
Introduzione
Il premier britannico Keir Starmer, dopo il vertice di domenica a Londra, ha annunciato che i leader presenti - in rappresentanza di 16 Paesi euroatlantici, Nato e Unione europea - hanno dato il consenso a quattro precisi impegni europei. Una nuova bozza di piano per l'Ucraina promossa da Regno Unito e Francia, con il coinvolgimento di Kiev e magari di un paio di altri Paesi europei al momento imprecisati, e destinata nelle intenzioni ad accrescere il ruolo politico del Vecchio Continente, ma anche i costi a suo carico in vista del dopoguerra, nella speranza che questo possa bastare all'amministrazione Trump. "L'Europa deve assumersi il grosso del lavoro" in Ucraina per continuare a sostenere Kiev militarmente, sia adesso sia di fronte a un futuro accordo di pace, ha ribadito Starmer. Francia e Gran Bretagna propongono una tregua di un mese in Ucraina "nell'aria, nei mari e nelle infrastrutture energetiche", ha detto il presidente francese Emmanuel Macron a Le Figaro.
Resta da chiarire se, e a quali condizioni, Trump possa tornare a bordo, al di là delle promesse di un maggiore impegno europeo nella ripartizione delle spese belliche in seno alla Nato. Promesse riemerse a Londra sulla scia proprio degli ultimi annunci britannici: un prestito di ulteriori 2,7 miliardi di euro da spendere in armi per Kiev e rimborsare con i profitti di asset russi congelati; lo sblocco a fini anche militari da parte della cancelliera dello Scacchiere, Rachel Reeves, di un fondo pubblico da 30 miliardi destinato in origine a finanziare solo infrastrutture civili; gli ulteriori 2 miliardi di euro messi sul piatto da Starmer per rafforzare la difesa aerea ucraina con "5.000 missili".
Quello che devi sapere
I quattro punti europei
Starmer, dopo aver evocato un piano per "una pace duratura e giusta" per l'Ucraina, indicando gli Usa come partner "indispensabile" e dicendosi "d'accordo con Donald Trump" sull'obiettivo di far finire la guerra, ha annunciato i quattro impegni europei emersi dal summit:
- Mantenere il flusso di aiuti militari all’Ucraina mentre la guerra è in corso e aumentare la pressione economica sulla Russia
- Qualsiasi pace duratura deve garantire la sovranità e la sicurezza dell’Ucraina, e l’Ucraina deve essere al tavolo di qualsiasi dialogo di pace
- In caso di accordo di pace, l’obiettivo dei i leader europei sarà quello di scoraggiare qualsiasi futura invasione da parte della Russia in Ucraina
- Potrebbe esserci una “coalizione dei volenterosi” incaricata di dare garanzie di sicurezza all'Ucraina futura ed eventualmente schierare un contingente militare di pace
"Abbiamo concordato - ha spiegato Starmer - che il Regno Unito, assieme alla Francia e possibilmente a uno o due altri Paesi, lavorino con l'Ucraina su un piano per mettere fine ai combattimenti da discutere poi con gli Stati Uniti". "Un passo nella giusta direzione - ha assicurato - che non vuole escludere nessuno. Ma che risponde alla necessità di agire rapidamente, in modo più agile".
Per approfondire: Vertice sull’Ucraina, Meloni: "No a Occidente diviso. Trump-Zelensky? Tifoserie non utili"
Due miliardi per la difesa aerea dell'Ucraina
- Starmer ha anche annunciato un nuovo accordo per permettere all'Ucraina di utilizzare 1,6 miliardi di sterline (circa 2 miliardi di euro) in finanziamenti per acquistare 5.000 missili per la difesa aerea, che "saranno vitali per proteggere le infrastrutture critiche e rafforzare l'Ucraina". "Il nostro punto di partenza deve essere quello di mettere l'Ucraina nella posizione più forte possibile ora - ha sottolineato il premier britannico - in modo che possa negoziare da una posizione di forza, e stiamo raddoppiando il nostro supporto" a Kiev
Mosca: "L'idea dei peacekeeper è arrogante"
- Nel giorno del summit, da Mosca Serghei Lavrov è tornato a scagliarsi contro l'idea di schierare peacekeeper in Ucraina - parte del piano di pace svelato al summit di Londra - bollandola come "arrogante" e accusando ancora una volta l'Europa di fomentare la guerra contro i russi. "Il presidente Macron sta correndo in giro con alcune idee, così come Starmer. Dicono che stanno preparando l'invio di migliaia di peacekeeper e che forniranno loro copertura aerea. Questo è arrogante", è l'affondo di Lavrov in un'intervista a Krasnaya Zvezda. Dall'altra parte dell'Atlantico, invece, "Donald Trump è una persona pratica. Il suo slogan è il buonsenso", è la lettura del ministro degli Esteri russo. "Non è per niente che Donald Trump ora dice costantemente in relazione a qualsiasi conflitto, considerando la posizione degli Stati Uniti, che ci deve essere buonsenso"
La strategia del Cremlino verso gli Usa
- Con Vladimir Putin che assiste al caos provocato dalla crisi dello Studio Ovale senza offrire commenti ufficiali, la strategia comunicativa di Mosca si fa quindi chiara nelle parole dei suoi luogotenenti, incaricati di "blandire" Trump e il rinnovato dialogo con Washington delegittimando al contempo il governo ucraino e quelli europei. Una strategia che trova conferma nelle parole di Dmitry Peskov, che in un'intervista registrata mercoledì scorso, prima della lite Trump-Zelensky, ma pubblicata solo domenica, ha voluto sottolineare la svolta portata dall'arrivo del tycoon alla Casa Bianca: "La nuova amministrazione sta cambiando rapidamente tutte le configurazioni della politica estera. Ciò coincide in gran parte con la nostra visione", ha sottolineato il portavoce del Cremlino. "C'è ancora molta strada da fare, perché c'è un danno enorme all'intero complesso delle relazioni bilaterali. Ma se la volontà politica dei due leader, il presidente Putin e il presidente Trump, verrà mantenuta, questo percorso può essere piuttosto rapido e vincente"
Il fronte compatto di Washington contro Zelensky
- Sullo sfondo rimane lo spettro del presidente degli Stati Uniti Donald Trump che - pur avendo tenuto un profilo basso per tutto il weekend - dopo il duro scontro nello Studio Ovale con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha mandato avanti i suoi uomini per far arrivare un messaggio chiaro al vertice di Londra: la linea degli Stati Uniti sull'Ucraina non cambia, o il leader di Kiev decide di trattare con Washington e Mosca per la pace oppure si deve fare da parte. "Abbiamo bisogno di un leader che possa trattare con noi, eventualmente trattare con i russi e porre fine a questa guerra", ha dichiarato in un'intervista alla Cnn il consigliere per la sicurezza nazionale del tycoon, Mike Waltz, insinuando che alla base del rifiuto di Zelensky a scendere a compromessi ci possano essere ragioni "personali o politiche". Poi lo speaker della Camera, Mike Johnson, in un'intervista a Nbc news ha suggerito che Zelensky debba dimettersi se non intende firmare l'accordo sui minerali e porre fine alla guerra, pur concedendo che il conflitto in Ucraina è "ingiusto" e Vladimir Putin "una persona pericolosa". Anche Marco Rubio, una volta il più filo-ucraino dei repubblicani, ha ribadito il disagio e la rabbia dei funzionari dell'amministrazione Trump nei confronti di Zelensky, accusandolo di aver bloccato gli sforzi verso la pace: parlando al programma "This Week" della Abc il segretario di Stato americano ha detto di essere rimasto "perplesso" dalle critiche, che ha definito ingiuste, dopo lo scontro nello Studio Ovale.
Per approfondire: A Sky TG25 l’analisi dello scontro Trump-Zelensky alla Casa Bianca