Gaza, perché Italia e Germania possono bloccare le sanzioni Ue a Israele?
La Commissione Ue ha avanzato diverse proposte per fare pressioni su Israele in risposta all'offensiva a Gaza City. Tra queste c'è la sospensione degli accordi commerciali di favore tra Ue e Israele. Per diventare realtà serve però che il voto dei Paesi membri sul tema raggiunga la maggioranza qualificata: per Roma e Berlino sarebbe facile bloccarla. Anche di questo si è parlato nella puntata di "Numeri" del 17 settembre
GAZA, LE PROPOSTE UE PER SANZIONARE ISRAELE
- Per condannare l’operazione di Israele su Gaza City, la Commissione Ue ha proposto di sanzionare i coloni israeliani violenti e i ministri più estremisti, oltre che di sospendere buona parte del rapporto economico privilegiato tra il Vecchio Continente e lo Stato ebraico (quindi reimponendo dei dazi) e di bloccare l’erogazione da parte della stessa Commissione di 14 milioni di euro già stanziati. Ma è davvero fattibile? Anche di questo si è parlato nella puntata del 17 settembre di Numeri, approfondimento di Sky TG24
SPETTA AGLI STATI MEMBRI DARE IL VIA LIBERA PER L'APPLICAZIONE DELLE SANZIONI PIÙ SEVERE
- Di fatto solo l’ultima proposta può diventare subito operativa. Le altre due, ben più incisive, non possono essere decise solamente dalla Commissione: devono avere il via libera degli Stati membri. L’applicazione di sanzioni ai ministri e ai coloni israeliani richiede l’unanimità (e l'Ungheria ha già chiarito di non essere a favore), mentre per la sospensione degli accordi economici di favore ci vuole la maggioranza qualificata
LA MAGGIORANZA QUALIFICATA IN UE
- La maggioranza qualificata, per temi come quello delle sanzioni economiche, è raggiunta quando votano a favore almeno 15 Paesi Ue che insieme rappresentano almeno il 65% della popolazione europea. Questo mette pressioni sugli Stati con più abitanti, come Germania e Italia, rispettivamente il primo e il terzo Paese più popolosi dell'Unione
IL PESO DI ITALIA E GERMANIA PER LE SANZIONI A ISRAELE
- Se sia Roma che Berlino votassero contro, arriverebbe quindi praticamente a bloccare già da sole la maggioranza qualificata. Servirebbe solo un altro Stato di medie dimensioni per fare il resto e già sappiamo che Austria e Ungheria sono contrarie alle sanzioni. Questo mette molta pressione a livello internazionale su Italia e Germania: le misure economiche quasi certamente passerebbero se solo una delle due fosse d'accordo
GERMANIA FERMA SUL "NO" ALLE SANZIONI
- La Germania ha una posizione molto più netta sul tema rispetto all'Italia: non voterà per le sanzioni a Israele. In foto: il cancelliere tedesco Friedrich Merz
LA FORNITURA DI ARMI TEDESCHE A ISRAELE
- La vicinanza tedesca a Israele ha sicuramente ragioni storiche che affondano nello sterminio nazista degli ebrei. Ma i Paesi sono legati anche da interessi commerciali, senza escludere il settore bellico. Tra il 2016 e il 2020 la Germania forniva all'incirca il 6% di armi a Israele. Tra il 2020 e il 2024 la percentuale è cresciuta fino al 33%
QUALI ARMI TEDESCHE ARRIVANO IN ISRAELE
- Dal 7 ottobre 2023 - data dell'attacco di Hamas dopo il quale Israele ha iniziato la durissima offensiva su tutta la Striscia di Gaza - quasi mezzo miliardi di euro di armi tedesche sono andate a Israele. Tra queste armi da fuoco, munizioni, pezzi di ricambio, equipaggiamento, apparati elettronici e mezzi corazzati
LA PRESA DI POSIZIONE DI MERZ
- Le cose sono in parte cambiate ad agosto, quando il cancelliere Merz ha detto che Berlino non autorizzerà l’esportazione di armi che potrebbe essere utilizzate nella Striscia di Gaza
LE POLEMICHE
- Merz non ha però specificato quali sarebbero nello specifico queste armi e la fumosità della questione ha scatenato un grande dibattito nell’opinione pubblica