Gaza, Idf: restituiti altri 2 corpi. Hamas: chiusura valico Rafah rallenta consegna salme

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La Croce Rossa ha informato l'Idf sono state consegnate altre due bare contenenti le salme di due ostaggi uccisi. Netanyahu ha comunicato che il valico di frontiera di Rafah "non verrà riaperto fino a nuovo avviso". Hamas: "Così più difficile restituire i corpi". 11 membri di una famiglia sono stati uccisi dopo che Israele ha attaccato un veicolo a Zeitoun, accusandolo di aver attraversato la cosiddetta "linea gialla". "A noi il controllo ad interim di Gaza, non disarmiamo ora", ha dichiarato un dirigente Hamas

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La Croce Rossa ha informato l'esercito israeliano che Hamas ha consegnato due bare, contenenti i corpi di due ostaggi uccisi. Lo fanno sapere le Idf, che rinnovano la richiesta al gruppo di resistenza islamico perché rispetti l'accordo e "faccia i passi necessari per restituire tutti gli ostaggi". I resti saranno trasferiti all'istituto forense Abu Kabir di Tel Aviv per l'identificazione. Netanyahu ha dichiarato che la guerra con "finirà una volta completata la seconda fase dell'accordo di cessate il fuoco in corso a Gaza, che prevede il disarmo di Hamas". Il premier israeliano ha inoltre ordinato che il valico di Rafah, al confine tra la Striscia  di Gaza e l'Egitto, "resti chiuso fino a nuovo avviso". “La sua apertura sarà valutata in base alle modalità con cui Hamas svolgerà il suo ruolo nel ritorno degli ostaggi deceduti e nell'attuazione del quadro concordato”, si legge in una nota dell'ufficio del primo ministro israeliano. Poco prima Haaretz aveva riferito di aver avuto conferma dall'Organizzazione mondiale della sanità che il valico sarebbe stato aperto lunedì per il trasferimento di malati e feriti. Anche l'ambasciata palestinese al Cairo aveva informato dell'apertura di Rafah lunedì per consentire ai gazawi che si trovano in Egitto e che vogliono tornare a Gaza di entrare nella Striscia. Hamas: "Stasera consegneremo altri due corpi di ostaggi".

Undici membri di una famiglia sono stati uccisi dopo che Israele ha attaccato un veicolo a Zeitoun, nella città di Gaza, accusandolo di aver attraversato la cosiddetta "linea gialla", che delimita le aree sotto il controllo dell'esercito israeliano. Lo segnala Al Jazeera, secondo cui Israele ha ucciso 28 persone dall'entrata in vigore del cessate il fuoco. 

Hamas "intende mantenere il controllo della sicurezza a Gaza per un periodo ad interim, e non può per ora impegnarsi a disarmarsi". Lo ha dichiarato in un'intervista pubblicata sul sito dell'agenzia Reuters il dirigente del gruppo armato Mohammed Nazzal. 

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Usa: attacco imminente di Hamas contro i civili di Gaza

Gli Stati Unti hanno informato i Paesi che garantiscono l'accordo di pace a Gaza di una "imminente violazione del cessate il fuoco da parte di Hamas contro la popolazione" della Striscia. Lo afferma il Dipartimento di Stato, sottolineando che il "pianificato attacco contro i civili palestinesi costituirebbe una diretta e grave violazione del cessate il fuoco e metterebbe a rischio i significativi progressi raggiunto con la mediazione". Se Hamas procederà con questo attacco, "saranno prese misure per proteggere la popolazione di Gaza e preservare l'integrità del cessate il fuoco". 

Le due bare di presunti ostaggi sono nelle mani Israele

Le due bare con i corpi di due presunti ostaggi sono state consegnate dalla Croce Rossa alla custodia israeliana nella Striscia di Gaza. Lo confermal'ufficio del premier israeliano Netanyahu.

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Media: rinviato a martedì viaggio Vance in Israele

E' stato rinviato a martedì il viaggio in Israele del vice presidente americano Jd Vance. Lo scrive su X il giornalista Barak Ravid, citando due fonti israeliane, dopo che aveva dato notizia dei piani di Vance per visitare Israele lunedì.

Greta Thunberg: 'Insulti e abusi durante la detenzione in Israele'

L'attivista Greta Thunberg ha rilasciato un'intervista al quotidiano svedese Aftonbladet in cui ha parlato delle sue esperienze nel centro di detenzione israeliano. Ha raccontato che la sua valigia rossa è stata scarabocchiata con la bandiera israeliana e con alcuni disegni e frasi oscene rivolte a lei. Thunberg ha spiegato di aver sentito gridare anche dai soldati insulti in svedese. Inoltre, è stata avvolta da una bandiera israeliana.

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L’accordo di pace per Gaza nell'assenza dell'Unione europea

Lunedì 13 ottobre a Sharm El-Sheikh è stata firmata la prima parte dell’accordo di pace proposto da Donald Trump per la Striscia di Gaza. Protagonisti, insieme al presidente statunitense, i Paesi arabi, mentre solo marginale è stato il ruolo dell’Unione europea.

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Idf: la Croce Rossa ha ricevuto i resti di due ostaggi

"Secondo le informazioni fornite dalla Croce Rossa, due bare di ostaggi deceduti sono state consegnate alla Croce Rossa e sono in viaggio verso le forze dell'Idf e dell'Isa (Shin Bet) a Gaza". Lo scrive l'Idf in un messaggio su X.

Hamas: chiusura di Rafah ritarderà consegna di altri corpi

Hamas ha dichiarato che la chiusura del valico di Rafah tra Egitto e Gaza causerà ritardi significativi nella consegna dei corpi degli ostaggi. In una dichiarazione, il gruppo ha affermato che la continua chiusura "blocca l'ingresso delle attrezzature specializzate necessarie per la ricerca dei dispersi sotto le macerie e impedisce alle squadre di medicina legale e agli strumenti necessari per identificare i corpi", causando "ritardi significativi nel recupero e nel trasferimento dei resti" dei rapiti.

Gaza, Hamas giustizia palestinesi in strada dopo tregua: cosa succede

Mentre il cessate il fuoco a Gaza sembra reggere, e Israele e Hamas hanno iniziato i negoziati sulla seconda fase del piano Trump, dalla Striscia sono arrivate nei giorni scorsi notizie di esecuzioni pubbliche e gambizzazioni compiute dai miliziani del gruppo. Secondo diversi fonti, si tratterebbe di regolamenti di conti e veri e propri scontri tra l’organizzazione terroristica e gruppi locali, soprattutto per il controllo del territorio dopo che le truppe dell’IDF si sono ritirate a seguito del cessate il fuoco.

Gaza, Hamas giustizia palestinesi in strada dopo tregua: cosa succede

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Sa'ar chiede a Gb annullamento stop tifosi Maccabi

Il Ministro degli Esteri israeliano, Gideon Sa'ar, ha discusso nel fine settimana con il Ministro degli Esteri britannico, Yvette Cooper, chiedendo l'annullamento della decisione di vietare ai tifosi del Maccabi Tel Aviv di assistere alla partita contro l'Aston Villa, prevista il mese prossimo in Europa League. "Un divieto scandaloso. Il Ministro degli Esteri ha espresso la nostra inequivocabile aspettativa che questa vergognosa decisione venga annullata", ha dichiarato il suo ufficio. Cooper ha espresso le riserve del governo britannico sulla decisione e ha assicurato che si lavorerà per trovare una soluzione adeguata. Inoltre, Sa'ar ha chiesto di agire contro lo slogan "dal fiume al mare", definendolo un appello alla distruzione di Israele. 

Netanyahu: "Mi ricandiderò alle elezioni del 2026"

Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha  annunciato che si candiderà alle elezioni del novembre 2026 e che si  aspetta di vincerle. Intervenuto in un programma su Channel 14, a  Netanyahu è stato chiesto se intendesse candidarsi per un altro mandato.  "Sì", ha risposto. Alla domanda se si aspettasse di vincere, il leader  ha risposto: "Sì". Come leader del Likud, il più grande partito di  destra israeliano, Netanyahu detiene il record per il mandato più lungo a  capo del governo in Israele: oltre 18 anni in totale - con interruzioni  - dal 1996. 

Dagli ostaggi liberati alle vittime: i numeri della guerra a Gaza

Dopo la firma ufficiale dell'accordo di pace di Donald Trump a Sharm el Sheikh, i mediatori stanno  lavorando alla "fase 2" del piano, in particolare sulla sicurezza e la futura amministrazione della Striscia, quando ancora la prima parte resta fragile.  Ma quali sono le cifre di due anni di conflitto?

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Croce Rossa sul luogo di consegna dei 2 corpi ostaggi a Gaza

La Croce Rossa è giunta sul luogo dove saranno consegnati i corpi dei  due ostaggi rapiti da Hamas nella Striscia di Gaza. Lo riporta Ynet.  

Attivista dell'ultradestra Gb Robinson contestato a Tel Aviv

L'attivista britannico di estrema destra e anti-Islam  Tommy Robinson è stato contestato durante un discorso a Tel Aviv, quando  un partecipante che ha gridato accusandolo di essere "un razzista".  L'interruzione è stata accolta da molti tra il pubblico con forti fischi  e cori di "vergogna!" contro il contestatore, invitato da Robinson a  unirsi a lui sul palco. "L'estremista di sinistra ha lasciato  l'edificio", ha poi affermato Robinson dopo che l'uomo è uscito. La  maggior parte degli oltre 1.000 partecipanti all'evento è sembrato  sostenere Robinson, accolto con un fragoroso applauso mentre saliva sul  palco. Alcuni si sono avvicinati a lui in anticipo per ringraziarlo del  suo attivismo e del suo sostegno esplicito a Israele, mentre altri hanno  sfoggiato insegne e abbigliamento di estrema destra, tra cui cappelli  con la scritta "Make America Great Again" e "Total Victory". L'evento è  stato ospitato dal Tel Aviv International Salon. Il viaggio di Robinson  in Israele ha scatenato le polemiche in Regno Unito e nello stesso Stato  ebraico, dove è stato invitato dal ministro per gli Affari della  diaspora, Amichai Chikli del partito Likud del premier Benyamin  Netanyahu. 

Netanyahu: "Guerra a Gaza finirà dopo fase 2 con disarmo Hamas"

La guerra a Gaza terminerà una  volta completata la seconda fase della tregua in corso, che prevede il  disarmo di Hamas. Lo ha sottolineato il premier israeliano Benjamin  Netanyahu, al termine di una settimana che si è aperta con il rilascio  degli ostaggi israeliani e il discorso di Donald Trump alla Knesset,  durante il quale ha più volte ripetuto che "la guerra a Gaza è finita".  "La fase B (del piano Trump, ndr) prevede anche il disarmo di Hamas, o  più precisamente, la smilitarizzazione della Striscia di Gaza, dopo che  Hamas sarà stato privato delle sue armi - ha detto Netanyahu al canale  televisivo di destra Channel 14 - Quando questo sarà completato con  successo, si spera in modo facile, ma se così non fosse, in modo  difficile, allora la guerra finirà".

Gaza, agricoltura distrutta. Striscia sempre più dipendente da aiuti

Dopo che l’accordo di pace per Gaza è stato firmato, cosa sta cambiando nella distribuzione degli approvvigionamenti nella Striscia? E quali sono le difficoltà che si stanno riscontrando nel rispettare i punti fissati dall'intesa tra Israele e Hamas? Anche di questo tema si è occupata la puntata di "Numeri", di Sky TG24, andata in onda il 15 ottobre. 

Gaza, agricoltura distrutta. Striscia sempre più dipendente da aiuti

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Media: Croce Rossa a Gaza per ricevere "alcuni" corpi di ostaggi israeliani

Un convoglio della Croce Rossa è a Gaza  per ricevere "alcuni" corpi di ostaggi israeliani che erano nelle mani  di Hamas. Lo ha riferito la tv qatarina Al-Araby, dopo che il movimento  di resistenza islamica aveva annunciato in precedenza la consegna dei  corpi di due ostaggi alle 21 ora italiana.

Ehud Barak: “Accordo su Gaza avrà successo se Trump resta determinato”

L’ex premier israeliano dice che Hamas sa da tempo che non governerà più la Striscia. E rivela un “cauto ottimismo” sull’intesa raggiunta in Egitto.

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Ben Gvir: "Ho dato a Netanyahu una deadline per smantellare Hamas"

Il ministro israeliano di ultradestra Itamar Ben Gvir  ha dato al premier Benyamin Netanyahu una deadline per smantellare Hamas  e introdurre la pena di morte per i terroristi, minacciando che, se le  sue condizioni non saranno soddisfatte, il suo partito di estrema destra  Otzma Yehudit abbandonerà il governo. "Quello che voglio, ed è anche  ciò che Netanyahu mi ha promesso, è lo smantellamento di Hamas. Se non  lo fa, sa benissimo cosa succederà", ha dichiarato Ben Gvir in  un'intervista a Channel 12. Alla domanda se abbia presentato una  scadenza al premier, Ben Gvir ha risposto di sì senza tuttavia fornire  dettagli. Il ministro ha affermato che le sue richieste includono  inoltre l'introduzione della pena di morte per i terroristi: promessa  che, a suo dire, gli era stata introdotta nell'accordo di coalizione del  suo partito.

Tommy Robinson in Israele su invito del ministro Chikli

L'attivista britannico anti-Islam, Tommy Robinson, ex leader dell'English Defence League, forza politica di estrema destra molto apprezzata dallo stragista di Utoya Breivik, ha dichiarato di essere in Israele per una "missione di accertamento dei fatti" nel mezzo di quella che descrive come "una grande campagna di propaganda contro lo Stato di Israele e contro gli ebrei". Robinson e' in Israele su invito del ministro della Diaspora Chikli (Likud). Robinson respinge l'affermazione secondo cui a Gaza sarebbe in corso un genocidio e afferma che la sua visita include visite a Gerusalemme, un campo profughi palestinese e un prossimo viaggio in Cisgiordania, che lui chiama Giudea e Samaria, utilizzando i nomi biblici per la zona. Spiegando il suo sostegno a Israele, Robinson afferma: "Vedo Israele come un faro di democrazia circondato da inferni totalitari guidati dalla Sharia". L'evento, ospitato dal 'Tel Aviv International Salon', fa seguito a un invito rivolto a Robinson dal ministro per gli Affari della Diaspora, Amichai Chikli, del partito Likud. L'invito ha suscitato la condanna delle piu' importanti organizzazioni che rappresentano l'ebraismo britannico, che hanno definito Robinson un "teppista che rappresenta il peggio della Gran Bretagna" e Chikli un "ministro della diaspora solo di nome". Si prevede - scive il 'Times of Israel' - che l'evento attirera' piu' di 1.000 partecipanti.

Israele, funerale di Inbar Hayman dopo rimpatrio del corpo. VIDEO

Inbar Hayman, giovane israeliana rapita da Hamas durante l’attacco al festival nel sud di Israele nel 2023, è stata sepolta dopo il rimpatrio del suo corpo. La restituzione avviene nell’ambito dell’intesa mediata da Washington che prevede lo scambio tra ostaggi israeliani e prigionieri palestinesi per favorire la fine della guerra a Gaza.

Israele, funerale di Inbar Hayman dopo rimpatrio del corpo

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In Israele nuove manifestazioni, in piazza per chiedere consegna corpi ostaggi

A Tel Aviv, in quella che è ormai  nota come Piazza degli Ostaggi, è un'altra serata di mobilitazione per  chiedere vengano consegnate le salme di ostaggi israeliani ancora nella  Striscia di Gaza. Qui, riferisce il Times of Israel, si è radunata una  folla di manifestanti e proteste sono in corso anche a Haifa,  Gerusalemme e in altre città di Israele. A  Tel Aviv, secondo altri media israeliani, è attesa una manifestazione  anche di fronte agli uffici del ministero della Difesa. Intanto le  Brigate al-Qassam, braccio armato di Hamas, hanno annunciato - come  riferito dalla tv satellitare al-Jazeera - che questa sera consegneranno  le salme di altri due ostaggi israeliani recuperate nelle ultime ore  nella Striscia di Gaza.

Fonti Usa: "Possibile viaggio Vance in Israele lunedì, con Witkoff e Kushner"

La Casa Bianca sta considerando la  possibilità di inviare il vice presidente JD Vance a Tel Aviv lunedì per  discutere con i leader israeliani dell'attuazione delle fasi successive  del piano Trump. Lo ha confermato una fonte americana al Times of  Israel, dopo che Channel 12 aveva parlato per prima della possibile  missione di Vance. In Israele sono attesi anche l'inviato della Casa  Bianca, Steve Witkoff, e il genero di Donald Trump, Jared Kushner,  protagonisti nelle settimane scorse dei negoziati in Egitto tra Israele e  Hamas, che potrebbero unirsi a Vance ad un certo punto del suo viaggio,  scrive il sito israeliano. 

Idf: sventato contrabbando armi da Siria al Libano

L'IDF afferma di aver sventato un tentativo di contrabbando di armi dalla Siria al Libano nella zona del Monte Hermon nella tarda serata di ieri, lo riporta il Times of Israel. Secondo quanto riferito dall'esercito, le truppe dell'810a Brigata Regionale "Mountains" e gli interrogatori sul campo dell'Unita' 504 della Direzione dell'Intelligence hanno arrestato diversi sospettati nei pressi della cima del Monte Hermon durante l'operazione notturna. Secondo IDF, i sospettati stavano cercando di introdurre di nascosto granate, pistole, RPG e munizioni in Libano. I sospettati sono stati portati via per ulteriori interrogatori.

Hamas: "Oggi consegneremo altri due corpi di ostaggi"

Hamas ha annunciato che consegnerà altri due corpi di  ostaggi morti nella Striscia di Gaza alle 22 (le 21 italiane). Lo  riporta Ynet. 

Yemen: irruzione degli Houthi in struttura Onu, tutti salvi

 I ribelli Houthi, sostenuti dall'Iran, hanno fatto irruzione in una struttura delle Nazioni Unite nella capitale dello Yemen, Sanaa, secondo quanto riferito da un funzionario delle Nazioni Unite. Tutto il personale sarebbe al sicuro. Jean Alam, portavoce del coordinatore residente delle Nazioni Unite per lo Yemen, ha dichiarato che le forze di sicurezza Houthi sono entrate oggi nel complesso delle Nazioni Unite a Sanaa. Ha dichiarato all'Associated Press che al momento del raid nella struttura erano presenti 15 membri dello staff internazionale delle Nazioni Unite e che "secondo le ultime informazioni tutto il personale nel complesso e' al sicuro, e' stato rintracciato e ha contattato le proprie famiglie". Secondo l'ONU, i ribelli hanno fatto irruzione negli uffici delle Nazioni Unite a Sana'a il 31 agosto e hanno arrestato 19 dipendenti. In seguito hanno rilasciato il vicedirettore dell'ufficio UNICEF nel Paese. "Le Nazioni Unite stanno adottando tutte le misure necessarie e sono in contatto con le autorita' competenti e le controparti per garantire la sicurezza di tutto il personale e delle proprieta'", afferma Alam. Un altro funzionario delle Nazioni Unite, che ha parlato in condizione di anonimato per discutere del raid, ha affermato che l'edificio e' gestito dalle Nazioni Unite. I dipendenti appartengono a diverse agenzie delle Nazioni Unite, tra cui il Programma alimentare mondiale, l'UNICEF e l'Ufficio per il coordinamento degli affari umanitari, afferma il funzionario. Giovedi', il leader dei ribelli Abdul Malik al-Houthi ha accusato l'ONU in un discorso di collaborare contro il gruppo.

Sa'ar chiede a Gb: "Stop slogan 'dal fiume al mare'"

Il canale israeliano 'Channel 12' ha riferito che il ministro degli Esteri israeliano Sa'ar ha chiesto alla sua omologa britannica, Yvette Cooper, di adottare misure concrete contro l'uso dello slogan "Dal fiume al mare... Palestina libera" nella sfera pubblica della Gran Bretagna. La scorsa settimana il primo ministro britannico Starmer ha dichiarato che il coro era "un'espressione antisemita".

Governo Gaza: "Netanyahu ostacola attuazione accordo"

"Netanyahu sta ostacolando l'attuazione dei dettagli dell'accordo, continuando a chiudere i valichi e a impedire l'ingresso di cibo. Invitiamo le parti garanti dell'accordo a intervenire immediatamente per costringere l'occupazione ad attuarne le disposizioni". Lo scrive il Governo di Gaza.

Musumeci: "Da Italia ampia disponibilita' per ricostruzione"

"Non basta pensare alla ricostruzione in un territorio particolarmente a rischio sisma, ma bisogna lavorare con una pianificazione razionale e in questo senso l'Italia ha dato ampia disponibilita'". Lo ha detto il ministro per la Protezione Civile e le Politiche del Mare Nello Musumeci, oggi a Catania, a margine della seconda giornata dei lavori della convention di Fratelli d'Italia "Patrioti in Comune", rispondendo ai cronisti in merito al ruolo che l'Italia puo' giocare nella ricostruzione di Gaza. "Abbiamo gia' tenuto, come e' noto, un incontro a Palazzo Chigi - ha ricordato Musumeci - ho dato ampia disponibilita', assieme al Capo dipartimento, non solo per allestire le costruzioni prefabbricate per consentire a chi e' rimasto senza casa di trovare un razionale e confortevole alloggio anche a breve termine ma anche per allestire un ospedale da campo e poter inviare un team di tecnici e di ingegneri da affiancare alle autorita' e alle strutture tecniche locali per la ricostruzione razionale e responsabile della citta' distrutta".

Attivista Hajajreh: "Coinvolgere donne in processo di pace"

Quello che i media e i governi mondiali oggi chiamano pace in Medio Oriente "in realta' e' una menzogna. La pace si costruisce ascoltando la voce dei popoli, non dovrebbe essere imposta dalle singole leadership". A parlare e' l'attivista palestinese Reem Al-Hajajreh, gia' candidata al Premio Nobel per la Pace, ospite del festival 'Alice nella citta" per l'appuntamento del "Fuori Sala" con un incontro coi giovani al Cinema Adriano dal titolo "Seminare la pace". Hajajreh - alla quale domani verra' consegnato il Womenlands Excellence Award - racconta perche' ha deciso di fondare l'associazione 'Women of the Sun' che, collaborando anche con organizzazioni di donne israeliane come 'Women Wage Peace', lavora per promuovere la pace, l'educazione e l'impegno politico delle donne in Cisgiordania e nella Striscia di Gaza. "Uno dei grandi problemi per noi donne palestinesi e' che perdiamo il controllo dei nostri figli quando hanno tra gli 11 e i 14 anni, perche' a quell'eta' iniziano a subire l'influenza dei movimenti politici", racconta l'attivista, originaria di un campo profughi vicino Betlemme e tra le 'Donne dell'anno' nel 2024 per la rivista Time. "A cio' si aggiungono le incursioni dell'esercito israeliano che colpiscono soprattutto i giovani e cosi' molti di loro finiscono in prigione o vengono feriti e restano menomati a vita o ancora peggio vengono uccisi", prosegue la donna."Quando i miei figli hanno iniziato a crescere, ho capito che non volevo che diventassero dei martiri della resistenza, ma neanche delle vittime: volevo che vivessero come i loro simili in altre parti del mondo e cosi' ho deciso di fondare l'Associazione 'Women of the Sun', che sostiene il ruolo delle donne nella societa' e le aiuta a proteggere i loro figli dalla morte". All'inizio della guerra, 'Women of the Sun' contava circa 2.500 membri in Cisgiordania, dove ha sede, e circa 300 membri a Gaza, di cui almeno 27 sono stati uccisi. L'Associazione non ha mai interrotto le attivita' dopo il 7 ottobre 2023: "Gli aiuti che forniamo a Gaza riguardano beni di prima necessita' per le donne, ma anche appoggio psicologico e cure per i traumi subiti; abbiamo 16 classi nei punti di accoglienza per fornire istruzione ai bambini che non possono andare a scuola da due anni". Le donne palestinesi costituiscono piu' della meta' della societa' palestinese, ma occupano meno del 12,5% delle posizioni di leadership. "Sono rare le donne con idee politiche indipendenti, non legate a partiti o movimenti", fa notare Hajajreh, "se oggi si chiede a una palestinese quale sia la sua opinione, la maggior parte risponde che la politica e' una cosa da uomini. Basta guardare al tavolo delle trattative: non c'e' una donna, ne' da parte palestinese ne' da parte israeliana". Convinta della necessita' di una "resistenza pacifica" per costruire una convivenza tra i due popoli, Hajajreh lancia infine un appello: "E' necessario far sentire la voce dei popoli, non dei governi che sono completamente scollati dalla realta'; i leader devono smettere di usare i popoli come strumenti e ascoltarne la voce, solo cosi' potremmo costruire la pace nelle nostre societa'".

Musumeci: "A Gaza pronti ad allestire anche ospedale da campo"

"Abbiamo già tenuto come è noto un incontro a Palazzo Chigi, ho dato  ampia disponibilità, assieme al Capo dipartimento, non soltanto per  allestire le costruzioni prefabbricate per consentire a chi è rimasto  senza casa di trovare un razionale e confortevole alloggio anche a breve  termine, ma abbiamo dato disponibilità anche per allestire un ospedale  da campo per poter inviare un team di tecnici e di ingegneri da  affiancare alle autorità e alle strutture tecniche locali per la  ricostruzione razionale e responsabile della città distrutta". Lo ha  detto sulla ricostruzione a Gaza il ministro per la Protezione civile,  Nello Musumeci, a margine della seconda giornata della manifestazione di  FdI, 'Patrioti in Comune'. "Bisogna lavorare - ha aggiunto - con una  pianificazione razionale e in questo senso l'Italia ha dato ampia  disponibilità". 

Witkoff e Kushner: "In Qatar Israele perse il controllo"

L'inviato speciale di Trump, Steve Witkoff, e suo genero, Jared Kushner, hanno condiviso i dettagli dell'accordo con il programma televisivo '60 Minutes' su CBS News. Riguardo all'attacco israeliano al Qatar di settembre, Witkoff ha affermato che sia lui sia Kushner si sono sentiti "un po' traditi". Kushner ha affermato di credere che Trump "ritenga che gli israeliani abbiano perso un po' il controllo su cio' che stavano facendo, ed e' giunto il momento di essere molto forti e impedire loro di fare cose che, a suo avviso, non sono nei loro interessi a lungo termine". Witkoff ha aggiunto che gli attacchi "hanno avuto un effetto devastante, perche' i qatarioti erano fondamentali per i negoziati, cosi' come gli egiziani e i turchi. Avevamo perso la fiducia dei qatarioti. Cosi' Hamas e' entrato in clandestinita' ed e' stato molto, molto difficile raggiungerli". Riguardo alla mediazione del Qatar con Hamas, Witkoff ha affermato che dopo gli attacchi "e' diventato molto evidente quanto fosse importante".

Idf: "Terrorista Hezbollah ucciso nel sud del Libano"

Le forze israeliane (Idf) confermano di  aver "eliminato" un "terrorista di Hezbollah" nel raid di un drone  segnalato questo pomeriggio dai media libanesi tra Kfardounin e Deir  Kifa, nel sud del Libano. "E' stato colpito un terrorista di Hezbollah  che stava utilizzando un mezzo nel tentativo di ripristinare  l'infrastruttura terroristica" nella "zona di Dounine, nel sud del  Libano", rendono noto le Idf. "Le attività terroristiche costituiscono  una violazione degli accordi tra Israele e Libano", ribadiscono.

Attivista palestinese Al-Hajajreh: "Dobbiamo costruire la pace"

"Si vedono molte immagini parziali e semplicistiche sui mass media sulla vita delle donne in Palestina. Io sono di Betlemme  e provengo da un campo profughi creato dopo il 1948". Parla a voce bassa, indossa un velo nero intorno al viso e di fronte a una platea di giovani studenti si dice "felice" di vederli e li ringrazia della loro presenza. Così l'attivista pacifista Reem Al-Hajajreh, ospite del festival Alice nella Città per l'appuntamento del "Fuori Sala", dal titolo "Seminare la pace" racconta perché ha deciso di fondare l'associazione Women of the Sun, spiegando in che modo stia lavorando per promuovere la pace, l'educazione e il protagonismo politico delle donne palestinesi. In virtù di questo impegno a Reem Al-Hajajreh verrà consegnato domani il Womenlands Excellence Award.       E prosegue: "Uno dei grandi problemi per noi donne palestinesi è che perdiamo il controllo dei nostri figli verso gli 11, 12, 14 anni e non riusciamo più a occuparci di loro, perché a quell'età iniziano a subire il controllo dei movimenti politici. A ciò si aggiungono le incursioni degli eserciti israeliani che colpiscono soprattutto i giovani e così molti di loro finiscono o nelle prigioni israeliane o vengono feriti o restano menomati a vita o perdono la vita. Quando i miei figli hanno iniziato a crescere - spiega Reem Al-Hajajreh - ho capito che non volevo che diventassero dei martiri della resistenza, ma neanche delle vittime: volevo che vivessero come i loro simili in altre parti del mondo e così ho deciso di fondare l'associazione Women of the Sun, che sostiene il ruolo delle donne e le aiuta a proteggere i loro figli dalla morte".     L'associazione non ha mai interrotto le attività dal 7 ottobre: "Anche oggi, nonostante le difficoltà - dice Reem Al-Hajajreh - continuiamo il nostro lavoro in Cisgiordania e nella Striscia di Gaza. La situazione delle donne a Gaza è spaventosa, hanno perso ogni sicurezza, ogni libertà personale. Gli aiuti che noi forniamo a Gaza - continua - riguardano i bisogni femminili, ma anche l'appoggio psicologico e le cure ai traumi subiti, oltre a un aiuto per l'istruzione. Abbiamo creato 16 classi nei punti di accoglienza per fornire istruzione ai bambini che non possono più andare a scuola", sottolinea. "La maggioranza dei giovani della vostra età - ricorda l'attivista - sono in prigione dove subiscono le peggiori forme di tortura.   Invece la situazione era diversa in passato: "Prima dell'occupazione israeliana la donna palestinese era un elemento attivo nella societàe partecipava a tutti gli aspetti della vita insieme all'uomo. Dopo l'occupazione israeliana ha poi iniziato anche lei la resistenza armata contro l'occupazione israeliana. Oggi invece la maggior parte delle donne è stata privata della libertà, ci sono donne che oggi possono essere ministri o avere incarichi provinciali o locali, tuttavia la maggior parte di loro fanno parte di agende politiche o di qualche movimento. Le donne indipendenti come me sono molto rare e non possono esprimersi in libertà come oggi faccio io con voi. In pratica - conclude - se oggi si chiede a una donna quale sia la sua opinione riguardo a quello che sta accadendo, la maggior parte di loro risponde che la cosa non la riguarda, ma riguarda gli uomini. Ne sono una fotografia le trattative: non c'è una donna seduta al tavolo, né da parte palestinese né da parte israeliana". Aggiunge: "I miei figli hanno la vostra età - dice rivolgendosi al pubblico - e negli ultimi tempi i popoli in Europa e in Italia hanno fatto molte manifestazioni per i palestinesi. Questo dimostra che i popoli del mondo hanno iniziato a credere che i palestinesi abbiano i loro diritti, ma noi dobbiamo raggiungere la nostra libertà, senza ulteriori perdite umane. È una cosa terribile che debbano morire centinaia e centinaia di palestinesi. Se i governi si fossero uniti prima ai tavoli del negoziati non ci sarebbe stato bisogno di questi massacri".      Pensando al futuro afferma: "La pace per noi è molto importante, non possiamo resistere ancora. Dobbiamo costruire la pace nelle nostre società, palestinesi e israeliani separatamente. Ma questo non è preso in considerazione dalle leadership e dai governi. La nostra presenza qui con voi ha come obiettivo raggiungere e sensibilizzare il più alto numero di persone per aiutare a costruire la pace nella nostra società. È necessario far sentire la voce dei popoli, non dei governi che sono completamente scollati dalla realtà". E sull'attualità: "Quello che i mass media chiamano oggi pace in realtà è una menzogna. Non c'è pace. Sono i popoli che devono scegliere la pace, non le singole leadership. E i leader devono smettere di usare i popoli come strumenti. Oggi nel 2025 ci chiediamo chi del mondo ci ha sostenuto per avere una pace giusta?".

Ufficio Netanyahu: "Premier ordina, Rafah resta chiuso"

Il premier israeliano Benjamin  Netanyahu ha ordinato che il valico di Rafah, al confine tra la Striscia  di Gaza e l'Egitto, "resti chiuso fino a nuovo avviso". Lo rende noto  l'ufficio del primo ministro, come riporta il giornale israeliano Haaretz, che poco prima riferiva di aver avuto conferma  dall'Organizzazione mondiale della sanità che il valico sarebbe stato  aperto lunedì per il trasferimento di malati e feriti. Anche  l'ambasciata palestinese al Cairo aveva informato questo pomeriggio  dell'apertura di Rafah lunedì per consentire ai gazawi che si trovano in  Egitto e che vogliono tornare a Gaza di entrare nella Striscia. “La sua apertura sarà valutata in base alle modalità con cui Hamas svolgerà il suo ruolo nel ritorno degli ostaggi deceduti e nell'attuazione del quadro concordato”, si legge in una nota dell'ufficio del primo ministro israeliano.

Media: "Da Azerbaigian ok a truppe per forza stabilizzazione a Gaza"

L'Azerbaigian sarebbe pronto a  contribuire alla forza di stabilizzazione a Gaza. L'Azerbaigian ha  acconsentito a partecipare con sue truppe, affermano tre funzionari  governativi interpellati dal Times of Israel, secondo cui gli Stati  Uniti hanno ottenuto, per ora dietro le quinte, l'impegno  dell'Azerbaigian.  Due fonti  informate sul dossier, citate dal giornale israeliano, hanno anche  confermato che durante un incontro multilaterale che si è tenuto a  settembre a margine dei lavori dell'Assemblea generale delle Nazioni  Unite a New York il leader turco Recep Tayyip Erdogan ha confermato a  Donald Trump che Ankara è pronta all'invio di forze a Gaza. Ma,  osservano da Israele, non è chiaro se si tratti di una disponibilità  gradita al governo di Benjamin Netanyahu. Sino ad oggi l'Indonesia è l'unico Paese che si è  impegnato pubblicamente a contribuire, nel quadro di una missione sotto  mandato Onu, alla forza internazionale di stabilizzazione per il  dopoguerra a Gaza. "Se e quando il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni  Unite e questa Assemblea decideranno, l'Indonesia è pronta a dispiegare  20.000" truppe, "o anche più", per "contribuire a garantire la sicurezza  a Gaza", ha detto il presidente Prabowo Subianto a settembre nel suo  intervento all'Assemblea generale Onu. Intanto,  secondo rivelazioni di fonti diplomatiche al Guardian, potrebbe essere  l'Egitto a guidare la forza di stabilizzazione prevista dal piano Trump  in 20 punti per "la fine del conflitto a Gaza". 

Libano: "Attacco israeliano nel sud, un morto vicino a Tiro"

Un attacco israeliano su un mezzo edile nel Libano  meridionale ha ucciso un uomo. E' quanto afferma il ministero della  Salute libanese. "L'attacco aereo nemico israeliano su un veicolo nella  città di Deir Kifa, nel distretto di Tiro, ha causato un martire", ha  dichiarato il ministero della Salute. L'agenzia di stampa statale  libanese National News Agency ha riferito che si è trattato di un  attacco con drone che "ha preso di mira un escavatore con due missili  sulla strada Kfar Dounine-Deir Kifa". L'esercito israeliano, a cui è  stato richiesto un commento, ha dichiarato di stare esaminando le  informazioni. Israele ha ripetutamente bombardato il Libano nonostante  un cessate il fuoco di novembre che ha posto fine a oltre un anno di  ostilità con il gruppo militante Hezbollah. Ieri almeno una persona è  stata uccisa e sette sono rimaste ferite in attacchi israeliani,  denunciati dal presidente libanese Joseph Aoun, che avrebbero preso di  mira "strutture civili" violando il cessate il fuoco. Israele di solito  afferma di prendere di mira i combattenti e le infrastrutture di  Hezbollah.

Continua mobilitazione per Gaza a Milano, 'ignobile strage oggi'

Continua la mobilitazione per Gazaa Milano: anche questo sabato pomeriggio centinaia di persone sono scese in strada per chiedere, tra l'altro, una "pace giusta, il riconoscimento della Palestina, una ricostruzione rapida della Striscia rasa al suolo da Israele, la cura delle migliaia di feriti fra cui tanti bambini, anziani e donne". Il sindacato Cub ha annunciato un nuovo sciopero generale. E' stata denunciata dai partecipanti "l'ennesima ignobile strage dell'esercito israeliano perpetrata oggi". Si sono riferiti a quando scritto dall'emittente Al Jazeera: undici membri di una famiglia sono stati uccisi dopo che Israele ha attaccato un veicolo a Zeitoun, nella città di Gaza, accusandolo di aver attraversato la cosiddetta "linea gialla", che delimita le aree sotto il controllo dell'esercito israeliano.

Palestinesi: "Valico Rafah riaprirà lunedì alle persone"

Il valico di frontiera di Rafah tra Gaza e l'Egitto sara' riaperto lunedi', lo ha dichiarato l'ambasciata palestinese in Egitto in una nota. Il valico, in gran parte chiuso da maggio 2024, consentira' ai palestinesi residenti in Egitto di tornare a Gaza, afferma l'ambasciata. I precedenti annunci sull'apertura del valico dall'inizio del cessate il fuoco, una settimana fa, sono stati prematuri. Il COGAT ha dichiarato questa settimana che sono in corso i preparativi con l'Egitto per riaprire il valico al movimento delle persone, la cui data sara' annunciata in un secondo momento. 

Media, verso guida Egitto per la forza di stabilizzazione a Gaza

E' in fase di preparazione una mozione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite per dare alla forza internazionale di stabilizzazione per Gaza ampi poteri per controllare la sicurezza all'interno della Striscia e c'è "la forte aspettativa che sia l'Egitto a guidarla". Lo scrive il Guardian citando fonti diplomatiche che spiegano come la mozione sia sostenuta da Europa e Stati Uniti. Gli Usa in particolare starebbero facendo pressioni perché la forza abbia un mandato delle Nazioni Unite senza essere una vera e propria forza di pace dell'Onu e possa operare con poteri analoghi a quelli delle truppe internazionali che operano ad Haiti contro  le bande armate. Turchia, Indonesia e Azerbaigian sono indicati insieme all'Egitto come i principali contributori di truppe. Non è previsto il coinvolgimento di truppe europee o britanniche.

Corteo pro Palestina a Milano, Hannoun 'Trump inaffidabile, è sionista criminale'

I pro Pal tornano in piazza a Milano, per la manifestazione organizzata da Api (associazione palestinesi in Italia). Poche centinaia le persone che stanno prendendo parte al corteo, in partenza da piazzale Udine, con arrivo previsto in piazza Leonardo Da Vinci, a Città Studi. “Il nostro corteo è un messaggio chiaro: i cittadini italiani sono tutti per i diritti del popolo palestinese, per la fine dell’occupazione e del genocidio e per la libertà assoluta di tutti i territori palestinesi dal fiume Giordano al Mar Mediterraneo”, dice al megafono il presidente di Api, Mohammad Hannoun. 

“Tutti parlano di pace e tregua. Vorrei essere ottimista ma quando si tratta di un’entità criminale, che ha tutto l’appoggio dei potenti - dagli Usa, alla comunità europea fino ai regimi arabi corrotti - non possiamo non sospettare che questa tregua sia una trappola. Questa tregua non è affidabile, perché i garanti, Trump e l’amministrazione Usa, non sono affidabili: sono dei sionisti criminali”, ha aggiunto, attaccando anche il “governo italiano che continua a sostenere un criminale come Netanyahu e a fornire armi usate per uccidere bambini”.  Nel suo comizio alla partenza del corteo, il leader di Api ha parlato degli ostaggi liberati, definendoli “soldati israeliani con i cannoni rivolti verso la testa dei palestinesi” e ha esortato a non fermare la mobilitazione.

Pizzaballa, per pace Palestina prima vanno create condizioni

"Prima di parlare di pace" in Palestina "bisogna creare le condizioni della pace: la nostra generazione, noi, dobbiamo preparare le condizioni perché la prossima generazione possa parlare di pace in maniera credibile". Lo ha affermato il cardinale Pierbattista Pizzaballa, Patriarca di Gerusalemme dei Latini, in collegamento video con il festival 'Luce!'. "Parlare di pace adesso non ci renderebbe credibili. Dovevamo prima creare le condizioni, creare un minimo di fiducia, una nuova narrativa, riconoscere i diritti basilari del popolo palestinese. Insomma, la strada è molto lunga e ci vorrà molto tempo, ma bisogna cominciare". 

Pizzaballa, 'Gaza e Cisgiordania inseparabili, parti del popolo palestinese'

"Non possiamo separare Gaza dalla Cisgiordania, sono parti di uno stesso popolo". Lo ha detto il cardinale Pierbattista Pizzaballa, patriarca di Gerusalemme dei Latini, in collegamento con il festival 'Luce!' in corso di svolgimento a Palazzo Vecchio a Firenze.

"La nostra generazione deve preparare le condizioni perché la prossima generazione possa parlare di pace in modo credibile", ha aggiunto il cardinale Pizzaballa. Secondo il patriarca di Gerusalemme, quello che è stato fatto in questi giorni per la pace "era il primo passo necessario, ora dobbiamo vedere se siamo capaci di fare i prossimi passi decisivi". Pizzaballa ha concluso affermando che "con la forza si riesce a imporre qualcosa ma è una visione miope perché poi il castello crolla".

Pizzaballa, 'per la pace servono leader con visione, ma adesso non ci sono'

"Sulle cause del conflitto tra israeliani e palestinesi abbiamo lasciato la narrativa agli estremisti: Hamas e i coloni", ma per raggiungere la pace servirebbe "una leadership con visione, sia politica che religiosa e in questo momento non la vedo" e "sia israeliani che palestinesi sono molto divisi". Lo ha detto il cardinale Pierbattista Pizzaballa, patriarca di Gerusalemme dei Latini, in collegamento con il festival 'Luce!' in corso di svolgimento a Palazzo Vecchio a Firenze.

Gaza, bilancio delle vittime supera i 68 mila morti

Il bilancio totale delle vittime dell'offensiva israeliana a Gaza è salito a 68.116, secondo il ministero della Salute di Gaza, dopo aver aggiunto 120 persone dichiarate disperse e i cui decessi sono stati confermati. Il ministero della Salute ha aggiunto un totale di 149 decessi al conteggio totale: i 120 dispersi e altri 29 decessi registrati venerdì negli ospedali di Gaza. Di questi, 23 erano corpi recuperati dalle macerie e da aree difficili da raggiungere, due erano persone morte per le ferite e quattro erano cittadini di Gaza uccisi negli attacchi israeliani, nonostante il cessate il fuoco.

Cosa c’entra la FIFA con la pace a Gaza?

Il 13 ottobre il presidente della Federazione Gianni Infantino  era al vertice di Sharm el Sheikh. Una presenza che ha incuriosito molti  osservatori, dal momento che non ricopre nessun ruolo né politico né  diplomatico. Eppure, nessuno è rimasto davvero stupito. Del resto, è da  tempo è vicinissimo a Trump, soprattutto quando sul tavolo ci sono  dossier mediorientali. Ecco come interpretare la sua presenza in Egitto

Cosa c’entra la FIFA con la pace a Gaza?

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Mancano zucchero e insulina: a Gaza anche il diabete può uccidere

Nella Striscia i pazienti con diabete di tipo 1 - compresi i  bambini - rischiano la vita ogni giorno a causa dell'impossibilità di  reperire l'insulina e della mancanza di zucchero (il prezzo è schizzato  alle stelle). La testimonianza di Medici Senza Frontiere: “L’unico modo  per salvare le persone con diabete a Gaza è far entrare l’insulina da  fuori. Serve che cessi urgentemente il blocco degli aiuti”. E quella di  un giovane medico palestinese: "A Gaza i diabetici soffrono in silenzio,  oscurati da crisi più gravi"

Mancano zucchero e insulina: a Gaza anche il diabete può uccidere

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Onu, "portare aiuti a Gaza è sfida immensa, ma lo dobbiamo alla popolazione"

Il capo delle operazioni umanitarie delle Nazioni Unite, Tom Fletcher, ha definito "una sfida immensa" il compito di garantire l'arrivo degli aiuti d'emergenza nella Striscia di Gaza, devastata da due anni di guerra. In visita a Gaza city, Fletcher ha raccontato di aver trovato un "paesaggio di macerie". "Ero qui sette o otto mesi fa - ha detto all'Afp - e molti di questi edifici erano ancora in piedi. Ora è assolutamente terribile vedere un'intera parte della città ridotta a un terreno vuota". L’alto funzionario dell’Ocha ha annunciato un piano di 60 giorni per "intensificare la distribuzione alimentare, fornire un milione di pasti al giorno, ricostruire il sistema sanitario e riportare centinaia di migliaia di bambini a scuola". 

Hamas, "Israele ha restituito corpi di 15 palestinesi morti"

Israele ha restituito a Gaza i corpi di 15 palestinesi, portando il numero totale a 135, ha dichiarato il Ministero della Salute nel territorio controllato da Hamas. In base a un accordo di cessate il fuoco mediato dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump, Israele avrebbe dovuto restituire i corpi di 15 palestinesi per ogni israeliano deceduto restituito. Venerdì sera, Hamas ha restituito il corpo di un altro ostaggio israeliano.

Media, Vance in Israele lunedì per discutere progressi accordo

Il vicepresidente degli Stati Uniti, J.D. Vance, ha in programma di recarsi in Israele lunedì per discutere i progressi dell'accordo per la restituzione degli ostaggi uccisi a Gaza e la fine della guerra, riporta il notiziario Channel 12. Vance discuterà anche dell'avanzamento alla seconda fase del piano di pace di Donald Trump, che riguarda il disarmo del gruppo terroristico Hamas e l'istituzione di un'autorità alternativa per l'amministrazione di Gaza.

Gaza, ripresa produzione di cibo grazie ad aiuti umanitari. VIDEO

L'ufficio di Netanyahu: "Hamas deve disarmare senza se e senza ma"

Hamas deve disarmare, "senza se e senza ma"; lo ha dichiarato l'ufficio del primo ministro israeliano, Benyamin Netanyahu, alla Reuters, in risposta alle affermazioni del dirigente di Hamas Mohammed Nazzal. "Hamas avrebbe dovuto rilasciare tutti gli ostaggi nella fase 1. Non l'ha fatto. Hamas sa dove sono i corpi dei nostri ostaggi. Hamas deve essere disarmato in base a questo accordo. Senza se e senza ma. Non l'ha fatto. Hamas deve aderire al piano in 20 punti. Il tempo sta per scadere", si legge in una dichiarazione riportata da Reuters. Nell'intervista in questione, Nazzal ha affermato che Hamas non intende disarmarsi per ora e che intende restare presente ad interim nella Striscia di Gaza. Sulla restituzione dei corpi degli ostaggi morti ha ribadito che ci sono difficoltà a reperirli. 

Netanyahu

©Ansa

Vance e Witkoff in Israele la prossima settimana

Il vicepresidente degli Stati Uniti J.D. Vance si recherà Israele la prossima settimana, in concomitanza con un'altra visita dell'inviato speciale del presidente Trump in Medio Oriente, Steve Witkoff. I due dirigenti Usa arriveranno nel Paese nell'ambito degli sforzi di Washington per garantire la continua attuazione dell'accordo di cessate il fuoco e il rilascio degli ostaggi. Lo riferisce il sito israeliano Ynet.

Idf: "Imbarcazioni palestinesi violano il blocco navale"

Una nave della Marina israeliana ha sparato colpi di avvertimento contro diverse imbarcazioni palestinesi che "violavano il blocco navale e rappresentavano una minaccia" per le truppe al largo della costa meridionale della Striscia di Gaza, afferma l'Idf. Lo riporta il Times of Israel. Secondo quanto affermato dall'esercito, le imbarcazioni di Gaza hanno invertito la rotta dopo gli spari di avvertimento e non ci sono segnalazioni di feriti nell'incidente. 

Funaro: "Il Medio Oriente non cada in un oblio comunicativo"

"Oggi il rischio vero è che il Medio Oriente cada di nuovo in un oblio comunicativo e questo non lo possiamo permettere assolutamente, dobbiamo tenere altissima l'attenzione". Lo ha affermato Sara Funaro, sindaca di Firenze, aprendo la seconda giornata del festival 'Luce!' a Palazzo Vecchio, che ha in programma nel pomeriggio l'intervento, tra gli altri, del cardinale Pierbattista Pizzaballa. Sul tema dell'informazione Funaro ha ribadito che "non va sottovalutato quello che è successo a Sigfrido Ranucci, è un qualcosa che ci riporta indietro in tempi che sono tempi drammatici del nostro paese, è un campanello d'allarme vero. Qual è il messaggio? Quando tu racconti delle verità che sono profondamente scomode, delle verità che vanno a toccare equilibri pericolosi di organizzazioni mafiose, perché questo va detto chiaramente, si alza il livello di pericolo". 

Witkoff e Kushner: "Ci siamo sentiti traditi dal raid sul Qatar"

Gli inviati di Donald Trump Jared Kushner e Steve Witkoff, hanno dichiarato di essersi "sentiti un po' traditi" dal fallito blitz di Israele su Doha il mese scorso per uccidere i dirigenti di Hamas che stavano negoziando la pace. I due principali mediatori dell'accordo sul cessate il fuoco a Gaza hanno rilasciato un'intervista al programma "60 Minutes" dell'emittente americana Cbs. Witkoff ha appreso dell'attacco la mattina dopo: "Credo che sia Jared che io ci siamo sentiti, credo, un po' traditi".  "Questa è stata una decisione presa dal Primo Ministro Netanyahu, non una decisione presa da me", disse a caldo il presidente americano, Donald Trump, ricorda Cns. "Penso - ha commentato Kushner su quella dichiarazione di Trump - che sentisse che gli israeliani stavano perdendo un po' il controllo su quello che stavano facendo, e che era giunto il momento di essere molto forti e impedire loro di fare cose che, a suo avviso, non erano nei loro interessi a lungo termine". Sul raid fallito, Witkoff commenta: "Ha avuto l'effetto di una metastasi perché i qatarioti erano fondamentali per i negoziati, così come lo erano gli egiziani e i turchi. Avevamo perso la fiducia dei qatarioti. E così Hamas è entrato in clandestinità, ed è stato molto, molto difficile raggiungerli", ha detto a Cbs Witkoff. 

L'ufficio di Netanyahu: "Non risparmieremo alcuno sforzo per riportare tutti gli ostaggi"

L’ufficio del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha esortato Hamas a rispettare l’accordo di cessate il fuoco e a restituire i resti degli altri 18 ostaggi uccisi ancora trattenuti nella Striscia di Gaza. La richiesta segue la conferma del ritorno del corpo di Eliyahu Margalit, 75enne ucciso durante l’attacco di Hamas al Kibbutz Nir Oz del 7 ottobre 2023. Secondo le Idf, citate dal Times of Israel, il corpo di Margalit era stato portato a Gaza dopo l’omicidio e la sua identificazione è stata completata dagli esperti forensi. 

L’ufficio del premier ha dichiarato che "non faremo compromessi… e non risparmieremo alcuno sforzo fino a riportare tutti gli ostaggi caduti, fino all’ultimo". Israele ha sottolineato di essere "determinato, impegnato e al lavoro senza sosta" per restituire tutti gli ostaggi morti, aggiungendo che Hamas è "tenuta a rispettare i propri impegni verso i mediatori e restituirli come parte dell’attuazione dell’accordo".  

Unrwa: "8mila insegnanti pronti a riaprire le scuole per i bimbi di Gaza"

L'Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l'occupazione dei rifugiati palestinesi (Unrwa) ha affermato che oltre 8.000 dei suoi insegnanti nella Striscia di Gaza sono pronti ad aiutare i bambini a riprendere gli studi e la loro istruzione. Lo riporta l'agenzia palestinese Wafa. L'Unrwa ha sottolineato, in una dichiarazione pubblicata sul suo account ufficiale X, che si tratta della più grande organizzazione umanitaria operante nella Striscia di Gaza e che deve poter svolgere i propri compiti senza ostacoli. Ha affermato che "i bambini di Gaza sono stati privati ;;dell'istruzione per troppo tempo", sottolineando la necessità di consentire loro di tornare a scuola il prima possibile. 

Media: "Colpito minibus a Gaza, 11 morti della stessa famiglia"

Undici membri di una famiglia sono stati uccisi dopo che Israele ha attaccato un veicolo a Zeitoun, nella città di Gaza, accusandolo di aver attraversato la cosiddetta "linea gialla", che delimita le aree sotto il controllo dell'esercito israeliano. Lo scrive Al Jazeera, secondo la quale Israele ha ucciso 28 persone dall'entrata in vigore del cessate il fuoco. 

Media: "Dimessi dall'ospedale 3 degli ostaggi liberati da Hamas"

Gli ostaggi israeliani Matan Zangauker, Omri Miran e Matan Angrest sono stati dimessi venerdì dall'ospedale Ichilov Medical Center di Tel Aviv, quattro giorni dopo essere stati liberati dalla prigionia di Hamas, durata 738 giorni. Lo si legge sul Times of Israel. I tre sono stati rimandati a casa nella serata di ieri dopo aver completato le visite mediche richieste e continueranno a ricevere assistenza dal personale ospedaliero, ha dichiarato la struttura medica. 

Iran: "Non siamo più vincolati da restrizioni sul nucleare"

L'Iran ha dichiarato di essere da ora "svincolato" da ogni restrizione sul suo programma nucleare. Iil ministero degli Esteri ha affermato che la Risoluzione 2231 del Consiglio di Sicurezza dell'Onu è scaduta e che pertanto tutte le disposizioni e le restrizioni dovrebbero essere annullate e il suo programma nucleare rimosso dall'ordine del giorno del Consiglio e trattato come quello di qualsiasi altro Stato non nucleare ai sensi del Trattato di non proliferazione nucleare (Tnp)". "Da questo momento, il Paese è vincolato esclusivamente dai suoi diritti e obblighi ai sensi del Tnp, senza ulteriori limitazioni". 

Ankara: "Inaccettabili gli attacchi di Israele al Libano"

La Turchia condanna, definendoli "assolutamente inaccettabili", gli attacchi sferrati dall'aeronautica israeliana nel sud del Libano nelle ultime ore. A parlare è stato il presidente del parlamento, Numan Kurtulmus, figura assai vicina al presidente Recep Tayyip Erdogan. "Il governo e il parlamento turco esprimono tutta la propria vicinanza al popolo libanese. Siamo dinanzi agli ennesimi attacchi di Israele, si è ripetuta la situazione già vista precedentemente non solo in Libano, ma anche in Siria, Iran, Tunisia e Qatar. Il regime sionista guarda al resto del Medio Oriente come se si trattasse di gente da mettere in schiavitù. Noi lavoriamo per integrare, loro per dividere e frammentare, questa è la verità", ha dichiarato questa mattina Kurtulmus.

Hamas: "A noi controllo a interim di Gaza, non disarmiamo ora"

Hamas intende mantenere il controllo della sicurezza a Gaza per un periodo ad interim, e non può per ora impegnarsi a disarmarsi: lo ha dichiarato in un'intervista pubblicata sul sito dell'agenzia Reuters dal dirigente di Hamas Mohammed Nazzal. "Posizioni che, secondo Reuters, "riflettono le difficoltà che gli Stati Uniti devono affrontare per porre fine alla guerra" e mostrano "i principali nodi che ostacolano gli sforzi per consolidare la fine definitiva". 

Live In Mondo: "A Gaza ci sono persone, non numeri". VIDEO

L'ufficio di Netanyahu conferma: "Il corpo restituito è di Margalit"

L'ufficio del Primo Ministro israeliano, Benyamin Netanyahu, ha confermato l'identificazione del corpo restituto da Hamas durante la notte come quello di Eliyahu Margalit, 75 anni. L'esercito "ha informato la famiglia dell'ostaggio Eliyahu Margalit che (il suo corpo) è stato rimpatriato in Israele e che la sua identificazione è stata completata". Israele "non scenderà a compromessi" e "non risparmierà alcuno sforzo fino al ritorno di tutti gli ostaggi deceduti, fino all'ultimo", si legge nella nota. 

Netanyahu: "Hamas deve rispettare il piano, il tempo stringe"

L'ufficio del primo ministro Benjamin Netanyahu chiede ad Hamas di "rispettare" il piano in 20 punti, in particolare sulla restituzione dei corpi degli ostaggi uccisi e sul disarmo del gruppo terroristico. "Hamas dovrebbe rilasciare tutti gli ostaggi nella fase 1. Non l'ha fatto. Hamas sa dove si trovano i corpi dei nostri ostaggi. Hamas deve essere disarmato in base a questo accordo. Senza se e senza ma. Non l'ha fatto. Hamas deve aderire al piano in 20 punti. Il tempo stringe", si legge nella dichiarazione dell'ufficio del primo ministro rilanciata dal quotidiano Times of Israel. Nella stessa nota, l'ufficio di Netanyahu ha affermato che "Israele è impegnato a rispettare l'accordo di cessate il fuoco con Hamas e continua a rispettare la propria parte del piano". La dichiarazione è stata rilasciata in risposta a un membro di spicco del gruppo terroristico che ha detto di non potersi impegnare a disarmare.

Il corpo restituito è del 75enne Eliyahu Margalit di Nir Oz

L'ultimo corpo restituito ieri sera da Hamas a Israele è stato identificato come quello di Eliyahu "Churchill" Margalit, 75 anni, residente nel kibbutz di Nir Oz. Lo ha riferito l'Hostage Family Forum, citato dal quotidiano Times of Israel. Secondo la ricostruzione dei fatti, Margalit è stato assassinato dai terroristi di Hamas nel kibbutz Nir Oz il 7 ottobre 2023 e il suo corpo è stato rapito. Il 1 dicembre 2023, le Idf hanno annunciato che Eliyahu era stato ucciso e che il suo corpo era trattenuto a Gaza. L'esercito ha affermato di aver rilasciato questa dichiarazione "sulla base di informazioni raccolte e di intelligence". Anche sua figlia, Nili Margalit, 40 anni, era stata rapita il 7 ottobre ed è stata rilasciata dalla prigionia di Hamas il 30 novembre. Margalit lascia la moglie Daphna, i figli Noa, Danny e Nili e tre nipoti. I familiari hanno raccontato che quel fatidico sabato 7 ottobre Eliyahu ha lasciato casa presto per dare da mangiare ai suoi amati cavalli nella stalla del kibbutz e che anche i suoi cavalli sono stati portati via con lui. Eliyahu è stato responsabile per molti anni del bestiame di Nir Oz. Dopo la restituzione del corpo di Margalit, 18 corpi di prigionieri morti rimangono ancora nella Striscia di Gaza; in 28 erano ancora trattenuti nell'enclave palestinese all'inizio dell'attuale cessate il fuoco. 

Gaza come l’Irlanda del Nord? Il dibattito in Uk è aperto

Diversi analisti ritengono che tra le vicende di due conflitti molto diversi ci possano essere punti di vicinanza nel percorso di pacificazione

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Witkoff, dopo attacco in Qatar "ci siamo sentiti traditi"

"Ci siamo sentiti traditi dopo l'attacco in Qatar": lo ha dichiarato Steve Witkoff, inviato speciale in Medio Oriente di Donald Trump, in un'intervista a "60 Minutes" della Cbs, rilasciata insieme al genero del presidente, Jared Kushner. In alcune citazioni dell'intervista, che andrà in onda integralmente domani, Kushner ha affermato che "questo è stato il momento in cui Trump ha sentito che Israele aveva perso il controllo ed era il momento di essere forti e impedirgli di fare cose che avrebbero danneggiato i suoi interessi".

Mediorente, Hamas ribadisce impegno nel rispettare accordo di pace. VIDEO

Idf riceve corpo ostaggio consegnato da Hamas a Croce Rossa

Le truppe dell'Idf nella Striscia di Gaza hanno ricevuto una bara, con il corpo di un presunto ostaggio morto, dalla Croce Rossa. E' quanto riferisce l'ufficio del primo ministro israeliano secondo quanto riporta 'The Times of Israle'. La bara era stata raccolta dalla Croce Rossa da Hamas a Khan Younis. L'Idf è pronto a ispezionare la bara prima di avvolgerla in una bandiera israeliana e tenere una breve cerimonia guidata da un rabbino militare. I resti saranno poi portati all'istituto forense Abu Kabir di Tel Aviv per l'identificazione e la conferma che appartengono a un ostaggio ucciso.

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