Guerra Ucraina, media: "Usa non hanno firmato la condanna del G7 su Sumy"

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L'amministrazione Trump non avrebbe firmato il comunicato di denuncia dell'attacco perché "stava lavorando per preservare lo spazio per negoziare la pace". Il Canada, che ha la presidenza del G7, ha quindi detto agli alleati che senza il sostegno americano sarebbe stato impossibile procedere con il comunicato. Trump contro Zelensky. "Lui e Biden hanno fatto un lavoro orribile consentendo che questa guerra scoppiasse". Nella notte pioggia di droni sul Kursk: morta una donna, 9 feriti

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Gli Stati Uniti hanno rifiutato di sostenere un comunicato di condanna del G7 all'attacco russo a Sumy citando il desiderio di continuare le trattative con Mosca. Lo riporta l'agenzia Bloomberg citando alcune fonti, secondo le quali l'amministrazione Trump ha detto agli alleati che non avrebbe firmato il comunicato di denuncia dell'attacco perché "stava lavorando per preservare lo spazio per negoziare la pace". 

Il Canada, che ha la presidenza del G7, ha quindi detto agli alleati che senza il sostegno americano sarebbe stato impossibile procedere con il comunicato. Il presidente della Duma russa, Vyacheslav Volodin, ha chiesto su Telegram  la rimozione dall'incarico dell'Alta rappresentante Ue, Kaja Kallas,  dopo che ha invitato i Paesi candidati all'ingresso nell'Ue a non andare a Mosca per la parata del 9 maggio, che celebra la vittoria sovietica  nella Seconda Guerra Mondiale, detta in russo 'Grande guerra  patriottica'. "Kallas deve essere rimossa dall'incarico e portata davanti a un tribunale internazionale delle Nazioni Unite", sostiene Volodin.

Gli Usa e la Russia continuano i contatti attraverso diversi canali per  arrivare a un cessate il fuoco in Ucraina, ma "la materia è così  complessa che è difficile aspettarsi risultati immediati". Lo ha detto  il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov. Vladimir Putin sarebbe aperto a un accordo di “pace permanente” con l'Ucraina, secondo quanto ha dichiarato in un'intervista a Fox News andata in onda stamattina l'inviato speciale della Casa Bianca Witkoff, fresco del colloquio con il leader del Cremlino. 

Nella notte l'autorità regionale di Kursk denuncia una pioggia di droni ucraini sulla città di confine. Morta una donna, 9 feriti.

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Strage di Sumy, gli Usa non firmano la condanna del G7

Gli Stati Uniti hanno rifiutato di sostenere un comunicato di condanna del G7 all'attacco russo a Sumy, citando il desiderio di continuare le trattative con Mosca. E' quanto scrive l'agenzia Bloomberg, mentre il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha rimosso il governatore della regione, Volodymyr Artyukh, il quale in dichiarazioni ai media aveva implicitamente ammesso che il raid ha preso di mira un raduno militare per la consegna di onoreficenze, come avevano affermato alcune autorità locali. Alcune fonti citate da Bloomberg hanno detto che l'amministrazione di Donald Trump non ha voluto aderire alla mozione di condanna di Mosca perché intende "preservare lo spazio per negoziare la pace". Il Canada, che ha la presidenza del G7, ha quindi detto agli alleati che senza il sostegno americano sarebbe stato impossibile procedere con il comunicato.   Il segretario generale della Nato, Mark Rutte, ha intanto visitato Odessa insieme con Zelensky tornando a condannare l'attacco missilistico della Domenica delle Palme, che ha provocato 35 morti, tra cui due bambini, e circa 120 feriti. "Continueremo ad aiutare l'Ucraina in modo che possa difendersi oggi e scoraggiare future aggressioni, garantendo una pace giusta e duratura", ha scritto il segretario generale sui social. Quanto al siluramento del governatore della regione di Sumy, un funzionario ucraino ha detto all'agenzia Afp che la decisione è legata a una dichiarazione alla testata Suspilne news in cui Artyukh affermava che era stato "invitato" alla cerimonia militare di domenica mattina in città ma che non l'aveva organizzata lui. Una conferma involontaria quindi delle affermazioni di alcune fonti ucraine, secondo le quali l'attacco russo era diretto contro il raduno per la consegna di onoreficenze ai soldati della 117/a Brigata, organizzato in un centro congressi. 

Sumy

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Kiev, allerta aerea in varie regioni ucraine per i droni russi

"L'esercito russo ha lanciato in serata i droni Shahed in Ucraina. È stato dichiarata un allerta aerea in diverse regioni". Lo riporta Rbc-Ucraina citando l'Aeronautica Militare e la mappa degli allerta aerei, precisando che gruppi di velivoli senza pilota sono stati registrati nello spazio aereo delle regioni di Kharkiv, Zaporizhzhia e Dnipropetrovsk. 

Dazi Usa, perché Trump non ha previsto nuove tariffe verso la Russia? Cosa sapere

Tra i tanti Paesi interessati dai dazi di Donald Trump non c’è la Russia. Un’assenza che ha colpito molto, ma che nasconde delle ragioni politiche. LEGGI QUI

Guerra in Ucraina, un piano europeo in quattro punti per Kiev. Cosa prevede

ll premier britannico Keir Starmer, dopo il vertice di domenica a Londra, ha annunciato che i leader presenti - in rappresentanza di 16 Paesi euroatlantici, Nato e Unione europea - hanno dato il consenso a quattro precisi impegni europei. Una nuova bozza di piano per l'Ucraina promossa da Regno Unito e Francia, con il coinvolgimento di Kiev e magari di un paio di altri Paesi europei al momento imprecisati, e destinata nelle intenzioni ad accrescere il ruolo politico del Vecchio Continente, ma anche i costi a suo carico in vista del dopoguerra, nella speranza che questo possa bastare all'amministrazione Trump. IL PIANO

L'attacco di Sumy

Gli Stati Uniti hanno rifiutato di sostenere un comunicato di condanna del G7 all'attacco russo a Sumy citando il desiderio di continuare le trattative con Mosca. Lo riporta l'agenzia Bloomberg citando alcune fonti, secondo le quali l'amministrazione Trump ha detto agli alleati che non avrebbe firmato il comunicato di denuncia dell'attacco perché "stava lavorando per preservare lo spazio per negoziare la pace".

Mosca condanna quattro reporter, "aiutarono Navalny"

Quattro giornalisti condannati a cinque anni e mezzo di reclusione. La Russia di Putin prosegue la sua deriva autoritaria e torna a calpestare la libertà di stampa con una sentenza di chiara matrice politica. I quattro reporter sono stati accusati di aver collaborato con la Fondazione Anticorruzione dell'oppositore Alexey Navalny, e solo per questo sono stati trascinati in tribunale con l'accusa di "partecipazione a una comunità estremista": un'imputazione che deriva dalle accuse di "estremismo", ritenute a loro volta di natura politica, che Mosca rivolge a Navalny e alle sue organizzazioni. Konstantin Gabov, Sergey Karelin, Artyom Kriger e Antonina Favorskaya lavoravano per testate internazionali o per media indipendenti russi. E tutti e quattro hanno seguito la vicenda di Navalny: il rivale numero uno di Putin condannato a 19 anni di reclusione per accuse di "estremismo" considerate inventate di sana pianta per colpirlo, e poi morto in circostanze poco chiare nel carcere nell'Artico in cui era detenuto. Un decesso dietro cui si staglia prepotente l'ombra del Cremlino e per il quale l'opposizione punta il dito direttamente contro il governo russo. Il processo si è svolto quasi completamente a porte chiuse, cosa ormai diventata la norma nei processi politici in Russia. 

Ucraina, è possibile mandare avanti la guerra senza gli Stati Uniti?

Gli Stati Uniti stanno riflettendo sul blocco degli aiuti militari a Kiev, soprattutto se Zelensky non accetterà le condizioni poste dalla Casa Bianca per una tregua nel conflitto contro la Russia. Ma l'Ucraina può portare avanti la guerra senza l’aiuto di Washington? I dati evidenziano il fondamentale contributo americano, ma l’aiuto dei Paesi e delle aziende europee può risultare decisivo. I NUMERI

Ucraina, raid russo a Sumy: le reazioni all’attacco. Meloni: “Orribile”. Usa: “Indecente”

Una strage, in uno dei giorni più importanti della liturgia cristiana: la domenica delle Palme. Un attacco missilistico sferrato domenica mattina da Mosca su Sumy, nel nord-est dell'Ucraina, vicino al confine con la Russia, ha provocato decine di vittime, tra i quali almeno due bambini, e oltre una 90ina di feriti. L’attacco ha suscitato una forte condanna internazionale, con reazioni nette anche da parte della premier italiana Giorgia Meloni e dell'inviato speciale statunitense per la Russia e l’Ucraina Keith Kellogg. LEGGI L'ARTICOLO

Zelensky a Witkoff: " I nostri territori sono la linea rossa"

"Il popolo ucraino può prendere decisioni riguardanti i territori del nostro Paese" che restano "linea rossa". Lo ha dichiarato a Odessa durante un briefing congiunto con il segretario generale della Nato Mark Rutte il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, rispondendo alle dichiarazioni dell'inviato speciale del presidente degli Stati Uniti, Steve Witkoff, sulle "cinque regioni" dell'Ucraina nel contesto di una potenziale pace. "Per quanto riguarda i territori, l'Ucraina è uno Stato sovrano. E tutti i territori appartengono allo Stato unitario ucraino. Pertanto, solo il popolo ucraino può parlare dei territori del nostro Stato. E sapete che per noi la "linea rossa" consiste nel riconoscere qualsiasi territorio temporaneamente occupato non come ucraino, ma russo. Pertanto, i rappresentanti competenti stanno discutendo questioni che vanno oltre la loro competenza", ha affermato il presidente. 

La Svezia convoca l'ambasciatore russo per il raid a Sumy

La Svezia ha annunciato di aver convocato l'ambasciatore russo presso il ministero degli Esteri per protestare contro gli attacchi di Mosca contro le città e la popolazione civile ucraina. "Durante il colloquio è stata sottolineata la responsabilità della Russia di proteggere i civili e le infrastrutture civili in conformità con il diritto internazionale umanitario", ha dichiarato il ministero degli Esteri svedese in una nota. 

Ucraina, portavoce Ue: "Mosca teme la fermezza di Kallas"

Alla Commissione Europea “siamo abituati alla propaganda russa infondata volta a giustificare la sua guerra contro l'Ucraina. La Russia teme chiaramente coloro che parlano e agiscono con fermezza a sostegno della difesa dell'Ucraina”. Lo dice una portavoce della Commissione, dopo le parole del portavoce del Cremlino Dmitry Peskov a proposito dell’Alta Rappresentante Kaja Kallas. “È il presidente Vladimir Putin ad essere ricercato dalla Corte penale internazionale per crimini di guerra. I fatti sono chiari: la Russia ha iniziato questa guerra; l'Ucraina è la vittima”, conclude

Kallas

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Mosca contro Guterres: "Usa in modo selettivo la Carta dell'Onu"

La Russia critica il Segretario generale dell'Onu, Antonio Guterres, per la sua "interpretazione selettiva" della Carta delle Nazioni Unite, dopo la condanna dell'attacco missilistico a Sumy domenica. La portavoce del ministero degli Esteri, Maria Zakharova, ha accusato Guterres di ignorare "il diritto dei popoli all'autodeterminazione", riferendosi alla comunità etnica russa residente nei territori occupati che si è espressa in un referendum non riconosciuto dalla comunità internazionale. "Il regime in carica a Kiev ha violato ripetutamente e in modo flagrande" i diritti fondamentali della comunità russofona. "Le forze russe non hanno mai condotto attacchi deliberati contro la popolazione civile e non lo faranno mai". L'obiettivo dell'attacco nel centro di Sumy era militare, ha ribadito Zakharova. 

Ucraina, risposta di Kiev all'attacco a Sumy. VIDEO

Ue sull'attacco a Kallas: "Mosca teme chi parla chiaro"

"Siamo abituati alla propaganda russa infondata volta a giustificare la guerra contro l'Ucraina. La Russia teme chiaramente coloro che parlano e agiscono con fermezza a sostegno della difesa dell'Ucraina. È il presidente Putin ad essere ricercato dal Tribunale penale internazionale per crimini di guerra. I fatti sono chiari: la Russia ha iniziato questa guerra, l'Ucraina è la vittima". Lo fa sapere una portavoce del Servizio di Azione Esterna dell'Ue commentando gli attacchi di Mosca contro l'alto rappresentante Kaja Kallas. 

Mosca, aiutavano Navalny: 4 reporter condannati a 5 anni

Un tribunale di Mosca ha condannato a cinque anni e mezzo di reclusione ciascuno quattro giornalisti. Si tratta di Konstantin Gabov, Sergey Karelin, Artyom Kriger e Antonina Favorskaya. Lo riporta la testata online Mediazona. I quattro giornalisti sono accusati di aver collaborato con la Fondazione Anticorruzione dell'oppositore Alexey Navalny. I reporter sono accusati di "partecipazione a una comunità estremista": un'imputazione di ovvia matrice politica perché deriva dalle accuse di "estremismo", ritenute a loro volta di natura politica, che Mosca ha rivolto a Navalny e alle sue organizzazioni. 

Capo 007 russi: "Nostre condizioni per pace non cambiano"

Il capo dei servizi d'intelligence russi per l'estero, Serghei Naryshkin, ha ribadito le condizioni della Russia per la fine del conflitto, che comprendono le neutralità dell'Ucraina e il riconoscimento dell'annessione alla Federazione russa delle regioni che oggi occupa parzialmente: Donetsk, Lugansk, Kherson e Zaporizhzhia, oltre alla Crimea, annessa nel 2014. "Gli obiettivi strategici della Russia dopo la fine del conflitto rimangono gli stessi", ha affermato Naryshkin, citato dalla Tass. Vale a dire "lo status neutrale e senza armi nucleari dell'Ucraina, la demilitarizzazione e denazificazione dello Stato ucraino e l'abolizione di tutte le leggi discriminatorie" contro la minoranza russa. Inoltre, "il riconoscimento e la sovranità degli attuali confini della Russia". Entro i quali per Mosca rientrano appunto le regioni ucraine parzialmente occupate. 

Kiev, colpita brigata russa che ha attaccato Sumy

Le forze di difesa ucraine hanno colpito il sito della 448 brigata missilistica dell'esercito russo nell'Oblast' di Kursk che ha lanciato l'attacco missilistico sulla citta' di Sumy la domenica delle Palme. Lo dice lo Stato Maggiore delle Forze Armate dell'Ucraina su Facebook. "Unita' delle Forze dei sistemi senza pilota delle forze per le operazioni speciali e del Servizio di sicurezza dell'Ucraina delle Forze armate ucraine, in coordinamento con altre unita' di difesa, hanno condotto attacchi contro diversi obiettivi nell'oblast di Kursk collegati ai criminali di guerra coinvolti nell'attacco missilistico a Sumy del 13 aprile 2025, nonche' ad altri crimini di guerra contro il popolo ucraino", scrivono le forze armate di Kiev. 

Rutte a Odessa con Zelensky: "Sostegno incrollabile"

"Oggi ho visitato Odessa insieme a Zelensky. Il popolo ucraino ha sopportato così tanto, non ultimo l'attacco russo a Sumy nella Domenica delle Palme. Il sostegno della Nato è incrollabile. Continueremo ad aiutare l'Ucraina in modo che possa difendersi oggi e scoraggiare future aggressioni, garantendo una pace giusta e duratura". Lo scrive il segretario della Nato Mark Rutte sui social. 

Zelensky a Rutte: "Bisogno urgente di difese aeree"

"Tutti vedono chiaramente quanto sia urgente il bisogno dell’Ucraina di sistemi di difesa aerea e missili. Ne abbiamo parlato molto oggi". Lo afferma il presidente ucraino Volodymyr Zelensky in occasione della visita a sorpresa del segretario generale della Nato, Mark Rutte, nella città meridionale di Odessa. Il contesto è quello degli attacchi missilistici russi che negli scorsi giorni hanno ucciso decine di civili.

Media: servizi indagano su metropolita ortodosso a Kiev

I Servizi di sicurezza ucraini effettueranno delle perquisizioni presso la Chiesa ortodossa ucraina del Patriarcato di Mosca a Kiev. Lo scrive Ukrainska Pravda che cita fonti della sicurezza. L'indagine si concentra sul metropolita Antonij Pakanich, che gestisce gli affari della chiesa ed e' spesso definito il "principale lobbista del Cremlino". Nel dicembre 2022, il Consiglio per la Sicurezza Nazionale e la Difesa dell'Ucraina aveva imposto sanzioni a diversi rappresentanti della Chiesa Ortodossa Ucraina, decisione successivamente confermata dal presidente Volodymyr Zelensky. 

Generale Popov torna al fronte

Il Cremlino perdona "Spartak". O lo condanna a morte. Il generale di divisione Ivan Popov, ex comandante della 58esima armata dell'esercito russo dispiegata nel sud dell'Ucraina, spedito in punizione in Siria e in seguito anche licenziato e arrestato dopo che due anni fa aveva sparato a zero sulla pianificazione militare dell'operazione militare speciale e contro il capo di stato maggiore delle forze russe Valery Gerasimov, è stato reintegrato e tornerà al fronte ucraino, ha reso noto nei giorni scorsi il suo avvocato difensore, Sergei Buinovsky. Anche se è stato reintegrato, ha precisato in seguito una fonte militare citata da Kommersant, per comandare il battaglione di ex detenuti o militari in punizione (i cosiddetti 'Storm Z' noti per l'impiego degli uomini come carne da cannone). "Una condanna a morte", ha commentato il 'think tank' americano Institute for the Study of War. 

Media: Usa non hanno firmato la condanna del G7 su Sumy

Gli Stati Uniti hanno rifiutato di sostenere un comunicato di condanna del G7 all'attacco russo a Sumy citando il desiderio di continuare le trattative con Mosca. Lo riporta l'agenzia Bloomberg citando alcune fonti, secondo le quali l'amministrazione Trump ha detto agli alleati che non avrebbe firmato il comunicato di denuncia dell'attacco perché "stava lavorando per preservare lo spazio per negoziare la pace". Il Canada, che ha la presidenza del G7, ha quindi detto agli alleati che senza il sostegno americano sarebbe stato impossibile procedere con il comunicato. 

Mosca: "Attendiamo oltre 20 capi di Stato o governo per il 9/5"

Il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, ha dichiarato che Mosca si aspetta "più di 20 capi di Stato e di governo" alla parata del 9 maggio per celebrare gli 80 anni della vittoria sovietica nella seconda guerra mondiale. Lo riporta l'agenzia Interfax. 

Lavrov: "Dopo Zelensky l'Europa vuole nuovo mezzo Fuhrer"

In Ucraina l'Europa farà di tutto per garantire che il regime non cambi nella sua essenza, troveranno un nuovo mezzo Führer che sarà meno dipendente da varie sostanze, ma l'essenza del regime rimarrà". Lo ha detto il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov in un'intervista al quotidiano Kommersant a proposito della possibile tenuta di elezioni in Ucraina. 

Cremlino: "Da Kallas minacce dure, non tutti d'accordo in Ue"

"Non spetta a noi valutare queste minacce. Queste minacce devono essere valutate dagli Stati sovrani che ne sono minacciati. A nostro avviso, ci sono Stati in Europa che non accettano tale retorica". Così il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, ha commentato l'esortazione dell'Alta rappresentante Ue, Kaja Kallas, a non andare a Mosca per la parata del 9 maggio - che celebra la vittoria sovietica nella seconda guerra mondiale - a causa dell'invasione dell'Ucraina da parte delle truppe russe.   Lo riporta l'agenzia Interfax. "Prestiamo attenzione alle sue dichiarazioni molto dure. Non le riteniamo corrette", ha detto ancora Peskov.

Picierno: "Attacchi russi a Kallas minaccia alle istituzioni"

"Gli attacchi della Russia a Kaja Kallas rappresentano una minaccia per le istituzioni europee e raccontano quanto un'Europa forte e determinata sullo scenario internazionale sia il nemico più temibile per le autocrazie. A lei la mia solidarietà e il mio sostegno". Lo scrive su X l'eurodeputata Pd e vicepresidente dell'Eurocamera, Pina Picierno.

Zelensky licenzia il capo amministrazione militare di Sumy

Volodymyr Zelensky ha licenziato Volodymyr Artyukh, capo dell'amministrazione statale regionale di Sumy, colpita domenica da un pesante raid russo che ha ucciso 35 persone e ne ha ferite altre centinaia. Lo riportano i media ucraini. Il sindaco della città di Konotop Artem Semenikhin, ha affermato che il raid russo è stato conseguenza "non solo della sete di sangue russa ma anche della negligenza di funzionari ucraini". Secondo lui, i russi hanno colto l'occasione per colpire un obiettivo militare perché in uno degli edifici presi di mira Artyukh ha tenuto una cerimonia di consegna di medaglie ai soldati della 117ma Brigata.

Bayrou: "Sforzo da 3 miliardi in bilancio 2026 per la difesa"

Il premier francese, François Bayrou,  ha dichiarato che uno ''sforzo di circa 3 miliardi supplementari sarà indubbiamente" necessario nel bilancio 2026 relativo alla Difesa, con l'obiettivo di garantire ''l'indipendenza in materia di sicurezza  e di difesa'' della Francia e dell'Unione europea. Dinanzi alla guerra in Ucraina e al voltafaccia strategico degli Stati Uniti, ha sottolineato il premier, ''l'Unione europea ha il dovere imperioso di costruire una difesa autonomoa'', grazie a un ''immenso sforzo condiviso, necessario, da parte degli altri Paesi europei'', e nel quale lo ''sforzo francese'', verrà rafforzato'', ha garantito il capo del governo, in occasione di una conferenza stampa consacrata alla manovra finanziaria 2026.

Missione della commissione Salute dell'Eurocamera in Ucraina

"Apprezziamo la vostra presenza in Ucraina in questo momento, in un momento in cui i missili russi colpiscono quotidianamente le città ucraine e gli operatori sanitari salvano vite umane nelle condizioni più difficili". Lo ha scritto su X il presidente della Rada, il parlamento monocamerale ucraino, Ruslan Stefanchuk dopo il suo incontro con un delegazione di eurodeputati della Commissione Salute in missione in Ucraina in questi giorni guidati dal popolare polacco Adam Jarubas.     Al centro della discussione tra gli eurodeputati e Stefanchuk gli attacchi russi a Sumy e Kryvyj Rih, le necessità in materia di assistenza medica, le sanzioni, il rimpatrio dei minori deportati, la confisca dei beni russi e i  progressi dell'Ucraina verso l'adesione all'Ue.     "Grati per la vostra solidarietà e il vostro sostegno. Insieme, difendiamo la vita, i valori e il futuro dell'Europa", ha aggiunto Stefanchuk

Cremlino: "Per la pace non aspettarsi risultati immediati"

Gli Usa e la Russia continuano i contatti attraverso diversi canali per arrivare a un cessate il fuoco in Ucraina, ma "la materia è così complessa che è difficile aspettarsi risultati immediati". Lo ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov. "I Paesi europei continuano a lavorare in nome della guerra e dichiarano in ogni modo la loro intenzione di continuare a sostenere l'Ucraina e il regime di Kiev nel suo desiderio di continuare la guerra", ha aggiunto Peskov, citato dall'agenzia Interfax.

Conte: "Condanna per Sumy, ma anche i morti di Gaza pesano"

"Su Sumy ho fatto una dichiarazione chiara di condanna senza se e senza ma: i morti sono morti ovunque. Ma cosa diciamo su Gaza? 30 bambini al giorno muoiono, cosa diciamo, che quei bambini non valgono?". Lo ha detto il presidente del M5s, Giuseppe Conte, a margine di un evento a Roma.

Mulè: "Il 2% di spesa è minimo per garantire protezione al Paese"

"Il 2% per la spesa militare significa circa 8 miliardi in più rispetto a quanto l'Italia spende oggi. Sembra una cifra enorme, ma va messa nel contesto: in un mondo in cui miliardi si muovono continuamente su ogni fronte - economico, energetico, digitale - questa spesa non è un lusso, è una necessità, si tratta di garantire la sicurezza e la libertà. Oggi, se l'Italia venisse attaccata sul piano cibernetico o militare, non sarebbe in grado di reggere l'urto. Quando parliamo di investimenti in difesa, quindi , parliamo anche di protezione delle infrastrutture civili. Un attacco informatico potrebbe mettere fuori uso ospedali, acquedotti, trasporti. La sicurezza non è un concetto astratto: è ciò che ci permette di vivere normalmente ogni giorno. La pace, per esistere, va difesa. Una casa senza antifurto non è sicura e lo stesso vale per un Paese senza un sistema di difesa credibile. Non si parla solo di armi offensive, ma di difese concrete, come sistemi anti-hacker, batterie antiaeree e antimissile, navi per difendere le nostre rotte commerciali. L'articolo 52 della Costituzione lo dice chiaramente: "La difesa della Patria è sacro dovere del cittadino." Difendere la patria oggi significa avere strumenti tecnologici, capacità operative e risorse economiche adeguate. Anche 10 miliardi, in un bilancio come quello italiano, possono fare la differenza tra vulnerabilità e resilienza. Non è questione ideologica, è una valutazione concreta sul grado minimo di sicurezza che un Paese deve garantire ai propri cittadini." Lo ha detto Giorgio Mulè, deputato di Forza Italia e vicepresidente della Camera, ospite ad Agorà su Rai3.

Capo 007 russi: "Polonia e Baltici i primi colpiti da una guerra"

La Polonia e i Paesi baltici, cioè quelli che sostengono una linea più dura nei confronti di Mosca, sarebbero "i primi" a subire e conseguenze di un conflitto se la Nato dovesse attaccare la Russia o la Bielorussia. Lo ha sottolineato Serghei Naryshkin, il capo del servizio d'intelligence russo per l'estero, in visita a Minsk. "Loro dovrebbero capire, ma non capiscono ancora, che in caso di aggressione dell'Alleanza del Nord Atlantico contro lo Stato dell'Unione, il danno sarà certamente inflitto all'intero blocco Nato, ma, in misura maggiore, i primi a soffrirne saranno i portatori di tali idee negli ambienti politici della Polonia e dei Paesi baltici", ha affermato Naryshkin, citato dalla Tass.

Von der Leyen: "Vogliamo integrare industrie difesa Ue e Kiev"

"La resistenza dell'Ucraina è messa alla prova ogni giorno. L'Europa continuerà a sostenere il coraggioso esercito ucraino. Stiamo lavorando all'integrazione delle nostre industrie della difesa. Quello ucraino è un modello di innovazione ed efficienza. Quindi una maggiore cooperazione tra noi porterà grandi benefici anche all'Europa!". Lo ha detto la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen ricevendo a Bruxelles il vicepremier ucraino con delega all'Innovazione e alla Tecnologia, Fedorov Mykhailo.

Mosca: 19 civili uccisi da bombe ucraine in una settimana

Diciannove civili, compresi due bambini, sono stati uccisi da bombardamenti ucraini nell'ultima settimana, in grande maggioranza nei territori controllati dai russi in Ucraina. Lo ha detto alla Tass il diplomatico Rodion Miroshnik, responsabile per il controllo dei 'crimini del regime di Kiev'. I feriti sono stati 85, dei quali 8 bambini, compreso uno di sei mesi, ha aggiunto. La maggior parte degli attacchi sono stati registrati nelle regioni ucraine di Donetsk, Kherson e Lugansk e in quella russa di Belgorod. Secondo Miroshnik, "le forze ucraine hanno aumentato in modo significativo gli attacchi su strutture civili usando i razzi Himars" di fabbricazione americana.

Vance: "Assurdo che Zelensky dica che siamo dalla parte di Mosca"

Penso che sia piuttosto assurdo che Zelensky dica al governo americano, che attualmente tiene insieme tutto il suo governo e lo sforzo bellico, che in qualche modo siamo dalla parte dei russi". Questo tipo di retorica, dice Vance, "non è certamente produttiva". Così il vicepresidente Usa, JD Vance, replica in un'intervista a UnHerd al leader ucraino, Volodymyr Zelensky, che in una recente intervista a Cbs ha accusato Vance di "giustificare in qualche modo" l'invasione russa del suo Paese.

Witkoff: "L'accordo con Putin ruota intorno ai cinque territori"

L'inviato speciale Usa Steve Witkoff, che la scorsa settimana ha incontrato a Mosca Vladimir Putin, in un'intervista a Fox News, affermando che il presidente russo è aperto a "una pace permanente", ha spiegato che la chiave dell'accordo complessivo "riguarda i cosiddetti cinque territori, ma c'è molto di più: ci sono protocolli di sicurezza, non c'è la Nato, l'articolo 5 della Nato, insomma, ci sono solo un sacco di dettagli allegati".    "È una situazione complicata - ha ammesso Witkoff - radicata in alcuni aspetti davvero problematici che stanno accadendo tra i due Paesi".

Mosca: "Kallas va rimossa e processata da un tribunale Onu"

Il presidente della Duma russa, Vyacheslav Volodin, chiede su Telegram la rimozione dall'incarico dell'Alta rappresentante Ue, Kaja Kallas, dopo che ha invitato i Paesi candidati all'ingresso nell'Ue a non andare a Mosca per la parata del 9 maggio, che celebra la vittoria sovietica nella Seconda Guerra Mondiale, detta in russo 'Grande guerra patriottica'."La dichiarazione di Kallas è irrispettosa nei confronti della memoria di coloro che si sono sacrificati per salvare il mondo dal nazismo. Kallas deve essere rimossa dall'incarico e portata davanti a un tribunale internazionale delle Nazioni Unite", sostiene Volodin.

Lavrov: "Non è facile concordare sui punti di un accordo"

"Non è facile concordare gli elementi chiave di un accordo". Lo afferma il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov in un'intervista al quotidiano Kommersant. "Se ne sta discutendo", ha spiegato, come riporta Sky News.  Lavrov riconosce a Washington il merito di "aver cercato di approfondire il problema", a differenza dell'Europa.

Mosca: un morto e nove feriti in raid Kiev su Kursk

Almeno una persona è morta e altre nove sono rimaste ferite in seguito a un attacco notturno con droni ucraini sulla città russa di Kursk. Lo ha reso noto l’agenzia statale russa Tass, citando fonti militari locali. Secondo quanto riferito, diverse strutture sono state danneggiate dalle esplosioni e alcuni edifici hanno preso fuoco, tra cui un garage utilizzato per le ambulanze.

Witkoff: "Putin è aperto a una pace permanente con l'Ucraina"

Vladimir Putin sarebbe aperto a un accordo di "pace permanente" con l'Ucraina, secondo quanto dichiara, in un'intervista a Fox News andata in onda stamattina, l'inviato speciale della Casa Bianca Steve Witkoff, fresco del colloquio con il leader del Cremlino, il terzo da gennaio, venerdì a San Pietroburgo, da lui stesso definito "utile" e "stimolante", per porre fine alla guerra che dura da oltre tre anni. "La richiesta di Putin è di raggiungere una pace permanente. Quindi, al di là del cessate il fuoco, abbiamo ottenuto una risposta", ha detto Witkoff, riconoscendo che "ci è voluto un po' di tempo per arrivare a questo punto", e aggiungendo che all'incontro pietroburghese hanno preso parte anche due consiglieri-chiave di Putin, Yuri Ushakov e Kirill Dmitriev, "Penso che potremmo essere sul punto di qualcosa di molto, molto importante per il mondo intero", ha detto, senza specificare cosa Putin voglia ottenere come condizione per la pace con Kiev. Witkoff ha aggiunto che anche gli accordi commerciali tra Russia e Stati Uniti fanno parte dei negoziati: "Credo che ci sia la possibilità di rimodellare le relazioni russo-americane attraverso alcune opportunità commerciali molto interessanti, che credo possano dare una vera stabilità anche alla regione", ha detto, Trump afferma di fare pressione su Mosca e Kiev, ma finora non è riuscito a ottenere alcuna concessione significativa dal Cremlino, nonostante i ripetuti negoziati tra funzionari russi e statunitensi. E nonostante gli sforzi diplomatici, ci sono stati pochi progressi significativi sull'obiettivo principale di Trump di raggiungere un cessate il fuoco. Il mese scorso Putin ha respinto una proposta congiunta Usa-Ucraina per una pausa completa e incondizionata del conflitto, mentre il Cremlino ha subordinato la tregua nel Mar Nero alla revoca di alcune sanzioni da parte dell'Occidente. Ieri Trump ha accusato Volodymyr Zelensky di aver "lasciato scoppiare" guerra, salvo poi correggere il tiro, dividendone la responsabilità con Putin. 

Kiev: nuovo attacco russo a Sumy con missili balistici

Le forze russe hanno attaccato nuovamente Sumy con un missile balistico. Lo riporta RBC-Ucraina citando l'Aeronautica Militare delle Forze Armate ucraine e l'amministrazione di Sumy. L'Aeronautica Militare ucraina in una nota parla di attacco "di armi balistiche nemiche nella città di Sumy". Non ci sono ancora dettagli sul luogo in cui i russi hanno colpito né sul tipo di missile utilizzato. L'amministrazione militare regionale di Sumy ha precisato che l'arrivo del missile è stato registrato alla periferia della comunità urbana. "Al momento non si registrano feriti. Le

conseguenze dell'attacco russo sono in fase di chiarimento", ha

aggiunto il dipartimento. 

Missili e droni ucraini su Kursk: uccisa donna di 85 anni

 Una donna di 85 anni è morta in un "massiccio" attacco ucraino avvenuto la notte scorsa a Kursk. Nella città poco lontana dal confine con l'Ucraina sono rimaste ferite 9 persone e si sono sviluppati incendi in diversi edifici. Secondo quanto riportato dal quotidiano filo-Cremlino Izvestia, le autorita' di Kursk hanno attivato l'allerta aerea per un attacco con missili e droni e hanno invitato i residenti ad allontanarsi dalle finestre. L'attacco a Kursk segue un devastante attacco aereo russo effettuato domenica sulla città ucraina nordorientale di Sumy, che ha causato almeno 35 morti e ha scatenato l'indignazione di diversi leader occidentali e delle Nazioni Unite. 

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