Media nella Striscia riferiscono della presenza dei carri armati israeliani lungo la strada Shifa nel quartiere Rimal di Gaza City, a circa 3 km dal centro. "La Francia dichiara di riconoscere lo stato di Palestina nell'interesse della pace", ha annunciato Macron al vertice che ospita con l'Arabia Saudita all'Onu. Meloni: "La maggioranza presenterà una mozione per il riconoscimento della Palestina subordinato a liberazione ostaggi e esclusione di Hamas da Gaza"
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Israele prosegue l’offensiva di terra a Gaza City: i media locali riportano la presenza di carri armati lungo la strada Shifa, nel quartiere Rimal di Gaza City, a circa 3 chilometri dal centro, mentre almeno 37 persone sono morte la scorsa notte nei bombardamenti israeliani, soprattutto nei quartieri orientali e meridionali della città. Israele ha annunciato la chiusura da mercoledì mattina del valico di Allenby tra Giordania e Cisgiordania in entrambe le direzioni "fino a nuovo avviso".
Hamas ha respinto l'accusa del presidente degli Stati Uniti Donald Trump secondo cui il gruppo militante palestinese sta bloccando gli sforzi per raggiungere un cessate il fuoco a Gaza: "Hamas non è mai stato un ostacolo al raggiungimento di un accordo di cessate il fuoco nella Striscia di Gaza".
Macron ha annunciato il riconoscimento dello Stato di Palestina “nell'interesse della pace", al vertice che ospita con l'Arabia Saudita all'Onu. Dura la reazione di Usa e Israele. Per Trump è "un premio ad Hamas". Parlando alla tv BFM da New York, Macron ha sottolineato che lo stato di Palestina sarà "realmente creato" il "giorno in cui lo stato di Israele lo riconoscerà".
Intanto, la premier Giorgia Meloni, a New York per l'assemblea generale dell'Onu, ha annunciato che la maggioranza presenterà una mozione per il riconoscimento della Palestina ma “subordinato alla liberazione degli ostaggi e all'esclusione di Hamas da Gaza”.
In Assemblea Generale, il segretario generale Antonio Guterres Onu ha ribadito: “Non dobbiamo cedere sull'unica risposta praticabile per una pace sostenibile in Medio Oriente: una soluzione a due Stati”.
La Global Sumud Flotilla ha rifiutato la proposta israeliana di trasferire il carico di aiuti diretti alla Striscia nel porto israeliano di Ashkelon e ha messo in guardia contro la strategia delle autorità israeliane per "ostruire la consegna degli aiuti umanitari a Gaza" e il rischio di "possibili rappresaglie" per il diniego. Se la "Flotilla di Hamas" continua a "respingere la proposta pacifica di Israele, adotteremo le misure necessarie per impedirne l'ingresso nella zona di combattimento e per porre fine a qualsiasi violazione di un legittimo blocco navale, compiendo al contempo ogni sforzo possibile per garantire la sicurezza dei suoi passeggeri", ha scritto su X il ministero degli Esteri israeliano.
Gli approfondimenti:
- Quali Paesi riconoscono lo Stato palestinese e quali sono contrari. LA MAPPA
- Blocco E1: cos’è l’insediamento di Israele che divide la Cisgiordania
- Al-Jazeera: "Uccisi 5 nostri reporter, attacco mirato". Idf: "Uno era un terrorista"
- Medio Oriente: numeri e obiettivi del piano per l'occupazione di Gaza. Cosa sappiamo
- Medio Oriente: dove si trovano le basi Usa e cosa rischiano dopo l’attacco all’Iran
- Stretto Hormuz, perché è strategico e cosa succede se l’Iran lo chiude
- Come è stato colpito il programma nucleare iraniano: il punto
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Meloni: 'Riconoscere Palestina solo con ostaggi liberi e Hamas fuori'
Sulla Palestina, spiega la presidente del Consiglio, "dobbiamo capire quali sono le priorità. Io non sono contraria al suo riconoscimento però dobbiamo darci le priorità giuste. Spero che un'iniziativa del genere possa trovare anche il consenso dell'opposizione, non trova sicuramente il consenso di Hamas".
Meloni: 'Riconoscere Palestina solo con ostaggi liberi e Hamas fuori'
Vai al contenutoGuerra Medioriente, quali sono le armi che l'Italia vende a Israele
A partire dal 7 ottobre 2023 il nostro Paese ha sospeso l'attivazione di nuovi contratti per la fornitura di armamenti allo Stato ebraico. Restano in vigore i precedenti, seppur con la precisazione della premier Meloni: "Valutiamo caso per caso, in base all'utilizzo che ne sarà fatto". Stati Uniti ancora al primo posto per gli aiuti al governo di Netanyahu, mentre l'Europa procede in ordine sparso.
Guerra Medioriente, quali sono le armi che l'Italia vende a Israele
Vai al contenutoSolo 1 detenuto su 4 nelle carceri israeliane è un combattente: i dati
Un’indagine realizzata dal Guardian insieme a +972 Mag e Local Call, e condotta su un database interno dei servizi d’intelligence israeliani, rivela che i risultati sul campo dichiarati pubblicamente nel corso dei mesi dallo stato ebraico non sono mai stati conseguiti. Dall’indagine risulta, infatti, che le dichiarazioni pubbliche dell’esercito — che ha confermato l’esistenza del database — e dei funzionari pubblici israeliani, contraddicono le informazioni raccolte dalla Direzione dell’Intelligence israeliana.
Solo 1 detenuto su 4 nelle carceri israeliane è un combattente: i dati
Vai al contenutoInvasione Gaza, Salvini: Riconoscere Palestina è follia
Invasione Gaza, Israele prepara una nuova offensiva
Gaza, quante sono le vittime dall’inizio della guerra? I DATI
I numeri che riguardano i morti del conflitto in Medio Oriente sono al centro di polemiche, principalmente quelli forniti dal ministero della Salute di Hamas. Tuttavia vengono considerati via via più attendibili e con il tempo sono sempre più simili ai dati comunicati da fonti israeliane. Di questo si è parlato in una puntata di “Numeri”, approfondimento di Sky TG24.
Gaza, quante sono le vittime dall’inizio della guerra? I DATI
Vai al contenutoMacron a Trump: "Contro Hamas soluzione militare non funziona"
La soluzione militare "non funziona" per sconfiggere Hamas a Gaza. Lo ha detto il presidente francese Emmanuel Macron al suo omologo americano, Donald Trump, all'inizio di un incontro bilaterale a cui hanno partecipato alcuni giornalisti, tra cui l'AFP. Gli israeliani "hanno ucciso i principali leader di Hamas. Sta funzionando. E' un grande risultato, ma allo stesso tempo, ci sono tanti combattenti di Hamas quanti ne avevamo il primo giorno", ha detto. "Quindi, smantellare Hamas non funziona. Non e' il modo giusto di procedere. Abbiamo quindi bisogno di un processo globale e stiamo lavorando duramente per il giorno dopo", ha concluso.
Tajani: "Palestina? Impossibile riconoscerla con Hamas"
"Noi siamo favorevoli al riconoscimento dello Stato di Palestina, pero' non a uno Stato palestinese controllato da Hamas". Cosi' il ministro degli Esteri e vicepremier Antonio Tajani avvicinato dai cronisti a New York durante l'Assemblea generale dell'Onu. "La prima cosa - ha proseguito - e' che Hamas lasci la Palestina e liberi gli ostaggi. Questo e' il nodo fondamentale, perche' Hamas e' un'organizzazione terroristica".
Cei, Zuppi: "Avere la pace è possibile, serve avere coraggio"
"Bisogna avere il coraggio della pace", "rendiamola possibile", "chiediamo pace per la Striscia di Gaza, pace per l'Ucraina, pace per tutti i conflitti pezzi tutti di quell'unica guerra mondiale, pace per coloro di cui non conosciamo neanche i nomi perche' la loro sofferenza si consuma in un villaggio isolato del Kivu, in Congo o della Nigeria. Dio cerca sempre Abele". E' l'appello accorato del cardinale Matteo Zuppi, presidente della Cei, nell'omelia della veglia di preghiera per la pace che si e' svolta a Gorizia, dove e' riunito il Consiglio episcopale permanente. "Vediamo le cicatrici orribili degli ultimi conflitti bellici e civili, le conseguenze delle ideologie totalitarie, di nazionalismi che hanno reso l'altro solo un nemico, un oggetto di cui disporre o da distruggere", ha proseguito Zuppi. "Sentiamo questa sera la voce dei morti caduti nelle tremende guerre passate sognando la concordia e la pace del mondo, sentiamo le vittime il cui sangue oggi viene sparso dalla follia delle inutili stragi", "sentiamo l'invocazione di chi e' colpito dalla violenza cieca e sempre fratricida della guerra, il grido delle sofferenze terribili che questa provoca e che durano per sempre nei cuori e nel corpo delle persone colpite". "La pace e' indivisibile, solo imparando a convivere la troviamo, credendo nel diritto e dotandosi di strumenti adeguati. Vivere e' convivere. Convivere non e' vivere di meno o rinunciare a se stessi, anzi, al contrario e' la dimensione vera della vita, l'unica possibile perche' l'uomo non e' un'isola". Zuppi ha citato il Patriarca Athenagoras che invitava a disarmarsi per disarmare il mondo, "come ha chiesto anche Papa Leone". "Tutti possiamo diventare esperti di riconciliazione, perdonando e chiedendo perdono". "Ecco la pace che vogliamo. Da Gorizia, con le sue ferite ma anche con la sua storia e l'esperienza che ha reso le frontiere delle cerniere, i muri dei ponti invochiamo la pace". "Bisogna avere il coraggio della pace e dire: la pace e' possibile! Rendiamola possibile!". E questo "dipende da noi, disarmando il nostro cuore".
Gaza, perché Italia e Germania possono bloccare sanzioni Ue a Israele?
La Commissione Ue ha avanzato diverse proposte per fare pressioni su Israele in risposta all'offensiva a Gaza City. Tra queste c'è la sospensione degli accordi commerciali di favore tra Ue e Israele. Per diventare realtà serve però che il voto dei Paesi membri sul tema raggiunga la maggioranza qualificata: per Roma e Berlino sarebbe facile bloccarla. Anche di questo si è parlato nella puntata di "Numeri", approfondimento di Sky TG24.
Gaza, perché Italia e Germania possono bloccare sanzioni Ue a Israele?
Vai al contenutoPalestina: "Soluzione a due stati unica via per pace e sicurezza"
"Il riconoscimento dello stato di Palestina è la chiara indicazione che la comunita' internazionale rifiuta di abbandonare la soluzione dei due stati, l'unica via per la pace e la sicurezza. Questo e' il percorso per una mobilitazione internazionale per porre fine a questa guerra e muoversi verso la pace". Lo detto l'ambasciatore palestinese all'Onu Ryad Mansour durante la riunione del Consiglio di Sicurezza su Gaza a margine dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite. "Siamo pronti a lavorare con l'amministrazione Usa e i membri del Cds per avanzare questi obiettivi", ha aggiunto.
Von der Leyen: "Io e Trump contro sofferenze civili in Mo"
Con Donald Trump abbiamo discusso della situazione in Medio Oriente.Siamo entrambi concordi sul fatto che le sofferenze dei civili debbano finire.L'Europa è fermamente unita a sostegno della soluzione dei due Stati". Lo scrive su X la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen.
Il Papa: "Riconoscimento Palestina aiuta causa popolo"
Si deve lavorare alla "soluzione dei due stati". Lo dice papa Leone lasciando Castel Gandolfo mentre i leader della Terra sono riuniti all'assemblea generale dell'Onu di New York. Il riconoscimento dello Stato di Palestina potrebbe aiutare la causa palestinese? "Potrebbe aiutare però in questo momento non si trova dall'altra parte volontà di ascoltare, continua la campagna alla città di Gaza". "Penso - ha aggiunto - che gli Stati Uniti saranno gli ultimi" a riconoscere la Palestina, invece "bisogna cercare una maniera per rispettare i popoli". Leone ha fatto sapere di aver comunicato oggi con la parrocchia di Gaza.
Regno Unito, Australia e Canada annunciano riconoscimento Palestina Regno Unito, Australia e Canada annunciano riconoscimento Palestina
Il primo ministro australiano Albanese ha detto che la mossa rientra in uno "sforzo internazionale coordinato". "Per ravvivare la speranza di pace di una soluzione a due Stati, il Regno Unito riconosce formalmente lo Stato di Palestina", ha aggiunto da parte sua il leader britannico Starmer su X.
Regno Unito, Australia e Canada annunciano riconoscimento Palestina
Vai al contenutoSciopero generale per Gaza, cortei in Italia. Scontri a Milano
Ieri, scontri in serata a Brescia tra manifestanti e Polizia durante la manifestazione a sostegno del popolo palestinese. La manifestazione si è snodata lungo le vie della città fino alla stazione, che era blindata. I manifestanti ci sono avvicinati agli agenti in tenuta antisommossa e hanno cercato di sfondare il cordone. La Polizia ha caricato e lanciato lacrimogeni ed è riuscita ad allontanare i manifestanti. Sono volate bottiglie di vetro ed è stato sradicato anche un cestino lanciato contro le forze dell'ordine.
Sciopero generale per Gaza, cortei in Italia. Scontri a Milano
Vai al contenutoMacron: "Ritorsioni Israele? Abbiamo piani per tutto"
Il Presidente francese, Emmanuel Macron, ha dichiarato in un'intervista a BFMTV che "Parigi non rimarra' indifferente a nessuna azione di ritorsione da parte di Israele a causa del riconoscimento di uno Stato palestinese. Abbiamo piani per qualsiasi cosa possa accadere". Macron ha aggiunto che "lo Stato palestinese sara' veramente istituito quando lo Stato di Israele lo riconoscera'".
M.O., Capo Polizia Pisani: "I violenti vanno isolati"
"Voglio ringraziare i cittadini che manifestano pacificamente e invito gli organizzatori dei cortei a collaborare sempre con le Questure". Cosi' intervistato dal Tg1 il Capo della Polizia, Vittorio Pisani, in merito alle manifestazioni per Gaza che si sono svolte nella giornata di ieri in tutta Italia. "I violenti vanno isolati - ha detto il prefetto Pisani -perche' i loro comportamenti sono un pericolo assoluto per i manifestanti pacifici ma soprattutto impediscono l'esercizio di quelle liberta' che noi abbiamo sempre tutelato e continueremo a garantire".
Guterres: "Riconoscere Stato Palestina via più chiara per 2 Stati"
Definire la situazione a Gaza "insostenibile e moralmente e legalmente indifendibile non rende minimamente l'idea della portata della sofferenza umana. Ho ripetutamente chiesto un cessate il fuoco immediato e permanente, il rilascio di tutti gli ostaggi e un accesso umanitario immediato, ma le risoluzioni delle Nazioni Unite continuano a essere ignorate. Il diritto umanitario viene violato. L'impunità prevale. E la nostra credibilità collettiva viene minata". Lo ha detto il segretario generale dell'Onu Antonio Guterres tornando a elogiare Francia e Arabia Saudita per il vertice sulla soluzione dei due Stati, "la cui fattibilità si sta costantemente erodendo". "Accolgo con favore il riconoscimento dello Stato palestinese da parte di molti altri Paesi - ha proseguito - Questa è la via più chiara verso una soluzione a due Stati". Guterres ha pure ripetuto che "il 'giorno dopo' a Gaza deve essere ancorato al diritto internazionale, rifiutare qualsiasi forma di pulizia etnica e avere un chiaro orizzonte politico verso una soluzione praticabile a due Stati".
Schlein: "Da Meloni giochi di prestigio sulla Palestina"
"Giorgia Meloni comincia a capire che sulla Palestina sta perdendo la faccia di fronte al mondo e alla nostra opinione pubblica. Ma non è il momento di giochi di prestigio e delle prese in giro. Riconosce lo Stato di Palestina, come hanno fatto oltre 150 paesi e oggi anche Francia e San Marino, oppure non lo riconosce?". Lo dichiara la segretaria del Pd Elly Schlein. "Basta propaganda. Riconoscere la Palestina significa riconoscere l'Anp, non certo i terroristi di Hamas che non possono essere il futuro di Gaza. O pensa che Francia, Spagna e Regno Unito abbiano fatto il contrario? Noi chiediamo il riconoscimento immediato della Palestina, come hanno fatto gli altri Paesi". "E continueremo a chiedere il cessate il fuoco, la liberazione incondizionata degli ostaggi che è stata sempre una nostra priorità, lo sblocco di tutti gli aiuti umanitari ai palestinesi, le sanzioni al governo israeliano e di interrompere gli accordi commerciali con Netanyahu. Insomma, Giorgia Meloni non dovrebbe far altro che votare le nostre mozioni che ha sempre bocciato. E assumere con urgenza tutte le altre decisioni che possano fermare Netanyahu e i suoi crimini a Gaza come in Cisgiordania. Se aspetta ancora rischiamo che non ci sia più nessuno da riconoscere".
Tajani: "Sì al riconoscimento della Palestina ma senza Hamas"
"Israele deve smettere immediatamente di bombardare Gaza e di attaccare in Cisgiordania con i coloni. Siamo pronti a infliggere anche sanzioni ai coloni violenti e ai ministri che sostengono il lavoro illegale dei coloni". Lo ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani a margine dell'Assemblea dell'Onu. "Ma se si vuole riconoscere la Palestina, Hamas deve essere fuori - ha ribadito - Siamo favorevoli al riconoscimento ma ma non può esserci uno stato palestinese controllato da Hamas. La prima cosa è che Hamas lasci la Palestina e liberi gli ostaggi. Bene l'Anp, ma finché ci sono loro il riconoscimento è impossibile".
Yair Netanyahu: "Riconosco Isole Malvinas ad Argentina"
Yair Netanyahu, figlio maggiore del premier israeliano Benjamin Netanyahu, ha risposto al riconoscimento di uno Stato palestinese da parte della Gran Bretagna, attribuendo in un post su X in spagnolo "le Isole Malvinas come parte dell'Argentina!". Una boutade geopolitica per il controverso figlio del leader israeliano, accusato di essere spesso un 'megafono' delle politiche del padre. Le Isole Malvinas - Isole Falkland per gli inglesi - sono da sempre rivendicate da Buenos Aires. Territorio d'oltremare del Regno Unito nell'Oceano Atlantico, sono state al centro di una breve guerra nel 1982 con l'Argentina, conclusasi con la vittoria delle forze di Londra.
Macron: "Priorità è stop a bombardamenti su Gaza"
Per il presidente francese Emmanuel Macron "la priorità" nel conflitto Israele-Gaza è "fermare i bombardamenti". "Se l'obiettivo - ha detto lo stesso Macron intervistato a New York da Bfm TV - è dire che si vuole completamente distruggere Hamas, ebbene, non funziona". Macron ha aggiunto che i combattenti di Hamas sono "tanti quanto" erano all'inizio della guerra il 7 ottobre 2023. "Non si può dire che la priorità è quella di liberare gli ostaggi quando poi si fa così", ha criticato Macron, con riferimento ai bombardamenti massicci su Gaza negli ultimi giorni. Macron ritiene che così facendo, Israele "indebolisca gli accordi di Abramo" e "tradisca gli accordi di Camp David". "Oggi - ha aggiunto - chiedo davvero all'amministrazione americana di fare pressione sul governo israeliano".
Conte: "Sulla Palestina un misero espediente di Meloni"
"Il riconoscimento condizionato dello Stato della Palestina, l'ultima 'trovata' di Meloni, è un misero espediente che conferma l'ignavia del nostro governo. Il riconoscimento di uno Stato è un atto formale, che in questo caso ha anche un alto valore simbolico oltreché politico. O lo fai o non lo fai. Perché l'Italia non può unirsi ad altri 150 e più Paesi che hanno già riconosciuto lo Stato della Palestina? L'ipocrisia del nostro Governo che continua a stare al fianco di Netanyahu è oscena. Se l'Italia non si affretta non ci saranno più le condizioni per il riconoscimento: semplicemente perché non ci sarà più la popolazione palestinese". Lo dichiara il leader del M5s Giuseppe Conte.
Gaza, avvocati e prof diffidano Italia: "Protegga la Flotilla"
Il governo italiano deve proteggere i connazionali che partecipano alla Global Sumud Flotilla, altrimenti il caso sarà denunciato "alle competenti sedi giurisdizionali nazionali ed internazionali". E' la diffida che dieci avvocati e docenti universitari hanno inviato alla presidente del consiglio Giorgia Meloni, ai ministri Antonio Tajani e Guido Crosetto, all'ambasciatore italiano a Tel Aviv. L'iniziativa, coordinata da un legale di Torino, è il seguito di un atto analogo inoltrato lo scorso 2 settembre: una mossa che si sarebbe resa necessaria perché, come viene spiegato nel documento, da alcune dichiarazioni attribuite a Tajani si ricava che le autorità italiane sono "gravemente tese al rifiuto di adeguata tutela alle persone e alle imbarcazioni partecipanti alla Global Sumud Flotilla". "Noi - sono le parole del ministro degli esteri contestate nella diffida - ci siamo raccomandati di tutelare i nostri cittadini, di più non possiamo fare. Non possiamo dichiarare guerra a Israele e accompagnare con la Marina militare a flottiglia e violare il blocco navale israeliano". "Ove rispondenti al vero - scrivono i legali - tali affermazioni sarebbero dimostrative della volontà del Governo italiano di non garantire adeguata protezione diplomatica ai membri italiani della flotilla (tale non potendo ritenersi una semplice richiesta di tutelare i nostri cittadini) e di ritenere di dover supinamente accogliere come legittima ogni decisione delle Autorità dello Stato di Israele in merito al trattamento dei componenti la flotilla come pienamente legittimo. Esse, inoltre, paleserebbero che il Ministro degli Esteri ritenga anche il blocco navale operato dalle Autorità dello Stato di Israele come pienamente legittimo". Blocco che invece, secondo firmatari della diffida, è illegittimo.
Macron: "Falso che riconoscere Palestina sia premio a Hamas"
Il presidente francese, Emmanuel Macron, ha definito "completamente falsa" l'affermazione di Donald Trump secondo la quale riconoscere lo stato della Palestina rappresenterebbe una "ricompensa" per le "atrocità" commesse da Hamas. Parlando a BFM TV, Macron ha sottolineato che è "totalmente falso dire che si tratta di una ricompensa ad Hamas, è il solo modo di isolare Hamas". Il presidente francese ha aggiunto che il governo israeliano ha "neutralizzato tutti i capi militari del movimento islamista palestinese" e che "stiamo isolando Hamas". "L'unico modo di sradicare Hamas - ha continuato Macron - è instaurare un'autorità legittima. E' esattamente quello che noi facciamo Non c'è nessun altra iniziativa che isoli altrettanto Hamas" che una soluzione a due stati. ha concluso Macron.
Salvini: "C'è chi usa i bambini di Gaza contro il governo"
"Sono il primo a firmare una assicurazione se organizzo una manifestazione e sarà mio onere fare in modo che i manifestanti lascino la città più pulita di come l'hanno trovata, a meno che qualcuno non stia usando i bambini di Gaza per fare casino e andare contro il governo". Così il leader della Lega e vicepremier Matteo Salvini intervenendo a un appuntamento elettorale a sostegno di Francesco Acquaroli.
Qatar: "Israele non vuole ostaggi ma distruzione Gaza"
Il Primo Ministro del Qatar, Mohammed al-Thani, ha affermato che "Israele e' un nemico per i suoi vicini nella regione, non una democrazia tra le nazioni". Nel suo discorso all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, ha affermato che "il governo israeliano sta abbandonando l'obiettivo di liberare gli ostaggi. Il suo vero obiettivo e' distruggere Gaza". Al-Thani ha aggiunto che "gli obiettivi di Israele nella guerra di Gaza sono la pulizia etnica e l'imposizione di nuovi fatti sul campo". Nel suo discorso all'Assemblea generale delle Nazioni Unite, ha attaccato il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, affermando: "Sogna di trasformare la regione araba in una sfera di influenza israeliana". Al-Thani ha parlato anche dell'attacco israeliano a Doha durante il suo discorso all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Ha affermato: "Questo attacco non e' legittimo. Doha e' stata vittima di un attacco a tradimento che ha causato la morte di sei persone, tra cui un membro delle forze di sicurezza: questa e' una violazione della sovranita' dello Stato".
Emiro Qatar: "Attacco Israele a Doha mina sovranità e diplomazia"
L'emiro del Qatar Sheikh Tamin bin Hamad al Tahni parlando al dibattito generale dell'80° Assemblea Generale Onu ha ribadito la condanna all'attacco di Israele al Qatar, definendola una "palese violazione alla nostra sovranità". "Al contrario di quanto dice il premier Benjamin Netanyahu l'attacco non è un'azione legittima, ma un atto che mina qualsiasi tentativo diplomatico" di mettere fine alla guerra a Gaza, ha proseguito. Netanyahu - ha sottolineato - vuole "continuare la guerra", che per lui è un'opportunita' di espandere gli insediamenti: "Israele non e' un paese democratico circondato da nemici" ma un nemico per i vicini.
Macron: "Rappresaglie israeliane? Non resteremo inerti"
Il presidente francese, Emmanuel Macron, ha avvertito questa sera dagli studi di BFM TV a New York, che la Francia "non resterà inerte" nel caso di rappresaglie israeliane in seguito al riconoscimento da parte di Parigi dello stato di Palestina. "Abbiamo pianificato tutte le opzioni possibili - ha detto Macron - e difenderemo sempre gli interessi della Francia ovunque essa sia rappresentata". Il governo del primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu ha minacciato Parigi di rispondere alla sua decisione di riconoscere lo stato di Palestina con sanzioni, sventolando in particolare la minaccia di una chiusura del consolato a Gerusalemme. Macron ha detto a Bfm Tv di "sperare" che queste sanzioni "non siano adottate": "Sarebbe completamente controproducente", ha aggiunto. Ma se questo scenario dovesse prendere forma, "risponderemo, saremo pronti, saremo pronti a tutto". Con Israele impegnato da diversi giorni in un'offensiva massiccia su Gaza, il presidente francese ha detto di credere che "un'altra strada è possibile, un cammino di pace che è più efficace del cammino di guerra".
Iran, Khamenei: "Non aspiriamo ad avere bombe nucleari"
La Guida Suprema dell'Iran, l'ayatollah Ali Khamenei, ha dichiarato in un discorso che "Teheran non aspira a possedere bombe nucleari". Ha aggiunto: "Abbiamo decine di scienziati nucleari, la scienza non puo' essere distrutta tramite attacchi".
Macron: "Se Trump vuole Nobel Pace fermi questa guerra"
"Vedo un presidente americano che è mobilitato, che afferma 'voglio il premio Nobel per la pace'. Il premio Nobel della pace è possibile soltanto se lui ferma questa guerra": lo ha detto il presidente francese, Emmanuel Macron, davanti alle telecamere di BFM TV all'indomani del suo riconoscimento della Palestina davanti alle Nazioni Unite.
Iran: "Non cederemo a pressioni per fermare l'arricchimento"
Il leader iraniano Ali Khamenei ha dichiarato che l'Iran non cederà ad alcuna pressione per fermare le sue attività di arricchimento dell'uranio o altre attività. "L'americano (il presidente Donald Trump) ha fatto pressione sull'Iran, dicendo che il Paese dovrebbe interrompere completamente l'arricchimento e si aspetta che l'Iran distrugga il suo grande successo nel campo della tecnologia nucleare, che è costato molto al Paese, ma riceverà uno schiaffo in bocca", ha aggiunto, citato dalla Tv di Stato.
Macron: "Stato Palestina sarà creato quando Israele lo riconoscerà"
Il presidente francese, Emmanuel Macron, parlando alla tv BFM da New York, ha affermato che lo stato di Palestina sarà "realmente creato" il "giorno in cui lo stato di Israele lo riconoscerà".
Hamas a Trump: "Mai stati ostacolo al cessate il fuoco"
Hamas ha respinto l'accusa del presidente degli Stati Uniti Donald Trump secondo cui il gruppo militante palestinese sta bloccando gli sforzi per raggiungere un cessate il fuoco a Gaza. "Hamas non è mai stato un ostacolo al raggiungimento di un accordo di cessate il fuoco nella Striscia di Gaza... L'amministrazione statunitense, i mediatori e il mondo intero sanno che il criminale di guerra Netanyahu è l'unica parte che ostacola tutti i tentativi di raggiungere un accordo", ha dichiarato Hamas in una nota. Trump, nel suo discorso all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, ha affermato che Hamas si rifiutava di rilasciare gli ostaggi detenuti a Gaza o di accettare un cessate il fuoco.
Salvini: "Riconoscere Palestina? Oggi è stato inesistente"
Riconoscere lo Stato di Palestina, come primo atto annunciato da Matteo Ricci, candidato del centrosinistra alla presidenza della Regione Marche, "penso proprio che sia la priorita' dei marchigiani, dei pensionati e non la salute, non le liste d'attesa su cui stiamo lavorando, ma il riconoscimento di uno Stato inesistente". Lo ha detto il vicepremier, ministro delle Infrastrutture e segretario della Lega, Matteo Salvini, rispondendo ai giornalisti a margine di un evento a Pesaro, con la partecipazione dei ministri del Carroccio. "Dove comincia e dove finisce la Palestina? Chi la governa? Hamas? - ha aggiunto - Ecco, riconoscere oggi lo Stato di Palestina e' un favore ai terroristi islamici. Quindi fossi marchigiano, qualche dubbio lo avrei". Sollecitato a rispondere sull'ovazione ricevuta ieri da Pier Luigi Bersani, propenso al riconoscimento della Palestina, Salvini ha risposto: "Vediamo domenica chi avra' l'ovazione nelle urne. Riconoscere oggi lo Stato di Palestina, che in parte e' sotto controllo dei tagliagole degli stupratori islamici, e' una follia, e' un suicidio".
Flotilla Gaza, Israele: "Peccato rifiuti nostra proposta su aiuti"
Il ministero degli Esteri israeliano ha espresso rammarico per il rifiuto della Global Sumud Flotilla di accettare la sua "proposta di trasferire, in modo coordinato e pacifico, qualsiasi aiuto a bordo della flottiglia alla Striscia di Gaza tramite il vicino porto turistico di Ashkelon". Per Tel Aviv, questo "evidenzia ancora una volta la mancanza di sincerita' dei membri della flottiglia e la loro missione di servire Hamas, piuttosto che la popolazione di Gaza". Il ministero ha quindi avvertito che "la flottiglia continuera' a respingere la proposta pacifica di Israele, questo adottera' le misure necessarie per impedirne l'ingresso nella zona di combattimento e per porre fine a qualsiasi violazione di un legittimo blocco navale, facendo al contempo ogni sforzo possibile per garantire la sicurezza dei suoi passeggeri"."La recente richiesta del Ministero degli Esteri israeliano alle navi della flottiglia di 'attraccare e trasferire' gli aiuti umanitari attraverso il porto di Ashkelon, in Israele - aveva affermato la Flotilla - non puo' essere interpretata come una neutra esigenza logistica. Si inserisce in un modello di lunga data: la deliberata ostruzione da parte di Israele degli aiuti destinati a Gaza e i suoi tentativi di delegittimare chi contesta il suo blocco illegale. Da maggio 2025, dopo la revoca del "blocco totale", Israele ha consentito l'ingresso a Gaza di una media di 70 camion al giorno. Le agenzie delle Nazioni Unite stimano che ne siano necessari tra 500 e 600 quotidianamente per soddisfare i bisogni di base. Il passato di Israele intercettazione di imbarcazioni, blocco dei convogli e restrizioni alle rotte dimostra che l'obiettivo non e' facilitare i soccorsi, bensi' controllarli, ritardarli e negarli". "La retorica di Israele contro la Global Sumud Flotilla - si legge in una nota della missione - prepara il terreno a ulteriori escalation. Dipingere una missione umanitaria pacifica come una 'violazione della legge' e' un pretesto per la violenza contro civili che agiscono legittimamente per consegnare aiuti".
Iran, ministro Esteri vede omologhi E3: "Continueremo dialogo"
I ministri degli Esteri dell'Iran e degli E3 (Regno Unito, Germania e Francia) hanno concordato di proseguire il dialogo diplomatico sul dossier del programma nucleare di Teheran in un incontro a New York, a margine dell'Assemblea generale Onu. Lo ha reso noto il ministero degli Esteri iraniano dopo il capo della diplomazia di Teheran, Abbas Araghchi, ha visto gli omologhi europei. "Considerando l'avvio infondato e illegale del processo per ripristinare le sanzioni Onu, durante questo incontro sono state prese in considerazione una serie di idee e proposte per proseguire l'approccio diplomatico, ed e' stata presa la decisione di proseguire le consultazioni tra tutte le parti coinvolte", si legge nella dichiarazione diffusa dal ministero iraniano. L'Iran e' impegnato in una corsa contro il tempo per trovare una soluzione che eviti la reimposizione delle sanzioni Onu come chiesto dagli E3, firmatari dell'accordo sul nucleare del 2015.
Hamas: "Bene riconoscimento, ora azioni concrete; no a disarmo"
Hamas ha accolto con favore la dichiarazione congiunta di Francia e Arabia Saudita all'Onu che "riafferma il fermo impegno internazionale per la soluzione dei due Stati", chiedendo che questa si traduca in "azioni concrete" che portino alla fine della guerra a Gaza, la liberazione degli ostaggi, l'ingresso di aiuti nella Striscia e lo stop degli insediamenti e dei piani di annessione. Il gruppo militante palestinese ha anche ribadito la sua ferma opposizione al disarmo, sottolineando che "le armi della resistenza (Hamas, ndr) sono un diritto nazionale fino alla fine dell'occupazione e alla creazione di uno Stato palestinese con Gerusalemme come capitale".
Indonesia: "Daremo 20mila soldati per forza pace Gaza"
Il leader indonesiano si e' offerto di inviare almeno 20.000 soldati come forza di pace a Gaza per salvaguardare qualsiasi futuro accordo di pace. Rivolgendosi all'Assemblea generale delle Nazioni Unite, il Presidente, Prabowo Subianto, ha affermato che il Paese a maggioranza musulmana piu' popoloso del mondo desidera una pace che dimostri che "la forza non puo' fare la cosa giusta". "Crediamo nell'ONU. Continueremo a servire laddove la pace ha bisogno di guardiani, non solo con le parole, ma con 'boots on the ground'", ha detto. "Se e quando il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite e questa grande Assemblea decideranno, l'Indonesia sara' pronta a schierare 20.000 o anche di piu' dei nostri figli e figlie per contribuire a garantire la pace a Gaza", ha affermato. Subianto ha detto che l'Indonesia e' disposta a inviare forze di pace anche altrove, tra cui in Ucraina, Sudan o Libia. Gli Stati Uniti e gli stati arabi parlano da mesi, ma con scarso risultato, di un piano postbellico a Gaza che e' stato devastato da due anni di attacchi israeliani in risposta ad un assalto di Hamas. Israele ha ripetutamente chiesto la distruzione di Hamas. La sua ultima offensiva mira a conquistare il piu' grande centro urbano di Gaza City, ma le proposte precedenti chiedevano che potenze straniere prendessero il controllo della sicurezza del territorio.
Coloni irrompono in villaggio Cisgiordania, ucciso 20enne
Un giovane palestinese, Saeed Murad Nasan, e' stato ucciso da coloni che hanno fatto irruzione nel villaggio di Al-Mughayyir, a nord-est di Ramallah, in Cisgiordania. Lo ha riferito il ministero della Salute dell'Autorita' nazionale palestinese, citato dall'agenzia di stampa Wafa. Secondo il resoconto del capo del consiglio di Al-Mughayyir Amin Abu Aliya, i coloni - sotto la protezione dei militari israeliani - hanno attaccato un parco pubblico nella parte sud-orientale del villaggio e hanno aperto il fuoco contro i residenti, ferendo cinque persone. Tra queste, il 20enne Nasan che e' stato colpito al petto ed e' successivamente morto per le ferite.
Onu, Meloni: "Riconosceremo la Palestina solo con ostaggi liberi e Hamas fuori da Gaza"
Sulla Palestina, spiega la presidente del Consiglio, "dobbiamo capire quali sono le priorità. Io non sono contraria al suo riconoscimento però dobbiamo darci le priorità giuste. Spero che un'iniziativa del genere possa trovare anche il consenso dell'opposizione, non trova sicuramente il consenso di Hamas".
Meloni: 'Riconoscere Palestina solo con ostaggi liberi e Hamas fuori'
Vai al contenutoMadrid: "Embargo armi Israele nessun impatto su economia spagnola"
Il divieto di compravendita di armi a Israele avrà un impatto minimo sull'economia spagnola è servirà a "sviluppare" l'autonomia strategica europea nel settore della Difesa. E' quanto ha assicurato oggi il ministro iberico dell'Economia Carlos Cuerpo nel dettagliare le misure "contro il genocidio a Gaza e per il sostegno alla popolazione palestinese", in primis l'embargo totale di armi a Israele, approvate oggi dal Cdm. "Si prevede che non ci sia un impatto economico al di là dello sforzo iniziale per realizzare questa disconnessione o questo passaggio verso la dipendenza zero" da Israele "in collaborazione e in coordinamento con l'industria della difesa e con le nostre aziende e le imprese europee", ha rilevato Cuerpo nel rispondere ai cronisti. Il titolare del dicastero di Economia, Commercio e Impresa ha evidenziato che il volume totale dell'attività commerciale della Spagna con Israele è "poco" significativo. "Se teniamo conto del volume totale di commercio con Israele, stiamo parlando di quantità, diciamo, poco significative per il totale del commercio della nostra economia", ha segnalato Cuerpo. "Siamo parlando di circa lo 0,5% delle esportazioni, per esempio", ha aggiunto, nel rilevare che "per le imprese" israeliane, l'embargo "può avere invece un effetto significativo". In merito a eventuali rappresaglie per le misure, Cuerpo ha replicato che non compete a lui "parlare per conto del governo di Israele", difendendo la scelta dell'esecutivo presieduto da Pedro Sanchez.
Media: "Idf irrompono ex sito ospedale giordano a Gaza City"
I soldati israeliani hanno fatto irruzione nell'ex sito dell'ospedale da campo giordano nel quartiere di Tel al-Hawa a Gaza City e hanno avviato "operazioni di scavo" nella zona. E' quanto riferiscono media palestinesi ripresi da Times of Israel. Amman ha trasferito il suo ospedale da campo a Khan Younis, nel sud della Striscia, di fronte all'avanzare dell'offensiva di terra dell'Idf a Gaza City e ai bombardamenti continui.
Meloni: "Riconoscere Palestina ora? Ok pressione ma non risolve"
"Personalmente continuo a considerare che il riconoscimento della Palestina, in assenza di uno Stato che abbia i requisiti della sovranita', non risolve il problema e non produce risultati tangibili concreti per i palestinesi". Lo ha ribadito il presidente del Consiglio Giorgia Meloni avvicinata dai cronisti a New York, a margine dell'80esima Assemblea Generale dell'Onu. "Si dice - ha osservato la premier - che il riconoscimento della Palestina puo' essere un'efficace strumento di pressione politica e va bene, lo capisco, pero' dobbiamo anche capire su chi: io penso che la principale pressione politica vada fatta nei confronti di Hamas, perche' e' Hamas che ha iniziato questa guerra ed e' Hamas - ha concluso Meloni - che impedisce che la guerra finisca rifiutandosi di consegnare gli ostaggi".
Meloni: "Mozione condizionata per riconoscere Palestina"
La premier Giorgia Meloni, parlando con i giornalisti a margine dell'assemblea generale dell'Onu, ha annunciato che la maggioranza presenterà una mozione per il riconoscimento della Palestina ma subordinato alla liberazione degli ostaggi e all'esclusione di Hamas da Gaza. Meloni ha auspicato che anche l'opposizione la sostenga. "Io personalmente - ha spiegato Meloni - continuo a considerare che il riconoscimento della Palestina in assenza di uno Stato che abbia i requisiti della sovranità non risolva il problema, non produca risultati tangibili, concreti per i palestinesi. Dopodiché si dice che però il riconoscimento della Palestina può essere un'efficace strumento di pressione politica e va bene, capisco, però dobbiamo anche capire su chi. Io penso che la principale pressione politica vada fatta nei confronti di Hamas perché è Hamas che ha iniziato questa guerra ed è Hamas che impedisce che la guerra finisca rifiutandosi di consegnare gli ostaggi". La premier ha quindi annunciato che "la maggioranza presenterà in aula una mozione per dire che il riconoscimento della Palestina deve essere subordinato a due condizioni: il rilascio degli ostaggi e ovviamente l'esclusione di Hamas da qualsiasi dinamica di governo all'interno della Palestina, perché dobbiamo capire quali sono le priorità. Io non sono contrario al riconoscimento della Palestina, però dobbiamo darci le priorità giuste". "Penso che un'iniziativa del genere - ha auspicato - possa trovare anche il consenso dell'opposizione, non trova sicuramente il consenso di Hamas, non trova magari il consenso da parte degli estremisti islamisti, ma dovrebbe trovare consenso nelle persone di buon senso".
Sciopero generale, Garante scioperi: istruttoria per violazione legge
La Commissione di garanzia sugli scioperi esprime "forte preoccupazione e piena condanna nei confronti di alcuni episodi violenti che si sono verificati nel corso dello sciopero generale svoltosi nella giornata di ieri". L'Autorita', si legge in una nota, "ha avviato un'istruttoria per verificare se possano essere individuate violazioni della legge sullo sciopero nei servizi pubblici essenziali".
Erdogan: "A Gaza raggiunto il punto più basso dell'umanità"
Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan parlando all'80/a Assemblea Generale Onu ha mostrato una foto di palestinesi a Gaza con in mano contenitori in attesa di cibo. "Possiamo avere una ragione per questa brutalità nel 2025? - si chiede - E questa fotografia vergognosa si ripete ogni giorno da 23 mesi". Erdogan ha poi mostrato la foto delle gambe di un bambino piccolissimo ridotte a pelle e ossa. "Come si può stare in silenzio davanti a questo?", ha aggiunto: "Questo rappresenta il punto più basso dell'umanita'. E il genocidio a Gaza viene trasmesso live su media e social media".
Flotilla non consegnerà aiuti a Israele ma teme ritorsioni
La Global Sumud Flotilla, la spedizione umanitaria di una quarantina di imbarcazioni diretta a Gaza, ha respinto la proposta di Israele di trasferire il carico di aiuti diretti alla Striscia nel porto israeliano di Ashkelon e ha messo in guardia contro la strategia delle autorità israeliane per "ostruire la consegna degli aiuti umanitari a Gaza" e il rischio di "possibili rappresaglie" per il diniego. "I precedenti di Israele di intercettare le navi, bloccare i convogli e limitare le rotte dimostrano che la sua intenzione non è facilitare gli aiuti umanitari, ma di controllarli, ritardarli e negarli", avvertono gli attivisti della Flotilla in un comunicato sui social. In questo senso, la Global Sumud Flotilla ricorda che dal maggio scorso Israele ha consentito l'entrata a Gaza di una media di 70 camion al giorno, quando le agenzie delle Nazioni stimano che ne sarebbero necessari fra 500 e 600 per coprire il fabbisogno quotidiano di beni primari per la popolazione gazawi. Allo stesso tempo, per la spedizione, la proposta di Israele di sbarcare gli aiuti per i palestinesi ad Ashkelon non è una richiesta neutrale, ma "una strategia per ostruire in maniera deliberata" la loro consegna a Gazai. Global Sumud Fotilla avverte che Israele "prepara il terreno" per rispondere violentemente contro i suoi equipaggi, che "agiscono legalmente per prestare aiuti", nel presentare "una missione umanitaria pacifica come una violazione della legge". Gli attivisti esortano, infine, la comunità internazionale a non interpretare le dichiarazioni di Israele come mere istruzioni operative, poiché rappresentano "la continuazione del blocco che, secondo investigatori dell'Onu è parte del genocidio in corso a Gaza".
Familiari ostaggi a Trump: "Fai pressioni per negoziati"
Il Forum dei familiari degli ostaggi si e' rivolto al presidente Usa, Donald Trump, chiedendo di fare pressioni su Israele affinche' quest'ultimo "torni ai negoziati basati sui principi consolidati di garantire il ritorno di tutti gli ostaggi e porre fine alla guerra" a Gaza. Le famiglie hanno "accolto con favore la determinazione di Trump nel riportare le parti al tavolo delle trattative", ha aggiunto il Forum. "E' deplorevole che, a differenza di Trump, determinazione, leadership e riconoscimento morale dell'obbligo di restituire tutti gli ostaggi non siano priorita' del governo israeliano e del suo leader", il primo ministro Benjamin Netanyahu.
Palestinesi in Cisgiordania celebrano riconoscimento
Centinaia di palestinesi sono scesi in strada in Cisgiordania per celebrare il riconoscimento di uno Stato palestinese da parte di diversi Paesi occidentali, a cominciare da Francia e Regno Unito. Sventolando bandiere e tenendo in mano manifesti del presidente dell'Autorita' nazionale palestinese (Anp) Abu Mazen, oltre un centinaio di persone si sono riuniti a in centro a Ramallah, chiedendo di "fermare il genocidio" a Gaza. Presenti in piazza anche alti funzionari di Fatah e dell'Anp. "Questo riconoscimento e' il primo passo di un processo che speriamo continui. E' il risultato di oltre un secolo di resistenza e determinazione del nostro popolo", ha dichiarato un commosso Jibril Rajoub, segretario generale del comitato centrale di Fatah, esortando a "imparare dal passato e unire il popolo". Decine di altre persone si sono radunate a Tulkarem sventolando le bandiere dei Paesi che ora riconoscono uno Stato palestinese: Gran Bretagna, Canada, Australia, Portogallo, Francia, Lussemburgo, Malta, Andorra e Monaco. Ma nelle piazze si respira anche scetticismo e disincanto di fronte alla guerra a Gaza e la dura realta' dell'occupazione in Cisgiordania.
Lituania: "Riconoscimento Palestina non garantisce la pace"
"Difficilmente il riconoscimento forzato di uno Stato può portare a una pace duratura in Medio Oriente. Per questa ragione, la Lituania denuncia senza mezzi termini quello che sta accadendo a Gaza come un fatto inaccettabile la cui responsabilità cade inevitabilmente su Israele, ma al contempo ribadisce la propria convinzione che il riconoscimento dello Stato palestinese non costituisce una garanzia di pace". Lo ha affermato oggi il presidente lituano Gitanas Nauseda. "La coesistenza di due Stati che si riconoscano reciprocamente e reciprocamente rispettino la propria sovranità è l'unica soluzione percorribile per la pace nella regione", ha concluso Nauseda.
Ambasciatore Peled: "Allarmante violenza della piazza ieri in Italia"
"Credo che quello che è successo ieri in Italia sia allarmante", i manifestanti "non erano attivisti per la pace, non gli interessava la pace né i palestinesi. Hanno attaccato le forze di polizia e il governo italiano: questo è pericoloso e credo che le autorità italiane stiano prendendo le misure necessarie, perché questa è violenza politica, totalmente ingiustificata, che non ha nulla a che fare con Israele né con la causa palestinese". Lo ha detto all'ANSA l'ambasciatore di Israele in Italia Jonathan Peled. Secondo l'ambasciatore invece "bisogna mettere più pressione su Hamas e sull'Iran, come stanno facendo gli Stati Uniti ma anche in Europa, per poterci sbarazzare di Hamas e liberare gli ostaggi". "Non ho visto alcuna manifestazione in Italia per il rilascio degli ostaggi, né per la libertà, né per i diritti dei gay e delle donne di Gaza e negli altri Paesi terroristici. La gente non sta protestando per la giusta causa", ha concluso.
Ambasciatore Peled: "Flotilla finanziata da Hamas, è una provocazione"
La Flotilla per Gaza "non sta arrivando per gli aiuti umanitari, ma è una provocazione politica, finanziata da Hamas, che cerca lo scontro con Israele e con l'esercito israeliano sul blocco legale di Gaza che è una zona di guerra". Lo ha detto all'ANSA l'ambasciatore israeliano Jonathan Peled. "Tutti gli aiuti umanitari possono arrivare ad Ashkelon", che è la proposta avanzata da Israele agli attivisti per trasferire i loro aiuti nella Striscia, ha spiegato citando l'esempio dell'iniziativa italiana di Food for Gaza. "Anche il ministro Tajani e la presidente Meloni hanno detto che ci sono modi migliori per far arrivare gli aiuti alla popolazione di Gaza piuttosto che con 40 piccole barche", ha aggiunto.
Appello giuristi per Gaza, oltre 1.300 adesioni
L'appello dei giuristi per Gaza, iniziativa di alcuni magistrati lanciata da Bologna due giorni fa, ha già raggiunto oltre 1.300 firme. "Come giuristi sentiamo il dovere di ricordare che lo Stato italiano, per Costituzione e per legge, con l'adesione a trattati e convenzioni, ha scelto la tutela dei diritti fondamentali e la persecuzione dei crimini internazionali" è scritto nell'appello che prevede anche ogni giorno in udienza la lettura del preambolo allo Statuto della Corte penale internazionale che ricorda, tra l'altro, come "i delitti più gravi che riguardano l'insieme della comunità internazionale non possono rimanere impuniti e che la loro repressione deve essere efficacemente garantita". La lettura è iniziata oggi in molti tribunali d'Italia.
Arci: "A Gaza aprire valichi e garantire distribuzione umanitaria"
"In queste ore il ministero degli Esteri israeliano ha diffuso una dichiarazione sulla missione della Global Sumud Flotilla. Si ribadisce il divieto di accesso e si invita a consegnare gli aiuti a Israele per un loro successivo trasferimento nella Striscia di Gaza. Riteniamo che il punto non sia come rendere più 'ordinata' la consegna di beni umanitari, ma come garantire un diritto fondamentale: quello di un popolo a non vivere sotto assedio e sotto occupazione". Lo afferma, in una nota, l'Arci. "Se non fosse in corso un genocidio, se non avessimo assistito in questi mesi a crimini compiuti dall'Idf con gli aiuti umanitari usati come esca per uccidere civili inermi, se il valico di Rafah, dove giacciono tonnellate di aiuti umanitari bloccati, non fosse chiuso, oggi - sottolinea Arci - non ci sarebbe bisogno della Flotilla". Secondo Arci, "la Karma e le imbarcazioni della Flotilla rappresentano una testimonianza concreta della società civile internazionale che chiede la fine del blocco illegale e criminale su Gaza, dell'occupazione in Palestina e il rispetto del diritto internazionale. L'accusa di essere strumenti di Hamas è inaccettabile, priva di ogni fondamento e va respinta al mittente. Per questo respingiamo quella che riteniamo soltanto una provocazione e chiediamo con forza che vengano aperti immediatamente i valichi, a cominciare da Rafah, e che la distribuzione degli aiuti sia affidata alle Nazioni Unite, l'unico soggetto in grado di garantirne l'imparzialità e di assicurare che raggiungano chi ne ha realmente bisogno. Chiediamo con forza alla comunità internazionale di assumersi la responsabilità di fermare l'assedio, di garantire accesso pieno e sicuro agli aiuti, di porre fine all'occupazione e - conclude Arci - di riconoscere la solidarietà come atto legittimo di pace e giustizia".
Trump all'Onu: "Non permettere all'Iran di avere un'arma nucleare"
"La mia posizione è molto semplice: non si può permettere al principale sponsor mondiale del terrorismo di possedere l'arma più pericolosa": lo ha detto Donald Trump parlando dell'Iran all'assemblea generale dell'Onu. Nessun accenno agli ultimi tentativi diplomatici per evitare il ripristino delle sanzioni a Teheran.
Madrid: "Nessuno nell'Ue può vendere armi a Israele"
Il ministro spagnolo degli Esteri José Manuel Albares ha difeso le misure contro il genocidio a Gaza, approvate oggi dal Consiglio dei ministri, in particolare il consolidamento giuridico dell'embargo totale di armi, nel "rigoroso rispetto della posizione comune dell'Unione Europea da anni" e ha escluso che possa indebolire la sicurezza della Spagna. In un collegamento con la tv la Sexta da New York, dove partecipa all'Assemblea generale delle Nazioni Unite, Albares ha indicato che Madrid "sta applicando già da molto tempo" l'embargo di armi a Israele senza concedere licenze di esportazioni. "Dall'ottobre 2023 si è prodotta una sostituzione dei contratti sia nel seno del ministero dell'Interno che di quello della Difesa", ha ricordato. "Nessuno nell'Ue se conforme alla legislazione, se non la viola, può vendere armi a Israele", ha evidenziato il capo della diplomazia iberica, ribadendo che il divieto di Madrid resterà in vigore "mentre non tornerà la pace" in Medio Oriente. Albares ha ricordato che le misure varate rispondono al "sentimento della maggioranza degli spagnoli" (l'83% secondo un sondaggio citato, ndr.) che "non vuole che imprese o il governo collaborino in maniera diretta o inconsapevole al massacro a Gaza". In questo senso, il titolare degli Esteri ha ribadito che "la Spagna è il Paese che sta adottando più misure per porre fine allo sterminio sistematico" in Palestina. E già sta attuando il divieto di commercializzare prodotti provenienti dagli insediamenti illegali nei territori occupati, oltre ad aver "ampliato la lista di ministri" del governo di Benjamin Netanyahu sottoposti a sanzioni per "voler porre fine alla possibilità di uno Stato palestinese". Albares ha anticipato, che solleciterà "in maniera formale" all'Unione Europea "di riconoscere lo Stato di Palestina" nel prossimo Consiglio degli Esteri europeo, "per dare protezione alla soluzione dei due Stati. Mentre alle Nazioni Unite annuncerà "un fondo comune con Arabia Saudita, Norvegia e Francia per sostenere uno Stato palestinese realista", che includa Gaza e Cisgiordania sotto un'unica Anp, collegate da un corridoio che "garantisca continuità territoriale, un porto a Gaza e la sua capitale a Gerusalemme Est".
Familiari ostaggi contro Netanyahu: "Lo seguiremo in Usa"
Familiari degli ostaggi prigionieri di Hamas a Gaza hanno annunciato che si recheranno a New York dove e' atteso il premier israeliano Benjamin Netanyahu per l'Assemblea Generale dell'Onu, per continuare a fare pressione a favore di un accordo per il cessate il fuoco a Gaza e la liberazione dei rapiti. "Netanyahu ha deciso", con il proseguimento della guerra a Gaza e l'operazione di terra per la conquista di Gaza City, "di far saltare in aria gli ostaggi vivi e di far sparire per sempre i morti. Ha dato istruzioni di sacrificare i suoi cittadini per una guerra per Ben Gvir e Smotrich. Continueremo a gridare per i nostri figli. Verremo anche noi negli Stati Uniti finche' lui sara' li' e lo accompagneremo ovunque vada", ha assicurato Einav Tsengauker, madre di Matan, divenuta uno dei simboli della protesta per il ritorno degli ostaggi. "La nostra lotta e' nazionale ed esistenziale. E' una lotta per cio' che siamo, per i valori per i quali e' stato fondato lo Stato di Israele", gli ha fatto eco Mackevit Meyer, zia di Gali e Ziv Berman, rapiti a Gaza, annunciando l'intenzione di "andare oltreoceano a New York, all'Onu".
Onu, Sharaa a Ny: "Sì intesa con Israele, no normalizzazione"
Si' a un accordo sulla sicurezza tra Siria e Israele, ma la situazione a Gaza rende impossibile una adesione agli accordi di Abramo e ostacola la diplomazia tra i due Paesi. Questo il messaggio lanciato dal presidente del governo di transizione di Damasco, Ahmed Al Sharaa in un' intervista rilasciata all'ex capo della Cia David Petraeus in un evento organizzato a New York, in occasione dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Un'intervista alquanto surreale o comunque impensabile fino a meno di un anno fa, quando sulla testa dell'attuale presidente siriano, all'epoca uno dei leader dell'organizzazione islamista Hayat Tharir al Al Sham, pendeva una taglia di 10 milioni di dollari posta proprio dagli Usa e rimossa solo lo scorso luglio. Lo stesso Paese che oggi accoglie il leader siriano, atteso sul palco dell'Assemblea Generale Onu. Al Sharaa e' stato inoltre prigioniero degli americani in Iraq. All'epoca legato ad Al Qaeda fini' nelle mani dei marines che agivano agli ordini proprio di Petraeus. Gli stessi due che oggi si sono ritrovati, ma nella veste di ospite e moderatore. Una circostanza che lo stesso Petraeus non ha fatto a meno di notare. "Siamo passati dalla guerra al dialogo. Oggi sono un tuo sostenitore perche' so bene che chi ha conosciuto la guerra ha ben presente l'importanza della pace", ha detto l'ex capo della Cia."Con Israele il dialogo e' aperto e la mia speranza e' che si giunga a un accordo che garantisca la sovranita' della Siria e fughi tutte le incertezze sulla sicurezza di Israele", ha poi dichiarato Al Sharaa a Petraeus. Un'apertura, che pero' non significa ne' fiducia in Tel Aviv, ne' che la Siria aderira' agli 'Accordi di Abramo', l'intesa trovata nel 2020, durante il primo mandato alla Casa Bianca di Donald Trump, con la quale Israele ha normalizzato i rapporti con Marocco, Emirati Arabi Uniti e Bahrein. "La situazione della Siria e' diversa. Gli accordi di Abramo riguardano Paesi che non confinano con Israele. Noi abbiamo subito piu' di mille tra attacchi aerei, incursioni e operazioni militari israeliane, con in piu' l'occupazione illegale delle alture del Golan", ha chiarito Al Sharaa. Lo stesso presidente siriano, conosciuto con il nome di battaglia di Al Jolani, ha detto esplicitamente di "temere mire espansionistiche israeliane su suolo siriano" e ricordato le numerose violazioni territoriali, inclusi il bombardamento del Ministero della Difesa, del Palazzo presidenziale e l'occupazione illegale del monte Hermon. A pesare sui rapporti tra i due Paesi e' anche la situazione di Gaza. "C'e' rabbia in tutto il mondo per quanto sta avvenendo nella Striscia e c'e' rabbia anche in Siria. Questo ha un impatto inevitabile nella nostra posizione rispetto a Israele", ha dichiarato il presidente siriano a Petraeus. Ora Al Sharaa e' atteso dall'Assemblea Generale dell'Onu, ma non solo. Obiettivo principale e' quello di fare pressione per convincere gli Stati Uniti ad abolire tutte le sanzioni che pendono sulla Siria. Nonostante molte siano state gia' eliminate, per altre e' necessario il via libera del Congresso. Il nuovo presidente siriano e' consapevole che l'unico modo per ridurre o possibilmente porre fine agli attacchi israeliani e' convincere gli americani a fermare il governo del premier Benjamin Netanyahu.
Trump all'Onu: "Riconoscere Palestina ricompensa ad Hamas"
"Il riconoscimento per la Palestina e' una ricompensa per Hamas e i suoi terribili attacchi" Lo ha detto Donald Trump intervenendo all'assemblea generale dell'Onu, rilanciando tra gli applausi l'immediata liberazione degli ostaggi.
Onu, Trump: "Iran non può possedere il nucleare"
Il presidente Donald Trump ha attaccato l'Iran, considerato "sponsor del terrorismo", ribadendo la sua posizione sugli armamenti nucleari. Nel suo intervento all'Assemblea generale, ha detto: "La mia posizione e' molto semplice: allo sponsor numero uno al mondo non puo' essere permesso di possedere l'arma piu' pericolosa". "Ecco perche' - ha aggiunto - dopo essere diventato presidente, ho mandato al cosiddetto Leader Supremo una lettera facendogli una offerta generosa. Gli ho promesso cooperazione piena in cambio della sospensione del programma nucleare iraniano. La risposta del regime e' stata di continuare le minacce ai suoi vicini e agli interessi americani".
Onu, Trump: "Ho messo fine a 7 guerre, tutte devono finire"
Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump si e' autocelebrato ricordando di "aver messo fine a sette guerre in sette mesi". "Nessun presidente o primo ministro - ha aggiunto, rivolto all'Assemblea generale - e, per quel che conta, nessun Paese, si e' neanche avvicinato a qualcosa di simile".
Al Jazeera: "Tre palestinesi uccisi a Khan Younis"
Tre palestinesi sono stati uccisi a colpi d'arma da fuoco dalle forze israeliane a Khan Younis, nel sud di Gaza. Lo ha riferito Al Jazeera, citando fonti mediche dell'ospedale Nasser. Gli attacchi israeliani continuano nella citta' meridionale della Striscia, nonostante migliaia di residenti di Gaza City siano stati costretti a trasferirsi li' a seguito di pesanti bombardamenti e ordini di evacuazione forzata.
Meloni a Ny: bilaterali con Erdogan, Al Thani, al Shara
Al termine dell'apertura del dibattito generale della 80/ma Assemblea Generale delle Nazioni Unite al Palazzo di Vetro, la Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, si recherà alla Rappresentanza Permanente d'Italia presso le Nazioni Unite per una serie di colloqui bilaterali con leader internazionali. Fra gli interlocutori di oggi figurano, tra gli altri, il presidente della Siria Ahmad Husayn al Shara e il presidente della Repubblica del Libano, Joseph Aoun. Sempre nella giornata di oggi è previsto un incontro bilaterale con l'Emiro del Qatar, Tamim bin Hamad Al Thani, presso la rappresentanza permanente dello Stato del Qatar e con il presidente turco Recep Tayyip Erdoğan, presso la rappresentanza Permanente della Repubblica di Turchia.
Lula: "Palestinesi sopravviveranno solo con stato indipendente"
"I palestinesi sono a rischio di sparire. Sopravviveranno solo con uno stato indipendente integrato con la comunità internazionale. Una proposta che e' stata sostenuta da oltre 150 paesi ma bloccata da un singolo veto". Lo ha detto il presidente brasiliano Luiz Inácio Lula da Silva parlando al dibattito di alto livello dell'80esima Assemblea Generale Onu.
Idf: ufficiale ucciso in combattimento a Gaza City
Le Forze di Difesa Israeliane hanno annunciato che un ufficiale dell'Idf è stato ucciso ieri in un combattimento a Gaza City. Lo riporta la stampa israeliana. Il soldato ucciso è il maggiore Shahar Netanel Bozaglo, 27 anni, comandante di compagnia del 77° Battaglione della 7a Brigata Corazzata, proveniente da Migdal Haemek. Secondo i primi risultati di una inchiesta avviata dalle Idf, durante l'offensiva in corso a Gaza City, un agente di Hamas ha sparato con un lanciarazzi contro uno dei carri armati del 77/o Battaglione, ferendo l'ufficiale. Bozaglo è stato portato in ospedale, dove è morto poco dopo a causa delle ferite riportate. È il primo soldato a essere ucciso nella nuova offensiva delle Idf contro Hamas a Gaza City, lanciata la scorsa settimana.
Governo spagnolo approva embargo "totale" armi a Israele
Il governo spagnolo ha approvato l'embargo "totale" sulle armi a Israele, parte di un pacchetto di misure volte a fermare quello che il primo ministro Pedro Sanchez ha definito "il genocidio a Gaza". Il decreto vieta tutte le esportazioni verso Israele di materiale per la difesa e di prodotti o tecnologie a duplice uso, nonche' l'importazione di tali equipaggiamenti in Spagna, ha dichiarato il ministro dell'Economia Carlos Cuerpo in una conferenza stampa. Il decreto blocca inoltre le richieste di transito di carburante per aerei con potenziali applicazioni militari e vieta le importazioni di prodotti provenienti dagli insediamenti israeliani nei territori palestinesi occupati, inclusa la loro pubblicita', ha affermato Cuerpo. "Questo decreto rappresenta un grande passo avanti ed e' pionieristico a livello internazionale in materia di embargo totale sulle armi a Israele", ha dichiarato Cuerpo in una conferenza stampa dopo l'approvazione del provvedimento da parte del governo. Madrid afferma che questo passo "consolida giuridicamente" il divieto di vendita o acquisto di equipaggiamenti militari con Israele, applicato fin dall'inizio dell'offensiva israeliana a Gaza. Il decreto entrera' in vigore immediatamente, ma dovra' comunque essere approvato in un secondo momento dal Parlamento, dove il governo di sinistra di Sanchez non ha la maggioranza.
Spagna, Congresso in silenzio "per vittime del genocidio a Gaza"
In apertura della seduta odierna, alle ore 15, il Congresso dei deputati spagnolo ha osservato un minuto di silenzio "in memoria delle vittime del genocidio che patisce il popolo della Palestina", oltre che per ricordare una donna vittima di femminicidio. Su richiesta della presidente del Congresso, la socialista Francina Armengol, il momento è stato rispettato con tutti i deputati presenti alzatisi in piedi. Tra loro non c'erano però gli esponenti del partito ultraconservatore Vox, riportano El País e altri media iberici. La richiesta di osservare un minuto di silenzio per Gaza era stata avanzata dalla coalizione di sinistra Sumar, che fa parte del governo del socialista Pedro Sánchez, venendo approvata dalla giunta dei capogruppo. Prima dell'inizio della seduta di oggi, anche la principale formazione dell'opposizione nonché primo gruppo della Camera per numero di deputati, il Partito Popolare, aveva manifestato dissenso rispetto all'iniziativa. "Noi abbiamo chiesto che il minuto di silenzio fosse per tutte le vittime di questo conflitto", aveva spiegato in conferenza stampa la capogruppo Ester Muñoz ricordando anche i morti nell'attentato di Hamas in Israele del 7 ottobre 2023. "Non condividiamo né la sostanza né i modi, ma agli interessi del nostro gruppo politico diamo priorità alla solidarietà di tutte le persone che sono vittime di assassinio e rispetteremo questo minuto di silenzio", ha aggiunto.
Rubio: "Europei riconoscono Palestina? Pressione immigrati"
I governi di alcuni Paesi europei, come Francia e Gran Bretagna, stanno riconoscendo la Palestina su pressione della crescente popolazione di origine straniera. Lo ha dichiarato a Fox News il segretario di Stato Usa, Marco Rubio. "Questi Paesi lo stanno facendo, francamente, a causa della pressione politica interna nei loro stessi paesi", ha detto Rubio, "a causa delle politiche migratorie, questi Paesi sono stati inondati di stranieri che sono diventati politicamente attivi e insistono affinche' il loro governo faccia questo genere di cose. E' a questo che stanno rispondendo". "E' irrilevante, otterra' un po' di attenzione, ma non esiste uno Stato palestinese", ha aggiunto Rubio, secondo il quale "i palestinesi dovranno avere diritto a un loro territorio" ma "tutto cio' puo' avvenire solo al termine di un negoziato dal quale e' impossibile escludere Israele".
Telegraph: "Starmer chiederà stop soldi Anp per 'martiri'"
Il premier britannico Keir Starmer intende chiedere all'Autorita' nazionale palestinese di mettere fine alla politica di sovvenzioni ai parenti dei 'martiri', come passo preliminare per poter sviluppare appieno le relazioni diplomatiche, dopo il riconoscimento formale da parte di Londra di uno Stato palestinese. E' quanto rivela il Telegraph. La pratica di Ramallah di fornire assistenza economica ai familiari di attentatori, cosi' come di palestinesi rimasti feriti in attacchi e prigionieri politici detenuti nelle carceri israeliane, e' duramente condannata da Israele. In particolare dopo il massacro di Hamas del 7 ottobre, il ministro delle Finanze e leader di estrema destra Bezalel Smotrich si e' ripetutamente rifiutato di consegnare le entrate fiscali raccolte dallo Stato ebraico per conto dell'Anp. Lo scorso febbraio il leader di Ramallah, Abu Mazen, si era detto disposto a porre fine alla controversa politica, fornendo invece assistenza in base allo stato socio-economico dei bisognosi.
Media: "Trump a Onu nelle vesti di 'peacemaker' e anti globalista"
Dalle anticipazioni di funzionati della Casa Bianca ai media Usa, nel suo intervento all'assemblea generale dell'Onu Donald Trump si presentera' come un "peacemaker", un pacificatore, ed elencherà i successi della sua amministrazione in diverse zone calde del mondo. Nello stesso tempo, Trump rivendichera' la sua decisione di ordinare all'esercito statunitense di effettuare attacchi contro l'Iran e, più recentemente, contro presunti trafficanti di droga venezuelani, e sosterrà che "le ideologie promosse dai globalisti sono sul punto di distruggere nazioni di successo".
Harris: "Risposta di Biden alla guerra a Gaza è stata inadeguata"
Per Kamala Harris Joe Biden non è stato in grado di mostrare maggiore empatia verso i civili di Gaza uccisi da Israele come invece aveva fatto per gli ucraini. "Le sue osservazioni sui palestinesi innocenti sono sembrate inadeguate e forzate", ha scritto nel suo libro "107 Days", uscito oggi e citato da Axios. Nel volume l'ex vice presidente si dilunga sulla crisi in Medio Oriente e sulla rabbia dell'ala sinistra del partito democratico per la deferenza di Biden nei confronti della leadership israeliana. Harris sottolinea che l'impopolarità di Biden l'ha danneggiata nella corsa presidenziale 2024, e che uno dei motivi dell'insofferenza degli americani è stata "la percezione che Biden avesse firmato un assegno in bianco a Netanyahu".
Israele non partecipa alla riunione del Consiglio Onu su Gaza
Israele non partecipera' alla riunione di alto livello del Consiglio di Sicurezza su Gaza, in programma alle 13 locali, le 19 italiane, a margine dell'Assemblea Generale Onu. "Ho ribadito al presidente del Consiglio di Sicurezza che Israele non parteciperà alla sessione del Consiglio. Nonostante la nostra precedente comunicazione che la sessione cadeva nel giorno della festività di Rosh Hashanah, il Consiglio ha scelto di tenere il dibattito proprio in questo giorno. Una discussione unilaterale che si tiene in una festività ebraica è l'ennesima prova dell'ipocrisia delle Nazioni Unite", ha detto l'ambasciatore israeliano all'Onu Danny Danon.
Media: San Marino riconosce lo Stato di Palestina
La televisione ufficiale di San Marino ha annunciato oggi di aver riconosciuto formalmente lo Stato di Palestina. La notizia e' rilanciata anche dall'agenzia palestinese Wafa. La decisione e' stata presa ieri, durante la "Conferenza per una soluzione a due Stati", tenutasi a New York sotto la guida di Francia e Arabia Saudita, sotto l'egida delle Nazioni Unite. Domenica, Gran Bretagna, Canada, Australia e Portogallo hanno annunciato il riconoscimento dello Stato di Palestina. Ieri hanno fatto lo stesso anche Lussemburgo, Belgio, Andorra, Francia, Malta e Monaco, portando il numero di coloro che hanno riconosciuto lo Stato a circa 159 su 193 Stati membri delle Nazioni Unite.
Israele ribadisce: "Impediremo violazioni blocco navale a Gaza"
Se la "Flotilla di Hamas" continua a "respingere la proposta pacifica di Israele, adotteremo le misure necessarie per impedirne l'ingresso nella zona di combattimento e per porre fine a qualsiasi violazione di un legittimo blocco navale, compiendo al contempo ogni sforzo possibile per garantire la sicurezza dei suoi passeggeri". Lo scrive su X il ministero degli Esteri israeliano, rivelando di aver avuto una risposta negativa dagli attivisti circa la proposta di portare gli aiuti per i palestinesi al porto di Ashkelon per farli poi trasferire a Gaza. "Questa risposta mette ancora una volta in luce la mancanza di sincerità dei membri della flottiglia e la loro missione di servire Hamas, piuttosto che la popolazione di Gaza". "Ripetiamo: se le vostre intenzioni sono sincere, trasferite qualsiasi aiuto di questo tipo alla Marina di Ashkelon, in modo che possa essere inoltrato tempestivamente alla Striscia di Gaza in modo pacifico e non violento", ribadisce il governo di Israele.
Guterres: "Soluzione dei 2 Stati unica risposta per la pace"
"Nulla può giustificare i terribili attacchi terroristici di Hamas del 7 ottobre, da me ripetutamente condannati, e nulla può giustificare la punizione collettiva del popolo palestinese e la distruzione sistematica di Gaza". Lo ha detto il segretario generale Onu Antonio Guterres in Assemblea Generale. "Serve un cessate il fuoco permanente, che tutti gli ostaggi siano rilasciati ora, e pieno accesso umanitario ora - ha aggiunto - non dobbiamo cedere sull'unica risposta praticabile per una pace sostenibile in Medio Oriente: una soluzione a due Stati". Applausi in sala.
Guterres: "Carta Onu non è facoltativa, è il nostro fondamento"
"Troppo spesso la Carta delle Nazioni Unite viene sventolata quando fa comodo e calpestata quando non fa comodo. Ma la Carta non è facoltativa, è il nostro fondamento. E quando il fondamento si rompe, tutto ciò che vi è costruito sopra si rompe". Lo ha detto il segretario generale dell'Onu Antonio Guterres aprendo i lavori dell'80esima Assemblea Generale al Palazzo di Vetro. 'In tutto il mondo, vediamo Paesi che si comportano come se le regole non si applicassero a loro - ha aggiunto - Vediamo esseri umani trattati come inferiori. E dobbiamo denunciarlo, l'impunità è la madre del caos e ha generato alcuni dei conflitti più atroci dei nostri tempi".
Guterres: "I principi dell'Onu sono sotto assedio"
"Siamo entrati in un'epoca di sconvolgimenti sconsiderati e di incessante sofferenza umana. I principi delle Nazioni Unite che avete istituito sono sotto assedio, i pilastri della pace e del progresso stanno cedendo sotto il peso dell'impunità, della disuguaglianza e dell'indifferenza". Lo ha detto il segretario generale dell'Onu Antonio Guterres aprendo i lavori dell'80esima Assemblea Generale. "Nazioni sovrane invase, la fame trasformata in arma, la verità messa a tacere - ha aggiunto - Ognuno di essi è un avvertimento".
Onu, Rubio: "Non sta facendo il suo lavoro per Ucraina e Gaza"
Il segretario di Stato Usa, Marco Rubio, ha accusato le Nazioni Unite di "non fare il loro lavoro" e "non giocare alcun ruolo" negli sforzi per giungere a una tregua in Ucraina e a Gaza. "Il presidente sfidera' l'Onu a trovare il suo significato, il suo scopo e la sua utilita' come organizzazione perche' non sembra che stia facendo il suo lavoro, ed e' piuttosto brava a spendere un sacco di denaro", ha dichiarato Rubio a Fox News.
Israele chiude il valico tra Giordania e Cisgiordania
Israele ha annunciato che chiuderà, a partire da domani e "fino a nuovo avviso", il principale valico di frontiera tra la Cisgiordania e la Giordania, attraverso il quale confluiscono anche aiuti a Gaza. L'Autorità aeroportuale israeliana, citata dalla stampa israeliana, afferma che il punto di ingresso e di uscita dell valico di Allenby, sarà chiuso a seguito di una direttiva del potere politico. Nazmi Muhanna, capo dell'Autorità palestinese per i valichi e le frontiere, ha dichiarato all'agenzia di stampa Wafa di essere stato informato da Israele che il valico sarà chiuso da domani mattina fino a nuovo avviso. Army Radio, citata dal Times of Israel, riferisce che i funzionari della sicurezza hanno ricevuto istruzioni per chiudere il valico dal primo ministro Benjamin Netanyahu in persona. L'emittente afferma di aver chiesto all'ufficio del premier se la decisione di chiudere il valico di frontiera fosse collegata all'ondata di riconoscimenti internazionali di uno Stato palestinese, ma di non aver ricevuto risposta. Il confine era stato riaperto dopo la chiusura in seguito al mortale attacco terroristico della scorsa settimana, ma è stato nuovamente chiuso a causa del Capodanno ebraico. La riapertura era prevista al termine della festività. Pur essendo stato riaperto ai passeggeri, il valico è rimasto chiuso alle spedizioni di aiuti umanitari in rotta verso la Striscia di Gaza fino al completamento dell'indagine sull'attacco di Allenby di giovedì scorso, in cui un autista di un camion di aiuti umanitari ha ucciso due militari israeliani, e all'aggiornamento delle procedure di ispezione per gli autisti giordani.
Rubio: "Proposta tregua Hamas? Liberino tutti gli ostaggi"
Il segretario di Stato Usa, Marco Rubio, ha respinto la proposta di tregua che Hamas, secondo Fox News, avrebbe inviato direttamente al presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ovvero di un cessate il fuoco di 60 giorni in cambio della liberazione di meta' degli ostaggi israeliani ancora in vita. "Perche' stiamo anche solo parlando di ostaggi? Non ce ne dovrebbe essere nessuno. Dovrebbero essere tutti liberati immediatamente. Punto", ha dichiarato Rubio a Fox News. Rubio non ha ne' confermato ne' smentito l'esistenza della lettera di Hamas a Trump, ma ha riferito di non averla mai ricevuta. "Persino un'organizzazione malvagia come Hamas comprende che l'unico a cui rivolgersi perche' faccia qualcosa e' Donald Trump", ha pero' commentato il segretario di Stato.
Amman intende spostare ospedale da Gaza City a Khan Younis
L'esercito giordano ha deciso di trasferire il suo ospedale da campo dal quartiere di Tel al-Hawa, nel sud-ovest di Gaza City, a Khan Yunis alla luce dell'avanzare dell'operazione di terra israeliana e degli intensi bombardamenti nei pressi della struttura. Lo riferisce Haaretz. Il ministero della Salute nella Striscia, gestito da Hamas, ha chiesto al re di Giordania Abdallah II di revocare la decisione e mantenere l'ospedale a Gaza City, trasferendo le sue attivita' mediche nell'ospedale al-Shifa, nella zona nord della citta', come hanno fatto altre organizzazioni internazionali che forniscono assistenza sanitaria in loco.
Tajani: "Il nostro primo obiettivo è cacciare Hamas da Gaza"
"Il nostro primo obiettivo è cacciare Hamas da Gaza". Lo ha detto il ministro degli Esteri Anotnio Tajani in un'intervista a Fox news. Parlando dell'iniziativa italiana 'Food for Gaza' il titolare della Farnesina ha spiegato che "stiamo lavorando duramente per fare arrivare gli aiuti direttamente alla popolazione palestinese".
Iran, media: "Colloqui su nucleare con ministri E3 a New York"
I ministri iraniani ed europei terranno martedi' a New York colloqui sul nucleare, ha riferito una fonte diplomatica francese, dopo che il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha votato per reintrodurre le sanzioni sul programma atomico di Teheran. Il ministro degli Esteri iraniano Abbas Araghchi ha tempo fino a sabato sera per raggiungere un accordo con i suoi omologhi britannico, francese, tedesco e dell'Ue per evitare il ripristino delle sanzioni ONU, che erano state sospese in base a un accordo firmato nel 2015.
S.Marino: "Sostegno a due Stati non può prescindere da Palestina"
Le istituzioni e la comunità sammarinese riaffermano "il sostegno alla soluzione dei due Stati, che non può prescindere da uno Stato di Palestina sovrano, indipendente, che viva in pace e nel reciproco riconoscimento dello Stato d'Israele". Così il Segretario di Stato per gli Affari Esteri di San Marino, Luca Beccari, comunica l'ufficializzazione del riconoscimento dello Stato di Palestina. Nella seduta odierna il passaggio formale sul Titano, col Congresso di Stato che ha adottato una propria delibera per il "riconoscimento da parte della Repubblica di San Marino dello Stato di Palestina quale Stato sovrano e indipendente, entro i confini internazionalmente riconosciuti e nel rispetto delle pertinenti risoluzioni delle Nazioni Unite". La delibera, spiega una nota, richiama gli adempimenti adottati nell'ultimo periodo e lo spirito che ha condotto alla decisione dell'Esecutivo ed in particolare i principi sanciti dalla Carta delle Nazioni Unite, l'Accordo sullo stabilimento delle relazioni diplomatiche con l'Autorità Nazionale Palestinese del 1996, gli ordini del giorno approvati dal Consiglio Grande e Generale, l'accredito del primo Ambasciatore palestinese del gennaio 2025, la Conferenza Internazionale di Alto Livello per la risoluzione pacifica della questione palestinese e l'attuazione della soluzione dei due Stati, avvenuta nel luglio scorso e il costante sostegno sammarinese al riconoscimento dello Stato di Palestina. Con la delibera di oggi il Congresso di Stato autorizza anche il Segretario di Stato Beccari a comunicare la decisione alla comunità internazionale nell'ambito dei lavori della 80ma Sessione dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite a New York. "San Marino - sottolinea Beccari - riafferma e concretizza ulteriormente la posizione di neutralità attiva, che da sempre contraddistingue la politica estera della Repubblica. Uno Stato presente, attento e non indifferente agli attuali scenari geo politici".
Israele chiude nuovamente valico Allenby con Giordania
Israele ha annunciato la chiusura da domani mattina del valico di Allenby tra Giordania e Cisgiordania in entrambe le direzioni "fino a nuovo avviso". La decisione, ha riferito l'autorita' che gestisce il posto di frontiera, e' stata presa dal governo. Non e' chiaro se si tratti di una misura di ritorsione dopo il riconoscimento di uno Stato palestinese da parte di diversi Paesi occidentali. Conferma e' arrivata da Nazmi Muhanna, capo dell'Autorita' palestinese per i valichi e le frontiere, che ha riferito di essere stato informato da Israele. Il confine era stato riaperto nei giorni scorsi - solo per i passeggeri, non per il transito di aiuti umanitari verso Gaza - dopo che era stato chiuso in seguito a un attentato costato la vita a due israeliani. Chiuso per la festivita' ebraica di Rosh Hashanah, doveva riprendere a operare domani mattina ma la riapertura e' stata bloccata.
Onu, si spegne il microfono di Erdogan, polemiche in Turchia
Un polverone di polemiche si e' sollevato questa mattina sui media turchi e in rete, dopo nella notte il microfono del presidente Recep Tayyip Erdogan si e' spento, troncando il finale dell'intervento dello stesso leader nella conferenza di Alto Livello sulla Palestina di New York, evento preparatorio all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite. La fine anticipata dell'intervento di Erdogan ha scatenato polemiche, botta e risposta e reazioni opposte nei media e sulle pagine social del Paese, divisi come sempre tra la difesa a spada tratta del presidente e la critica esasperata di quest'ultimo. "Sabotaggio" e' un termine che hanno utilizzato i media molto, forse troppo, vicini al governo turco. Giornali come Yeni Safak e Yeni Akit, con le rispettive pagine social hanno bollato la chiusura del microfono come un "atto deliberato", compiuto "nell'interesse degli Usa e di Israele", contro un leader che "e' stato l'unico a mostrare coraggio nella difesa dei palestinesi" e che ha "sempre sostenuto la prospettiva dei due Stati". La chiusura del microfono ha scatenato anche l'ironia dell'opposizione delle numerose pagine Instagram che non perdono occasione per attaccare Erdogan. Diversi i commenti, molti ironici, accompagnati da frasi di scherno come "ripete le stesse frasi da due anni", "era inutile farlo continuare, tutti sanno gia' cosa avrebbe detto", "ora magari abbandona le chiacchiere e passa a fare qualcosa di concreto". Un tentativo di mettere fine a una discussione che nella mattinata di oggi ha assunto una dimensione forse eccessiva, dinamica cui la politica turca non e' affatto estranea, e' stato fatto dal ministero delle comunicazioni di Ankara. Quest'ultimo ha emesso una nota in cui ha specificato che il microfono e' stato spento quando il tempo massimo, vale a dire 5 minuti, destinato agli interventi, era stato raggiunto. Niente sabotaggio, niente complotto, ma solo rispetto delle procedure.
Scintille su Gaza nell'Aula della Camera
La seduta pomeridiana della Camera, in cui è previsto il ricordo di Kirk, si è aperta con le scintille tra maggioranza e opposizione su Gaza e sui cortei di ieri. Il capogruppo di FdI Galeazzo di Bignami in apertura di seduta ha chiesto che il ministro degli Interni Matteo Piantedosi riferisca su "quanto accaduto ieri" durante i cortei per Gaza. Bignami ha espresso "solidarietà alle forze dell'ordine" e affermato: "C'è chi, strumentalizzando una tragedia ha cercato di portare un attacco alle istituzioni". Aggiungendo poi: "Se dobbiamo scegliere tra chi blocca i treni e chi porta la divisa, noi stiamo dalla parte dei ragazzi che portano la divisa". "I treni bloccati? Si rivolga al ministero dei trasporti, è lui che non fa funzionare i treni", gli ha risposto Riccardo Ricciardi del M5s: "Il movimento" sceso in piazza ieri "ha riscattato il nome dell'Italia", ha detto il pentastellato puntando il dito contro chi "prende alcuni episodi, sicuramente da condannare, per silenziare un movimento incredibile", quello di Gaza è "un genocidio di cui voi siete complici". Sulla stessa linea anche Marco Grimaldi di Avs: "Siete in difficoltà, siete minoranza", ha detto rivolto alla maggioranza che ha rumoreggiato durante il suo intervento. "Non riconoscete che quello che è accaduto ieri è un atto di coscienza collettiva", le parole della dem Chiara Braga che ha puntato il dito contro "la fuga" della premier Giorgia Meloni dall'Aula. La capogruppo del Pd Chiara Braga ha parlato di un momento di "coscienza collettiva" avvenuto ieri e ribadito la richiesta in Aula della premier Giorgia Meloni su Gaza. Il deputato azzurro Bagnasco ha puntato il dito contro le opposizioni: "Io speravo si esimessero dalla solita sceneggiata a cui ci hanno abituato in questi mesi, ieri oggi e domani siamo solidali con le forze dell'ordine". Quanto alla presenza della premier in Aula, ha aggiunto: "Il governo ai massimi livelli è già venuto e tornerà. Meloni verrà quando ritiene". Il leghista Bagnai, è intervenuto così: "Sentirsi accusati di complicità con un genocidio mi sembra lievemente esagerato e rimandiamo l'accusa al mittente". "Siamo rattristati per le immagini che vediamo, quelle vere e quelle false", ha aggiunto. Roberto Giachetti di Italia viva ha rimarcato come "ciascuna forza politica abbia già condannato gli atti di violenza che ci sono stati. Io non sono d'accordo sul fatto che il governo sia complice del genocidio, ma ieri è successa una cosa importante, un grande esercizio di democrazia". Tutti i gruppi intervenuti in apertura di seduta, tra cui Nm, hanno aderito alla richiesta che Piantedosi riferisca in Aula su quanto accaduto ieri.
M.O. e Ucraina, Erdogan a Fox: "Trump metta fine a conflitti"
Il Presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, si aspetta che il collega americano Donald Trump "agisca per mettere fine ai conflitti in corso", chiama il premier israeliano Benjamin Netanyahu "uno spietato criminale" e torna a chiarire la sua posizione su Hamas, definita "non terrorismo, ma resistenza". Erdogan ha parlato all'emittente americana Fox News nei giorni in cui si trova a New York per l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, cui interverra' oggi con un discorso con al centro proprio la crisi di Gaza. "Non credo ci sia un altro termine al di fuori di 'genocidio totale' per definire cio' che sta avvenendo a Gaza - ha detto Erdogan - la Turchia e' schierata dall'inizio contro quanto sta avvenendo e non puo' essere altrimenti, considerando che Netanyahu si e' rivelato un criminale spietato". Alla domanda sugli ostaggi in mano all'organizzazione palestinese Hamas, il Presidente turco ha ribadito un concetto gia' espresso in passato. "Non considero assolutamente Hamas una organizzazione terroristica, piuttosto un gruppo di resistenza. Non so come si possa considerare questa crisi come causata da una sola parte, mentre Israele usa da sempre la propria superiorita' militare per colpire tutti, dai bambini agli anziani. Come potete parlare sempre di Hamas e mettere da parte cio' che ha fatto Netanyahu in tutti questi anni?".
Media, inviati Israele al Cairo, focus su Gaza e Sinai
Una delegazione israeliana di alto livello è volata in Egitto per discutere diverse questioni relative agli accordi di sicurezza nell'area di confine con Egitto e Gaza. Lo hanno riferito fonti egiziane al quotidiano qatariota Al-Araby al-Jadeed. L'incontro di quattro ore è avvenuto ieri sera e ha visto la partecipazione di funzionari militari e dell'intelligence israeliani e omologhi egiziani coinvolti nella situazione nella Striscia di Gaza e nella regione confinante. La visita sarebbe avvenuta su richiesta di Israele e coordinata con gli Stati Uniti. Tel Aviv di recente ha accusato il Cairo di aver violato gli accordi di Camp David con un aumento delle forze e delle infrastrutture militari nel Sinai. L'Egitto da parte sua ha sostenuto che il rafforzamento militare è stato coordinato con il comitato che supervisionava l'accordo. Axios ha rivelato alla fine della scorsa settimana che il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha chiesto all'amministrazione Trump di fare pressioni sul Cairo affinché lo riduca.
Hamas, nelle ultime 24 ore a Gaza 38 morti e 200 feriti
Nelle ultime 24 ore a Gaza sono stati uccisi 38 palestinesi e quasi 200 sono rimasti feriti dal fuoco israeliano. E' ha riferito il ministero della Salute nella Striscia, gestito da Hamas.
Media: "Tank di Israele avanzano a 3 km da centro di Gaza City"
Media nella Striscia riferiscono della presenza dei carri armati israeliani lungo la strada Shifa nel quartiere Rimal di Gaza City, a circa 3 chilometri dal centro. Lo riferisce Ynet.

©Ansa
Gaza, a Torino studenti interrompono il Senato accademico
Dopo la mobilitazione di ieri per lo sciopero generale, questa mattina è ripresa la protesta pro Palestina a Torino. Una decina di attivisti del collettivo studentesco Cambiare Rotta ha interrotto la seduta del Senato accademico nel Rettorato di via Po. Gli studenti hanno chiesto ai senatori di prendere "una posizione concreta contro lo Stato di Israele e di riconoscere il genocidio in Palestina, rompendo tutti gli accordi con il governo e con le aziende belliche". Inoltre chiedono l'approvazione di una mozione che, "di fronte al perdurare dell'azione militare di Israele nella Striscia di Gaza e al piano di occupazione di Gaza City, impegni UniTo a unirsi agli atenei italiani e internazionali nella denuncia delle gravi violazioni dei diritti umani, tra cui l'uso della fame in una guerra di sterminio dalle conseguenze catastrofiche". Gli attivisti restano in presidio in attesa della risposta del Senato, chiedendo di "ripudiare l'uso della violenza in ogni sua forma, ribadendo che la giustificazione dell'autodifesa non può implicare azioni di guerra indiscriminate tali da giustificare il termine genocidio". Da uno dei balconi del Rettorato è stato esposto uno striscione con la scritta: "Dallo sciopero al Senato, UniTo rompi con lo Stato di Israele! Cambiare Rotta".
Pezeshkian in partenza per New York: "No al dialogo con le potenze bulle"
No al dialogo con le potenze "bulle o che agiscono malignamente". Lo ha dichiarato il presidente iraniano, Masoud Pezeshkian, incontrando i giornalisti prima di partire per New York, dove parteciperà ai lavori dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Una missione delicata, quella del presidente iraniano, mentre si avvicina la scadenza del 28 settembre, quando è previsto il ritorno delle sanzioni Onu alla Repubblica islamica - attraverso il meccanismo di snapback - se prima non sarà trovata un'intesa diplomatica.
Da ieri mattina a New York si trova il ministro degli Esteri iraniano, Abbas Araghchi, che ha in agenda un incontro con gli omologhi europei di Germania, Francia e Regno Unito, il cosiddetto gruppo E3. Alla riunione parteciperà anche l'Alto rappresentante per la Politica estera dell'Ue, Kaja Kallas.
Per Pezeshkian, le Nazioni Unite rappresentano "un'opportunità molto buona" per illustrare le posizioni dell'Iran non solo sul nucleare, ma anche sulla situazione della Striscia di Gaza. L'uccisioe di bambini "a causa della mancanza di cibo e medicine" è "orribile", ha detto il presidente iraniano, criticando i Paesi occidentali per il sostegno, anche militare, dato a Israele.
Schlein: "Governo e Ue garantiscano l'incolumità di Flotilla"
"Chiediamo al governo e all'Ue di proteggere l'incolumità dei componenti della Flotilla, anche ieri oggetto di atti intimidatori. Fanno loro quello che dovrebbero fare i governi italiano e dell'Ue". Lo ha detto la segretaria del Pd Elly Schlein, nella relazione alla direzione del partito, in corso al Nazareno. "Noi sosteniamo con forza l'impegno di Flotilla, la più grande azione umanitaria dal basso contro il blocco degli aiuti".
Schlein: "Liberare ostaggi e sanzioni a governo Israele"
"Chiediamo la liberazione di tutti gli ostaggi israeliani ancora nelle mani di Hamas, servono sanzioni per il governo israeliano e i suoi ministri, bisogna sospendere l'accordo di cooperazione fra ue e Israele e interrompere il memorandum militare fra governo italiano e governo israeliano". Lo ha detto la segretaria del Pd, Elly Schlein, alla direzione del partito. "Sosteniamo la Global Sumud Flotilla e chiediamo al governo italiano di proteggere l'incolumità degli equipaggi che anche ieri sono stati oggetto di atti intimidatori, sorvolati da diversi droni", aggiunge Schlein.
Idf: "640.000 palestinesi hanno lasciato Gaza City finora"
L'esercito israeliano stima che circa 640.000 palestinesi hanno finora lasciato Gaza City, dirigendosi verso il sud della Striscia. Lo riporta Times of Israel. Si ritiene che circa un milione di palestinesi risiedessero a Gaza City prima che l'Idf lanciasse la nuova massiccia offensiva contro Hamas nella città.
Schlein a Meloni: "Basta criminalizzare ogni dissenso"
"Una marea di persone hanno manifestato in tutta Italia per Gaza. Nel frattempo il nostro governo non riconosce la Palestina, anzi la premier è andata su Telemeloni a parlare di pastarelle. Meloni ha parlato solo per chiedere a tutte le forze politiche di condannare i fatti della stazione di Milano. Noi la violenza la condanniamo sempre, aspettiamo che Meloni condanni i crimini di Netanyahu a Gaza come in Cisgiordania". Lo ha detto la segretaria del Pd, Elly Schlein, alla direzione del partito. "Dico al governo: smettetela di criminalizzare ogni piazza e ogni forma di dissenso, l'Italia non vuole essere complice dei crimini di Netanyahu a Gaza come in Cisgiordania".
Scala, Bolle con bandiera Palestina e scritta 'stop genocidio'
La Scala ha chiesto di fermare il genocidio a Gaza insieme alla sua principale étoile Roberto Bolle. Ieri sera, nel giorno dello sciopero, nel teatro milanese, è andato in scena il balletto Trittico Lander / Kylián / Béjart. E alla fine dello spettacolo, al momento degli applausi, sono saliti in palcoscenico ballerini e maestranze con alcune bandiere della Palestina, una tenuta da Roberto Bolle, mentre sullo sfondo è apparsa la scritta 'Stop al Genocidio' Il tutto fra gli applausi del pubblico. Lo stesso Bolle e la sezione Anpi del teatro alla Scala hanno ripostato i video.
Borrell: "Riconoscere Stato Palestina non è un regalo ad Hamas"
"In questo momento penso che solo Germania e Italia siano riluttanti nel riconoscere lo Stato di Palestina. E voglio aggiungere che riconoscere lo Stato di Palestina non significa fare un regalo ad Hamas, come ho sentito dire anche qui in Italia. È un modo per cercare la pace, per dire che la terra deve essere divisa tra due popoli". Lo ha detto, parlando con i giornalisti, Josep Borell, già Alto rappresentante dell'Unione Europea per gli affari esteri e la politica di sicurezza, ospite della facoltà di Economia dell'Università di Trento. È "importante", secondo Borrell, che nella giornata di ieri alle Nazioni Unite dieci Paesi abbiano riconosciuto lo Stato di Palestina. "Ma questi - ha precisato - sono gli Stati che erano riluttanti nel riconoscerlo. Molti altri, più di 150 Paesi delle Nazioni Unite, lo hanno fatto prima". Borrell è tornato a definire "inconsistente" la reazione dell'Unione Europea rispetto a quanto sta avvenendo a Gaza. "Le sanzioni proposte sono di 220 milioni ogni anno. Credete davvero che Netanyahu sarà impressionato? Certamente no. E ancora non sono state approvate, perché nell'Unione Europea la Commissione può fare delle proposte, ma le decisioni appartengono al Consiglio e agli Stati membri", ha aggiunto. L'ex Alto rappresentante dell'Unione Europea per gli affari esteri e la politica di sicurezza ha parlato anche di difesa europea. "Gli europei dovrebbero essere molto contenti, anzitutto di essere europei e di vivere in Europa. E in secondo luogo dovremmo prenderci cura della nostra sicurezza, perché forse gli Stati Uniti non potranno proteggerci per sempre. È qualcosa che le persone non capiscono, o che forse non vogliono capire".
Estonia: "Soluzione due Stati unica garanzia di pace"
"L'unica soluzione per una pace duratura in Medioriente è la creazione di due stati indipendenti. Si tratta di un percorso che richiede un dialogo franco, concessioni e un cambiamento di comportamento sia da parte di Israele, che da parte della Palestina". Lo ha affermato il ministro degli Esteri estone, Margus Tsahkna, durante conferenza sulla ricerca di soluzioni pacifiche al conflitto israelo-palestinese, tenutasi ieri alle Nazioni unite. "Il compito della comunità internazionale è quello di assumere il ruolo di mediatore per impedire che la crisi umanitaria a Gaza peggiori e portare i contendenti al tavolo dei negoziati il ;;prima possibile", ha continuato Tsahkna, ricordando l'inderogabile necessità di garantire il rispetto dei principi del diritto internazionale, la fine degli attacchi contro i civili e l'apertura dei corridoi umanitari e rilasciare tutti gli ostaggi.
Idf: "640mila palestinesi hanno lasciato Gaza City da inizio offensiva"
Circa 640mila palestinesi hanno finora lasciato Gaza City per dirigersi al sud dell'enclave da quando è iniziata l'offensiva di terra israeliana. Lo stima l'Idf, secondo cui circa un milione di palestinesi vivevano a Gaza City prima che i militari israeliani lanciassero una grande offensiva contro Hamas nell'area. Ai civili è stato chiesto di evacuare in zone umanitarie a sud di Gaza.
Media: "L'Idf lancia volantini di evacuazione sul centro di Gaza City"
Aerei israeliani hanno lanciato volantini che intimano l'evacuazione dal centro di Gaza City. Lo riferiscono media arabi citati da Ynet.
Sa'ar,: "Riconoscere la Palestina? Sarebbe lo Stato di Hamas"
''Si deve essere ciechi per non rendersi conto che così si crea lo Stato di Hamas''. Parola del ministro degli Esteri di Israele Gideon Sa'ar, che in una intervista al Corriere della Sera ritiene ''totalmente sbagliata la decisione'' di riconoscere uno Stato palestinese, ancor più ''dopo il 7 ottobre, mentre noi combattiamo una guerra esistenziale, risulta moralmente aberrante e politicamente folle, non permetteremo che succeda''. Sa'ar sostiene poi che ''Hamas prenderebbe velocemente il controllo della Cisgiordania come ha fatto a Gaza nel 2007 dopo il ritiro di Israele dalla Striscia. Oggi da noi tutti ne vedono i pericoli. Esprimo apprezzamento per quei Paesi che non si fanno trascinare in questa iniziativa''. Inoltre ''la guerra è colpa dei jihadisti, noi siamo le vittime'' e per quanto riguarda l'annessione della Cisgiordania, ''valuteremo i tempi e i modi'' spiega Sa'ar.
I ministri Ben-Gvir e Smotrich spingono per l’annessione della West Bank. ''La questione verrà affrontata dal governo israeliano. E' però logico che un giorno le leggi d’Israele vengano applicate sulle comunità israeliane in Giudea e Samaria. Sarà il governo israeliano a valutare tempi e contenuti. Nessuna decisione sulla materia è stata presa al momento'', spiega Sa'ar, aggiungendo che ''Netanyahu ha deciso che discuteremo la reazione al riconoscimento dello Stato di Palestina solo dopo il suo rientro dalla visita a Washington. Ci sono opzioni diverse. E comunque, visto che lei ha parlato di annessione della West Bank, voglio dirle che non c’è l’intenzione nemmeno di discutere l’annessione dei territori dell’Autorità palestinese perché noi non vogliamo controllare i palestinesi. Ciò che può essere discusso, ma non è ancora deciso, è implementare la legge israeliana sulle comunità israeliane che si trovano lì e non sono sotto l’autorità palestinese''.
Fame, morte, esodi di massa dei gazawi hanno toccato il mondo ben più di quelle del 7 ottobre. ''C’è sempre empatia per le parti percepite come più deboli: è comprensibile. Ma la questione da porvi è: chi ha causato questa tragedia? E la risposta è: soltanto Hamas. Le ricordo che vent’anni fa noi ci siamo ritirati da Gaza, smantellando tutte le nostre comunità, le nostre basi militari e persino le tombe del cimitero. Ma qual è stato il risultato? Che Hamas ha preso il controllo della Striscia, ha costruito il suo regno del terrore in terra e nel sottosuolo. E ha condotto continui attacchi contro di noi fino all’invasione e al massacro del 7 ottobre. Sa qual è la verità?'', chiede Sa'ar. ''Noi israeliani siamo le vittime. Nessun Paese avrebbe risposto diversamente. E Hamas è responsabile anche del perdurare della guerra poiché rifiuta di rilasciare i 48 ostaggi ancora nei tunnel di Gaza. Lo avessero fatto, la guerra sarebbe finita ieri''. Commentando le parole del cardinale Pizzaballa, secondo cui 'Israele considera sé stesso come la sola vittima', Sa'ar afferma che ''la guerra è sempre una tragedia e riconosco senz’altro che le sofferenze sono da entrambe le parti. Ma voglio dire molto chiaramente che Hamas è responsabile per la sofferenza di entrambe le parti. Ha preso in ostaggio non solo i nostri civili ma anche il suo stesso popolo in nome di una visione jihadista".
Merz: "Il video dell'ostaggio Ohel è propaganda disumanizzante"
Il cancelliere tedesco Friedrich Merz ha criticato duramente il video di propaganda "disumanizzante" pubblicato da Hamas sull'ostaggio Alon Ohel, diffuso durante la festività ebraica di Rosh Hashanah. "Il filmato disumanizzante del cittadino tedesco-israeliano Alon Ohel, pubblicato da Hamas proprio in occasione di Rosh Hashanah, è insopportabile. Hamas deve rilasciare immediatamente tutti gli ostaggi", ha scritto Merz su X. "Il cessate il fuoco deve arrivare ora, la sofferenza deve finire". L'Hostages and Missing Families Forum ha chiesto ai media di non pubblicare il video fino a quando la famiglia non avrà dato il suo consenso. Secondo quanto riferito dal Times of Israel, i genitori di Alon, Irit e Kobi Ohel, hanno dichiarato dopo la pubblicazione del video che il figlio sta perdendo la vista dall'occhio destro e hanno chiesto che si faccia visitare da un oculista prima che vengano approvati ulteriori aiuti umanitari o che vengano avviati negoziati con Hamas. Hanno affermato che la famiglia è rimasta "scossa" dal filmato, in cui "è chiaro che Alon sta perdendo la vista dall'occhio destro, ed è magro e spaventato".
Unrwa, 12 strutture colpite da raid Idf a Gaza City
L'agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi (Unrwa) ha riferito che 12 delle sue strutture a Gaza City, tra cui nove scuole e due centri sanitari, sono state colpite da attacchi israeliani diretti o indiretti nell'arco di sei giorni all'inizio di settembre. Gli attacchi, descritti nel suo ultimo rapporto sugli sviluppi a Gaza e nella Cisgiordania occupata durante la settimana iniziata l'11 settembre, hanno causato il ferimento di almeno cinque sfollati palestinesi. Il rapporto dipinge un quadro desolante del deterioramento delle condizioni a Gaza nel contesto della guerra israeliana, con un aumento di attacchi, sfollamenti e malnutrizione. Il rapporto Unrwa ha rilevato che l'ufficio delle Nazioni Unite per il Coordinamento degli Affari Umanitari (Ocha) ha affermato che circa la metà dei quasi 250 mila movimenti di sfollamento registrati da metà agosto si erano verificati durante la settimana in questione, con crescenti segnalazioni di famiglie che dormivano per strada o in tende di fortuna. Secondo il rapporto, tra luglio e agosto sono stati registrati circa 28 mila casi di malnutrizione acuta tra i bambini di età inferiore ai cinque anni, superando il numero totale di casi di malnutrizione registrati nella prima metà dell'anno.
Gaza, corteo di Milano: cinque arresti, tra cui due minorenni
Sono cinque gli arresti per i disordini durante il corteo milanese per Gaza che si è svolto ieri a Milano. Tra questi cinque, due sono minorenni e sono stati portati al carcere minorile Beccaria. Due degli arrestati saranno processati per direttissima. Le ipotesi di reato sono resistenza e danneggiamento.
Erdogan: "La Palestina sia membro Onu a pieno titolo"
"È giunto il momento per la piena adesione della Palestina alle Nazioni Unite". Lo ha affermato il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, in un messaggio su X dopo avere partecipato alla Conferenza di alto livello sulla soluzione a due stati, convocata da Francia e Arabia Saudita, presso le Nazioni Unite. "Spero che i Paesi che dimostrano il coraggio di riconoscere lo Stato di Palestina consolidino questa posizione storica con misure determinate, concrete e deterrenti", ha aggiunto il leader turco, chiedendo a Israele di ritirare le sue truppe da Gaza e sottolineando la necessità di stabilire "un cessate il fuoco" e di "garantire l'ingresso senza ostacoli degli aiuti umanitari" nella Striscia. "È fondamentale rafforzare la capacità istituzionale della Palestina, rafforzare il supporto finanziario e tecnico e garantire la continuazione delle attività di organizzazioni umanitarie come l'Unrwa", l'agenzia dell'Onu per il soccorso e l'occupazione dei profughi palestinesi nel Vicino Oriente, ha scritto Erdogan.
Sanchez: "Subito misure per frenare il genocidio a Gaza"
"Oggi facciamo un passo cruciale rivendicando la soluzione dei due Stati in questa conferenza. Ma siamo chiari: non c'è soluzione possibile quando la popolazione di uno di questi Stati è vittima di un genocidio". Lo ha detto il premier spagnolo, Pedro Sanchez, intervenendo ieri alla conferenza dell'assemblea generale delle Nazioni Unite, che ha visto l'adesione della Francia e altri dieci Paesi, fra cui Belgio, Malta, Andorra, Lussemburgo e San Marino, al riconoscimento dello Stato di Palestina. Nonostante il crescente sostegno internazionale alla soluzione dei due Stati, Sanchez, ripreso oggi dai media iberici, ha sottolineato che questa non è possibile quando la popolazione di uno dei due Stati è "vittima di un genocidio". Ha definito la conferenza "un atto di ribellione morale contro l'indifferenza e l'oblio", ma ha avvertito che "non è la fine del cammino, deve essere l'inizio". Il leader socialista ha avanzato due proposte concrete, La prima è completare il più rapidamente possibile il procedimento per l'ammissione della Palestina alle Nazioni Unite come membro a pieno titolo, con gli stessi doveri e diritti degli altri Stati. La seconda è "l'adozione immediata di decisioni per fermare la barbarie e rendere possibile la pace a Gaza". Sanchez ha menzionato il piano spagnolo di nove misure "per fermare il genocidio a Gaza", fra cui il consolidamento giuridico dell'embargo di armi a Israele che sarà approvato oggi dal Consiglio dei ministri spagnolo. E ha assicurato che la Spagna continua a prendere "misure coraggiose". "La storia ci giudicherà. E il suo verdetto sarà implacabile con coloro che hanno perpetrato questa barbarie e con coloro che sono rimasti in silenzio o hanno guardato da un'altra parte", ha detto il premier spagnolo in chiusura del suo intervento. E ha fatto appello a "prendere partito, per la razionalità, la diplomazia e il rispetto del diritto internazionale".
Al-Jazeera: "Almeno 17 morti dall'alba nella Striscia di Gaza"
Sarebbero almeno 17 i palestinesi rimasti uccisi dall'alba nella Striscia di Gaza, dove proseguono le operazioni militari israeliane. Lo riferisce la tv satellitare al-Jazeera, che cita fonti mediche. Secondo le fonti, almeno 15 delle 17 vittime si registrano a Gaza City.
Erdogan: "Hamas non è gruppo terroristico, a Gaza genocidio di Netanyahu"
La Turchia non considera Hamas come una "organizzazione terroristica", ma come un "gruppo di resistenza". Lo ha ribadito il leader turco Recep Tayyip Erdogan che ha accusato Israele di "genocidio" nella Striscia di Gaza in un'intervista a Fox News mentre proseguono i lavori dell'Assemblea generale dell'Onu e in vista dell'atteso incontro di giovedì alla Casa Bianca tra Erdogan e Donald Trump.
"Non penso si possa spiegare diversamente - ha detto Erdogan - E' assolutamente un genocidio. E questo genocidio è provocato da Netanyahu. Netanyahu, senza pietà, purtroppo ha ucciso decine di migliaia di persone con questo genocidio".
"Non considero Hamas come un'organizzazione. Al contrario, penso sia un gruppo di resistenza - ha incalzato il leader turco - Usano quello che hanno per cercare di difendersi".

©Ansa
Egitto, libero l'attivista Alaa Abdel Fattah
Il celebre attivista egiziano-britannico Alaa Abdel Fattah è stato rilasciato dal carcere dopo anni trascorsi dietro le sbarre e si è riunito alla sua famiglia dopo la tanto attesa grazia concessa dal presidente Abdel Fattah al-Sisi. Figura chiave della rivolta egiziana del 2011, Abdel Fattah, 43 anni, è stato rilasciato dopo anni di impegno da parte di familiari, gruppi per i diritti umani e del governo britannico. Nella casa di famiglia al Cairo, i festeggiamenti sono proseguiti fino a martedì mattina presto, con Abdel Fattah sorridente mentre abbracciava la madre, la sorella e gli amici. "Non riesco ancora a crederci e non riesco a credere che Alaa sia con noi, quindi avrò bisogno di un po' di tempo per assimilarlo", ha detto sua sorella Sanaa Seif, anche lei ex prigioniera politica. "Ho detto alla mia amica che la vita è tornata", ha aggiunto.
Cardinale Semeraro: "Il governo riconosca lo Stato di Palestina"
"Già dieci anni fa la Santa Sede ha riconosciuto lo Stato di Palestina e da allora decine di nazioni hanno seguito quella svolta diplomatica: Regno Unito, Canada, Australia sono le più recenti". Lo spiega alla Stampa il cardinale Marcello Semeraro, prefetto del Dicastero delle Cause dei santi e segretario del Consiglio dei porporati che ha riformato la Curia su input di Francesco, secondo cui "sarebbe importante e significativo che un Paese fondamentale per l'Unione Europea e il Mediterraneo come l'Italia compia un gesto lungimirante". "Di fronte allo scenario drammatico che include Israele, Palestina e l'intero Medio Oriente nessuno può voltare la testa dall'altra parte - prosegue -. Ciascun membro della comunità internazionale ha una responsabilità morale. Va fermato il massacro prima che la tragedia della guerra sia voragine irreparabile". "Israele ha bisogno e diritto di essere sicuro ma ciò non la autorizza a impedire la sopravvivenza di un intero popolo né a cacciarlo dalla terra che abita da millenni. Senza una patria non si è più un popolo - sottolinea ancora Semeraro - Legittimo e doveroso difendere i confini dal terrorismo di Hamas che è ormai condannato anche dalla gran parte del mondo arabo. Ma per salvare la mia vita non posso privarti della tua". "Per difendermi non sono autorizzato ad ammazzare chi ritengo una minaccia. La vita umana è sacra e per garantirmi sicurezza non posso radere al suolo un territorio", conclude.
Sciopero generale per Gaza, cortei in Italia. Scontri a Milano
E' stata una giornata di astensione dal lavoro in sostegno della popolazione della Striscia e della Global Sumud Flotilla. Coinvolti tutti i settori, da trasporto pubblico locale a ferrovie, da scuola a sanità. Manifestazioni in diverse città, treni cancellati. Scontri in Stazione Centrale nel capoluogo lombardo. A Bologna corteo ha bloccato per ore l'autostrada, nella Capitale è arrivato in tangenziale. Studenti romani entrati alla Sapienza. Porti fermi a Genova, Livorno, Marghera. Tensioni anche a Torino e Brescia.
Sciopero generale per Gaza, cortei in Italia. Scontri a Milano
Vai al contenutoLa Russia riconosce la Palestina "senza aspettare 65 mila morti"
La Russia ha riconosciuto la Palestina come Stato senza attendere una catastrofe mostruosa che ha causato la morte di almeno 65 mila dei suoi abitanti. Lo ha dichiarato il vice ministro degli Esteri, Sergei Vershinin, in una conferenza internazionale nell'ambito dell'assemblea generale delle Nazioni Unite dedicata a una soluzione pacifica tra palestinesi e israeliani. Lo riferisce l'agenzia russa Ria Novosti. "Vorrei ricordare che la Russia, come la stragrande maggioranza dei paesi del mondo, 149 stati, ha da tempo riconosciuto i legittimi diritti dei palestinesi al ritorno e all'autodeterminazione, le loro giuste aspirazioni a un proprio Stato. Lo hanno fatto senza attendere l'attuale tragedia umana, una catastrofe mostruosa che ha causato la morte di almeno 65 mila palestinesi", ha affermato il diplomatico russo. Le sue dichiarazioni sono arrivate nel giorno in cui diversi paesi hanno formalmente riconosciuto lo Stato della Palestina, tra cui Francia, Gran Bretagna, Australia, Canada, Portogallo, Belgio e Lussemburgo. Un riconoscimento condanndato da Israele e Stati Uniti che lo valutano come un errore e un regalo ad Hamas.
Israele, proteste davanti casa del ministro Kisch: pugno duro della polizia
In Israele, decine di manifestanti che chiedono un accordo per gli ostaggi si sono radunati davanti all'abitazione del ministro dell'Istruzione Yoav Kisch, allontanati con la forza dalla polizia. Lo riferisce il quotidiano Times of Israel. Questa protesta viene attuata il il giorno dopo l'arresto di tre manifestanti fuori dalla residenza di Kisch, deputato del Likud. Un video diffuso dai media locali mostra la polizia che allontana con la forza i manifestanti dalla zona. Secondo il sito di notizie Ynet, un agente ha urlato ai manifestanti che sono "violatori della legge che si rifiutano di andarsene". In una dichiarazione, i manifestanti hanno dichiarato al quotidiano che "Kisch è personalmente responsabile degli arresti politici. Non solo sta rimuovendo la democrazia dal curriculum delle scuole superiori, ma sta anche inviando la polizia israeliana ad arrestare i manifestanti che stanno esercitando il loro diritto democratico a protestare".
Idf, a Gaza City ufficiale ucciso nei combattimenti
Un ufficiale delle IDF è stato ucciso ieri durante i combattimenti a Gaza City, diventando la prima vittima nella nuova offensiva in corso. Lo ha annunciato l'esercito, precisando che la vittima è il maggiore Shahar Netanel Bozaglo, 27 anni, comandante di compagnia del 77mo battaglione della 7ma brigata corazzata, originario di Migdal Haemek. Secondo una prima indagine delle IDF, durante l'offensiva in corso a Gaza City, ieri, un agente di Hamas ha sparato con un lanciarazzi contro uno dei carri armati del 77mo battaglione, ferendo l'ufficiale. Bozaglo è stato portato in ospedale, dove le sue condizioni sono peggiorate fino a soccombere alle ferite. E' il primo soldato a essere ucciso nella nuova offensiva delle IDF contro Hamas a Gaza City, lanciata la scorsa settimana.
Gaza, migliaia in piazza pacificamente per la Palestina. VIDEO
Parigi-Riad: "Annessione Cisgiordania linea rossa, rilascio degli ostaggi priorità assoluta"
"Qualsiasi forma di annessione" della Cisgiordania a Israele è una linea rossa": è l'avvertimento lanciato a Israele da Francia e Arabia Saudita - che hanno promosso la conferenza all'Onu sul riconoscimento dello Stato palestinese - in una dichiarazione congiunta nella quale affermano che il rilascio di tutti gli ostaggi di Hamas a Gaza "è una priorità assoluta". "La situazione a Gaza continua a peggiorare con l'intensificarsi dell'offensiva di terra israeliana a Gaza city - denunciano Riad e Parigi - con i civili e gli ostaggi che pagano un prezzo ingiustificabile a causa della guerra in corso".
Cortei per Gaza, scontri a Milano e caos in Stazione Centrale. VIDEO
Assemblea generale Onu, Meloni a New York
La premier Giorgia Meloni è atterrata a New York per l'assemblea generale dell'Onu, dove oggi parteciperà all'inizio dei lavori. Il suo intervento è previsto mercoledì sera. Intanto, scossa e scontro all'Onu sulla Palestina, dove una decina di Paesi - con Parigi capofila - ha annunciato formalmente il riconoscimento nella Conferenza di alto livello sulla soluzione a due stati, convocata da Francia e Arabia Saudita. Dura la reazione di Usa e Israele. Per Trump è 'un premio ad Hamas'.
Macron riconosce lo stato di Palestina "nel nome della pace"
"La Francia dichiara di riconoscere lo stato di Palestina nell'interesse della pace". Lo ha annunciato il presidente francese Emmanuel Macron al vertice che ospita con l'Arabia Saudita all'Onu ricevendo un applauso scrosciante dalla sala. "Questo riconosce che i palestinesi non sono gente di troppo sulla Terra", ha aggiunto.
Raid israeliani nella Striscia, almeno 37 morti
Almeno 37 persone sono rimaste uccise la scorsa notte nella Striscia di Gaza durante un'operazione militare israeliana. Lo riferisce l'emittente libanese Al Mayadeen. Secondo quanto riportato, l'artiglieria israeliana ha colpito i quartieri orientali e meridionali di Gaza City, provocando 30 vittime. L'attacco si inserisce nell'ambito dell'offensiva di terra lanciata da Israele per prendere il pieno controllo della città.