L'uomo, fermato dai poliziotti il 25 maggio, è morto dopo essere stato immobilizzato a terra con un ginocchio sul collo per oltre otto minuti. Il suo caso ha scatenato proteste - guidate dal movimento Black lives matter - in tutto il mondo contro la discriminazione razziale
Il nome di George Floyd (CHI ERA) è diventato il simbolo della lotta antirazziale in tutto il mondo dal 25 maggio 2020. Quel giorno l'uomo, afroamericano di 46 anni residente a Minneapolis, viene fermato da quattro poliziotti a causa di un documento falso. Dopo averlo fatto uscire dall'auto in cui si trovava, uno degli agenti lo ha tenuto a terra con un ginocchio sul collo per 8 minuti e 46 secondi, causandone la morte per soffocamento. Al caso Sky Tg24 ha dedicato lo speciale "America Burning”, curato da Tiziana Prezzo, in onda venerdì 26 giugno (guarda un estratto nel video in alto).
Il video che ha scatenato le proteste
Il caso di Floyd è rimbalzato in tutti i siti, giornali e tv del mondo dopo che è stato diffuso il video, fatto da un passante, che documenta gli ultimi minuti di vita dell'uomo che, a terra, urla "I can't breathe" ("non riesco a respirare"), mentre viene tenuto fermo con un ginocchio sul collo da un agente. Dopo oltre otto minuti, Floyd smette di muoversi: solo in quel momento viene chiamata l'ambulanza ma l'uomo morirà poco dopo. Da questo video parte anche l'instant doc sul caso prodotto da Sky..
Le prime proteste in Usa
A poche ore dalla notizia della morte di Floyd, a Minneapolis iniziano le proteste guidate dal movimento Black lives matter (FOTO 1 - 2). La città diventa il centro delle tensioni, tanto da spingere il primo cittadino al coprifuoco, misura che viene poi estesa nei giorni seguenti ad altre città del Minnesota per cercare di limitare i disordini.
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Il sostegno delle star
Insieme alle proteste in strada, arrivano anche quelle social da parte di tantissimi vip afroamericani e non (FOTO) che chiedono giustizia per Floyd. Diverse star come Micheal Jordan a Spike Lee mostrano il proprio sostegno al Black lives matter, mentre Lady Gaga e Kanye West scendono in campo in prima persona per tenere viva l'attenzione verso il caso americano.
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Le manifestazioni in tutto il mondo
Già qualche giorno dopo la morte di Floyd anche oltreoceano si moltiplicano i sit-in, le marce di protesta e le manifestazioni a sostegno del Black lives matter. Non manca l'Italia, che da nord a sud (FOTO 1 - 2) si mobilita per chiedere giustizia per George Floyd.
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Tensioni davanti a Casa Bianca, attaccata statua Andrew Jackson. FOTO
Le statue vandalizzate
Non solo proteste pacifiche: con la morte di Floyd in diverse parti del mondo, dagli Usa al Belgio, vengono vandalizzate le statue di personaggi storici come generali sudisti, sovrani, ma anche commercianti e mercanti di schiavi. A Milano la statua di Indro Montanelli è stata ricoperta di vernice e insulti (LE FOTO).
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I quattro poliziotti coinvolti
Mentre le proteste raggiungono ogni angolo del mondo, a Minneapolis sono quattro i poliziotti coinvolti nelle indagini sulla morte di Floyd: Thomas Lane, Tou Thao, J. Alexander Kueng e Derek Chauvin. Chauvin viene accusato di omicidio di secondo e terzo grado e omicidio colposo di terzo grado, infatti è lui ad aver tenuto il ginocchio premuto sul collo di Floyd.
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Il punto delle indagini
Due dei quattro poliziotti coinvolti ora sono fuori di prigione. Thomas Lane ha lasciato il carcere il 10 giugno pagando la cauzione di 750mila dollari. Così come ha fatto nei giorni scorsi Alexander Keung, riconosciuto mentre faceva acquisti in un supermercato da una donna, che ha filmato la scena.