Usa progettano base militare vicino a Gaza. Tajani: “Impegno Italia sarà importante”

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Secondo i media israeliani, gli Usa starebbero progettando di costruire una grande base militare In Israele, destinata alle forze internazionali che opereranno nella Striscia per mantenere il cessate il fuoco. Tajani: “L'impegno italiano in Medio Oriente sarà importante, vedremo che tipo di impegno: può essere la formazione della polizia palestinese". Herzog ha ricevuto una lettera di Trump in cui lo invita a concedere la grazia al premier Netanyahu, definendo il processo a suo carico "politico e ingiustificato"

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Gli Stati Uniti, stando ai media israeliani, stanno progettando di istituire una grande base militare nel sud di Israele, in prossimità del confine con la Striscia, sottraendo sempre di più allo Stato ebraico il controllo su quei territori, dopo che il Centro di monitoraggio del cessate il fuoco di Kiryat Gat a guida Usa avrebbe già preso in mano la supervisione dell'ingresso degli aiuti a Gaza. La nuova base costerà circa 500 milioni di dollari e dovrà ospitare le migliaia di militari (si parla di 20.000 in tutto) della Forza internazionale di stabilizzazione prevista dall'accordo di pace, che però deve ancora essere definita e costituita.

"L'impegno italiano in Medio Oriente sarà importante, vedremo che tipo di impegno: può essere la formazione della polizia palestinese, può essere dare un contributo forte all'amministrazione civile". Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri Antonio Tajani a margine dell'incontro ministeriale del G7. 

Il presidente israeliano Isaac Herzog ha ricevuto stamattina una lettera di Donald Trump in cui lo invita a concedere la grazia al premier Benyamin Netanyahu, definendo il processo a suo carico "politico e ingiustificato". Pronta la risposta: "Chiunque chieda la grazia presidenziale deve presentare una richiesta formale secondo le procedure stabilite", lo riferisce una nota l'ufficio di Herzog, dopo la lettera di Donald Trump chiede la grazia per il premier Netanyahu.

Da oggi, sarà riaperto 'in modo permanente' il valico di Zikim tra Israele e il nord di Gaza per l'ingresso di aiuti umanitari verso la Striscia. Lo annuncia il Cogat, l'organismo del ministero della Difesa israeliano incaricato degli affari civili nei territori palestinesi. Gli aiuti saranno consegnati dalle Nazioni Unite e dalle organizzazioni internazionali dopo approfondite ispezioni di sicurezza da parte dell'Autorità per i Valichi Terrestri del Ministero della Difesa. Il valico di Zikim si aggiunge dunque a quello di Kerem Shalom, a sud della Striscia, da cui sono passati la maggior parte degli aiuti dall'inizio della guerra. 

Israele ha cominciato a costruire un nuovo muro di separazione col  Libano in un territorio conteso tra i due paesi in guerra. Lo  riferiscono media libanesi mostrando foto dei lavori in corso nel  settore centrale della linea di demarcazione tra i due paesi, nella  località di Yarun e di fronte alla località israeliana di Yiron.

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Rubio: 'Progressi su testo risoluzione Onu su Gaza, siamo ottimisti'

Il segretario di Stato americano Marco Rubio si è detto ottimista sul fatto che il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite finalizzerà una risoluzione su Gaza che sosterrà una forza di sicurezza internazionale. “Siamo ottimisti”, ha detto Rubio ai giornalisti dopo l'incontro dei ministri degli Esteri del G7 in Canada. “Penso che stiamo facendo buoni progressi sul testo della risoluzione e speriamo di poter agire molto presto”.

A Gaza prove di quotidianità perduta: spunta un mercato tra le rovine. FOTO

Il cessate il fuoco nella Striscia sembra reggere: 500mila palestinesi si sono mossi verso nord per tornare dove un tempo sorgevano le loro case, e a Gaza City è stato filmato un mercato di strada. Intanto un portavoce del governo israeliano ha dichiarato che il rilascio degli ostaggi inizierà nelle prime ore di lunedì, mentre Hamas ha richiamato 7mila membri delle sue forze di sicurezza per riaffermare il controllo sulle aree di Gaza recentemente abbandonate dall’IDF

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La questione israelo-palestinese, cos'è e come è nata

L'attacco del 7 ottobre 2023 lanciato da Hamas contro Israele e la conseguente offensiva a Gaza hanno riacceso i riflettori su una contrapposizione che va avanti da decenni e su cui finora non si è riusciti a trovare una soluzione definitiva. Anche se, negli anni, qualche tentativo è stato fatto. Ultimo, il piano Usa accettato dalle due parti (anche se solo per quanto riguarda la prima fase) nell'ottobre del 2025

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Tregua Gaza, chi sono gli ostaggi israeliani rilasciati da Hamas. FOTO

Venti persone rapite nell’attacco del 7 ottobre 2023 sono state liberate, consegnate alla Croce Rossa e riportate in Israele. Ecco le loro storie

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Onu: torture sistematiche Israele su palestinesi detenuti

Il Comitato Onu contro la tortura accusa Israele di “pratica sistematica e diffusa” di torture su palestinesi, in escalation dopo il 7 ottobre 2023. Relatore Peter Vedel Kessing: pestaggi su genitali, scosse elettriche, posizioni di stress, privazioni di cibo, simulazioni di annegamento, insulti sessuali e minacce di stupro. Accuse analoghe a Hamas per ostaggi israeliani a Gaza. 

Media: 3 mesi prima 7 ottobre Shin Bet chiedeva di agire su Hamas

Tre mesi prima del massacro del 7 ottobre 2023 perpetrato da Hamas, l'allora capo dello Shin Bet, Ronen Bar, inviò al primo ministro Benyamin Netanyahu un documento classificato in cui sollecitava cambiamenti di politica nei confronti di Gaza e delineava una proposta di nuovo approccio strategico nei confronti di Hamas e di altre minacce: lo riporta Channel 12. Il rapporto afferma che Bar sollecitò misure proattive contro i leader di Hamas a Gaza. Netanyahu, a quanto pare irritato da quella che considerava l'intrusione del capo dello Shin Bet nelle questioni politiche, non convocò alcuna discussione sul documento. Secondo la Tv israeliana, è probabile che il documento costituisca una prova fondamentale in qualsiasi futura commissione d'inchiesta statale sulle mancanze che hanno permesso l'attacco. 

Cisgiordania, coloni attaccano olive, simbolo identità palestinese

In Cisgiordania la raccolta delle olive, tradizione millenaria per oltre 100mila famiglie, è sotto assedio: 150 attacchi coloni documentati da OCHA, 4.200 alberi vandalizzati. Al Jazeera denuncia: ulivi sradicati per sfollare palestinesi. Martedì incendi a Tulkarem: magazzini e tende beduine in fiamme. IDF interviene, ma Yesh Din rivela: 93,8% indagini su reati israeliani chiuse senza accuse. Strategia decennale: distruggere ulivi per annettere terre.

Israele-Palestina, da Oslo a Sharm el-Sheikh: i piani di pace negli ultimi decenni

Dagli accordi di Camp David al vertice di Sharm el-Sheikh, da tempo si cerca una via diplomatica per la pace in Medio Oriente. Un percorso costellato da tanti fallimenti. Ora, con la firma dell'accordo sulla prima fase del piano Trump per Gaza, l'impressione è di essere a una svolta. Dalla stretta di mano Rabin-Arafat alle proposte per “Due Stati, due popoli”: ecco le tappe per risolvere la questione israelo-palestinese

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Patto storico tra le biblioteche di Brasile e Palestina

La Biblioteca Nazionale del Brasile e la Biblioteca Nazionale della Palestina a Ramallah hanno firmato oggi un protocollo d'intesa storico, il primo mai siglato dall'istituzione palestinese con un ente straniero. L'accordo, firmato in videoconferenza tra Rio de Janeiro e Ramallah, mira a promuovere scambi culturali, scientifici e bibliografici tra i due Paesi. Alla cerimonia hanno partecipato l'ambasciatore brasiliano presso l'Ufficio di Rappresentanza in Cisgiordania, João Marcelo Queiroz Soares, il presidente della Fondazione Biblioteca Nazionale (Fbn), Marco Lucchesi, e il ministro e direttore della Biblioteca Nazionale Palestinese, Marwan Awartani. Lucchesi ha dedicato l'incontro ai poeti Mahmud Darwish e Milton Hatoum, simboli - ha detto - "di una ponte letterario tra il Brasile e la Palestina". Secondo Lucchesi, il presidente palestinese Mahmoud Abbas ha accolto la notizia esclamando "incredibile!". Il protocollo prevede cooperazione in scienza dell'informazione, scambio di archivi, progetti di ricerca congiunti, conferenze e visite tecniche. "Questo accordo ha un profondo valore umanitario e culturale. Non rinunceremo mai alla cultura della pace", ha dichiarato Lucchesi. La collaborazione era iniziata a giugno con una donazione di libri brasiliani tradotti in arabo - da Machado de Assis a Itamar Vieira Junior - destinati alla Biblioteca di Ramallah, alle università e ai centri culturali palestinesi.

Netanyahu ringrazia Trump per richiesta di grazia: "Dice le cose come stanno"

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha ringraziato il presidente degli Stati Uniti Donald Trump per la richiesta di grazia presentata al presidente israeliano Isaac Herzog nel suo caso penale. "Grazie, Presidente Trump, per il suo incredibile supporto", ha detto il primo ministro. "Come al solito, va dritto al punto e dice le cose come stanno", ha aggiunto.

Media: "Usa seppero che Idf inviava palestinesi in tunnel con esplosivi"

Lo scorso anno gli Stati Uniti hanno raccolto informazioni su funzionari israeliani che discutevano di come i loro soldati avessero inviato palestinesi nei tunnel di Gaza che gli israeliani ritenevano fossero potenzialmente pieni di esplosivi. Lo riporta Haaretz, citando due ex funzionari governativi americani, secondo cui le informazioni furono condivise con la Casa Bianca e analizzate dalla comunità dell'intelligence nelle ultime settimane dell'amministrazione dell'ex presidente Joe Biden.  Il diritto internazionale proibisce l'uso di civili come scudi durante le attività militari. I funzionari dell'amministrazione Biden avevano da tempo espresso preoccupazione per le notizie secondo cui i soldati israeliani stavano usando i palestinesi per proteggersi potenzialmente a Gaza. La raccolta di prove da parte di Washington sull'argomento non era mai stata resa pubblica in precedenza. I dati di intelligence statunitensi raccolti negli ultimi mesi del 2024 hanno sollevato interrogativi all'interno della Casa Bianca e della comunità dell'intelligence su quanto fosse diffusa l'applicazione di questa tattica e se i soldati israeliani stessero agendo in base alle indicazioni fornite dai vertici militari.

Netanyahu ringrazia Trump: "Come sempre va dritto al punto"

Il primo ministro israeliano, Benyamin Netanyahu, ha ringraziato il presidente degli Stati Uniti Donald Trump per la richiesta di grazia presentata al Presidente israeliano, Isaac Herzog, nel suo caso penale. "Grazie, Presidente Trump, per il suo incredibile supporto", ha detto il Primo Ministro. "Come al solito, va dritto al punto e dice le cose come stanno", ha aggiunto, come riporta Haaretz.

Quanti gli ostaggi liberati? Quanti i morti, tra Israele e Gaza? I numeri della guerra

All'indomani della firma ufficiale dell'accordo di pace di Donald Trump a Sharm el Sheikh, i mediatori stanno già lavorando alla "fase 2" del piano, in particolare sulla sicurezza e la futura amministrazione della Striscia, quando ancora la prima parte resta fragile.  Ma quali sono le cifre di due anni di conflitto?

Dagli ostaggi liberati alle vittime: i numeri della guerra a Gaza

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Israele, documento Shin Bet a Netanyahu prima del 7 ottobre

Tre mesi prima del massacro del 7 ottobre perpetrato da Hamas, l'allora capo dello Shin Bet, Ronen Bar, inviò al primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, un documento classificato in cui sollecitava cambiamenti di politica nei confronti di Gaza e delineava una proposta di nuovo approccio strategico nei confronti di Hamas e di altre minacce. Lo rende noto Channel 12. Il rapporto afferma che Bar ha sollecitato misure proattive contro i leader di Hamas a Gaza e ha proposto piani operativi per separare i vari ambiti di sicurezza di Israele, che stavano convergendo sempre di più. Netanyahu, a quanto pare irritato da quella che considerava l'intrusione del capo dello Shin Bet nelle questioni politiche, non ha convocato alcuna discussione sul documento. Secondo Channel 12, è probabile che il documento costituisca una prova fondamentale in qualsiasi futura commissione d'inchiesta statale sulle mancanze che hanno portato all'attacco. I sondaggi hanno costantemente indicato che una netta maggioranza di israeliani sostiene una commissione statale d'inchiesta, e lo stesso Netanyahu ha appoggiato un'inchiesta di questo tipo sulla condotta del precedente governo nel 2022, ma si è rifiutato di istituire una commissione del genere per indagare sui fallimenti che hanno portato al 7 ottobre, sostenendo che una commissione del genere, nominata dalla magistratura, sarebbe stata faziosa nei confronti del suo governo.

“Modello IRA” per il disarmo di Hamas, cos’è e perché se ne parla per il futuro di Gaza

Mentre regge - a fatica - il cessate il fuoco a Gaza, ci si interroga su quale possa essere il percorso della seconda fase del piano di Donald Trump verso la pace. E tra le diverse possibilità che sono state ventilate, si è parlato anche di un “modello IRA” per la fine della lotta armata di Hamas. Ma come si arrivò alla fine del conflitto in Irlanda del Nord, ed è davvero replicabile per far terminare la guerra che ha devastato la Striscia?

Gaza, cos'è il 'modello IRA' per il disarmo di Hamas

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Gaza, il nuovo piano Usa: ipotesi divisione della Striscia in due parti. Cosa sappiamo

La possibile nuova idea americana per la Striscia di Gaza vedrebbe una divisione in due aree, una sotto il controllo di Israele e l'altra sotto Hamas. L'ipotesi è circolata dopo la visita del vicepresidente degli Stati Uniti JD Vance in Israele. Ecco di cosa si tratta.

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Idf: "Uccisi tre militanti armati a Rafah"

Tre militanti armati sono stati eliminati dall'esercito israeliano a Rafah. Lo ha riferito il portavoce delle Idf, precisando che le forze della Brigata Golani, operative nell'area della città palestinese nel sud di Gaza per distruggere i tunnel, avevano identificato quattro militanti, uccidendone tre in coordinamento con l'Aeronautica Militare. Non si sono registrate vittime tra le forze israeliane.

Idf, violenze in Cisgiordania di "giovani anarchici" non coloni

In Cisgiordania negli ultimi mesi c'è stato un aumento delle violenze contro i palestinesi ma si stratta di "adolescenti estremisti anarchici". Lo ha affermato il comando militare israeliano in Cisgiordania, facendo un riferimento ai cosiddetti 'giovani delle colline', alla luce dell'allarme per l'impennata di raid dei coloni che devastano campi e villaggi e attaccano i palestinesi. "Questi adolescenti necessitano dell'intervento delle istituzioni sociali ed educative, non rappresentano 560.000 coloni israeliani", ha ribadito una fonte del comando centrale in un briefing.

Idf: "Ucciso terrorista che aveva attraversato la Linea Gialla"

Un altro palestinese che aveva attraversato la Linea Gialla è stato ucciso dall'esercito israeliano. Lo ha reso noto l'Idf, secondo cui il "terrorista" aveva oltrepassato la zona di ritiro dell'esercito e si era avvicinato alle truppe nell'area di Khan Younis, nella Striscia di Gaza meridionale. Le Idf hanno dichiarato che l'agente "rappresentava una minaccia immediata" per le truppe, che hanno quindi aperto il fuoco "per eliminarla".

Israele, numero 2 Knesset loda estremista Kahane: "Aveva ragione"

Il vice presidente della Knesset, Nissim Vaturi, ha lodato pubblicamente il rabbino Meir Kahane, estremista ebreo condannato per terrorismo in Usa nonché fondatore del partito israeliano di estrema destra Kach, fuorilegge nello Stato ebraico perché razzista, sostenendo che "aveva ragione e il Likud ha fatto male a escluderlo". Intervenendo in Parlamento il deputato del Likud, il partito del premier Benjami Netanyahu, ha sostenuto che Kahane "non era un terrorista. Oggi sarebbe un santo, riceverebbe il Premio Israele. Urlate quanto volete, non abbiamo paura. Il Likud si sbagliava... Penso che Kahane avesse ragione su molte cose". Il rabbino, che propugnava l'espulsione di massa dei palestinesi e l'annessione forzata di tutti i Territori occupati e sognava di trasformare Israele in una teocrazia ebraica, è stato ucciso nel 1990 a New York da un terrorista islamico. Tra i suoi ammiratori c'è il ministro per la Sicurezza nazionale e leader dell'estrema destra messianica Itamar Ben-Gvir ma anche il colono estremista Baruch Goldstein che nel 1994 aprì il fuoco nella moschea Ibrahimi a Hebron, massacrando 29 palestinesi prima di essere ucciso.

Pentagono smentisce ipotesi base Usa vicino a Gaza

Il Pentagono ha respinto le notizie secondo cui gli Stati Uniti intendono istituire una grande base militare nei pressi della Striscia di Gaza. Un alto portavoce del Dipartimento della Difesa statunitense ha dichiarato che sono "notizie inaccurate" e ha chiarito che l'opzione di schierare soldati americani nel territorio di Gaza non è stata presa in considerazione. Secondo quanto riportato - scrive 'Ynetnews' - la base, costata circa mezzo miliardo di dollari, avrebbe dovuto servire una forza internazionale nell'ambito del piano di pace del Presidente Donald Trump, ma i funzionari del Pentagono hanno sottolineato che non vi è alcuna intenzione di istituire una base del genere in Israele. Attualmente, circa 200 soldati americani sono di stanza presso il centro di coordinamento di Kiryat Gat, responsabile del monitoraggio dell'accordo di cessate il fuoco e degli aiuti umanitari a Gaza.

Capo Idf condanna attacchi coloni, superano linea rossa

Il capo di Stato maggiore israeliano, Eyal Zamir, ha "condannato fermamente i recenti attacchi dei coloni contro i palestinesi in Cisgiordania, assicurando che l'Idf non tollererà" il fenomeno di una minoranza criminale che macchia un pubblico rispettoso della legge". "Questi atti contraddicono i nostri valori, oltrepassano una linea rossa e distolgono l'attenzione delle nostre forze dall'adempimento della loro missione", ha sottolineato il capo dell'esercito, assicurando che le forze armate sono "determinate a fermare questo fenomeno e agiremo severamente su questa questione finche' giustizia non sara' fatta".

Sidenor, 'regolare la vendita di acciaio a impresa armi Israele'

Il presidente del gruppo spagnolo Sidenor, José Antonio Jainaga, e due dirigenti della società, indagati per la presunta vendita irregolare di acciaio a una compagnia israeliana produttrice di armi, hanno sostenuto davanti al giudice istruttore dell'Audiencia Nacional che "non era necessaria alcuna autorizzazione speciale", poiché si trattava di materiale non considerato "di doppio uso", civile e militare. Lo segnalano fonti giudiziarie riprese dall'agenzia Efe. I tre manager sono indagati per contrabbando e complicità in crimini contro l'umanità e genocidio per le forniture di acciaio alla Israel Military Industries (Imsi), "con piena consapevolezza che il materiale fosse destinato alla produzione di armamenti", secondo l'ordinanza di citazione del magistrato. I vertici di Sidenor, con sede nei Paesi Baschi, hanno risposto solo alle domande dei propri difensori e non a quelle del magistrato, sostenendo che "non esistevano restrizioni commerciali con Israele" al momento delle vendite. E che le consegne delle forniture furono interrotte "tre mesi prima dell'embargo decretato dal Governo spagnolo" delle armi dirette a Israele. L'azienda ha precisato che il tipo di acciaio esportato "non rientra tra i materiali di doppio uso previsti dal Regolamento Ue" e il quantitativo rappresentava solo "lo 0,2% delle vendite annuali" dell'impresa. L'inchiesta è nata da una denuncia dell'Associazione Comunitat Palestina de Catalunya-Terra Santa. Il legale dell'accusa, David Aranda, in dichiarazioni ai media ha segnalato che la partita di "1.207 tonnellate inviata ala Imsi dall'agosto 2024" erano destinata "a un'impresa che produce esclusivamente tecnologia militare" e, quindi, "avrebbe richiesto un'autorizzazione". Ha definito il caso "un passo importante", perché si indaga "se ci siano state complicità nei reati di genocidio e crimini contro l'umanità commessi sulla popolazione gazawi". L'indagine prosegue con la richiesta di prove periziali. 

Wadephul, 'serve mandato Onu per piano di pace a Gaza, tempo stringe'

"Abbiamo bisogno di un mandato del Consiglio di Sicurezza dell'Onu affinché Hamas possa essere disarmata e una forza internazionale possa garantire la sicurezza" nella Striscia di Gaza. Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri tedesco, Johann Wadephul, al G7 Esteri in corso a Niagara-on-the-Lake, in Canada.

"È chiaro che il tempo stringe e che serve al più presto una struttura di sicurezza per la Striscia di Gaza", ha aggiunto Wadephul, sottolineando che "le risoluzioni non si ordinano, si negoziano duramente". Secondo Wadephul, durante la sessione di lavoro di ieri sera i ministri hanno concordato che "un mandato delle Nazioni Unite è necessario" e che "bisogna procedere il più rapidamente possibile". Riguardo alla futura conferenza per la ricostruzione di Gaza, il ministro ha ribadito la disponibilità della Germania a partecipare, ma ha sottolineato che "non potrà esserci un vero impegno finché non sarà chiaro come organizzare la Striscia di Gaza e creare una prospettiva per il futuro".

Cresce violenza coloni in Cisgiordania, allarme Idf

La crescente violenza dei coloni in Cisgiordania inquieta le forze armate israeliane, che guardano con preoccupazione agli attacchi compiuti con sempre maggiore aggressività e frequenza dai cosiddetti 'giovani delle colline' contro la popolazione palestinese. La stagione della raccolta delle olive è tradizionalmente un periodo nel quale si assiste a un'impennata di raid volti ad allontanare i contadini e vandalizzare i campi, ma quest'anno i numeri indicano un fenomeno finito fuori controllo. Come riporta Times of Israel, a ottobre l'Idf ha registrato 86 episodi di "crimini nazionalistici", compiuti da estremisti ebrei, rispetto ai 25 nello stesso periodo dello scorso anno. E dall'inizio dell'anno, i casi sono gia' stati 704 rispetto ai 675 di tutto il 2024. L'ultimo episodio eclatante è avvenuto ieri quando un folto gruppo di giovani coloni, a volto coperto, è sciamato nella zona industriale di Beit Lid, vicino alla città palestinese di Tulkarem, nella Cisgiordania settentrionale. Gli aggressori hanno ferito almen quattro palestinesi e hanno dato fuoco ad auto, camion, campi e diversi edifici, tra cui il caseificio Al Juneidi, importante fonte di reddito in Cisgiordania. Dopo l'intervento dell'Idf, i coloni sono fuggiti nella zona industriale di Kedumim, dove hanno attaccato i soldati israeliani e danneggiato un mezzo militare. Sempre nella zona di Beit Lid, in mattinata erano stati segnalati raid a una comunita' beduina e nel vicino villaggio di Deir Sharaf, con tende incendiate. I militari hanno arrestato quattro sospettati e li hanno consegnati alla polizia di frontiera. Meno di 24 ore dopo, tre di loro erano già stati rilasciati e solo uno è ancora in stato di fermo. La dinamica, sottolinea Times of Israel, crea una certa tensione tra l'Idf e le forze dell'ordine, che sono sotto il controllo del ministro per la Sicurezza nazionale e leader dell'estrema destra messianica Itamar Ben-Gvir. 

Armi a Israele, ricorso di sette associazioni contro Leonardo

Le associazioni italiane - AssoPacePalestina, A Buon Diritto, Attac, Arci, Acli, Pax Christi, Un Ponte Per — insieme alla cittadina palestinese Hala Abulebdeh, hanno depositato u- Le associazioni italiane - AssoPacePalestina, A Buon Diritto, Attac, Arci, Acli, Pax Christi, Un Ponte Per — insieme alla cittadina palestinese Hala Abulebdeh, hanno depositato un ricorso al Tribunale civile di Roma contro Leonardo Spa e lo Stato italiano, chiedendo di annullare i contratti di fornitura di armi a Israele. "Una sfida legale e politica senza precedenti" sottolinea i promotori spiegando che sarà presentata pubblicamente durante la Conferenza Stampa di lancio della campagna "In nome della legge! Giù le armi, Leonardo!", a sostegno dell'azione legale in programma il 20 novembre alle 13 alla Fondazione Lelio e Lisli Basso a Roma. 

“Modello IRA” per il disarmo di Hamas, cos’è e perché se ne parla per il futuro di Gaza

Mentre regge - a fatica - il cessate il fuoco a Gaza, ci si interroga su quale possa essere il percorso della seconda fase del piano di Donald Trump verso la pace. E tra le diverse possibilità che sono state ventilate,  si è parlato anche di un “modello IRA” per la fine della lotta armata di  Hamas. Ma come si arrivò alla fine del conflitto in Irlanda del Nord,  ed è davvero replicabile per far terminare la guerra che ha devastato la  Striscia?

Gaza, cos'è il 'modello IRA' per il disarmo di Hamas

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Israele, Trump chiede al presidente Herzog di concedere la grazia a Netanyahu

In una lettera al presidente dello Stato ebraico, il tycoon ha  definito il premier israeliano “un formidabile e decisivo premier di  guerra” che “ora sta guidando Israele in tempo di pace". Poi ha lanciato  l'appello chiedendo di "concedere la grazia" a Netanyahu e "di mettere  fine una volta per tutte a questa battaglia giudiziaria"

Israele, Trump chiede a Herzog di concedere la grazia a Netanyahu

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Appello dei giornalisti italiani: "Stampa estera entri a Gaza"

"Chiediamo al governo italiano e alla Commissione europea di esercitare una pressione reale e immediata sul governo di Israele affinché vengano revocati, senza ulteriori indugi, il blocco imposto all'ingresso dei giornalisti internazionali nella Striscia di Gaza e le restrizioni alla stampa nei territori palestinesi occupati da Cisgiordania e Gerusalemme Est". Lo si legge nell'appello promosso dal Movimento Giustizia e Pace in Medio Oriente, Federazione Nazionale Stampa Italiana e Consiglio Nazionale dell'Ordine dei Giornalisti, presentato stamani nella sede dell'Associazione Stampa Estera, a Roma.     La richiesta è che "l'Italia e l'Europa escano dalla loro ambiguità e si facciano promotori di atti concreti", ossia "l'apertura immediata dei valichi di Gaza ai giornalisti internazionali, la protezione effettiva di tutti i reporter, palestinesi e stranieri, sul campo, l'istituzione di una missione internazionale indipendente di monitoraggio della libertà di stampa nei territori occupati", perché "difendere il diritto di informare significa difendere la libertà di tutti" e "ogni giorno di silenzio è un giorno rubato alla verità, alla giustizia e alla vita".    I promotori ricordano pure che "da oltre due anni Gaza è un territorio sigillato, sottratto allo sguardo del mondo. L'accesso ai media internazionali è negato, le voci palestinesi sono ridotte al silenzio, e l'unica narrazione che si vuole far passare è quella della potenza militare occupante. Sono circa 300 gli operatori dell'informazione palestinesi uccisi dall'Idf dall'inizio dell'occupazione israeliana. Uccidendoli, è stata uccisa la verità. Ogni fotoreporter eliminato, ogni cronista bombardato nella propria casa, ogni redazione cancellata dalle mappe è una ferita inferta non solo alla libertà di stampa, ma al diritto dell'umanità a conoscere. Nessuna democrazia può tollerare il silenzio imposto con le armi. L'Europa, nata dal rifiuto della censura e dell'occupazione, non può più restare spettatrice".     Ma non solo stampa italiana. Ha lanciato un messaggio pure un giornalista palestinese, Alhassan Selmi, con un video. "Nell'accordo per il cessate il fuoco c'è scritto che Israeledeve aprire le frontiere ad aiuti umanitari e giornalisti - ha ricordato -. Quando sarete qui, spero la situazione cambi. E portate attrezzatura, la nostra è sotto le macerie".

Israele: primo sì a norma permanente per chiudere media stranieri

La proposta di trasformare in una norma permanente la cosiddetta "legge Al Jazeera", che consente la chiusura dei media stranieri in Israele a determinate condizioni, ha superato lunedì la prima lettura alla Knesset, con 50 voti a favore e 41 contrari.     Se approvata, l'autorità finora temporanea del governo di chiudere i media stranieri in caso di emergenza diventerebbe permanente, consentendogli di esercitare tale potere indipendentemente dalla situazione della sicurezza, riferisce Times of Israel. Inoltre, la proposta di legge - presentata dal parlamentare del Likud, Ariel Kallner - amplierebbe in modo significativo l'autorità del ministro delle Comunicazioni, consentendogli di ordinare alle piattaforme Internet e ai distributori di contenuti di bloccare o rimuovere materiali specifici in Israele.     La misura temporanea attualmente in vigore era stata approvata nell'aprile 2024 e fu utilizzata per chiudere un mese dopo le attività della tv Al Jazeera, considerata vicina a Hamas. Portò anche al sequestro temporaneo di attrezzature appartenenti all'Associated Press, che forniva immagini ad Al Jazeera. La legge suscitò critiche sia in Israele che all'estero.

Media: Israele costruisce muro lungo linea blu in Libano

Israele ha cominciato a costruire un nuovo muro di separazione col Libano in un territorio conteso tra i due paesi in guerra. Lo riferiscono media libanesi mostrando foto dei lavori in corso nel settore centrale della linea di demarcazione tra i due paesi, nella località di Yarun e di fronte alla località israeliana di Yiron. Il primo allarme in tal senso era stato lanciato dal corrispondente di al Manar, la tv di Hezbollah, Ali Shuayb. Altri media libanesi hanno documentato i lavori del genio militare israeliano.

"Grazia a Bibi", dopo Knesset Trump scrive a Herzog

"Conceda la grazia al premier Benjamin Netanyahu". E' l'invito ribadito oggi, per iscritto, dal presidente Usa Donald Trump all'omologo israeliano Isaac Herzog. La mossa irrituale e molto poco diplomatica - un'ingerenza negli affari interni di un Paese straniero - non e' nuova per il capo della Casa Bianca, che gia' un mese fa, dallo scanno piu' alto della Knesset, davanti ai parlamentari israeliani riuniti, aveva lanciato il medesimo appello. Allora, la sua richiesta era stata accolta dagli applausi scroscianti dei membri della coalizione di governo, mentre il capo dello Stato aveva abbozzato un sorriso, a labbra strette, di circostanza. "Quest'uomo qui e' un brav'uomo. Ho un'idea. Signor presidente, perche' non gli concede la grazia?", aveva affermato nel mezzo del suo discorso pubblico Trump, dopo aver tessuto le lodi del premier, "uomo molto popolare, perche' sa come vincere". Il suggerimento della grazia a Netanyahu era una cosa "non prevista nel discorso", aveva subito dopo riconosciuto il presidente Usa: "Ma mi piace questo signore qui, e sembra avere molto senso". "Sapete, che ci piaccia o no, questo e' stato uno dei piu' grandi leader in tempo di guerra. Sigari e champagne, a chi importa?", aveva proseguito il capo della Casa Bianca, facendo riferimento ai regali che il premier israeliano avrebbe accettato e per i quali deve rispondere in aula, nelle accuse per corruzione, frode e abuso di fiducia. Un mese dopo, Trump e' tornato all'attacco, inviando una lettera scritta a Herzog in cui afferma che quello contro il premier e' un processo "politico e ingiustificato". Da qui, l'appello affinche' "conceda una grazia completa a Benjamin Netanyahu, che e' stato un formidabile e decisivo premier di guerra e ora sta guidando Israele in tempo di pace". Dopo aver ricordato le tante guerre combattute e gli sforzi diplomatici profusi nello scacchiere mediorientale, che hanno portato a "successi senza precedenti", ora "e' arrivato il momento di lasciare che Bibi unisca il Paese attraverso una grazia e di mettere fine una volta per tutte a questa battaglia giudiziaria", ha sostenuto il capo della Casa Bianca. L'iniziativa ha ricevuto le critiche dell'opposizione israeliana, ma e' stata applaudita dal ministro per la Sicurezza nazionale e leader dell'estrema destra messianica Itamar Ben-Gvir, che ha esortato Herzog ad "ascoltare il presidente Trump". Lo stesso ministro che, alla fine di ottobre, in un post su X aveva ricordato al capo della Casa Bianca che "Israele e' uno Stato sovrano e indipendente" dopo che questo si era nettamente schierato contro l'annessione della Cisgiordania.

Oms, '8mila pazienti evacuati da Gaza in 2 anni, 16.500 in attesa'

"Sono rincuorato dall'impegno dimostrato dai Paesi nel fornire cure mediche urgenti a bambini e adulti gravemente feriti e malati al di fuori di Gaza. Il programma di evacuazione medica dell'Oms ha supportato l'evacuazione da Gaza per cure mediche di quasi 8mila pazienti, tra cui oltre 5.500 bambini, negli ultimi 2 anni". E' il messaggio diffuso su X dal direttore generale dell'Organizzazione mondiale della sanità, Tedros Adhanom Ghebreyesus. "Siamo grati ai Paesi che hanno aperto le loro braccia e ai loro ospedali", scrive.

"Mentre il cessate il fuoco regge - sottolinea il Dg - l'Oms sta lavorando per intensificare le evacuazioni mediche. Oltre 16.500 persone, tra cui quasi 4mila bambini, sono ancora in attesa di essere evacuate poiché le strutture sanitarie danneggiate di Gaza non sono in grado di fornire le cure necessarie. L'Oms esorta i Paesi ad accogliere un numero maggiore di questi pazienti. Chiediamo inoltre l'apertura di tutte le vie di evacuazione, in particolare verso la Cisgiordania, compresa Gerusalemme Est".

Katz ha proposto che venga chiusa la radio dell'esercito

Il ministro della Difesa israeliano Israel Katz ha proposto che venga chiusa la radio dell'esercito perché l'emittente non è stata fondata come ''piattaforma per esprimere opinioni, molte delle quali attaccano le Idf e i soldati''. Spiegando che sottoporrà la sua proposta al governo israeliano, Katz ha detto che ''come ho già chiarito, ciò che è stato non sarà''. E questo perché, ha precisato, la radio dell'esercito è stata creata "per fungere da portavoce e da orecchio per i soldati delle Idf e le loro famiglie".

Lapid: "Grazia a Netanyahu? Per averla bisogna ammettere una colpa"

"Promemoria: la legge israeliana stabilisce che la prima condizione per ricevere la grazia è l'ammissione di colpa e l'espressione di rimorso per le proprie azioni". Lo scrive il leader dell'opposizione israeliano Yair Lapid, commentando su X la richiesta di Donald Trump al presidente Isaac Herzog di concedere la grazia al premier Benyamin Netanyahu, sotto processo per corruzione. 

Ben Gvir accoglie la richiesta di grazia per Netanyahu: "Herzog ascolti Trump"

Il ministro della Sicurezza nazionale israeliano Itamar Ben Gvir ha accolto favorevolmente la lettera inviata dal presidente americano Donald Trump all'omologo israeliano Isaac Herzog, in cui chiede di concedere la grazia a Benjamin Netanyahu, attualmente sotto processo per corruzione e frode. "Le vergognose incriminazioni contro il primo ministro Netanyahu sono da tempo diventate un atto d'accusa contro la stessa procura, la cui negligenza e i cui errori vengono rivelati ogni giorno in tribunale! - ha dichiarato Ben Gvir, citato da Haaretz - Presidente Herzog, ascolti il presidente Trump!". 

Gaza, ipotesi divisione della Striscia in due parti: cosa sappiamo

La possibile nuova idea americana per la Striscia di Gaza vedrebbe una divisione in due aree, una sotto il controllo di Israele e l'altra sotto Hamas. L'ipotesi è circolata dopo la visita del vicepresidente degli Stati Uniti JD Vance in Israele. Ecco di cosa si tratta.

Gaza, ipotesi divisione della Striscia in due parti: cosa sappiamo

Gaza, ipotesi divisione della Striscia in due parti: cosa sappiamo

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Herzog: "Stimo Trump ma per grazia serve procedura formale"

"Il presidente israeliano Herzog nutre la massima stima per il presidente Trump e continua a esprimere il suo profondo apprezzamento per il suo incrollabile sostegno a Israele, per il suo straordinario contributo al ritorno degli ostaggi, per la ridefinizione della situazione in Medio Oriente, in particolare a Gaza, e per la garanzia della sicurezza dello Stato di Israele". Tuttavia "chiunque chieda la grazia presidenziale deve presentare una richiesta formale secondo le procedure stabilite", lo riferisce una nota l'ufficio di Herzog, dopo la lettera di Donald Trump chiede la grazia per il premier Netanyahu. 

Trump scrive ad Herzog: "Concedi la grazia a Netanyahu"

Il presidente israeliano Isaac Herzog ha ricevuto stamattina una lettera di Donald Trump in cui lo invita a concedere la grazia al premier Benyamin Netanyahu, definendo il processo a suo carico "politico e ingiustificato". Lo riferisce Channel 12 pubblicando la missiva. Trump aveva già avanzato la stessa richiesta a Herzog durante la sua visita in Israele un mese fa, in occasione dell'accordo di cessate il fuoco con Hamas.

Medioriente, primo sì della Knesset alla pena di morte per i terroristi. VIDEO

Mo, Gasparri: "Minacce non intimidiscono, autorità agiscano"

"Sono indignato, ma non intimidito, dalle nuove minacce rivolte a me, alla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni e alla Ministra Anna Maria Bernini, comparse ieri all'Universita' La Sapienza di Roma". Lo afferma il capogruppo di Forza Italia al Senato, Maurizio Gasparri, che ha scritto una lettera al Ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, e alle altre autorita' di sicurezza del territorio per denunciare l'episodio intimidatorio avvenuto ieri a La Sapienza da parte dell'organizzazione giovanile 'Cambiare Rotta' che ha esposto dei 'fantocci' che ritraggono lui e la premier Meloni e striscioni minacciosi. "Odio, intimidazioni e violenza sembrano essere i tratti distintivi di questi movimenti dell'estrema sinistra. Da settimane - prosegue - vengo indicato come un avversario soltanto perche' chiedo che nel nostro Paese si condannino e si mettano al bando razzismo e antisemitismo. Questi atteggiamenti, pur intollerabili, non riusciranno a farmi tacere. Mi auguro che le autorita' competenti intervengano con decisione per fermare tali comportamenti". "Tuttavia - conclude - noto una certa distrazione da parte della Magistratura di fronte alle campagne d'odio antisemita e alle minacce che ne derivano".

Bbc: "Idf ha demolito oltre 1.500 edifici a Gaza da inizio tregua"

Secondo le immagini satellitari analizzate da Bbc Verify, Israele ha  distrutto più di 1.500 edifici nelle zone di Gaza rimaste sotto il suo  controllo dall'inizio del cessate il fuoco con Hamas, avvenuto il 10  ottobre. Le nuove foto, l'ultima delle quali scattata l'8 novembre,  mostrano che interi quartieri controllati dall'Idf dentro la Linea  Gialla sono stati rasi al suolo in meno di un mese, apparentemente  tramite demolizioni. Molti di degli edifici, aggiunge la Bbc, non  sembravano aver subito danni prima di essere distrutti, per esempio  nella parte orientale di Khan Younis, nei pressi di Abasan al-Kabira. Il  numero effettivo di edifici distrutti potrebbe essere  significativamente più alto, in quanto le immagini satellitari di alcune  aree non sono disponibili per la valutazione, precisa Bbc Verify.  Alcuni esperti hanno sostenuto che le demolizioni potrebbero violare i  termini del cessate il fuoco negoziato da Stati Uniti, Egitto, Qatar e  Turchia. Ma un portavoce dell'Idf ha dichiarato all'emittente britannica  che l'esercito sta agendo "in conformità con il quadro del cessate il  fuoco".

Papa: Custodiamo pace, "nessuna cosa assolutamente migliore"

"Ieri abbiamo commemorato la fine della 'inutile strage' della Prima Guerra Mondiale, dopo la quale per molti popoli, compreso il vostro, e' giunta l'alba dell'indipendenza". Lo ha ricordato Papa Leone XIV, nell'Udienza Generale, durante i saluti ai fedeli di lingua polacca. "Siamo grati a Dio per il dono della pace, della quale - come affermava Sant'Agostino - 'nessuna cosa e' assolutamente migliore'. Custodiamola con il cuore radicato nel Vangelo, nello spirito di fraternita' e di amore per la Patria".

Papa: "Mondo di guerra e violenza, c'è crisi di fraternita"

"Nel mondo odierno, pieno di guerre e violenza, c'e' una crisi di fraternita'". Lo ha sottolineato Papa Leone XIV nell'Udienza Generale durante i saluti ai fedeli di lingua inglese. Il Pontefice, nella sua lingua madre, ha ricordato il suo predecessore Francesco, che nell'Enciclica Fratelli tutti, ha rinnovato il messaggio di San Francesco d'Assisi, "che ci ricorda come tutti noi - figli dello stesso Dio - siamo chiamati a vivere una fraternita' universale che, fondata sul comandamento dell'amore, manifesta anche una caratteristica essenziale del cristianesimo". "Chiediamo al Signore Risorto di concederci il dono della fraternita' e di riempirci del suo Spirito Santo, affinche' possiamo essere testimoni generosi del suo amore verso tutti, liberandoci dall'autosufficienza, dalla divisione e dall'arroganza", ha concluso.

Israele riapre il valico di Zikim per gli aiuti a Gaza

Da oggi, sarà riaperto il valico di Zikim tra Israele e il nord di Gaza per l'ingresso di aiuti umanitari verso la Striscia. Lo annuncia il Cogat, l'organismo del ministero della Difesa israeliano incaricato degli affari civili nei territori palestinesi.    Gli aiuti saranno consegnati dalle Nazioni Unite e dalle organizzazioni internazionali dopo approfondite ispezioni di sicurezza da parte dell'Autorità per i Valichi Terrestri del Ministero della Difesa, aggiunge la nota. Un portavoce del Cogat ha riferito all'Afp che il valico di Zikim resterà aperto "in modo permanente", come quello di Kerem Shalom, nel sud della Striscia, dal quale è passata la maggior parte di aiuti umanitari dall'inizio della guerra.

Idf: "100 coloni coinvolti in rivolte Tulkarem"

Le Forze di Difesa israeliane (IDF) hanno riferito che 100 coloni hanno preso parte alle rivolte avvenute ieri vicino a Tulkarem, sottolineando che si tratta di un numero elevato e insolito. Lo riferisce il sito d'informazione Ynet, all'indomani dei violenti disordini nell'area di Tulkarem, nel nord-ovest della Cisgiordania, dove la tensione rimane alta. I coloni coinvolti hanno attaccato i palestinesi, ferendone quattro, oltre ad aver commessi andati vandalici alle loro proprieta' e incendiare veicoli. Tuttavia l'IDF ne ha fermati solo tre per interrogarli. Gli altri coloni sono fuggiti nella zona industriale di "Brown" vicino a Kedumim, dove hanno iniziato ad attaccare i soldati dell'IDF giunti per arrestarli. Inizialmente, l'esercito ha riferito alla polizia che i detenuti erano sei, ma quando gli agenti sono arrivati sul posto per prelevarli, hanno scoperto che erano solo quattro e che due rivoltosi erano riusciti a fuggire approfittando dei disordini. Ieri sera, il presidente israeliano, Isaac Herzog, ha condannato la violenza dei coloni estremisti in Cisgiordania. "I gravi incidenti accaduti in Samaria da una minoranza violenta e pericolosa sono scioccanti e gravi", ha scritto su X. "Tale violenza contro civili e soldati dell'IDF oltrepassa una linea rossa e la condanno fermamente. Tutte le autorita' statali devono agire con decisione per sradicare questo fenomeno e rafforzare i combattenti e le forze di sicurezza dell'IDF che ci proteggono giorno e notte", ha aggiunto Herzog.

Papa: "Guerre e odio, ma fraternità non è sogno impossibile"

"Sappiamo bene che anche oggi la fraternita' non appare scontata, non e' immediata. Molti conflitti, tante guerre sparse nel mondo, tensioni sociali e sentimenti di odio sembrerebbero anzi dimostrare il contrario". Cosi' Papa Leone XIV durante l'Udienza Generale. "Tuttavia, la fraternita' non e' un bel sogno impossibile, non e' un desiderio di pochi illusi", ha sottolineato. "Per superare le ombre che la minacciano, bisogna andare alle fonti, e soprattutto attingere luce e forza dal Colui che solo ci libera dal veleno dell'inimicizia", ha aggiunto.

Israele, il ministro Katz chiude la radio dell'esercito

Il ministro della Difesa israeliano Israel Katz ha annunciato la chiusura della stazione radio militare Galatz e la sospensione di tutte le trasmissioni a partire dal primo marzo 2026, sostenendo che ci sono state proteste secondo cui la radio "danneggia lo sforzo bellico e il morale". La misura, spiegano i media israeliani, verrà sottoposta all'approvazione del governo.    "La radio è stata fondata dal governo israeliano come stazione militare per dare voce e ascolto ai soldati dell'Idf e alle loro famiglie, non come piattaforma per esprimere opinioni, molte delle quali attaccano l'esercito e i suoi soldati", ha aggiunto il ministro.    Il comandante della radio, Tal Lev Ram, ha dichiarato che la decisione è stata "accolta con grande sorpresa", e l'ha definita "una ferita grave alla libertà di stampa" che danneggia "il rapporto fra esercito e società". Lev Ram ha aggiunto che intende "combattere con tutti i mezzi" contro la misura.    La stazione "gemella" Galgalatz, che trasmette per lo più musica e aggiornamenti, resterà invece operativa.

Onu: "La Corte penale internazionale è sotto attacco"

"Le pressioni e le sanzioni contro la Corte penale internazionale (Cpi) costituiscono attacchi ai principi stessi del diritto internazionale,  indeboliscono lo stato di diritto e minano la fiducia nelle istituzioni internazionali". E' quanto ha denunciato la presidente dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite, Annalena Baerbock, nel corso della presentazione del rapporto annuale del tribunale internazionale con sede all'Aia, facendo riferimento al fatto che alcuni dei cui giudici e pubblici ministeri sono soggetti a sanzioni da parte degli Stati Uniti. Misure, è stato ricordato, che derivano da un decreto presidenziale statunitense del febbraio scorso in risposta all'emissione da parte della Corte, con il sostegno delle Nazioni Unite, di mandati di arresto per il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu e del suo allora Ministro della Difesa, Yoav Gallant, per presunti crimini di guerra a Gaza. Le sanzioni di Washington includono il congelamento dei beni e delle disponibilità finanziarie del personale della Corte negli Stati Uniti, nonché il divieto di viaggio nel Paese. Baerbock ha ricordato che la Cpi è stata fondata sul principio secondo cui la giustizia è un dovere universale.    "Eppure mentre assistiamo ad atrocità che continuano a sconvolgere la coscienza dell'umanità,  la missione della Corte  è sotto attacco", ha aggiunto. Secondo l'Onu le misure americane non sono altro che una forma di ingerenza: "I funzionari della Corte sono stati sanzionati per aver difeso lo stato di diritto e aver chiesto conto delle proprie azioni; e i sistemi della Corte sono stati oggetto di attacchi informatici volti a minare la credibilità dell'istituzione", ha lamentato Baerbock.    La presidente della Cpi, la giudice Tomoko Akane, ha affermato che le sentenze della corte servono a ricordare che la giustizia "trascende i confini e gli interessi", ma che quando "i giudici sono sottoposti a pressioni, minacce o tentativi di destabilizzazione, la credibilità del diritto internazionale stesso viene minata". Infine, presentando la relazione annuale del tribunale, Akane ha affermato che la Corte ha ascoltato oltre 18.000 vittime in casi in corso quest'anno, compresi quelli riguardanti individui accusati di crimini gravi in ;;Sudan, Afghanistan e Israele. Il giudice ha ricordato, tuttavia, che i mandati di arresto possono essere eseguiti solo con la cooperazione degli Stati.

Giornalisti Israele: "Katz non chiuderà un'emittente radiofonica nello Stato di Israele"

Il ministro della Difesa israeliano "Israel Katz non chiuderà  un'emittente radiofonica nello Stato di Israele. L'organizzazione si  opporrà a questa folle decisione finché non verrà cancellata. La radio  dell'Idf non verrà chiusa". Così l'ordine dei giornalisti israeliani ha  risposto all'annuncio di Katz di voler chiudere la radio dell'esercito  in quanto ''non è nata per esprimere opinioni''.

Katz ordina chiusura radio esercito: "Mina il morale"

La Radio dell'esercito israeliano "mina lo sforzo bellico e il morale" e per questo sara' chiusa. Lo ha annunciato il ministro della Difesa Israel Katz che ha ordinato la cessazione delle trasmissioni entro il 1 marzo 2026. Secondo quanto riporta il Times of Israel, prima di presentare la proposta al governo per l'approvazione, Katz formera' un team all'interno del ministero della Difesa per supervisionare la chiusura della stazione, assistere i dipendenti civili con accordi di licenziamento equi e preservare la stazione gemella civile Galgalatz, che si concentra sulla musica. Definendo la gestione di un'emittente di tipo civile da parte dell'esercito "un'anomalia inaudita in qualsiasi Paese democratico al mondo", Katz afferma che la decisione e' necessaria per proteggere lo status apartitico delle IDF. "Cio' che era non sara' piu'" ha detto "la radio dell'esercito e' stata fondata dal governo israeliano come stazione militare per fungere da voce e orecchio per i soldati dell'Idf e le loro famiglie, non come piattaforma per opinioni, molte delle quali attaccano le forze armate e i suoi membri". "Negli ultimi anni, in particolare durante la guerra, molti soldati e civili - comprese le famiglie in lutto - si sono ripetutamente lamentati del fatto che la stazione non li rappresentasse e addirittura danneggiasse lo sforzo bellico e il morale", ha aggiunto Katz "Peggio ancora, i nostri nemici interpretano questi messaggi come se fossero trasmessi dalle stesse Idf". L'annuncio segna una svolta nella lunga controversia sull'emittente da tempo considerata un'istituzione culturale e politica in Israele. Nel settembre 2023, l'allora ministro della Difesa Yoav Gallant annullo' i precedenti piani di privatizzazione o chiusura della stazione, promettendo invece riforme e la nomina di un comandante permanente con esperienza militare. Ma nel marzo 2025, il ministro delle Comunicazioni Shlomo Karhi - facendo eco alle critiche del primo ministro Benjamin Netanyahu - esorto' Katz a chiudere la stazione, sostenendo che si era allontanata dal suo scopo originario di canale di comunicazione per risollevare il morale dei soldati ed era diventata invece "una roccaforte politica". I governi successivi e i vertici delle IDF hanno dibattuto se l'emittente dovesse rimanere sotto il controllo militare, essere trasferita alla supervisione civile o essere chiusa del tutto, ma fino a oggi nessuna decisione e' mai stata attuata.

Katz vuole chiudere radio esercito: "Non è nata per esprimere opinioni"

Il ministro della Difesa israeliano Israel Katz ha proposto che venga  chiusa la radio dell'esercito perché l'emittente non è stata fondata  come ''piattaforma per esprimere opinioni, molte delle quali attaccano  le Idf e i soldati''. Spiegando che sottoporrà la sua proposta al  governo israeliano, Katz ha detto che ''come ho già chiarito, ciò che è  stato non sarà''. E questo perché, ha precisato, la radio dell'esercito è  stata creata "per fungere da portavoce e da orecchio per i soldati  delle Idf e le loro famiglie".

Teheran: smantellata una rete di spionaggio a Kerman

"Una rete di agenti anti-sicurezza e spionaggio, affiliati ai servizi segreti statunitensi e israeliani, è stata identificata e smantellata nella provincia sud-orientale di Kerman e in alcune altre province dall'organizzazione di intelligence delle Guardie Rivoluzionarie". Lo ha dichiarato Mehdi Bakhshi, il procuratore della provincia dell'Iran.    "Organizzando questa rete di elementi ingannati e traditori, Israele aveva pianificato di organizzare alcune operazioni nel Paese entro la fine di dicembre per turbare la sicurezza pubblica", ha dichiarato Bakhshi, citato da Tasnim. Per il procuratore, Israele, "in qualità di rappresentante degli Stati Uniti, ha ordito complotti per minare la sicurezza in Iran, dopo il fallimento della guerra di 12 giorni con l'Iran".

A quale 'forza internazionale' si sta pensando per Gaza?

A un mese dalla firma del cessate il fuoco, è tempo di  concentrarsi sulla fase due del piano Trump, decisamente più complessa,  con punti poco chiari, come quello che riguarda chi vigilerà sulla  Striscia e su quale area lo farà.

A quale 'forza internazionale' si sta pensando per Gaza?

A quale 'forza internazionale' si sta pensando per Gaza?

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Siria, al Sharaa: "Israele si ritiri per buon esito negoziati, Usa al nostro fianco"

La Siria è ''impegnata in negoziati diretti con Israele e ha fatto molta  strada verso un accordo'', ma ''per raggiungere un accordo definitivo,  Israele dovrebbe ritirarsi entro i confini precedenti l'8 dicembre''. Lo  ha dichiarato il presidente siriano Ahmed al Sharaa nel corso di una  intervista al Washington Post durante la sua visita negli Stati Uniti. ''Gli  Stati Uniti sono al nostro fianco in questi negoziati e molti attori  internazionali sostengono la nostra posizione in merito'', ha proseguito  al Sharaa. Dopo l'incontro con il presidente americano alla Casa  Bianca, al Sharaa sostiene che ''oggi abbiamo scoperto che anche Trump  condivide la nostra posizione e che si impegnerà il più rapidamente  possibile per raggiungere una soluzione''.

Tajani: "Impegno Italia in Medio Oriente sarà importante"

"L'impegno italiano in Medio Oriente sarà importante, vedremo che tipo di impegno: può essere la formazione della polizia palestinese, può essere dare un contributo forte all'amministrazione civile. "Lo ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani rispondendo ad una domanda dell'ANSA a margine dell'incontro ministeriale del G7. "L'Italia sarà sicruramente costruttiva, anche perche' organizzeremo la conferenza del Cairo", ha aggiunto. "Abbiamo già deciso di investire 60 milioni di euro per la ricostruzione, i primi 5 inviati mesi fa", ha detto Tajani. "Ci consulteremo con tutti gli interlocutori non anche quelli musulmani".

Usa, commentatore Gb critica Israele: arrestato ed espulso

Il commentatore politico britannico, Sami Hamdi, lascera' volontariamente gli Stati Uniti dopo aver trascorso piu' di due settimane in un centro di detenzione per immigrati a causa di quelle che i suoi sostenitori definiscono critiche a Israele. L'amministrazione Trump lo ha accusato di sostenere Hamas. Hamdi, musulmano, era impegnato in un tour di conferenze negli Stati Uniti quando e' stato arrestato dall'Immigration and Customs Enforcement il 26 ottobre. Il giorno prima del suo arresto, aveva appena tenuto un discorso al gala annuale della sezione di Sacramento, California, del Council on American-Islamic Relations, o CAIR. In una dichiarazione, l'organizzazione ha affermato che Hamdi ha "scelto di accettare l'offerta di lasciare volontariamente gli Stati Uniti. E' semplice: Sami non avrebbe mai dovuto trascorrere una sola notte in una cella dell'ICE. La sua unica vera 'offesa' e' stata quella di aver parlato apertamente dei crimini di guerra genocidi di Israele contro i palestinesi", ha dichiarato in una nota il CEO della sezione californiana del CAIR, Hussam Ayloush. La detenzione di Hamdi rientrava in un piu' ampio sforzo dell'amministrazione Trump per identificare e potenzialmente espellere migliaia di stranieri negli Stati Uniti che, a suo dire, avrebbero fomentato o partecipato a disordini o sostenuto pubblicamente proteste contro le operazioni militari israeliane a Gaza. Tali misure coercitive sono state criticate dai gruppi per i diritti civili in quanto violano le tutele costituzionali della liberta' di parola, che si applicano a chiunque negli Stati Uniti e non solo ai cittadini americani.

Tajani: "Dobbiamo far sì che si consolidi la tregua a Gaza"

"Dobbiamo far sì che si consolidi la tregua a Gaza e che arrivino tutti gli aiuti e i beni alimentari alla popolazione". Lo ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani a margine della riunione ministeriale del G7 a Niagara-on-The-Lake.      "Il nostro inviato è stato in Giordania, a Ramallah, in Israele in Egitto e andrà presto negli Stati Uniti per far sì che l'Italia sia protagonista della fase della ricostruzuione e della fase che deve essere quella della pace", ha aggiunto.

Onu: "A Gaza portato cibo a un milione di persone"

A un mese dal cessate il fuoco a Gaza, le Nazioni Unite e le organizzazioni umanitarie legate all'Onu hanno fornito cibo a piu' di un milione di persone. Lo ha annunciato l'inviato per gli affari umanitari dell'Onu, Tom Fletcher. "I centri di alimentazione sono stati riaperti - ha aggiunto - e i servizi ospedalieri stanno curando un numero maggiore di pazienti. Sono inoltre riprese le vaccinazioni fondamentali". 

Idf arrestano diversi coloni in Cisgiordania

Le IDF hanno arrestato diversi coloni della Cisgiordania che hanno dato fuoco a veicoli e camion palestinesi, nonche' a una fabbrica e a terreni agricoli a Beit Lid, vicino alla citta' palestinese di Tulkarem, nella Cisgiordania settentrionale. L'esercito israeliano ha dichiarato che le sue forze sono state inviate nella zona dopo che i media palestinesi hanno riferito che alcuni giovani residenti in cima alla collina hanno lanciato un attacco incendiario contro i camion di un caseificio locale vicino a Beit Lid. L'attacco avrebbe interessato anche la fabbrica, terreni agricoli, capannoni metallici e diverse tende appartenenti a famiglie beduine. 

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