Gaza, Netanyahu: fine prima fase tregua è vicina, ma decidiamo noi. LIVE

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L'accordo di cessate il fuoco a Gaza è stato firmato il 10 ottobre. "Decidiamo noi cosa fare per garantire la sicurezza di Israele e quella dei soldati israeliani", ha detto il premier israeliano. La seconda fase dell'intesa prevede che Hamas ceda le armi, un governo tecnocratico transitorio per la Striscia, l'arrivo di una forza internazionale di stabilizzazione e l'ipotetico ritiro di Israele, che ora controlla oltre il 50% di Gaza. Allo studio un piano Usa per reclutare una forza multinazionale di 10mila soldati

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Si avvicina la fine della prima fase dell'accordo di cessate il fuoco a Gaza, firmato il 10 ottobre. "Ci stiamo avvicinando alla fine della prima fase", ha dichiarato il premier israeliano Netanyahu, ma "la nostra politica rimarrà ferma e indipendente. Decidiamo le azioni, decidiamo le risposte. Decidiamo noi cosa fare per garantire la sicurezza di Israele e quella dei soldati israeliani". La seconda fase dell'intesa prevede che Hamas ceda le armi, l'implementazione di un governo tecnocratico transitorio per la Striscia, l'arrivo di una forza internazionale di stabilizzazione e l'ipotetico ritiro di Israele, che ora controlla oltre il 50% di Gaza. 

Intanto esponenti dell'amministrazione Trump stanno cercando di reclutare una forza multinazionale di circa 10mila soldati, sotto il comando di un generale statunitense, per stabilizzare Gaza nel dopoguerra. 

Nel frattempo, l'emergenza maltempo mette a dura prova la popolazione. Le tende degli sfollati sulla costa sono stati spazzate via dal vento e dalle onde. E nella zone più interne la situazione è disastrosa, come sostenuto dall'Onu. La Difesa civile di Gaza, che opera sotto l'autorità di Hamas, ha riferito che il numero di persone morte a seguito dei danni procurati dalla tempesta Byron è salito ad almeno 16 nelle ultime 24 ore, compresi tre bambini. A rischio per le inondazioni ci sono oltre 800mila sfollati distribuiti in 761 campi.

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Jared Kushner, chi è il genero di Trump e il ruolo tra Israele e Hamas

Del genero del presidente americano Donald Trump (marito della figlia Ivanka), si è tornati a parlare dopo l'accordo di tregua tra Israele e Hamas, siglato dopo oltre due anni di conflitto. Insieme a Steve Witkoff, inviato speciale degli Stati Uniti in Ucraina e in Medio Oriente, Kushner ha avuto un ruolo attivo nelle trattative tra le parti: ecco chi è.

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Israele-Palestina, da Oslo a Sharm: i piani di pace negli anni

Dagli accordi di Camp David al vertice di Sharm el-Sheikh, da tempo si cerca una via diplomatica per la pace in Medio Oriente. Un percorso costellato da tanti fallimenti. Ora, con la firma dell'accordo sulla prima fase del piano Trump per Gaza, l'impressione è di essere a una svolta. Dalla stretta di mano Rabin-Arafat alle proposte per “Due Stati, due popoli”: ecco le tappe per risolvere la questione israelo-palestinese.

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Gaza, cos'è il 'modello IRA' per il disarmo di Hamas

Mentre regge - a fatica - il cessate il fuoco a Gaza, ci si interroga su quale possa essere il percorso della seconda fase del piano di Donald Trump verso la pace. E tra le diverse possibilità che sono state ventilate, si è parlato anche di un “modello IRA” per la fine della lotta armata di Hamas. Ma come si arrivò alla fine del conflitto in Irlanda del Nord, ed è davvero replicabile per far terminare la guerra che ha devastato la Striscia?

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La questione israelo-palestinese, cos'è e come è nata

L'attacco del 7 ottobre 2023 lanciato da Hamas contro Israele e la conseguente offensiva a Gaza hanno riacceso i riflettori su una contrapposizione che va avanti da decenni e su cui finora non si è riusciti a trovare una soluzione definitiva. Anche se, negli anni, qualche tentativo è stato fatto. Ultimo, il piano Usa accettato dalle due parti (anche se solo per quanto riguarda la prima fase) nell'ottobre del 2025.

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Dagli ostaggi liberati alle vittime: i numeri della guerra a Gaza

Il giorno dopo la firma ufficiale dell'accordo di pace di Donald Trump a Sharm el Sheikh, i mediatori hanno lavorato alla "fase 2" del piano, in particolare sulla sicurezza e la futura amministrazione della Striscia, quando ancora la prima parte resta fragile.  Ma quali sono le cifre di due anni di conflitto?

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Gaza, ipotesi divisione della Striscia in due parti: cosa sappiamo

La possibile nuova idea americana per la Striscia di Gaza vedrebbe una divisione in due aree, una sotto il controllo di Israele e l'altra sotto Hamas. L'ipotesi è circolata dopo la visita del vicepresidente degli Stati Uniti JD Vance in Israele. Ecco di cosa si tratta.

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Gaza, dal ritiro dell'Idf al nuovo governo: ecco cosa prevede il piano Usa

La Striscia di Gaza "sarà una zona deradicalizzata e liberata dal terrorismo, che non rappresenterà più una minaccia per i suoi vicini. E sarà riqualificata a beneficio della sua popolazione". Inizia così, con questa promessa, il piano in 21 punti elaborato dal presidente americano Donald Trump e dalla sua amministrazione. 

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Accordi di Abramo, cosa sono e cosa prevedono

Nel 2020 gli sforzi diplomatici hanno portato a una serie di intese con l’obiettivo di normalizzare le relazioni tra Israele e diversi Paesi arabi. Gli accordi furono mediati dagli Usa durante la prima presidenza di Donald Trump. L’escalation in Medio Oriente degli ultimi due anni ha più volte fatto vacillare gli accordi. Ecco cosa sapere.

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Gaza, Italia pronta a riprendere missione Eubam-Rafah al confine tra Egitto e la Striscia

L’Italia riprenderà il suo ruolo nell’imminente riapertura della missione civile Eubam-Rafah, al confine tra Egitto e Striscia di Gaza, nata su proposta di Israele e dell’Autorità Palestinese ormai 20 anni fa, nel 2005, per essere bloccata due anni dopo e poi riattivata brevemente lo scorso gennaio, nel pieno della guerra che ha distrutto la Striscia di Gaza.

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Tregua Gaza, quali Paesi potrebbero entrare nella forza multilaterale di pace? Gli scenari

Dopo l’entrata in vigore del cessate il fuoco tra Israele e Hamas, nella Striscia di Gaza cresce l’attesa per la riapertura dei valichi di frontiera e l’ingresso degli aiuti umanitari alla popolazione. Nel frattempo, il ritiro dell’Idf pone la questione della sicurezza con diversi Stati che hanno dato la disponibilità a inviare forze di peacekeeping. Di questo si è parlato nella puntata di "Numeri", approfondimento di Sky TG24

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Striscia di Gaza, le foto di un matrimonio di massa tra le macerie

Donne in abito tradizionale e uomini con un completo elegante:  così 54  coppie sono convolate a nozze a Khan Younis, tra le macerie   della Striscia. Un timido segnale di normalità in uno scenario di  guerra  e devastazione.. "Nonostante tutto ciò che è accaduto,  inizieremo una  nuova vita", ha detto uno di loro. Centinaia le persone  che hanno  assistito alla cerimonia.

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Autorità Palestinese: "Condanna per la strage di Sydney"

Il ministero degli Esteri palestinese ha condannato la sparatoria di Bondi Beach, a Sydney, in cui sono morte 11 persone, affermando di respingere ogni forma di violenza e terrorismo. Il ministero ha affermato di "ribadire il suo fermo rifiuto di ogni forma di violenza, terrorismo ed estremismo, che contraddicono i valori umanitari", esprimendo in una dichiarazione la sua "piena solidarietà" con "l'amica Australia". L'Australia ha riconosciuto uno Stato palestinese a settembre, insieme a Gran Bretagna e Canada. 

Teheran: "Sosterremo con forza Hezbollah, pilastro contro il sionismo"

Un alto consigliere della Guida Suprema dell'Iran ha dichiarato che il Paese "sosterrà risolutamente" Hezbollah, suo alleato in Libano, negli sforzi del gruppo per affrontare Israele. Le dichiarazioni di Ali Akbar Velayati giungono mentre il Libano subisce pressioni da parte di Stati Uniti e Israele per disarmare Hezbollah. "Hezbollah, uno dei pilastri più importanti del fronte della resistenza, svolge un ruolo fondamentale nel contrastare il sionismo", ha dichiarato Velayati al rappresentante di Hezbollah a Teheran, secondo quanto riportato dall'agenzia di stampa statale Irba. "La Repubblica Islamica dell'Iran, sotto la guida e gli ordini della Guida, continuerà a sostenere risolutamente questo prezioso e altruista gruppo in prima linea nella resistenza", ha aggiunto. 

Tregua Gaza, chi sono gli ostaggi israeliani rilasciati da Hamas. FOTO

Venti persone rapite nell’attacco del 7 ottobre 2023 sono state liberate, consegnate alla Croce Rossa e riportate in Israele. Ecco le loro storie

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Netanyahu: "Fine prima fase per Gaza vicina. Decidiamo noi"

Si avvicina la fine della prima fase dell'accordo di cessate il fuoco a Gaza, firmato il 10 ottobre. A confermarlo è stato il premier israeliano Benjamin Netanyahu che però ha mantenuto fermi i consueti paletti e rivendicato autonomia nelle decisioni. "Ci stiamo avvicinando alla fine della prima fase", ha dichiarato, ma "la nostra politica rimarrà ferma e indipendente. Decidiamo le azioni, decidiamo le risposte. Decidiamo noi cosa fare per garantire la sicurezza di Israele e quella dei soldati israeliani". Da settimane il premier è accusato da più parti di essere eteroguidato dagli Stati Uniti. La seconda fase dell'intesa prevede che Hamas ceda le armi, l'implementazione di un governo tecnocratico transitorio per la Striscia, l'arrivo di una forza internazionale di stabilizzazione e l'ipotetico ritiro di Israele, che ora controlla oltre il 50% di Gaza. "La nostra politica è chiara: non tollereremo una violazione sistematica dell'accordo di cessate il fuoco, cui Hamas si è impegnato secondo il piano. Chiunque cerchi di organizzare il terrore contro di noi è nel mirino," ha ammonito Netanyahu.

La guerra Israele-Hamas e il sì al piano Usa: cos’è successo in 2 anni

Il 7 ottobre del 2023 i terroristi sono penetrati nel Sud dello Stato ebraico, attaccando i kibbutz vicini al confine con la Striscia di Gaza, uccidendo famiglie e sequestrando persone. Le vittime del massacro, in totale, sono state circa 1.300.

Israele ha risposto lanciando l’operazione 'Spade di Ferro' con massicci bombardamenti su Gaza, a cui poi è seguita un'offensiva di terra che ha portato all’invasione della Striscia, che ancora oggi è stretta nella morsa israeliana. Si contano oltre 60mila morti. Nel corso dei mesi, il conflitto si è allargato a Hezbollah nel Sud Libano e all'Iran.

La guerra Israele-Hamas e il sì al piano Usa: cos’è successo in 2 anni

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Gaza, ipotesi divisione della Striscia in due parti: cosa sappiamo

La possibile nuova idea americana per la Striscia di Gaza vedrebbe una divisione in due aree, una sotto il controllo di Israele e l'altra sotto Hamas. L'ipotesi è circolata dopo la visita del vicepresidente degli Stati Uniti JD Vance in Israele. Ecco di cosa si tratta.

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Netanyahu contro Albanese: "Benzina su antisemitismo"

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha accusato il governo australiano di avere alimentato l'antisemitismo sfociato nell'attentato di oggi a Sydney. "Tre mesi fa, ho scritto al primo ministro australiano per dirgli che la sua politica stava alimentando il fuoco dell'antisemitismo," ha detto Netanyahu, riferendosi a una lettera inviata ad Anthony Albanese in agosto dopo che Canberra aveva annunciato la decisione di riconoscere uno stato palestinese. "L'antisemitismo è un cancro che si diffonde quando i leader restano in silenzio e non agiscono", ha insistito Netanyahu in un discorso trasmesso dalla televisione israeliana.

Il vescovo di Acireale promuove raccolta fondi per Gaza

Il vescovo di Acireale, mons. Antonino Raspanti, dopo la  visita del segretario generale della Cei mons. Giuseppe Baturi in Terra Santa con l’annuncio di un progetto per l’apertura di un ospedale a Gaza, ha organizzato una raccolta fondi, in occasione del concerto nella Basilica Cattedrale di Acireale del Coro del Teatro Massimo Bellini.  Per tutta la durata della manifestazione, fa sapere la diocesi, sarà possibile consegnare un’ offerta presso il punto raccolta gestito da Caritas diocesana e dal servizio per la pastorale giovanile. “Il Natale è anche questo: sentirsi parte di una comunità più grande – ha detto Raspanti -vogliamo accendere, con il nostro contributo, una piccola luce per chi sta vivendo momenti difficili”. Sarà possibile contribuire fino a venerdì 26 dicembre.

Dagli ostaggi liberati alle vittime: i numeri della guerra a Gaza

Il giorno dopo la firma ufficiale dell'accordo di pace di Donald Trump a Sharm el Sheikh, i mediatori hanno lavorato alla "fase 2" del piano, in particolare sulla sicurezza e la futura amministrazione della Striscia, quando ancora la prima parte resta fragile.  Ma quali sono le cifre di due anni di conflitto?

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Israele a Canberra: "Misure severe per antisemitismo"

Israele ha chiesto all'Australia di adottare misure severe contro l'antisemitismo. In una telefonata alla sua omologa australiana, il ministro degli Esteri, Gideo, Saar, ha "espresso a nome di Israele, dolore e tristezza per il mortale attacco terroristico antisemita di Sydney", ha riferito lui stesso su X. "Ho detto che dal 7 ottobre in Australia si è verificata un'ondata di antisemitismo, tra cui violenti incitamenti contro Israele e gli ebrei nella sfera digitale e pubblica, compresi paragoni di Israele ai nazisti e all'Olocausto, nonche' incendi di sinagoghe e bandiere israeliane e marce con esplicite espressioni di odio", ha spiegato. "Ho anche affermato che la sicurezza della comunità ebraica in Australia sarà raggiunta solo attraverso un reale cambiamento nell'atmosfera pubblica. Appelli come 'Globalizziamo l'Intifada', 'Dal fiume al mare la Palestina sarà libera' e 'Morte all'Idf' non sono legittimi, non rientrano nella libertà di parola e portano inevitabilmente a ciò a cui abbiamo assistito oggi", ha avvertito. Dunque, "il governo australiano deve adottare misure severe contro l'uso di questi appelli antisemiti", ha chiesto.

Idf, 'colpiti in raid tre membri di Hezbollah nel sud Libano'

L'esercito israeliano (Idf) ha dichiarato di aver colpito oggi con dei raid tre membri di Hezbollah nel sud del Libano. Almeno un episodio è confermato  da Beirut, il cui ministero della salute parla di "attacco del nemico israeliano" a Yater e di "un morto e un ferito", malgrado la tregua in vigore. I militari dello Stato ebraico scrivono: "Da questa mattina, le Idf hanno colpito tre terroristi di Hezbollah in diverse aree del Libano meridionale. I terroristi hanno preso parte a tentativi di ristabilire l'infrastruttura terroristica di Hezbollah", ha dichiarato l'esercito in una nota. "Le loro attività costituiscono una violazione degli accordi tra Israele e Libano", ha aggiunto, riferendosi al cessate il fuoco del novembre 2024 che mirava a porre fine a oltre un anno di combattimenti tra Israele e la milizia filoiraniana del 'partito di Dio'. L'Idf non precisa se i tre siano morti negli attacchi.

Netanyahu: 'l'Australia ha gettato benzina sul fuoco dell'antisemitismo'

Il primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu ha affermato che l'Australia "ha gettato benzina sul fuoco dell'antisemitismo" prima dell'attacco di Sydney, ricordando di aver inviato una lettera ad agosto al primo ministro australiano Anthony Albanese. E' quanto si legge sul Times of Israel. Parafrasando la sua lettera, Netanyahu afferma che le politiche di Albanese, che includono il riconoscimento di uno Stato palestinese, incoraggiano "l'odio per gli ebrei che ora infesta le vostre strade. L'antisemitismo è un cancro. Si diffonde quando i leader rimangono in silenzio. Dovete sostituire la debolezza con l'azione". 

Netanyahu afferma che l'attacco è stato "terribile. Un omicidio a sangue freddo. Il numero delle vittime purtroppo aumenta di minuto in minuto. Abbiamo visto le profondità del male. Abbiamo anche visto l'apice dell'eroismo ebraico", afferma, indicando un passante che, a suo dire, era ebreo, filmato mentre strappava un'arma dalle mani di uno degli aggressori. "Siamo impegnati in una battaglia contro l'antisemitismo globale e l'unico modo per combatterlo è denunciarlo e combatterlo - continua Netanyahu - Non c'è altro modo. È quello che stiamo facendo in Israele. Le Forze di difesa israeliane e le nostre forze di sicurezza, con il nostro governo e la nostra nazione, continueremo a farlo". Netanyahu afferma inoltre: "Continueremo a denunciare coloro che non denunciano, ma incoraggiano. Continueremo a chiedere loro di fare ciò che viene richiesto ai leader delle nazioni libere. Non ci arrenderemo, non abbasseremo la testa, continueremo a combattere come hanno fatto i nostri antenati". 

Meloni: resistenza è Hamas? Non c'è spazio per terrorismo

Le associazioni dei Giovani palestinesi d'Italia "hanno accusato Abu Mazen di tradimento per la sua presenza qui ad Atreju, con un delirante comunicato che recita 'La resistenza è la nostra unica rappresentante'. Quella resistenza è Hamas? Non accetteremo proseliti del terrorismo a casa nostra". Cosi' la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, intervenendo ad Atreju.

Hamas: "Abbiamo il diritto legittimo di avere le armi"

Il capo di Hamas a Gaza, Khalil al-Hayya, ha dichiarato domenica che il gruppo militante ha un "diritto legittimo" a detenere armi e che qualsiasi proposta per le prossime fasi del cessate il fuoco a Gaza deve rispettare tale diritto. "La resistenza e le sue armi sono un diritto legittimo garantito dal diritto internazionale e sono legate alla creazione di uno Stato palestinese", ha affermato al-Hayya in un discorso trasmesso dall'emittente Al-Aqsa del gruppo militante. "Siamo aperti a valutare qualsiasi proposta che preservi questo diritto garantendo al contempo la creazione di uno Stato palestinese".

Israele: "Il capo di Hamas ucciso era uno dei pianificatori del 7 ottobre"

Il comandante militare di Hamas, Raad Saad, ucciso ieri in un attacco aereo mirato israeliano a Gaza City, era capo della centrale per la produzione di armi di Hamas e uno degli artefici dell'attacco del gruppo terroristico del 7 ottobre 2023, oltre che uno dei pochi membri dei vertici militari di Hamas ancora in vita nella Striscia di Gaza. Lo rivela l'Idf, citato dal Times of Israel.    Saad, scrive ancora il giornale conservatore israeliano, era considerato secondo solo all'ultimo capo militare del gruppo terroristico, Izz al-Din Haddad. L'attacco, si legge, ha colpito un veicolo che viaggiava lungo la strada costiera Rashid, sul lato controllato da Hamas della linea del cessate il fuoco di Gaza, secondo i media palestinesi, che hanno riportato altri tre morti e oltre 20 feriti.    Il primo ministro, Benyamin Netanyahu, e il ministro della Difesa, Israel Katz, in una dichiarazione congiunta, hanno affermato che Saad è stato ucciso in risposta al ferimento di due soldati per un ordigno esplosivo nel sud di Gaza.

Hamas: "Armi diritto legittimo, ok a soluzione che lo riconosca"

Per Hamas è un "legittimo diritto" detenere armi e qualsiasi proposta per le prossime fasi del cessate il fuoco nella Striscia di Gaza deve rispettare tale diritto. Lo ha dichiarato il leader di Hamas nella Striscia di Gaza, Khalil al-Hayya. "La resistenza e le sue armi sono un diritto legittimo garantito dal diritto internazionale e sono legate alla creazione di uno Stato palestinese", ha affermato al-Hayya in un discorso trasmesso sulla tv Al-Aqsa. "Siamo aperti a studiare qualsiasi proposta che preservi questo diritto garantendo al contempo la creazione di uno Stato palestinese", ha aggiunto.

Funzionario Hamas ucciso nel campo di Al Maghazi

Un funzionario dell'apparato di sicurezza interna di Hamas, di nome Ahmad Zamzam, è stato ucciso a colpi d'arma da fuoco oggi nel campo di Al Maghazi, nella Striscia di Gaza centrale. Lo ha riferito il ministero dell'Interno e della Sicurezza Nazionale di Gaza, nell'enclave palestinese governata da Hamas. "I servizi di sicurezza hanno arrestato un sospetto ed e' in corso un'indagine sull'incidente", ha sottolineato il ministero in un comunicato. Il corpo di Zamzam è stato trasportato all'ospedale dei Martiri di Al-Aqsa, secondo fonti mediche della struttura. Al momento, quindi, le informazioni diffuse dalle autorita' e dai media locali non fanno riferimento ad un possibile coinvolgimento delle forze di difesa israeliane. 

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Il 7 ottobre del 2023 i terroristi sono penetrati nel Sud dello Stato ebraico, attaccando i kibbutz vicini al confine con la Striscia di Gaza, uccidendo famiglie e sequestrando persone. Le vittime del massacro, in totale, sono state circa 1.300. Israele ha risposto lanciando l’operazione 'Spade di Ferro' con massicci bombardamenti su Gaza, a cui poi è seguita un'offensiva di terra che ha portato all’invasione della Striscia, che ancora oggi è stretta nella morsa israeliana. Si contano oltre 60mila morti. Nel corso dei mesi, il conflitto si è allargato a Hezbollah nel Sud Libano e all'Iran.

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Per l'Iran, "le minacce di Israele di nuovi attacchi sono guerra psicologica"

"Le ripetute minacce di Israele sulla possibilità di nuovi attacchi contro l'Iran fanno parte della guerra psicologica del regime, volta a creare paura tra gli iraniani, dopo i suoi attacchi durante la guerra di 12 giorni con l'Iran a giugno", ha dichiarato il ministro degli Esteri iraniano, Abbas Araghchi, sottolineando che "la guerra psicologica fa parte della vera guerra". "Certo, non dobbiamo ignorare o sottovalutare la possibilità di una ripresa del conflitto militare di Israele contro l'Iran. Siamo assolutamente pronti a difendere il Paese", ha aggiunto, in un'intervista ad Al Jazeera, citata dall'agenzia Irna. Araghchi ha aggiunto che l'Iran "non cerca mai la guerra", ma vuole risolvere i problemi attraverso la diplomazia. "Tuttavia, non ci siamo mai fidati degli Stati Uniti come negoziatori onesti. Nessuno può fidarsi degli Stati Uniti", ha sottolineato il capo della diplomazia di Teheran. 

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