Gaza, Italia pronta a riprendere missione Eubam-Rafah al confine tra Egitto e la Striscia
MondoIntroduzione
L’Italia riprenderà il suo ruolo nell’imminente riapertura della missione civile Eubam-Rafah, al confine tra Egitto e Striscia di Gaza, nata su proposta di Israele e dell’Autorità Palestinese ormai 20 anni fa, nel 2005, per essere bloccata due anni dopo e poi riattivata brevemente lo scorso gennaio, nel pieno della guerra che ha distrutto la Striscia di Gaza (GLI AGGIORNAMENTI LIVE).
Quello che devi sapere
Missione Eubam-Rafah, il ruolo dell’Europa
La missione è pensata per fornire una presenza neutrale al valico di Rafah (tecnicamente Punto di Attraversamento di Rafah, in foto). Come suggerisce il nome Eubam, European union border assistance mission, sono le forze europee che hanno lavorato per supportare il coordinamento tra tutti i soggetti coinvolti e rafforzare la capacità dell’Autorità Palestinese di gestire efficacemente il valico.
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Missione in stand-by dopo la salita al potere di Hamas
La missione, come detto, è entrata in stand-by nel 2007, dopo la presa della Striscia di Gaza da parte di Hamas. Non è stata però del tutto abbandonata: dal 2014 ha attuato un progetto di rafforzamento delle capacità a lungo termine con le autorità di frontiera palestinesi, “offrendo formazione e consulenza strategica per supportare i preparativi per un futuro ritorno al valico e promuovere una gestione sostenibile del confine guidata dai palestinesi”, come si spiega sul sito ufficiale dell’operazione.
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La missione riparte (e si blocca di nuovo) a gennaio 2025
È solo nel gennaio 2025 che Eubam-Rafah è stata dispiegata nuovamente al valico di confine, a seguito di un (brevissimo) cessate il fuoco tra Israele e Hamas, con l’obiettivo di coordinare e facilitare il transito giornaliero di feriti e malati (fino a 300 al giorno), garantendo "assistenza e protezione a persone vulnerabili in un contesto di emergenza umanitaria". La riapertura limitata del valico è saltata di nuovo a marzo.
Eubam-Rafah riprende con piano di pace Trump
Adesso si guarda a una nuova fase, dopo che Israele e Hamas hanno firmato la prima parte dell’accordo di pace proposto dal presidente Usa Donald Trump, quella che prevede innanzitutto il rilascio degli ostaggi israeliani in mano ad Hamas e la liberazione dei detenuti palestinesi dalle carceri israeliane. Si parla anche di una "linea di ritiro iniziale" da parte di Israele, ma il confine continuerà a essere sotto il controllo israeliano, come mostrato da una mappa pubblicata da Trump sul suo social Truth. Il valico sarà riaperto martedì 14 ottobre.
I carabinieri e i militari italiani in missione
La riattivazione di Eubam-Rafah è stata sostenuta dal ministro degli Esteri Antonio Tajani e dal ministro della Difesa Guido Crosetto, che avevano disposto l'invio di sette Carabinieri, partiti il 29 gennaio, in aggiunta ai due già presenti nella missione. L’Italia si era fatta carico del trasporto del contingente della Forza di gendarmeria europea attraverso il Comando operativo di vertice interforze della Difesa (Covi), incaricato di coordinare il trasferimento e il dispiegamento nell'area di militari della Guardia Civil spagnola e di gendarmi francesi. I sette Carabinieri che hanno costituito il primo contingente italiano impiegato al valico erano rientrati in Italia a fine luglio, subito sostituiti con altrettanti militari dell'Arma.
Riprendono le attività italiane
Il ministro Crosetto ha ora autorizzato il Capo di Stato Maggiore della Difesa, il generale Portolano, a disporre “la ripresa delle attività italiane nell’ambito della missione Eubam-Rafah”, seguendo “le medesime modalità del gennaio 25, in coordinamento con la Farnesina", come sottolineato in una nota.
Valico di Rafah riaperto il 14 ottobre su due direzioni
Il prossimo 14 ottobre il valico di Rafah verrà “aperto alternativamente su due direzioni in uscita verso l’Egitto ed in entrata verso Gaza”, spiega sempre Crosetto, dopo che domenica 12 “inizieranno le operazioni di rilascio degli ostaggi israeliani ed il rilascio di prigionieri palestinesi”. Per permettere le operazioni, prosegue la nota, “gli israeliani stanno provvedendo a ripristinare in tempi brevissimi la funzionalità logistica dell’infrastruttura del valico".
Gli aiuti umanitari
Da altri valichi presenti nell’area dovrebbero affluire all’incirca “600 autoarticolati di aiuti umanitari al giorno dentro Gaza”, dice Crosetto. Il passaggio di personale, a differenza di quanto successo in passato, “non sarà limitato a casi clinici gravi, ma sarà esteso a chiunque lo vorrà (previo concorde parere di Israele ed Egitto)".
La missione Eupol Copps
Anche la Rappresentante Ue per la Politica Estera Kaja Kallas ha assicurato che l’Unione è pronta a ridispiegare la missione. L’Europa guarda anche a “cosa possiamo fare con il mandato Eupol Copps per supportare la forza di stabilizzazione" a Gaza, per capire come “contribuire al piano di pace affinché questa pace sia sostenibile anche sul campo". Il sito del Consiglio europeo evidenzia che “Euopol Copps sostiene la polizia civile palestinese e più in generale le istituzioni giudiziarie nei settori relativi all'apparato di polizia e giudiziario penale in senso lato, contribuisce alle riforme del settore della sicurezza e della giustizia palestinese”.
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