Guerra Israele, nove palestinesi uccisi a un centro di distribuzione aiuti

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Almeno nove civili palestinesi sono stati uccisi delle Forze di difesa israeliane, nel nord della Striscia di Gaza, in un punto di distribuzione di aiuti umanitari. Secondo quanto riportato dal Jerusalem Post, Netanyahu ha ricevuto un documento in cui si afferma che la posizione di Hamas è in linea con l'offerta fatta da Steve Witkoff, che include il rilascio di 10 ostaggi vivi e 18 ostaggi morti in cambio di un cessate il fuoco di 60 giorni e del rilascio dei prigionieri palestinesi

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Almeno nove civili palestinesi sono stati uccisi delle Forze di difesa israeliane, nel nord della Striscia di Gaza, in un punto di distribuzione di aiuti umanitari, riferiscono fonti locali citate dall'agenzia di stampa palestinese Wafa. Si tratta dell'ennesimo episodio di violenza in uno dei punti di soccorso, istituiti e controllati da Israele come monopolio della distribuzione di aiuti. 

Hamas potrebbe aver cambiato posizione sui negoziati per la presa degli ostaggi e sarebbe disposta a concordare un "accordo parziale", ha riferito Channel 12, citando un documento classificato ricevuto dal primo ministro Benjamin Netanyahu. Secondo quanto riportato dal Jerusalem Post, Netanyahu ha ricevuto un documento in cui si afferma che la posizione di Hamas è in linea con l'offerta fatta dall'inviato speciale degli Stati Uniti Steve Witkoff, che include il rilascio di 10 ostaggi vivi e 18 ostaggi morti in cambio di un cessate il fuoco di 60 giorni e del rilascio dei prigionieri palestinesi.

Almeno 1.760 palestinesi sono stati uccisi mentre cercavano aiuti a Gaza tra il 27 maggio e il 13 agosto, secondo gli ultimi dati resi noti dall'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani. 

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Gaza Cola, cos'è e come è nata la bevanda venduta da Coop Alleanza 3.0

Questa  bibita è il risultato di un progetto di proprietà palestinese che,  grazie al ricavato delle vendite, contribuisce alla ricostruzione  dell’ospedale Al-Karama nel governatorato di Gaza Nord.

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A Gaza non muoiono solo i giornalisti ma anche l'informazione libera

L'uccisione di Anas al Sharif, Mohammed Qreiqeh, Ibrahim Zaher,  Moamen Aliwa e Mohammed Noufal è solo l'ultimo atto di quella che è la  guerra più pericolosa al mondo per i reporter. Dall'inizio del  conflitto, a Gaza sono stati uccisi tra 181 e 240 giornalisti. Tutti  locali, perché la stampa estera non può entrare nella Striscia per  documentare indipendentemente ciò che accade.

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Idf, domani iniziano preparativi per espulsione palestinesi da Gaza City

L'esercito israeliano ha annunciato che domani inizieranno i preparativi per espulsione dei residenti palestinesi da Gaza City verso il sud, il primo passo della nuova strategia  annunciato da Benjamin Netanyahu di occupazione della città, una mossa che l'Onu ha definito "una nuova calamità" nel mezzo dell'assoluta catastrofe umanitaria provocata dalla guerra a Gaza, che porterebbe allo sfollamento forzato di un milione di palestinesi nel sud della Striscia. 

"In conformità agli ordini dati dalla classe politica e nell'ambito dei preparativi per trasferire la popolazione civili dalle zone di combattimento al sud della Striscia di Gaza" il portavoce in lingua araba dall'Idf, Avichay Adraee, ha comunicato sui social che domani inizierà la distribuzione di "tende ed equipaggiamento ai residenti". "Gli aiuti entreranno attraverso il valico di Kerem Shalom, attraverso l'Onu e le organizzazioni internazionali" aggiunge il portavoce. 

Gaza, chi è Samir Hulileh: l’imprenditore tra i possibili candidati a guidare la Striscia

Imprenditore ed ex alto funzionario dell’Autorità nazionale palestinese, Hulileh è tra le possibili figure che potrebbero guidare Gaza al termine del conflitto. Figura considerata accettabile sia da Israele sia dagli Stati Uniti, guiderebbe con l’avallo della Lega Araba. Il piano, sostenuto dal lobbista Ari Ben-Menashe, prevede ricostruzione, ristabilimento dell’ordine e sfruttamento dei giacimenti di gas, con investimenti per la ricostruzione stimati in 53 miliardi di dollari.

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Usa, stop a tutti visti turistici per chi arriva da Gaza

Il dipartimento di Stato americano ha annunciato la sospensione di tutti i visti turistici per i cittadini di Gaza, in attesa di una "revisione completa e approfondita" del processo di rilascio dei permessi medici temporanei per le persone provenienti dalla Striscia. "Tutti i visti turistici per i cittadini di Gaza vengono sospesi fino a quando non avremo terminato una revisione completa e approfondita del processo per rilasciare un piccolo numero di visti medico-umanitari temporanei", si legge in una nota. 

Netanyahu: "Accordo solo con tutti gli ostaggi liberi e nostre richieste accolte"

In risposta alle notizie di una nuova disponibilità do Hamas ad un accordo per il rilascio a fasi degli ostaggi, Benjamin Netanyahu ribadisce che è possibile solo un accordo in cui tutti gli ostaggi vengano liberati nello stesso momento e tutte le richieste del governo israeliano vengano accolte.   

"L'ufficio del primo ministro chiarisce che Israele accetterà un accordo solo a condizione che tutti gli ostaggi vengano rilasciati in una volta sola, e nel rispetto delle nostre condizioni per la fine della guerra che comprendono il disarmo di Hamas, la smilitarizzazione della Striscia di Gaza, il controllo israeliano del perimetro di Gaza e l'installazione di un governo che non sia di Hamas o nell'Anp che viva in pace con Israele", si legge in una nota diffusa dall'ufficio di Netanyahu, ripreso da Times of Israel

Francia, dice "Palestina libera" a un aereo di linea israeliano: sospeso un controllore

L'episodio è avvenuto durante una comunicazione via radio all'aeroporto De Gaulle di Parigi. Per il controllore "è stato immediatamente avviato un procedimento disciplinare. La sanzione deve essere commisurata alla gravità dei fatti", ha dichiarato il ministro dei Trasporti francese Tabarot.

Francia, dice Palestina libera a volo israeliano: sospeso controllore

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Arrivata da Gaza malnutrita, muore una 20enne a Pisa

Era partita con un volo militare della 46/a Brigata aerea nell'ambito dell'operazione umanitaria del governo italiano per dare un'assistenza sanitaria maggiore a civili palestinesi vittime del conflitto.

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Cosa significa essere una donna incinta a Gaza

Nella Striscia di Gaza, sotto le bombe, le donne continuano a  partorire in un contesto drammatico: i farmaci scarseggiano, le  ambulanze sono quasi inesistenti e l’assistenza dei neonati nel post  parto è impossibile da garantire. Il racconto di Eleonora Bruni,  responsabile delle attività ostetriche di Emergency dopo sei settimane  di attività nella clinica nell’area di alQarara, città a nord di Khan Yunis

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Israele fornirà tende per evacuare i civili di Gaza City a sud

Israele riprenderà domani la fornitura di tende e altre attrezzature per gli sfollati a Gaza, "nell'ambito dei preparativi dell'esercito per trasferire la popolazione dalle zone di combattimento verso il sud della Striscia", in vista della nuova offensiva voluta dal governo di Benyamin Netanyahu. Lo annuncia il Cogat, l'ente israeliano per il coordinamento delle attività nei territori. "Gli aiuti saranno trasferiti attraverso il valico di Kerem Shalom dalle Nazioni Unite e da organizzazioni internazionali, a seguito di un'accurata ispezione di sicurezza condotta" dalle autorità del ministero della Difesa, aggiunge il Cogat sottolineando che "l'Idf continuerà ad agire in conformità con il diritto internazionale al fine di facilitare l'ingresso di aiuti umanitari nella Striscia di Gaza". Il piano del governo israeliano prevede che l'esercito occupi Gaza City, dove si stima che siano rifugiati circa un milione di civili che saranno evacuati verso sud. 

Yemen, in migliaia a Sanaa per le proteste contro Israele

Decine di migliaia di yemeniti si sono radunati per una manifestazione di protesta nella capitale yemenita Sanaa contro i continui attacchi israeliani alla Striscia di Gaza. 

Yemen, in migliaia a Sanaa per le proteste contro Israele | Video Sky - Sky TG24

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La Francia ha chiesto a Israele di abbandonare il suo progetto di costruire 3.400 unità abitative in Cisgiordania

La Francia ha chiesto a Israele di abbandonare il suo progetto di costruire 3.400 unità abitative in Cisgiordania in quanto "costituisce una grave violazione del diritto internazionale", ha dichiarato il ministero degli Affari Esteri francese. "La Francia condanna con la massima fermezza la decisione delle autorità israeliane di approvare il progetto di insediamento E1, che prevede la costruzione di oltre 3.000 unità abitative a est di Gerusalemme", ha dichiarato un portavoce del ministero.

Hannoun: "Sono un simpatizzante di Hamas, non un leader"

"Sono simpatizzante di Hamas come di ogni fazione che lotta per i diritti del mio popolo, i politici mi accusano di esserne un leader per infangare me e chi mi si avvicina per partecipare a incontri o progetti per la Palestina": lo ha detto alla manifestazione milanese per Gaza Mohammad Hannoun, il presidente dell'Associazione Palestinesi d'Italia.  Hannoun, 63 anni, cittadino giordano, fondatore nel 1994 dell'Associazione benefica di solidarietà con il Popolo palestinese, nell'ottobre del 2023 è stato inserito nella blacklist del Dipartimento del Tesoro statunitense con l'accusa di essere un finanziatore del terrorismo e di promuovere manifestazioni contro Israele. "E' una bufala che sia un leader di Hamas - ha sottolineato Hannoun, che lo scorso novembre dopo una manifestazione proPal aveva ricevuto un foglio di via da Milano 'per istigazione all'odio e alla violenza' - sono semplicemente un palestinese impegnato da decenni nella lotta per i diritti del suo popolo. Come tutti i popoli abbiamo il diritto di combattere contro l'occupazione e sostenere tutte le forze politiche impegnate nella lotta per i nostri diritti. Hamas - ha proseguito - ha avuto più del 70% dei voti a Gaza e in Cisgiordania, quindi è un legittimo rappresentante del popolo palestinese e io sono simpatizzante di Hamas come lo sono di ogni fazione che lotta per i miei diritti". Con la carovana di oggi, "speriamo che la nostra voce raggiunga i potenti per alleviare la sofferenza dei gazawi. Netanyahu ha detto che esclude lo stato palestinese e vorrebbe sterminarli, ha detto ufficialmente che la grande Israele verrà creata appena possibile e purtroppo ha l'appoggio assoluto sia di Trump che della comunità europea". Al Governo Italiano "noi chiediamo il rispetto della costituzione e di non finanziare la guerra: accogliere feriti gazawi è al 100% propaganda quando si inviano armi al genocida". 

Il falco Ben Gvir in cella da Barghouti: "Non vincerai"

"Non ci sconfiggerete", perché chi prova ad attaccare gli israeliani, "noi lo cancelliamo". La frase rivolta dall'ultrafalco Itamar Ben Gvir al carismatico leader palestinese Marwan Barghouti, in carcere da 23 anni con la prospettiva di restarci, in un video girato dallo stesso ministro è diventata virale sui social, suscitando un'ondata di indignazione, e non solo fra i palestinesi. L'exploit del controverso ministro per la sicurezza, anche nei tempi, fa coppia con l'annuncio del suo sodale e alleato, il collega alle Finanze, Bezalel Smotrich, della costruzione di 3.400 insediamenti per coloni nello spazio fra la Cisgiordania e Gerusalemme Est, seppellendo per sempre, nelle sue stesse parole, l'idea di uno Stato palestinese. Ben Gvir dice che l'incontro nel carcere di Ganot è stato casuale, durante una visita alla struttura, anche perché il nome del penitenziario nel quale Barghouti è detenuto è segreto. "Non vincerai. Chiunque si metta contro il popolo di Israele, chiunque uccida i nostri figli, chiunque uccida le nostre donne, noi lo cancelleremo. Devi saperlo", dice nei 13 secondi del filmato a un irriconoscibile Barghouti, smagrito e dall'aria sofferente, rasato in testa e senza i proverbiali baffi, che seduto su una panca sembra annuire agli improperi. Se il loro incontro non è casuale, quello di Ben Gvir costituisce senz'altro un gesto strategico, una voluta provocazione, un tentativo di umiliazione nei confronti di quello che i sostenitori da anni cercano di accreditare come il "Mandela palestinese". Barghouti, arrestato nel 2002, è stato condannato nel 2004 a cinque ergastoli per attentati terroristici in cui morirono cinque israeliani durante la secondo Intifada, che imperversò fra il 2000 e il 2004. Storico dirigente di Al Fatah, il partito di Yasser Arafat e dell'attuale presidente dell'Autorità nazionale Palestinese, Abu Mazen, 66 anni, malgrado sia fuori gioco da oltre vent'anni, è considerato tuttora una figura unificante nella società palestinese, profondamente divisa da oltre 30 anni, politicamente oltre che geograficamente. Non a caso, Barghouti è sempre in cima alle liste di prigionieri da liberare in cambio del rilascio degli ostaggi: richiesta alla quale Israele non ha mai dato l'assenso. "Mio padre ha perso molto peso e sembra vecchio", ha commentato il filmato di Ben Gvir il figlio Arab, che ha definito il gesto del ministro dell'ultradestra "arroganza spudorata". 

Gaza, raid israeliano contro scuola-rifugio: diversi morti

Un attacco israeliano ha colpito una scuola che ospitava palestinesi sfollati, uccidendo e ferendo diverse persone .

Gaza, raid israeliano contro scuola-rifugio: diversi morti | Video Sky - Sky TG24

Gaza, raid israeliano contro scuola-rifugio: diversi morti | Video Sky - Sky TG24

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Israele, domani sciopero generale per ostaggi: occhi su Tel Aviv

Israele si prepara allo sciopero generale di domani, indetto dalle famiglie degli ostaggi ancora a Gaza. Gli organizzatori chiedono una "pausa nella vita quotidiana" per chiedere al governo un accordo che ne consenta il rilascio. La mobilitazione, che si tenie sotto lo slogan "Israele in pausa", inizierà alle 7 ora locale (le 6 in Italia) con raduni agli incroci stradali e proseguirà per tutta la giornata con marce, preghiere ed eventi in tutto il Paese. Particolare attenzione sarà rivolta a Tel Aviv, dove si prevede che quasi un milione di persone si raduneranno in Piazza degli Ostaggi, epicentro delle proteste fin dall'inizio della guerra. Una grande manifestazione è prevista per le 20 (le 19 in Italia) di fronte al quartier generale dell'esercito israeliano a Tel Aviv. Lo sciopero gode di un ampio sostegno sociale. Diverse università, tra cui l'Università ebraica di Gerusalemme, il Technion di Haifa e l'Open University of Israel, hanno annunciato che consentiranno al proprio personale e agli studenti di unirsi alle proteste, mentre circa 75 politici locali, tra cui il sindaco di Tel Aviv Ron Huldai, hanno espresso il loro sostegno all'iniziativa. 

Parigi condanna le nuove colonie in Israele

La Francia "condanna con la massima fermezza la decisione delle autorità israeliane di convalidare il progetto di colonia che prevede la costruzione di oltre 3.000 alloggi a est di Gerusalemme": lo annuncia un comunicato del Quai d'Orsay, aggiungendo un "appello a Israele ad abbandonare il progetto che rappresenta una grave violazione del diritto internazionale".   

Famiglie ostaggi: "Domani blocchiamo Israele, riportateli a casa"

"Domani, in occasione della Giornata nazionale di sciopero, il popolo israeliano scenderà in piazza unito in un unico appello: nelle strade, nelle piazze, agli incroci, sui social media e ovunque: Riportateli a casa ora!". Lo dichiara in una nota il Forum delle famiglie degli ostaggi alla vigilia del blocco totale invocato per bloccare Israele. "In tutto il Paese, si terranno centinaia di iniziative guidate dai cittadini che metteranno in pausa la vita quotidiana e si uniranno alla lotta più giusta e morale: la lotta per riportare a casa tutti i 50 ostaggi, i sopravvissuti per la riabilitazione e i caduti per una degna sepoltura", si legge nell'appello del Forum che prevede di ospitare domani "quasi un milione di persone in Piazza degli Ostaggi" a Tel Aviv. L'organizzazione prevede infatti l'arrivo di circa 200 autobus, mentre altre attività saranno organizzate in centinaia di località nel resto del Paese. Nell'attesa, stasera, come ogni sabato sera, le famiglie si raduneranno di nuovo invitando il popolo israeliano a unirsi al loro appello: "Ci stiamo avvicinando al punto di non ritorno. I nostri cari non hanno più tempo: scendete in piazza!". 

Premier Anp domani in Egitto, focus crisi umanitaria Gaza

Il primo ministro dell'Autorità nazionale palestinese (Anp), Mohamed Mustafa, inizierà una visita ufficiale in Egitto domani, secondo quanto riportato dall'agenzia di stampa ufficiale palestinese Wafa. Durante la sua visita, il primo ministro palestinese incontrerà il ministro degli Esteri egiziano Badr Abdelatty, con il quale discuterà della situazione umanitaria nella Striscia di Gaza e degli sforzi del Cairo per raggiungere un cessate il fuoco nell'enclave, sottoposta a un'offensiva militare israeliana da oltre 20 mesi, dopo l'attacco di Hamas del 7 ottobre. Secondo Wafa, Mustafa e Abdelatty terranno una conferenza stampa congiunta lunedì, al valico di frontiera di Rafah, che collega l'Egitto a Gaza e che è rimasto chiuso sin dall'occupazione da parte delle forze israeliane. Alla fine di luglio, Mustafa ha dichiarato che la Palestina è disposta a ricevere una "forza di supporto arabo internazionale" per contribuire a garantire la stabilità e facilitare un cessate il fuoco nella Striscia. Tuttavia, ha sottolineato che qualsiasi dispiegamento dovrà essere temporaneo e che solo i palestinesi hanno il legittimo diritto di governare Gaza.

Attacco israeliano con drone ad al-Mawasi, 2 morti

Due palestinesi sono stati uccisi e 15 feriti in un attacco di un drone israeliano ad al-Mawasi, nel sud di Gaza, secondo quanto riferito da fonti di emergenza ad Al Jazeera. L'attacco ha colpito una tenda per sfollati nella zona costiera, che Israele ha designato come "zona sicura".

Arrivata da Gaza malnutrita, muore una 20enne a Pisa

Era partita con un volo militare della 46/a Brigata aerea nell'ambito dell'operazione umanitaria del governo italiano per dare un'assistenza sanitaria maggiore a civili palestinesi vittime del conflitto

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Drone israeliano si schianta a ovest di Gaza City

Un drone israeliano si è schiantato nel quartiere di Remal, a ovest di Gaza City, a causa di un guasto tecnico, secondo quanto riportato da giornalisti di Al Jazeera sul campo. Un video mostra il drone, che assomigliava a un piccolo aereo, schiantarsi in mezzo a una strada trafficata. I passanti sono saltati ai lati del velivolo che poi hanno portato via. L'Autorità per la Radiodiffusione Israeliana ha riferito che il drone era un mezzo di raccolta dati utilizzato da unità di artiglieria dell'esercito israeliano e che si è schiantato a causa di un guasto.

Attacco di coloni israeliani in Cisgiordania, 4 feriti

Quattro palestinesi sono rimasti feriti in un attacco da parte di coloni israeliani a nord di Hebron, nella Cisgiordania occupata, riporta Al Jazeera. Una persona è rimasta ferita anche dopo essere stata colpita da arma da fuoco nella zona di Sheikh Saad ad al-Eizariya, una città al confine con Gerusalemme Est occupata, secondo la Mezzaluna Rossa Palestinese.

Nove palestinesi uccisi a un centro di distribuzione aiuti

Nove civili palestinesi sono stati uccisi e altri sono rimasti feriti dal fuoco israeliano nella Striscia di Gaza settentrionale, secondo fonti locali riprese dall'agenzia palestinese Wafa. Le fonti hanno riferito che le truppe israeliane hanno aperto il fuoco con mitragliatrici contro gli operatori umanitari in un'area di distribuzione nella Striscia di Gaza settentrionale. Dall'alba di oggi - riporta Al Jazeera - sono stati uccisi in tutta la Striscia di Gaza 25 palestinesi, tra i quali 12 ai centri per la distribuzione degli aiuti.

Arrivata da Gaza malnutrita, morta una 20enne a Pisa (2)

L'Azienda ospedaliero universitaria pisana (Aoup) esprime "profondo cordoglio" per la morte della 20enne palestinese "ricoverata nell'unità operativa di Ematologia nella notte tra il 13 e il 14 agosto: la ragazza era arrivata in Italia dalla Striscia di Gaza, accompagnata dalla madre, nell'ambito di un'operazione umanitaria, con un quadro clinico molto compromesso e uno stato di profondo deperimento organico". Ieri, prosegue l'Aoup, "dopo avere eseguito i primi accertamenti necessari e iniziato una terapia di supporto, si è verificata un'improvvisa crisi respiratoria e successivo arresto cardiaco che, purtroppo, ha portato al decesso della giovane: l'azienda ha comunicato il tragico evento alla prefettura, che ha prontamente attivato le procedure necessarie per i successivi adempimenti di competenza".  "Profondo dolore" unito "alla solidarietà di tutti i cittadini toscani alla famiglia" sono stati espressi anche dal presidente della Regione Eugenio Giani. "Il sistema sanitario regionale con il proprio personale, che ringrazio - afferma Giani - sarà sempre in prima fila per garantire massimo sostegno a favore della popolazione di Gaza".

Arrivata da Gaza malnutrita, morta una 20enne a Pisa

E' morta ieri a Pisa la palestinese di 20 anni arrivata meno di 24 ore prima da Gaza con un volo militare della 46/a Brigata aerea nell'ambito dell'operazione umanitaria del governo italiano per dare un'assistenza sanitaria maggiore a civili palestinesi vittime del conflitto. Marah Abu Zuhri era giunta in uno stato di grave malnutrizione. La 20enne era atterrata la notte tra il 13 e il 14 agosto da un C130J dell'Aeronautica militare partito da Eilat con altri pazienti palestinesi e i loro familiari. Portata all'ospedale di Cisanello, la giovane era stata ricoverata d'urgenza ma le sue condizioni erano apparse subito molto critiche.

Israele, numeri e obiettivi del piano per l'occupazione di Gaza. Cosa sappiamo

Il gabinetto di sicurezza israeliano ha approvato il piano di conquista della Striscia, con le Forze di difesa israeliane che si stanno preparando a prendere il controllo di Gaza City. Vediamo numeri e obiettivi del progetto di occupazione voluto dal premier israeliano Benjamin Netanyahu e criticato dalla comunità internazionale.

Israele, ecco numeri e obiettivi del piano per l'occupazione di Gaza

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Media: "Hamas pronta a rinunciare ad alcune richieste"

Hamas potrebbe rinunciare ad alcune delle sue richieste pur di portare avanti il negoziato per un cessate il fuoco a Gaza. Lo affermano fonti diplomatiche israeliane e arabe citate dal Times of Israel, secondo cui i negoziatori israeliani hanno risposto di non essere interessati a un altro cessate il fuoco parziale e di essere disposti a rinunciare ai piani per la conquista di Gaza City solo se il movimento islamico accettera' tutte le richieste, che includono il rilascio di tutti i 50 ostaggi rimasti, il disarmo di Hamas e la smilitarizzazione della Striscia di Gaza. Ma le posizioni rimangono distante, in particolare per quanto riguarda il disarmo di Hamas, una richiesta che i mediatori arabi considerino messa a bella posta per far saltare i colloqui, poiché richiederebbe intense operazioni militari israeliane a Gaza per verificarne il rispetto. I mediatori arabi preferiscono invece un approccio graduale alla gestione delle armi di Hamas, simile al sistema in vigore in Libano. I Paesi arabi sono disposti a contribuire con truppe a questo sforzo a condizione che ciò avvenga su invito dell'Autorità Nazionale Palestinese. Ma un'altra delle condizioni israeliane per porre fine alla guerra è che all'Autorità Nazionale Palestinese venga impedito qualsiasi ruolo di governo a Gaza, impedendo di fatto all'iniziativa araba di procedere. Nonostante l'opposizione di Gerusalemme, i mediatori egiziani e qatarioti hanno in programma la ripresa dei colloqui con Hamas oggi con l'obiettivo di ottenere l'approvazione finale del gruppo su una proposta aggiornata, molto piu' vicina a quella messa a punto da Stati Uniti e Israele il mese scorso. Sebbene questo sia stato definito un accordo parziale, il diplomatico arabo citato dal Times of Israel ha sottolineato che ha ancora il potenziale per trasformarsi in un cessate il fuoco permanente se le parti condurranno negoziati con successo durante la tregua prevista di 60 giorni. Durante questo periodo di due mesi, 10 ostaggi ancora in vita e 18 corpi sarebbero rilasciati in cambio di un numero concordato di prigionieri di sicurezza palestinesi.

Premier danese: Netanyahu è ormai "un problema a sé"

Benjamin Netanyahu è ormai "un problema a sé" e la presidenza di turno danese dell'Unione europea ha in programma di aumentare la pressione su Israele. Lo ha annunciato il primo ministro danese Mette Frederiksen in un'intervista al quotidiano Jyllands-Posten deplorando la situazione umanitaria "assolutamente spaventosa e catastrofica" a Gaza e il nuovo progetto di insediamento in Cisgiordania. "Siamo uno dei Paesi che vogliono aumentare la pressione su Israele, ma non abbiamo ancora ricevuto il sostegno dei membri dell'Ue", ha detto il primo ministro danese, secondo il quale l'obiettivo è esercitare "pressioni politiche e sanzioni, contro i coloni, i ministri o persino contro Israele nel suo complesso". Il riferimento è a misure commerciali o sulla ricerca "senza escludere nulla a priori". Il modello è quello delle sanzioni alla Russia: "che colpiscano dove riteniamo che avranno il maggiore effetto". La Danimarca, tuttavia, ha aggiunto Frederiksen, non prevede di riconoscere lo Stato palestinese.

Gaza, chi è Samir Hulileh: l’imprenditore tra i possibili candidati a guidare la Striscia

Imprenditore ed ex alto funzionario dell’Autorità nazionale palestinese, Hulileh è tra le possibili figure che potrebbero guidare Gaza al termine del conflitto. Figura considerata accettabile sia da Israele sia dagli Stati Uniti, guiderebbe con l’avallo della Lega Araba. Il piano, sostenuto dal lobbista Ari Ben-Menashe, prevede ricostruzione, ristabilimento dell’ordine e sfruttamento dei giacimenti di gas, con investimenti per la ricostruzione stimati in 53 miliardi di dollari

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Onu, da maggio uccisi 1.760 palestinesi in cerca aiuti

Almeno 1.760 palestinesi sono stati uccisi da fine maggio nella Striscia di Gaza, la maggior parte dei quali dall'esercito israeliano, mentre cercavano aiuti umanitari, ha dichiarato l'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Diritti Umani per il Territorio Palestinese. Secondo un portavoce della Difesa Civile di Gaza, Mahmoud Bassal, almeno 38 persone sono state uccise oggi dagli attacchi israeliani nel territorio, tra cui 12 in attesa di aiuti umanitari. 

Idf colpisce siti di Hezbollah nel sud del Libano

Aerei da combattimento dell'aviazione israeliana hanno colpito una struttura di Hezbollah e un tunnel appartenente al gruppo terroristico vicino al castello di Beaufort nel sud del Libano poco tempo fa. Lo riferiscono le Forze di difesa israeliane (Idf). L'esercito afferma che l'esistenza del sito è una violazione del cessate il fuoco tra Israele e Libano. "Non ci muoveremo dalla nostra politica di massima applicazione e non permetteremo che sorgano minacce contro i residenti del nord e tutti i cittadini di Israele", ha affermato il ministro della Difesa israeliano Israel Katz in una dichiarazione sugli attacchi secondo quanto riferisce 'The Times of Israel'.

Media, Hamas potrebbe accettare accordo parziale sugli ostaggi

Hamas potrebbe aver cambiato posizione sui negoziati per la presa degli ostaggi e sarebbe disposta a concordare un "accordo parziale", ha riferito Channel 12, citando un documento classificato ricevuto dal primo ministro Benjamin Netanyahu. Secondo quanto riportato dal Jerusalem Post, Netanyahu ha ricevuto un documento in cui si afferma che la posizione di Hamas è in linea con l'offerta fatta dall'inviato speciale degli Stati Uniti Steve Witkoff, che include il rilascio di 10 ostaggi vivi e 18 ostaggi morti in cambio di un cessate il fuoco di 60 giorni e del rilascio dei prigionieri palestinesi. Il rapporto ha anche sottolineato che questi possibili negoziati potrebbero essere più rapidi rispetto ai casi precedenti, con due fonti anonime citate da Channel 12 che spiegano che la risposta di Hamas potrebbe essere pronta già la prossima settimana. Questo documento giunge sulla scrivania di Netanyahu poche ore dopo che il direttore del Mossad, David Barnea, ha incontrato il primo ministro del Qatar, lo sceicco Mohammed bin Abdulrahman Al-Thani, a Doha, in Qatar, per discutere della questione dei negoziati per l'accordo sugli ostaggi. Secondo le dichiarazioni rilasciate dai rappresentanti del Mossad, l'opzione di giungere a un "accordo parziale" che non prevedesse il ritorno di tutti gli ostaggi è stata "completamente scartata". 

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