Jared Kushner e l'ex premier britannico Tony Blair parteciperanno a un incontro su Gaza alla Casa Bianca. Lo rivela Axios. Il ministero della Salute di Gaza afferma che 10 palestinesi, tra cui 2 bambini, sono morti a causa della "carestia e della malnutrizione" nelle ultime 24 ore. Trump presiederà oggi una "grande riunione" su Gaza, ha annunciato l'inviato Usa Witkoff. "Avremo un grande incontro alla Casa Bianca"
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Jared Kushner e l'ex premier britannico ed ex inviato del Quartetto europeo per il Medio Oriente, Tony Blair, parteciperanno a un incontro su Gaza alla Casa Bianca e presenteranno al presidente americano Donald Trump idee per un piano postbellico. Lo rivela Axios, citando due fonti informate. I partecipanti parleranno anche di come aumentare i flussi di aiuti verso la Striscia, che sta affrontando una carestia.
Il ministero della Salute di Gaza gestito da Hamas afferma che 10 palestinesi, tra cui due bambini, sono morti nella Striscia a causa della "carestia e della malnutrizione" nelle ultime 24 ore. Il bilancio porta a 313 il numero totale dei decessi legati alla fame dall'inizio della guerra con Israele, tra cui 119 minori, si legge in un comunicato pubblicato su Telegram.
Almeno 21 palestinesi sono stati uccisi negli attacchi dell'esercito israeliano (Idf) nella Striscia di Gaza dall'alba di oggi: lo hanno reso noto fonti mediche citate da Al Jazeera. Il bilancio include quattro civili uccisi mentre aspettavano gli aiuti umanitari.
"Condanniamo l'ingiustificabile uccisione dei giornalisti, un inaccettabile attacco alla libertà di stampa e a tutti coloro che rischiano la vita per raccontare il dramma della guerra", ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni intervenendo oggi al Meeting di Rimini.
Donald Trump presiederà oggi una "grande riunione" su Gaza. Lo ha annunciato l'inviato Usa Steve Witkoff. "Ho detto che avremmo impedito la creazione di uno Stato palestinese, e lo stiamo facendo, insieme", ha affermato Netanyahu intervenendo dopo la riunione del gabinetto di sicurezza su Gaza. "È iniziato a Gaza e finirà a Gaza" ha detto in modo criptico. "Ho detto che avremmo costruito e mantenuto parti della nostra terra, della nostra patria, e lo stiamo facendo".
Gli approfondimenti:
- Blocco E1: cos’è l’insediamento di Israele che divide la Cisgiordania
- Al-Jazeera: "Uccisi 5 nostri reporter, attacco mirato". Idf: "Uno era un terrorista"
- Medio Oriente: numeri e obiettivi del piano per l'occupazione di Gaza. Cosa sappiamo
- Medio Oriente: dove si trovano le basi Usa e cosa rischiano dopo l’attacco all’Iran
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- Come è stato colpito il programma nucleare iraniano: il punto
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Cisgiordania, la comunità di Al-Muarajat sfollata: "Ci cancelleranno"
I ripetuti attacchi dei coloni israeliani in Cisgiordania hanno costretto sempre più palestinesi a lasciare le proprie case. Tra questi, anche i membri della comunità beduina di Al-Muarajat: minacciati e allontanati dalle proprie abitazioni, oggi vivono altrove e non hanno più nulla. Niente acqua, elettricità, servizi. "I coloni rubano il bestiame, attaccano i residenti e li obbligano ad andarsene: il loro obiettivo è assumere il pieno controllo della zona", ha raccontato l'operatrice umanitaria Samar Osama
Cisgiordania, la comunità di Al-Muarajat sfollata: 'Ci cancelleranno'
Vai al contenutoGaza, chi è Samir Hulileh: l’imprenditore tra i possibili candidati a guidare la Striscia
Imprenditore ed ex alto funzionario dell’Autorità nazionale palestinese, Hulileh è tra le possibili figure che potrebbero guidare Gaza al termine del conflitto. Figura considerata accettabile sia da Israele sia dagli Stati Uniti, guiderebbe con l’avallo della Lega Araba. Il piano, sostenuto dal lobbista Ari Ben-Menashe, prevede ricostruzione, ristabilimento dell’ordine e sfruttamento dei giacimenti di gas, con investimenti per la ricostruzione stimati in 53 miliardi di dollari
Chi è Samir Hulileh, l’imprenditore in lizza per governare Gaza
Vai al contenutoIsraele avvia progetto “blocco E1”: cos’è l’insediamento che divide in due la Cisgiordania
Il ministro delle Finanze israeliano, Bezalel Smotrich ha annunciato ieri, in una conferenza stampa, l'approvazione definitiva del controverso progetto di insediamento “E1” in Cisgiordania. Una decisione “storica”, l'ha definita il ministro, che di fatto dividerebbe in due la Cisgiordania impedendo alcuna realizzazione di uno Stato unito di Palestina. Ecco di cosa si tratta.
Blocco E1: cos’è l’insediamento di Israele che divide la Cisgiordania
Vai al contenutoGaza, dichiarata ufficialmente la carestia. Onu: "La fame come arma di guerra"
Aconfermarlo è stato un rapporto dell'Integrated Food Security Phase Classification (Ipc), il quale aveva già avvertito che la carestia era imminente in alcune parti della Striscia, a causa del blocco degli aiuti da parte di Israele. La fame a Gaza è "apertamente promossa da alcuni leader israeliani come arma di guerra", ha detto il responsabile umanitario Onu, Tom Fletcher
Gaza, dichiarata ufficialmente la carestia. Onu: 'Fame arma di guerra'
Vai al contenutoPizzaballa: "Gente Gaza si sente persa, non c'è strategia uscita"
"La situazione che sta vivendo oggi Gaza è molto grave. La parte sud della città è stata quasi completamente rasa al suolo, al nord, dove c'è la nostra parrocchia, l'80 per cento è distrutto. Manca il cibo. Inoltre, e non ne parla nessuno, per il terzo anno i bambini non potranno andare scuola. Non arrivano le medicine: senza antibiotici è complicato curare i feriti. Molti vivono nelle tende, senza nulla". Così il Patriarca latino di Gerusalemme, cardinale Pierbattista Pizzaballa, intervenendo questa sera in diretta streaming a un incontro nella chiesa del Carmine di Pavia. Un appuntamento organizzato dalla Diocesi di Pavia, che tramite la Caritas ha promosso una iniziativa di solidarietà per sostenere le popolazioni di Gaza, con una raccolta di fondi che ha superato i 120mila euro. Il cardinale Pizzaballa era atteso a Pavia, dove domani avrebbe dovuto celebrare la chiusura della festa di S.Agostino, ma ha rinunciare al viaggio per l'aggravarsi della situazione in Medio Oriente. "La gente si sente perduta - dice - non c'è una strategia di uscita. Si vuole distruggere Hamas: ma si potrà distruggere l'attuale dirigenza, ma non l'ideologia che la sostiene".
Gaza, Israele attacca ospedale Nasser. Tra le vittime anche 5 giornalisti: chi erano
Un raid dell’Idf con un drone kamikaze ha colpito la struttura ospedaliera a Khan Yunis. Tra i morti Hossam al-Masri, cameraman della Reuters, Moaz Abu Taha, il fotoreporter di Al Jazeera, Mohammed Salama, Mariam Abu Daqa, che collaborava con l'Independent Arabic e l'Associated Press. La quinta vittima è Ahmed Abu Aziz
Gaza, Israele attacca ospedale Nasser. 5 giornalisti uccisi: chi erano
Vai al contenutoGaza, in serata uccisi 4 palestinesi in cerca di aiuti
Le forze armate israeliane hanno ucciso stasera quattro palestinesi in cerca di aiuti nella Striscia di Gaza settentrionale, e ne hanno feriti altri. Un quinto palestinese che cercava aiuti era stato ucciso oggi nella Striscia centrale, a Salah al-Din Road. Lo scrive sul suo sito l'agenzia palestinese Wafa. Nelle ultime 24 ore, i corpi di 76 palestinesi uccisi, tra cui uno recuperato dalle macerie, e 298 feriti sono stati portati negli ospedali di Gaza.
I territori palestinesi e Israele, la cronistoria fino alla colonia E1. Le mappe
La storia dei territori palestinesi è antica, complessa e segnata da conflitti. Partiamo dalla fine della Prima guerra mondiale, con il collasso dell’Impero ottomano e il mandato britannico. Fino alla colonia East1 approvata di recente dal governo israeliano
I territori palestinesi e Israele, la cronistoria fino alla colonia E1
Vai al contenutoGaza, il fratello del giornalista di Reuters morto: "Stava solo filmando"
IDF ordina evacuazione della parrocchia greco-ortodossa a Gaza
La chiesa greco-ortodossa di San Porfirio e il suo complesso a Gaza City hanno ricevuto l'ordine di evacuazione dalle Forze di Difesa Israeliane (IDF), secondo quanto riporta il Times of Israel.
La chiesa cattolica della Sacra Famiglia, sempre a Gaza City, si trova invece in un'area che, per il momento, non ha ricevuto un ordine di evacuazione. L'informazione è supportata dalla mappa di evacuazione pubblicata sul sito web arabo dell'esercito israeliano, che mostra San Porfirio, ma non la Sacra Famiglia, nella cosiddetta "zona rossa". La terza chiesa della Striscia, quella anglicana di San Filippo, parte del complesso dell'ospedale anglicano arabo Al-Ahli a Gaza City, si trova in un'area sottoposta a ordine di evacuazione, sempre secondo la mappa dell'IDF. Gli ordini giungono mentre Israele prepara l'evacuazione di massa della popolazione civile da Gaza City, in vista di un'offensiva militare pianificata per conquistare la città più grande della Striscia.
Da Gaza all’Ucraina, che cosa sono gli "attacchi doppi" e perché uccidono i civili
L’attacco condotto dall’esercito israeliano contro l’ospedale Nasser a Gaza, che ha causato la morte di almeno 20 persone tra le quali anche 5 giornalisti, ha riportato al centro della scena una strategia bellica tanto antica quanto crudele: quella del “double tap strike”, cioè un attacco condotto con due colpi. A parlare di questo tipo di operazione sono stati diversi media internazionali, tra cui la BBC e il Guardian.
Da Gaza all’Ucraina, cosa sono gli attacchi doppi che uccidono civili
Vai al contenutoRussia all'Onu: "Usa non pensino solo a interessi di Israele"
"Siamo sorpresi che l'operazione dell'Idf per prendere Gaza City sia stata avviata sullo sfondo delle notizie secondo cui Hamas avrebbe accettato la proposta dei mediatori di rilasciare alcuni ostaggi e di un cessate il fuoco temporaneo". Lo ha detto al Consiglio di Sicurezza Onu il vice ambasciatore russo, Dmitry Poliansky. "Stiamo seguendo da vicino gli sforzi diplomatici dei mediatori e notiamo alcune discrepanze nelle opinioni sull'andamento dei negoziati - ha aggiunto - I colleghi americani dicono che Hamas si rifiuta di raggiungere un accordo, allo stesso tempo, ci sono segnali che il movimento sia pronto in tal senso e Israele stia rifiutando la proposta dei mediatori ed espandendo le ostilità sul campo senza dimostrando un reale interesse a raggiungere un'intesa". "Esortiamo i nostri colleghi americani a riflettere non solo sugli interessi di Israele, su cui hanno insistito con grande zelo, ma anche sul destino dei civili palestinesi, le cui vite e il cui futuro oggi dipendono in larga misura dall'azione o dall'inazione di questo Consiglio", ha aggiunto.
Media: "Attacchi Idf a Gaza, sono 51 i morti dall'alba"
Il bilancio delle vittime degli attacchi israeliani a Gaza di oggi è salito a 51, tra cui 12 richiedenti aiuti, secondo quanto riferito da fonti mediche ad Al Jazeera. Il Ministero della Salute di Gaza ha registrato 10 decessi "dovuti a carestia e malnutrizione" nelle ultime 24 ore, tra cui due bambini, portando il numero totale dei decessi correlati alla fame a 313, di cui 119 bambini.
Famiglie ostaggi: "Ill 3 settembre grande manifestazione davanti alla casa di Netanyahu"
Le famiglie degli ostaggi israeliani hanno annunciato che terranno una grande manifestazione mercoledì prossimo davanti alla residenza ufficiale del primo ministro Benjamin Netanyahu a Gerusalemme, mentre la guerra sta per entrare nel suo 700° giorno, chiedendo un accordo per garantire il rilascio delle persone trattenute a Gaza. Lo scrive Haaretz.
Idf: "Incontro Zamir con capo Wfp su situazione aiuti Gaza"
Il Capo di Stato maggiore delle forze armate israeliane, Eyal Zamir, ha incontrato la direttrice esecutiva del Programma alimentare mondiale (Wfp) Cindy McCain per discutere della situazione degli aiuti umanitari a Gaza. E' quanto ha riferito l'Idf, precisando che era presente anche il Coordinatore delle attività governative nei Territori (Cogat), Ghassan Alian. La settimana scorsa, l'Ipc ha presentato un rapporto nel quale viene dichiarata ufficialmente la carestia nella Striscia, sostenendo che è causata intenzionalmente dalle politiche israeliane ed era evitabile. Tel Aviv ha respinto i risultati, sostenendo che si tratta di materiale fabbricato per venire incontro alla narrativa di Hamas. Durante l'incontro, il Cogat e l'Idf hanno presentato "gli sforzi portati avanti per stabilizzare la situazione umanitaria nella Striscia di Gaza, incluso il loro impatto diretto sulla situazione sul campo, in contrasto con la falsa campagna di Hamas", ha riferito l'esercito, aggiungendo che "sono stati inoltre delineati i piani di lavoro per il futuro". Zamir "ha sottolineato l'impegno dell'Idf nel prevenire la carestia e nel fare tutto il possibile per continuare a consentire agli aiuti umanitari di raggiungere direttamente la popolazione civile, anziche' Hamas", si legge nella nota.
Cgil: "Sosteniamo l'iniziativa Global Sumud Flotilla a Gaza"
La Cgil sostiene "l'iniziativa umanitaria e non violenta promossa dalla Global Sumud Flotilla, partita dal basso, mobilitando singole persone di ogni parte del mondo per rompere l'embargo e l'isolamento della popolazione palestinese di Gaza, assediata ed affamata". Lo annuncia lo stesso sindacato in una nota. "Inoltre, proseguiamo e rilanciamo la raccolta fondi di solidarietà "grazie a cui, già nei mesi immediatamente successivi all'attacco israeliano, abbiamo inviato due container, contenenti beni di prima necessità, finanziato la produzione di "confezioni famiglia" di verdure prodotte a Gaza da associazioni di donne palestinesi e distribuite nel campo profughi Al Amal Al Taawony, allestito nel territorio di Gaza City. Sempre grazie al fondo, nei prossimi giorni, procederemo all'acquisto e distribuzione di "pacchi famiglia" e pasti caldi per circa mille nuclei familiari grazie alla collaborazione con l'Associazione delle ONG Italiane ed il CISS di Palermo", aggiuneg la Cgil che invita lavoratori e lavoratrici, pensionate e pensionati, studenti e studentesse, il mondo associativo, artisti, intellettuali, giornalisti "ad unirsi a scendere in tutte le piazze delle città italiane per una prima mobilitazione il giorno sabato 6 settembre per chiedere che si fermi la barbarie in corso e che il governo italiano si schieri dalla parte della pace, della giustizia e del diritto internazionale".
Save the Children: "A Gaza c'è la carestia, i bambini muoiono"
"A Gaza la carestia è arrivata. Una carestia progettata, prevista, provocata dall'uomo. Mentre parliamo, i bambini di Gaza muoiono sistematicamente di fame. Questa è una politica deliberata. Questa è la fame come metodo di guerra nella sua forma più cruda". Inizia così la dichiarazione al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite di Inger Ashing, Direttrice Generale di Save the Children International, l'Organizzazione internazionale che da oltre 100 anni lotta per salvare le bambine e i bambini a rischio e garantire loro un futuro. "Le cliniche di Save the Children a Gaza sono sopraffatte dal bisogno, ogni panca è piena di bambini malnutriti e delle loro madri - ha detto ancora Ashing -. Ma sono silenziose. I bambini non hanno la forza di parlare o persino di gridare in agonia. Giacciono lì emaciati, letteralmente deperiti. I loro piccoli corpi sono sopraffatti dalla fame e dalle malattie. Le forniture mediche e nutrizionali specialistiche di cui hanno bisogno sono praticamente esaurite. Senza di esse, i bambini malnutriti moriranno". "A pochi chilometri di distanza, un mare di rifornimenti è pronto - ha proseguito la direttrice di Save the Children -. Migliaia e migliaia di camion carichi di beni salvavita. Tutti bloccati. Il governo israeliano potrebbe far finire questa carestia stanotte se scegliesse di porre fine al suo deliberato ostruzionismo e lasciare che gli operatori umanitari facciano il loro lavoro. Invece, ci sono segnalazioni di un'escalation dell'attività militare israeliana a Gaza City, di ulteriori attacchi agli ospedali, di ulteriori omicidi".
Israele chiede a Ipc di ritrattare rapporto su carestia a Gaza
Israele ha chiesto all'Integrated Food Security Phase Classification Initiative (IPC), l'organismo di monitoraggio della fame sostenuto dall'Onu, di ritrattare immediatamente un rapporto che stabiliva la presenza di carestia in alcune zone di Gaza. "Israele chiede all'Ipc di ritrattare immediatamente il suo rapporto falsificato e di pubblicare un avviso", ha dichiarato il direttore generale del Ministero degli Esteri israeliano, Eden Bar Tal, in una conferenza stampa. Bar Tal ha affermato che Israele condividerà le "prove" di cattiva condotta nella preparazione del rapporto con i donatori dell'Ipc se l'organizzazione non dovesse tenerne conto "entro breve tempo". Bar Tal ha definito l'Ipc un istituto "politicizzato" che "lavora per una malvagia organizzazione terroristica", riferendosi al gruppo militante palestinese Hamas. Le Nazioni Unite hanno dichiarato ufficialmente lo stato di carestia a Gaza, attribuendo la colpa al "sistematico ostacolo" agli aiuti da parte di Israele durante oltre 22 mesi di guerra. L'Ipc, con sede a Roma, ha affermato che la carestia sta colpendo 500.000 persone nel governatorato di Gaza, che copre circa un quinto del territorio palestinese, compresa Gaza City. L'Ipc prevede che la carestia si estenderà ai governatorati di Deir el-Balah e Khan Yunis entro la fine di settembre, coprendo circa due terzi di Gaza.
Axios, Blair e Kushner a riunione Trump su Gaza (2)
Il premier israeliano Benjamin Netanyahu è sotto forte pressione da parte dei manifestanti e della leadership militare israeliani affinché accetti l'accordo per un cessate il fuoco nella Striscia e la liberazione degli ostaggi invece di proseguire con la guerra, ampliando l'operazione con la conquista di Gaza City. Come sottolinea il giornalista Barak Ravid, un piano postbellico coordinato con la Casa Bianca potrebbe dargli una copertura politica per accettare la tregua - avversata dai suoi alleati di estrema destra al governo - presentandolo al contempo come un accordo più completo per rimuovere Hamas dal potere e superare così le opposizioni interne. L'inviato della Casa Bianca, Steve Witkoff, sta discutendo con Kushner e Blair di un piano postbellico per Gaza da diversi mesi, secondo quanto riferito dalle fonti di Axios. Blair ha incontrato Witkoff alla Casa Bianca lo scorso luglio, lo stesso giorno in cui Netanyahu ha incontrato Trump, secondo le fonti. Qualche giorno dopo, Blair ha incontrato il presidente palestinese Abu Mazen e lo ha informato sulle proposte per Gaza e sui suoi colloqui a Washington. Anche Kushner era in Israele all'inizio di questo mese e ha incontrato Netanyahu per discutere di Gaza. L'ex premier britannico inoltre è in stretto contatto con Netanyahu e con il suo più fidato consigliere Ron Dermer. Già durante l'amministrazione Biden - sostiene Axios - Blair, Dermer e il ministro degli Esteri emiratino Abdullah bin Zayed hanno lavorato a un piano congiunto per il dopoguerra a Gaza. Parte di quel progetto è stato incorporato nel piano rpesentato dall'allora segretario di Stato Usa Tony Blinken poco prima di lasciare l'incarico.
Axios, Blair e Kushner a riunione Trump su Gaza
Jared Kushner e l'ex premier britannico ed ex inviato del Quartetto europeo per il Medio Oriente, Tony Blair, parteciperanno a un incontro su Gaza alla Casa Bianca e presenteranno al presidente americano Donald Trump idee per un piano postbellico. Lo rivela Axios, citando due fonti informate. I partecipanti parleranno anche di come aumentare i flussi di aiuti verso la Striscia, che sta affrontando una carestia.
Cgil: "Il 6 settembre in piazza per Gaza" (2)
"In questi giorni - afferma la Cgil - il governo e l'esercito israeliano stanno realizzando a Gaza e in Cisgiordania una delle più gravi negazioni del diritto umanitario e internazionale. Il governo israeliano ha infatti deciso di proseguire l'assedio della striscia di Gaza con un'ulteriore escalation militare che prevede lo sfollamento della popolazione palestinese in impossibili campi profughi privi di sicurezza, di cibo, di acqua e di assistenza sanitaria, per poi rioccupare quel territorio trasferendo la popolazione. Inoltre, è stata annunciata la volontà di isolare Gerusalemme dal resto della Cisgiordania, con il progetto E1 che prevede un nuovo insediamento ebraico sul territorio destinato allo stato di Palestina. Questi piani confermano il vero obiettivo del governo israeliano: eliminare ogni fattibilità dei 'due Stati per i due popoli' e la possibilità stessa di esistenza dello stato palestinese che molti governi ora - con colpevole e grave ritardo - dicono di voler riconoscere. Questo progetto comporterà il sacrificio della vita degli ostaggi ancora nelle mani di Hamas, utilizza la fame come arma di guerra e straccia il diritto internazionale che rimane l'unica garanzia su cui costruire pace e sicurezza comune. Un vero e proprio punto di non ritorno. Non possiamo rimanere in silenzio. Non possiamo permettere che ciò avvenga sotto i nostri occhi. Non è più il tempo delle parole. Stati e governi democratici, membri delle Nazioni Unite, firmatari di accordi, trattati e convenzioni per il rispetto dei diritti umani, della legalità, della giustizia, del diritto umanitario debbono fermare questa barbarie".
Cgil: "Il 6 settembre in piazza per Gaza"
La CGIL invita "lavoratori e lavoratrici, pensionate e pensionati, studenti e studentesse, il mondo associativo, artisti, intellettuali, giornalisti ad unirsi a scendere in tutte le piazze delle città italiane per una prima mobilitazione il giorno sabato 6 settembre per chiedere che si fermi la barbarie in corso e che il governo italiano si schieri dalla parte della pace, della giustizia e del diritto internazionale".
Bucci e Salis: "Risposta incredibile di Genova per Gaza"
Le quaranta tonnellate di cibo raccolte in appena tre giorni a favore della popolazione di Gaza nell'ambito dell'iniziativa lanciata da Music for Peace e dal Calp "non sono una sorpresa" per il presidente della Regione Liguria Marco Bucci. "Me l'aspettavo - ha detto ancora - perché i genovesi hanno sempre fatto un grandissimo lavoro dal punto di vista sociale in tutti gli anni in cui ero sindaco e quindi non vedo perché devono fermarsi. Anzi semmai andranno avanti ancora di più. Per me non è una sorpresa" ha spiegato il presidente commentando la notizia sulla Sumud Freedom Flotilla a margine della presentazione della tappa genovese dell'Ocean Race. Soddisfazione per il dato anche da parte della sindaca Silvia Salis. "E' un segnale di grande solidarietà e anche di presa di posizione importante - il suo commento - L'ha fatto la nostra Giunta e il nostro Consiglio, e io stessa in prima persona. Sappiamo benissimo che il nostro riconoscimento a livello internazionale purtroppo non ha degli effetti politici, ma sicuramente ha un effetto morale su come questa città vuole affrontare questo tema e come in generale vuole affrontare il tema della solidarietà - ha spiegato la sindaca - La risposta della città a Music for Peace è stata incredibile. Andrò a ringraziarli perché nella vita prendere posizione è qualcosa spesso di molto, molto scomodo. In questo caso anche molto rischioso, per cui voglio che l'amministrazione sia al loro fianco e al fianco di tutte le persone che in questa città stanno contribuendo a questo grande movimento popolare a sostegno".
Idf: "A breve altri 2 centri aiuti Ghf nel sud di Gaza"
A breve ci saranno due nuovi centri di distribuzione di aiuti della Gaza Humanitarian Foundation (Ghf) nel sud della Striscia. Lo hanno annunciato le forze armate israeliane, aggiungendo che invece chiuderà la struttura della Ghf a Tel Sultan, a Rafah. Una volta completati, il numero totale di centri nella Striscia salirà da quattro a cinque. Secondo la fondazione - fortemente criticata e sulla cui trasparenza e operato sono stati sollevati dubbi - finora i suoi centri hanno distribuito oltre 140 milioni di pasti. La settimana scorsa, l'Ipc ha pubblicato un rapporto, dichiarando ufficialmente la carestia a Gaza. Israele ha respinto l'accusa, sostenendo che si tratta di materiale fabbricato per venire incontro alla narrativa di Hamas.
Belgio: "No accordo su Gaza, ipotesi sanzioni su ministri Israele"
Il governo del Belgio non è riuscito a raggiungere un accordo sulla posizione del Paese riguardo a Israele e Gaza durante la riunione del consiglio dei ministri di oggi. Lo riporta l'agenzia di stampa Belga. La questione tornerà all'ordine del giorno in un altro incontro lunedì, ha confermato dopo la riunione il ministro del Bilancio, Vincent Van Peteghem. Il dibattito nel governo belga è stato innescato dopo che i partner di coalizione Vooruit, CD&V e Les Engage's hanno chiesto una linea più dura contro Israele, comprese sanzioni e il riconoscimento di uno Stato palestinese. MR e N-Va, invece, restano più cauti. Il primo ministro, Bart De Wever, ha dichiarato martedì che riconoscere la Palestina senza le giuste condizioni sarebbe "inutile e controproducente". Il ministro degli Esteri, Maxime Prevot (Les Engage's) ha proposto dieci possibili misure contro Israele, chiedendo al contempo un rapido riconoscimento della Palestina. Lunedì, Prevot ha definito Gaza una "questione cruciale" per lui e per il suo partito, avvertendo di una crisi di governo se il Belgio non irrigidirà presto la sua posizione. "La situazione a Gaza ci impone di rivedere la posizione del Belgio, e dobbiamo discutere di questo sia a livello belga che europeo", ha affermato invece Van Peteghem (Cd&V), che ha ribadito la sua opinione secondo cui dovrebbero essere introdotte sanzioni, tra cui un divieto di importazione dei prodotti provenienti dagli insediamenti israeliani e un divieto d'ingresso per i ministri israeliani dell'estrema destra. "Stiamo valutando le possibili misure all'interno del governo", ha aggiunto, "ci sarà un'altra riunione lunedi' per esaminare ciò che è possibile e ciò che deve essere fatto". Il dibattito su Gaza è acceso anche nel governo fiammingo, dove una riunione separata sulla questione e' in programma per venerdì.
Israele, pellegrinaggio a Uman: polemiche su voli e disertori
"Coloro che sono disertori, non possono volare, punto". Così ha risposto il ministro dell'Energia israeliano Eli Cohen ai giornalisti, intervenendo sul tema che da giorni provoca polemiche. A suscitare forte critiche è stata la recente decisione del governo di stanziare 10 milioni di shekel (2,6 milioni di euro) per finanziare infrastrutture e trasporti per gli ultraortodossi che si recheranno al pellegrinaggio annuale a Uman, in Ucraina, passando per la Moldavia. A questa, si è aggiunta la questione dei disertori. Come ha sottolineato il leader del partito ultraortodosso sefardita Shas, Aryeh Deri, "a causa dell'assenza di una legge sulla coscrizione" - spina nel fianco della coalizione di governo e motivo di forte scontro con gli alleati haredi - "c'è il potenziale problema riguardante circa 10.000 giovani definiti renitenti alla leva che di solito si recano a Uman, il che potrebbe causare seri problemi in aeroporto". Il timore è che le autorità li arrestino allo scalo di Ben Gurion. Da qui, il suggerimento di autorizzare un 'quadro normativo' ad hoc per loro, in quanto viaggio religioso e non per svago. Su questo si è inserito anche Yitzhak Goldknopf, leader del partito ultraortodosso ashkenazita United Torah Judaism, che in una lettera al premier Benjamin Netanyahu ha chiesto lo stesso trattamento per coloro che voleranno a New York per Rosh Hashanah, il capodanno ebraico. "Anche per loro, questa è un'esperienza spirituale sublime e insostituibile, e dobbiamo garantire loro lo stesso diritto concesso agli altri", ha notato. Il cospicuo finanziamento al pellegrinaggio e l'idea di lasciar volare i disertori ultraortodossi ha suscitato la dura reazione dell'opposizione, a cominciare dal leader di Yesh Atid, Yair Lapid, che in un tweet ha chiesto perche' le tasse degli israeliani "dovrebbero finanziare voli per Uman". "Da quando in qua il governo finanzia voli all'estero per cittadini privati? E perché mai Deri chiede un piano che permetta ai renitenti alla leva di volare? L'unico posto in cui devono volare e' la prigione", ha sottolineato.
Anpi: "Governo italiano tuteli Sumud Flotilla da Israele"
"Sollecitiamo con forza il governo italiano a svolgere un'operazione preventiva di tutela dell'intera operazione della Global Sumud Flotilla, diffidando il governo israeliano dal compiere qualsiasi azione di contrasto allo sbarco della Global Flotilla a Gaza e alla consegna degli aiuti umanitari". Così in una nota la segreteria nazionale dell'Anpi. L'associazione dei partigiani spiega il perché di questa richiesta: "In due precedenti analoghe circostanze, con un atto di conclamata pirateria internazionale da parte del governo israeliano, la singola imbarcazione è stata sequestrata in acque internazionali e tutti i membri dell'equipaggio sono stati fermati e solo successivamente rilasciati. Sono evidenti i rischi che presenta oggi questa gigantesca operazione di solidarietà". La Flotilla, ricorda l'Anpi, è "la più grande missione civile marittima verso Gaza" e intende portare aiuti "a una popolazione stremata dai bombardamenti, dagli omicidi, dalla fame, dalla carestia, dalle malattie - aggiunge - Chiediamo inoltre che il governo italiano operi affinché l'Europa nel suo insieme si impegni a tutelare l'iniziativa della Global Sumud Flotilla e con uno scatto di dignità e di orgoglio, si assuma pienamente queste responsabilità".
Onu: "Deterioramento in Territori Palestinesi a livelli mai visti"
"Il mondo guarda con orrore alla situazione nei Territori Palestinesi Occupati che continua a deteriorarsi a livelli mai visti nella storia recente". Lo ha detto il vice coordinatore speciale Onu per il processo di pace in Medio Oriente, Ramiz Alakbarov alla riunione del Consiglio di Sicurezza. "A oltre ventidue mesi dall'inizio delle ostilità, Gaza sta sprofondando sempre più nel disastro, segnato da un rapido aumento delle vittime civili, sfollamenti di massa e, ora, carestia. Gli ostaggi tenuti da Hamas e da altri gruppi armati palestinesi continuano a languire in condizioni spaventose - ha aggiunto - Nel frattempo, anche la Cisgiordania occupata, compresa Gerusalemme Est, sta affrontando una crisi senza precedenti. L'incessante espansione degli insediamenti, le demolizioni e l'intensificarsi della violenza continuano a minare qualsiasi prospettiva di pace".
Israele: "Ipc ritratti rapporto su carestia a Gaza"
Il direttore generale del ministero degli Esteri israeliano, Eden Bar Tal, ha chiesto all'Ipc di "ritrattare immediatamente il suo rapporto falsificato" che la settimana scorsa ha ufficialmente riconosciuto la carestia a Gaza e "di pubblicare una nota". Se l'Ipc non lo farà "in un tempo breve", ha avvertito, "contatteremo i donatori per condividere con loro la cattiva condotta e siamo certi che loro, responsabili, non doneranno i loro soldi a un istituto di ricerca politicizzato" che lavora per "un'organizzazione terroristica".
Onu: "A Gaza entro settembre rischio fame per oltre 640.000"
"Oltre mezzo milione di persone attualmente soffrono la fame, l'indigenza e la morte a Gaza. Entro la fine di settembre, questo numero potrebbe superare le 640.000. Praticamente nessuno a Gaza è immune dalla fame: si prevede che almeno 132.000 bambini sotto i 5 anni soffriranno di malnutrizione acuta da qui alla metà del 2026. Dietro questi numeri spaventosi ci sono vite umane: figlie, figli, madri e padri. Futuri spezzati e comunità segnate". Lo ha detto Joyce Msuya, vice capo degli affari umanitari dell'Onu, alla riunione del Consiglio di Sicurezza, sottolineando che "non agire ora avra' conseguenze irreversibili". "Questa carestia non è il risultato della siccità o di qualche forma di disastro naturale. È una catastrofe creata, il risultato di un conflitto che ha causato ingenti morti, feriti, distruzione e sfollamenti forzati tra i civili - ha aggiunto - Questa carestia è anche il risultato di 22 mesi di distribuzione limitata e compromessa di forniture umanitarie e commerciali essenziali".
Arrivato l'ordine di evacuazione per chiesa S.Porfirio a Gaza
E' arrivato l'ordine di evacuazione per la chiesa cristiana ortodossa di San Porfirio situata nella Striscia di Gaza. Lo riferisce il Times of Israel. E' di ieri la dichiarazione congiunta dei Patriarchi greco-ortodosso Teofilo III e cattolico, Pierbattista Pizzaballa, in cui si annunciava che il clero locale non avrebbe lasciato le due chiese cristiane di Gaza, la San Porfirio e la Sacra Famiglia dove sono rifugiate meno di 500 persone.
Ostaggio liberato da Hamas a Onu: "Usata come scudo umano"
"Non sapevo cosa aspettarmi, interrogatori notturni, spostamenti in luoghi diversi, da una casa all'altra, o negli ospedali. Venivo costantemente usata come scudo umano. Passavo del tempo in gabbie dove era difficile respirare. Ho passato intere giornate affamato e senza cibo". Ilana Gritzewsky, per 55 giorni nelle mani di Hamas dopo il 7 ottobre, partecipa oggi ad una riunione del Consiglio di Sicurezza Onu e ha raccontato con queste parole i lunghi giorni nelle mani del gruppo militante. Il suo compagno Matan Zangauker, ora 25enne, è ancora ostaggio di Hamas. "Sono qui non solo per me stessa, ma per ogni donna e uomo che non è tornato a casa, per ogni voce che è stata ignorata. Per i 50 ostaggi ancora a Gaza e per le loro famiglie - ha aggiunto - Siate forti. Non perdete la speranza". E rivolta al compagno ha detto: "Tua madre, tua sorella, il nostro cane, Noni, e io. Ti stiamo aspettando, ti sto aspettando".
Beverly Hills esporrà la bandiera israeliana nelle scuole (2)
Beverly Hills conta circa 35 mila abitanti, oltre la metà dei quali di religione ebraica. I sostenitori della misura hanno spiegato che l'obiettivo è garantire sicurezza e sostegno agli studenti ebrei, ricordando che secondo l'Anti-Defamation League i crimini d'odio contro gli ebrei a Los Angeles sono cresciuti del 91% tra il 2022 e il 2023, raggiungendo il livello più alto mai registrato nella contea. La presidente del consiglio scolastico, Rachelle Marcus, ha votato contro le misure, temendo che l'esposizione della bandiera possa trasformare le scuole in un bersaglio. Un'altra consigliera, Amanda Stern, ha bocciato il provvedimento definendolo "partigiano, perché nessun simbolo di un'altra nazione appartiene a un contesto scolastico pubblico". Costernato il Council on American-Islamic Relations, secondo cui così si confonde la fede ebraica con il governo di Tel Aviv, "attualmente impegnato in una campagna di genocidio": "è profondamente insensibile e angosciante per gli studenti palestinesi che hanno perso innumerevoli familiari a causa della violenta campagna militare di Israele".
Israele all'Onu: "Combattiamo il terrorismo, non i giornalisti"
"Stiamo ancora esaminando i dettagli dell'incidente all'ospedale Nasser e nei prossimi giorni avremo maggiori informazioni al riguardo. È stata una tragedia. Ci dispiace che in tempo di guerra si verifichino incidenti di questo tipo, ma il nostro obiettivo è combattere contro i terroristi, non i giornalisti. Noi combattiamo Hamas, il nostro obiettivo e' eliminare Hamas". Lo ha detto l'ambasciatore israeliano all'Onu Danny Danon prima di una riunione del Consiglio di Sicurezza su Israele e Palestina. Danon, con al fianco Ilana Gritzewsky, per 55 giorni ostaggio di Hamas, e il cui compagno Matan Zangauker e' ancora nelle mani del gruppo militante. "Hamas ha iniziato una campagna di terrore, ha usato lo stupro come tattica, la tortura come metodo, e i rapimenti come strategia. Usa la violenza sessuale come arma di guerra - ha aggiunto l'ambasciatore - Il nostro messaggio e' semplice: inserite Hamas nella lista nera come organizzazione terroristica. Stiamo pagando un prezzo alto per la nostra lotta contro questi mostri".
Media: "Nuove incursioni israeliane in Siria"
Media siriani riferiscono oggi di nuove incursioni della fanteria israeliana nella zona sud-occidentale di Qunaytra, sul Golan siriano e confinante con la zona occupata da Israele dal 1967. Secondo le fonti, l'area interessata dalle nuove incursioni dei mezzi militari israeliani è quella di Rasd ar Rawadi, alla periferia di Qunaytra. Nelle ultime ore sei militari governativi siriani sono stati uccisi da un bombardamento aereo israeliano. E il governo siriano, che ha confermato di essere in trattative con Israele per "un accordo di sicurezza", ha condannato formalmente l'accaduto.
Beverly Hills esporrà la bandiera israeliana nelle scuole
Polemica a Beverly Hills: le scuole pubbliche del ricco comune della contea di Los Angeles esporranno la bandiera di Israele. Dopo settimane di discussioni, il consiglio scolastico ha approvato a maggioranza (3 a 2) una risoluzione che prevede l'esposizione del vessillo israeliano in tutti i campus e le strutture del distretto durante il mese di maggio, dedicato a "l'eredità ebraica". La decisione rientra in un pacchetto di iniziative per contrastare l'antisemitismo: le scuole ricorderanno la Shoah il 27 gennaio e nella festività dello Yom HaShoah, e l'attacco di Hamas ogni 7 ottobre.
Media: "Paesi E3 verso il ripristino sanzioni Onu all'Iran" (2)
I Paesi E3 hanno incontrato l'Iran martedì per cercare di rilanciare la diplomazia sul programma nucleare prima che perdano la possibilità, a metà ottobre, di ripristinare le sanzioni contro Teheran, revocate in base a un accordo nucleare del 2015 con le potenze mondiali. L'Occidente afferma che l'avanzamento del programma nucleare iraniano va oltre le esigenze civili, mentre Teheran nega di voler ottenere armi nucleari. Il processo Onu richiederà 30 giorni prima che le sanzioni che riguarderebbero i settori finanziario, bancario, degli idrocarburi e della difesa dell'Iran vengano ripristinate. "I veri negoziati inizieranno una volta presentata la lettera (al Consiglio di Sicurezza dell'Onu)", ha dichiarato un diplomatico occidentale. Un portavoce del ministero degli Esteri tedesco ha affermato che l'attivazione dello snapback rimane un'opzione per l'E3, mentre i ministeri degli Esteri britannico e francese non hanno risposto immediatamente alle richieste di commento. Teheran ha avvertito di una "dura risposta" se le sanzioni venissero ripristinate. Gli E3 si sono offerti di rinviare la ripresa fino a sei mesi per consentire negoziati seri se l'Iran riprendesse le ispezioni Onu complete - che cercherebbero anche di tenere conto delle ingenti scorte di uranio arricchito dell'Iran, non verificate dopo gli attacchi - e avviasse colloqui con gli Stati Uniti. Oggi gli ispettori nucleari dell'Onu sono tornati in Iran per la prima volta da quando Teheran ha sospeso la cooperazione con loro in seguito agli attacchi di Israele e Stati Uniti.
Gaza, a Genova raggiunte le 40 tonnellate di cibo
"A oggi abbiamo superato le 40 tonnellate di cibo. Credo che supereremo le 60-70 tonnellate venerdì quando chiuderemo la raccolta. Il flusso di cittadini è stato impressionante". Così all'ANSA Stefano Rebora fondatore e presidente di Music for Peace, la ong genovese che, ricevuta la richiesta di Global Sumud Flotilla (la missione navale che riunisce imbarcazioni da tutta Europa dirette verso la Striscia, ndr) ha promosso una raccolta viveri da imbarcare e portare a Gaza. Music for Peace è a Gaza dal 2004. L'ultima missione è del 2024 quando riuscirono a raggiungere Rafah con un carico di cibo e materiale sanitario che però venne contestato. "Partiremo il 31 agosto e arriveremo in Sicilia e lì decideremo il da farsi - ha detto Rebora - ma per adesso posso dirmi soddisfatto. Il nostro obbiettivo era quello di mobilitare la gente, il popolo che deve riappropriarsi della parola 'noi'. Presi singolarmente siamo gocce d'acqua ma insieme siamo il mare e il mare è devastante. Dobbiamo dimostrare il nostro dissenso, non possiamo accettare questo genocidio. Chiediamoci cos'è la Convenzione di Ginevra, chiediamoci perché non esistono corridoi umanitari". Ultima tappa di questo sforzo che ha coinvolto tutta la città di Genova con adesioni anche da fuori provincia sarà la fiaccolata che il 31 accompagnerà i rappresentanti dei Calp (i portuali genovesi sono stati protagonisti nell'organizzare assieme a Mfp questa operazione) e di Music for peace alle navi per essere imbarcati.
Media: "Paesi E3 verso il ripristino sanzioni Onu all'Iran"
È probabile che Regno Unito, Francia e Germania avviino domani il processo di ripristino delle sanzioni Onu all'Iran, ma sperano che Teheran fornisca impegni sul suo programma nucleare entro 30 giorni che li convincano a rinviare azioni concrete. Lo scrive Reuters online citando quattro diplomatici secondo cui che i colloqui con l'E3 di martedì non hanno prodotto impegni sufficientemente concreti da parte dell'Iran, sebbene ritengano che ci sia spazio per ulteriori iniziative diplomatiche nelle prossime settimane. Hanno aggiunto che l'E3 ha deciso di avviare il processo di 'snapback' delle sanzioni Onu, probabilmente già da giovedì.
Unrwa: "Indignazione non basta, serve cessate il fuoco ora"
Il commissario generale dell'Unrwa, Philippe Lazzarini, ha chiesto nuovamente con forza un cessate il fuoco a Gaza e che i responsabili dei crimini ne rispondano davanti alla giustizia. "Nulla giustifica questi massicci attacchi alla vita e all'identità palestinese. L'indignazione non basta. E' tempo di azione, coraggio e volontà politica per porre fine a questo inferno sulla terra", si legge nel messaggio postato su X dall'agenzia Onu per i palestinesi. "Nessun luogo è sicuro a Gaza. Nessuno è al sicuro. Dopo quasi 700 giorni, le persone continuano a essere uccise e ferite, mentre l'esercito israeliano intensifica ed espande le sue operazioni", ha dichiarato Lazzarini, ricordando l'uccisione di "personale sanitario, giornalisti e operatori umanitari". "E come se tutto ciò non bastasse, la fame minaccia tutti a Gaza con una morte lenta e silenziosa, o con una morte che si verifica mentre cercano disperatamente cibo". Un inferno che "sta accadendo impunemente", ha aggiunto, concludendo il messaggio con "cessate il fuoco ora + (assicurare le) responsabilita'!".
Presidente croato: "Riconoscere lo stato di Palestina"
Il presidente croato Zoran Milanovic ha condannato duramente le operazoni militari di Israele a Gaza, e ha ribadito l'invito al governo del premier Andrej Plenkovic di avviare la procedura in parlamento per il riconoscimento della Palestina. Incontrando oggi a Zagabria la ministra degli Esteri palestinese Varsen Aghabekian, Milanovic - come riferito dai media regionali - ha stigmatizzato i "brutali attacchi condotti da mesi dall'Esercito israeliano contro i civili a Gaza, e soprattutto negli ultimi giorni". Una occupazione militare di Gaza, ha detto, non può essere giustificata in nessun caso. L'unica soluzione della crisi a Gaza è quella dei due stati. "La Croazia deve riconoscere la Palestina quale passo verso la fine della guerra e della catastrofe umanitaria a Gaza. Riconoscere il diritto del popolo palestinese ad avere un proprio stato è l'unica via per stabilire una pace duratura in Medioriente", ha detto il presidente croato.
Israele, incontro Bennett-Lieberman: "Focus su cambio governo"
L'ex premier israeliano Naftali Bennett ha incontrato il leader di Yisrael Beiteinu, Avigdor Lieberman. I due "hanno discusso della continuazione della guerra a Gaza, dei negoziati per il rilascio degli ostaggi, della questione della coscrizione obbligatoria, dell'economia israeliana e anche delle varie modalità per sostituire il governo il prima possibile al fine di rimettere in sesto Israele", hanno fatto sapere. Il sito di notizie Walla ha riferito di una lettera scritta da Lieberman al leader dell'opposizione Yair Lapid, nella quale gli ha chiesto di convocare una riunione dei "leader del partito sionista di opposizione" - insieme a Bennett e all'ex numero numero due di Unità Nazionale Gadi Eisenkot - per "formulare le linee guida del prossimo governo", esortando a "dimostrare responsabilità nazionale e agire insieme". Le prossime elezioni sono previste per ottobre 2026. Una risposta positiva è arrivata da Yair Golan, leader della sinistra ma non citato nella lettera, che si è detto "d'accordo con l'appello di Lieberman. E' giusto formare immediatamente la futura coalizione che dovrà salvare la sicurezza di Israele". Nei giorni scorsi l'ex capo di Stato maggiore e leader di Unità Nazionale Benny Gantz aveva lanciato un appello ai vari esponenti dell'opposizione, esortandoli a partecipare a un esecutivo di unità nazionale con l'attuale premier Benjamin Netanyahu per arrivare a un accordo che metta fine alla guerra a Gaza e riporti a casa gli ostaggi, ma il tentativo era stato respinto. Lapid aveva escluso di poter sedere nello stesso governo con i leader di estrema destra Itamar Ben-Gvir e Bezalel Smotrich mentre secondo Eisenkot non c'e' bisogno di un governo di unità ma sta a Netanyahu "prendere una decisione difficile, ma necessaria".
Netanyahu: "Iran progetta missili per colpire in Europa e Usa"
L'Iran punta a sviluppare missili con testate nucleari in grado di raggiungere Europa e Stati Uniti. Lo ha dichiarato il premier israeliano Benyamin Netanyahu intervistato dal podcast Pbd. "Israele non sta combattendo una guerra per sé ma anche per i Paesi occidentali. In questo momento l'Iran sta sviluppando missili balistici che possono arrivare in profondità nel cuore dell'Europa, e il loro piano è sviluppare il prossimo missile balistico intercontinentale" con cui "poter raggiungere la Florida, New York, Washington e ogni altra città in Usa e hanno intenzione di mettere testate nucleari in questi missili".
Ministero Gaza: "Sale a 22 il numero dei morti del raid al Nasser"
Il ministero della Salute di Gaza, guidato da Hamas, ha dichiarato che è salito a 22 il numero dei palestinesi uccisi nel raid israeliano all'ospedale Nasser di Khan Yunis, nella parte meridionale di Gaza, dopo che due feriti sono morti. Lo riporta Haaretz.
Netanyahu riconosce il genocidio armeno, ira di Ankara
Il primo ministro Benjamin Netanyahu ha affermato, in un'intervista al podcast di Patrick Bet-David, di riconoscere personalmente il genocidio armeno come tale. Bet-David, scrive il Jerusalem Post, aveva chiesto a Netanyahu perché Israele fosse così riluttante a riconoscere il massacro commesso dall'Impero Ottomano dal 1915 al 1917 come genocidio, dato il contesto del riconoscimento mondiale dell'Olocausto. Netanyahu ha detto che la Knesset ha recentemente approvato una legge che riconosce il massacro come genocidio, ma il giornalista ha insistito sul suo riconoscimento. "L'ho appena fatto", ha detto Netanyahu. Il ministero degli Esteri turco si è scagliato contro Netanyahu per le sue dichiarazioni definendole un tentativo di nascondere lo spargimento di sangue a Gaza. "La dichiarazione di Netanyahu sugli eventi del 1915 è un tentativo di sfruttare le tragedie del passato per ragioni politiche. Netanyahu... sta cercando di nascondere i crimini commessi da lui e dal suo governo", ha affermato.
Turchia a Netanyahu: "Usa armeni per coprire genocidio Gaza"
"Un tentativo di nascondere i propri crimini con il dolore degli armeni". Così la Turchia ha commentato le parole del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, che ha parlato di genocidio riferendosi ai massacri compiuti nel 1915 dall'impero ottomano nei confronti degli armeni. "Quello di Netanyahu è un tentativo di abusare del dolore dei fatti del 1915 a fini politici", si legge in un comunicato del ministero degli Esteri di Ankara. "Il primo ministro israeliano cerca con le parole di creare una cortina di fumo per coprire il genocidio ai danni dei palestinesi di cui è il principale responsabile insieme ai membri del proprio governo. Parole che respingiamo con forza, sia dal punto di vista storico che giuridico", è l'affondo di Ankara.
Il governo israeliano torna a riunirsi domenica su Gaza
Il governo israeliano si riunirà domenica sera per discutere della situazione a Gaza. Lo scrive il Jerusalem Post. Il governo si è riunito ieri sera, mentre centinaia di migliaia di israeliani manifestavano per chiedere un accordo per il rientro degli ostaggi. Secondo quanto riferito, nella riunione di ieri non si è discusso sulla tregua.
Hamas: "Nuovo bilancio attacco Idf a ospedale, 22 morti"
E' cresciuto il bilancio dell'attacco israeliano all'ospedale Nasser a Khan Younis, nel sud di Gaza. Due palestinesi rimasti feriti sono morti, portando il bilancio a 22 vittime. Lo ha riferito il ministero della Salute nella Striscia, guidato da Hamas.
Rubio riceve a Washington il ministro degli Esteri israeliano
Il segretario di Stato americano Marco Rubio incontrerà oggì a Washington il ministro degli Esteri israeliano Gideon Sa'ar. Lo ha dichiarato il dipartimento di Stato Usa precisando che il colloquio si svolgerà alle 15.15 ora locale, le 21.15 in Italia.
Netanyahu: "Con Trump presidente probabilmente nessun 7 ottobre"
"Probabilmente no": così il premier israeliano Benyamin Netanyahu ha risposto a una domanda se il massacro del 7 ottobre sarebbe avvenuto se ci fosse stato Trump alla Casa Bianca. Il premier, intervistato nel podcast di Patrick Bet-David rilanciato da Jerusalem Post, ha aggiunto che se il tycoon fosse stato presidente "l'Iran sarebbe stato più cauto. È difficile dirlo con questi maniaci. L'Iran avrebbe controllato completamente il suo gregge? Forse". Netanyahu ha anche descritto come l'ex presidente Usa Joe Biden abbia minacciato di imporre un embargo sulle armi a Israele e lo abbiano avvertito di non entrare a Rafah.
Almodovar: "A Gaza genocidio, stop rapporti Spagna-Israele"
Il regista spagnolo premio Oscar Pedro Almodovar ha esortato Madrid a interrompere tutti i rapporti diplomatici e commerciali con Israele a causa della guerra a Gaza dove è in corso un "genocidio". In un video pubblicato sui social, l'artista ha invitato il primo ministro spagnolo Pedro Sanchez a convincere gli altri leader europei a fare lo stesso. "Chiedo al nostro governo di interrompere i rapporti diplomatici, commerciali e di ogni tipo con lo Stato di Israele in segno di repulsione per il genocidio che sta commettendo contro il popolo di Gaza davanti agli occhi del mondo intero", ha affermato. Durante il Festival di Cannes a maggio, Almodovar ha firmato una lettera con altri artisti spagnoli, tra cui Javier Bardem, in cui denunciava il "silenzio" su Gaza. Il governo di sinistra di Sanchez è tra i più critici nell'Ue nei confronti della guerra di Israele a Gaza. Lo ha definito un "genocidio" a giugno, dopo aver riconosciuto uno Stato palestinese nel maggio 2024, ma non ha rotto i legami con Israele.
Turchia, 'Netanyahu commenta genocidio armeno per distrazione da Gaza'
Il ministero degli Esteri turco ha attaccato il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu per il suo riconoscimento a titolo personale del genocidio armeno, denunciandole come un tentativo di coprire lo spargimento di sangue nella Striscia di Gaza. "L’affermazione di Netanyahu riguardo agli eventi del 1915 è un tentativo di sfruttare tragedie passate per ragioni politiche. Netanyahu [...] sta cercando di coprire i crimini che lui e il suo governo hanno commesso", si legge in una nota.
Global Sumud Flotilla, navi in partenza da Genova e Sicilia
"Alla luce dell'ennesima carneficina perpetrata da Israele sulla popolazione di Gaza, in cui è stato colpito il Nasser Medical Complex a Khan Younis (nel sud della Striscia) uccidendo in diretta televisiva 20 persone tra cui 5 giornalisti, anche dall'Italia il 'Global Movement to Gaza' inizia la mobilitazione in vista delle partenze imminenti di decine di barche cariche di attivisti e aiuti umanitari da Genova e dalla Sicilia, per unirsi alla mobilitazione globale della Global Sumud Flotilla". E' quanto scrivono sui social gli organizzatori. "Il conto alla rovescia è cominciato - afferma Maria Elena Delia, membro del Consiglio Direttivo della Global Sumud Flotilla e Coordinatrice italiana del Global Movement to Gaza - Molte barche partiranno dalla Sicilia il 4 settembre, mentre il 31 agosto barche cariche di aiuti umanitari partiranno da Genova. Questo è un movimento dal basso, l'idea nasce da donne e uomini della società civile che hanno deciso di riempire un vuoto istituzionale, un vuoto di umanità. Consapevoli che si tratta soltanto di una goccia in un oceano di bisogni, questo atto dimostra l'insofferenza e la determinazione di chi non accetta la paralisi del sistema internazionale e la complicità del nostro governo ed è pronto a intervenire per spezzare l'assedio e gettare una luce sui crimini di Israele". Fino a domani a Genova, il Global Movement to Gaza, con Music for Peace e il Collettivo Autonomo Lavoratori Portuali (Calp) hanno indetto una mobilitazione generale per la raccolta di 45 tonnellate di generi alimentari in 5 giorni, da caricare sulle barche in partenza per Gaza sabato 30 agosto, in una cerimonia aperta all'intera cittadinanza. Tra il 31 agosto e il 4 settembre, decine di barche di piccole dimensioni salperanno in due ondate da Barcellona, dalla Sicilia e dalla Tunisia in un'azione coordinata nel totale rispetto del diritto internazionale.
Ministero Salute Gaza: '75 palestinesi uccisi nell'ultimo giorno, 18 in attesa di aiuti'
Settantacinque palestinesi sono stati uccisi nelle ultime 24 ore dall'esercito israeliano. Lo rende noto il ministero della Salute di Gaza, precisando che 18 delle vittime sono state colpite mentre attendevano la distribuzione degli aiuti. Il ministero gestito da Hamas ha affermato che dall'inizio della guerra, il 7 ottobre 2023, 62.895 palestinesi sono stati uccisi dal fuoco delle Idf e 158.972 sono rimasti feriti.
Presidenza Cei, siamo con Patriarchi, no sfollamenti
La Chiesa italiana esprime solidarietà e sostegno ai Patriarchi latino e greco ortodosso di Gerusalemme, il card. Pierbattista Pizzaballa e Teofilo III, che ieri, in una nota congiunta, hanno annunciato che non lasceranno Gaza. "Nel rinnovare la vicinanza per la forte testimonianza in una terra martoriata - spiega la Cei - la Presidenza fa proprie le parole dei due Patriarchi, ricordando che non può esserci futuro basato sulla prigionia, lo sfollamento dei palestinesi o la vendetta: non è questa la giusta via, non vi è alcuna ragione che giustifichi lo sfollamento deliberato e forzato di civili".
Parroco Gaza, 'andare a sud è una condanna a morte'
"Il Papa ha voluto raccogliere e fare suo anche quanto detto dai patriarchi Teofilo III e Pierbattista Pizzaballa. Speriamo che questo possa smuovere le coscienze di chi ha il dovere di porre fine a questo conflitto per il bene di tutti". Lo dice al Sir, padre Gabriel Romanelli, parroco della sacra Famiglia a Gaza che ribadisce quanto annunciato ieri dai Patriarchi: "Semplicemente e umilmente continuamo la nostra missione". Continua così l'assistenza ai più deboli, in primis i bambini. "Cerchiamo di donare loro qualche momento di svago per farli evadere dal clima di guerra e di macerie che ci circonda quotidianamente" dice padre Romanelli, "giocare, pregare insieme, sono segni di carità. Alcune iniziative le abbiamo dovute sospendere perché troppo pericolose da tenersi all'esterno. Spesso si sente il fragore delle bombe che cadono a poche centinaia di metri da qui e arrivano schegge. Così ci troviamo in chiesa o in spazi ridotti ma più protetti per le nostre attività". "Gioco e preghiera - aggiunge - scandiscono le giornate dei nostri bambini rifugiati. Dobbiamo avere sempre occhi e orecchie aperti e vigilare sulla incolumità dei nostri rifugiati". Un'altra preoccupazione espressa dal parroco è "come provvedere alle cure delle persone malate che sono nel compound parrocchiale e che non hanno più niente. Come hanno detto i nostri due patriarchi nel loro comunicato congiunto, 'lasciare Gaza City e cercare di fuggire verso sud equivarrebbe a una condanna a morte'".
Pedro Almodóvar, 'governo spagnolo rompa relazioni con Israele'
Il regista Pedro Almodóvar ha chiesto al governo spagnolo di rompere tutte le relazioni diplomatiche e commerciali con Israele a causa del "genocidio" in atto a Gaza, invitando il primo ministro socialista Pedro Sanchez a "convincere" i suoi alleati europei a fare lo stesso. "Sono Pedro Almodóvar, regista cinematografico, e chiedo al nostro governo di interrompere le relazioni diplomatiche, commerciali e di qualsiasi altro tipo con lo Stato di Israele in segno di ripugnanza per il genocidio che sta perpetrando contro il popolo di Gaza sotto gli occhi del mondo intero", ha dichiarato il regista spagnolo in un video pubblicato sull'account Instagram della sua casa di produzione 'El deseo'. Il regista di 'Tutto su mia madre' e 'Donne sull'orlo di una crisi di nervi' si era già espresso sul conflitto, firmando, come altri artisti spagnoli tra cui Javier Bardem, una lettera che condannava il "silenzio" sul "genocidio" a Gaza, pubblicata a margine del Festival di Cannes a maggio.
Mezzaluna rossa, '27 palestinesi feriti a Nablus'
Le forze israeliane sono operative nella città di Nablus, in Cisgiordania, da 10 ore, con un residente arrestato. Ventisette palestinesi sono rimasti feriti durante il raid, due da proiettili di gomma e 25 per inalazione di fumo. Lo ha reso noto la Mezzaluna Rossa Palestinese.
Secondo la popolazione locale e le autorità di sicurezza, le forze dell'Idf sono entrate in città con decine di veicoli e hanno perquisito diverse abitazioni. L'esercito ha anche ordinato a molte famiglie residenti nella Casbah di lasciare le proprie abitazioni e di rientrare nel pomeriggio. Altre fonti affermano che le Idf hanno piazzato cecchini sui tetti di alcuni edifici del centro città e hanno fatto irruzione in diversi negozi.
Media, 'operazione israeliana a Nablus, 80 feriti'
Almeno 80 palestinesi sono rimasti feriti oggi nella città occupata di Nablus, in Cisgiordania, in seguito ad un'operazione delle forze israeliane ancora in corso: lo riporta Al Jazeera, che cita fonti mediche. Secondo le fonti, un palestinese è stato ferito da colpi di arma da fuoco. L'esercito israeliano ha confermato all'agenzia di stampa Afp che sta conducendo un'operazione nella zona, senza specificarne lo scopo. Secondo alcuni residenti, il raid è iniziato alle 3:00 ora locale (le 2:00 in Italia), con i soldati che hanno fatto irruzione in diversi quartieri della città vecchia, che conta circa 30.000 abitanti.
Medioriente, Meloni: "C'è chi salva bambini e chi urla slogan"
"Chiediamo a tutte le Nazioni di esercitare ogni possibile pressione su Hamas affinché rilasci gli ostaggi ancora detenuti. E chiediamo a Israele di fermare gli attacchi, interrompere l'espansione degli insediamenti dei coloni in Cisgiordania e consentire l'accesso agli aiuti umanitari. L'Italia è la Nazione europea che si è spesa di più. C'è chi si limita a urlare slogan e chi, invece, salva bambini. Io sono orgogliosa di appartenere ai secondi". Così la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, intervenendo al Meeting di Rimini.
Onu, 'quasi 1.000 morti in Cisgiordania da ottobre 2023'
"Nella Cisgiordania occupata, solo dall'ottobre 2023, 982 palestinesi sono stati uccisi dalle forze israeliane e dai coloni, e oltre 42.000 sono stati sfollati con la forza a causa di operazioni militari, demolizioni di case e attacchi dei coloni": lo afferma su X l'Ufficio dell'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani. "Le violenze di questo fine settimana ad Al Mughayyir sono l'ennesimo esempio dell'oppressione e della coercizione continue nei confronti dei palestinesi. Tutte queste violenze devono cessare e deve essere garantita una responsabilità imparziale", scrive l'Alto commissario Volker Turk.
Idf, evacuazione di Gaza City "inevitabile"
L'evacuazione di Gaza City è "inevitabile". Lo ha dichiarato su X il portavoce dell'esercito israeliano in lingua araba Avichay Adraee. Mentre l'esercito si prepara a conquistare la più grande città del territorio palestinese, Adraee ha scritto: "L'evacuazione di Gaza City è inevitabile, e quindi ogni famiglia che si trasferisce nel sud riceverà gli aiuti umanitari più generosi, su cui si sta attualmente lavorando".
Meloni, ingiustificabile uccisione giornalisti a Gaza
"Condanniamo l'ingiustificabile uccisione di giornalisti a Gaza e l'inaccettabile attacco alla libertà di stampa". A dirlo la premier Giorgia Meloni al Meeting di Rimini.
Appello di una suora in Cisgiordania: ‘Non rendiamoci complici del genocidio, fermiamo atrocità’
Accorato appello di suor Giovanna, della comunità della Piccola Famiglia dell'Annunziata di Ma'in, vicino al confine con la Cisgiordania. “Le notizie che arrivano sono ogni giorno più dolorose, più atroci. Netanyahu ha approvato un nuovo attacco su Gaza, per "distruggere tutto". Io non ce la faccio più a restare ferma. La mia coscienza mi tormenta, perché questo restare inerti - questo non fare nulla - ci rende complici. Complici di un genocidio”, denuncia la religiosa in una lettera aperta nella quale propone “quello che da mesi mi sembra l'unico gesto possibile: radunare un centinaio tra religiose e religiosi, e andare a Roma, davanti al Quirinale, a pregare giorno e notte, a leggere i Salmi e il Vangelo. A chiedere con la forza mite della preghiera che il governo italiano interrompa ogni vendita di armi a Israele, che si rompano i legami economici con chi porta avanti un'opera di annientamento. E poi, andiamo anche in piazza San Pietro, con cartelli semplici, diretti, che chiedano al Papa di andare a Gaza, di condannare pubblicamente Israele, di lanciare appelli incessanti perché i Paesi occidentali si mobilitino per fermare il genocidio”.
Il Papa, supplico tutela civili, no a spostamenti forzati
"Supplico che siano liberati tutti gli ostaggi, che si raggiunga un cessate il fuoco permanente e che si faciliti l'ingresso degli aiuti umanitari e che venga integralmente rispettato il diritto umanitario, in particolare l'obbligo di tutelare i civili e i divieti di punizione collettiva e di spostamento forzato della popolazione". Così papa Leone in un nuovo appello per la Terra Santa all'udienza generale. "Mi associo alla dichiarazione congiunta dei Patriarchi di Gerusalemme - ha aggiunto - che ieri hanno chiesto di porre fine a questa spirale di violenza, di guerra e di dare priorità bene comune delle persone".
Il Papa: si ponga fine al conflitto in Terra Santa
La guerra a Gaza deve finire. Nel corso dell'udienza generale, Papa Leone XIV ha lanciato un nuovo "forte appello alle parti affinché si ponga termine al conflitto in Terra Santa, che tanta distruzione e
morte ha causato, siano liberati gli ostaggi, siano portati gli
aiuti umanitari". Il Pontefice ha ribadito "l'obbligo di tutelare i civili, il
divieto di punizione collettiva e deportazione della popolazione".
"Mi associo alla dichiarazione congiunta dei patriarchi di Gerusalemme", ha poi aggiunto.
Hamas, 10 morti per fame a Gaza in 24 ore, anche 2 bambini
Il ministero della Salute di Gaza gestito da Hamas afferma che 10 palestinesi, tra cui due bambini, sono morti nella Striscia a causa della "carestia e della malnutrizione" nelle ultime 24 ore. Il bilancio porta a 313 il numero totale dei decessi legati alla fame dall'inizio della guerra con Israele, tra cui 119 minori, si legge in un comunicato pubblicato su Telegram.
Gaza, Israele attacca ospedale Nasser. Tra le vittime anche 5 giornalisti: chi erano
Un raid dell’Idf con un drone kamikaze ha colpito la struttura ospedaliera a Khan Yunis. Tra i morti Hossam al-Masri, cameraman della Reuters, Moaz Abu Taha, il fotoreporter di Al Jazeera, Mohammed Salama, Mariam Abu Daqa, che collaborava con l'Independent Arabic e l'Associated Press. La quinta vittima è Ahmed Abu Aziz
Gaza, Israele attacca ospedale Nasser. 5 giornalisti uccisi: chi erano
Vai al contenutoMedia, 'attacchi Idf a Gaza, 21 morti dall'alba'
Almeno 21 palestinesi sono stati uccisi negli attacchi dell'esercito israeliano (Idf) nella Striscia di Gaza dall'alba di oggi: lo hanno reso noto fonti mediche citate da Al Jazeera. Il bilancio include quattro civili uccisi mentre aspettavano gli aiuti umanitari.
Idf, continuano operazioni nella periferia di Gaza City
Le truppe di terra israeliane continuano a operare alla periferia di Gaza City in vista dell'offensiva pianificata per conquistare la parte settentrionale della città. Lo riferisce l'Idf in una nota riportata dal Times of Israel. Secondo l'esercito, le forze della 99ma Divisione hanno colpito le infrastrutture di Hamas sia in superficie che sottoterra e nelle ultime 24 ore hanno distrutto diversi posti di osservazione. Allo stesso tempo, la 162ma Divisione è stata impegnata in combattimenti a Jabaliya e alla periferia di Gaza City "nel tentativo di eliminare gli agenti dei gruppi terroristici e smantellare le loro reti", scrive Times of Israel. Nel resto della Striscia, l'Idf ha riferito che la 36ma Divisione continua le sue operazioni a Khan Younis.
Idf, eliminato comandante apparato sicurezza Hamas
Un aereo dell'aeronautica militare israeliana ha eliminato Mahmoud al-Asud la scorsa settimana, guidato dall'intelligence militare e dallo Shin Bet. Lo ha annunciato il portavoce dell'Idf, aggiungendo che durante la guerra e nel corso degli anni, al-Asud e' stato una figura centrale nell'apparato e ha costituito "un importante centro di conoscenza" all'interno dell'organizzazione. Al-Asud era il comandante della zona occidentale di Gaza nell'apparato di sicurezza generale di Hamas. L'Idf ha anche riferito che le forze delle Divisioni 162 e 99 hanno eliminato terroristi e distrutto infrastrutture terroristiche nel nord di Gaza. Nell'area di Khan Younis, nel sud di Gaza, l'Idf ha distrutto ulteriori infrastrutture e ha attaccato un deposito utilizzato per la riparazione di armamenti navali.
Lapid, mediatori delusi da Israele per mancata risposta
Figure molto importanti in Egitto hanno trasmesso alle loro controparti israeliane la loro "delusione, frustrazione e rabbia" per il fatto che Israele, dopo otto giorni, non ha ancora risposto all'ultima proposta di cessate il fuoco e di rilascio di ostaggi che Hamas afferma di aver accettato. Lo ha detto il leader dell'opposizione israeliana Yair Lapid, affermando che i mediatori dell'accordo lo hanno chiamato per chiedergli se sa perche' il primo ministro Benjamin Netanyahu non ha ancora risposto all'ultima proposta di accordo. "Negli ultimi giorni ho parlato con i mediatori al piu' alto livello nei negoziati, e mi hanno detto 'non capiamo cosa sia successo, Hamas ha accettato le condizioni poste da Netanyahu'", ha detto Lapid alla radio dell'esercito. "Mi hanno chiamato per chiedermi se so perche' non risponde a loro", ha spiegato Lapid, riferendosi a Netanyahu. L'ex primo ministro ha affermato che gli egiziani hanno definito il comportamento di Netanyahu "strano e inaccettabile. C'e' l'opportunita' di raggiungere un accordo e garantire il rilascio di almeno 10 ostaggi vivi, e Israele sta semplicemente voltando le spalle". Le dichiarazioni di Lapid arrivano dopo che Netanyahu ha pubblicamente escluso qualsiasi ulteriore accordo per il cessate il fuoco e il rilascio di ostaggi, e sta invece chiedendo un accordo globale in cui tutti i prigionieri detenuti da Hamas vengano liberati immediatamente, insieme ad altre richieste tra cui la smilitarizzazione di Gaza. Un portavoce del ministero degli Esteri del Qatar ha anche detto ieri che Doha non ha ancora ricevuto una risposta da Israele all'ultima proposta di cessate il fuoco, che secondo lui soddisfa quasi tutte le richieste di Israele. "La palla e' ora nel campo di Israele, e sembra che non voglia raggiungere un accordo", ha detto il portavoce. Ieri, il gabinetto di sicurezza si e' riunito per un paio d'ore, ma secondo quanto riferito non ha discusso una risposta all'attuale proposta.
Saar attacca Macron, "Se Hamas ti loda, si spiega tutto"
Prosegue lo scontro a distanza tra Parigi e Tel Aviv. Durante la visita diplomatica negli Stati Uniti, dove nel pomeriggio incontrera' il segretario di Stato Marco Rubio, il ministro degli Esteri Gideon Saar e' stato intervistato dal Wall Street Journal. Al quotidiano statunitense, Saar ha commentato in maniera dura la volonta' di diversi Paesi del mondo, tra cui la Francia, di riconoscere lo Stato palestinese. Saar, rivolgendosi direttamente al presidente francese ha dichiarato: "Quando Hamas ti loda, come ha fatto con Macron, si spiega tutto". Nell'intervista, il ministro israeliano si e' lamentato del fatto che numerosi governi di sinistra in tutto il mondo sono giunti alla conclusione che uno Stato palestinese dovrebbe essere riconosciuto dopo gli attacchi del 7 ottobre 2023.
Netanyahu, Gaza non sarà più una minaccia per Israele
Intervenendo dopo la riunione del gabinetto di sicurezza su Gaza, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha afferma in modo criptico: "È iniziato a Gaza e finirà a Gaza". "Non lasceremo lì quei mostri; libereremo tutti i nostri ostaggi; faremo in modo che Gaza non rappresenti più una minaccia per Israele", ha affermato Netanyahu durante un evento a Gerusalemme a sostegno delle colonie, come riportano i media locali. "Ho detto che avremmo impedito la creazione di uno Stato palestinese, e lo stiamo facendo, insieme", afferma. "Ho detto che avremmo costruito e mantenuto parti della nostra terra, della nostra patria, e lo stiamo facendo".
Trump presiederà oggi una 'grande riunione' su Gaza' (2)
"Domani (mercoledì) avremo un grande incontro alla Casa Bianca, sotto la guida del presidente, e stiamo sviluppando un piano molto completo per il giorno dopo" nel territorio palestinese devastato dalla guerra da quasi due anni, ha detto Witkoff a Fox News, senza fornire ulteriori dettagli.
Esercito Israele, intercettato missile lanciato da Yemen
L'esercito israeliano ha intercettato un missile lanciato dallo Yemen "in seguito ad allarmi attivati ;;poco tempo fa in diverse zone del Paese". Lo ha comunicato l'aeronautica militare in un post su X.
'Trump presiederà oggi una 'grande riunione' su Gaza'
Donald Trump presiederà oggi una "grande riunione" su Gaza. Lo ha annunciato l'inviato Usa Steve Witkoff.
"Governo Netanyahu non ha parlato di tregua, avanti offensiva"
Il gabinetto di sicurezza del governo israeliano si è concluso "senza alcuna discussione sull'ultima proposta di tregua di Hamas" e senza un voto formale su eventuali provvedimenti. L'esecutivo sarebbe fermo sull'intenzione di proseguire l'offensiva nella Striscia conquistando Gaza City. I ministri sono ora a una cena di gala dove i manifestanti li inveiscono al grido "celebrate mentre gli ostaggi muoiono di fame". Lo riporta Channel 12 alla fine del gabinetto di sicurezza.