
Si ono chiusi i colloqui tra Mosca, Kiev e Usa a Riad. Casa Bianca: concordato sugli stessi punti. L'accordo sullo stop agli attacchi nel Mar Nero potrebbe entrare in vigore solo dopo la revoca delle restrizioni sulle esportazioni agricole russe. Lo ha precisato il Cremlino in una nota
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Il missile a lungo raggio “Long-Neptune” era già stato usato contro “un obiettivo militare nella penisola della Crimea occupata”. Lo ha rivelato il ministro ucraino delle industrie strategiche Herman Smetanin, in un'intervista al giornale norvegese Nettavisen.
Primo passo verso la tregua in Ucraina con l'accordo sul cessate il fuoco nel Mar Nero e lo stop agli attacchi contro le strutture energetiche di Russia e Ucraina. Ma Mosca frena. L’intesa con gli Usa entrerà in vigore dopo il ritiro delle sanzioni sulle esportazioni agricole russe e su alcuni settori collegati. Lo ha precisato il Cremlino in una nota.
La Casa Bianca ha diffuso nel pomeriggio di martedì due note parallele sui colloqui avuti a Riad con le delegazioni di Mosca e Kiev in cinque punti. Quattro di essi sono identici, solo uno diverge nelle due versioni: in quello riguardante i colloqui con i russi si parla della possibilità che Mosca torni a vendere grano e altri prodotti sui mercati internazionali, nell'altro Washington si impegna a far tornare a casa prigionieri di guerra e bambini ucraini in mano russa. “Passi nella giusta direzione”, ha commentato il leader ucraino Zelensky.
I funzionari ucraini e statunitensi hanno concordato che "terze parti", come la Turchia, potrebbero supervisionare aspetti di una tregua tra Russia e Ucraina, ha detto Zelensky ai giornalisti dopo i colloqui tra Stati Uniti e Ucraina in Arabia Saudita.
Intanto, l'aeronautica militare delle Forze armate dell'Ucraina ha riferito di aver colpito una base militare russa nella regione di Kursk, in Russia, eliminando un trentina di soldati russi. Lo ha riferito lo Stato maggiore delle Forze armate dell'Ucraina su Telegram, come riporta Ukrainska Pravda. Lo Stato maggiore ha spiegato che la distruzione di questa base russa riduce la capacità dei russi di condurre operazioni di combattimento nelle regioni di Sumy e Kursk.
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Kiev, nuovo attacco di droni russi in varie regioni ucraine
"Questa sera i terroristi russi hanno nuovamente lanciato i droni suicidi Shahed verso l'Ucraina. In molte regioni è stato dichiarato lo stato di allerta e le forze di difesa aerea sono operative". Lo riferisce Rbc-Ucraina citando l'Aeronautica militare dell'Ucraina. "I primi droni hanno iniziato ad entrare nello spazio aereo ucraino da est attraverso la regione di Kharkiv. Poi sono comparsi gruppi di droni che si sono spostati da Kherson verso la regione di Mykolaiv e dal Mar Nero verso la regione di Odessa", si legge nel report.
ReArm Europe, Italia punta su strumenti comuni Ue. Gli scenari
Per il piano di riarmo europeo, Roma sembra voler puntare su meccanismi che "non pesino direttamente sul debito degli Stati", come ha spiegato la premier Meloni. Ci potrebbero essere quindi dei contributi a fondo perduto. Anche di questo tema si è occupata la puntata di "Numeri", approfondimento di Sky TG24. GLI SCENARI
Ucraina, Poroshenko: "Dobbiamo collaborare con Trump"
L’ex presidente ucraino attacca anche Zelensky: "Non deve trasformare l’Ucraina in una dittatura". L'intervista a Sky TG24. LEGGI L'ARTICOLO SU SKY TG24 INSIDER
"5 anni fa il voto che incoronò Putin come '"zar"
Sono passati 25 anni da quel 26 marzo del 2000 che vide Vladimir Putin eletto per la prima volta al Cremlino. Un quarto di secolo che ha visto la Russia cambiare radicalmente, sotto una deriva autoritaria che ha ormai trasformato le presidenziali russe in un evento di regime per rafforzare il suo controllo sul Paese. Quelle del 2024 sono state infatti elezioni macchiate da accuse di brogli, da un opaco voto elettronico e dal fatto che le urne fossero aperte persino nelle regioni ucraine occupate dalle truppe russe. Elezioni ufficialmente vinte da Putin con quasi il 90% dei voti. In una Russia in cui tutti i principali oppositori sono in esilio o ingiustamente dietro le sbarre. O sono morti, come Aleksey Navalny e Boris Nemtsov. Una Russia in cui schierarsi contro la guerra in Ucraina ordinata da Putin può costare fino a 15 anni di reclusione. Quando vinse le elezioni del 2000 Putin era già presidente ad interim. Era infatti premier da quattro mesi quando, il 31 dicembre del 1999, Yeltsin si dimise con un discorso a sorpresa in tv lasciandogli le chiavi del Cremlino. Precedentemente l'ex ufficiale del Kgb era stato per otto mesi a capo dell'intelligence e per cinque segretario del Consiglio di sicurezza. In questo quarto di secolo di Putin al potere, ci sono state la seconda guerra cecena, le terribili stragi del teatro Dubrovka di Mosca e della scuola di Beslan. Nel 2006 vengono uccisi la giornalista Anna Politkovskaya e l'ex ufficiale dei servizi russi Aleksandr Litvinenko, diventato una voce critica nei confronti del Cremlino. Putin intanto consolida sempre più il controllo sui mass media e inasprisce la repressione. Nel 2003 il magnate del petrolio Mikhail Khodorkovsky, considerato un possibile sfidante di Putin, viene arrestato con accuse di "frode ed evasione fiscale" da molti ritenute di ovvia matrice politica. Nel 2008, alla fine del suo secondo mandato presidenziale consecutivo, Putin è costretto dalla Costituzione a non ricandidarsi. Diventa premier, ma la poltrona presidenziale passa a un suo fedelissimo, Dmitri Medvedev. Putin torna subito al Cremlino già nel 2012 e da allora rafforza la sua posizione cambiando la Costituzione in modo da allungare il mandato presidenziale da 4 a 6 anni. Poi cancella di fatto per sé, e solo per sé, il limite di due incarichi consecutivi riservandosi la possibilità di candidarsi nel 2024 e ancora nel 2030. La repressione continua. Mentre a livello internazionale si fanno sempre più tesi i rapporti con l'Occidente, almeno fino al ritorno di Trump alla Casa Bianca. Dopo la rivolta di Maidan, che in Ucraina costringe alla fuga il presidente filorusso Viktor Yanukovich, nel 2014 la Russia si annette illegalmente la Crimea con un intervento armato e un controverso referendum. Poco dopo scoppia la guerra del Donbass, in Ucraina orientale, dove Mosca è accusata di appoggiare i miliziani separatisti. Nel 2022 le truppe russe lanciano l'aggressione militare su larga scala che sta martoriando l'Ucraina e in cui hanno perso la vita decine di migliaia di persone. Due anni dopo il rivale numero uno di Putin, Alexey Navalny, muore in carcere in circostanze poco chiare: una morte dietro la quale si staglia prepotente l'ombra del Cremlino e per la quale l'opposizione russa punta il dito direttamente contro il regime
Lavrov: "Witkoff intelligente, ha capito essenza del conflitto"
L'inviato speciale del presidente degli Stati Uniti, Steven Witkoff, è un uomo intelligente ed energico che conosce bene il conflitto ucraino. Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov in un'intervista a Canale Uno, rilanciata dalla Tass. "È una persona intelligente ed energica" e "ha capito l'essenza di questo conflitto, a giudicare dalle sue dichiarazioni durante un'intervista con Tucker Carlson", ha affermato.
Lavrov: "Trump non vuole lo scontro, noi siamo d'accordo"
L'amministrazione Trump non vuole che i disaccordi tra le due maggiori potenze nucleari degenerino in scontri, e la Russia è d'accordo. Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov in un'intervista rilanciata dalla Tass. "Il fatto che la squadra di Trump voglia che queste relazioni siano reciprocamente vantaggiose laddove possibile, reciprocamente rispettose laddove non siamo d'accordo e non permetta che i disaccordi tra le due maggiori potenze nucleari degenerino in scontri, ci trova d'accordo", ha affermato. In ogni caso "non dimenticheremo" il proverbio "fidati, ma verifica" quando la Russia costruirà un dialogo con gli Stati Uniti, ha sottolineato Lavrov
Difesa, ecco quanto spendono Russia ed Europa. Il confronto
Il tema è stato uno degli argomenti centrali del Consiglio europeo: in vista di questo appuntamento Bruxelles ha pubblicato il Libro Bianco sulla Difesa, che riassorbe in modo organico il piano ReArm Europe e fornisce alcuni dettagli sulla sua messa a terra. Le differenze tra i singoli Paesi e tra Unione europea e Russia sono stati al centro della puntata di “Numeri”, programma di SkyTG24. I NUMERI
Allarme 007 Usa, 'Mosca prepara satellite nucleare'
La Russia sta sviluppando un nuovo satellite destinato a trasportare un'arma nucleare che potrebbe avere "conseguenze devastanti" per gli Usa e il mondo: è uno degli allarmi lanciati dalla comunità d'intelligence nel primo rapporto della nuova amministrazione Trump sulle minacce mondiali, dove la Cina resta comunque l'avversario numero uno a livello militare, cyber e IA (settore in cui vuole superare gli Usa entro il 2030). L'attesa maggiore per questo rapporto, in parte oscurato dalle audizioni al Senato virate sull'imbarazzante fuga di notizie sui piani di guerra del Pentagono contro gli Houthi, era vedere se gli 007 americani avrebbero confermato le loro precedenti conclusioni su Vladimir Putin, ossia che il suo obiettivo è demolire il governo ucraino, minando gli Usa e l'Occidente. O se si sarebbero adeguati alla svolta di Trump e dei suoi emissari, secondo cui lo zar è un futuro partner commerciale affidabile che vuole semplicemente porre fine a una guerra orribile, ottenere il controllo di parti dell'Ucraina che gli appartengono di diritto e riprendere relazioni regolari con gli Stati Uniti. Ebbene, l'intelligence Usa, pur sfumando i suoi giudizi su Putin, rivela che il Cremlino sta lavorando a un'arma spaziale nucleare che potrebbe dargli una supremazia pericolosa. Non solo. La Russia, insieme all'Iran, alla Corea del Nord e alla Cina, cerca di sfidare gli Stati Uniti attraverso campagne deliberate per ottenere un vantaggio, con il conflitto in Ucraina che ha fornito a Mosca "una grande quantità di lezioni su come combattere contro le armi e l'intelligence occidentali in una guerra su larga scala". Un conflitto che, se protratto, perpetuerebbe per Washington i rischi strategici di un'escalation involontaria e del potenziale uso di armi nucleari. Ossia la terza guerra mondiale evocata da Trump. Un anno fa, durante la presidenza Biden, l'allora capo della commissione intelligence della Camera, il repubblicano Mike Turner, aveva lanciato un altro allarme, rivelando a sorpresa che la Russia stava lavorando anche a un'arma nucleare anti-satellite, evocando scenari da 'Star Wars'. Insomma, il monito è chiaro: Mosca sta cercando di militarizzare lo spazio con armi nucleari. Unico sospiro di sollievo: l'Iran al momento non sta costruendo l'atomica. La minaccia più temibile, secondo gli 007 americani, resta Pechino, che ha la capacità di colpire gli Stati Uniti con armi convenzionali, di compromettere le infrastrutture statunitensi tramite attacchi informatici e di colpire le sue risorse nello spazio. E punta a sostituire gli Stati Uniti nel ruolo di prima potenza in materia di intelligenza artificiale entro cinque anni. "L'esercito cinese sta schierando capacità avanzate, tra cui armi ipersoniche, aerei stealth, sottomarini avanzati, risorse più potenti per la guerra spaziale e informatica e un arsenale più ampio di armi nucleari", ha confermato al Senato la direttrice della National Intelligence Tulsi Gabbard. Pechino, secondo il rapporto, è pronta anche ad aumentare già quest'anno la coercizione militare ed economica verso Taiwan
Trump, stop al tracciamento dei bambini ucraini deportati in Russia
L’amministrazione americana ha interrotto i finanziamenti a un progetto che documentava presunti crimini di guerra russi, inclusa la deportazione di bambini ucraini. Il database, usato anche dalla Corte penale internazionale, rischia ora di essere perso o compromesso. LEGGI QUI
Zelensky mercoledì da Macron, i volenterosi serrano i ranghi
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky domani a Parigi potrà chiedere a Emmanuel Macron, nel corso di una cena di lavoro all'Eliseo, come intendono muoversi ora i volenterosi per assistere Kiev quando - e se - verrà raggiunto un cessate il fuoco. L'Onu, intanto, è disponibile a un ruolo di monitoraggio sulla futura tregua, se ci saranno le condizioni giuste. Zelensky, dunque, ha lanciato un appello agli alleati sull'eventuale missione di peacekeeping dopo l'eventuale tregua con la Russia, a due giorni dal nuovo vertice dei volenterosi convocato giovedì nella capitale francese: "Il nostro compito - ha detto - è quello di arrivare al risultato di capire chi abbiamo e chi è pronto". Il Cremlino però ha sempre rifiutato di prendere in considerazione la presenza in Ucraina degli europei, a qualsiasi titolo, perché visti come parte in causa. "Questi sognatori stanno dimostrando la loro totale incompetenza politica ogni giorno che passa", ha sferzato il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov commentando nuovamente l'idea di forze europee di 'peacekeeping in Ucraina. Jean-Pierre Lacroix, sottosegretario del Segretario Generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres, con delega alle Operazioni di pace, ha delineato il quadro di un possibile intervento dell'Onu nel corso di un incontro a Bruxelles con alcune testate, tra cui l'ANSA. Innanzitutto "è necessario che siano d'accordo le parti che firmano la tregua" e poi "serve un mandato" da parte del Consiglio di Sicurezza. L'ipotesi, in ogni caso, non è da escludere. "Si tratterebbe di una forza che monitora il rispetto del cessate il fuoco, che è cosa ben diversa dalle garanzie di sicurezza di cui si parla", ha sottolineato Lacroix, che venerdì sarà a Roma.
Putin, tappe della leadership del Presidente della Federazione Russa. VIDEO
Spese Difesa, quali Paesi le hanno aumentate di più dall'inizio della guerra in Ucraina?
Tra i partiti italiani si discute sul tema del riarmo europeo. Il governo insiste sulla necessità di impegnare l’Onu nella salvaguardia dell’Ucraina, protetta magari da un articolo 5bis della Nato. "Qualcuno pensa di usare soldi dei contribuenti italiani per carri armati stranieri? No grazie", ha scritto Salvini sui social. La spesa italiana nel settore e le posizioni di maggioranza e opposizione sono stati i temi al centro di una puntata di "Numeri", approfondimento di Sky TG24. L'APPROFONDIMENTO
Francia: "ok accordi fra Kiev e Mosca ma non bastano per tregua"
Per la presidenza francese, gli accordi annunciati dalla Casa Bianca riguardanti in particolare una tregua nel Mar Nero fra Kiev e Mosca vanno "nella giusta direzione" ma sono insufficienti per arrivare ad "un cessate il fuoco duraturo". "Una moratoria sulle infrastrutture energetiche o iniziative nel Mar Nero - hanno detto fonti dell'Eliseo ai giornalisti - sono passi nella direzione giusta ma non sono passi sufficienti a stabilire un cessate il fuoco duraturo, solido, e ancora meno un accordo di pace
Lettonia stanzia 45 milioni per rafforzare il confine con Russia
Nel corso di quest'anno, le forze armate lettoni destineranno 45 milioni di euro all'implementazione del piano per il rafforzamento militare del confine del Paese baltico con la Russia e la Bielorussia. Lo comunica il ministero della Difesa di Riga. Con la somma stanziata saranno acquistati e posizionati ostacoli anti-mobilità, sensori, sistemi di artiglieria e attrezzature di intralcio. "Il rafforzamento del confine orientale è una delle priorità del governo e dell'industria della difesa, a cui attualmente sono destinate significative risorse nazionali - ha dichiarato il ministro della Difesa lettone, Andris Spruds -. Attuando il piano per il rinforzo militare e l'anti-mobilità è già stata aumentata la capacità delle forze armate di limitare l'avanzamento forze nemiche".
Zelensky: "Mosca già prova a manipolare le intese'"
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha accusato la Russia di manipolazioni e menzogne sul cessate il fuoco nel Mar Nero e nel settore energetico. Lo riporta Rbc-Ucraina citando il discorso serale di Zelensky. Secondo il leader ucraino I russi "stanno già cercando di distorcere gli accordi e di ingannare sia i nostri mediatori sia il mondo intero".
Intesa Kiev-Mosca sul Mar Nero. Per Trump fatti "molti progressi"
A sorpresa, dopo una maratona negoziale di due giorni a Riad che sembrava si fosse conclusa con un nulla di fatto, gli Stati Uniti hanno annunciato un accordo tra Mosca e Kiev per una tregua nel Mar Nero e per uno stop effettivo agli attacchi contro le infrastrutture energetiche, con il via libera al monitoraggio sulle intese da parte di Paesi "terzi". E' stata la Casa Bianca, con una nota diffusa dopo nuove consultazioni con gli ucraini, a riferire che tutti e tre i gruppi di lavoro, seppur da tavoli separati, "hanno concordato sugli stessi punti". Con Trump che ha parlato dei "molti progressi" fatti. Volodymyr Zelensky ha confermato il buon esito della trattativa, pur esprimendo cautela sulle reali intenzioni dei russi, mentre il Cremlino ha incassato l'impegno americano sulle restrizioni all'export agricolo russo. La giornata sul fronte diplomatico della guerra in Ucraina si era aperta nel peggiore dei modi, con Mosca che aveva accusato Kiev di aver fatto fallire i negoziati in Arabia Saudita. Tuttavia, alcune ore dopo, da Washington è arrivato il colpo di scena, attraverso un comunicato dettagliato della Casa Bianca sugli esiti della trattativa di Riad, mediata dal team americano facendo spola tra i tavoli dei due contendenti, che in seguito hanno sostanzialmente concordato sui termini dell'intesa. L'accordo tra russi e ucraini è articolato su cinque punti. A partire dall'impegno a "garantire una navigazione sicura, eliminare l'uso della forza e impedire l'uso di navi commerciali per scopi militari nel Mar Nero". E' l'elemento di principale novità: il nodo si è sciolto grazie dall'intervento degli Usa, che si sono impegnati a aiutare i russi a "ripristinare l'accesso al mercato mondiale per le esportazioni di prodotti agricoli e fertilizzanti". Per Mosca era una condizione necessaria, per alleggerire la propria economia, tanto che il Cremlino ha condizionato il via libera alla tregua marittima solo "dopo il ritiro delle sanzioni contro Rosselkhozbank e altre istituzioni finanziarie coinvolte nel garantire il commercio internazionale di alimenti e fertilizzanti, collegandoli allo Swift". Passi avanti, almeno sul piano delle intenzioni, sono stati fatti anche sul tema degli attacchi alle centrali. La tregua di trenta giorni concordata una settimana da Zelensky e Putin dopo due telefonate con Trump non è mai entrata in vigore, tra accuse reciproche delle due parti. Ora invece, è stato "concordato di sviluppare misure per attuare" questo impegno a risparmiare "le strutture energetiche di Ucraina e Russia", ossia "gasdotti, raffinerie e centrali". Un'altra novità non scontata riguarda il via libera alla possibilità che "terze parti" monitorino il cessate il fuoco marittimo e sull'energia. Zelensky, parlando con i giornalisti, ha evocato l'auspicio che "qualcuno dall'Europa o, ad esempio, dalla Turchia possa essere coinvolto" per verificare la tregua marittima e "qualcuno dal Medio Oriente" che monitori la tregua sull'energia. Infine, negli accordi Usa-Russia-Ucraina c'è l'impegno a lavorare al raggiungimento di una "pace duratura" e c'è anche un passaggio (per ora concordato solo tra Kiev e Washington) per "lo scambio di prigionieri di guerra, il rilascio di detenuti civili e il ritorno dei bambini ucraini trasferiti forzatamente". Trump, commentando gli accordi, ha rivendicato i passi in avanti compiuti, sottolineando che le trattative "stanno andando bene". Ma Kiev e Mosca continueranno a guardarsi con diffidenza: Zelensky ha chiarito che per l'attuazione efficace degli accordi serviranno "ulteriori consultazioni tecniche", mentre il Cremlino ha ribadito che anche in questa fase l'interlocuzione resterà esclusivamente con gli Stati Uniti. Ed anche ammesso che una tregua parziale scatti effettivamente, un cessate il fuoco totale appare ancora un miraggio. Come dimostrano le incessanti battaglie di droni ed i combattimenti nel Donbass e in territorio russo. In quest'ultimo fronte, in particolare, Kiev ha rivendicato un raid contro una base militare nel Kursk, che avrebbe ucciso un trentina di soldati nemici. Mentre il ministro delle industrie strategiche Herman Smetanin, in un'intervista, ha reso noto che il supermissile Neptune, con mille chilometri di gittata, è stato già utilizzato oltreconfine. Anche contro un "obiettivo militare nella Crimea occupata".
Trump. "valuteremo richieste russe per revoca sanzioni"
Esamineremo la richieste russe per una revoca delle sanzioni: lo ha detto Donald Trump incontrando gli ambasciatori americani alla Casa Bianca
Ucraina, la Cina fa chiarezza: "Invio di peacekeeper? Tutto falso"
Lo ha sostenuto il portavoce del ministero degli Esteri cinese, Guo Jiakun, rispondendo alla stampa in merito. "La posizione della Cina sulla crisi ucraina è coerente e chiara", ha detto. Di recente, invece, la testata tedesca Welt am Sonntag, citando fonti vicine all'Ue, ha rivelato che la stessa Cina avrebbe chiesto a Bruxelles se l'invio di peacekeeper sarebbe possibile o addirittura auspicabile dal punto di vista europeo. LEGGI L'ARTICOLO