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Governo Conte, dal contratto alla Tav i 14 mesi dell’esecutivo Lega-M5s

Politica

Dopo 88 giorni dalle elezioni del 4 marzo 2018 prende il via la formazione Conte-Di Maio-Salvini a Palazzo Chigi: una maggioranza tenuta insieme da un contratto ma divisa su tanti temi decisivi

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Da giugno 2018 sono passati 14 mesi di governo giallo-verde. Dopo le elezioni del 4 marzo dello scorso anno, sono serviti 88 giorni per formare l'esecutivo con Giuseppe Conte come presidente del Consiglio e una maggioranza formata da due parti politiche divise su numerosi temi rilevanti, la Lega e il M5S, tenuta insieme da un contratto (COSA PREVEDE). In poco più di un anno alcune promesse sono state mantenute, ma tanti sono stati i momenti di tensione fino all'ultimo scontro in Parlamento sulla Tav (IL RACCONTO DELLA CRISI - LE FOTO - I POSSIBILI SCENARI - LE PAROLE DI DI MAIO - E SALVINI - LE OPPOSIZIONI). 

La formazione dell'alleanza giallo-verde

Dopo le elezioni del 2018, il primo partito in Italia è il Movimento 5 Stelle, votato quasi da un italiano su tre. Ma la Lega di Matteo Salvini vede quadruplicare i voti e si impone sullo scenario politico da protagonista. L'esito è quindi da costruire e dopo più di 80 giorni tra colloqui, incontri, trattative e ipotesi con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, l'incarico viene affidato a Conte, il 23 maggio.

Il contratto di Governo

Per stabilire i passi dell'esecutivo formato da due partiti molto distanti su numerose questioni, viene messo a punto il "contratto" (IL TESTO): un vero e proprio "atto notarile" con l'indicazione dei precisi impegni firmati dalle parti. E anche la stesura di quel contratto rivela la differenza tra le due compagini, con stop-and-go, sedute fiume, annunci e smentite. A questo segue poi l'accordo e la consultazione tra i propri elettori che mettono in luce le modalità diverse che rispecchiano la storia delle due anime politiche: il M5s chiede una valutazione on line ai propri elettori, la Lega lo fa nei gazebo.

I risultati raggiunti

Con il presidente del Consiglio Conte, un docente universitario fino a quel momento mai impegnato in prima persona nella politica, a fare da arbitro tra le due parti politiche, in 14 mesi vengono raggiunti alcuni importanti risultati: dal reddito di cittadinanza a Quota 100 con la "cancellazione" della legge Fornero, la stretta sui migranti, la legittima difesa, le norme 'spazzacorrotti'.

Le divisioni tra Lega e M5S

Ma ci sono anche grandi temi che dividono, dalle Autonomie al concetto di famiglia, con Di Maio e Salvini che iniziano un continuo battibecco sia in tv che sui giornali, e soprattutto sui social. (TUTTI GLI SCONTRI LEGA-M5S) Conte pazienta, media, ma a un certo punto dice anche "basta". Il 3 giugno il premier sceglie la Sala dei Galeoni di Palazzo Chigi per incontrare la stampa e lanciare il suo ultimatum ai suoi due vicepremier: "Non mi presto a vivacchiare, galleggiare. Sono pronto a rimettere il mio mandato al Presidente della Repubblica. Decidano". C'erano già state altre occasioni in cui la crisi si era paventata, ma il 3 giugno il rischio è alto e viene allontanato solo grazie all'incontro chiarificatore con Di Maio e Salvini in cui il governo si dice pronto ad affrontare i temi ancora aperti, soprattutto la difficile manovra economica che si preannuncia per l'autunno.

Lo scontro sulla Tav

Passa poco tempo e la tensione tra Lega e M5S torna a salire. Il Carroccio, forte del risultato delle Europee, vuole portare a casa il decreto sicurezza bis e la Tav. Sui migranti il M5s ingoia, pronunciando il suo sì alla stretta sui salvataggi in mare che crea anche una profonda ferita nei rapporti con la Chiesa italiana. Sulla Tav i 5 Stelle tengono il punto ma restano isolati. Ma non basta, la Lega vuole di più. Si apre, così, la crisi.