Tra gli argomenti attesi, anche l'Iran, le tensioni con il Libano ed Hezbollah e lo stato dei colloqui per un accordo di sicurezza con la nuova Siria di Ahmad Al-Sharaa. Intanto, in Libano, le forze israeliane hanno sparato alcuni colpi al confine, ferendo un peacekeeper della missione ONU Unifil. Blitz anti Hamas in Italia. Arrestate da polizia e guardia di Finanza 9 persone accusate di aver finanziato l'organizzazione terroristica islamica con oltre sette milioni di euro attraverso tre associazioni di beneficenza
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Netanyahu si prepara al viaggio a Washington: domani è previsto l'incontro con Donald Trump per parlare della "fase due" del piano di pace per Gaza. Tra gli argomenti attesi, anche l'Iran, le tensioni con il Libano ed Hezbollah e lo stato dei colloqui per un accordo di sicurezza con la nuova Siria di Ahmad Al-Sharaa. Non ultimo, probabilmente, il tema del Somaliland, il cui riconoscimento da parte di Israele, il primo a farlo, ha suscitato una durissima reazione internazionale e non particolare 'entusiasmo' da parte dello stesso Trump. Intanto, in Libano, le forze israeliane hanno sparato alcuni colpi al confine, ferendo un peacekeeper della missione ONU Unifil. Blitz anti Hamas in Italia. Arrestate da polizia e guardia di Finanza 9 persone accusate di aver finanziato l'organizzazione terroristica islamica con oltre sette milioni di euro attraverso tre associazioni di beneficenza. Tra i fermati anche Mohammad Hannoun, presidente dell'associazione dei palestinesi e 'capo della cellula' italiana.
Gli approfondimenti:
- Piano di pace per Gaza: il testo integrale dell'accordo
- Da Oslo a Sharm el Sheik, i piani di pace degli ultimi decenni
- Chi sono gli ostaggi israeliani rilasciati da Hamas
- Dagli ostaggi rilasciati alle vittime, i numeri della guerra
- Quali Paesi riconoscono lo Stato palestinese e quali sono contrari. LA MAPPA
- Blocco E1: cos’è l’insediamento di Israele che divide la Cisgiordania
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Terrorismo: ambasciatore Israele, 'bene operazione contro rete Hamas'
"Ieri le forze dell'ordine italiane hanno smantellato una rete di Hamas attiva da molti anni nel Paese, responsabile del trasferimento di milioni di euro all'organizzazione terroristica sotto la copertura di attività umanitarie. Desidero esprimere il mio apprezzamento al governo italiano e alle forze dell'ordine per il loro importante lavoro contro l'infiltrazione di elementi islamici radicali che operano per promuovere il terrorismo, come accaduto di recente a Sydney. Dobbiamo combattere tutti insieme contro il fenomeno del terrorismo islamico". Così su X l'ambasciatore israeliano in Italia, Jonathan Peled.
Comunità palestinesi in Italia: "Preoccupazione per gli arresti"
"La solidarietà con il popolo palestinese non è terrorismo" scrivono in una nota le comunità palestinesi in Italia, esprimendo "piena fiducia nella magistratura italiana e profonda preoccupazione per quanto sta avvenendo nel Paese in relazione agli arresti recenti, che rischiano di assumere i contorni di un'azione repressiva nei confronti del movimento palestinese e della solidarietà con la Palestina". In questo contesto, come si legge nella nota inviata da Khader Tamimi della comunità lombarda, "confidiamo nel rispetto dei principi fondamentali dello Stato di diritto, affinché siano assicurati trasparenza, imparzialità e piena tutela dei diritti di tutte le persone coinvolte". Le comunità palestinesi in Italia "continueranno ad operare con determinazione - conclude la nota - contro l'occupazione israeliana per la difesa del diritto all'autodeterminazione, alla libertà e alla giustizia sulla base delle Risoluzioni ONU e della legalità internazionale".
Fondi ad Hamas, arrestato: "Il 7 ottobre l'inizio della liberazione"
"Toufan al Aqsa, 7 ottobre 2023, è stato l'inizio della liberazione. Noi adesso siamo sulla strada della liberazione... ": Ra'Ed Hussny Mousa Dawoud, conosciuto come Abu Falastine, uno degli arrestati nell'inchiesta sul finanziamento ad Hamas lo ha detto a due interlocutori algerini nell'ottobre dell'anno successivo. E questo è solo uno degli elementi che, secondo l'accusa, conferma la sua adesione ad Hamas. Una adesione testimoniata dal colloquio che Falastine ha raccontato di aver avuto con Isamil Haniyeh anni prima in cui l'allora capo di Hamas gli aveva detto di non partire per Gaza ma restare in Italia: "anche se io mandassi cento persone in Italia non sarebbero in grado di rimpiazzarti". La sua adesione, secondo gli inquirenti, è testimoniata anche da una foto con il leader dei Fratelli musulmani Al-Khardoui nell'opuscolo 'Hamas in Europe' trovata nel server della Abspp, dove era presente anche un video di Abu Falastine dei tunnel sotto Gaza, e da un documento della sicurezza interna di Hamas in cui è indicato come riferimento del centro in Italia. Falastine si è impegnato anche per organizzare il trasporto dei fondi in Palestina, molto spesso raccolti in contanti. Adel Ibrahim Salameh Abu Rawa, referente per le donazioni nel Nord Est, più volte ha consegnato ingenti somme di denaro: l'11 febbraio 2024 a Milano ha consegnato uno zaino con 180mila euro, l'11 aprile 2024 al Casello di Lodi ha consegnato 250 mila euro a Yaser Elasaly, e il 20 giugno dello stesso anno 180mila euro. Cifre così importanti, che quando pensava di trascorrere qualche mese in Gran Bretagna Mohammad Hannoun ha ammesso che ha fatto più lui in otto mesi che altri in anni. "Sì - ha ammesso Abu Rawa - senza contare quelli del Pos e altre cose, sono arrivati quasi un milione 900mila euro".
Ambasciatore Israele: "Bene Italia per lo smantellamento della rete di Hamas"
"Ieri le forze dell'ordine italiane hanno smantellato una rete di Hamas attiva da molti anni nel Paese, responsabile del trasferimento di milioni di euro all'organizzazione terroristica sotto la copertura di attività umanitarie. Desidero esprimere il mio apprezzamento al governo italiano e alle forze dell'ordine per il loro importante lavoro contro l'infiltrazione di elementi islamici radicali che operano per promuovere il terrorismo, come accaduto di recente a Sydney. Dobbiamo combattere tutti insieme contro il fenomeno del terrorismo islamico". Lo scrive su X l'ambasciatore israeliano in Italia Jonathan Peled.
Fondi ad Hamas, sequestrato un milione durante le perquisizioni
Sono 17 le perquisizioni effettuate dalla Digos (incluse le tre sedi dell'Associazione Benefica di Solidarietà con il Popolo Palestinese a Genova, Milano e Roma), a Torino, Bologna, Bergamo, Firenze, Monza Brianza, Lodi, Sassuolo (Modena) nell'ambito dell'indagine sui finanziamenti ad Hamas che ha portato all'arresto a Genova do Mohammed Hannoun, presidente dell'Associazione dei Palestinesi d'Italia. In tutto, sottolinea la procura, è stato sequestrato denaro contante per un milione e 80 mila euro, trovato non solo nella sede dell'Abspp ma anche nelle residenze delle persone indagate, In un caso, circa 560 mila euro erano stati nascosti in un vano ricavato in un garage a Sassuolo. Nel corso delle perquisizioni sono stati inoltre sequestrati alcuni computer, nascosti nell'intercapedine di una parete in un alloggio in provincia di Lodi, e altri dispositivi elettronici che saranno sottoposti ad analisi nei prossimi giorni. Nella abitazione di uno degli indagati, che nascondeva anche circa 6 miula euro è stata trovata una bandiera di Hamas. Materiale riconducibile all'organizzazione è stato inoltre trovato in alcuni dei luoghi sottoposti a perquisizione. In particolare, oltre a vari opuscoli sul movimento islamista, è stata sequestrata una chiavetta usb contenente 'anāshīd', i canti corali della tradizione islamica celebrativi di Hamas.
Ruffino: "Tutti i democratici puntino a estirpare Hamas"
"La sinistra continua a mostrare difficoltà a sintonizzarsi con la realtà dei fatti. Criticare chi denuncia nelle piazze pro-PAL un sostegno indiretto al terrorismo di Hamas è un aspetto del problema. C'è un altro profilo, molto più rilevante, che è sfuggito e sfugge alla sinistra o "campo largo" che dir si voglia: l'assenza nelle piazze pro-PAL di una chiara e urlata condanna di Hamas. Se il traguardo di avere due popoli e due Stati rimane ancora lontano non è colpa di altri se non di Hamas. Certo, ci sono gli estremisti religiosi nel governo israeliano e Netanyhau li ha strumentalizzati oltre misura per la sua carneficina a Gaza e per nuovi insediamenti di coloni in Cisgiordania. Ma è la sconfitta di Hamas e il suo definitivo annientamento a Gaza la chiave di volta per avviare negoziati seri. Senza più un solo terrorista nella Striscia cadono tutti gli alibi anche per Netanyhau. A questo risultato dovrebbe puntare ogni forza democratica libera da pregiudizi ideologici". Lo afferma Daniela Ruffino, parlamentare di Azione.
Cisgiordania, coloni bruciano veicoli e messaggi razzisti
Dei coloni israeliani hanno bruciato un Suv palestinese nella citta' di Huwara, a sud della citta' palestinese di Nablus, dove hanno anche scritto graffiti razzisti. Durante l'attacco, secondo l'agenzia di stampa ufficiale palestinese Wafa, i coloni hanno tentato di appiccare il fuoco a un secondo veicolo appartenente al fratello della vittima, ma i residenti locali sono intervenuti e hanno impedito l'incendio. Contemporaneamente, nel governatorato di Betlemme - nei territori palestinesi occupati della Cisgiordania - un gruppo di coloni israeliani ha appiccato il fuoco a un altro veicolo nel villaggio di Jabaa, a ovest di Betlemme. In questo stesso villaggio, il 17 novembre, i coloni avevano bruciato diverse case e veicoli. Questi tipi di attacchi violenti sono diventati sempre piu' frequenti in Cisgiordania e, secondo i dati della Ong B'Tselem, decine di villaggi palestinesi nei pressi degli insediamenti illegali in espansione sono stati parzialmente o completamente abbandonati dal 7 ottobre 2023. L'inazione della polizia e della magistratura e' un fenomeno comune quando si tratta di violenza dei coloni, spesso organizzata e tollerata dalle autorita' israeliane. I coloni ricevono anche sussidi statali e accesso all'acqua e all'elettricita' se si trasferiscono nei territori occupati. Quasi il 94% delle indagini aperte dalla polizia israeliana sulla violenza dei coloni tra il 2005 e il 2024 si e' concluso senza che siano state presentate accuse, secondo i dati dell'organizzazione israeliana per i diritti umani Yesh Din. Dal 2005, solo il 3% dei casi aperti ha portato a condanne totali o parziali. Solo nel mese di ottobre, in concomitanza con la raccolta delle olive in Cisgiordania, l'Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari (Ocha) ha registrato almeno 264 attacchi contro i palestinesi, il mese peggiore da quando si sono iniziati a registrare tali episodi nel 2006.
Netanyahu in volo per gli Stati Uniti, focus su Gaza e su elezioni
Il primo ministro di Israele Benyamin Netanyahu è decollato stamattina dall'aeroporto Ben Gurion diretto in Florida, dove incontrerà il presidente degli Stati Uniti Donald Trump. Lo scrive il Times of Israel. La visita alla tenuta di Trump a Mar-a-Lago a Palm Beach dovrebbe concentrarsi sul futuro della Striscia di Gaza e sulle continue minacce di Hezbollah e dell'Iran. L'atterraggio in Florida è previsto per le 14 ora locale. Il viaggio di Netanyahu dovrebbe durare fino a giovedì, sebbene il suo programma sia piuttosto scarno. Trump, che oggi incontrerà il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, dovrebbe trascorrere gran parte della settimana sul campo da golf, secondo l'Associated Press. Scrive la Cnn che l'incontro segnerà più di una semplice riunione diplomatica. Per Netanyahu, è l'atto di apertura della sua campagna di rielezione per il 2026, in cui il presidente degli Stati Uniti è destinato a svolgere un ruolo da protagonista. Le elezioni sono ufficialmente previste per ottobre, anche se questa scadenza potrebbe essere anticipata. Due minacce immediate incombono sulla coalizione di Netanyahu: la crisi della coscrizione ultra-ortodossa e la scadenza del bilancio di marzo 2026. Entrambe potrebbero innescare elezioni anticipate. I sondaggi dall'ottobre 2023 però mostrano che la sua coalizione non raggiunge la maggioranza di 61 seggi della Knesset necessaria per governare, oscillando tra i 49 e i 54 seggi. Di recente, Trump ha sostenuto la campagna per la grazia di Netanyahu, rivolgendosi pubblicamente al presidente israeliano Isaac Herzog durante un discorso alla Knesset in ottobre per celebrare il cessate il fuoco a Gaza. L'episodio diede il via a una campagna elettorale allineata al Likud, culminata nella richiesta formale di clemenza da parte di Netanyahu. Una fonte ben informata del Likud afferma che Netanyahu ha già discusso di ospitare Trump in Israele durante la sua campagna, per una seconda visita dal suo ritorno alla Casa Bianca.
Fondi ad Hamas: indagata anche attivista e giornalista torinese
La torinese Angela Lano, di 62 anni - giornalista e orientalista, direttrice dell'agenzia di stampa 'Infopal' e autrice di diversi libri sul mondo arabo e islamico - è tra gli indagati nell'inchiesta che ha portato a nove misure cautelari per sette milioni di euro di finanziamenti ad Hamas attraverso associazioni. Lo riporta l'edizione di Torino de 'La Stampa'. Storica attivista No Tav, Lano - riferisce il quotidiano - è indagata per concorso e partecipazione in associazione con finalità terroristica e ieri la sua abitazione a Sant'Ambrogio è stata perquisita dalla Digos, che ha sequestrato denaro contante, dispositivi informatici e bandiere con simboli di Hamas. La giornalista viene considerata dagli investigatori la responsabile della propaganda di Hamas in Italia, in rapporti quasi quotidiani con l'imam di Genova Mohammed Hannoun, presidente dei Palestinesi d'Italia e tra i principali indagati nell'inchiesta coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia e antiterrorismo di Genova. Nel 2010 Angela Lano fu protagonista di un altro fatto di cronaca legato alle vicende palestinesi. All'epoca la giornalista era una delle persone a bordo della nave del convoglio umanitario '8000 - Freedom for prisoners. Freedom for Gaza' assaltato dalla marina militare israeliana. Gli occupanti dell'imbarcazione furono poi liberati alcuni giorni dopo.
Hacker iraniani: "Violato telefono capo staff Netanyahu"
Il gruppo di hacker iraniani "Handala" ha diffuso documenti, foto ed elenchi di contatti che sarebbero stati estratti dal telefono di Tzachi Braverman, capo dello staff del primo ministro Benjamin Netanyahu. L'ufficio del premier israeliano ha negato questa affermazione giunta dallo stesso gruppo di hacker iraniani che la scorsa settimana si e' infiltrato nel telefono dell'ex premier Naftali Bennett. "Handala", secondo quanto riferito dalla stampa israeliana, afferma di essere riuscito a violare il telefono di Tzachi Braverman, annunciando appunta la pubblicazione in giornata di nuove informazioni che collegano Braverman allo scandalo Qatargate. L'ufficio del primo ministro ha dichiarato al Times of Israel che "non e' stata rilevata alcuna violazione. La questione e' in fase di indagine". Due consiglieri di Netanyahu avrebbero lavorato per conto del Qatar per l'agenzia di pubbliche relazioni Perception, guidata da Yisrael Einhorn, ex responsabile della campagna elettorale di Netanyahu, mentre erano alle dipendenze del primo ministro. In un'intervista andata in onda la scorsa settimana, uno dei consiglieri, Eli Feldstein, ha affermato che Braverman era coinvolto in un presunto scandalo separato ma correlato, che riguardava la fuga di informazioni riservate al tabloid tedesco Bild, nell'ambito di un presunto piano per influenzare l'opinione pubblica e allentare la pressione su Gerusalemme affinche' raggiungesse un accordo con Hamas. Feldstein, che ha ammesso di aver fatto trapelare le informazioni, ha affermato che Braverman e' venuto a conoscenza di un'indagine segreta delle IDF sulla fuga di notizie e lo ha rassicurato che potrebbe essere smentita, sebbene il capo di stato maggiore lo abbia anche minacciato se avesse fatto la spia agli inquirenti. Braverman dovrebbe diventare ambasciatore israeliano nel Regno Unito, ma le accuse rischiano di ritardare la nomina. Sia Braverman che Netanyahu negano qualsiasi coinvolgimento negli scandali.
Media: "Hacker violano il cellulare del braccio destro di Netanyahu"
Lo stesso gruppo di hacker iraniani che la scorsa settimana si è infiltrato nel telefono dell'ex primo ministro israeliano Naftali Bennett afferma di essere riuscito a violare il telefono del capo dello staff di Benyamin Netanyahu, Tzachi Braverman. Lo scrive il Times of Israel. Gli hacker di Handala affermano che pubblicheranno oggi nuove informazioni che collegano Braverman allo scandalo Qatargate. L'ufficio del primo ministro ha dichiarato però al Times of Israel che "non è stata riscontrata alcuna violazione. La questione è in fase di indagine". Due consiglieri di Netanyahu avrebbero lavorato per conto del Qatar per l'agenzia di pubbliche relazioni Perception, guidata da Yisrael Einhorn, ex responsabile della campagna elettorale di Netanyahu, mentre erano alle dipendenze del premier. Uno dei consiglieri, Eli Feldstein, ha affermato che Braverman era coinvolto in un presunto scandalo separato ma correlato, riguardante la fuga di informazioni riservate alla Bild, nell'ambito di un presunto piano per influenzare l'opinione pubblica e allentare la pressione su Gerusalemme affinché raggiungesse un accordo con Hamas. Feldstein, che ha ammesso di aver fatto trapelare le informazioni, ha affermato che Braverman era venuto a conoscenza di un'indagine segreta delle Idf sulla fuga di notizie e lo aveva rassicurato che avrebbe potuto essere smentita, sebbene il capo di stato maggiore lo avesse anche minacciato se avesse fatto la spia agli inquirenti. Braverman dovrebbe diventare ambasciatore di Israele nel Regno Unito, ma le accuse rischiano di ritardare la nomina. Sia Braverman che Netanyahu negano qualsiasi coinvolgimento negli scandali.
Fondi ad Hamas, Piantedosi: 'Seguito il flusso delle donazioni'
"Sono stati seguiti i flussi di denaro, ed è stata una scelta pagante. Il terrorismo si combatte anche così, togliendo risorse e capacità operative. Ora si aprono nuovi scenari". Lo ha detto il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi dopo l'operazione anti-Hamas che ha portato all'arresto, in tutta Italia, di nove persone accusate di aver finanziato i terroristi con oltre 7 milioni di euro attraverso tre associazioni di beneficenza. E se anche la presidente del Consiglio Giorgia Meloni plaude al blitz, si accende invece lo scontro tra maggioranza e opposizione sul ruolo di Mohammad Hannoun, leader dei Palestinesi in Italia. "La Sinistra che lo difendeva ora che dice?", incalzano dal centrodestra. "Bene contrastare il terrorismo, ma non criminalizzare la piazza pro-Pal", replicano Pd, M5s e Avs. Israele esulta: "Passo importante nella lotta contro Hamas".
Fondi ad Hamas, Piantedosi: 'Seguito il flusso delle donazioni'
Vai al contenutoSomaliland: Taiwan plaude a riconoscimento Israele, cooperare
Taiwan ha celebrato oggi il riconoscimento del Somaliland da parte di Israele come stato indipendente. Una decisione che contrasta con la posizione maggioritaria di Europa, Stati Uniti, Unione Africana e altri paesi, che hanno ribadito il loro sostegno alla sovranita' della Somalia. Taiwan, Israele e il Somaliland sono "partner democratici con idee simili che condividono i valori della democrazia, della liberta' e dello stato di diritto", ha affermato il ministero degli Esteri dell'isola di Taiwan, citato dall'agenzia di stampa ufficiale Cna, esprimendo l'aspettativa che la decisione israeliana faciliti una piu' stretta cooperazione trilaterale "su tutti i fronti" tra le tre parti. La reazione di Taipei riflette il progressivo rafforzamento dei suoi legami con il Somaliland, un territorio che funziona di fatto come stato indipendente ma e' considerato dalla Somalia parte del suo territorio sovrano e privo di riconoscimento internazionale. Le relazioni tra Taiwan e Somaliland hanno compiuto un significativo balzo in avanti nel 2020, quando Taipei ha aperto un suo ufficio nella capitale del Somaliland, Hargeisa, il 17 agosto dello stesso anno. Il Somaliland ha risposto aprendo un ufficio simile a Taipei il 9 settembre dello stesso anno, stabilendo un canale di comunicazione formale tra le due amministrazioni. Dall'apertura di questi uffici reciproci, entrambe le parti hanno costantemente approfondito le loro relazioni bilaterali, secondo il ministero degli Esteri taiwanese. La cooperazione si e' estesa a settori quali medicina, istruzione, agricoltura, tecnologie dell'informazione e della comunicazione, sicurezza e sviluppo delle risorse energetiche e minerarie, riporta ancora Cna. Il rafforzamento dei legami tra Somaliland e Taiwan e' avvenuto in un contesto in cui Taipei ha visto diminuire il suo gia' limitato riconoscimento internazionale. In seguito alla rottura delle relazioni con Honduras e Nauru (2024), Taiwan mantiene il sostegno diplomatico di soli dodici stati, sette dei quali (Paraguay, Guatemala, Belize, Haiti, Saint Vincent e Grenadine, Santa Lucia e Saint Kitts e Nevis) si trovano nelle Americhe, in America Latina e nei Caraibi. Il riconoscimento del Somaliland da parte di Israele, annunciato venerdi', ha provocato un'ampia condanna internazionale, soprattutto in Africa e nel mondo arabo. Da parte sua, l'ambasciata cinese in Somalia ha sottolineato la necessita' di preservare l'unita' e l'integrita' territoriale del Paese africano.
Finanziamenti ad Hamas, spunta il nome dell'imam di Torino
Spunta anche il nome di Mohamed Shahin, l'imam di Torino destinato all'espulsione e poi 'liberato' dalla Corte d'appello, negli atti dell'inchiesta che ha portato a nove misure cautelari per sette milioni di euro di finanziamenti ad Hamas attraverso associazioni. In base all'ordinanza Shahin, che non risulta indagato in questa inchiesta, parla con gli arrestati, viene chiamato in causa e sposta denaro con l'uomo accusato di raccogliere fondi a Torino per farli arrivare a Gaza. Lo riporta l'edizione locale de La Repubblica. Negli atti non emergono contatti tra Shahin e il principale accusato, Mohammed Hannoun, presidente dell'associazione Palestinesi in Italia. Tra gli indagati, non arrestati, a Torino - riporta La Repubblica - c'è Mahmoud El Shobky, di 56 anni, secondo gli inquirenti referente dell'associazione per la raccolta del denaro in Piemonte, nell'area della costa adriatica, in Sicilia e in Sardegna. In una telefonata del 26 luglio 2025 Yaser Elasaly, uno degli arrestati, dice al telefono a Shahin: "Tanto El Shobky non sa niente, sa che prendiamo la 'amana' (cioè i soldi) e la consegniamo agli sfollati e ai bisognosi". In una conversazione del 6 febbraio 2024, Dawoud Ra'Ed Hussny, noto come Abu Falastine, anche lui arrestato, racconta a Sahin de "La cupola d'oro" e parla dell'appuntamento per aprire un conto corrente dedicato alla nuova associazione, ritenuta il tramite per raccogliere i fondi da destinare ad Hamas (insieme all'Associazione benefica di solidarietà con il Popolo palestinese). Negli atti - riporta ancora La Repubblica - si legge anche il 14 ottobre 2024 Shahin ed El Shobky dovranno viaggiare e, passando da Milano al consolato, andranno da Yaser Elasaly per ritirare una somma in contanti. In altre due conversazioni del 21 e 29 ottobre, si parla dell'invio di denaro attraverso le moglie di due connazionali dell'egiziano Elasaly. Che, riferendosi alla stessa operazione in una telefonata con Abu Falastine, nomina di nuovo Shahin: i due parlano di quanto denaro sia stato trasferito effettivamente a Gaza.
Netanyahu in volo verso Florida, arrivo previsto alle 14
Il volo con a bordo il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e' decollato dal piovoso aeroporto Ben Gurion, diretto verso la soleggiata Florida, dove incontrera' domani il presidente Usa Donald Trump. Lo riferisce il quotidiano Times of Israel, citando il comunicato dell'ufficio del premier. L'atterraggio in Florida e' previsto per le 14 ora locale. La visita, che si terra' nella tenuta di Trump a Mar-a-Lago, a Palm Beach, dovrebbe concentrarsi sul futuro della Striscia di Gaza e sulle continue minacce di Hezbollah e dell'Iran. I dati del tracker di volo mostrano che l'aereo di Netanyahu, soprannominato Wing of Zion, si trova a circa 34mila piedi sopra il Mediterraneo. Secondo Flightradar24, circa mille persone stanno seguendo il volo, rendendolo il viaggio piu' seguito del sito web. Il premier israeliano non viaggia con giornalisti e non ha rilasciato alcuna dichiarazione pubblica prima di salire a bordo dell'aereo. Il viaggio di Netanyahu dovrebbe durare fino a giovedi', anche se il suo programma e' piuttosto scarno. Trump, che oggi incontrera' il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, dovrebbe trascorrere gran parte della settimana sul campo da golf, secondo l'Associated Press.
Netanyahu è partito da aeroporto Ben Gurion diretto in Florida
Il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, è partito dall'aeroporto Ben Gurion diretto in Florida, dove domani incontrerà il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, nella sua residenza di Mar-a-Lago a Palm Beach. La visita, che durerà fino a giovedì, sarà incentrata sul futuro della Striscia di Gaza e sulle minacce rappresentate da Hezbollah e Iran. Netanyahu, come riporta il Times of Israel, vola senza giornalisti al seguito e non ha rilasciato dichiarazioni prima della partenza. L'atterraggio a Palm Beach è previsto alle 20 ora italiana.
Scotto: "Bene l'inchiesta ma sulla Flotilla non ci sono ombre"
"Approfittare di una vicenda così seria e grave per criminalizzare le opposizioni, insieme a milioni di italiani che si sono mobilitati contro il genocidio e per far arrivare aiuti a Gaza, è un'operazione vergognosa". Lo afferma, in un'intervista a La Repubblica, Arturo Scotto, parlamentare del Pd. "Voglio essere chiaro - aggiunge -: chi ha utilizzato enti di beneficenza per finanziare direttamente o indirettamente Hamas, che è responsabile del progrom del 7 ottobre, tradisce la solidarietà verso il popolo palestinese e non è il benvenuto". Scotto rigetta le ricostruzioni secondo cui avrebbe partecipato as iniziative di Hannoun. "È una bugia - prosegue l'esponente dem -, io non ho partecipato a nessuna iniziativa di Hannoun. Nel 2017, da capogruppo di Sel alla Camera, fui invitato a un suo meeting a Milano, ma declinai. Avevo saputo che, sebbene ci fossero illustri personalità come il primo ministro del Marocco, non era prevista la presenza dell'Olp, la principale organizzazione palestinese. E non mi sembrò opportuno andare". Dicono anche che Hannoun da anni foraggia la Flotilla, "una finta missione umanitaria". "La destra non sa di cosa parla - afferma ancora Scotto -, ha sempre guardato con diffidenza allo straordinario movimento di donne, uomini e soprattutto ragazzi che hanno impugnato la bandiera della legalità internazionale a difesa di Gaza. Questi ragazzi hanno dimostrato che c'è ancora qualcuno capace di non girarsi dall'altra parte dinanzi a 70mila morti, come hanno fatto i governi europei, Italia inclusa". Per rispondere a coloro che commentano l'inchiesta di Genova, Scotto, in un'intervista a La Stampa afferma: "Montano una polemica senza fondamento per nascondere le loro promesse elettorali tradite da questa legge di bilancio. Ma da loro non accettiamo lezioni, noi abbiamo sempre condannato Hamas, in tutte le risoluzioni parlamentari e nelle dichiarazioni pubbliche".
Fassina: "Ho ricevuto Hannoun alla Camera. Un colloquio solo politico"
"Sì, l'ho ricevuto alla Camera due tre volte perché era il presidente dell'Associazione dei palestinesi in Italia come ho incontrato rappresentanti di altre associazioni palestinesi". Lo afferma, in un'intervista al Corriere della Sera, Stefano Fassina, parlamentare di Patria e Costituzione, confermando di aver incontrato in passato Mohammad Hannoun. Fassina afferma di essere rimasto colpito dalla notizia dell'arresto. "Anche se nel 2023 erano già uscite delle notizie e nel 2024 il Dipartimento di Stato Usa ha inserito Hannoun nella lista delle personalità alle quali venivano bloccati i conti. Erano già emerse notizie su di lui che mi colpirono anche allora", aggiunge. "Negli incontri che abbiamo avuto - prosegue - noi affrontavamo il tema politico del riconoscimento dello Stato palestinese nella logica di due popoli due Stati, non abbiamo mai affrontato questioni che riguardassero finanziamenti. Mai un riferimento ad Hamas o ad altre tematiche che non riguardassero il nodo politico del riconoscimento dello Stato palestinese". Le accuse ai movimenti pro Pal di farsi manovrare da Hamas. per Fassina sono "squallide strumentalizzazioni. Voler associare le manifestazioni che ci sono state, così ampie, così diffuse, con le attività di un gruppo di persone che poi verranno sottoposte al giudizio della magistratura lo trovo strumentale. Ho letto anche dichiarazioni di consiglieri regionali liguri della Lega che addirittura tentano di mettere in mezzo la sindaca di Genova Silvia Salis".
Wafa: "Cerca di andare al lavoro ma cade dal Muro, muore palestinese"
Un lavoratore palestinese di 58 anni è morto dopo essere caduto dal muro di segregazione israeliano nella città di al-Ram, a nord di Gerusalemme. E' quanto scrive l'agenzia palestinese Wafa. Fonti familiari hanno riferito che la vittima, Jihad Omar Hassan Qazmar, del villaggio di Izbat Salman a sud di Qalqilya, è rimasta ferita mentre cercava di raggiungere il suo posto di lavoro all'interno del territorio del 1948. È stato trasferito in ospedale durante la notte, dove è poi deceduto a causa delle ferite riportate. Le autorità israeliane stanno ancora trattenendo il suo corpo, secondo la famiglia. Secondo l'Unione Generale dei Lavoratori Palestinesi, oltre 500 mila lavoratori palestinesi hanno perso le loro fonti di reddito dall'ottobre 2023. I tassi di disoccupazione hanno superato il 50% in Cisgiordania e hanno raggiunto circa il 44% nelle aree assediate, in particolare quelle più colpite dai posti di blocco militari e dalle zone chiuse. Il sindacato ha inoltre riferito che 44 lavoratori sono stati uccisi e centinaia sono rimasti feriti dopo essere stati presi di mira dalle forze israeliane nei loro luoghi di lavoro, mentre si recavano al lavoro o vicino al muro. Oltre 34 mila lavoratori sono stati arrestati negli ultimi 26 mesi.
Somaliland: riunione Lega Araba su riconoscimento Israele
La Lega Araba ha convocato per oggi una riunione di emergenza dei suoi 22 paesi membri per stabilire la propria risposta al riconoscimento da parte di Israele del Somaliland come stato indipendente. Al momento la decisione israeliana e' stata definita da una ventina di paesi arabi e islamici come "un precedente pericoloso" e una "minaccia alla pace". Si prevede che la riunione, che si terra' a livello di rappresentanti permanenti dei membri dell'organizzazione panaraba, respinga anche il riconoscimento israeliano, che, secondo politici e commentatori arabi, rientra nei tentativi di Israele di trovare territori per sfollare i palestinesi dalla Striscia di Gaza. L'annuncio della riunione e' arrivato dopo che i ministri degli Esteri di circa 20 paesi arabi e islamici hanno "categoricamente" respinto il riconoscimento israeliano del Somaliland in una dichiarazione congiunta, ribadendo che si tratta di "una regione, situata all'interno della Repubblica Federale di Somalia", e non di uno stato indipendente. Una dichiarazione, rilasciata nelle ultime ore dal ministero degli Esteri egiziano, mette in guardia contro "le gravi ripercussioni di questa azione senza precedenti per la pace e la sicurezza nel Corno d'Africa e nella regione del Mar Rosso, e i suoi gravi effetti sulla pace e la sicurezza internazionale, che riflettono anche il chiaro e totale disprezzo di Israele per il diritto internazionale". "Respingiamo categoricamente qualsiasi tentativo di collegare questa misura a qualsiasi piano di sfollamento del popolo palestinese dalla sua terra, che viene respinto nella forma, nella sostanza e categoricamente", ha sottolineato. La dichiarazione e' firmata dai ministri degli Esteri di Egitto, Arabia Saudita, Turchia, Algeria, Iran, Pakistan, Iraq, Qatar, Giordania, Kuwait, Libia, Oman, Comore, Gibuti, Gambia, Palestina, Nigeria, Somalia, Sudan, Yemen, nonche' dall'Organizzazione per la Cooperazione Islamica (Oci), composta da 57 Stati membri. La dichiarazione e' stata rilasciata dopo che Israele ha ufficialmente riconosciuto il Somaliland venerdi' come "stato indipendente e sovrano". Per il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, "questa dichiarazione e' nello spirito degli Accordi di Abramo firmati su iniziativa del presidente Donald Trump", ha spiegato il suo ufficio in una nota. Questi accordi sono accordi di normalizzazione firmati a partire dal 2020 tra Israele ed Emirati Arabi Uniti (Eau), Bahrein, Sudan e Marocco, con la mediazione degli Stati Uniti, durante la prima presidenza di Trump. Il Somaliland, protettorato britannico fino al 1960, non e' riconosciuto a livello internazionale, sebbene abbia una propria costituzione, una propria valuta e un proprio governo, e abbia persino raggiunto un migliore sviluppo economico e una maggiore stabilita' politica rispetto alla Somalia. La regione ha dichiarato la propria separazione dalla Somalia, ex colonia italiana, nel 1991, quando il dittatore Mohamed Siad Barre fu rovesciato. Negli ultimi decenni, Somalia e Somaliland hanno perseguito senza successo diversi tentativi di dialogo sull'indipendenza della regione. La Somalia e' in uno stato di conflitto e caos sin dal rovesciamento di Barre nel 1991, che ha lasciato il Paese senza un governo efficace e nelle mani di milizie islamiste, come Al Shabaab, e signori della guerra.
Piantedosi: "Siamo in allerta costante, un'area grigia fra i pro-Pal"
"L'operazione è indiscutibilmente un grande risultato investigativo ed è la conferma concreta dell'impegno che il nostro apparato di sicurezza sta profondendo nel fronteggiare ogni possibile rischio terroristico. Proprio per questo, si può dire che siamo in allerta costante ma senza per questo dover cedere all'allarmismo". Lo afferma, in un'intervista a QN, Matteo Piantedosi, ministro dell'Interno. L'indagine, seguendo l'insegnamento del giudice Falcone, si è concentrata sui finanziamenti ad Hamas: "Oggi più che mai - prosegue Piantedosi - è un caposaldo delle strategie investigative per fronteggiare e sconfiggere le attività di organizzazioni criminali e terroristiche. Nel caso, pur con la doverosa presunzione di innocenza, è stato squarciato il velo su comportamenti e attività che, dietro il paravento di iniziative a favore delle popolazioni palestinesi, celavano il sostegno finanziario e la partecipazione a organizzazioni con vere e proprie finalità terroristiche di matrice islamista". Esiste un rischio concreto di infiltrazioni terroristiche nelle manifestazioni pro Palestina? "Questo rischio c'è - afferma ancora il ministro dell'Interno -, è sondato dagli investigatori e bisogna stare molto attenti. Gli arrestati sono personaggi che vanno a costituire quell'area grigia tra quelle che sono iniziative di sostegno alla causa palestinese ma che in realtà qualche volta mascherano attività di vero e proprio sostegno alle azioni terroristiche. Gli arrestati erano persone molto attive nell'ambito delle manifestazioni che ci hanno impegnato nei mesi trascorsi".
Wafa, "a Ramallah i coloni rubano i portoni delle case palestinesi"
Questa mattina coloni israeliani hanno fatto irruzione nella città di Turmus Ayya, a nord di Ramallah, rubando i portoni di diverse case palestinesi in costruzione, secondo fonti locali. A riportarlo è l'agenzia palestinese Wafa. Sempre nella stessa zona della Cisgiordania le forze israeliane hanno sigillato il cancello di ferro all'ingresso principale del villaggio di Atara, limitando ulteriormente gli spostamenti dei palestinesi da e per la città di Ramallah. La chiusura ha costretto residenti e pendolari a lunghe deviazioni per raggiungere le loro destinazioni. Il cancello rappresenta una via di comunicazione vitale per diversi villaggi a ovest di Ramallah ed è utilizzato anche dalle persone provenienti dalle province settentrionali della Cisgiordania che viaggiano da e per Ramallah. Secondo fonti palestinesi dall'ottobre 2023 le forze israeliane hanno installato un totale di 910 posti di blocco militari e cancelli di ferro in tutta la Cisgiordania. Sempre stamattina presto, secondo fonti locali, le forze israeliane hanno rotto i finestrini di diversi veicoli palestinesi nella città di Deir Dibwan, a est di Ramallah. Infine, riporta ancora la Wafa, coloni israeliani hanno incendiato un veicolo e scritto slogan razzisti nel distretto di Betlemme nel villaggio di al-Jaba'a.
Somalia, Hamas: "Totale rifiuto a Somaliland come destinazione per popolo Gaza"
Hamas ha avvertito che non tollererà alcuno spostamento forzato dei palestinesi verso il Somaliland, in seguito al riconoscimento da parte di Israele dell’indipendenza del territorio separatista somalo. In un comunicato pubblicato sul proprio sito, il movimento palestinese ha dichiarato: "Ribadiamo il nostro totale rifiuto dei piani dell’occupazione di trasferire con la forza il nostro popolo, incluso l’uso del Somaliland come destinazione per il popolo di Gaza". Il movimento ha definito il riconoscimento israeliano come "un precedente pericoloso e un tentativo inaccettabile di ottenere una falsa legittimità da parte di un’entità fascista che occupa la terra di Palestina".
Associazione Hannoun, "anche con conti chiusi non smetteremo di fare del bene"
- "Anche se i nostri conti restano chiusi, non smetteremo di fare del bene" si legge nell'ultimo comunicato diffuso il giorno di Natale dall'Associazione Benefica di Solidarietà con il Popolo Palestinese in Italia (ABSPP ODV), fondata dal presidente dell'Associazione Palestinesi d'Italia Mohammad Hannoun, arrestato oggi con l'accusa di finanziare Hamas. Sul sito dell'associazione, ci sono numerosi video e comunicati sul lavoro dell'associazione, gli stessi che Hannoun mandava anche via whatsapp alla stampa, insieme ai comunicati dell'Api. Nei video e nelle foto si vedono bancali di cibo da distribuire ai gazawi, mentre nel sito vengono illustrati varie iniziative dell'associazione, che sostiene di avere portato avanti oltre 450 progetti benefici a sostegno della popolazione palestinese, tra cui la distribuzione di migliaia di pacchi alimentari e di tende agli sfollati.
Lavrov: "Soluzione giusta per Gaza creando uno Stato palestinese"
La Russia continua a sostenere una soluzione giusta del conflitto tra Palestina e Israele, con la creazione di uno Stato palestinese sostenibile. Lo ha detto il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov in un'intervista alla Tass. "Ribadiamo il nostro impegno a favore di una soluzione giusta del conflitto israelo-palestinese sulla base del quadro giuridico universalmente riconosciuto", ha dichiarato Lavrov. "L'obiettivo principale è porre rimedio a un'ingiustizia storica e provvedere alla creazione di uno Stato palestinese sostenibile, che possa coesistere con Israele", ha sottolineato il ministro.