Pace Gaza, accordo tra Israele e Hamas per prima fase di piano Trump: i 20 punti del testo
MondoIntroduzione
Nella notte tra l’8 e il 9 ottobre il presidente Usa Donald Trump ha annunciato che “Israele e Hamas hanno entrambi sottoscritto la prima fase del nostro piano di pace. Ciò significa che tutti gli ostaggi saranno rilasciati molto presto e Israele ritirerà le sue truppe secondo una linea concordata, come primo passo verso una pace forte e duratura". “Questo è un grande giorno”, ha aggiunto il leader Usa (GLI AGGIORNAMENTI IN DIRETTA).
Nelle scorse settimane la Casa Bianca aveva pubblicato la strategia in 20 punti del presidente degli Stati Uniti per Gaza. In primis, si legge nel documento, la Striscia "sarà una zona deradicalizzata e libera dal terrorismo che non rappresenterà una minaccia per i suoi vicini", che "sarà riqualificata a beneficio della popolazione di Gaza, che ha sofferto più che abbastanza". E ancora: "Con lo sviluppo di Gaza e quando il programma di riforma dell'Autorità Nazionale Palestinese sarà portato avanti fedelmente, potrebbero finalmente crearsi le condizioni per un percorso credibile verso l'autodeterminazione e lo Stato palestinese, che riconosciamo come l'aspirazione del popolo palestinese".
Sulla base di questo piano è stato raggiunto l’accordo in Egitto. Tuttavia, funzionari Usa a conoscenza dei negoziati, citati da Abc News, hanno sottolineato che l'accordo tra Israele e Hamas riguarda i primi passi di un quadro di pace a Gaza sostenuto dagli Stati Uniti, ma non la totalità del piano radicale in 20 punti presentato la scorsa settimana dal presidente Trump. Le fonti spiegano che i colloqui si sono concentrati quasi esclusivamente su ciò che accadrà nei primi giorni e settimane dell'accordo: il ritiro parziale israeliano da Gaza e lo scambio di quasi 50 ostaggi tra vivi e morti con prigionieri palestinesi. Alcuni dei punti più difficili, come la governance di Gaza e il disarmo di Hamas, dovranno ancora essere negoziati in futuro. Ecco cosa prevede il piano pubblicato dalla Casa Bianca, anche se alcuni punti restano ancora incerti
Quello che devi sapere
Entro 72 ore ostaggi liberi
In base alla proposta di Donald Trump per Gaza, gli ostaggi nelle mani di Hamas dovrebbero essere liberati entro 72 ore, vivi o morti, si legge nel piano del presidente americano pubblicato dalla Casa Bianca.
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Israele rilascerà 250 palestinesi condannati all'ergastolo
In cambio della liberazione degli ostaggi israeliani, Israele libererà 250 prigionieri palestinesi condannati all'ergastolo e più di 1.700 cittadini di Gaza arrestati dopo il 7 ottobre 2023. Inoltre, per ogni ostaggio israeliano i cui resti saranno restituiti, Israele rilascerà i resti di 15 cittadini di Gaza deceduti.
Trump presiederà organismo transizione
Nel piano pubblicato dalla Casa Bianca si legge ancora: "Gaza sarà governata sotto l'amministrazione transitoria temporanea di un comitato palestinese tecnocratico e apolitico, responsabile della gestione quotidiana dei servizi pubblici e delle municipalità per la popolazione di Gaza. Questo comitato sarà composto da palestinesi qualificati e da esperti internazionali, con la supervisione e il controllo di un nuovo organismo transitorio internazionale, il ‘Board of Peace’, che sarà presieduto e guidato dal Presidente Donald J. Trump, insieme ad altri membri e capi di Stato che saranno annunciati, incluso l'ex Primo Ministro Tony Blair". Pare che in un primo momento Hamas abbia bocciato l'ipotesi Blair
La ripresa degli aiuti umanitari
Uno dei punti affronta anche il tema della ripresa degli aiuti umanitari a Gaza in collaborazione con le Nazioni Unite. "All'accettazione di questo accordo - si legge nel piano - gli aiuti saranno immediatamente inviati nella Striscia di Gaza. Come minimo, le quantità di aiuti saranno coerenti con quanto previsto dall'accordo del 19 gennaio 2025 riguardante gli aiuti umanitari, compresa la riabilitazione delle infrastrutture (acqua, elettricità, fognature), la riabilitazione di ospedali e panifici, e l'ingresso delle attrezzature necessarie per rimuovere le macerie e aprire le strade". "L'ingresso e la distribuzione degli aiuti nella Striscia di Gaza - continua il documento - procederanno senza interferenze da parte delle due parti, tramite le Nazioni Unite e le sue agenzie, la Mezzaluna Rossa e altre istituzioni internazionali non associate in alcun modo a nessuna delle due parti. L'apertura del valico di Rafah in entrambe le direzioni sarà soggetta allo stesso meccanismo previsto dall'accordo del 19 gennaio 2025".
La Forza di Stabilizzazione Internazionale
Gli Stati Uniti - secondo il piano pubblicato dalla Casa Bianca - collaboreranno con i partner arabi e internazionali per sviluppare una Forza di Stabilizzazione Internazionale (Isf) temporanea da dispiegare immediatamente a Gaza", che addestrerà le future forze di polizia palestinesi: "Questa forza rappresenterà la soluzione di sicurezza interna a lungo termine".
Il ritiro di Israele da Gaza
Il piano di pace degli Stati Uniti prevede anche un ritiro graduale delle forze israeliane da Gaza e che le parti si accordino sulla tempistica. "Israele non occuperà né annetterà Gaza”, si legge ancora nel piano. "Con l'instaurarsi del controllo e della stabilità da parte delle Isf, Forze di stabilizzazione internazionale, le Idf, Forze di difesa israeliane, si ritireranno secondo standard, traguardi e tempistiche legate alla smilitarizzazione, concordati tra Idf, Isf, i garanti e gli Stati Uniti, con l'obiettivo di una Gaza sicura che non rappresenti più una minaccia per Israele, l'Egitto o i loro cittadini".
Piano prevede in futuro lo "Stato palestinese"
Inoltre, con l'avanzamento della riqualificazione di Gaza e il "fedele svolgimento del programma di riforma dell'Autorità Palestinese, potranno finalmente crearsi le condizioni per un percorso credibile verso l'autodeterminazione e lo Stato palestinese, riconosciuto come aspirazione del popolo palestinese", si legge nel piano di pace per Gaza presentato dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump. "Gli Stati Uniti stabiliranno un dialogo tra Israele e palestinesi per concordare un orizzonte politico di convivenza pacifica e prospera". Inoltre "nessuno sarà costretto a lasciare Gaza, e chi desidera andarsene potrà farlo liberamente e avere la possibilità di ritornare. Incoraggeremo le persone a rimanere e offriremo loro l'opportunità di costruire una Gaza migliore".
Amnistia o esilio
Il piano prevede anche che Hamas deponga le armi. Ai miliziani "che si impegnano a una coesistenza pacifica verrà concessa l'amnistia", e "sarà garantito un passaggio sicuro" a chi sceglierà l'esilio.
Nessun ruolo per Hamas
Nel testo viene ribadito che Hamas "non avrà alcun ruolo, né direttamente né indirettamente", Gaza sarà "smilitarizzata" e "i partner regionali forniranno la garanzia" per assicurare che la "Nuova Gaza" non rappresenti più "una minaccia".
Sviluppo e investimenti
Si parla anche di "un piano di sviluppo economico di Trump per ricostruire e rivitalizzare Gaza" elaborato con "un gruppo di esperti che hanno contribuito alla nascita di alcune delle fiorenti città moderne del Medio Oriente". Si citano "molte proposte di investimento" e "idee di sviluppo entusiasmanti" che "saranno prese in considerazione". Sarà inoltre "istituita una zona economica speciale con tariffe di accesso preferenziali da negoziare con i Paesi partecipanti".
Le parole di Trump
"Siamo più che vicini a un accordo di pace su Gaza", aveva detto Donald Trump in una conferenza stampa con Benjamin Netanyahu, sottolineando che "l'Europa è stata molto coinvolta nell'elaborazione del piano per Gaza" e ringraziando i "Paesi arabi e musulmani per il loro contributo". Poi aveva aggiunto: Israele avrà "il diritto" e il pieno appoggio degli Stati Uniti di "completare il lavoro di annientamento della minaccia di Hamas", se il gruppo rifiuta il piano di pace.
Netanyahu: "Accetto il piano di Trump per fermare la guerra"
"Accetto il tuo piano per mettere fine alla guerra a Gaza", aveva invece detto il premier israeliano Benjamin Netanyahu nella conferenza stampa congiunta alla Casa Bianca con Donald Trump, elencando alcune delle principali condizioni previste, aggiungendo che è "coerente con gli obiettivi di Israele". "Oggi stiamo facendo un passo decisivo sia per finire la guerra a Gaza che per preparare il terreno per portare la pace in tutto il Medio Oriente, e oltre", aveva aggiunto.
Hamas: "Blair inaccettabile. Resistenza armata nostro diritto"
Dopo poco era arrivata la risposta di Hamas, affidata all’alto funzionario Taher al-Nunu: "Tony Blair è una figura inaccettabile per il nostro popolo. Abbiamo accettato la formazione di un comitato che non rappresenti alcuna fazione palestinese per gestire gli affari di Gaza dopo la guerra, e non accetteremo l'imposizione di una tutela straniera sul nostro popolo". Inoltre "il nostro popolo è perfettamente capace di gestire i propri affari da solo", aveva aggiunto. "La resistenza armata è un diritto del popolo palestinese finché esiste l'occupazione. Se il popolo palestinese sarà liberato e verrà creato uno Stato palestinese, allora non ci sarà più bisogno né di resistenza né di armi, e ciò farà parte dell'entità palestinese", aveva detto, in un'intervista al canale qatariota Al-Arabi il funzionario di Hamas Tahir al-Nunu.
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Hamas: "Piano di pace per Gaza pende verso Israele"
L'alto funzionario di Hamas Muhammad Mardawi aveva inoltre dichiarato in un'intervista al canale qatariota Al Jazeera che il piano di pace per Gaza "pende verso la prospettiva israeliana. È vicino a ciò su cui Netanyahu insiste per continuare la guerra". Tuttavia, "dobbiamo ricevere questo piano in forma scritta e chiara prima di rispondere. Il piano deve essere nelle mani di Hamas e delle organizzazioni palestinesi", aveva sottolineato. In seguito una fonte diplomatica aveva riferito ad Al Jazeera che il Qatar e l'Egitto avevano trasmesso il piano di Trump per la Striscia di Gaza alla delegazione negoziale di Hamas, la quale aveva promesso ai mediatori di "studiare la proposta responsabilmente".
Blair: "Il piano di Trump è coraggioso e intelligente"
A stretto giro era arrivato anche il commento dell'ex primo ministro britannico Tony Blair: "Il presidente Trump ha elaborato un piano coraggioso e intelligente che, se approvato, può porre fine alla guerra, portare sollievo immediato a Gaza, la possibilità di un futuro migliore e più luminoso per il suo popolo, garantendo al contempo la sicurezza assoluta e duratura di Israele e il rilascio di tutti gli ostaggi", aveva detto Blair nella sua prima dichiarazione pubblica sulla questione. "Ci offre la migliore possibilità di porre fine a due anni di guerra, miseria e sofferenza e ringrazio il presidente Trump per la sua leadership, determinazione e impegno". "In particolare, la disponibilità (di Trump) a presiedere il Consiglio per la pace per supervisionare la nuova Gaza è un enorme segnale di sostegno e fiducia nel futuro di Gaza - aveva aggiunto l'ex premier -, nella possibilità che israeliani e palestinesi trovino una strada verso la pace e nel potenziale di un'alleanza regionale e globale più ampia per contrastare le forze dell'estremismo e promuovere la pace e la prosperità tra le nazioni".
L’annuncio dell’accordo
Il sì all’accordo è stato annunciato da Trump con un messaggio su Truth, nella notte tra l'8 e il 9 ottobre 2025: “Sono molto orgoglioso di annunciare che Israele e Hamas hanno entrambi sottoscritto la prima fase del nostro piano di pace. Ciò significa che tutti gli ostaggi saranno rilasciati molto presto e Israele ritirerà le sue truppe secondo una linea concordata, come primo passo verso una pace forte e duratura". "Tutte le parti saranno trattate equamente! Questo è un grande giorno per il mondo arabo e musulmano, Israele, tutte le nazioni circostanti e gli Stati Uniti d'America, e ringraziamo i mediatori di Qatar, Egitto e Turchia, che hanno collaborato con noi per rendere possibile questo evento storico e senza precedenti. Benedetti gli operatori di pace!", si legge ancora. Il presidente americano ha aggiunto che gli Stati Uniti contribuiranno alla ricostruzione di Gaza e a mantenerla sicura e pacifica. "Saremo coinvolti nell'aiutarli a raggiungere il successo e a mantenere la pace", ha dichiarato a Fox News, aggiungendo di essere "molto fiducioso che ci sarà pace in Medio Oriente". Ha poi spiegato che, secondo lui, gli ostaggi rientreranno in Israele lunedì. "Credo che gli ostaggi torneranno lunedì e che ci saranno anche i corpi di quelli morti", ha detto
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Necessari altri negoziati
L'accordo tra Israele e Hamas, come sottolineato da funzionari Usa a conoscenza dei negoziati e citati da Abc News, riguarda solo i primi passi di un quadro di pace a Gaza sostenuto dagli Stati Uniti ma non la totalità del piano radicale in 20 punti presentato la scorsa settimana dal presidente Trump. I colloqui, hanno continuato le fonti, si sono concentrati quasi esclusivamente su ciò che accadrà nei primi giorni e settimane dell'accordo: il ritiro parziale israeliano da Gaza e lo scambio di quasi 50 ostaggi tra vivi e morti con prigionieri palestinesi. Alcuni dei punti più difficili, come la governance di Gaza e il disarmo di Hamas, dovranno ancora essere negoziati in futuro.
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