“Modello IRA” per il disarmo di Hamas, cos’è e perché se ne parla per il futuro di Gaza
MondoIntroduzione
Mentre regge - a fatica - il cessate il fuoco a Gaza, ci si interroga su quale possa essere il percorso della seconda fase del piano di Donald Trump verso la pace. E tra le diverse possibilità che sono state ventilate, si è parlato anche di un “modello IRA” per la fine della lotta armata di Hamas. Ma come si arrivò alla fine del conflitto in Irlanda del Nord, ed è davvero replicabile per far terminare la guerra che ha devastato la Striscia?
Quello che devi sapere
Che cos’era l’IRA
IRA è l’acronimo di Irish Republican Army. Fu un’organizzazione paramilitare creata con l’obiettivo di fondare una repubblica in Irlanda del Nord, porre fine al controllo britannico della porzione dell’isola e unire il territorio con l’Irlanda. Il movimento assunse rilevanza anche internazionale tra la fine degli anni ’60 e l’inizio degli anni ’90, quando la sua campagna di attacchi alle forze regolari causò secondo la BBC la morte di più di 1700 persone nel corso di 25 anni.
Leggi anche: Israele-Palestina, da Oslo a Sharm el-Sheikh: i piani di pace negli ultimi decenni
Che cos’è il Good Friday Agreement
Il conflitto che ha devastato l’Irlanda del Nord (e il Regno Unito) per 30 anni è terminato il 10 aprile 1998, quando è stato firmato l’accordo che è passato alla storia come “Good Friday Agreement” (noto in Italia come “Accordo del Venerdì Santo”). L’intesa prevedeva la creazione di un nuovo governo per la nazione parte del Regno Unito, che mettesse insieme unionisti e separatisti e riformasse profondamente il funzionamento delle istituzioni locali. E, ancor più importante, ha sancito il disarmo dei gruppi armati come l’IRA e la liberazione delle persone incarcerate per essere state coinvolte nelle violenze.
Perché si parla del disarmo dell’IRA
L’accordo che ha portato al disarmo dell’IRA è stato citato in relazione al piano di pace di Donald Trump per Gaza, e il possibile disarmo di Hamas. A inizio ottobre il primo ministro del Regno Unito Keir Starmer ha detto che il Paese potrebbe giocare un ruolo centrale nel far deporre le armi al gruppo a Gaza, proprio sulla base della sua esperienza nel convincere i gruppi paramilitari dell’Irlanda del Nord a fare lo stesso. Del resto - come sottolineato da Reuters - il consigliere per la sicurezza nazionale di Starmer è Jonathan Powell, il principale artefice del Good Friday Agreement del 1998 siglato durante il governo laburista di Tony Blair. “Sarà difficile, ma è cruciale. Fu difficile con l’IRA, ma fu fondamentalmente”, ha detto il premier britannico. Powell era in Egitto per il summit su Gaza, e l’inviato di Trump Steve Witkoff lo ha ringraziato per il suo “incredibile contributo e i suoi sforzi infaticabili”.
Come si arrivò al disarmo
La fine della lotta armata dell’IRA arrivò definitivamente nel 2005, quando il gruppo ne annunciò il termine. L’Irish Republican Army, riporta ancora Reuters, rifiutò di consegnare pubblicamente le armi ma accettò la presenza di un monitoraggio indipendente sull’arsenale. Dopo tre mesi, fu annunciato che le armi erano state messe fuori uso. L’accordo che portò alla fine della lotta armata, come detto, riformò molti aspetti della vita nell’Irlanda del Nord: non solo il disarmo dei gruppi paramilitari, ma anche il rilascio dei prigionieri e la riforma della polizia fino alla normalizzazione delle disposizioni di sicurezza.
Le differenze con Hamas
Nonostante l’offerta britannica e alcune similarità con il caso dell’IRA, ci sono però anche profonde differenze da tenere in considerazione. In primo luogo, a differenza di quanto avvenuto a Gaza dal 2007 a oggi, i gruppi paramilitari nordirlandesi non arrivarono mai a governare la regione. Inoltre, sebbene molto armate, come sottolineato dal Corriere della Sera, le fazioni di Belfast non disposero mai di arsenali grandi quanto quelli di Hamas. E infine, la differenza forse più importante è che la grande maggioranza dei militanti dell’IRA erano d’accordo con il processo di pacificazione e disarmo.
Il nodo del governo della Palestina
Inoltre, il “Good Friday Agreement” stabilì anche la futura governance dell’Irlanda del Nord riformando il governo locale in modo da pacificare unionisti e separatisti. La situazione della Palestina, però, appare più complessa: non solo per le ragioni citate in precedenza, ma anche perché i territori non sono di fatto governati dalla stessa autorità. Se infatti a Gaza è Hamas governare, la Cisgiordania è nelle mani dell’Anp, e tra le due entità non scorre buon sangue dopo la guerra civile combattuta tra il 2006 e il 2007 tra Fatah e Hamas.
La posizione di Abu Mazen
La situazione di tensione è certificata anche dall’intervista concessa al Corriere della Sera dal presidente dell’Anp, Abu Mazen. Il leader che governa la Cisgiordania ha infatti rivendicato che “lo Stato di Palestina è l'autorità sovrana su Gaza. È quindi fondamentale ristabilire il collegamento con la Cisgiordania attraverso le leggi, le istituzioni e il governo, tramite il Comitato Amministrativo Transitorio e le forze di sicurezza legittime. Abbiamo concordato la presenza temporanea di una forza di stabilizzazione arabo-internazionale, con mandato del Consiglio di Sicurezza dell'Onu".
“Costruire uno Stato non militarizzato”
Per il presidente dell’Anp si deve lavorare “sulla costruzione di uno Stato moderno, democratico e non militarizzato, sull'organizzazione di elezioni presidenziali e parlamentari entro un anno dalla fine della guerra, e sulla preparazione di una costituzione provvisoria che sarà annunciata nei prossimi mesi. Lavoriamo anche a due norme sulla legge elettorale e sui partiti". Infine, il nodo della fine della lotta armata: “C'è una richiesta internazionale di disarmo che Hamas ha approvato. Inoltre, non dovranno avere alcun ruolo nel governo di Gaza: le armi vanno consegnate. Hamas ha ancora la possibilità di trasformarsi in un partito politico, se adotterà i principi dell'Olp - che riconosce Israele - rispetterà i suoi impegni internazionali e sosterrà la soluzione dei due Stati". Si aprirà lo spiraglio per arrivare a una pace sul “modello IRA”?
Leggi anche: Accordi di Abramo, cosa sono e cosa prevedono