Guerra Israele Medioriente, Doha torna a negoziare su ostaggi, incontri al Cairo

Il Qatar è rientrato nel ruolo di mediatore tra Hamas e Israele per la liberazione degli ostaggi e il cessate il fuoco a Gaza riaprendo di fatto il negoziato e indicando che i colloqui hanno preso un nuovo slancio dopo l'elezione di Donald Trump alla presidenza degli Stati Uniti. La conferma è arrivata dal primo ministro al Thani. Fonti israeliane e internazionali coinvolte nei negoziati hanno riferito alla tv pubblica Kan che "Hamas è più vicino che mai a un accordo ed è interessato a un cessate il fuoco"

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Il Qatar è rientrato nel ruolo di mediatore tra Hamas e Israele per la liberazione degli ostaggi e il cessate il fuoco a Gaza riaprendo di fatto il negoziato e indicando che i colloqui hanno preso un nuovo slancio dopo l'elezione di Donald Trump alla presidenza degli Stati Uniti. La conferma è arrivata dal primo ministro al Thani, il quale durante il Doha Forum 2024 ha dichiarato che "ci sono molti incoraggiamenti da parte della nuova amministrazione Usa per raggiungere un'intesa, anche prima che il presidente entri in carica". 

Fonti israeliane e internazionali coinvolte nei negoziati hanno riferito alla tv pubblica Kan che "Hamas è più vicino che mai a un accordo ed è interessato a un cessate il fuoco, anche se temporaneo". 

Fonti all'interno dei gruppi militanti palestinesi a Gaza dicono che Hamas ha chiesto loro di raccogliere informazioni sugli ostaggi che detengono in preparazione di un accordo per il cessate il fuoco e il rilascio degli ostaggi con Israele.


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Cos'è l'Idf, come sono organizzate e come funzionano le Forze armate israeliane

Create nel 1948, ogg contano su 170mila soldati effettivi, grazie alla coscrizione obbligatoria di tre anni per gli uomini e di due per le donne. Dispongono, inoltre, di 3.500 carri armati. L'APPROFONDIMENTO

Medio Oriente, chi sono i leader eliminati da Israele in un anno di guerra

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Cisgiordania, nuovi scontri a fuoco tra palestinesi a Jenin

Nuovi scontri a fuoco sono avvenuti tra i servizi di sicurezza palestinesi e uomini armati alla periferia del campo di Jenin, dove la situazione è tesa, nel nord della Cisgiordania. Da giovedì mattina nella città di Jenin, adiacente al campo profughi omonimo, si registrano tensioni dopo che un gruppo di uomini armati ha sequestrato due veicoli appartenenti all'Autorità palestinese. Secondo testimoni, gli uomini armati avrebbero poi sfilato per le strade del campo con le bandiere della Jihad islamica. Oggi pomeriggio, secondo un giornalista dell'Afp sul posto,  si sono sentiti degli spari in città, nonostante gli sforzi delle autorità per calmare la situazione. Secondo il portavoce palestinese Anwar Rajab, funzionari della sicurezza hanno tenuto una riunione oggi presso la sede del governatorato di Jenin alla presenza del ministro degli Interni palestinese nel tentativo di allentare le tensioni. Secondo il ministero della Sanità palestinese, sabato sera è scoppiato un incendio nell'edificio dell'ospedale di Jenin a seguito di uno scontro a fuoco tra uomini armati e servizi di sicurezza palestinesi. 

Ong: "Israele ha colpito depositi di armi nell'est della Siria"

Israele ha lanciato attacchi contro depositi di armi nell'est della Siria. Lo ha detto all'Afp Rami Abdel Rahman, capo dell'Osservatorio siriano per i diritti umani.  "Israele ha condotto attacchi aerei contro depositi di armi e posizioni che appartenevano al regime defunto e a gruppi sostenuti dall'Iran nella provincia orientale di Deir Ezzor", ha dichiarato, segnalando "un aumento degli attacchi israeliani" su tali obiettivi da quando il presidente Bashar al-Assad è fuggito dal Paese mentre i ribelli hanno preso la capitale. 

Iron dome, cos'è e come funziona il sistema anti missile israeliano

Si tratta di un sistema di difesa terrestre che intercetta razzi e colpi di mortaio a corto raggio. Di solito viene utilizzato dalle forze israeliane per fermare i missili lanciati dai miliziani di Hamas. Inaugurato nel 2011, è composto da diverse batterie che compongono questa "Cupola di ferro" sparse sul territorio israeliano: ciascuna è dotata di un radar che rileva i razzi in arrivo. Insieme alla Fionda di David e ad Arrow, completa la triade di difesa di Israele. L'APPROFONDIMENTO

Nyt: "Almeno 24 dirigenti scolastici Unrwa a Gaza erano membri di Hamas"

Almeno 24 persone impiegate nelle scuole Unrwa nella Striscia di Gaza erano membri di gruppi terroristici di Gaza, tra cui Hamas e la Jihad islamica palestinese. Lo ha reso noto il New York Times, a cui funzionari israeliani hanno condiviso documenti rinvenuti a Gaza come prova. 

Citando dati condivisi dall'Idf e dal Ministero degli Esteri israeliano, il New York Times ha riferito che molti degli agenti terroristici impiegati nelle scuole Unrwa ricoprivano posizioni di alto livello, come preside o vicepreside, mentre altri erano insegnanti o consulenti scolastici. Molti di coloro che avevano legami con Hamas erano direttamente collegati alle Brigate Al-Qassam, l'ala militare del gruppo terroristico.

Uno dei documenti sequestrati dall'Idf a Gaza rivela i piani di Hamas di usare gli edifici scolastici come luogo in cui immagazzinare armi - si legge nel rapporto - mentre un altro descrive le scuole dell'enclave come "i migliori ostacoli per proteggere la resistenza" in una guerra contro Israele. I documenti rivelano anche che molti degli amministratori scolastici sono rimasti impiegati presso l'Unrwa anche dopo i moniti israeliani all'agenzia Onu, aggiunge il New York Times.

Hezbollah, cosa sapere sul gruppo antisionista libanese

Tra i protagonisti dell'escalation di tensione in Medio Oriente c’è anche l’organizzazione militare e politica libanese. Sostenuta ideologicamente e finanziariamente dall’Iran, controlla una larga parte del Paese, quasi “uno Stato nello Stato”, e partecipa attivamente alla vita politica. Il suo leader è stato a lungo - dal 1992 - Hassan Nasrallah, che ha guidato il gruppo fino al 28 settembre 2024, quando è stato ucciso da un attacco israeliano su Beirut. L'ANALISI

Idf, colpiti miliziani di Hezbollah nel Libano meridionale

L'esercito israeliano ha affermato di aver colpito i miliziani di Hezbollah che si trovavano in un "deposito di armi nel Libano meridionale, in violazione dell'accordo di cessate il fuoco". "Questi terroristi hanno diretto e portato a termine attacchi terroristici contro truppe (israeliane) e civili israeliani negli ultimi mesi", ha affermato in una dichiarazione, aggiungendo di aver colpito "numerosi militanti di Hezbollah" durante il giorno precedente. 

Siria, cosa rischia Israele con la caduta di Assad? Gli scenari

Al termine di una rapida avanzata, i ribelli jihadisti in Siria hanno preso il controllo della capitale Damasco e hanno annunciato la fine del regime di Bashar al-Assad. La situazione è in continua evoluzione ma gli analisti si interrogano ora sui possibili riflessi nello scenario mediorientale. E in molti si chiedono quali potrebbero essere le conseguenze per Israele. GLI SCENARI

Assad

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Chi è Abu Muhammad al-Jolani, il leader dei ribelli jihadisti in Siria. L’APPROFONDIMENTO

I tank di Israele sulla Linea Alpha con la Siria

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Tel Aviv, migliaia in piazza per rilascio ostaggi da Gaza. VIDEO

Media: “Nuovi raid aerei di Israele in Siria”

Israele ha condotto nuovi raid aerei nel sud e nell'est della Siria, secondo quanto riferito da media locali. Alcuni attacchi aerei sono avvenuti nella regione meridionale di Daraa, altri nella zona orientale di Dayr az Zor, lungo l'Eufrate. Nelle ultime ore l'esercito israeliano aveva già occupato territori siriani nel sud-ovest del Paese.

Netanyahu: “La caduta di Assad può favorire il ritorno dei rapiti”

"La caduta del regime di Assad in Siria potrebbe favorire il ritorno degli ostaggi". Lo ha dichiarato il primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu durante un incontro con le famiglie degli ostaggi a Gerusalemme. Il premier ha parlato separatamente a due gruppi di parenti: il Forum delle famiglie degli ostaggi e dei dispersi, che rappresenta la maggior parte dei familiari, e il Forum Tikva, che rappresenta una minoranza più favorevole alla sua gestione della guerra.

Idf impone coprifuoco su cinque città in zona cuscinetto del Golan

L'esercito israeliano ha imposto il coprifuoco ai residenti di cinque città situate nella zona cuscinetto del Golan, ai margini della parte dell'altopiano siriano occupata e annessa da Israele. “Per la vostra sicurezza, dovete rimanere a casa e non uscire fino a nuovo avviso”, ha dichiarato in un post su X Avichay Adraee, portavoce dell'esercito per il pubblico di lingua araba. L'esercito ha riferito di aver preso il controllo della zona demilitarizzata dopo la caduta del presidente siriano Bashar al-Assad

Idf: dispiegamento in zona cuscinetto misura temporanea

Le Idf sottolineano che il loro dispiegamento nella zona cuscinetto tra Israele e Siria e' una misura difensiva e temporanea nel contesto del caos che ha colpito il Paese dopo la caduta del regime di Assad, scrive il Times of Israel. Secondo l'esercito, le truppe vengono dispiegate in posizioni strategiche specifiche nella zona cuscinetto per impedire che uomini armati non identificati si trovino nella zona.

Netanyahu: giorno storico. Effetto dei nostri colpi

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu si attribuisce il merito di aver dato il via alla catena di eventi che ha portato alla caduta del regime di Bashar al-Assad in Siria. "Questo e' un giorno storico nella storia del Medio Oriente", ha detto Netanyahu durante una visita al monte Bental, al confine tra Israele e la Siria. "Il regime di Assad e' un anello centrale dell'asse del male dell'Iran: questo regime e' caduto". "Questo e' il risultato diretto dei colpi che abbiamo inflitto all'Iran e a Hezbollah, i principali sostenitori del regime di Assad", sostiene Netanyahu, riferendosi ai 14 mesi di combattimenti contro l'Iran, Hamas, Hezbollah e altri delegati iraniani dal 7 ottobre dell'anno scorso. 

Media: Idf prende controllo versante siriano monte Hermon

Una fonte della sicurezza ha riferito al quotidiano saudita al Hadath che l'Idf ha preso il controllo della base militare sul versante siriano del monte Hermon, e di altre basi siriane nell'area, dopo la ritirata delle forze di Assad.

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