Gaza, dichiarata ufficialmente la carestia. Onu: "La fame come arma di guerra"

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A confermarlo è stato un rapporto dell'Integrated Food Security Phase Classification (Ipc), il quale aveva già avvertito che la carestia era imminente in alcune parti della Striscia, a causa del blocco degli aiuti da parte di Israele. La fame a Gaza è "apertamente promossa da alcuni leader israeliani come arma di guerra", ha detto il responsabile umanitario Onu, Tom Fletcher

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A Gaza è stata ufficialmente dichiarata la carestia. A confermarlo è stato un rapporto dell'Integrated Food Security Phase Classification (Ipc), il sistema globale di monitoraggio della fame sostenuto dall'Onu, il quale aveva già avvertito che la carestia era imminente in alcune parti della Striscia, a causa del blocco degli aiuti da parte di Israele. La fame a Gaza è "apertamente promossa da alcuni leader israeliani come arma di guerra", ha detto il responsabile umanitario delle Nazioni Unite, Tom Fletcher. "È una carestia che ci perseguiterà tutti" ha aggiunto, invitando il premier israeliano Benjamin Netanyahu a un "cessate il fuoco immediato" e chiedendo che vengano aperti i valichi per far entrare gli aiuti umanitari.

Onu: "A rischio 132mila bambini"

Come si legge nel rapporto dell'Ipc, la carestia nella regione è "interamente provocata dall'uomo" e le vite di 132mila bambini al di sotto dei 5 anni sono a rischio a causa della malnutrizione. "Il tempo del dibattito e dell'esitazione è passato, la fame è presente e si sta diffondendo rapidamente", rimarca il report. I livelli di malnutrizione, in particolare fra i bambini, sono aumentati drasticamente negli ultimi mesi nella prima carestia conclamata del Medio Oriente. "Si prevede che entro giugno 2026 almeno 132.000 bimbi sotto i cinque anni soffriranno di malnutrizione acuta, il doppio rispetto alle stime dell'Ipc di maggio", si legge ancora nel documento. Ci sono oltre 41mila casi di minori ad alto rischio di morte e circa 55.500 donne incinte e in allattamento risultano malnutrite e richiedono urgentemente cibo e assistenza. "Dopo 22 mesi di conflitto incessante, oltre mezzo milione di persone nella Striscia di Gaza si trova ad affrontare condizioni catastrofiche caratterizzate da fame, miseria e morte", riferisce ancora il rapporto.

Ipc: "Numeri destinati ad aumentare"

Come sottolinea ancora il rapporto, si prevede che questo numero, basato sulle informazioni raccolte tra il 1° luglio e il 15 agosto, salirà a quasi 641.000 persone, quasi un terzo della popolazione, entro la fine di settembre. L'Ipc ha anche affermato che si tratta del peggioramento più grave della situazione da quando ha iniziato ad analizzare i dati sulla fame nella Striscia. Preoccupa soprattutto la situazione a Gaza City, dove è stata avviata l'occupazione da parte dell'esercito israeliano, e la carestia potrebbe estendersi a sud, fino a Deir al-Balah e Khan Younis, entro la fine del mese prossimo.

Israele: "Rapporto dell'Ipc falso e basato sui dati di Hamas"

Dopo la pubblicazione del rapporto dell'ipc, Israele ha replicato "respingendo fermamente" le conclusioni del documento, "in particolare l'affermazione sulla carestia a Gaza City". Il Coordinamento delle Attività Governative nei Territori (Cogat), l'organismo militare responsabile degli aiuti, ritiene che "il rapporto è falso e si basa su dati parziali e di parte e su informazioni superficiali provenienti da Hamas, un'organizzazione terroristica". "Fatti distorti minano la credibilità dell'Ipc", afferma Israele.

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