
Cinque civili, di cui quattro bambini, sono stati uccisi in un bombardamento nel campo di Nuseirat nel centro della Striscia di Gaza centrale. Almeno 20 morti e decine di feriti: queto il bilancio delle vittime di raid aerei israeliani che hanno colpito la zona di al-Mawasi. Siria: l'offensiva dei jihadisti sunniti filo-turchi avanza attorno alla città di Hama e si appresta a entrare in due località chiave, la cristiana Maharde e l'ismailita Salamiye. Per l'Onu sono oltre 100mila gli sfollati
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Cinque civili, di cui quattro bambini, sono stati uccisi in un bombardamento nel campo di Nuseirat nel centro della Striscia di Gaza centrale. Lo afferma l'agenzia palestinese Wafa che cita fonti mediche secondo cui il raid israeliano ha colpito un gruppo di persone di fronte a una bancarella di cibo e a un panificio locale a est del campo.
E' di almeno 20 morti e decine di feriti il bilancio delle vittime di raid aerei israeliani che avrebbero colpito la zona di al-Mawasi, piena di tende di sfollati nel sud della Striscia di Gaza. Lo riferisce la tv satellitare al-Jazeera, citando fonti di Gaza secondo cui sarebbero stati due gli attacchi aerei.
In Siria si apre un nuovo fronte nell'Eufrate: i ribelli filo-turchi avanzano verso Hama, la quarta città del Paese, e controllano 5 aeroporti. Almeno 100mila gli sfollati secondo l'Onu. L’Iran è pronto a valutare l'invio di truppe se il governo di Damasco richiederà formalmente aiuto per far fronte all'offensiva dei ribelli jihadisti. Lo ha detto il ministro degli Esteri di Teheran, Seyed Abbas Araghchi. Intanto Abu Muhammad Jolani, leader dell'offensiva jihadista su Aleppo, Hama e il nord della Siria, è apparso in buona forma all'ingresso della cittadella di Aleppo, smentendo così notizie dei giorni scorsi della sua uccisione in un raid aereo dei governativi su Idlib.
Gli approfondimenti:
- LO SPECIALE
- Chi era Yahya Sinwar, leader e capo politico di Hamas
- Perché Israele ha attaccato la missione dei militari italiani in Libano? Le ipotesi
- Attacco Iran contro Israele, usato per la prima volta missile ipersonico Fatah. Cos’è
- Guerra Israele-Hamas, cosa c'è da sapere
- Cos'è Hamas
- Hassan Nasrallah, chi era il leader di Hezbollah ucciso da Israele
- Chi era Safieddine, successore di Nasrallah alla guida di Hezbollah
- Cos'è l'Idf, come sono organizzate e come funzionano le Forze armate israeliane
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Guerra in Siria, migliaia di civili in fuga e i timori dell'Europa. Cosa può succedere
Si rischia una nuova ondata migratoria dalla Siria: lo scontro tra i ribelli islamisti e il presidente Bashar al-Assad può portare nuovi migranti sul continente europeo. A fuggire non sarebbero solamente siriani ma anche libanesi, che di recente erano riparati proprio a Damasco per sfuggire alla guerra nel loro Paese. COSA SAPERE
Idf, 'arrestato in ospedale Nablus un terrorista di Hamas'
L'esercito israeliano ha confermato che membri dell'unità antiterrorismo Yamam e dello Shin Bet hanno arrestato stasera "il terrorista Ayman Ghanem in un ospedale di Nablus", in Cisgiordania. L'Idf riferisce su Telegram che Ghanem era "il terzo membro di una cellula di Hamas che ha compiuto un attentato a colpi d'arma da fuoco l'11 agosto" scorso nella Valle del Giordano, uccidendo il 23enne Yonatan Deutsch e ferendo un altro civile israeliano, Anas Jaramana, di 32 anni. Ghanem era rimasto ferito ieri da un drone israeliano vicino a Tubas, nello stesso attacco in cui erano rimasti uccisi "altri due terroristi di Hamas". Trasportato in ospedale, è stato catturato oggi, conferma dunque l'Idf sottolineando di aver condotto un'operazione "attentamente pianificata per prevenire danni ai pazienti e al personale medico dell'ospedale". Il ministero della Sanità palestinese ha condannato il blitz come "violazione flagrante di ogni legge e convenzione internazionale che stabilisce la protezione dei luoghi di cura e dei pazienti".
Bashar al-Assad, chi è il presidente della Siria in guerra con i ribelli jihadisti
Al potere dal 2000, è laureato in Medicina e ha studiato oftalmologia a Londra. Ha iniziato la carriera politica dopo la morte del fratello Basil, primogenito del padre Hafez, rimasto al potere per anni. Negli ultimi giorni il suo regime è stato colpito dall'invasione di forze jihadiste filo-turche, che hanno assediato Aleppo: non è ancora chiaro se abbia lasciato il Paese. È accusato di crimini di guerra e crimini contro l’umanità compiuti durante la guerra in Siria. IL PROFILO

©Getty
Hezbollah, cosa sapere sul gruppo antisionista libanese
Tra i protagonisti dell'escalation di tensione in Medio Oriente c’è anche l’organizzazione militare e politica libanese. Sostenuta ideologicamente e finanziariamente dall’Iran, controlla una larga parte del Paese, quasi “uno Stato nello Stato”, e partecipa attivamente alla vita politica. Il suo leader è stato a lungo - dal 1992 - Hassan Nasrallah, che ha guidato il gruppo fino al 28 settembre 2024, quando è stato ucciso da un attacco israeliano su Beirut. L'ANALISI
Anp, 'blitz Idf in ospedale Nablus per rapire un ferito'
L'Autorità nazionale palestinese accusa le forze israeliane di aver condotto un'operazione in un ospedale di Nablus, in Cisgiordania, per rapire un ferito. Fonti dell'ospedale hanno riferito all'agenzia palestinese Wafa che "le forze speciali israeliane si sono infiltrate, travestite da donne e medici, in una delle sale di terapia intensiva all'interno dell'ospedale e hanno rapito un giovane, Ayman Ghanem, ferito da un drone ieri vicino a Tubas". Due membri del personale medico sono stati "aggrediti e picchiati".
Iron dome, cos'è e come funziona il sistema anti missile israeliano
Si tratta di un sistema di difesa terrestre che intercetta razzi e colpi di mortaio a corto raggio. Di solito viene utilizzato dalle forze israeliane per fermare i missili lanciati dai miliziani di Hamas. Inaugurato nel 2011, è composto da diverse batterie che compongono questa "Cupola di ferro" sparse sul territorio israeliano: ciascuna è dotata di un radar che rileva i razzi in arrivo. Insieme alla Fionda di David e ad Arrow, completa la triade di difesa di Israele. L'APPROFONDIMENTO
Ong: "Fazioni ribelli circondano la città di Hama da tre lati"
Fazioni ribelli guidate dagli estremisti islamici di Hayat Tahrir al-Sham (Hts) hanno circondato Hama, una città strategica nella Siria centrale. Lo riferisce l'Osservatorio siriano per i diritti umani. I ribelli "hanno circondato Hama da tre lati e si trovano ora a una distanza di tre-quattro chilometri dalla città, dopo violenti scontri con le forze governative che ormai hanno una sola uscita verso Homs, a sud", ha aggiunto l'Ong con sede nel Regno Unito, ma che ha una vasta rete di fonti in Siria.
Medio Oriente, chi sono i leader eliminati da Israele in un anno di guerra
Yahya Sinwar, capo politico di Hamas, è stato ucciso il 16 ottobre dall'Idf. Ma i leader di peso “eliminati” da Israele nell’ultimo periodo, durante la campagna militare che va avanti da oltre un anno nella Striscia di Gaza, sono diversi. Un martellamento che ha preso di mira Hamas, ma anche altri gruppi legati a Teheran, come Hezbollah in Libano o le milizie delle Guardie rivoluzionarie iraniane. LE FOTO
Cos'è l'Idf, come sono organizzate e come funzionano le Forze armate israeliane
Create nel 1948, ogg contano su 170mila soldati effettivi, grazie alla coscrizione obbligatoria di tre anni per gli uomini e di due per le donne. Dispongono, inoltre, di 3.500 carri armati. L'APPROFONDIMENTO

©Ansa
Gaza, il principe saudita Bin Salman ha accusato Israele di genocidio
Il principe ereditario saudita ha chiesto l'immediato cessate il fuoco nella Striscia e in Libano, durante il suo intervento al summit della Lega Araba e dell'Organizzazione per la cooperazione islamica, ha poi invitato Israele a rispettare la sovranità dell'Iran e ad astenersi dall'attaccare il suo territorio. LA VICENDA
Gaza: "20 morti in raid israeliani sugli sfollati ad al-Mawasi"
E' di almeno 20 morti e decine di feriti il bilancio delle vittime di raid aerei israeliani che avrebbero colpito la zona di al-Mawasi, piena di tende di sfollati nel sud della Striscia di Gaza. Lo riferisce la tv satellitare al-Jazeera, citando fonti di Gaza secondo cui sarebbero stati due gli attacchi aerei.
Medio Oriente, Borrell: "Una soluzione stabile richiede unità da parte della Ue". VIDEO
Mandato arresto Cpi, Meloni: "No equivalenza tra Israele e Hamas"
Per la premier italiana le motivazioni della Corte Penale Internazionale "dovrebbero essere sempre oggettive e non di natura politica". A parlare del mandato di arresto internazionale per il premier israeliano Benjamin Netanyahu e per l'ex ministro della Difesa Yoav Gallant è anche Antonio Tajani: "Noi rispettiamo e sosteniamo la Cpi ma siamo convinti che quello che deve svolgere sia un ruolo giuridico e non politico". IL PUNTO
Idf, recuperato il corpo di un ostaggio ucciso a Gaza
L'Idf ha reso noto di aver recuperato il corpo dell'ostaggio Itay Svirsky nella Striscia di Gaza, in un'operazione congiunta con lo Shin Bet. Svirsky, 38 anni, era stato assassinato da Hamas mentre era tenuto in ostaggio. Il 7 ottobre del 2023 era in visita ai genitori nel kibbutz Beeri per il fine settimana festivo, i suoi genitori furono uccisi durante l'attacco e lui rapito. Durante la prigionia a Gaza, è stato tenuto con Yossi Sharabi e Noa Argamani. Sharabi è stato probabilmente ucciso inavvertitamente a seguito di un attacco dell'Idf, e Argamani è stato salvato in estate. Il primo ministro Benyamin Netanyahu ha espresso il suo profondo dolore per la perdita della famiglia Svirsky.
Mandato d’arresto Cpi per Netanyahu, Orban sfida la decisione: "Venga in Ungheria"
Continuano le reazioni dopo che la Corte penale internazionale ha spiccato i mandati d'arresto per crimini di guerra e contro l'umanità per il premier israeliano e il suo ex ministro della Difesa Gallant. "Non abbiamo altra scelta che sfidare questa decisione. Inviterò" Netanyahu "a venire in Ungheria", ha detto il premier ungherese. La Cina ha sollecitato la Cpi a perseguire "una posizione oggettiva". Al fianco di Israele Stati Uniti e Argentina. Olanda "pronta a eseguire il mandato". Scontro in Italia. LEGGI L'ARTICOLO
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Idf, colpito un lanciarazzi di Hezbollah nel sud del Libano
L'esercito israeliano ha fatto sapere di aver effettuato un attacco con un drone contro un lanciarazzi di Hezbollah, avvistato questa mattina a Majdal Zoun, nel Libano meridionale. Il lanciatore "rappresentava una minaccia per lo Stato di Israele, violando al contempo gli accordi di cessate il fuoco", ha detto l'Idf, "le truppe hanno anche distrutto le armi dei miliziani filoiraniani trovate oggi a Khiam, as-Sawana e Aitaroun, sempre nella parte meridionale del Paese".
Netanyahu incontra i parenti degli ostaggi: "Lavoriamo per la liberazione"
Il premier israeliano Benjamin Netanyahu assicura di lavorare giorno e notte per il rilascio degli ostaggi tenuti prigionieri nella Striscia di Gaza da più di un anno. Questo, secondo le notizie diffuse dall'ufficio del primo ministro e riportate dal Times of Israel, il messaggio che Netanyahu ha ribadito incontrando nel suo ufficio di Gerusalemme i familiari di Edan Alexander, ostaggio con cittadinanza israeliana e statunitense trattenuto nell'enclave palestinese dall'attacco del 7 ottobre 2023 in Israele.
Cinque giorni fa Hamas ha diffuso un video di Alexander, 20 anni, che - era tra i militari dispiegati nei pressi della Striscia di Gaza la mattina del 7 ottobre dello scorso anno.

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La questione israelo palestinese, cos'è e come è nata
L'attacco del 7 ottobre 2023 lanciato da Hamas contro Israele ha riacceso i riflettori su una contrapposizione che va avanti da decenni e su cui non si riesce a trovare una soluzione. Anche se, negli anni, qualche tentativo è stato fatto. L'APPROFONDIMENTO
Onu, oltre 115 mila gli sfollati a Idlib e Aleppo
Più di 115.000 persone sono state costrette a sfollare nelle province siriane di Idlib e Aleppo dopo l'inizio dell'offensiva dei ribelli. Lo denuncia l'Onu. "È passata una settimana da quando il conflitto si è intensificato in Siria. Più di 115.000 persone sono sfollate a Idlib e nel nord di Aleppo", ha detto David Carden, vice coordinatore umanitario regionale delle Nazioni Unite per la crisi in Siria, dopo una visita a Idlib.
Siria, Damasco contrattacca per non perdere Hama
L'esercito siriano ha lanciato una controffensiva per respingere le forze jihadiste arrivate alla periferia della grande città di Hama, nella Siria centrale. Dopo aver preso decine di citta' e gran parte di Aleppo, i ribelli sono arrivati alle porte della città strategica per proteggere Damasco. Dopo aver lanciato una controffensiva dopo mezzanotte, appoggiata dall'aviazione, le forze governative "hanno messo in sicurezza l'ingresso nordorientale di Hama" e hanno preso il controllo di diversi villaggi, ha annunciato l'Osservatorio siriano per i diritti dell'Uomo (OSDH) che parla di scontri in altre parti della provincia.

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Il leader jihadista al-Jolani alla cittadella di Aleppo
Abu Muhammad Jolani, leader dell'offensiva jihadista su Aleppo, Hama e il nord della Siria, è apparso in buona forma all'ingresso della cittadella di Aleppo, smentendo così notizie dei giorni scorsi della sua uccisione in un raid aereo dei governativi su Idlib.
Siria, Mosca denuncia la "chiara presenza Ucraina fra i militanti stranieri"
La Russia denuncia la "presenza di una chiara presenza ucraina fra i militanti stranieri" coinvolti nell'escalation di violenza in Siria, ha affermato la portavoce del ministero degli Esteri, Maria Zakharova. I servizi ucraini stanno poi collaborando con i militanti a cui Mosca si riferisce come a "terroristi" inviando loro droni e condividendo l'expertise sul loro impiego. Zakharova accusa l'Ucraina di interferire anche in Paesi africani dove è presente la Russia.
Siria, Ankara e Teheran ai ferri corti
Il caos che è tornato a regnare nel nord della Siria ha fatto alzare la tensione tra Turchia e Iran. Il ministro degli Esteri iraniano Abbas Araghchi si è recato in visita ad Ankara lo scorso lunedi', dove ha incontrato il ministro degli Esteri turco Hakan Fidan. Quest'ultimo ha risposto con un lapidario 'no comment' quando gli è stato chiesto se Araghchi avesse accusato la Turchia di aver fomentato la rivolta nel nord. Allo stesso tempo Araghchi ha, per ora, respinto la richiesta del governo turco, che insiste affinchè Assad dialoghi con l'opposizione. Un atteggiamento contrario a quello che ci si aspettava ad Ankara. Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan aveva negli ultimi mesi più volte aperto a una riconciliazione con il regime di Damasco di Bashar Al Assad e Fidan attendeva un segnale da Damasco in un momento di cosi' grande incertezza. Un segnale di apertura che non è mai arrivato. Al contrario Teheran accusa la Turchia di aver tradito lo spirito di Astana e ieri la agenzia iraniana Irna ha confermato che e' pronto l'invio di truppe, una circostanza che Ankara vorrebbe evitare, al pari dei bombardamenti dell'aeronautia. Erdogan non vuole flussi di profughi al confine e spinge per una soluzione politica. Fidan ha ribadito nella tarda serata di ieri la estraneità della Turchia alla rivolta in corso e ricordato che la situazione attuale "non e' certo frutto di ingerenze esterne", ma colpa di Assad "che non ha mai dato il via a una transizione politica post conflitto". Sempre Fidan ha commentato le accuse di Araghchi a Israele, che l'Iran considera dietro la rivolta, definendole "una considerazione che non rispecchia la realtà e ignora le legittime richieste dell'opposizione". Posizioni lontanissime che forse solo l'intervento della Russia potrà sedare.
Macron: "La creazione di uno Stato palestinese è assolutamente necessaria per raggiungere la pace in Medio Oriente"
Il presidente francese Emmanuel Macron ha ribadito che la creazione di uno Stato palestinese è “assolutamente necessaria” per raggiungere la pace in Medio Oriente e ha confermato che la Francia co-presiederà una conferenza internazionale su questo tema con l'Arabia Saudita il prossimo giugno, pur escludendo passi verso l'immediato riconoscimento. “Il riconoscimento dello Stato di Palestina dovrebbe contribuire ad accelerare la soluzione a due Stati”, ha dichiarato Macron in un'intervista al quotidiano libanese 'An Nahar', in cui ha sottolineato che, sebbene “la Francia sia pronta” a fare questo passo, non è ancora il momento. Parigi ha sempre sostenuto che lo farà quando contribuirà a una soluzione più ampia del conflitto, che secondo Macron non è incompatibile con iniziative come la promozione dell'ingresso della Palestina nell'Onu come Stato membro a pieno titolo. “È essenziale che il riconoscimento sia parte di una soluzione duratura alla crisi”, ha dichiarato durante il suo viaggio ufficiale in Arabia Saudita. Il leader francese e il principe ereditario saudita Mohammed Bin Salman hanno concordato di tenere un vertice internazionale nel giugno 2025 per promuovere la soluzione a due Stati. Macron ha insistito sulla necessità di “preservare” l'opzione di uno Stato palestinese alla luce dell'“accelerazione” degli insediamenti israeliani in Cisgiordania, del “discorso annessionista” emerso in seguito all'escalation del conflitto nell'ultimo anno e delle misure adottate contro organizzazioni come l'Unrwa. “È assolutamente necessario offrire ai palestinesi una speranza reale di una vita migliore in uno Stato indipendente e lasciare Hamas senza alcuna base di legittimità”, ha sottolineato. Macron ha infine ribadito la necessità di un dialogo con le autorità israeliane, condizione fondamentale per risolvere le crisi nella regione, e in merito al mandato di arresto emesso dalla Corte penale internazionale nei confronti del premier israeliano Benjamin Netanyahu, si è limitato a dire che “la Francia rispetterà i suoi obblighi di diritto internazionale”. “La magistratura è totalmente indipendente”, ha dichiarato, contraddicendo quanto affermato dal governo nei giorni scorsi, secondo cui Netanyahu godrebbe di un'immunità che lo proteggerebbe da un ipotetico arresto.
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Assad aumenta la retribuzione dei militari siriani del 50%
Il presidente siriano Bashar al Assad ha deciso di aumentare del 50% gli stipendi dei militari di carriera. La decisione, resa effettiva in un decreto, arriva nel pieno del conflitto con le milizie filo-turche, in continua avanzata nel nord del Paese.
Fonti Israele smentiscono delegazione domani al Cairo
Funzionari della sicurezza israeliana, citati da Barak Ravid di Axios, hanno smentito la notizia dell'arrivo domani al Cairo di una delegazione dello Stato ebraico per colloqui sugli ostaggi. La notizia era stata diffusa dal sito qatarino Al-Arabi Al-Jadid.
Idf: "Ostaggi giustiziati prima del nostro raid a Gaza"
A più di tre mesi dal recupero dei loro corpi a Khan Younis, nella Striscia di Gaza meridionale, un'indagine delle Idf ha rivelato che sei ostaggi sono stati probabilmente giustiziati dai loro rapitori durante un attacco aereo su un tunnel di Hamas. I corpi degli ostaggi erano stati recuperati dall'Idf in un tunnel nel complesso residenziale di Hamad Town a Khan Younis il 20 agosto, mesi dopo la loro uccisione.
Le Idf non avevano informazioni della presenza degli ostaggi e il 14 febbraio effettuarono attacchi aerei contro i tunnel di Hamas nella zona di Hamad Town, prendendo di mira un comandante di battaglione del gruppo terroristico. Sei mesi dopo, avvalendosi di nuove informazioni di intelligence, le Idf hanno raggiunto il luogo dell'attacco e recuperato i corpi dei sei ostaggi, che presentavano tutti segni di arma da fuoco, il che indica con alta probabilità che erano stati giustiziati dalle guardie di Hamas che li tenevano prigionieri. Durante l'operazione del 20 agosto, le Idf hanno recuperato nel tunnel anche i corpi di sei terroristi di Hamas.
Media: "Hamas sospetta un blitz di Israele per liberare gli ostaggi"
Hamas ha affermato di aver ricevuto informazioni sulle intenzioni di Israele di effettuare un'operazione di salvataggio degli ostaggi simile al blitz condotto nel campo di Nuseirat a Gaza a giugno, e ha minacciato di "neutralizzare" i prigionieri se tale operazione avesse luogo. Lo scrive Reuters online citando una dichiarazione interna del gruppo palestinese visionata dalla stessa agenzia di stampa, riferisce Haaretz. Nella dichiarazione interna, datata 22 novembre, Hamas ha detto ai suoi di non considerare alcuna ripercussione nel seguire le istruzioni e ha affermato che Israele è responsabile della sorte degli ostaggi. Non fa menzione di quando fosse prevista una tale operazione israeliana.
Siria, il leader di Hayat Tahrir al-Sham in strada ad Aleppo: "Al-Jawlani non è stato ucciso"
Abu Mohammed al-Jawlani tra la folla ad Aleppo. Il leader di Hayat Tahrir al-Sham (Hts) sarebbe apparso in pubblico per la prima volta dall'avvio, una settimana fa, dell'offensiva in Siria delle fazioni armate che fanno capo al gruppo. Domenica, notizie non verificate dei media arabi, affermavano che era stato ucciso in un raid aereo russo, ricostruisce il Times of Israel. Ma adesso sui social media e sui siti di notizie arabi circolano video che arriverebbero da Aleppo.
La tv satellitare al-Jazeera ha trasmesso immagini che mostrano l'enigmatico al-Jawlani farsi strada fra la folla nella cittadella di Aleppo, dopo che le fazioni dell'opposizione hanno preso il controllo della città. Nel video si vedono le bandiere della rivoluzione siriana del 2011, quando venne ripristinato il vessillo siriano che era adottato prima della rivoluzione del partito Baath del 1963 che alla fine portò al potere la famiglia Assad.
Nato nel 1982 a Riad, in Arabia Saudita, sulla testa di al-Jawlani c'è una taglia da 10 milioni di dollari degli Stati Uniti, che - come altri Paesi, tra i quali la Turchia - considerano Hts organizzazione terroristica.
Perché l’attacco ad Aleppo in Siria è legato al cessate il fuoco in Libano? L’analisi
Mentre in Libano sembra scricchiolare il cessate il fuoco tra Israele ed Hezbollah, si è all’improvviso riacceso lo scontro militare all’interno della Siria. E secondo una valutazione degli analisti israeliani a seguito dell’attacco delle forze jihadiste filo-turche ad Aleppo, ci sarebbe un legame tra questi due eventi: i ripetuti raid dell'aeronautica di Tel Aviv contro le milizie sciite e le guardie rivoluzionarie iraniane che operano sul territorio siriano avrebbero infatti indirettamente creato il contesto e l'opportunità per i radicali sunniti di sottrarsi alla pressione delle forze governative e riorganizzarsi. Forse anche con l'aiuto della Turchia. E a finire al centro della contesa tra i ribelli e il governo di Damasco è stata nuovamente la grande città di Aleppo, già a lungo martoriata dalla guerra civile. COSA SAPERE
Media: "Consigliere di Trump incontra il ministro degli Affari strategici di Israele"
Il consigliere per la sicurezza nazionale del presidente eletto degli Stati Uniti Donald Trump, Mike Waltz, incontrerà il ministro degli Affari strategici israeliano Ron Dermer. Lo ha riferito un giornalista di Axios su X, citando una fonte a conoscenza dell'incontro, secondo cui Waltz e Dermer dovrebbero discutere degli sforzi per raggiungere un accordo sugli ostaggi a Gaza e sul cessate il fuoco, nonché della minaccia iraniana.
Katz: "Possibilità concreta di raggiungere un accordo sugli ostaggi"
''Questa volta c'è la possibilità concreta di raggiungere un accordo sugli ostaggi'' con Hamas. Lo ha dichiarato il ministro della Difesa Israel Katz esprimendo il suo ottimismo durante una visita alla base aerea di Tel Nof e sottolineando che ''riportare a casa gli ostaggi è una priorità per Israele''. Katz ha quindi spiegato che c'è una ''crescente pressione'' su Hamas affinché accetti l'accordo.
"La cosa più importante oggi nella guerra è riportare a casa gli ostaggi. Questo è l'obiettivo supremo che ci sta di fronte e stiamo lavorando in ogni modo per far sì che ciò accada", ha affermato Katz in una nota diffusa dal suo ufficio. "L'intensità della pressione su questa mostruosa organizzazione chiamata Hamas sta aumentando e c'è la possibilità che questa volta possiamo davvero arrivare a un accordo sugli ostaggi", ha aggiunto.
Domani una delegazione israeliana guidata dal capo dello Shin Bet Ronen Bar sarà al Cairo per portare avanti i negoziati finalizzati a raggiungere un accordo che permetta di arrivare a un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza e al rilascio degli ostaggi ancora nell'enclave palestinese. Lo rende noto il quotidiano del Qatar Al-Araby Al-Jadeed citando proprie fonti ben informate. Queste stesse fonti hanno spiegato che l'Egitto ha elaborato una nuova bozza di proposta che potrebbe servire come base per i colloqui, in seguito a "forti indicazioni" da parte di Hamas della sua serietà nel raggiungere un accordo.

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Tajani: "Israele ha vinto, ora cessate il fuoco a Gaza"
Nella Striscia di Gaza "ora bisogna arrivare quanto prima al cessate il fuoco". Israele "ha vinto da un punto di vista militare e ha sconfitto Hamas, ha sconfitto Hezbollah. Ora bisogna arrivare al cessate il fuoco per gli ostaggi israeliani, ma anche per permettere di portare il maggiore numero di aiuti possibili alla popolazione civile, che sta soffrendo tantissimo". Lo sottolinea il ministro degli Esteri Antonio Tajani, a margine della Ministeriale Nato a Bruxelles.
E nell'aiutare la popolazione civile, continua, "l'Italia sta facendo la sua parte. Continuano ad arrivare i nostri aiuti. Abbiamo regalato 15 Tir al Programma alimentare mondiale delle Nazioni Unite per riportare aiuti, ma sono Tir che rimarranno a Gaza per distribuire" aiuti alla popolazione. "Io - ricorda - ho partecipato al vertice del Cairo, dedicato proprio all'aiuto della popolazione civile. Non c'è soltanto quella di Gaza, c'è anche quella libanese, c'è anche quella siriana. In questo momento noi possiamo non tenere conto di questo problema: io pavento il rischio di un collasso migratorio".
"Noi - prosegue - continuiamo a investire, abbiamo annunciato anche all'Autorità Nazionale Palestinese che daremo alcuni finanziamenti per la ricostruzione. Abbiamo cominciato, al Cairo, a parlare anche del Day after, cioè il giorno dopo il cessate il fuoco, perché bisognerà ricostruire quella parte di Palestina che è stata distrutta durante questa guerra. Anche lì dobbiamo giocare una partita importante: bisognerebbe organizzare, per questi Paesi travolti dalle guerre, delle conferenze internazionali per la ricostruzione, così come la stiamo organizzando in Italia a luglio del prossimo anno per l'Ucraina", conclude.
Wafa, 4 bambini uccisi in raid davanti a panetteria a Gaza
Cinque civili, di cui quattro bambini, sono stati uccisi in un bombardamento nel campo di Nuseirat nel centro della Striscia di Gaza centrale. Lo afferma l'agenzia palestinese Wafa che cita fonti mediche secondo cui il raid israeliano ha colpito un gruppo di persone di fronte a una bancarella di cibo e a un panificio locale a est del campo. Secondo le stesse fonti mediche, 18 persone, tra cui bambini e donne, sono stati uccisi da stamattina nei bombardamenti israeliani nel sud e nel centro di Gaza.
Gaza: "Più di 44.530 morti in 14 mesi di guerra"
Sono più di 44.530 i morti nella Striscia di Gaza dal 7 ottobre 2023. Lo denuncia il ministero della Salute di Gaza, che nel 2007 finì in mano a Hamas. Da quasi 14 mesi l'enclave palestinese è nel mirino delle operazioni militari israeliane contro Hamas in risposta all'attacco in Israele. Secondo il bollettino rilanciato dalla tv satellitare al-Jazeera, da allora nella Striscia si contano 44.532 morti, 30 dei quali nelle ultime 24 ore, e 105.538 feriti.
Siria, Osservatorio: "704 morti in una settimana dall'inizio dell'offensiva jihadista"
E' di 704 morti il bilancio di una settimana di scontri in Siria, ovvero da quando il 27 novembre è iniziata l'avanzata dei jihadisti del gruppo Hayat Tahrir al-Sham (Hts) e delle fazioni alleate. Lo riferiscono gli attivisti dell'Osservatorio siriano per i diritti umani. Nel dettaglio, l'Osservatorio ha spiegato che tra le vittime si contano 361 insorti, 233 soldati e membri delle forze filogovernative e 110 civili.

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Turchia: "Non abbiamo alcun ruolo in ciò che succede in Siria"
Omer Celik, portavoce del partito di governo Akp del presidente turco Recep Tayyip Erdogan, ha affermato che Ankara non ha alcun ruolo nei recenti sviluppi in Siria, nel contesto dell'avanzata delle forze filo-turche che si oppongono al capo di Stato siriano Bashar Al Assad. "Gli sviluppi in Siria derivano dalle sue stesse dinamiche interne", ha sottolineato Celik parlando con i giornalisti, come riferisce Sabah.
Siria, fotoreporter della Dpa ucciso in un raid aereo vicino Hama
Il fotoreporter siriano che lavorava per la Dpa, Anas Alkharboutli, è stato ucciso in un raid aereo nei pressi di Hama, nella Siria centrale. Lo rende noto la Dpa, mentre testimoni confermano che il fotoreporter è stato ucciso mentre stava documentando l'avanzata dei jihadisti di Hayat Tahrir al-Sham (Hts).
"Il nostro fotografo Anas Alkharboutli, che ha documentato la guerra civile in Siria con un linguaggio visivo unico, è stato ucciso in un attacco aereo nei pressi della città siriana di Hama. Anas aveva solo 32 anni", ha affermato la Dpa in una nota. Il fotografo è stato sepolto a Idlib, nel nord-ovest del Paese.
"Tutti noi della Dpa siamo sotto shock e siamo profondamente addolorati per la morte di Anas Alkharboutli. Onoreremo la sua eredità giornalistica. Con le sue immagini, non solo ha documentato gli orrori della guerra, ma ha sempre lavorato per la verità", ha dichiarato il caporedattore della Dpa Sven Gösmann.
Media, negoziatori di Israele domani al Cairo per la tregua a Gaza
Una delegazione israeliana guidata dal capo dello Shin Bet Ronen Bar arriverà domani al Cairo per colloqui sull'accordo di cessate il fuoco e rilascio degli ostaggi prigionieri a Gaza da 14 mesi. Lo riferisce il quotidiano al-Araby al-Jadeed. Secondo il report, la delegazione israeliana includerà "un inviato speciale" del primo ministro Benyamin Netanyahu. La visita avviene mentre Israele attende la risposta di Hamas alla proposta egiziana di un cessate il fuoco.
Blinken: "Il cessate fuoco in Libano sta reggendo"
''Sta reggendo il cessate il fuoco'' raggiunto in Libano tra Israele e Hezbollah con la mediazione degli Stati Uniti. Lo ha dichiarato il Segretario di Stato americano Antony Blinken. Su eventuali violazioni dell'accordo, Blinken ha affermato che ''non risponderò, né entrerò nei dettagli di nessuna conversazione diplomatica privata che abbiamo avuto. Tutto quello che posso dirvi è che il meccanismo che abbiamo stabilito con la Francia per assicurarci che il cessate il fuoco sia effettivamente monitorato e implementato sta funzionando".

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Anche il ministro israeliano Sa'ar al vertice Osce, vedrà Kallas
Anche il ministro degli Esteri israeliano Gideon Sa'ar è atteso oggi a Malta, in occasione del Consiglio ministeriale Osce, l'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa. Lo conferma la presidenza maltese dell'Osce. Stando ai media israeliani tra gli incontri in programma per Sa'ar il Segretario di Stato americano Antony Blinken e l'Alto Rappresentante dell'Ue, Kaja Kallas. Atteso anche un suo intervento al vertice ministeriale anche se Israele non fa parte dell'Osce, ma è uno degli 11 partner di cooperazione.
La Nobel iraniana Mohammadi rilasciata per tre settimane
La vincitrice iraniana del Premio Nobel per la pace Narges Mohammadi, incarcerata dal novembre 2021, è stata rilasciata per tre settimane per motivi medici. Lo riferiscono i suoi legali su X. "Sulla base del parere del medico legale, la procura di Teheran ha sospeso per tre settimane l'esecuzione della condanna di Narges Mohammadi e lei è stata rilasciata dal carcere", ha detto il suo avvocato Mostafa Nili.
Iran: attivista premio nobel Narges Mohammadi rilasciata 'per motivi medici'
La premio Nobel per la pace iraniana Narges Mohammadi, in carcere dal novembre 2021, è stato rilasciata per tre settimane per motivi medici. Lo ha annunciato su X il suo avvocato, Mostafa Nili. “In base al parere del medico legale, la Procura di Teheran ha sospeso l'esecuzione della pena di Narges Mohammadi per tre settimane e la donna è stata rilasciata”, si legge nel post.
Meloni vedrà anche il premier libanese Mikati il 14 dicembre
La premier Giorgia Meloni avrà un incontro con il presidente dell'Autorità nazionale palestinese Abu Mazen venerdì 13 dicembre a Palazzo Chigi. L'indomani Meloni riceverà il primo ministro libanese Najib Mikati, alle 14 sempre a Palazzo Chigi.
Il 13 dicembre Meloni vedrà Abu Mazen
La premier Giorgia Meloni venerdì 13 dicembre vedrà a Palazzo Chigi, alle 17, il Presidente dell’Autorità Nazionale Palestinese, Abu Mazen.
Netanyahu dà limiti di tempo per testimoniare il 10/12
Il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, chiede al tribunale distrettuale di Gerusalemme di ridurre la sua prevista testimonianza nel processo per corruzione da tre a due volte a settimana, citando il suo fitto programma dovuto a riunioni sulla sicurezza e alla necessità di comunicare con funzionari all'estero. Lo riporta l'emittente pubblica Kan. Netanyahu chiede inoltre di non testimoniare per più giorni consecutivi e di poter iniziare a testimoniare un'ora dopo l'orario previsto delle 9. Secondo quanto riportato da Channel 12, il premier ha anche chiesto di concludere la sua presenza in tribunale entro le 15.00. Nella richiesta, il premier afferma che vorrebbe parlare con i giudici a porte chiuse prima di iniziare a testimoniare, riferisce Kan. Il premier sarà chiamato a testimoniare nel suo processo per corruzione la prossima settimana in un'aula sotterranea di Tel Aviv perché l'aula di tribunale di Gerusalemme è stata ritenuta non sufficientemente sicura. I media hanno inoltrato una richiesta per trasmettere in diretta. Netanyahu inizierà a testimoniare il 10 dicembre, dopo che il tribunale distrettuale di Gerusalemme ha accettato in parte la richiesta di rinvio avanzata dagli avvocati della difesa, preoccupati di non riuscire a prepararsi in tempo per questa storica udienza, a causa dell'intenso programma di Netanyahu, impegnato a combattere le guerre che Israele sta combattendo a Gaza e su altri fronti.Il primo ministro è accusato di frode e abuso di fiducia in tre casi separati, tra cui uno in cui deve affrontare anche l'accusa più grave di corruzione. Netanyahu nega tutte le accuse.
Siria, Iran invia consiglieri militari durante l'offensiva dei ribelli
L'Iran ha inviato in Siria un generale di alto rango e altri consiglieri militari per assistere il governo di Damasco durante l'offensiva degli insorti islamisti nel nord del Paese.
La delegazione guidata dal generale Jawad Ghafari sosterrà la controffensiva delle truppe governative attorno alla città di Hama, ha riferito la stazione radio iraniana al-Alam.
Mosca sostiene controffensiva Damasco contro gruppi terroristici
Mosca sostiene con forza la controffensiva lanciata dalla leadership di Damasco per contrastare gli attacchi dei ''gruppi terroristici'' in Siria. Lo ha dichiarato la portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova sostenendo che l'avanzata dei jihadisti di questi giorni in Siria non sarebbe stata possibile senza il sostegno e l'incitamento della'esterno. Senza fornire prove, Zakharova ha affermato in conferenza stampa che gli insorti hanno ricevuto droni e addestramento da soggetti esterni.
Siria, Iran invia consiglieri militari durante l'offensiva dei ribelli
L'Iran ha inviato in Siria un generale di alto rango e altri consiglieri militari per assistere il governo di Damasco durante l'offensiva degli insorti islamisti nel nord del Paese.
La delegazione guidata dal generale Jawad Ghafari sosterrà la controffensiva delle truppe governative attorno alla città di Hama, ha riferito la stazione radio iraniana al-Alam.
Beirut: '4.047 persone uccise da inizio guerra in Libano'
Il bilancio delle vittime della guerra tra Israele e Hezbollah è salito 4.047 persone uccise. Lo ha reso noto il ministro della Salute libanese.
Idf: a 30 soldati, 'evitare viaggi per accuse crimini di guerra'
L'Idf ha messo in guardia circa 30 soldati e ufficiali che hanno combattuto nella Striscia di Gaza affinché evitino di viaggiare all'estero dopo che gruppi pro-palestinesi hanno presentato denunce contro di loro per presunti crimini di guerra. Lo scrivono i media israeliani tra cui il Times of Israel e Ynet, secondo cui ad almeno otto di loro, tra cui soldati che si erano recati a Cipro, Slovenia e Paesi Bassi, è stato detto di lasciare immediatamente quelle nazioni per timore di essere arrestati o interrogati. Attualmente l'Idf non impedisce ai soldati di viaggiare all'estero, ma richiede una "valutazione del rischio" per i soldati che hanno prestato servizio a Gaza prima di approvare la loro richiesta, scrivono i media. Dall'inizio della guerra, l'esercito ha chiesto ai soldati di non pubblicare online filmati delle loro attività durante i combattimenti a Gaza, per evitare che vengano usati contro di loro in una potenziale indagine penale in un altro Paese. Ai giornalisti che hanno accompagnato le truppe a Gaza è stato anche chiesto di oscurare i volti dei soldati per lo stesso motivo. Nonostante ciò, i soldati continuano a pubblicare video e foto sui loro account social personali, compresi filmati che mostrano attività che violano gli ordini delle Idf e potrebbero essere contrari al diritto internazionale.
Media: 'Coloni arrestati dopo scontri e incendi in Cisgiordania'
Sei coloni israeliani sono stati arrestati dall'Idf per aver provocato rivolte e aggredito cittadini palestinesi nella Cisgiordania settentrionale durante la notte e questa mattina. Lo riferisce la tv pubblica israeliana Kan. Agenti dell'Amministrazione civile e della polizia di frontiera hanno operato durante la notte per demolire la costruzione illegale di un avamposto di coloni vicino al villaggio palestinese di Beit Furik, vicino a Nablus. La costruzione illegale dell'avamposto era su terreni privati ;;palestinesi. Durante l'evacuazione dell'avamposto sono state lanciate pietre ferendo due agenti della polizia di frontiera. Poco dopo, i coloni hanno preso d'assalto Beit Furik, "hanno incendiato le proprietà nella zona e lanciato pietre contro il villaggio", ha detto l'esercito.
Lapid: 'Netanyahu ha orchestrato attacco contro i media'
Il leader dell'opposizione israeliana Yair Lapid ha accusato il primo ministro Benyamin Netanyahu di aver portato a termine "un attacco pianificato e orchestrato" contro la stampa israeliana durante una conferenza "di emergenza" sulla libertà di espressione presso il Comitato di controllo dello Stato della Knesset a cui hanno partecipato rappresentanti dei media. "In quale Paese, in quale tipo di Paese, il primo ministro parla in Parlamento contro l'idea fondamentale di una stampa libera? In quale tipo di Paese la critica al governo, il ruolo più basilare dei media, viene etichettata come tradimento?", ha chiesto. "La democrazia deve proteggere se stessa. Le due qualità fondamentali di una democrazia, le qualità che la differenziano da ogni altro tipo di regime, sono la sua capacità di criticare se stessa e di migliorarsi. Entrambe sono impossibili senza una stampa libera. Entrambe sono sotto attacco", ha aggiunto Lapid. Israele è sceso di 15 posizioni nell'indice annuale sulla libertà di stampa di Reporter senza frontiere da quando il governo ha preso il potere nel 2022, ma "non è abbastanza per questo governo. Vuole che scendiamo ancora più in basso", ha detto il capo dell'opposizione, citando recenti iniziative legislative volte a garantire al governo la supervisione dei dati di ascolto televisivo e a privatizzare la Israeli Public Broadcasting Corporation e la Army Radio.
Idf: diversi coloni arrestati per violenze in Cisgiordania
L'esercito israeliano ha riferito che diversi coloni israeliani sono stati arrestati dalle truppe per aver provocato rivolte e aggredito i palestinesi nella Cisgiordania settentrionale durante la notte e questa mattina. L'emittente pubblica Kan afferma che sei persone sono state arrestate. Intanto nella notte l'Amministrazione civile e la Polizia di frontiera sono state impegnate nella demolizione della costruzione illegale di un avamposto di coloni vicino al villaggio palestinese di Beit Furik, vicino a Nablus, su terreni privati palestinesi.
Secondo quanto afferma l'Idf, durante l'evacuazione dell'avamposto sono state lanciate pietre contro le forze di sicurezza, ferendo due agenti della polizia di frontiera. I coloni hanno poi preso d'assalto Beit Furik, "hanno incendiato le proprietà nella zona e lanciato pietre contro il villaggio", secondo l'esercito.
Produzione artigianale sapone Palestina e Aleppo in lista Unesco
La tradizionale produzione artigianale del sapone in Palestina e ad Aleppo, in Siria, è stata inserita nella Lista rappresentativa del patrimonio culturale immateriale dell'umanità nel corso dei lavori della 19ma sessione del Comitato Intergovernativo dell'Unesco per la Salvaguardia del Patrimonio Culturale Immateriale in corso ad Asunción, in Paraguay. Sono tre gli ingredienti naturali locali utilizzati dalle famiglie in Palestina per produrre artigianalmente il sapone Nabulsi, uno dei più antichi al,mondo : olio d'oliva, acqua e liscivia. Le famiglie lavorano insieme per realizzare il sapone dopo la raccolta delle olive, aggiungendo il loro timbro prima di confezionarlo e conservarlo per un anno. La produzione del sapone è una fonte di reddito, ma anche una tradizione per la maggior parte delle famiglie. L'uso dell'olio d'oliva riflette il forte rapporto delle persone con la natura e molte famiglie regalano il loro sapone in occasione di matrimoni e compleanni. Ad Aleppo, invece, il sapone ghar viene prodotto utilizzando olio d'oliva e olio di alloro (ghar) in un processo collaborativo e intergenerazionale, gli ingredienti vengono raccolti, cotti e poi versati sui pavimenti delle tradizionali fabbriche di sapone. Una volta raffreddata la miscela, gli artigiani indossano grandi zoccoli di legno per tagliare le lastra in cubetti, usando il peso del loro corpo e un rastrello. I cubetti vengono stampati a mano con il nome delle famiglie e impilati per asciugare a forma di torri cilindriche o piramidali per facilitare il flusso d'aria.
Mosca, 'Russia, Turchia e Iran in stretto contatto sulla Siria'
I ministri degli Esteri di Russia, Turchia e Iran sono "in stretto contatto" per cercare di stabilizzare la situazione in Siria, ha detto la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova. "Stiamo lavorando attivamente con i partner internazionali - ha affermato la portavoce, citata dall'agenzia Tass - per assicurare una rapida stabilizzazione della situazione in Siria, prima di tutto utilizzando il potenziale del formato di Astana. I ministri degli Esteri della troika dei Paesi garanti sono in stretto contatto"
Ong: partita controffensiva di Damasco su Hama
L'esercito siriano ha lanciato una controffensiva per fermare l'avanzata dei ribelli verso Hama. Secondo l'Osservatorio siriano per i diritti umani (OSDH), "le forze del regime hanno lanciato una controffensiva dopo la mezzanotte", con il supporto aereo, per respingere i combattenti della coalizione di ribelli guidata dal gruppo islamico radicale Hayat Tahrir al Sham (HTS), che era arrivato alle porte della quarta città della Siria.
Guterres: 'A Gaza aiuti scandalosamente bloccati'
A Gaza "l'incubo non è causato da una crisi logistica ma dalla mancanza di volontà politica e di rispetto dei principi fondamentali del diritto internazionale umanitario". Così in un post su X il Segretario Generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres è tornato a denunciare la grave situazione umanitaria a Gaza dove "a fronte delle enormi necessità della popolazione gli aiuti vengono scandalosamente bloccati".
Italia-Libano, al via progetti di emergenza nel Paese
Il governo italiano ha avviato nuovi progetti di emergenza umanitaria in Libano, finanziati dalla Cooperazione Italiana (Aics) per un importo totale di 5.400.000 euro. Lo riferisce l'Ambasciata d'Italia a Beirut. Il comunicato riferisce che "l'Italia, già fortemente impegnata a livello politico prima per il raggiungimento, ed ora per il consolidamento, del cessate il fuoco, ribadisce così il proprio storico sostegno a favore della popolazione civile del Paese". "Il bando di selezione si inserisce in un quadro di interventi più ampio, del valore di 28 milioni di euro, volto non solo a mitigare l'impatto della crisi umanitaria causata dal conflitto, ma anche a rafforzare le istituzioni libanesi". L'Ambasciata d'Italia precisa che "gli interventi approvati coprono un ampio spettro di bisogni, tra cui salute e igiene, servizi di protezione, assistenza di base, sicurezza alimentare, esigenze abitative". "In partenariato con le istituzioni pubbliche e partner locali, le organizzazioni della società civile che sono risultate vincitrici del bando (Oxfam, AVSI, CESVI, We World-GVC, Intersos, Terre Des Hommes Italia, Azione Contro la Fame, AISPO e ARCS) svolgeranno le attività per un periodo di quattro mesi, coprendo con i loro interventi un'ampia porzione del territorio libanese e dedicando particolare attenzione alle persone in condizioni di maggiore vulnerabilità". "L'Italia resta, in questo momento più che mai, al fianco della popolazione libanese", ha dichiarato Fabrizio Marcelli, ambasciatore d'Italia in Libano. "Questi nuovi progetti rappresentano una risposta immediata e concreta ai crescenti bisogni delle persone che hanno subito le conseguenze del conflitto e si inseriscono in un quadro più ampio di sostegno allo sviluppo del Paese, che si declina anche nel qualificato contributo delle forze armate italiane in seno alla missioe Onu (Unifil) e all'esercito libanese". Alessandra Piermattei, titolare della sede Aics di Beirut, sottolinea che "la Cooperazione Italiana sosterrà la distribuzione di aiuti alimentari, l'accesso inclusivo ai centri di accoglienza e il rafforzamento delle capacità delle istituzioni locali. Oltre 300.000 persone beneficeranno degli interventi, che si protrarranno per quattro mesi".
Wafa: diversi civili uccisi dagli attacchi israeliani a Gaza
Secondo l'agenzia di stampa palestinese Wafa, questa mattina diversi civili sono rimasti uccisi e feriti nei bombardamenti israeliani su diverse aree della Striscia di Gaza. Fonti mediche hanno riferito che tre palestinesi sono stati uccisi e altri sono rimasti feriti durante le intense incursioni delle forze di occupazione a Deir al-Balah e in una scuola che ospita gli sfollati nel campo di al-Bureij, nella Striscia centrale. Gli incendi avrebbero causato gravi danni a circa 15 tende, i caccia hanno preso di mira anche le zone settentrionali di Gaza.
Attacchi in Cisgiordania, Katz taglia detenzione attivista
Il ministro israeliano della Difesa Israel Katz ha ridotto la detenzione amministrativa dell'attivista di estrema destra Itai Ben Tsurya, sospettato di essere coinvolto in incendi dolosi e rivolte nei villaggi palestinesi della Cisgiordania. Invece di essere rilasciato nel marzo 2025, si prevede che Ben Tsuriya verrà dimesso nelle prossime settimane. Katz ha annunciato il mese scorso che Israele non utilizzerà più la detenzione amministrativa, ovvero la detenzione senza processo, contro i coloni ebrei in Cisgiordania. "In una realtà in cui gli insediamenti ebraici in Cisgiordania affrontano gravi minacce terroristiche da parte dei palestinesi e ai coloni vengono imposte ingiuste sanzioni internazionali, non è appropriato che lo Stato di Israele adotti una misura così severa contro i coloni", si legge nella dichiarazione di Katz.
Coloni incendiano case palestinesi Cisgiordania, scontri con polizia
Nella notte coloni israeliani hanno dato fuoco a case di cittadini palestinesi in Cisgiordania e si sono scontrati con la polizia di frontiera arrivata sul posto per sedare gli scontri. Secondo quanto riferisce Haaretz citando fonti palestinesi e della sicurezza israeliana, nella notte i coloni ebrei hanno appiccato il fuoco alle case nel villaggio di Beit Furik, in Cisgiordania, a sud-est di Nablus. Sempre durante la notte, i coloni si sono scontrati con le forze della polizia di frontiera nei pressi dell'insediamento di Itamar, sempre in Cisgiordania, ferendo due agenti.
Decine di coloni attaccano case palestinesi in Cisgiordania
Decine di coloni hanno dato fuoco a edifici e veicoli palestinesi, dopo che le truppe hanno demolito tre condomini in un vicino insediamento in Cisgiordania. L'ente di controllo Yesh Din afferma che i coloni hanno incendiato la casa di una famiglia di sette persone a Huwara, nonché due veicoli. Il gruppo ha riferito che i vicini hanno salvato la famiglia dall'incendio, ma il padre è stato attaccato con pietre e bastoni ed è stato ricoverato in ospedale con fratture craniche. Ynet riferisce che i coloni hanno incendiato anche una casa in costruzione, un negozio di alimentari e un veicolo a Bayt Furik, vicino a Nablus. Secondo l'Amministrazione civile, che gestisce gli affari civili in Cisgiordania, la costruzione illegale dell'avamposto era avvenuta su terreni privati ;;palestinesi nei pressi di Nablus. Due agenti della polizia di frontiera sono rimasti feriti negli scontri con i coloni. I media palestinesi riportano che in seguito all'evacuazione dell'avamposto illegale, decine di coloni sono arrivati ;;nelle città palestinesi nella zona di Nablus e hanno dato fuoco a diverse case. La violenza dei coloni contro i palestinesi è aumentata vertiginosamente dopo il massacro di Hamas del 7 ottobre 2023, le forze di sicurezza sono state accusate di aver chiuso un occhio sugli attacchi.
Crosetto: 'L'Iran mira a distruzione Israele, pericolo da nucleare di Teheran'
"Sia Hamas sia Hezbollah rispondono all’Iran, cioè al Paese che mira e si propone di distruggere Israele. È questo, lì, il vero, enorme, pericolo: l’esplosione di un conflitto che può vedere in campo armi molto pericolose, dato che l’Iran sta sviluppando le sue tecnologie nucleari". Così il ministro della Difesa Guido Crosetto in un'intervista al Corriere della Sera.
"In Medioriente i fronti aperti sono tre. Il primo a Gaza, dove purtroppo continuano a morire, ogni giorno, persone innocenti in un dramma apocalittico di cui non si vede fine. L'Italia fa tutto il possibile, a livello di aiuti umanitari di ogni tipo e anche di disponibilità dei nostri carabinieri per andare ad addestrare le forze dell’ordine di un futuro, auspicato, Stato di Palestina. Di più, non possiamo fare. Come in Libano: un anno e otto mesi fa chiesi io, all’Onu, di cambiare le regole di ingaggio della missione Unifil perché solo in quel modo si poteva prevenire una guerra. Ora mi danno tutti ragione".
Secondo Crosetto infine, con la vittoria di Donald Trump alle elezioni americane, "credo avrà una linea di difesa di Israele ancora più netta di quella, già molto decisa, di Biden".
Siria, Usa: distrutti sistemi d'arma per 'minaccia imminente'
Le forze del Comando centrale statunitense (Centcom) hanno distrutto ''diversi sistemi d'arma'' in Siria che rappresentavano ''minacce imminenti per le forze statunitensi e della coalizione''. Lo rende noto il Comando centrale statunitense su 'X' spiegando che tra i sistemi d'arma distrutti ci sono ''tre lanciarazzi multipli montati su camion, un carro armato T-64, un veicolo corazzato per il trasporto di truppe e mortai che rappresentavano una minaccia chiara e imminente per le forze statunitensi e della coalizione''. Si è quindi trattato di un ''attacco di autodifesa'', scrive il Centcom spiegando che l'azione ''è avvenuta dopo che il lanciarazzi multiplo montato su camion, il veicolo corazzato per il trasporto di truppe e i mortai sono stati sparati verso le forze statunitensi''. Il post spiega inoltre che ''la missione statunitense in Siria rimane invariata, mentre le forze statunitensi e della coalizione continuano a concentrarsi sulla sconfitta duratura dell'Isis''. Viene quindi precisato che ''le operazioni in Siria non sono correlati ai recenti eventi nella Siria nord-occidentale. Le forze del Centcom continuano a monitorare la situazione e rimangono in costante comunicazione con le nostre altre forze nella regione man mano che la situazione si sviluppa''.
Cnn: hacker iraniani accedono a comunicazioni Patel, scelto da Trump per Fbi
Kash Patel, scelto dal presidente eletto Donald Trump per dirigere l'Fbi, è stato informato dal Bureau di essere stato preso di mira da hacker iraniani. A riferirlo è stata la Cnn, citando due fonti a conoscenza della questione. Secondo una di queste, si ritiene che gli hacker abbiano avuto accesso ad almeno alcune delle comunicazioni di Patel.
Crosetto: "Medio Oriente, enorme pericolo da nucleare Iran"
"Siamo in piena Finanziaria e i punti su cui c'è qualche, legittima, presa di posizione diversa tra i partiti della coalizione sono pochi" ma a rendergli "il sonno difficile" è lo scenario delle crisi internazionali: "Il conflitto esistenziale tra Iran e Israele, ma dove i primi stanno affinando la capacità di produrre armi nucleari". Lo dice in un'intervista al Corriere della Sera il ministro della Difesa Guido Crosetto. Sul caso dossier afferma: "Ora tutti ne hanno capito la gravità, dopo le parole di Cantone e Melillo. Se non controllate, queste pratiche illegali resteranno un problema per la democrazia. Ancora la settimana scorsa, ho presentato l'ennesima denuncia". "Sul Medio Oriente - torna a parlare di esteri - credo che Trump avrà una linea di difesa di Israele ancora più netta di quella di Biden. A Gaza purtroppo continuano a morire, ogni giorno, persone innocenti in un dramma apocalittico di cui non si vede fine". L'Italia fa "tutto il possibile. Come in Libano: un anno e otto mesi fa chiesi io all'Onu di cambiare le regole di ingaggio della missione Unifil. Ora mi danno tutti ragione. Sia Hamas sia Hezbollah rispondono all'Iran. È questo il vero enorme pericolo, dato che l'Iran sta sviluppando le sue tecnologie nucleari". Sul fronte ucraino "la situazione si è complicata ancora di più e resta drammatica. La vittoria di Trump ha dato ai russi la percezione di poter accelerare l'offensiva per poi sedersi al tavolo di pace rivendicando i territori occupati. Stanno cercando di fiaccare il popolo ucraino, non solo con le armi che minacciano di usare o l'assurdo ingaggio di 10 mila militari nord-coreani". E sulla possibilità che sia varato un nuovo pacchetto di aiuti per l'Ucraina assicura: "Sicuramente, fino al 31 dicembre il governo continuerà a mandare aiuti, economici, per le infrastrutture e di difesa. Vogliamo difendere il loro diritto a sopravvivere. Dopo, a partire da gennaio 2025, servirà un nuovo decreto".
Israele-Iran, cronologia di una rivalità storica: le tappe dello scontro
Le pesanti tensioni tra Israele e l'Iran hanno una storia lunga decenni, tra minacce, proclami, guerre clandestine e attacchi via terra, mare, aria e cyberspazio. I raid incrociati che hanno segnato il 2024, in ordine cronologico sono solo l'ultimo stadio di una escalation tra i due Paesi, esacerbata un anno fa dall’inizio dell’operazione militare a Gaza. Ecco i principali eventi che hanno scandito il passaggio da una guerra ombra al conflitto aperto. LE TAPPE
Onu convoca conferenza internazionale su soluzione due Stati per giugno 2025 a New York
L'Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha adottato una risoluzione in cui viene convocata una conferenza di alto livello volta a promuovere una soluzione dei due Stati per il conflitto israelo-palestinese e a ribadire l'appello per una pace "globale, giusta e duratura" in Medio Oriente. Il testo, adottato con 157 voti a favore, otto contrari e sette astensioni, pone le basi per la celebrazione della "Conferenza internazionale di alto livello per la soluzione pacifica della questione palestinese e l'attuazione della soluzione dei due Stati", che si terrà dal 2 al 4 giugno 2025 a New York. La risoluzione chiede anche l'adozione di una dichiarazione finale dopo l'incontro nella città statunitense che delinei una roadmap per una soluzione pacifica del conflitto israelo-palestinese e la creazione di due Stati.
Perché l’attacco ad Aleppo in Siria è legato al cessate il fuoco in Libano?
Onu chiede 47 miliardi aiuti umanitari per 2025, "mondo brucia"
Le Nazioni Unite hanno lanciato oggi un appello umanitario alla raccolta di 47,4 miliardi di dollari per aiutare 190 milioni di persone nel 2025, in un pianeta martoriato dai conflitti e dai cambiamenti climatici. "Il mondo è in fiamme", ha detto il capo umanitario dell'Onu, Tom Fletcher, presentando l'appello a Ginevra e spiegando che "la combinazione di conflitti, crisi climatica e disuguaglianze ha creato un disastro perfetto: stiamo affrontando una crisi multipla su scala globale e sono le persone più vulnerabili a pagarne il prezzo", ha osservato. L'anno scorso l'Onu è riuscita ad aiutare 116 milioni di persone in tutto il mondo. Si stima che circa 305 milioni avranno bisogno di aiuti umanitari nel 2025, ma i 47,4 miliardi di dollari richiesti - leggermente meno di un anno fa - mirano a fornire assistenza solo a 190 milioni di loro. Fletcher ha detto che sarebbe stato più facile chiedere una somma record come negli ultimi anni, ma ha spiegato l'importanza di "stabilire delle priorità di fronte alla mancanza di fondi" anche se si tratta di "scelte difficili".
Siria, i ribelli sono alle porte di Hama
La coalizione di ribelli guidata dagli islamisti che ha lanciato un'offensiva lampo nel nord della Siria è "alle porte" di Hama, la quarta città più grande del Paese. Lo riferisce l'Osservatorio siriano per i diritti umani (OSDH), che ha la sua sede a Londra. L'Osservatorio scrive che i ribelli si trovano "ora alle porte della città di Hama" e che i combattenti hanno bombardato alcuni quartieri. Una fonte militare siriana citata dall'agenzia ufficiale Sana'a ha affermato che "importanti rinforzi militari sono arrivati in città".
Usa, "non abbiamo nulla a che fare con offensiva ribelli in Siria"
"Il continuo rifiuto del regime di Assad di impegnarsi nel processo politico e la sua dipendenza da Russia e Iran hanno creato le condizioni che si stanno verificando ora in Siria, tra cui il crollo delle linee del regime nella parte nord-occidentale del paese. Allo stesso tempo, la recente offensiva dei ribelli, con cui gli Stati Uniti non hanno avuto nulla a che fare, è guidata dal gruppo haya tarir Al Sham (Hds), un'organizzazione terroristica designata da Usa e Onu. Ovviamente abbiamo delle preoccupazioni su questo gruppo. Continueremo a difendere e proteggere completamente il nostro personale e le posizioni militari statunitensi, che rimangono essenziali". Lo ha detto il vice ambasciatore americano alle Nazioni Unite, Robert Wood, presidente di turno dell'organo Onu.
La Russia accusa Ucraina di sostenere i gruppi ribelli in Siria
L'ambasciatore della Russia all'Onu, Vassily Nebenzia, ha accusato l'Ucraina di sostenere militarmente i combattenti del gruppo islamico Hayat Tahrir al-Sham che stanno conducendo un'offensiva contro le forze siriane nel nord-ovest del paese. "Vogliamo attirare l'attenzione in particolare sulle tracce identificabili che riconducono alla principale direzione dell'intelligence ucraina nell'organizzazione delle ostilità e nella fornitura di armi ai combattenti nel nord-ovest della Siria", ha detto Nebenzia al Consiglio di Sicurezza.
Israele-Iran, cronologia di una rivalità storica: le tappe dello scontro
Le pesanti tensioni tra Israele e l'Iran hanno una storia lunga decenni, tra minacce, proclami, guerre clandestine e attacchi via terra, mare, aria e cyberspazio. I raid incrociati che hanno segnato il 2024, in ordine cronologico sono solo l'ultimo stadio di una escalation tra i due Paesi, esacerbata un anno fa dall’inizio dell’operazione militare a Gaza. Ecco i principali eventi che hanno scandito il passaggio da una guerra ombra al conflitto aperto. LE TAPPE