Gaza, dal ritiro dell'Idf al nuovo governo: ecco cosa prevede il piano Usa

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Introduzione

La Striscia di Gaza "sarà una zona deradicalizzata e liberata dal terrorismo, che non rappresenterà più una minaccia per i suoi vicini. E sarà riqualificata a beneficio della sua popolazione". Inizia così, con questa promessa, il piano in 21 punti elaborato dal presidente americano Donald Trump e dalla sua amministrazione. Anche se Hamas sostiene di non averlo ancora ricevuto e quindi di non poterlo valutare, diversi media israeliani e arabi sono stati in grado di rivelarne già alcuni frammenti. Eccoli nel dettaglio.

Quello che devi sapere

Liberazione degli ostaggi e via l'Idf

Si parte da uno dei punti più importanti del programma americano: il ritorno a casa degli ostaggi israeliani e il ritiro dell'Idf dalla Striscia di Gaza. Se sia Israele che Hamas accetteranno la proposta dell'amministrazione Trump, "la guerra finirà immediatamente, con le forze israeliane che interromperanno tutte le operazioni e si ritireranno gradualmente dalla Striscia", si legge nel programma. "Entro 48 ore dall'accettazione dell'accordo, tutti gli ostaggi, vivi e deceduti, saranno restituiti", viene aggiunto. In seguito alla liberazione degli ostaggi in mano ad Hamas, toccherà a Israele "liberare diverse centinaia di prigionieri palestinesi che scontano l'ergastolo e oltre mille abitanti di Gaza arrestati dall'inizio della guerra".

 

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Il nuovo governo (senza Hamas)

Altro punto fondamentale del piano americano riguarda il futuro dello Striscia senza Hamas. Una volta terminata la guerra, sarà possibile dare vita a un nuovo governo, viene specificato. Ma di che tipo? Per Washington, sarà "composto da tecnocrati palestinesi" e "supervisionato da un nuovo organismo internazionale istituito dagli Stati Uniti, in consultazione con i partner arabi ed europei". L'esecutivo di transizione "resterà in carica fino al completamento del programma di riforme dell'Autorità nazionale palestinese". In questo quadro, viene ribadito, "Hamas non avrà alcun ruolo". 

 

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La forza di stabilizzazione

Si è parlato di un nuovo organismo internazionale istituito dagli Stati Uniti in consultazione con partner arabi ed europei. Uno dei punti-chiave del piano di Trump specifica meglio questo aspetto, fornendo qualche piccola indicazione in più. Gli Stati Uniti, viene spiegato, "collaboreranno con i partner arabi e altri alleati per sviluppare una forza temporanea di stabilizzazione internazionale", che verrà immediatamente dispiegata a Gaza. Non solo: tale forza di stabilizzazione sarà chiamata ad "addestrare una forza di polizia palestinese".

 

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La ricostruzione

Se verrà creato un nuovo governo, sotto la supervisione di un nuovo organismo di stabilizzazione internazionale, servirà necessariamente ricostruire Gaza, distrutta dai bombardamenti israeliani. Secondo il programma di Washington, dovrà essere "elaborato un piano economico per la ricostruzione di Gaza", con l'istituzione di "una zona economica, con tariffe di accesso ridotte". E i palestinesi? Saranno costretti a emigrare altrove? Nessun residente "sarà costretto a lasciare Gaza", viene specificato, e "coloro che sceglieranno di andarsene potranno tornare".

 

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Amnistia e disarmo di Hamas

Hamas, come detto, non avrà alcun ruolo nel futuro della Striscia di Gaza. Ma che fine faranno i suoi leader e miliziani? Per tutti i membri dell'organizzazione terroristica "che si impegnano a una coesistenza pacifica verrà concessa l'amnistia", viene spiegato. A chi invece vuole lasciare la Striscia, "verrà garantito un passaggio sicuro verso i Paesi di destinazione". Il gruppo terroristico dovrà cedere tutte le armi, che dovranno essere consegnate a una forza araba e internazionale. 

 

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Il futuro Stato palestinese

Via Hamas, costituzione di un nuovo governo palestinese, supervisione di una forza internazionale. Tre elementi, come detto, fondamentali per Washington. Ma si arriverà mai alla creazione di un vero e proprio Stato palestinese? L’ipotesi non è affatto remota, secondo il piano americano. In uno dei punti-chiave della road map statunitense, si afferma infatti che "una volta che la riqualificazione di Gaza sarà stata portata avanti e il programma di riforma dell'Anp sarà stato implementato, potrebbero esserci le condizioni per un percorso credibile verso la creazione di uno Stato palestinese".

 

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Annessione di Gaza e Cisgiordania

Come prevede la road map americana, Israele non deve "occupare né annettere Gaza e la Cisgiordania". Le forze armate dello Stato ebraico "consegneranno gradualmente il territorio attualmente occupato" e "accetteranno di non effettuare futuri attacchi in Qatar". 

 

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Gli aiuti umanitari

Non solo ricostruzione di edifici: c'è una popolazione che ha bisogno di tornare a vivere. Per questo motivo, viene spiegato, "arriveranno nella Striscia" aiuti umanitari con un ritmo di "600 camion al giorno". Tali aiuti "saranno distribuiti dalle Nazioni Unite e dalla Mezzaluna Rossa, insieme ad altre organizzazioni non associate né a Israele né ad Hamas". Non solo: sarà chiuso il Fondo umanitario a Gaza (Ghf) che finora si è occupato della distribuzione degli aiuti.

 

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