione paramedica israeliana nata nel 1995 che si occupa del recupero dei corpi delle vittime di incidenti o attentati terroristici. Formata da migliaia di volontari con gilet gialli catarifrangenti, si muove in coordinamento col governo israeliano e lavora per garantire una sepoltura secondo i dettami religiosi ebraici. Fondamentale il loro intervento anche dopo la strage di civili nei kibbutz (In foto, un volontario a Gerusalemme nel 2008)