Cisgiordania, la comunità di Al-Muarajat sfollata: "Ci cancelleranno"

Senza acqua, senza casa. Senza servizi di base, senza scuole. Senza denaro, senza bestiame. La comunità beduina di Al-Muarajat, che vive nella Valle del Giordano, non ha più niente. Dopo i recenti attacchi dei coloni israeliani, che in Cisgiordania hanno intensificato la propria attività costringendo sempre più famiglie locali allo sfollamento, anche i membri di Al-Muarajat si trovano oggi in condizioni estremamente complesse. La comunità, che ospita venti famiglie ed è composta da circa 120 persone, è sfollata: costretta a vivere altrove, con la costante paura di essere aggredita ancora, di essere obbligata ad abbandonare il proprio rifugio, di essere uccisa. “I coloni hanno attaccato la zona, hanno rubato più di sessanta pecore e hanno occupato con la forza molte abitazioni, minacciando i residenti di andarsene”, ha raccontato a Sky Tg24 Insider Samar Osama, operatrice umanitaria attiva in Cisgiordania per la ong Medical Aid for Palestinians. Molte famiglie ora si trovano da tutt'altra parte: lontani dalla propria terra, dalle proprie abitudini. L'offensiva dei coloni israeliani in Cisgiordania Negli ultimi mesi, in Cisgiordania si è assistito a una preoccupante escalation di minacce e violenze da parte dei coloni, che hanno costretto oltre 35 mila persone a fuggire dalle proprie case e dai campi profughi e a vivere in un “stato di terrore e pressione psicologica”, ha riferito Osama. In particolare, come evidenzia un rapporto di Oxfam, le forze israeliane hanno istituito nella regione oltre 800 posti di blocco e barriere che ostacolano, tra le altre cose, qualsiasi risposta umanitaria, rendendo complicato l'ingresso di aiuti e soccorsi per la popolazione locale. Oxfam lo ha definito il “più grande sfollamento forzato dall'inizio dell'occupazione del 1967”. Gli insediamenti nell'area sono, secondo l'Onu, “illegali” e “costituiscono una violazione del diritto internazionale". Al momento, Al-Muarajat è la nona comunità, tra i Governatorati di Ramallah e Gerico in Cisgiordania, a essere stata sfollata a seguito degli attacchi israeliani. “Il nuovo avamposto istituito ad Al-Muarajat permette ai coloni di andare e venire liberamente: attaccano le famiglie, rubano il bestiame, si appropriano delle case. I residenti vengono costretti ad andarsene perché l'obiettivo dei coloni sembra essere quello di assumere il pieno controllo della zona”, spiega ancora la volontaria. Il racconto di Samar “Il giorno in cui i coloni hanno invaso le comunità nella Valle del Giordano, si è registrata un'ondata di violenza crescente. Hanno sequestrato le case, rubato il bestiame, attaccato le scuole”, ha raccontato Osama, che attualmente si trova nella regione per offrire assistenza e sostegno sanitario alle famiglie locali. Nello specifico ad Al-Muarajat, “le abitazioni sono state totalmente occupate dai coloni, che ora si muovono indisturbati nell'area con il sostegno dell'esercito e della polizia israeliani, i quali non solo non intervengono, ma facilitano anche le minacce ai residenti”. La maggior parte delle famiglie è stata trasferita in altre zone, come Al-Auja e Al-Awsaj, ma “anche lì le condizioni di vita sono terribili, le minacce continuano, i servizi di base come acqua, elettricità, assistenza medica sono limitati o del tutto assenti”. La popolazione civile “è devastata, ha paura”. “Madri, bambini, anziani e persone con disabilità vengono costretti ad abbandonare le loro case, e restano senza nulla. Questo è incredibilmente doloroso e preoccupante”, spiega ancora la volontaria di Medical Aid for Palestinians. I membri della comunità “si sentono soli perché non c'è nessuno che li protegge”, “non hanno più nemmeno il bestiame, sono rimasti senza soldi e senza elettricità”. I bambini invece “vengono privati di un'istruzione di base perché non possono nemmeno andare a scuola”. Nella Valle del Giordano regna un'atmosfera di “paura, paura per la vita dei loro figli, per la vita dei loro cari”. Le testimonianze della comunità locale “Per anni, i coloni ci hanno molestato, ma la recente istituzione dell'avamposto ha rappresentato un pericoloso punto di svolta”, ha riferito Rama , membro della comunità di Al-Muarajat, raccontando degli attacchi dei coloni israeliani alla comunità beduina. “Quella sera nessuno ha dormito: tutti cercavano di radunare le proprie cose per andarsene. Poi, al mattino, quando tutti stavamo facendo i bagagli per partire, i coloni ci hanno attaccato, cercando di rubare il nostro bestiame”, ha precisato. La famiglia di Rama è stata sfollata in una zona vicino ad Aqabat Jaber, un campo profughi palestinese situato nel Governatorato di Gerico. Dopo giorni trascorsi sotto il sole senza un riparo o un rifugio, le forze israeliane e i coloni hanno fatto irruzione anche in quella zona, minacciandoli di “andare via entro le 20, altrimenti perderete tutto”, come riporta Medical Aid for Palestinians. In seguito, sono stati trasferiti nel villaggio di Al-Awsaj, a nord di Gerico. “Nelle prossime settimane io inizierò il master e mia sorella, che frequenta l'ultimo anno di liceo, dovrà sostenere gli esami, ma non riesce a prepararsi come si deve. Ora è costretta a studiare sotto il sole”, ha spiegato Rama. Secondo la testimonianza di Khaled , altro membro della comunità beduina nella Valle del Giordano, l'obiettivo dei coloni è "semplicemente quello di cancellare completamente la nostra presenza”. L'appello di Samar “Vorrei incoraggiare le persone a impegnarsi di più per sensibilizzare l'opinione pubblica su ciò che sta succedendo a Gaza e in Cisgiordania e su ciò che le forze di difesa israeliane e i coloni stanno facendo in questo momento”, ha dichiarato Samar Osama, lanciando un appello. “L'escalation di violenze sta minacciando seriamente il popolo palestinese e i civili vengono presi di mira dai coloni, non solo nelle comunità beduine, ma anche nelle città”. Poi ha concluso: “Le strade sono bloccate ormai dall'ottobre 2023: questo significa che non ci si può spostare, non si può andare al lavoro. E la violenza dell'Idf nei confronti di bambine, bambini, ragazze, ragazzi, donne, uomini, anziani è semplicemente orribile”.

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Silvia Donnini