Festival di Venezia 2021, Mona Lisa and The Blood Moon: la recensione del film

Cinema

Paolo Nizza

Tra spogliarelliste, supermarket e superpoteri, un lisergico e colorato fantasy con Kate Hudson, diretto da Ana Lily Amirpour. SEGUI LA DIRETTA

Il sorriso enigmatico di una Gioconda coreana agita le acque del lido. Dopo aver vinto nel 2016 il premio speciale della Giura con The Bad Batch, Ana Lily Amirpour torna al festival con Mona Lisa an The Blood Moon, in concorso alla 78.ma edizione della Mostra del Cinema di Venezia.  (LA DIRETTA - LO SPECIALE), Un fantasy, “sorprendente”, coloratissimo e funk” per citare gli aggettivi usati dal direttore Alberto Barbera. Ma anche un’avventura sulla ricerca della libertà in un mondo in cui regna il caos ed essere davvero liberi è un lusso consentito sempre di più a una sparuta minoranza

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Mona Lisa, tra Supermarket e Superpoteri

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“Mona Lisa/Men have named you/You're so like the lady with the mystic smile/Is it only cause you're lonely/They have blamed you”. Così cantava, il mitico Nat King Cole. E proprio i versi di questa canzone, ci introducono in questa bizzarra vicenda soprannaturale. Siamo in Louisiana, a New Orleans, città famosa per il carnevale, il vudù e la cucina, Ma il piatto forte di Mona-Lisa and The Blood Moon è il Junkie Food in salsa Porn. Dai puff al formaggio alla Root Beer, sino all’immancabile Hamburger con patatine fritte, la protagonista mangia male e velocemente. Certo, se dall’età di dieci anni hai vissuto in un centro di igiene mentale per adolescenti svalvolati e il tuo outfit è una camicia di forza non hai avuto di modo di sviluppare una cultura gourmet. Sicché, una volta che ti sei liberato dalle catene, ti ritrovi a vagabondare fuori dai supermarket tra pusher tatuatissimi e Junkie strafatti

 

Kate Hudson spogliarellista in Mona Lisa and The Blood Moon

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Buon compleanno Kate Hudson, le foto dell’attrice

Avvolto dalle tenebre di locali di Lap dance, illuminato solo da luci fluo e neo Mona Lisa and the Blood Moon è un peccaminoso viaggio al termine della notte E il nostro Virgilio in questa viziosa stagione all’inferno à Bonnie, bionda spogliarellista con i tacchi vertiginosi da pole dance, il trucco glitterato e un figlio piccolo a cui badare. Nei panni della spogliarellista, Kate Hudson ci offre il ritratto di una donna offesa dalla vita, ma al tempo stesso volitiva e intrepida. E sono gustosi i siparietti con la super-eroina fuggita dal manicomio interpretata da Jeon Jong-seo (Burning l’amore brucia).  A Craig Robinson tocca il ruolo del tutore dell’ordine che non può molto contro chi può manipolare la tua mente

Un inno alla libertà

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Come si evince già dal titolo, siamo di fronte a un’opera folle e lunatica. Non a caso in tv vediamo la sequenza di Superman II, in cui l’aliena dominatrix Ursa prende a calci il malcapitato astronauta. D’altronde il vero cattivo in Mona Lisa and the Blood Moon è il sistema con i suoi precetti, le sue norme, le sue leggi.  Sicché la pellicola è un inno agli outsider, ai freaks, a chi vive ai margini della società. E tra una stravagante versione tecno di “Estate” di Bruno Martino e una maglietta con la scritta “Rave to The Grave”, il film ci invita a dimenticarci ciò che sappiamo e a cercare il nostro spazio, la nostra strada e non quella che gli altri vorrebbero imporci 

La trama di Mona Lisa and The Blood Moon

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Mostra del Cinema di Venezia 2021, i film in concorso. FOTO

Mona Lisa and the Blood Moon parla di una ragazza dotata di insoliti e pericolosi poteri che scappa da un manicomio e tenta di cavarsela da sola a New Orleans. Costellata di sequenze rocambolesche che si susseguono al ritmo di una musica elettrizzante tra Techno Italiana e Heavy Metal, questa pellicola all’insegna del genere fantasy avventuroso evocherà inevitabilmente memorie degli anni Ottanta e Novanta

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