Intelligenza artificiale, la lettera degli artisti contro, da Julianne Moore a Thom Yorke

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Almeno 11.500 personalità di cinema, musica e letteratura hanno ribadito il divieto di usare il lavoro artistico umano per allenare senza consenso l’intelligenza artificiale, un’azione considerata “una grave e ingiusta minaccia ai mezzi di sostentamento delle persone"

Il 22 ottobre almeno 11.500 personalità creative, provenienti dal mondo del cinema, della musica e della letteratura, hanno firmato una lettera per ribadire il divieto di usare il lavoro artistico umano per allenare senza consenso l’intelligenza artificiale, un’azione considerata “una grave ed ingiusta minaccia ai mezzi di sostentamento delle persone dietro quei lavori, e che non deve essere permessa”. Tra i firmatari compaiono nomi illustri, come l’attrice vincitrice del premio Oscar Julianne Moore, l’attore Kevin Bacon, l’attrice Rosario Dawson, il cantante dei Radiohead Thom Yorke, il cantante e chitarrista degli ABBA Björn Ulvaeus, il musicista di The Cure Robert Smith e lo scrittore giapponese Kazuo Ishiguro. Ha firmato la lettera anche Fran Drescher, negli anni Novanta volto di Tata Francesca nella serie cult La tata e ora presidente del SAG-AFTRA, il sindacato che rappresenta migliaia di attori di Hollywood e che lo scorso anno aveva scioperato per mesi anche per inserire nel nuovo contratto di categoria limitazioni all’uso dell’intelligenza artificiale.

I RISCHI

La mancanza di regolamentazione sull’uso dell’intelligenza artificiale generativa ha alimentato una crescente confusione e numerose critiche in merito ai dati con i quali le società di IA addestrano i loro modelli. Molti artisti hanno espresso preoccupazione sulle conseguenze di un uso indiscriminato del lavoro umano, che rischierebbe di replicare le sembianze degli interpreti senza il loro consenso e inciderebbe così anche sui loro compensi. I casi controversi sono già parecchi. All’inizio dell’anno, Drake ha rimosso dal web una traccia dopo che gli eredi di Tupac Shakur hanno minacciato di fargli causa per aver usato nella canzone la voce del defunto rapper generata dall’intelligenza artificiale. Altri personaggi famosi, come Taylor Swift, Scarlett Johansson e Morgan Freeman sono invece stati inconsapevoli protagonisti di pubblicità create con l’IA.

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