Foo Fighters, il gruppo non ha autorizzato Donald Trump ad usare un loro brano

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Il candidato repubblicano alla Presidenza degli Stati Uniti ha accolto sul palco di un comizio Robert F. Kennedy Jr. sulle note di My Hero, ma la band di Dave Grohl ha negato di avergli mai concesso il permesso. Sono molte le precedenti proteste degli artisti contro il tycoon, da Beyoncé a Céline Dion

I Foo Fighters non hanno autorizzato Donald Trump ad utilizzare un loro brano, My Hero, con il quale il candidato repubblicano alla Presidenza degli Stati Uniti ha accolto sul palco Robert F. Kennedy Jr. durante un comizio. “No”, ha risposto il gruppo all’account X che ha chiesto delucidazioni sulla concessione della canzone. L’entourage della band di Dave Grohl ha poi aggiunto che “ai Foo Fighters non è stato chiesto il permesso, e se lo avessero fatto non lo avrebbero concesso”, e che i proventi derivanti dall’uso improprio saranno donati alla campagna elettorale dei democratici Kamala Harris e Tim Walz.

I PRECEDENTI, DA BEYONCÉ A CÉLINE DION

Non è la prima volta che gli artisti reagiscono alla scoperta dell’uso senza consenso di loro brani come colonne sonore dei comizi di Donald Trump. Di recente, Beyoncé aveva prestato il brano Freedom alla campagna elettorale dei democratici Kamala Harris e Tim Walz, ma pochi giorni fa la stessa canzone aveva fatto inaspettatamente da sottofondo ad un video pubblicato dal portavoce di Trump, Steven Cheung, che mostrava il candidato repubblicano mentre scendeva da un aereo. Dopo la diffida della popstar, il post è stato rimosso. I precedenti, però, non finiscono qui. Poco tempo fa, il team di Céline Dion aveva negato che Trump avesse diritto di usare il classico My Heart Will Go On. Nel 2020, invece, Neil Young aveva fatto causa al tycoon per violazione del copyright di sue canzoni usate senza autorizzazione. “Non scrivo musica per dividere le persone”, aveva commentato invece Dave Porter, co-autore del brano Hold On, I’m Coming di Sam &Dave. Alla lista si aggiungono anche gli eredi di Sinéad O’Connor, che avevano diffidato Trump dall’uso di Nothing Compares 2U, e ancora i Rolling Stones, Bruce Springsteen, Rihanna, Adele, Steven Tyler degli Aerosmith e gli eredi di George Harrison.

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