Russo evaso, si indaga sul secondo livello dei complici
Un gruppo di persone, una "batteria", che l'avrebbe aiutato materialmente nella fuga e poi un presunto "secondo livello" che avrebbe preparato e gestito l'operazione "chirurgica" per portarlo via dall'Italia, prima che venisse estradato negli Usa. Sono questi i due scenari, riscontrati da alcuni elementi, su cui si concentra in queste ore, con diversi tipi di attività in corso, l'inchiesta della Procura di Milano sull'evasione, il 22 marzo, di Artem Uss, l'imprenditore russo e figlio del governatore di una regione siberiana che era ai domiciliari con braccialetto elettronico a Basiglio (Milano) e per il quale, il giorno prima, la Corte d'Appello milanese aveva dato il via libera all'estradizione. Le indagini, condotte dai carabinieri e coordinate dal procuratore Marcello Viola e dal pm Giovanni Tarzia, oltre a ricostruire la fuga in auto, cambiando probabilmente diverse macchine, verso est, da dove Uss sarebbe uscito dall'Italia, stanno mettendo in fila anche tutte le anomalie e i movimenti che ci sono stati attorno all'abitazione nella disponibilità del 40enne, con diverse persone autorizzate nel tempo a portargli ciò di cui aveva bisogno. Gli inquirenti stanno lavorando per individuare i componenti del gruppo, pare persone dell'Est Europa, che l'hanno materialmente aiutato nell'evasione. E per capire se siano state ingaggiate anche da un livello superiore. Nell'inchiesta si indaga sulla possibilità di un intervento dei servizi segreti russi.