Lega e M5S, le tante sfide all’ombra del contratto

Politica

Marco Di Fonzo

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Tav, trivelle, xylella, Venezuela. Sono tanti i punti di attrito tra i grillini e il Carroccio. E l’avvicinarsi delle elezioni europee alimenta la competizione

C’è un filo rosso che lega Caracas al Salento, passando per la val di Susa. E’ quello delle divisioni interne alla maggioranza di governo, che Carroccio e Cinque stelle fanno registrare sui fronti più disparati: dalle grandi opere al settore energetico, dall’evoluzione dello scenario in Venezuela fino alla malattia degli ulivi in Puglia.

A quattro mesi dalle elezioni per le Europee queste distanze sembrano destinate a crescere, visto che fuori dal contratto di governo competition is competition: per Bruxelles, come per regioni e comuni al voto in queste settimane. Il premier Conte lo ha spiegato ad Angela Merkel, nell’audio beccato da Piazzapulita: i 5 stelle soffrono i sondaggi favorevoli alla Lega e si chiedono su quali temi puntare per recuperare consensi.

Un reddito per riprendere quota

Molto, moltissimo, per i 5 stelle vale il reddito di cittadinanza, che sta faticosamente prendendo forma e richiede una serie di complessi passaggi amministrativi, per essere davvero operativo da aprile, come promesso solennemente. Di presentazioni, il reddito, ne ha già avute due: una a palazzo Chigi, l’altra in un affollato evento ad hoc. In quest’ultima di leghisti nemmeno l’ombra, mentre nella conferenza stampa a tre Salvini ha scelto un cartello diverso da Conte e Di Maio: nel suo campeggiava la sola scritta “Quota 100”. Un solo decreto, insomma, per due destini.

Tu chiamale, se vuoi, semplificazioni

A proposito di decreti, c’è quello denominato “semplificazioni” che in realtà ha complicato su più fronti la vita alla maggioranza. Dentro – dopo giorni di tensioni e la minaccia di dimissioni del ministro dell’Ambiente Costa – c’è finito anche il parziale e temporaneo blocco delle esplorazioni in mare per fini energetici. I 5 stelle hanno cantato vittoria per uno “stop alle trivelle” invocato da ben prima di arrivare al governo, Salvini se l’è presa con il partito del NO, deciso a fiaccarlo alla prossima occasione.

L'altra velocità

Chissà se questa chance si presenterà sull’Alta velocità Torino-Lione. In attesa di un’analisi costi-benefici che tarda a concludersi ormai la linea è chiara, e manco a dirlo, contrapposta. “La Tav va assolutamente fatta, anche perché costa più non realizzarla”, taglia corto Salvini, beccandosi la reprimenda di Toninelli da Pioltello, dove una tragedia ferroviaria nel 2018 ha fatto morti e feriti: “Avrei voluto vederlo qui, la più grande opera è la messa in sicurezza dei treni”.

Un ramoscello d'ulivo non basta, anzi

Tradizionale simbolo di pace, in questo caso anche l'ulivo alimenta lo scontro. Sempre nel decreto semplificazioni è finito un emendamento che prevede il pugno duro contro gli agricoltori alle prese con gli alberi colpiti da Xylella: fino a 5 anni di carcere per chi non procede con la distruzione delle piante malate. Apriti cielo, anzi blog. Quello di Beppe Grillo, che contesta la stessa emergenza fitosanitaria e parla di norma incostituzionale, da film horror.

Il film della maggioranza giallo-verde invece continua, in attesa della “fine primo tempo” che sanciranno i risultati delle Europee a maggio. Come sarà il secondo tempo – e quanto durerà –  è ancora troppo presto per dirlo.

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