Un gesto dal grande significato simbolico. Il drappo rosso con la scritta araba che inneggia alla rappresaglia per l’uccisione di Husayn, il nipote di Maometto, è stato sistemato sulla cupola della moschea di Jamkaran
Dopo l’attacco condotto da Israele contro obiettivi in territorio iraniano, le reazioni da parte di Teheran non si sono limitate a dichiarazioni ufficiali o a mosse militari. A colpire l’opinione pubblica e gli osservatori internazionali è stato un gesto profondamente simbolico: l’innalzamento della cosiddetta “Bandiera della Vendetta” sulla cupola della moschea di Jamkaran, nei pressi della città santa di Qom. Ma cosa rappresenta questa bandiera rossa e qual è il suo significato storico e religioso? (GUERRA IN MEDIO ORIENTE: LE NEWS IN DIRETTA)
Un simbolo di vendetta
Il vessillo issato sulla moschea è un drappo rosso che simboleggia tradizionalmente l'annuncio di vendetta con l'intenzione di versare sangue. Sulla bandiera capeggia una scritta araba inneggiante ai vendicatori di Husayn, morto il 10 ottobre del 680 durante la battaglia di Karbala, uno degli eventi fondativi della dottrina sciita che informa la classe dirigente iraniana. Non si tratta di un evento inedito: la stessa bandiera era stata mostrata anche nel gennaio 2020, dopo l’uccisione del generale iraniano Qasem Soleimani in un attacco di droni compiuto dagli Usa, e più recentemente a luglio dello scorso anno, quando a Teheran è stato ucciso Ismail Haniyeh, leader di Hamas.
Chi era Husayn e perché il suo martirio è centrale nello sciismo
Husayn, nipote del profeta Maometto, è una delle figure più importanti per i musulmani sciiti. Nel 680 d.C., durante la battaglia di Karbala, fu ucciso insieme a familiari e sostenitori dalle truppe sunnite degli Omayyadi. Secondo la tradizione, Husayn si rifiutò di sottomettersi all’autorità illegittima del califfo Yazid, e affrontò consapevolmente una battaglia senza speranza. Il racconto della sua morte è intriso di simbolismo e dolore: il figlio ucciso da una freccia, la sete, le ferite, la decapitazione.
Il culto del martirio
Il sacrificio di Husayn e la tragedia di Karbala vengono celebrate annualmente da tutto il movimento sciita. Ma non si tratta solo di un evento spirituale: per molti fedeli, è anche un messaggio politico. Il martirio di Husayn insegna che bisogna resistere all’ingiustizia e ai tiranni, non per interesse personale, ma per il bene della comunità. In questo contesto, issare la “Bandiera della Vendetta” non è un semplice gesto emotivo, ma è un messaggio diretto ai nemici dell’Iran: la sofferenza non spegne la lotta. Nella visione sciita, la sconfitta, anche totale, è accettata come possibilità, ma non giustifica mai la resa.
