Spese Difesa, quali Paesi le hanno aumentate di più dall'inizio della guerra in Ucraina?
MondoTra i partiti italiani si discute sul tema del riarmo europeo. Il governo insiste sulla necessità di impegnare l’Onu nella salvaguardia dell’Ucraina, protetta magari da un articolo 5bis della Nato. "Qualcuno pensa di usare soldi dei contribuenti italiani per carri armati stranieri? No grazie", ha scritto Salvini sui social. La spesa italiana nel settore e le posizioni di maggioranza e opposizione sono stati i temi al centro della puntata del 17 marzo di "Numeri", approfondimento di Sky TG24
I partiti italiani discutono sul tema del riarmo europeo. Il governo, infatti, insiste sulla necessità di tenere unito il fronte transatlantico per definire garanzie di sicurezza credibili ed efficaci, come ha sottolineato la presidente del Consiglio Giorgia Meloni al recente vertice di Londra. Per il ministro degli Esteri Antonio Tajani le strade possono essere due: da una parte, "una sorta di articolo 5 bis della Nato che garantisca comunque con un impegno internazionale la protezione dell'Ucraina", mentre dall'altra una missione di peacekeeping dispiegata in una zona cuscinetto che nasca con l'avallo "del Consiglio di Sicurezza dell'Onu, coinvolgendo anche la stessa Russia e la Cina". Nel caso invece si optasse per "una missione militare Nato o dell'Ue", l'Italia non darebbe il proprio contributo in termini di soldati, ha ribadito il titolare della Farnesina. Sul tema si è espresso anche il vicepremier Matteo Salvini: "Dopo aver mandato a gambe all'aria il settore auto tedesco con le eco-follie del Green Deal, ora vogliono riconvertire l'industria per produrre armi? Più chiaro di così...", ha scritto sui social il leader della Lega, commentando una notizia dal titolo Rheinmetall, carri armati negli impianti Volkswagen: il riarmo tedesco è ripartito, con in una grafica la foto della presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen e la domanda: "Serve un disegnino?". "Qualcuno a Bruxelles forse pensa di usare soldi dei contribuenti italiani - con la scusa del ReArm Europe - per finanziare carri armati stranieri? No, grazie", ha aggiunto Salvini. Le posizioni dei partiti italiani e la spesa del nostro Paese in armi sono state al centro della puntata del 17 marzo di Numeri, approfondimento di Sky TG24.
Italia in controtendenza
Rispetto al resto del Continente l’Italia procede in senso opposto: tra il 2022 e il 2024 l’Italia è stata l’unico Paese in Europa e in Occidente con una spesa per la Difesa scesa del 2,1%. Dati positivi, invece, per gli Usa (+2%), i Paesi NATO (+8,2%) la Francia (+9,6%) e la Spagna (+10,6%). Aumenti ben più considerevoli, invece, per Germania (+40,7%), Lettonia (+48,6%), Russia (+72%) e Polonia (+85,1%). Un dato, quello dei Paesi occidentali, che riflette una più generale tendenza dei Paesi NATO europei e del Canada di aumento della spesa per la difesa ormai strutturata da anni.

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Quanto dovremmo aumentare la spesa?
L’Italia, che oggi spende circa l’1,5% del proprio PIL nella Difesa, è quindi chiamata ad incrementare la propria spesa. Secondo il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, i Paesi NATO dovrebbero arrivare al 5% del proprio PIL: per l’Italia questo vorrebbe dire spendere circa 80 miliardi in più all’anno. Leggermente inferiore la richiesta che arriva da NATO e Ue, che chiedono di arrivare al 3% del PIL. Un impegno su cui tutti sembrano essere d’accordo in sede europea e su cui anche i partiti italiani avevano espresso il proprio voto a favore, valutando positivamente un incremento fino al 2% (spendendo quindi fino a 10 miliardi in più rispetto alla cifra attuale) entro il 2028. Una risoluzione che nel 2022 alla Camera ha trovato il favore sia dell’attuale maggioranza che dell’opposizione, compreso il Movimento 5 Stelle.

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