Ambientato nella Roma del 1943 un racconto d’avventura, un romanzo di formazione e una riflessione sulla diversità. 16 candidature ai David di Donatello. In prima tv questa sera su Sky Cinema e in streaming su Now
"Felice chi è diverso essendo egli diverso. Ma guai a chi è diverso essendo egli comune”. Sono versi del poeta Sandro Penna, cresciuto sotto il giogo del regime fascista. E forse la poesia rappresenta la chiave per aprire le porte del mondo di Freaks Out, presentato in concorso alla 78. Mostra del Cinema di Venezia (LO SPECIALE). Si sa: il secondo film è sempre il più difficile. Dopo l’incredibile successo di critica e di pubblico di Lo chiamavano Jeeg Robot, tutti febbricitavano aspettando la nuova opera di Gabriele Mainetti. E al netto della “Schadenfreude” (ossia il godere delle sventure altrui), patologia che purtroppo affligge parecchi abitanti del globo terracqueo, la pellicola, nonostante una produzione assai travagliata, soprattutto per l’emergenza Covid , il filmè uscito nella sale cinematografiche e ora arriva su Sky in prima tv lunedi 4 aprile Alle 21.1 su Sky Cinema Uno, Sky Cinema 4K e alle 21.45 su Sky Cinema Action Freaks out ha ottenuto ben 16 candidature ai David di Donatello 2022, tra cui la nomination come miglior film, miglior regia, miglio attore protagonista (Franz Rogowski) e miglior attrice protagonista (Aurora Giovinazzo)
Freaks Out: Arrivano i Mostri
Come dice il poliziotto del B-Movie Blob- Fluido Mortale: “Non c’è nessuno tranne noi Mostri”. E il film racconta l’odissea di un quartetto diversamente umano. Insomma una sorta di Fantastici Quattro, però all’italiana. Quindi mutanti nostrani, traboccanti di tutti i vizi, ma pure le virtù che ci contraddistinguono, "supereroi alla vaccinara” con tante macchie e molte paure e per questo assolutamente adorabili, con coraggio e probabilmente un filo di incoscienza. Mainetti ambienta la pellicola dopo l’8 settembre del 1943. Pietro Badoglio ha appena firmato l’armistizio di Cassibile. E basta ricordarsi di un film come “I due Marescialli” con Totò e Vittorio De Sica, quanto sia complicato tradurre immagini e magari rappresentare, soprattutto ironizzare su quel momento storico, talmente confuso e tragico. L’idea vincente è filtrare la tragedia attraverso il circo. Per citare Fellini “Il cinema è come una vecchia puttana, come il circo e il varietà, e sa come dare molte forme di piacere.”
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Da Claudio Santamaria a Pietro Castellito, il cast di Freaks Out
Se Tod Browning con il capolavoro Freaks aveva scandalizzato Hollywood, Gabriele Mainetti dimostra di apprezzare e amare alla follia i suoi “mostri”; Quattro personaggi che spopolerebbero al celeberrimo Coney Island Circus Sideshow. A partire dall’ipertricotico Fulvio. Un verace lupo mannaro dalla cadenza romanesca perfettamente rappresentato da Claudio Santamaria, avvezzo a interpretare supereroi dalle tendenze animalesche, visto che ha prestato la voce italiana ai Batman griffati Nolan. Sublime pure l’Uomo insetto di Pietro Castellitto (candidato ai David di Donatello come migliore non protagonista) . Ciencio di nome e di fatto, un dropout albino e loquace con cui è semplice empatizzare. Al pari della calamita umana, ovvero Carlo, interpretato da Gianni Parisi. Un clown gentile e svalvolato, che conferma quanto i nani, spesso e volentieri siano davvero dei superdotati. Infine, Matilde (Aurora Giovinazzo), vero motore di Freaks Out. La ragazza che letteralmente sprizza energia da tutti i pori è senza dubbio la caratterizzazione più riuscita di tutto il film. Non a caso Aurora ha ricevuto una meritatissima candidatura ai David di Donatello 2022. Ma si sa perché un fanta-action funzioni è necessaria la presenza di un villain che resti impresso nella memoria degli spettatori . E Franz Rogowski (gia noto per Undine e la vita nascosta) è un malevolo ed efficace nazista con 6 dita, divorato dal proprio delirio di onnipotenza
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Gabriele Mainetti, buona pure la seconda
Insomma, Freaks Out centra il bersaglio. Ha certo delle affinità elettive con Bastardi senza gloria tuttavia questo non rappresenta una nota di demerito. Anzi piacerebbe a tutti assistere a uno spettacolo del circo Mezzapiotta ed essere ricevuti dal direttore Israel (un perfetto Giorgio Tirabassi). Tra nebbie, ballerine, lucciole e raffiche di mitra, il film ci ricorda che in guerra non ci sono mai vincitori, ma solo sconfitti. E i mostri quelli veri hanno la svastica sul braccio. Oppure. obnubilati dall’etere e dalla psicosi, sognano il futuro, immaginando chiamate da sconosciuti con il cellulare e controller per console di videogame. Ma come cantavano gli Stormy Six: “La croce uncinata vedrà Stalingrado in ogni città". Perché almeno al cinema è gratificante, soprattutto adesso, vedere un lieto fine.
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FREAKS OUT, LA TRAMA
Roma, 1943: Matilde, Cencio, Fulvio e Mario vivono come fratelli nel circo di Israel. Quando quest'ultimo scompare misteriosamente, forse in fuga o forse catturato dai nazisti, i quattro "fenomeni da baraccone" restano soli nella città occupata. Qualcuno però ha messo gli occhi su di loro, con un piano che potrebbe cambiare i loro destini... e il corso della Storia.
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